9 MAGGIO 1945

Fine della guerra per l’Unione Sovietica e data in cui si festeggia la vittoria, ossia la definitiva sconfitta del nazismo. Un po’ più di un anno fa qualcuno, le prossime celebrazioni con la consueta parata militare, le prevedeva così: 

A un po’ più di un anno di distanza abbiamo il dittatore nazista aka marionetta della cricca bideniana che ci informa che è praticamente a un passo dalla vittoria totale, dalla disfatta del nemico, dalla riconquista completa di tutti i territori perduti, però bisogna che gli diamo 10 volte le armi che gli stiamo dando ora – da un anno, in aggiunta a tutte quelle mandate da USA e NATO negli otto anni precedenti, oltre a quelli spesi per il colpo di stato e a tutte le altre cose che sappiamo. Per rinfrescare la memoria vi invito a riguardare questo vecchio post, e poi ad ammirare il nostro nelle sue vesti di artista

E dopo il pagliaccio che si spaccia per artista, un artista vero che si finge pagliaccio (con una bella musica klezmer)

barbara

FINALMENTE!

Finalmente qualcosa dei crimini di guerra e crimini contro l’umanità dei nazi-ucraini che da oltre un anno stiamo documentando dal di fuori, comincia a uscire anche dal di dentro. Finalmente anche qualche complice ha deciso che la misura è colma, come quelle SS che durante le stragi di massa, quando il sangue gli arrivava alle ginocchia mollavano tutto e andavano a vomitare

Poi ascoltiamo una testimonianza sulla famigerata Wagner

Qualche immagine dei consueti bombardamenti quotidiani sui civili del Donbass – questo è di tre giorni fa

https://t.me/letteradamosca/14044

(qui un buon articolo)

e questo è dell’altro ieri

E se qualcuno dovesse sopravvivere? Niente paura, abbiamo la soluzione:

Fulvio Del-Deo
Alberto Sala

“Basta ripulirli fisicamente”: Mikhail Podolyak dell’amministrazione Zelensky non ha usato mezzi termini, affermando che le autorità stermineranno i cittadini filorussi.
Sembra che il piano abbia già iniziato a essere attuato. Sabato il tribunale ha posto agli arresti domiciliari il capo della Pechersk Lavra di Kiev, Pavel Lebed, accusato di “giustificare l’aggressione russa”.
Nel frattempo, a Kiev, i fedeli continuano a protestare contro l’espulsione della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca dalla Lavra di Kiev. La loro protesta è una preghiera ma i provocatori filo-ucraini stanno cercando in tutti i modi di agitare i partecipanti, ad esempio suonando canzoni offensive con insulti anti-russi.

Poi volevo mettere qualche video di Francesco Coco ma il canale è stato oscurato da youtube perché la verità non si deve sapere, quindi mi sposto altrove e vi regalo questa bellissima notizia

Lettera da Mosca

UCRAINA – Secondo il servizio statistico nazionale ucraino, il settore metallurgico dell’Ucraina è crollato del 67% nel 2022
Fino a poco tempo fa, la metallurgia era considerato il settore più redditizio delle esportazioni ucraine. Ma alla fine dello scorso anno, i volumi di produzione sono diminuiti del 66,5% e l’estrazione del minerale del 61%.

Qualche documentazione sulla spietata persecuzione religiosa:

Fulvio Del-Deo
Tatiana Kharitonova

Il metropolita Pavel, vicario del Monastero della Lavra di Kiev, agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico e il divieto di comunicare con i fedeli. La sua sola colpa è quella di rimanere coerente con se stesso e la propria confessione e perché si rifiuta di consegnare il monastero ai preti nazisti, scismatici ucraini. È una vergogna. Nel silenzio generale, complice di tutto l’occidente, in Ucraina non si è più nemmeno liberi di vivere la propria spiritualità.
A Bologna, quelle 4 pecore di San Basilio in Sant’Isaia, dopo aver consegnato la chiesa agli ucraini, si voltano dall’altra parte davanti alle violenze perpetrate contro i propri fratelli.

UCRAINA – Regione di Nikolaev, villaggio di Novopoltavka: nazionalisti ucraini hanno dato fuoco alla chiesa della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca:

https://vk.com/video746865691_456239304

https://t.me/letteradamosca/14093

https://t.me/letteradamosca/14085

Poi ci sta bene questo scontro sanguigno fra un uomo e un ominicchio

https://vk.com/video627773164_456240467

Aggiungo questo spettacolo straordinario del fiume Katun

https://t.me/letteradamosca/14066

E concludo col consueto sboicottamento dei grandi artisti boicottati in mezzo mondo – dove gareggiare senza di loro è un po’ come gareggiare da trans in una competizione femminile.

barbara

COMMEMORAZIONI A CONFRONTO

I russi commemorano la prima tappa della sconfitta del nazismo con la fine dell’assedio di Leningrado, durato 900 giorni e costato, oltre ai militari e civili morti direttamente a causa dei combattimenti (oltre un milione), oltre 630.000 morti per fame.

https://t.me/letteradamosca/12327

E i nazisti ucraini, con le autorità civili, militari e religiose, celebrano il compleanno del criminale nazista Bandera, sterminatore di ebrei e di russi

Ognuno, si sa, si fabbrica gli eroi a propria immagine e somiglianza. E giusto per andare sul sicuro, dalla cerimonia del 27 gennaio che ricorda la liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, la Russia è stata esclusa: così si fa!
Io voglio invece ricordare i figli e nipoti dei nazisti che hanno sentito il dovere di assumersi la responsabilità di colpe non loro

e celebrare la patria che gli ebrei sopravvissuti hanno costruito.

barbara

I PERFIDI ISRAELIANI COLPISCONO ANCORA

Progetto Dreyfus

IL TERRORISTA TRASFORMATO ALL’ISTANTE IN “VITTIMA”

La reazione di altissimi funzionari dell’Onu e dell’Unione Europea all’ondata di terrorismo palestinese in corso è a dir poco inquietante. Si prenda il caso dei fatti dello scorso fine settimana a Huwara, poco a sud di Nablus, dove venerdì scorso si è avuto un attacco terroristico luogo la statale 60, la principale autostrada che attraversa la Giudea/Samaria (la cosiddetta Cisgiordania).
Un palestinese armato di coltello ha tentato di irrompere in un veicolo dove c’era una coppia di israeliani: prima ha cercato di forzare la portiera, bloccata dall’interno; poi ha tentato di sfondare il finestrino con una pietra. A quel punto il guidatore, un ufficiale delle Forze di Difesa israeliane fuori servizio, ha esploso un colpo di pistola ferendo l’aggressore in modo lieve. Il terrorista si è quindi scagliato verso una pattuglia della polizia di frontiera colpendo al viso con il coltello uno degli agenti. I filmati circolati sui social network mostrano il momento in cui un altro agente cerca di bloccare il terrorista senza ricorrere alle armi, mentre altri due palestinesi tentano di liberarlo dalla presa dell’ufficiale che cerca invece di allontanarlo. Il tutto si svolge in una manciata di secondi: il terrorista riesce per un attimo a liberarsi dalla presa e cerca di afferrare il mitra dell’agente. A quel punto l’agente estrae la pistola e colpisce a morte l’aggressore. Questi i fatti.
Il giorno stesso, ignorando totalmente la sequenza degli eventi, il Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, ha twittato: “Inorridito dall’uccisione odierna di un palestinese durante una colluttazione [sic] con un soldato israeliano vicino a Huwara nella Cisgiordania occupata. Le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia in lutto. Questi incidenti devono essere indagati in modo tempestivo e i responsabili chiamati a risponderne”. Il portavoce del Ministero degli esteri israeliano Emmanuel Nahshon ha risposto definendo la dichiarazione di Wennesland una “totale distorsione della realtà”. E ha scritto: “Questa non è una colluttazione, questo è un attacco terroristico!”.
È già abbastanza grave che Wennesland abbia liquidato come una scaramuccia di poca importanza un’aggressione terroristica che ha messo a repentaglio l’incolumità e la vita di svariate persone. Ma che si sia spinto ad esprimere “sentite condoglianze” alla famiglia del terrorista, e a chiedere immediatamente che fossero criminalizzati gli agenti israeliani che hanno fermato un terrorista scatenato, lascia sbalorditi. In poche parole, Wennesland ha integralmente abbracciato la “versione” palestinese.
Il Coordinatore speciale dell’Onu non è stato l’unico ad accorrere in difesa dell’“inerme” terrorista. Il Rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha twittato: “L’Unione Europea è molto preoccupata per il crescente livello di violenza” in Cisgiordania, aggiungendo che “negli ultimi giorni dieci palestinesi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza israeliane e la tragica uccisione di ieri di un palestinese da parte di un membro delle forze di sicurezza israeliane ne è stato l’ultimo esempio”. Quindi l’aggressore è stato promosso da terrorista che attacca israeliani a qualcuno che ha subìto una “tragica” sorte per colpa delle forze di sicurezza israeliane. Par di capire che, dal punto di vista di Borrell, un terrorista che pugnala al viso un ufficiale e cerca di impossessarsi di un mitra non costituisce un rischio sufficiente da configurare la legittima difesa.
Non basta. Nella risposte automatiche dei funzionari Onu e UE manca totalmente un altro elemento di contesto: i terroristi hanno ampiamente dimostrato (e non solo qui, ma anche in Europa e altri paesi ndr) che uno strumento tagliente e un’auto rubata sono più che sufficienti per commettere attacchi mortali…

[Leggi tutto l’articolo su Israele.net >> https://www.israele.net/il-terrorista-trasformato…]

Nelle immagini in alto: il momento in cui il terrorista tenta di strappare di mano il mitra al secondo agente che cercava di arrestarlo senza ricorrere le armi e Il tweet del Coordinatore speciale dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland.

Da circa 22 anni mi sto battendo contro questo vergognoso genere di disinformazione, e che venga dall’ONU non è certo una sorpresa, così come non è stata una sorpresa la notizia di otto giorni fa – che ha fatto scalpore solo fra le persone dalla memoria corta – che la suddetta organizzazione ha commemorato la nabka, ossia la “tragedia” della nascita di Israele: questo documento, per esempio,

Giornata di solidarietà col popolo palestinese

è di 17 anni fa.
Quello che invece mi sconvolge è la quantità di persone, tutte rigorosamente filo israeliane, che si rifiutano di riconoscere che stanno riservando lo stesso identico trattamento alla Russia: i nazisti ucraini ammazzano un po’ di gente e la sparpagliano per le strade di Bucha dopo che i russi si sono ritirati e dopo che il sindaco ha parlato con soddisfazione del ritiro senza il minimo cenno a morti per strada; la Russia chiede all’Onu di indagare, e l’Onu si rifiuta. L’America distrugge il Nordstream II in una zona controllata dagli americani, la Russia chiede di partecipare alle indagini ma non le viene concesso. I nazisti ucraini bombardano a ripetizione la centrale nucleare in mano ai russi, poi, al pari dei pallestinari, strillano che sono stati i russi a bombardarsela da soli e gli utili idioti, al pari dei filopallestinari, scelgono di bersela come acqua fresca. E si potrebbe continuare a lungo. Ecco, nella mia ormai lunga vita gli ebrei e gli amici degli ebrei che tifano per i nazisti e sono pronti a sostenere ogni sorta di sacrifici – e a imporre all’intero stato un’economia che sta crollando a picco – per armarli e tentare di farli vincere contro il popolo che stanno massacrando ormai da nove anni e che ha finalmente deciso di contrattaccare, dovevo ancora vederli. E la  chiamano difesa della democrazia. Io davvero non ho parole.

barbara

CHE COSA SANNO, LORO, CHE NOI NON SAPPIAMO?

Te lo spiego io, cara, che cosa sanno loro che tu non sai. Due cose, fondamentalmente: come si educano i figli per farne degli uomini in grado di affrontare la vita e non dei bambocci viziati che crollano di fronte al primo “no” che la vita mette loro di fronte, e che tu sei una testa di cazzo. Vogliamo vedere qualche dettaglio? Vietato alle tate usare smartphone e tablet “in presenza” dei bambini: sono in presenza dei bambini quando sono in servizio, nel tempo in cui sono pagate per badare ai bambini. Se tu stai usando smartphone o tablet NON STAI GUARDANDO I BAMBINI che sei pagata per guardare. Tu hai un’idea di che cosa può succedere se si perde di vista un bambino anche solo per un attimo? Io sì: può succedere che metta le mani sulla piastra rovente del fornello elettrico, può succedere che si butti sotto una macchina, può succedere che finisca nel recinto del gorilla. Immagino che anche ai camionisti sia vietato usare smartphone e tablet mentre sono in servizio, e ai chirurghi, e ai professori (no, questo non lo immagino: lo so), ai controllori di volo: chissà che cosa sapranno tutte queste categorie, chissà di quale complotto planetario sono a conoscenza, che noi non sappiamo. Monitoraggio dei siti visitati dai figli: davvero la trovi una cosa strana? Davvero la trovi una cosa di cui chiederti il perché? Mi correggo su quanto detto prima: non sei una testa di cazzo: sei una testa di cazzo al cubo. Ho visto che hai una figlia: sono desolata per lei. Uno poi potrebbe farsi venire qualche dubbio se il divieto fosse perenne, ma stiamo parlando di divieto, o di semplici limitazioni, a bambini e ragazzini: è possibile che venga in mente di cercare pericolosissimi misteri in questo senza essere una testa di cazzo al cubo? E mandano i figli nelle scuole in cui non si usa quella roba: lo sai perché? Perché quelle scuole lì sono più serie, più severe, più formative. E per finire manca il termine di confronto: dopo avere verificato che quei personaggi lì pongono ai figli bambini severe limitazioni all’uso di quegli strumenti e controllano quali siti visitano, ti sei presa la briga di verificare se c’è gente che si comporta allo stesso modo in altre categorie professionali, che so, insegnanti, commesse, postini, contadini, avvocati, falegnami, infermiere, bancari, architetti, contabili, benzinai? No, vero? Visto che ho ragione che sei una testa di cazzo? (Vabbè, alla fine della requisitoria lo confesso: questo post è tutto un bluff. Neanche io uso smartphone e tablet, proprio non li possiedo. Perché? Perché io so quello che voi non sapete: lì dentro ci sono le scie chimiche che quando li usate vi entrano dall’orecchio e poi da lì passano al cervello e ve lo fulminano).

E in fatto di cervelli fulminati, non può mancare lui, mister “end of quote, repeat the line”

Ho letto le smentite della Casa Bianca: non è vero che ha detto quella cosa lì, ha detto let me repeat perché è un argomento importante e vuole essere sicuro che il messaggio arrivi, e sinceramente non so se sia più penoso il demente o chi si prodiga in simili arrampicate sugli specchi cercando di convincere il mondo intero che abbia detto qualcosa di diverso da quello che il mondo intero gli ha sentito dire. E basterebbero, se ancora non ne fossimo certi, le leggerissime smorfie delle due pur controllatissime statue alle sue spalle, la bocca di lui che si storce, gli occhi di lei che si stringono.

E si noti, tra l’altro, la didascalia: l’ordine esecutivo che sancisce il diritto all’aborto si chiama “diritto riproduttivo”: caro Orwell, sei un dilettante!

Sempre restando in tema di gente spostata, vi è per caso capitato di pensare che Greta sia un bel po’ nazista? Beh, a me sì, e avevo ragione! E a proposito di ecologia e salvaguardia dell’ambiente eccetera, guardate un po’ che bei tre video che vi regalo!

Soprattutto, mi raccomando, evitiamo di inquinare l’aria

Tornando al primo pezzo, vedete, lo sanno anche loro che i figli vanno indirizzati, e se con la dolcezza non funziona, magari è il caso di essere un po’ più energici

E ora due cose spettacolari: l’accoglienza dell’ambasciatore ucraino in Germania a suon di Melnyk raus

e la vittoria a Wimbledon, da dove i russi sono stati esclusi… di una tennista russa, ammessa grazie a una cittadinanza kazaka acquisita da pochi anni, ma moscovita purosangue, che sono quelle cose che proprio non hanno prezzo.

Infine godiamoci Veronika Zhilina, quattordici anni appena compiuti (e non importa quante volte si cade: importa quante volte ci si rialza)

barbara

MISTIPOST

Non in senso inglese, post nebbioso, e neanche in senso tedesco, post di merda, ma semplicemente italiano: post misto, con argomenti vari. E mescolando parole e immagini.

E comincio con quella che un sacco di teste di cazzo continuano a chiamare “abolizione del diritto all’aborto”; le possibilità sono due: o sono analfabeti funzionali, o sono analfabeti e basta. E comunque, in entrambi i casi, sono teste di cazzo. E ritardati. Perché no, non è successo assolutamente niente del genere: la Corte Suprema ha, molto semplicemente, preso atto che quello all’aborto non è un “diritto costituzionalmente garantito” per il semplice motivo che questa cosa nella Costituzione americana non c’è. C’è il diritto di parola, il diritto a possedere armi, il diritto a non rispondere in determinate situazioni ma il diritto all’aborto, spulciate pure la Costituzione americana quanto volete, non ce lo trovate. E dunque? Dunque ogni stato legifererà per conto proprio, come per tutte le cose che non rientrano nella Costituzione. Ci saranno stati che lo vieteranno? Sì, ci saranno. Perché ogni stato è governato dalla maggioranza democraticamente eletta, e le istanze di quella parte politica sono risultate condivise dalla maggioranza degli elettori: si chiama democrazia, nel caso qualcuno lo ignorasse. La cosa scontenterà qualcuno? Naturalmente: non esistono leggi che non scontentino nessuno. Se io dovessi essere stuprata e non avere prove documentali sufficienti a far condannare il mio stupratore, sarei sicuramente furibonda a vederlo in circolazione e magari sghignazzarmi in faccia, ma non credo che qualcuno troverebbe ragionevole stabilire che basti la mia parola per sbattere qualcuno in galera, anche se in questo caso la mia parola corrisponde alla verità e quello è realmente colpevole. A parte questo, una legge che consenta di abortire ci sta, ma parlare di diritto è roba che mi fa crescere otto metri di pelle d’oca: il corpo è tuo? Quello tuo sì, quello di tuo figlio no. E adesso vi svelo un segreto: esiste la contraccezione. Vuoi scopare come una coniglia e non avere figli? Puoi farlo, senza alcuna limitazione, senza alcuna controindicazione, gratis o quasi. Dici che il corpo è tuo? Certo, quello tuo sì; quello di tuo figlio no, fattene una ragione. Quanto ai refrattari al rispetto della legge, andate su youtube a dare un’occhiata: altro che il famoso assalto del 6 gennaio con cui ancora la stanno menando per cercare di buttare fuori Trump.

E passiamo al covid, che mi ricorda tanto una filastrocca di mia nonna: Questa zè ea storia del sior Intento, che dura poco tempo, che mai no se distriga, vuto che te a conta o vuto che te a diga? – Cóntemea – No se dize mai cóntemea parché questa zè ea storia del sior Intento, che dura poco tempo, che mai no se distriga, vuto che te a conta o vuto che te a diga? – Dìmea – No se dize mai dìmea parché questa zè ea storia del sior Intento, che dura poco tempo, che mai no se distriga, vuto che te a conta o vuto che te a diga? – Cóntemea – No se dize mai cóntemea parché questa zè… Ospedali vuoti, intensive vuote, malati praticamente zero, ma l’allarme si rialza perché crescono i contagi, e io dico ok, figli di puttana i virologi con la sindrome dell’abbandono se l’epidemia finisce o anche solo cala, figli di puttana i giornalisti che cavalcano l’onda del terrore da fare concorrenza a Dario Argento, ma che dire delle teste di cazzo che continuano a spararsi tamponi come se piovesse? Tipo l’oca signorina che soffre di rinite allergica e come finisce l’inverno attacca a starnutire, e dato che la concentrazione di pollini, dipendendo da tanti fattori, non è sempre identica, ogni volta che fa uno starnuto in più si precipita a tamponarsi, e tra un dìmea e un cóntemea riusciranno a protrarre l’epidemia fino al giorno del giudizio magari aggiungendoci, per precauzione, un po’ di vaiolo primatesco e anche – la prudenza non è mai troppa come saggiamente ricorda il pregliasco che raccomanda niente sesso tra fidanzati e chissà se avrà sdoganato, dopo due anni e mezzo, quello tra sposati – un po’ di polio, meglio se di fogna, che profuma di più. Ecco, giusto per restare in tema: andate a cagare.

Sempre in tema di allarmismo catastrofismo terrorismo mediatico, torniamo a parlare di Chernobyl. E di Orvieto. Che cosa c’entra Orvieto con Chernobyl? C’entra, fidatevi, c’entra.

Trova la differenza

Sport: finalmente si comincia a impedire alle persone uccellofore di gareggiare come donne. Io a dire la verità le butterei fuori da tutto: non sei un uomo dato che ti dichiari donna, non sei donna dato che hai l’uccello, quindi non sei assumibile né come operaio né come operaia, né come commesso né come commessa, né come impiegato né come impiegata, quindi fuori dai coglioni, zitt* e a cuccia. Poi ci sarebbe quella scuola additata al pubblico ludibrio con tanto di inchiesta ordinata dal ministro per avere indotto al suicidio “Cloe” sospendendolo/a dall’insegnamento. Ma abbiate pazienza, un uomo che si presenta a scuola vestito da donna con parrucca e tette posticce e tutto il resto, voi nella classe dei vostri figli lo vorreste? Se hai problemi di identità te li vai a risolvere per conto tuo cazzo, non vieni a scaricarli sui miei figli.

E a proposito di figli su cui si scaricano i problemi: la cazzata del secolo, se non del millennio, ossia l’auto elettrica, che già è una cazzata di per sé se viene proposta come soluzione di un problema e diventa una cazzata alla quattrocentesima potenza se con questa si pretende addirittura di controllare il clima (delirio di onnipotenza allo stato puro), ma arrivare addirittura a imporla per legge è roba da ricovero coatto. Le cose che funzionano non hanno bisogno di essere imposte per legge, e se qualcosa deve essere imposto per legge significa che non funziona. Un esempio banale, la plastica: nessuno ha avuto bisogno di leggi per convincersi ad adottare un materiale molto più economico, leggero, resistente, duttile rispetto ai materiali che è andato a sostituire, mentre si vuole ricorrere a leggi per indurre la popolazione ad abbandonarla – leggi che comunque non funzioneranno mai. Questo articolo, di cui non condivido parecchie cose, dall’Europa come soluzione al sostenere comunque, sia pure con riserva, la validità dell’auto elettrica, ha comunque il merito di mettere in fila alcune criticità.

Ma voi vi fareste fare un pompino da un simile canotto di plastica che probabilmente non ha neanche più abbastanza sensibilità da distinguere un pezzo di carbone da uno spaghetto? Che poi comunque sempre racchia rimane

Non posso trascurare del tutto la guerra in corso, e propongo questa bella serie di domande che ho trovato in rete:

Chi ha organizzato un golpe nel 2014? Chi ha promesso ai russi etnici del Donbass che i loro figli avrebbero vissuto nelle cantine, mantenendo poi la promessa? Chi ha mandato aviazione e artiglieria a bombardare civili? Chi ha tagliato le pensioni agli ucraini del Donbass, Chi ha tagliato l’acqua alla Crimea? Chi ha finto l’intenzione di rispettare Minsk? Chi ha ammassato ingenti forze, armi, munizioni, fortificazioni nel Donbass? Chi ha minacciato di procurarsi armi nucleari? Chi ha concesso alla NATO di costituire una testa di ponte NATO prima ancora dell’adesione alla NATO?
E chi ha espanso la NATO per 30 anni violando promesse e minacciando la profondità strategica difensiva russa? Chi l’ha rapinata di tutto negli anni ’90? Chi non ha voluto che partecipasse all’architettura di sicurezza europea? Chi non ha voluto considerare le legittime istanze russe anzi spregiandole? Chi ha emarginato la Russia per anni? Chi l’ha espulsa dal G8? Chi ha costretto gli atleti russi a gareggiare senza bandiera? Chi ha accusato ingiustamente la Russia di stupidaggini alla Litvinenko, Skripal, Navalny?
E soprattutto : chi non ha capito che la guerra alla Russia per procura è la rovina dell’Europa e l’inutile sacrificio dell’Ucraina e del suo popolo?

A proposito delle complicazioni di guerra

E giusto per dimostrare urbi et orbi che loro non sono nazisti no no no assolutamente no, è stata decretata la distruzione di TUTTI i libri di autori russi e bielorussi – entartete Kunst si chiamava 88 anni fa: arte degenerata: proprio non vogliono rischiare di restare indietro neanche di un millimetro rispetto ai fratelli maggiori, nonché rispettati maestri.

E a proposito di influencer:

E infine godiamoci questo mirabile Bach danzato da questi due mirabili artisti russi.

barbara

STORIE DI CRIMINALI NAZISTI

Inizio con una storia vecchia. O meglio, cominciata tanto tempo fa. Se poi sia anche vecchia non lo so, e temo di no.

Nel 2003, la BBC denunciava in Ucraina un “fiorente commercio di organi umani”

In questi giorni sentiamo parlare costantemente dell’Ucraina con notiziari e riprese in diretta. Ciò che non si dice sono però i numerosi problemi di questo paese bellissimo e sventurato.
In particolare, la BBC nel 2006 ha acceso i riflettori sul traffico di neonati uccisi per rivendere gli organi e cellule staminali:

“Secondo le prove ottenute dalla BBC, i neonati sani potrebbero essere stati uccisi in Ucraina per alimentare un fiorente commercio internazionale di cellule staminali”.
Le inquietanti riprese video degli esami post mortem su minuscoli corpi smembrati sollevano seri interrogativi su cosa sia successo loro.
L’Ucraina è diventata la sedicente capitale mondiale delle cellule staminali.
C’è un commercio di cellule staminali da feti abortiti, tra affermazioni non provate che possono aiutare a combattere molte malattie.
Ma ora si afferma che le cellule staminali vengono raccolte anche da bambini vivi. (…) BBC

(fonte: http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/6171083.stm

Nel 2007, su questo argomento c’è stata anche una interpellanza parlamentare, che riporto qui di seguito:

Interpellanza parlamentare del 23 maggio 2007 di Hiltrud Breyer (Verts / ALE) per iscritto (E-2644/07) alla Commissione dell’Unione europea

Preoccupazioni: commercio di cellule staminali e organi di neonati ucraini uccisi

Secondo i rapporti della BBC, in Ucraina è in corso un commercio di cellule staminali e organi di neonati uccisi. Diverse madri ucraine hanno riferito che nel 2002 i loro bambini sono stati portati via dalla loro nascita in una clinica a Kharkiv e poi, sulla base di ragioni non confermate, hanno dichiarato la loro morte. Ai genitori non è stato permesso di vedere i corpi. Nel 2003, per ordine delle autorità, sono stati riesumati molti corpi di bambini sepolti nel cimitero dell’ospedale. Si è scoperto che ai neonati sono stati rimossi gli organi e forse anche le cellule staminali. Secondo l’ONG ucraina, nel 2001-2003 potrebbero essere stati uccisi oltre 300 neonati per le stesse ragioni. Nello stesso tempo, le indagini in materia sono svolte anche dal Consiglio dell’UE.

1. È la Commissione a conoscenza di questi casi? – È noto che cellule staminali e organi provenienti dall’Ucraina sono stati contrabbandati negli Stati membri? – Può la Commissione confermare che si effettuano scambi di organi e cellule staminali?

2. Il Consiglio d’Europa ha assicurato all’Ucraina il suo sostegno nelle indagini sull’accaduto. Intende la Commissione offrire il proprio sostegno anche alle autorità ucraine?

3. È la Commissione a conoscenza di casi simili in altri paesi europei? – Se sì, in quali paesi?

4. Ci sono state anche segnalazioni secondo cui cellule staminali di feti abortiti vengono contrabbandate fuori dall’Ucraina. Può la Commissione confermarlo?

5. Intende la Commissione – se sarà confermato che esiste un traffico di cellule staminali e organi – intervenire per porre fine a questa pratica?

https://en.wikipedia.org/wiki/Hiltrud_Breyer

https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-6-2007-2644_DE.html

Patrizio Ricci, 10/05/2022, VP News, qui.

Carini, vero? Non solo bambini concepiti su ordinazione e immediatamente dopo la nascita strappati dalla persona di cui per mesi hanno ascoltato e imparato a riconoscere la voce, il battito cardiaco, gli umori e i movimenti, ma anche bambini assassinati per fare soldi.

E ora parliamo dei giornalisti, quelli che Putin, se non si comportano bene, ha la brutta abitudine di fare sparire – come ho già ampiamente documentato nel mio blog, perché io la campana la suono per tutti, quindi non mandate a chiedere per chi suona: suona anche per voi, fatevene una ragione – perché la Russia è uno stato autoritario e Putin è uno che la sua autorità la usa tutta, senza risparmio. L’Ucraina invece, per fortuna, è una democrazia, ed è esattamente per questo – come ci hanno spiegato in lungo e in largo quelli che hanno capito tutto – che Putin l’ha invasa, altro che NATO, altro che Donbass, altro che i 14.000 morti: l’ha invasa perché ha il terrore che la democrazia, partendo dall’Ucraina, dilaghi e investa anche la Russia, decretando la fine del suo potere.

Myrotvoretz, la lista di proscrizione del governo ucraino che scheda i giornalisti indipendenti

Myrotvoretz è una lista di proscrizione ufficiale del governo ucraino, nella quale vengono resi pubblici i nomi, i cognomi, gli indirizzi, i numeri telefonici, dei giornalisti sgraditi al governo di Kiev. Costoro vengono definiti, tra le altre cose, “criminali”.
Andrea Rocchelli, il reporter assassinato nel 2014 durante un bombardamento in Donbass, è bollato nella lista come “liquidato”.https://it.insideover.com/reportage/guerra/andrea-rochelli.htmlNella scheda di Rocchelli è riportata una nota in cui si afferma che il fotoreporter aveva violato il confine di stato dell’Ucraina per penetrare nel territorio occupato da “bande terroristiche russe” e che stava “cooperando con organizzazioni terroristiche filo-russe”. 

https://www.radioradicale.it/scheda/617344/processo-dappello-per-lomicidio-del-fotoreporter-italiano-andrea-rocchelli-e-del-suo

Archiviato dall’url originale il 5 maggio 2020, scheda di Rocchelli: https://web.archive.org/web/20200505141102/https://myrotvorets.center/criminal/rokkelli-andrea/

Si tratta di sito web ucraino con sede a Kiev, gestito dal “Centro Myrotvorets” e curato dall’agenzia governativa di intelligence Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU). Il sito è promosso dal consigliere del Ministero degli affari interni dell’Ucraina, Anton Herašhenko, ed ha lo scopo di schedare coloro che sono considerati “nemici dell’Ucraina”, le cui informazioni personali, come numeri di telefono, indirizzi di residenza, link dei profili social, nomi di eventuali figli e parenti, sono consultabili pubblicamente tramite una maschera di ricerca.

https://www.thedailybeast.com/ukraine-tries-to-terrify-journalists-who-cover-the-war

https://www.ibtimes.co.uk/ukrainian-hackers-leak-personal-information-thousands-journalists-1559923

Maschera di ricerca di Myrotvoretz: https://web.archive.org/web/20200818202424/https://myrotvorets.center/criminal/

Sul sito vengono caricate sia le informazioni raccolte dai servizi segreti che quelle fornite dai civili in maniera privata. Secondo l’attuale legge ucraina, il centro non utilizza le informazioni contenute nelle segnalazioni anonime. Le informazioni che il sito fornisce non sono controllate, quindi non è previsto alcun meccanismo di ricorso o reclamo per un individuo per richiedere la correzione o la rimozione dei dati.
Nell’aprile 2015, il sito ha pubblicato gli indirizzi di casa dello scrittore ucraino Oles Buzina e dell’ex parlamentare Oleh Kalašnikov, pochi giorni dopo sono stati assassinati.
Il 7 maggio 2016 il sito ha pubblicato i dati personali di 4.508 giornalisti e altri membri dei media di tutto il mondo che avevano dato copertura mediatica alla guerra del Donbass dal lato delle due repubbliche popolari ribelli, o che avevano semplicemente ricevuto l’accreditamento da queste ultime. Sul sito i giornalisti sono stati schedati come collaborazionisti dei “terroristi”.

https://www.rferl.org/a/ukraine-hackers-journalist-donbas-current-time/27728765.html

Qualche anno fa sono stati esposti numeri di telefono, indirizzi e-mail, nazione e città di residenza dei giornalisti ucraini e stranieri, ricavati dal database hackerato del Ministero per la sicurezza dello Stato della Repubblica Popolare di Doneck; In risposta a questa polemica, il servizi segreti ucraini hanno rilasciato una dichiarazione in cui sostengono di non aver riscontrato violazioni della legge ucraina da parte di Myrotvorets.

https://www.unn.com.ua/uk/news/1464143-tvortsi-saytu-mirotvorets-ne-porushili-zakonodavstvo-ukrayini-sbu

Ovviamente istituzioni e media occidentali non hanno nulla da eccepire rispetto a questa barbarie. Anzi, non ne hanno mai fatto cenno neanche quando Rocchelli è stato ucciso, neanche quando il giornalista Franco Fracassi non poteva più entrare in Ucraina per la sola colpa di fare il suo lavoro.
Si tratta di una vera e propria Lista di Proscrizione che minaccia la libertà di espressione e di stampa: una sorta di Ministero della Verità velato. Eppure, nonostante ciò, lo slogan del sito e del Centro Myrotvorets è il detto latino “Pro bono publico”, ovvero “per il bene di tutti”.
Il 24 maggio 2016 il Comitato per la protezione dei giornalisti ha scritto una lettera aperta all’allora presidente ucraino Porošenko esortandolo a “condannare le accuse infondate e dannose pubblicate su Myrotvorets e a chiarire pubblicamente che il Ministero dell’Interno ucraino si dedica alla protezione dei giornalisti e all’arresto dei responsabili delle minacce, in contrasto con le precedenti dichiarazioni del ministro dell’Interno Avakov”.

Il 2 giugno 2016, gli ambasciatori del G7 a Kiev hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si esprime profonda preoccupazione per la divulgazione dei dati personali dei giornalisti sul sito web di Myrotvorets e ha invitato il team del progetto a ritirare i dati personali dall’accesso pubblico. Il giorno successivo il presidente ucraino Petro Porošenko, in una conferenza stampa, ha condannato la pubblicazione dei dati personali dei giornalisti, sostenendo però di avere scarsa influenza sulle decisioni del sito e del Centro Myrotvorets.

Nel 2018, Svjatlana Aleksievi?, Premio Nobel per la letteratura, ha dovuto annullare un incontro con i lettori nel Teatro Verde della città ucraina di Odessa dopo aver ricevuto minacce dai nazionalisti locali. Il Teatro Verde ha affermato che il nome della Aleksievi? era stato aggiunto a una lista di “nemici dell’Ucraina” dal sito web “Myrotvorets”, in quanto avrebbe “propagandato discordia interetnica e manipolato informazioni importanti per la società”.

https://www.repubblica.it/esteri/2018/08/09/news/ucraina_scrittrice_premio_nobel_aleksievic_costretta_a_cancellare_un_evento_dopo_le_minacce_dei_nazionalisti-203745188/

Nel 2019 il portavoce dell’ONU, Benjamin Moreau, si è schierato contro Myrotvorets, e ha dichiarato che le azioni svolte sul sito costituiscono una violazione del diritto alla privacy. Moreau lamenta inoltre la scarsa collaborazione delle istituzioni ucraine, le quali, nonostante le critiche internazionali, continuano a mantenere attivo il sito e il lavoro di schedatura.

http://diplomat.media/en/2019/02/16/benjamin-moreau-deputy-head-of-un-human-rights-monitoring-mission-to-ukraine/

Tutto questo dovrebbe far riflettere sul grado di omertà, indifferenza e libertà di espressione delle cosiddette democrazie liberali occidentali. Come ha dichiarato pochi giorni fa il fotoreporter Giorgio Bianchi sul suo profilo Facebook: “Provate per un attimo ad immaginare cosa si sarebbe detto, se fosse esistito qualcosa di simile, stilato però da Mosca.
Con i media russi silenziati, con i pochissimi giornalisti controcorrente schedati e intimiditi, quando non addirittura torturati e sottoposti a processi farsa come Assange, con un’opinione pubblica che accetta in silenzio compiacente tutto questo, c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire che siamo in democrazia”.
Lorenzo Poli, 25/04/2022, qui.

Questo invece è l’ultimo bombardamento nazista

e questa la vera faccia delle belve naziste

Non ci credete? E perché, a che titolo, pretendete che si creda alle vostre chiacchiere, mai supportate da alcuna prova? Una signora ha scritto nei commenti

Ci vuole una commissione, anche per accertare le testimonianze, qualunque testimonianza. 

Ah sì? Accertare le testimonianze? E come mai non avete sentito il bisogno di commissioni per accertare le chiacchiere su Bucha? Come mai è stata addirittura respinta la richiesta russa di una riunione straordinaria del consiglio di sicurezza dell’Onu per accertare quanto accaduto? Come mai quando noi esprimiamo qualche dubbio su ciò che voi raccontate senza prove ci chiamate negazionisti? Sapete qual è la differenza fra “voi” e “noi”? Che voi avete prostituito il vostro cervello a un’ideologia – all’ideologia nazista, per la  precisione. Noi no.
E adesso basta, andiamo a guardare un po’ la televisione,va’.

barbara

UN PICCOLO MEMENTO E ALTRE STORIE

Il Tet impose una tremenda devastazione, distruggendo quarantottomila abitazioni vietnamite e creando quasi mezzo milione di nuovi profughi. La citazione attribuita da un giornalista a un anonimo ufficiale statunitense («È stato necessario distruggere la città per salvarla») la si ritiene ora inventata di sana pianta; la frase sembra tuttavia riflettere accuratamente l’atroce contraddizione insita nella guerra portata dall’America «per preservare la libertà sudvietnamita». Weyand aveva parlato con orgoglio della «difesa riuscita» della capitale discorrendo con Abrams, ma costui, andando via in elicottero dal quartier generale di Westmoreland, vide che «a Saigon si levava il fumo, le fiamme si innalzavano fino al cielo. Ho calcolato che possiamo riuscire a difendere Saigon altre sette volte, e poi ci troveremo di fronte all’imbarazzante situazione che, di città, non ne sarà rimasta più nessuna». (Hastings, Max. Vietnam: una tragedia epica 1945 -1975, p.611, Neri Pozza)

Anche loro, gli americani, per sconfiggere il Nord comunista, erano pronti a battersi fino all’ultimo vietnamita (ma anche fino all’ultimo americano, per la verità, visto l’ingentissimo numero di perdite che continuavano a subire senza che mai li sfiorasse il sospetto di avere sbagliato qualcosa) e a distruggere fino all’ultima casa vietnamita. Alla fine comunque hanno perso, così come hanno perso in Afghanistan, e mi auguro caldamente che sia davvero valido il detto che non c’è due senza tre. Il problema è che un conto è avere a che fare con comandanti cinici, lucidamente cinici, altro è sapere i codici nucleari in mano a un demente che sempre più spesso non sa neppure quello che dice, non sa dove si trova, non sa quello che fa e porge la mano ai fantasmi.
E ora torniamo all’attualità.

“Tutto questo l’hanno fatto i neo-nazisti dell’Azov!” La Rai torna servizio pubblico per una sera con un servizio di testimonianze da Mariupol

La Rai torna servizio pubblico per una sera e apre uno squarcio di verità nel mare di propaganda filo Nato di questi mesi.
E’ bastato che Manuele Bonaccorsi di Report facesse il suo lavoro, telecamera in spalla, e settimane di fake news si sono sciolte all’improvvisto come neve al sole. 
Nel servizio, di cui è altamente consigliata la visione completa [guardatelo: è meno di un quarto d’ora], fatto a Mariupol e nel resto del Donbass emergono le testimonianze dirette dei cittadini.
Ascoltatele, diffondetele e iniziate a porvi alcune domande. Coltivate il dubbio. 
Come l’AntiDiplomatico vi proponiamo due stralci per noi molto significativi. Buona visione.

Primo stralcio.

“I militari ucraini mettevano dei barattoli rossi per segnalare dove mettere le armi sul tetto. Noi lo abbiamo tolto e ci siamo salvati. Chi non l’ha fatto si è trovato il palazzo distrutto.”
“Hanno fatto saltare le rotaie era impossibile lasciare Mariupol prima”.
“Il battaglione Azov ha sparato contro casa mia. Sono sicura che erano loro. Avevano la bandiera ucraina sulla divisa”.
Fonti ucraine hanno parlato di deportazione, chiede il giornalista alle persone in arriva a Donetsk da Mariupol. “Ma smettetela. Nessuno ci ha deportato stiamo lasciando l’inferno. Hanno messo l’artiglieria nei palazzi anche se c’era scritto bambini sui muri. Ci hanno trattato come scudi umani”.
“I militari hanno messo i carri armati al primo giorno di guerra e non era possibile più partire. Solo quando la Russia ha conquistato tutta la costa è stato possibile”.  

“E’ stata l’Ucraina che ci ha bombardato. Tutto questo l’hanno fatto i neo-nazisti dell’Azov. Abbiamo lavorato e vissuto tranquillamente fino al 2014. Poi ci hanno vietato di parlare in russo”.

Secondo stralcio.

Che dire? La Rai è tornata servizio pubblico almeno per una sera e complimenti da tutta la redazione de l’AntiDiplomatico per il coraggioso Manuele Bonaccorsi. (Qui)

E a voi, proprio non è ancora suonato un campanello d’allarme? Due domandine non ve le volete porre?

E sbufaliamo un’altra leggenda.

Il “Fantasma di Kiev” che uccide i russi? Non è mai esistito: svelata la bufala

Si sgonfia la leggenda sul pilota che avrebbe abbattuto 40 aerei russi in combattimento

Chissà se il nuovo “Ministero della Verità” di Joe Biden si interesserà anche di questo caso. E di tante altre leggende che in questi due mesi abbondanti di guerra hanno riempito le cronache mondiali. Dopo i martiri dell’isola dei Serpenti ancora vivi e vegeti, dopo le fosse comuni di Mariupol che fosse comuni pare non fossero, dopo le foto dei macellai di Bucha che non erano mai stati a Bucha, adesso arriva l’ultimo capitolo delle “fake news dei buoni“: il fantomatico Fantasma di Kiev, il pilota eroe dei cieli, non esiste. Alla faccia delle bufale.
Lo avevano chiamato così perché pareva fosse in grado di abbattere ogni cosa indossasse una bandiera russa. L’eroe in grado di evitare la supremazia aerea di Mosca sull’Ucraina. Una storia meravigliosa, degna di un film di Hollywood. Peccato che il comando dell’aviazione militare ucraina, passate settimane e settimane, alla fine ha capitolato e ha raccontato su Facebook che questo mito dei cieli tale era. Un mito. Cioè non esiste proprio.
“Il Fantasma di Kiev è un supereroe leggendario creato dalla fantasia degli ucraini”, si legge nel post per smentire le notizie circolate sui media britannici, a partire dal The Times, e poi riprese da buona parte dei giornali italiani. “Esortiamo il nostro popolo a controllare le fonti di informazione, prima di fare circolare una notizia. Più che il record di un singolo uomo, il Fantasma di Kiev è l’immagine collettiva dei piloti della 40esima Brigata Aerea che difendono il cielo sopra la capitale”. Allo spasmodico desiderio di dare un volto a questo “fantasma”, i grandi media internazionali avevano avanzato l’ipotesi che potesse portare il nome di Stepan Tarabalka, decorato come “Eroe dell’Ucraina”. Ma l’Aviazione smentisce: “Non è il ‘Fantasma di Kiev’ e non ha colpito 40 aerei. Il 13 marzo 2022, il maggiore Stepan Tarabalka è stato eroicamente ucciso in un combattimento aereo con le forze degli occupanti russi. Il Fantasma di Kiev invece è un supereroe-leggenda il cui personaggio è stato creato dagli ucraini”. Il comando ucraino ci ha tenuto a precisa anche che i piloti militari di Kiev non si stanno affatto addestrando sugli F-16 all’estero e soprattutto non ci sono caccia Usa che sorvolano l’Ucraina. Di fake news, invece, ne volano eccome. A stormi. (Qui)

E ancora un Paolo Liguori da manuale

(E che spettacolo un intervistato che parla pacatamente, un’intervistatrice che lo lascia parlare, e che esibisce la sua professionalità e non le sue tette e le sue cosce)

E dopo il tango dell’altro ieri, oggi un bel valzer, sempre da quei russi che gli amanti della giustizia escludono dalle gare per vincere più facile.

POST SCRIPTUM molto molto OT (ma non posso aspettare che finisca la guerra per raccontarvelo): oggi ho inaugurato la faccia (ero uscita anche ieri, ma unicamente per cose mediche e quindi con obbligo di bavaglio), e per l’occasione ho messo uno dei miei rossetti più sfolgoranti (la foto allo specchio del bagno non rende granché, ma almeno un’idea la dà):

Mi guardavano tutti stralunati come se stessero vedendo un marziano – e la stragrande maggioranza ancora mascherati.

barbara

WONDER WOMAN E LA SHOAH

Questo è mio nonno, Abraham Weiss, si chiamava Adolf Weiss ma ha cambiato nome dopo la guerra per ovvi motivi. 
Mio nonno è nato in Cecoslovacchia conosciuta anche come Repubblica Ceca. 
Suo padre fu arruolato nell’esercito e non tornò mai più, così sua madre rimase con 2 ragazzini, Abraham, mio ​​nonno, e Benjamin. 
Dopo un lungo viaggio in treno fino ad Auschwitz, schiacciato insieme a una quantità disumana di persone in un vagone ferroviario, è stato separato dalla madre e dal fratello minore in quella che viene chiamata “la selezione”. 
Non li ha mai più visti. 
In un attimo è diventato un orfano di 13 anni che ha trascorso ogni giorno cercando di sopravvivere, le cose che ha visto, gli orrori che ha attraversato sono inimmaginabili.
Per anni non ne ha parlato, solo dopo la morte di mia nonna si è reso conto di quanto sia breve la vita e di quanto sia importante raccontare gli eventi, affinché la Storia non si ripeta mai. 
NESSUNO, dovrebbe mai essere oppresso o perseguitato per la propria razza, religione o per qualsiasi motivo.
Questa è la mia visione della vita. 
L’eredità di mio nonno vive nel profondo del mio cuore. 
Amava le persone, credeva in loro e rispettava le persone per ciò che sono.
È venuto dal luogo più oscuro e oppresso e con un seme di speranza si è costruito una nuova vita in Israele. 
Prego che noi, come esseri umani, ci uniamo e fermiamo lo spargimento di sangue, ovunque e per sempre.
Prego affinché i nostri figli abbiano un futuro normale, positivo e fecondo, in cui le persone si riuniscono e in cui lasciamo che la speranza e l’amore governino il mondo. 
Ricorda e non dimenticare mai #WeRemember
Joseph Waks, qui.

Ancora qualche immagine

Mentre varcavamo i cancelli di Auschwitz, mio ​​nonno disse: “72 anni fa ho varcato questo cancello con un soldato al mio fianco… un soldato nazista… Oggi varco ancora una volta questo cancello con un soldato al mio fianco.. mio nipote .. e presta servizio nell’esercito ebraico, israeliano.”

mentre suonava la sirena commemorativa dell’Olocausto questa mattina, il soldato dell’IDF Lian Gilboa ha salutato sua nonna – Tova Gilboa, 93 anni, sopravvissuta ad Auschwitz a Birkenau.

Essere forti per salvare

Essere forti per difendere

Essere forti per combattere il male

barbara

QUELLE VERITÀ CHE I BUFALARI DI PROFESSIONE TENTANO DI SPACCIARE PER BUFALE

Il famoso portatile.

New York Post – La storia del famigerato computer portatile di Hunter Biden è stata confermata da un rapporto completo del New York Times

Un rapporto completo sull’indagine federale in corso sui documenti fiscali di Hunter Bidenpubblicato dal New York Times ha confermato l’esistenza del famigerato computer portatile del figlio di Joe Biden.
Nell’ottobre del 2020, il New York Post aveva riportato in esclusiva il contenuto di questo laptop di Hunter Biden che aveva lasciato abbandonato in un negozio di riparazioni del Delaware nell’aprile del 2019.
Il disco rigido del portatile conteneva una carrellata di e-mailmessaggi di testo, foto documenti finanziari condivisi tra Hunter Biden, la sua famiglia ed i suoi soci in affari – dimostrando come il figlio di Joe Biden avesse usato i suoi legami con la politica per gestire i suoi affari all’estero.
Il proprietario del negozio di riparazioni aveva segnalato la giacenza del portatile all’FBI, che aveva sequestrato sia il dispositivo che il disco rigido.
Come parte della propria indagine su Hunter Biden, il New York Times riporta che i procuratori federali hanno esaminato le e-mail tra il “first son” ed i suoi ex-soci in affari che sono state recuperate dal portatile.

(Dovessi trovarmi davanti questa faccia di notte in una strada deserta, non oso immaginare quanto mi cagherei addosso)

Una parte della corrispondenza di posta elettronica esaminata riguardava le comunicazioni tra Hunter Biden e Devon Archer, che aveva servito con Hunter Biden nel consiglio di amministrazione della società energetica ucraina Burisma, secondo il rapporto.
Devon Archer, che è stato condannato il mese scorso in un caso di frode non legato a questa questione, ha “collaborato pienamente” con gli agenti federali nella loro indagine su Hunter Biden, ha riferito il New York Post.
Secondo il New York Times, le e-mail tra Hunter Biden, Archer ed altri riguardanti la loro attività negli affari internazionali provengono dagli stessi file che la testata aveva ottenuto e che “sembrano provenire da un computer portatile abbandonato dal signor Biden in un negozio di riparazioni del Delaware“.
Persone che sono a conoscenza del contenuto di queste e-mail e dello svolgimento delle indagini ne hanno confermato la loro autenticità al New York Times.
La conferma dell’esistenza del portatile è stata inclusa in un rapporto del New York Times che ha anche rivelato come Hunter Biden abbia saldato un debito fiscale di oltre 1 milione di dollari – un anno dopo aver annunciato di essere stato messo sotto inchiesta per aver frodato il fisco.
Hunter Biden è sotto inchiesta per non aver pagato le tasse sin da quando suo padre era Vicepresidente di Barack Obama, ma l’inchiesta si è allargata nel 2018 per esaminare come i suoi affari internazionali si fossero intersecati con la carriera politica del padre Joe Biden.
Luca Maragna, qui.

I famosi laboratori biologici.

Mosca: “La Rosemont Seneca di Hunter Biden tra i finanziatori dei laboratori biologici in Ucraina”

Per chi controlla il tribunale della verità sull’etere in italiano “non esistono” nemmeno e sono comunque oggetto di disinformazione. Da quando è iniziata l’operazione militare in Ucraina, tuttavia, il ministero della difesa russo ha aggiunto sempre più evidenze e documenti sulle attività che svolgevano i 13 laboratori biologici militari presenti nel territorio ucraino e finanziati direttamente dagli Stati Uniti. 
In una nuova conferenza stampa di oggi, Igor Kirillov, generale alla guida del reparto dell’esercito russo per la difesa radioattiva, chimica e biologica, ha pubblicato giovedì uno schema che mostra il legame tra diverse entità ucraine, georgiane e americane con i laboratori biologici in Ucraina.
In particolare, secondo la versione dell’esercito russo, il funzionamento delle strutture di ricerca era direttamente finanziato e controllato da una serie di organizzazioni statunitensi, tra cui il fondo di investimento Rosemont Seneca, gestito da Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, o il background di George Soros. Kirillov, nello schema presentato, ha dichiarato come l’attività fosse supervisionata dall’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) e dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Lo riporta RT che riprende le parole della conferenza stampa.
In totale, ha proseguito, 30 laboratori erano coinvolti nel programma di “attività militare-biologica su larga scala”.
Al Consiglio di Sicurezza di lunedì, Mosca ha accusato formalmente Washington di aver sviluppato armi biologiche in strutture situate sul suolo ucraino. E anche la Cina ha chiesto ripetutamente agli Stati Uniti di chiarire i dettagli sul presunto programma.
L’8 marzo, il sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland ha riconosciuto che ci sono laboratori biologici in Ucraina, ma ha confutato che Kiev avesse sviluppato armi biologiche. Due giorni dopo, il direttore dell’intelligence nazionale statunitense Avril Haines ha dichiarato che poco più di 12 laboratori biologici operavano in Ucraina per garantire “la biodifesa dell’Ucraina e la risposta della salute pubblica”.  
All’inizio non esistevano nemmeno per i censori della verità nel web. Oggi gli Stati Uniti sono costretti ad ammetterne l’esistenza, domani chissà… (Qui)

Quella gente legata ai pali.

Donne e bambini legate ai pali dal regime di Kiev. Sull’incredibile giustificazione de la Stampa

Per giorni abbiamo ricevuto queste immagini di bambini, donne, famiglie intere legate ai pali, denudati, picchiati, umiliati alla gogna.
Poiché abbiamo sempre controllato mille volte ogni fonte, rinunciando a pubblicare se non confortati da molteplici verifiche, (è arduo districarsi tra mille bufale di guerra), oggi, finalmente, La Stampa ci offre la conferma ufficiale.
Mentre Zelensky fa il suo show al Parlamento italiano, tra comparse plaudenti all’ingresso in guerra dell’Italia “per difendere l’Europa dall’invasione russa e difendere i valori della democrazia occidentale”, nelle città ancora in mano alle truppe ucraine cosa sta succedendo?
La tecnica di inversione semantica della manipolazione linguistica chiama “deportati” i bambini, le donne, le famiglie che riescono a usufruire dei corridoi umanitari russi, sfuggendo al blocco delle brigate neonaziste che, secondo moltissime testimonianze dei rifugiati, ne stanno facendo scudo umano. Molti altri video mostrano civili ucraini uccisi brutalmente alle periferie delle città da cui stavano fuggendo.
Chi sono, quindi, i bambini e le ragazzine, legati ai pali avvolti dalla plastica, fissati da grossi nastri adesivi gialli (in altre foto e video che evitiamo di pubblicare – ma che mette proprio la Stampa – vengono abbassati i pantaloni e i volti deturpati)?

Scrive la Stampa mostrando un video “che contiene immagini sensibili”:

“Il pugno duro dell’Ucraina contro i saccheggiatori, il consigliere del ministro degli Interni: “Uccisi sul posto o legati a pali”
Il consigliere del ministro degli Interni dell’Ucraina Vadim Denisenko ha affermato di non considerare “selvaggio in tempo di guerra il maltrattamento dei saccheggiatori che vengono colti in flagrante, legati ai pali, filmati e i cui video vengono pubblicati su Internet”.  Denisenko ha dichiarato: “Non credo che legare e mettere alla gogna un predone sia considerato selvaggio in tempo di guerra. Purtroppo le forze di polizia non bastano. La polizia non può arrivare sempre in tempo”. Secondo il consigliere del ministro degli Interni dell’Ucraina, il saccheggiatore dovrebbe capire che “otterrà ciò che merita”. “Prima sarà legato a un palo, poi sarà imprigionato per 15 anni. Tali azioni hanno un effetto maggiore sui saccheggiatori rispetto alla minaccia di una punizione penale. La punizione ‘qui e ora’ è un sistema preventivo che funziona”, ha detto ai giornalisti.  Sul tema era intervenuto anche l’ambasciatore ucraino a Londra, Vadim Pristaiko, in un’intervista al Times agli inizi di marzo. Come riporta il quotidiano inglese “i saccheggiatori nelle città ucraine saranno fucilati sul posto per il timore che la Russia utilizzerà tattiche d’assedio e innescare rivolte e far morire di fame il paese”. La paura del governo di Kiev è che i cosiddetti saccheggiatori siano in realtà sabotatori russi infiltrati in Ucraina già prima dell’inizio dell’invasione per mettere in ginocchio la popolazione e l’approvvigionamento di beni di prima necessità”.

Quindi questi bambini legati ai pali e fucilati sul posto sarebbero “rom o saccheggiatori di beni di prima necessità”?
Anche se questa versione fosse corretta, stiamo parlando di bambini e ragazze che hanno fame o che sono perseguitati per ragioni etniche.
Non vi fa orrore? Lo capite cosa avete applaudito ieri in Parlamento?
E se questi ragazzini invece di rubare un tozzo di pane stessero tentando di scappare dal sequestro delle truppe neonaziste per farne scudi umani? 

Agata Iacono, qui.

O forse sono, molto semplicemente, quelle persone che, come loro stesse ci raccontano qui, quando finalmente riescono a fuggire dai soldati ucraini che li trattenevano come scudi umani, prima di scappare rientrano nelle proprie case o in qualche negozio bombardato per procurarsi un po’ di cibo.

Quel nazismo sistematicamente negato, documentato in questo articolo che dovrete andare a leggere in loco perché non è copiabile, a cui aggiungo quest’altra cosa, estremamente interessante

Suggerisco anche l’ottima ricostruzione dei fatti presentata in questo articolo, aggiungendo questo video esplicativo, tanto per chiarire le idee.

Infine voglio mostrarvi quanto la Germania sia superiore all’Italia: mentre noi accogliamo tutti e poi li abbandoniamo, a tendere la mano al supermercato o a spaccarsi la schiena nei campi per una manciata di euro al giorno, loro no: loro li accolgono e immediatamente gli trovano un lavoro

Clic per leggere meglio.

E per concludere, visto che vogliono imporre alla Russia “sanzioni da fine del mondo”, io vi regalo un profumo di fine del mondo con, in omaggio, il primo uccello del dopoguerra, che le persone che hanno conservato la testa sulle spalle e il cervello dentro la testa, si augurano di sentire al più presto.

barbara