EBBENE SÌ: IL GOVERNO ISRAELIANO È RAZZISTA

Gur Hamel, un prigioniero ebreo israeliano condannato all’ergastolo nel 1999, ha cominciato uno sciopero della fame per protestare contro la decisione del governo di rilasciare dei terroristi arabi che hanno ucciso ebrei in attentati terroristici. Egli denuncia il razzismo del governo israeliano che libera solo gli arabi e non gli ebrei. “Continuerò mio sciopero della fame fino a quando il governo israeliano libererà anche i prigionieri ebrei!” dice in un comunicato inviato a JSSNews dal servizio carcerario.
Hamel è stato condannato all’ergastolo per l’uccisione di un arabo di un villaggio vicino alla città di Itamar, dove viveva. Tre suoi cari amici e vicini di casa erano stati uccisi nel corso della settimana precedente la vendetta di Hamel.
Gli amici di Hamel dicono che l’amministrazione del carcere ha isolato prigioniero, per timore che inciti altri a fare lo sciopero della fame.
Parlando in modo anonimo, un amico di Hamel ha spiegato ai media che «nelle ultime settimane, Gur come tutti gli altri prigionieri ebrei, ha sentito che 104 terroristi arabi sarebbero stati rilasciati, e ha preso molto male questa notizia. Gur ha detto che non c’era nessuna logica nella liberazione degli assassini arabi, mentre si continuavano a tenere in prigione gli ebrei che hanno commesso crimini simili.»
Shmuel Meidad, Presidente dell’organizzazione Honenu, che lavora per liberare i prigionieri ebrei, ha detto che «a differenza dei terroristi arabi che vengono rilasciati, gli ebrei non hanno l’intenzione di tornare a uccidere arabi. Essi cercano di ricostruire le loro vite e mettere su famiglia. Posso capire il dolore di Gur – è impensabile che i terroristi arabi siano liberati e i prigionieri ebrei no. Chiedo che il primo ministro si impegni a liberare tutti i prigionieri ebrei in carcere per crimini nazionalisti. Gli israeliani si aspettano un gesto del governo Netanyahu.»

Elinor Cohen-Aouat – JSSNews (qui, traduzione mia)

Sì, tutto questo si può chiamare in un modo solo: RAZZISMO.

(E poi vai a leggere qui)

barbara

S’I FOSSI FOCO

Uccise la compagna Tiziana Oliveri, Ivan Forte scarcerato dopo 12 mesi

Scritto da: Daniele Particelli – martedì 7 maggio 2013
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E’ passato poco più di un anno da quando il 27enne Ivan Forte, reo confesso, uccise la compagna Tiziana Olivieri, 41 anni, strangolandola e dando fuoco all’appartamento della donna nel tentativo di coprire le prove della sua colpevolezza. Eppure da sabato scorso il giovane non si trova più in carcere.

Forte, ancora in attesa del processo, è stato scarcerato da pochi giorni e ora si trova nell’abitazione dei suoi genitori a Castrovillari, in provincia di Potenza, con l’obbligo di dimora e di firma tre volte a settimana. Come è possibile che un reo confesso dell’omicidio di una persona abbia già lasciato il carcere? Semplice: decorrenza dei termini di custodia cautelare.

Al momento dell’arresto la Procura di Reggio Emilia aveva chiesto il giudizio immediato, ma il giudice per le indagini preliminari non ha mai fissato la data della prima udienza, arrivando così a far decorrere i termini di custodia. E così, per un semplice calcolo matematico, Forte è stato scarcerato.

Il giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia, Antonella Pini Bentivoglio, ha però disposto per lui l’obbligo di dimora nell’abitazione dei suoi genitori e l’obbligo di firma tre volte alla settimana, così da assicurarsi che il giovane non sia libero di muoversi troppo da Castrovillari.

Immediato lo sfogo dei familiari della vittima, a cui è stato affidato il bimbo nato dalla relazione tra Forte e Tiziana Olivieri, preoccupati anche per l’incolumità del bimbo che ora ho due anni:

Come è possibile che questa persona, dopo tutto quello che ha fatto, un anno dopo torni già libero? Che razza di Paese è questo se chi ha ucciso una volta, chi è stato capace di un gesto tanto efferato nei confronti della madre di suo figlio e che poi ha pure dato fuoco alla casa per cercare di far passare tutto come fosse stato un incidente, ora sia già fuori? Non è giusto. Loro lo sanno cosa ha fatto, perché lo hanno permesso? Io non lo accetto. Deve tornare in carcere. È libero anche di venire ad ammazzarci, di portare via suo figlio; tanto, che cosa ha da perdere questo ragazzo? Ha già confessato un omicidio, che cosa gli cambia? Lo Stato ci ha abbandonati, questa è una vergogna.

Fabio Lombardi, avvocato difensore del giovane Forte, ha spiegato che si tratta di un processo automatico, nulla è stato fatto da parte della difesa:

La scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare è automatica. Si tratta di un processo particolare, la nostra perizia psichiatrica deve ancora essere ultimata. E ancora non si è capito perché un ragazzo normalissimo e bravissimo come Ivan possa aver fatto una cosa del genere. È successo qualcosa di natura psichiatrica che ancora dobbiamo accertare.

Curioso, però, che in un momento in cui si parla sempre di più e sempre più spesso di femminicidio, ad un reo confesso di un delitto così brutale non sia stato possibile impedire di lasciare il carcere. (qui)

Si raccomanda, soprattutto, di sottolineare che abbiamo a che fare con un ragazzo normalissimo e bravissimo – perché, diciamolo, a chi non capita ogni tanto di strangolare una fidanzata in un momento di distrazione.

Ecco, s’i fossi foco vi garantisco che l’eruzione del Vesuvio del 79 diventerebbe un giochino da bimbi dell’asilo.

barbara

TANTO PER NON PERDERE IL VIZIO

Ricordiamo anche chi soffre un po’ più in là (geograficamente)


È sempre la stessa, con due video diversi. (E come sono belle queste ragazze! Come sono belli questi ragazzi!)
E, per ricollegarci a uno dei temi trattati negli ultimi tempi, andate a guardare qui il cinico sfruttamento che certi loschi figuri usano fare della sofferenza altrui.
Nel frattempo è arrivata notizia di un ennesimo atto di barbarie (sì, lo so, lo avete già letto con tutti i dettagli di cronaca sulle prime pagine di tutti i quotidiani, ma ve lo dico lo stesso perché sono pignola e anche un po’ paranoica).
E voglio concludere questo post con un appello: LILIT, DOVE SEI? Da un anno e mezzo non abbiamo tue notizie! Se puoi fatti sentire, facci almeno sapere se sei viva!

barbara