COSE SPARSE E ANCHE UN PO’ SPARPAGLIATE

Il mare, tanto per cominciare, che per me rappresenta sempre e comunque il sublime assoluto, il paradiso in terra, l’estasi senza tormento. E tanto più quando è capace di offrire panorami stupendi come questi (no, non sono storte le foto: è storto il mare. Giuro)







E poi dormire con la finestra aperta e mangiare, colazione pranzo e cena, sulla terrazza, in una stagione in cui qui chi ha una stufa ha già cominciato ad accenderla. E le decine di salutari chilometri macinati pur con la mia zampa fracassata. E una bellissima siciliana sul metro e ottanta o qualcosa di più, capelli biondi e occhi verde-azzurri, capitano di lungo corso. E trovare il coraggio – e abbandonarmi alla gioia – di cantare in coro, dimenticando di essere stonata. E una bimba in lacrime che si lascia coccolare e consolare. E nottate alcolico-musical-

meditative.

E gli interminabili, caldissimi abbracci con persone fino al giorno prima sconosciute. E l’esperienza mistico-carnale di una voce angelica che si leva tra le volte del mikvè facendo vibrare ogni cellula del corpo e dell’anima e scoppiare infine in un incontenibile dolcissimo pianto. E…

barbara

E DUNQUE

per dieci giorni ho arrancato penosamente con la caviglia bendata e col bastone, trattandola frequentemente con i gel adatti e col ghiaccio artificiale. Poi è successo che sono stata portata a vedere il mikvè più antico d’Europa (si prega di notare la scala per la quale sono scesa per arrivarci) e con la punta delle dita ho sfiorato l’acqua

(la foto, per la verità, è stata un bel po’ fotoshoppata, perché una volta scaricata e vista a schermo intero, ci siamo accorti che la scollatura del vestito si era abbassata in maniera decisamente imbarazzante, e quindi si è dovuto provvedere a ricoprire il troppo scoperto) e lì è avvenuto il miracolo: i legamenti rotti si sono velocemente riaggiustati, l’edema si è fortemente ridotto, i dolori attenuati, al punto che il giorno dopo mi sono arrischiata ad uscire senza le bende elastiche

e quello successivo ho definitivamente abbandonato il bastone (poi sono stata beneficata anche di altri quattro miracoli, ma di quelli non parlo).

barbara