Durante il mese di ramadan, il numero di spettatori delle trasmissioni televisive raggiunge il suo massimo. Per aumentare sempre più il numero di spettatori, Aamir Liaquat Hussain, presentatore di un programma in cui di solito si vincono confezioni di olio alimentare, computer portatili, lavatrici o moto, questa volta ha messo in palio… dei neonati abbandonati, come riportato dalla CNN. Due volte nel giro di una settimana, il presentatore ha infatti offerto degli orfani in carne e ossa a due coppie di candidati che hanno risposto bene alle domande sul Corano.
«Questa graziosa bambina è stata abbandonata su un mucchio di spazzatura. Guardate quanto è bella e innocente», ha detto al pubblico, prima di consegnare il primo bambino ai suoi commossi nuovi genitori. Visto l’entusiasmo suscitato, Aamir Liaquat Hussain ha ripetuto l’esperienza qualche giorno più tardi con un’altra coppia e dunque un altro bambino.
Dopo l’entusiasmo, è venuto il tempo della polemica, dato che molte persone e associazioni sono insorte di fronte a questa mercificazione dell’adozione: «Tutto è oggi commercializzato, compresa la religione. Ma regalare un bambino in televisione è di gran lunga la peggiore violazione dell’etica dei media che si possa immaginare» ha detto al Mirror Bina Shah, scrittrice e giornalista a Karachi.
Resta il fatto che tutto è perfettamente legale, dal momento che il controverso presentatore passa per l’associazione Chhipa Welfare, un organismo caritatevole che salva gli orfani per queste adozioni altamente mediatiche. E che se ne apprezzi o no il modo, «il programma aiuta gli orfani a trovare dei genitori» si difendono i produttori. Centinaia di bambini vengono infatti abbandonati ogni mese in Pakistan, dove una nascita fuori dal matrimonio è condannata e l’adulterio può essere punito con la morte. Il rischio per le bambine è ancora maggiore, avendo talvolta il divieto di lavorare e rappresentando di conseguenza un peso finanziario difficile da sopportare per alcune famiglie. (qui, traduzione mia)
Devo aggiungere commenti? No, vero?
barbara