
Altroché se mi ricorda!

Angelo Michele Imbriani
Questa è veramente l’ultima occasione per rinsavire. Se nemmeno di fronte alla possibilità evocata e addirittura auspicata da un ministro della Repubblica che un vicino di casa vi denunci perché state facendo un pranzo in famiglia o avete invitato degli amici e siete in una decina di persone, che la polizia faccia irruzione in casa vostra e vi sanzioni, se neanche di fronte a questo capite che c’è un problema di libertà, allora la paura vi ha proprio fulminato il cervello. E che siate amici recenti o di vecchia data, più o meno stimati in passato, quell’amicizia e quella stima finiscono qui, perché siete responsabili anche voi di tutto questo. Statevene pure “in sicurezza”, ma ben distanziati da me, perché siete voi che mi fate paura, non il virus
E avere paura di questa feccia sembrerebbe la cosa più logica, e soprattutto normale, del mondo, ma a quanto pare non tutti hanno neuroni a sufficienza – e soprattutto senso morale a sufficienza, senso della legalità a sufficienza, senso civile a sufficienza, per trovarlo logico e normale.
A me sembra una cosa giusta e ovvia che una persona denunci un’altra per “diffusione di malattia infettiva” (questo reato esiste) [cioè secondo questo signore invitare a pranzo zii e nonni è esattamente la stessa cosa che scopare, sapendo di essere sieropositivi, senza preservativo e senza informare il partner. Preciso identico. A proposito di neuroni], come e’ obbligo rivolgersi alla polizia se si assiste ad un reato. Ma anche sul piano della giustizia spicciola: le persone oneste e ligie alle leggi se ne stanno chiuse in casa e rinunciano a vedere i nipoti per mesi e poi viene una ciurma di menefreghisti e si riunisce contrariamente alle regole infettandosi a vicenda e poi i genitori e i nonni quando tornano a casa. Se capita a me eccome se li denuncio. Ne’ fascismo ne’ comunismo ma solo sanita’ e legalita’.
Ma non è il solo.
Siamo in piena pandemia globale ed è cosa buona e giusta segnalare festini illegali alle autorità competenti! Per festeggiare si può benissimo aspettare il vaccino di AstraZeneca!!!
Servono commenti a questi deliranti deliri? Che fanno il paio con quello, anche se in ambito leggermente diverso, che l’amico “Cullà” ha denunciato nei commenti al post precedente:
Io so che ancora non ho ripreso la mia collaborazione con le scuole e già mi è stato chiesto di istruire un ragazzino autistico sul fatto che “se si alza in piedi durante la lezione rischia di ammalarsi e di far star male i suoi compagni e la sua mamma”.
Io questa cosa la chiamerei circonvenzione di incapace. E abuso d’autorità. E abuso di potere. E violenza privata. E mi sa che ci stanno ancora parecchie altre cose.
Potrebbe bastare? No, non può bastare:
Angelo Michele Imbriani
Continuiamo a lanciare il nostro grido di allarme sullo stato della libertà in Italia.
“Mentre però è vincolante la norma sulle mascherine all’aperto, inseriremo una forte raccomandazione sulle mascherine all’interno delle abitazioni private in presenze di persone non conviventi. Non riteniamo di introdurre una norma vincolante ma vogliamo dare il messaggio che se si ricevono persone non conviventi anche in casa bisogna usare la mascherina”.
Lasciamo perdere la follia e l’insulto di obbligare i cittadini ad usare all’aperto un dispositivo totalmente inutile (anzi spesso dannoso) solo per “educare” e “dare un segno”, come è stato senza pudore anche affermato da membri del governo e degli “scienziati” di regime. Ma che il capo di un governo di un paese formalmente democratico, con una costituzione che prevede all’articolo 13 l’inviolabilità della libertà personale e all’articolo 14 l’inviolabilità del domicilio, dichiari che “non ritiene” di “introdurre una norma vincolante” di indossare la mascherina in casa, ma vuole “lanciare il messaggio”, e che anche solo ipotizzi la possibilità di imporre per legge un comportamento alle persone che stanno entro le proprie mura domestiche, è qualcosa che va oltre ogni limite della legalità, della decenza, del pudore. Siamo di fronte ad uno sconfinamento impensabile, mai visto in Italia nemmeno in tempo di dittatura e di guerra in termini di violazione dei diritti fondamentali della persona. Che, d’altra parte, si pone in diretta continuità con la costante violazione operata dal governo (e dalle regioni, e da molti comuni) in primavera tanto della libertà personale quanto della libertà di circolazione (articolo 6), oltre che dell’articolo 7, che non prevede lo stato di emergenza per motivi sanitari.
In un paese in cui la società civile fosse dotata di un sufficiente attaccamento alle proprie libertà comunque basterebbe anche questa sola frase per invocare la decadenza immediata del governo in carica e dei governi regionali che percorrono la stessa strada vergognosa, e ricorrere in ogni sede giuridica disponibile per sconfessare queste decisioni dittatoriali, come è successo in Spagna pochi giorni fa.”
Il giochino è sempre quello: non riteniamo di, per ora non è necessario che, non vorremmo arrivare a, e intanto la gente comincia ad abituarsi all’idea che potrebbe diventare necessario che, potrebbero ritenere di, potrebbero arrivare a. E quando decidono che è diventato necessario arrivare a, tutta quella brava gente è pronta a ingoiare la nuova supposta senza neanche un sussultino. Aggiungo una sacrosanta osservazione dell’amico Fulvio Del Deo
Alle feste ci si diverte così i coviddi colpiscono. Ha fatto bene il ministro Speranza a dare l’incarico ai nostri dirimpettai di segnalarci alle Autorità Sanitarie in caso dovessero vederci ridere in compagnia, perché l’allegria e la libertà sono i semi del male. Adesso spero che il ministro Speranza si ricordi di mettere in guardia anche i dirimpettai che vorrebbero farsi i fatti loro: chi si volta dall’altra parte è complice delle malefatte che finge di non vedere.
In foto, una situazione di piena sicurezza sanitaria, non solo perché tutti sono imbavagliati, ma nessuno si diverte pericolosamente.

E concludo con un impeccabile Pierluigi Battista.
Pierluigi Battista
Nella guerra contro il virus a noi cittadini spetta l’osservanza delle regole che quotidianamente ci vengono indicate: indossare la mascherina, mantenere le distanze di sicurezza, lavarsi spesso le mani o detergerle con gel igienizzante. Bene, facciamolo, stiamo attenti. Ma a chi ha le redini della politica e chiede per sé la gestione di un’emergenza l’appellarsi alla sensibilità civile dei cittadini non basta: non può assolversi e sperare solo nella disciplina di tutti noi. Non ci sono tamponi sufficienti e per ottenerli occorre sottoporsi a code apocalittiche: il destino non c’entra, hanno avuto tre mesi almeno per pensarci e provvedere, e non l’hanno fatto. I bus, le metropolitane, i treni regionali e dei pendolari sono zeppi di persone non distanziate, costrette a rischiare il contagio per andare al lavoro o a scuola, bisognava avere un piano di rafforzamento e incremento del trasporto pubblico: hanno avuto tre mesi almeno per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto. Mancano le strutture per chi deve stare in isolamento ma non abita in una casa spaziosa dove non contagiare famiglie e conviventi: hanno avuto tre mesi almeno per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto. Scarseggiano i test rapidi: hanno avuto tre mesi almeno per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto.
Mancano le dosi del vaccino anti-influenzale fortemente consigliato per non stressare il sistema sanitario: hanno avuto tre mesi per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto. Occorrono più medici e infermieri, ma i bandi partono solo adesso: hanno avuto tre mesi per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto. Avrebbero potuto avere trenta miliardi del Mes per rafforzare il nostro sistema sanitario che nel Sud è già in pericolo di collasso: hanno avuto parecchi mesi per provvedere, ma non l’hanno fatto per stupidi pregiudizi ideologici e per i veti incrociati che paralizzano ogni decisione. Mancano all’appello migliaia e migliaia di insegnanti: hanno avuto sei mesi per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto. Mascherine sempre, distanziamento necessario e lavarsi le mani spesso, spessissimo: facciamolo, è urgente e necessario. Abbiamo avuto mesi per pensarci e provvedere, lo abbiamo fatto. Tutto il resto, no. E si permettono pure di fantasticare sul nostro «modello italiano». Pensateci, e provvedete. (qui)
POST SCRIPTUM: alla fine della fiera, pare che le autorità competenti siano arrivate alla conclusione che tutte queste puttanate di reclusione e mascherina e distanziamento eccetera non servono a un accidente. Non che non si sapesse – e che anzi, sono pesantemente dannose, essendo noto che i contatti umani, e tanto più quanto più sono stretti, innalzano le difese umanitarie immunitarie (grazie a Cullà per la segnalazione. Però dal momento che sono a difesa della vita umana sono anche umanitarie, no?). Ma dubito che in Italia questo verrà recepito, o anche solo se ne prenderà visione, prima della fine di luglio 2021.
barbara