Stavano scorrendo gli ultimi giorni della guerra del Kippur, quarant’anni fa: quella in cui Israele ha seriamente rischiato di scomparire – perché loro, quando perdono una guerra, dopo un po’ si rimettono in piedi, fanno qualche roboante dichiarazione, alzano il livello delle loro pretese e il mondo li ascolta, il mondo li comprende, il mondo intima a Israele di fare qualche serio gesto di buona volontà nei loro confronti. Ma se Israele dovesse perdere, smetterebbe di esistere all’istante. E quella volta il rischio è stato grosso davvero. Della guerra del kippur mi sono occupata qui, con una ricostruzione di Carlo Panella, e qui, con uno straordinario power point con le immagini di quella guerra.
Quest’anno vi offro un po’ di numeri: quelli delle forze in campo.
I numeri per spazzare via Israele, come vedete, c’erano tutti (come c’erano nel ’48, del resto). Ma ancora una volta Israele, nonostante tutto e contro tutto, ce l’ha fatta. Per due motivi, direi: uno è questo
L’altro è che non c’è alternativa alla vittoria, perché Ein li eretz acheret: non c’è un’altra terra.
barbara