SPIGOLATURE 6

Ancora una volta parto con un antipastino leggero, anzi due, uno in Italia, dove per fortuna il senso dell’umorismo non è ancora del tutto morto
brioches
e uno in Israele, dove le mascherine sono obbligatorie
mascherina IL
Passiamo al consommé che, come facilmente comprensibile anche da chi non conosca il francese, significa consumato. Resta da decidere chi o che cosa sia il consumato: il signor Arcuri, consumato attore specializzato in ruoli di fotti-popolo italiano? Il popolo italiano consumato fino all’esaurimento da un governo di cialtroni e farabutti? I farmacisti, coi nervi consumati dall’infinita richiesta di mascherine che non sono stati messi in condizione di poter fornire? Le mascherine, consumate in due ore a causa di un esperto incapace di mantenere le promesse? A voi la scelta.

 

E ora, per riprenderci dalla batosta delle mascherine e di tutto il bordello che vi gira intorno, una bella carbonara, ricca, saporita, nutriente, la meravigliosa notizia che ci ripagherà di tutte le sciagure e di tutte le amarezze: dopo tanti “esperti” da strapazzo abbiamo finalmente un’esperta vera, a prova di bomba
greta-covid
(qui l’articolo)

È arrivato il momento del secondo. Ci sarebbe un arrostino, che però si è cucinato un po’ troppo e si è seccato: è un po’ duro da masticare, ma magari, mentre mastichiamo, abbiamo il tempo di riflettere un po’.

“QUELLO CHE SILVIA ROMANO FACEVA IN KENYA NON AVEVA NESSUN IMPATTO SU NESSUNO” – EDWARD LUTTWAK

Da “la Zanzara – Radio24”

“Anni fa una brava persona è morta per salvare una donna andata in Iraq per scrivere male dei soldati italiani in Iraq. Vorrei dire che gli operativi dell’Aise sono operativi sul serio e chiunque critichi queste cose, non deve criticare loro. I loro colleghi di altri servizi sono molto operativi nei film, ma in pratica non sono operativi. Il peggior aspetto di questo è la collaborazione con i servizi turchi, gli agenti di Erdogan e dell’islamismo. Gli italiani avrebbero dovuto sputargli in faccia, a questi del servizio turco. Questa è una cosa terribile”.

Lo dice Edward Luttwak, politologo americano, a La Zanzara su Radio 24. “Queste persone italiane che si auto nominano Ong – dice Luttwak –  e che vanno a mettersi nei guai, non hanno diritto di esigere questi grandi sforzi. Più dei soldi c’è il rischio per il personale, che non sono lì per fare le bambinaie di queste disgraziatissime persone che vanno proprio lì dove c’è il pericolo. Vi assicuro che quello che questa signora faceva in Kenya non aveva nessun impatto su nessuno.

Io vi do una lista di quartieri a Napoli dove c’è un enorme bisogno di lei… invece lei va a fare  un’avventura personale e poi si fa salvare dallo Stato italiano, e poi com’è successo quella volta con quelle due disgraziatissime Simone, il padre diceva che se vogliono poi tornare in Iran, non è che le blocco. Hanno il diritto di farlo. E così ogni volta lo Stato italiano va lì e paga milioni”.

“Queste  Ong – aggiunge Luttwak –  sono ragazze e ragazzi che vanno in giro con Toyota Land Cruiser da 70.000 dollari, parlano a vanvera, non parlano la lingua, non sanno fare sono alcune ong importanti accreditate? La parola ong vuol dire non governativa. Vuol dire cioè che non è sorvegliata da nessuno. Questi sono giovanotti e giovanotte che non hanno una collocazione nella loro società, e sotto il nome di ong vanno a vanvera nel mondo. Ero in Bolivia e nell’Amazzonia boliviana, ho la mia fattoria di mucche. E vedo questi sbandati delle ong che vanno in giro a fare programmi cretini e poi scompaiono. Raccolgono soldi da qualche cretino e poi scompaiono. Sono una piaga”.

Silvia Romano si vuol far chiamare Aisha: “Un po’ di rispetto, Aisha è la moglie di Mohammed. L’ha sposata quando Aisha aveva sei anni, ma nella biografia ufficiale spiegano che non ha consumato fino all’età di nove anni. Quindi è un glorioso nome Aisha. Un orrore?  No, è una cosa bellissima. Adesso sento che questa vuole ritornare lì per farsi catturare di nuovo per essere liberata di nuovo. E magari c’è un genitore in giro, come ha fatto con le due disgraziatissime, che dice se mia figlia vuole ritornare io non è che la blocco.

Se dovremmo impedire a queste persone di tornare lì? No, no, bisogna pubblicare una notizia oggi, in giro per il mondo, che se tu sei un cittadino italiano, che ti chiami ong o non ti chiami ong, Ciro o Giro, tu devi contattare il consolato italiano più vicino, e se il consolato ti avvisa che è pericoloso essere dove sei, se tu non ritorni a casa il consolato italiano non può più tutelarti”.

Molti italiani sono rimasti infastiditi nel vedere la Romano vestita in maniera islamica? Tu sei un razzista del peggior tipo, sei un anti islamico. Lei si chiama Aisha che era la moglie di Mohammed. Che ha sposato a sei anni, consumato a nove. Questa è una parte importante. Io sto citando la biografia ufficiale del mondo religioso islamico. Lui ha detto guarda che non sono un pedofilo perché non ci ho fatto niente fino all’età di nove anni. Ma a me preoccupa solo un fatto, di aver collaborato coi puzzolenti turchi, i peggiori turchi del mondo, ci sono turchi belli e brutti. I più brutti sono quelli del servizio turco”. (qui)

Come ha ricordato qualcuno, lei era lì per intrattenere bambini (e, come ha ricordato Silvana De Mari e come tutti noi possiamo verificare girando per google immagini, farsi i selfie col negretto), perché sicuramente non si sono donne africane capaci di badare a un gruppetto di bambini. E siamo arrivati al dessert, per il quale propongo una bella torta alla panna, ben sostanziosa.

Urgono uomini seri

C’è aria di guerra civile in Italia. Una brutta aria di odio e d’insofferenza. Si sta scavando un fossato incolmabile tra italiani. Riassumo gli ingredienti o le stazioni che portano all’odio radicale. In primis le restrizioni e i divieti anche assurdi hanno lasciato un segno e una scia sul corpo e la mente degli italiani; poi le carenze sanitarie più elementari unite alle clamorose cialtronerie di commissari, ministri e task force; aggiungi la mancanza assoluta di strategia, prevenzione e test per governare il futuro ma tutto è affidato ai cittadini e alle loro limitazioni. Poi la drammatica situazione economica e sociale per famiglie e imprese, le tante aziende che non apriranno, i tanti che non riavranno il lavoro, l’impossibilità di far rinascere esercizi con quelle restrizioni, quei costi e quelle cadute. Intanto una legge libera fior di delinquenti dalle carceri e persino criminali in cella d’isolamento, che non erano a rischio di contagio; proprio mentre venivano inseguiti sulle spiagge come criminali innocui bagnanti, sporadici avventori o isolati corridori. Unisci questo quadro alla vanesia, fanfarona, irritante esibizione del governo, gli show inconcludenti su aiuti che non arrivano mai.

Se a tutto questo unisci vicende dell’assurdo come la liberazione di Silvia Romano, con pagamento ai terroristi per finanziare le loro imprese e le loro armi, il ritorno dell’ostaggio da moglie di uno di loro e credente nella religione dei suoi stessi carcerieri nella versione più feroce e antioccidentale, insieme all’autoincensarsi del governo che sfrutta l’occasione per farsi uno spot e una passerella, col premier e il ministro degli esteri che sgomitano per prendersi la vetrina, il codazzo di media allineati e vescovi inclusi, ti accorgi che la polveriera sta per esplodere. Non c’è più dissenso ma disprezzo, livore.

Su quest’ultimo caso ho letto giudizi sprezzanti che trasudano odio tra due Italie che non si parlano più ma si sputano, si schifano, si disprezzano. Agli uni pare civile, umano e misericordioso gioire per il ritorno a quelle condizioni dell’ostaggio e pare invece bestiale, infame e incivile chi ne mostra il conto, il rischio, la beffa. Agli altri, e ci sono anch’io tra questi, magari con toni e argomenti un po’ diversi, pare assurdo che una prigioniera torni con la divisa dei suoi carcerieri, che vanti il trattamento ricevuto, che ostenti anche nelle vesti il disprezzo per il mondo in cui è tornata e che ha pagato il riscatto e rischiato vite umane per riportarla a casa. Ma poi leggi i commenti dell’altro versante, anche di persone fino a ieri abbastanza equilibrate che provano schifo per chi fa queste elementari considerazioni, per chi ricorda le vittime del terrorismo e le volte che non abbiamo voluto pagare riscatti per non cedere ai terroristi, lasciando morire anche leader nazionali. A vergognarsi, per costoro, dovrebbe essere chi lo denuncia…

Allora ti accorgi che qualcosa si è rotto, il malessere sta facendo saltare i nervi a tutti e ci sono due vulcani pronti a eruttare, l’un contro l’altro armati. C’è un’aria terribile. Lo vedo anche nel mio caso personale, lo riconosco: non riesco più neanche ad ascoltare programmi come quello della “vipera tirolese” o simili, a vedere i tg filogovernativi o ad ascoltare, solo ad ascoltare, la voce del gagà di governo, di gigino, di fofò, della sinistreria assortita. Sono stato spesso all’opposizione, in aperto dissenso, non mi sono mai risparmiato nelle polemiche. Ma non mi era mai capitato di scendere a questi livelli d’insofferenza radicale e vedo che sta capitando anche dall’altro versante. Ed entrambi riteniamo di avere piena ragione.

Ma che ci sta succedendo? Dove ci porterà questo clima se si aggraveranno, come temono in tanti, le condizioni sociali ed economiche del paese e la depressione diffusa muterà in rabbia? Il dissenso verso questo governo ormai va ben oltre la critica e la richiesta di farlo cadere. La gente vorrebbe vederli sparire, mandarli a casa a calci nel sedere, se non in galera, perlomeno nello stesso carcere in cui è stato confinato il popolo italiano oltremisura. Penso alla sventura di un paese che sta attraversando il peggior momento della sua storia repubblicana col peggior governo che potesse capitare. Con più incapaci, cialtroni, quaquaraquà, ignoranti e presuntuosi mai avuti nella sua pur assortita storia.

Come pensate che si possa ricucire questo paese e riportare nella normale vita di una democrazia i dissensi e le divergenze? So che molti di voi sognano una svolta radicale, una sterzata elettorale, un’inversione di marcia. Lo capisco, d’istinto lo dico anch’io. Ma lasciate che vi dica una cosa: siamo arrivati a un punto che non si tratta più di destra e sinistra, di sovranisti e globalisti, di populisti e no. Urge affidare il paese nelle mani di persone serie. Abbiamo un elementare assoluto bisogno di gente seria. Seria, non dico altro. Una parola semplice e complicata. Serietà. Persone consapevoli della loro responsabilità, che non vendono fumo, che spengono gli odii, che mantengono gli impegni assunti, non vogliono raggirare nessuno. Voi direte sì, ma devono essere capaci, competenti, adeguati. Basta che siano seri. Perché una persona seria se capisce di non essere all’altezza non si assume il compito di guidare un paese, e in questo momento poi; e una persona seria nei campi in cui non ha competenza, si affida a persone serie, li investe di serie responsabilità. I buffoni, i mestatori e i dilettanti al potere sono gente priva di serietà.

Noi abbiamo bisogno di gente seria, il coraggio della serietà. Altrimenti quelli “seri” arriveranno da fuori. Poi ragioniamo sul resto, ma è necessario che al più presto si concordi un cambio di guardia per un governo autorevole composto da gente seria. Perché la situazione, come si usa dire, è grave ma non è seria.

MV, La Verità 13 maggio 2020, qui.

Aria da guerra civile. Ed ecco questa scena ripresa a Salerno, dove una donna è stata sorpresa dalle forze dell’ordine senza mascherina, diciamo una grappa ad almeno 50° buttata giù nello stomaco in un’unica sorsata e fatta lì esplodere:

 

Sì, l’esasperazione è ormai arrivata a un punto tale che non si ha neppure più paura delle possibili conseguenze. E non è interessante constatare che se si ribellano decine di persone tutte insieme, quei vigliacchi non hanno il coraggio di fare niente, esattamente come non fanno niente agli africani che spacciano, capaci di scatenarsi solo con il singolo, tanto più impreparato a difendersi quanto più consapevole di non avere commesso alcun illecito, per non parlare di reato? Prendiamone nota, e facciamone buon uso.

barbara

SI ALLUNGA LA LISTA DEI CRIMINI DELL’OMS

E non solo.

Coronavirus in Kurdistan: l’OMS mette in grave pericolo migliaia di sfollati

L’OMS ci ricasca. Per “non inimicarsi” un regime nasconde i dati in suo possesso e rischia di trasformare un caso isolato di Coronavirus in una epidemia. La lezione cinese non è servita?

Un comunicato ufficiale della Autorità di autogestione della regione del Kurdistan siriano accusa l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di aver nascosto il primo caso di Coronavirus nella regione.

Le autorità curde accusano l’OMS di «irresponsabilità per aver messo gravemente in pericolo la popolazione omettendo di comunicare all’autorità di autogestione il primo caso di Coronavirus e quindi impedendo alla stessa autorità di assumere decisioni volte all’isolamento delle persone infette e di coloro venute in contatto con esse».

Il comunicato della autorità curda si riferisce al caso di un uomo di 53 anni con sintomi di COVID-19 ricoverato presso l’ospedale di Hasaka il 22 marzo. Cinque giorni dopo, il 27 marzo, l’uomo viene giudicato positivo al Coronavirus a seguito di un tampone inviato a Damasco. Il 2 aprile l’uomo muore dopo essere stato trasferito in un ospedale governativo nella città di Qamishli.

Le autorità curde accusa l’OMS di aver taciuto su questo che è il primo caso di Coronavirus nella regione e così facendo di aver messo in grave pericolo la popolazione in quanto le autorità non hanno potuto isolare tempestivamente le persone venute in contatto con l’uomo infetto. [continua]

E dunque OMS DELENDA EST.

E si allunga la lista dei crimini dei trafficanti di carne umana.

ONG TEDESCA SCARICA 146 CLANDESTINI SU NAVE ITALIANA, POI LO SBARCO

Una nave della Compagnia Italiana di Navigazione pronta ad ospitare i 146 clandestini prelevati su appuntamento con gli scafisti dalla nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye.
Il trasferimento viene effettuato “nell’ambito della Convenzione del 18 luglio 2012” tra lo stesso ministero e la compagnia, “per finalità di interesse pubblico nel contesto emergenziale accertato dal provvedimento adottato dal Capo della Protezione civile e dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”. Così la delirante nota del governo.
Di fornire assistenza ai clandestini si occuperà Protezione civile. Gli immigrati resteranno nella nave messa per almeno due settimane, per un costo di circa 1 milione di euro. Poi, ovviamente, scenderanno a terra in Sicilia dove saranno ospitati per una vacanza lunga una vita in qualche resort con piscina aperto apposta per loro, come già accaduto in questi giorni.
E’ quello che avevano chiesto i parlamentari scafisti della sinistra.
Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Salvatore Margiotta, rispondendo ad un’interrogazione alla Camera, ha sottolineato “la determinazione del ministro De Micheli che, sulla base dei nostri principi di solidarietà, obbligo di soccorso e salvaguardia della vita umana, si è adoperata con impegno nel trovare una soluzione per assicurare la sorveglianza sanitaria delle persone soccorse in mare dalla nave Alan Kurdi”.
Il capo missione Jan Ribbeck, da qualche giorno è in contatto diretto con il sindaco, Leoluca Orlando, che ha sentito anche l’ambasciatore tedesco in Italia. Ieri gli attivisti della Ong avevano chiesto di accelerare le pratiche per lo sbarco. (qui)

E i nostri medici e infermieri muoiono a centinaia perché non ci sono soldi per dispositivi di protezione. E i nostri cittadini muoiono a decine di migliaia perché non ci sono abbastanza posti in rianimazione. E noi siamo agli arresti domiciliari perché se andiamo in giro saremo responsabili di genocidio.

E si allunga la lista delle “task force” nominate dal nostro ineffabile Grande Timoniere, Conducator, Piccolo Padre, Líder Máximo eccetera, che sono arrivate a quindici, mentre noi il 18 aprile abbiamo avuto 3491 nuovi infetti e 482 morti. E si allunga contemporaneamente la lista delle violazioni della costituzione da parte del suddetto signore. Prima lo dice, così tra amici, Giovanni Bernardini

ARTICOLO 16

Costituzione, articolo 16 comma 1.

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza.
L’articolo parla di possibili limitazioni al diritto dei cittadini di CIRCOLARE e SOGGIORNARE in qualsiasi parte del territorio nazionale. E’ evidente, direi, che portare a spasso il cane, far due passi nel paese o nel quartiere in cui si vive, fare una corsa non significa SPOSTARSI o SOGGIORNARE.
In ogni caso deve essere LA LEGGE a porre limiti alla libertà di spostarsi, anche ammettendo che tali limiti comprendano il portare a spasso il cane ad oltre 200 metri dalla propria abitazione o farsi una corsa. La LEGGE, non un DPCM, non un regolamento attuativo, non un atto amministrativo.
Anche a prescindere da ogni valutazione sulla efficacia, ormai abbastanza dubbia, delle misure adottate dal governo è chiaro che stiamo vivendo in una situazione di illegalità e di violazione di articoli fondamentali della Costituzione. (qui)

E poi ve lo faccio dire dal presidente emerito della Corte Costituzionale.

“Non si eluda il Parlamento”. Il monito di Gaetano Silvestri

Il presidente emerito della Corte Costituzionale lancia un allarme: “Sento parlare di sospensione delle garanzie costituzionali. Persino in vista di una guerra, l’articolo 78 della Costituzione non mette da parte la democrazia parlamentare”

di Fabio Greco

La fase 2, quella della ripartenza dopo la chiusura totale per l’epidemia da coronavirus, deve prevedere “senza dubbio” il passaggio in Parlamento e fondarsi, nel rapporto con i governatori, sul “regionalismo cooperativo”, senza mai dimenticare che il quadro in cui agire è quello costituzionale. Su quest’ultimo punto Gaetano Silvestri, presidente emerito della Corte Costituzionale, è nettissimo.
Ma anche da preoccupato, tanto da aver messo a punto qualche giorno fa una riflessione sul sito di Unicost in cui sottolinea che “persino in vista della situazione eccezionale per antonomasia, la guerra, l’articolo 78 della Costituzione non mette da parte la democrazia parlamentare, giacché lo stato di guerra può essere dichiarato solo dal Parlamento e prevede che quest’ultimo possa delegare al Governo i ‘poteri necessari’, non i pieni poteri”.
“Quando ho sentito parlare di ‘sospensione’ delle garanzie personali e istituzionali, è scattato in me un allarme”, spiega Silvestri in questa intervista all’AGI. Si tratta, aggiunge, di “una affermazione pericolosa: i diritti vengono esercitati in forma diversa, ma mai sospesi” “Il vuoto non può esistere”, poiché sarebbe riempito, ragiona, “dalla volontà del sovrano, inteso come potere pubblico liberato da ogni vincolo giuridico e capace di trasformare istantaneamente la propria forza in diritto”.
Nel caso della libertà di circolazione e soggiorno, le limitazioni sono avvenute se non in un vuoto normativo, in una sorta di caos per colpa di “errori che arrivano da lontano”.
“Nessuna legge autorizzativa – scrive Silvestri nella sua riflessione – potrà mai consentire ad una Regione (a fortiori ad un ente locale) di emanare norme che impediscano o ostacolino la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, in palese dispregio del primo comma del citato articolo 120 della Costituzione, come purtroppo in qualche caso si sta verificando. Un blocco di transito da una Regione ad un’altra ha una rilevanza nazionale per diretto dettato costituzionale”.
“In mancanza di una legge quadro sull’emergenza – afferma all’AGI il giurista – abbiamo assistito a una corsa ad arrivare primi” da parte di enti, governo e governatori “in cui appariva preminente la necessità di conquistare ‘like’ sui social”. Il risultato è stata una “ridda di atti normativi” che ha generato confusione. “E’ il problema dei problemi”, questo, per Silvestri: “La corsa al mezzo punto nei sondaggi”.
I cittadini, invece, “si sono dimostrati più responsabili di una classe politica che non si è fatta mancare dispetti e polemiche di corto respiro. Lo dico con grande amarezza. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal canto suo, sta facendo un lavoro eccezionale, intervenendo con l’unica arma che ha, il potere di persuasione, nel richiamare i partiti alla coesione”.
Non solo i partiti litigano; lo fanno anche i governatori, con lo Stato centrale e tra loro. Verranno ripetuti gli stessi errori, come quelli da lei sottolineati quando afferma nella sua riflessione che “La Repubblica ‘una e indivisibile’ (articolo 5 della Costituzione) non può tollerare che parti del territorio e della popolazione nazionali si pongano in contrapposizione tra loro”?
“Sono sempre stato favorevole – risponde Silvestri, oggi presidente dell’Associazione italiana dei costituzionalisti – a un regionalismo cooperativo, e non dualistico. Bisognerebbe, oltre alla Conferenza Stato-Regioni, andare a incontri informali per definire una griglia normativa. Potrebbe rivelarsi utile che il presidente del Consiglio si riunisca, anche in teleconferenza, con tutti i presidenti di Regioni per concordare atti normativi” e dare vita a un “patto nazionale, a quel minimo denominatore comune” che permetta di “riaprire tutti insieme oppure definire parametri condivisi: io, cittadino di una regione, se voglio interagire con cittadini di altre regioni devo sapere di poterlo fare in sicurezza”.
Poi, però, come si vara un decreto legge senza ledere la Costituzione, che prevede un passaggio parlamentare? La Costituzione, spiega, “non include la conversione in legge dei decreti legge tra i casi in cui è obbligatorio il procedimento ordinario. Di conseguenza, esclude il procedimento decentrato in commissione. A prevedere il procedimento ordinario sono i regolamenti della Camera e del Senato. Bisognerebbe modificare quelli, attraverso una convocazione del Parlamento, e consentire così alle capigruppo di poter decidere. Ma, ancora una volta, servono la disponibilità e la responsabilità della classe politica”. (qui)

E il divieto di praticare sport all’aperto non è un crimine solo contro la costituzione, ma anche contro le leggi di natura:

E si allunga la lista degli abusi – che in qualche caso si configurano in veri e propri crimini – sui cittadini, dal medico che sta andando in clinica per un’emergenza alla famiglia che porta la bambina leucemica al controllo.

E si allunga, naturalmente, la nostra prigionia, mentre apprendiamo che la Svezia, che non ha messo in atto nessuna limitazione, ha un sesto dei nostri abitanti e un quattordicesimo dei nostri morti, che la Svizzera, che non ha messo in atto nessuna limitazione, ha poco più di un ottavo dei nostri abitanti e poco più di un ventesimo dei nostri morti. E sicuramente, anche se non sarà mai registrato da nessuna parte, entrambe avranno molti meno morti futuri per conseguenza della povertà. DISOBBEDIENZA CIVILE!

barbara

TUTTO COME DA PROGRAMMA

I porti aperti fanno aumentare le partenze, l’aumento delle partenze fa aumentare i morti in mare. Se a bordo ci sono donne e bambini bisogna farli sbarcare subito, quindi si provvede a caricare su ogni barca un numero di donne e bambini sufficiente a far sbarcare tutti. Poi, nel caso in questione, a provocare l’annegamento non è stata una disgrazia bensì i clandestini stessi, che quando si è avvicinata la nave della ONG si sono spostati tutti su un lato facendo rovesciare la barca (come quelli, tempo fa, che hanno dato fuoco alle coperte e poi per sfuggire al fuoco si sono spostati tutti su un lato e hanno fatto rovesciare la barca, finendo tutti in mare). Forzando un pelino, ma proprio un pelino microscopico, si potrebbe dire che se non fosse arrivata la nave ONG loro non si sarebbero spostati, la barca non si sarebbe rovesciata e loro non sarebbero annegati.

Restando in tema di clandestini e negrieri, almeno uno con le palle all’Unione Europea c’è:

Cambiando invece totalmente tema, andando molto controcorrente rispetto a tutti quelli con cui normalmente concordo, dico che ho piena fiducia in Trump. Oltre al fatto sacrosanto che non si vede perché debba essere sempre e solo l’America a mandare i suoi uomini a morire per le cause giuste mentre l’Europa se ne sta col culo al caldo a guardare e a criticare, c’è che è già successo altre volte che si è detto ma cosa gli viene in mente ma è impazzito questo è un tradimento dei più fedeli alleati, dimenticando che Trump non è un giocatore d’azzardo bensì di scacchi, che calcola le mosse sulla lunga distanza, e finora è sempre risultato che alla fine aveva avuto ragione lui. E dunque anche stavolta sono ragionevolmente sicura che sa quello che fa, e mi fido di lui.

barbara

SENZA SPERONARE MOTOVEDETTE

Non sale nelle navi ong. Non fa politica radical chic in televisione. Non fa il fenomeno speronando la nostra guardia costiera. Non ha bisogno di andare a parlare nei parlamenti di mezzo mondo a raccontare quanto bravo è stato e quanto razzista è l’Europa che chiude i confini. Negli ultimi anni la sua fondazione ha aiutato oltre 1 milione di bambini in Africa con oltre 26 milioni di dollari di donazioni. Ha costruito 83 scuole tra Botswana, Malawi, sud Africa, Namibia e Zambia. Ha coinvolto, nei suoi programmi, migliaia di insegnanti ed oltre 1500 scuole.

Ma lui è Roger Federer. No Richard Gere, Rakete, Saviano o amenità varie. Altro mondo. Lui è un fenomeno in tutto.

Michele Sgariglia, 12 agosto

Roger Federer
Qui qualche altra notizia.

barbara

PERCHÉ VOGLIAMO ACCOGLIERE I “MIGRANTI”?

Perché siamo buoni? Perché siamo generosi? Perché li vogliamo aiutare? Per offrire loro una vita migliore? MAPPEPPIACIERE! Li vogliamo perché ci servono!

Che infatti chi è qui da noi con questo white power che ci attacchiamo in questa Europa bianca morta, chi è che sa come si fa a coltivare il grano, eh? Voi per caso conoscete qualcuno che lo sappia fare? No, eh! E a questi nostri bambini rachitici perché noi non gli sappiamo fare i massaggi, ci pensate, voi? No, eh! Quanto ai mulini a costo zero su cui l’amico Marcoz ha scioccamente ironizzato in un altro blog (“Mulini a costo zero e massaggi per le ossa. Niente su moto perpetuo e su metodi naturali per sconfiggere il cancro?”), rispondo quello che gli ho già risposto di là: sono perfettamente fattibili: si attacca il negro alla macina e lo si fa girare girare girare. Dargli da mangiare non è necessario, tanto quando muore  le ONG te ne procurano un’altra carrettata. Poi il cadavere lo vendi alle industrie di cibo per animali, così ti rende anche da morto. Tutto come ai bei tempi antichi: trecento anni fa le navi negriere andavano in Africa a prelevare gli schiavi negri che i razziatori locali avevano già provveduto a fargli trovare pronti per coltivare il cotone (senza tuttavia dimenticare che in quanto a razzie e schiavitù i negri non hanno né l’esclusiva, né la preponderanza), oggi le navi negriere vanno in Africa a prelevare gli schiavi negri che i razziatori locali hanno già provveduto a fargli trovare pronti per raccogliere angurie (o altro) a poco più di un euro al quintale, o per ingrassare la mafia del traffico di droga, della prostituzione, o di traffici minori come quello del pizzo ai parcheggi per non far trovare le auto con le fiancate sfregiate eccetera. O per il traffico di organi. Poi magari a tempo perso ci facciamo anche insegnare come si fa a coltivare il grano, o come si fanno crescere i bambini con le ossa sane. L’unica cosa che non mi torna sono i Nobel che vengono tutti vinti dai sudamericani: io sapevo che a vincerne uno sfracello erano gli ebrei, che stiamo invece facendo scappare dall’Europa a decine di migliaia. Ah già, anche a questo effettivamente ci servono un sacco i “migranti”, che si stanno dando molto da fare a farli scappare.

Quanto a questa Europa bianca morta, bisogna effettivamente riconoscere che l’impegno a farla diventare sempre meno bianca e sempre più morta ha fatto un salto di qualità con la nomina al parlamento europeo delle criminali Christine Lagarde e Ursula von der Leyen e del delirante David Sassoli (“le ong sanno che la porta del Parlamento europeo è sempre aperta: la apriremo ancora di più”). E per quanto riguarda la nave negriera le cui vicende hanno tenuto banco nelle ultime settimane, lo sapevate che la signora (mi rifiuto di attribuirle titoli istituzionali) che ha messo in libertà senza alcun tipo di limitazione la deportatrice di schiavi negri è stata in passato accusata di calunnia, falso ideologico e abuso?

Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!

Sic transit gloria mundi

barbara

SEA-WATCH E DINTORNI

Un paio di domandine facili facili.

1. Dice che dopo quattordici giorni in mare – dopo quattordici giorni che la signora capitana li trascina in giro per il mare – sono stremati: quanti giorni sarebbero occorsi per arrivare in Olanda, Paese di cui l’imbarcazione batte bandiera?

2. La signora capitana afferma che “deve salvarli”; rubo le parole a Toscano irriverente: salvarli da cosa, esattamente?

3. La Libia, si narra, è un autentico lager, sevizie, stupri, ruberie: come mai a nessuno degli efferati aguzzini in quei lager che fanno impallidire le SS e i loro campi di sterminio viene mai in mente di rubargli gli smartphone?

Abbiate pazienza, ma sono una bimba un po’ tarda e forse anche torda: se le cose non me le spiegano bene faccio un po’ fatica a capirle. Una che invece non mi sembra né tarda né torda è Giorgia Meloni:

PS: forse però il motivo per cui non li ha portati in Olanda c’è:
mappa nautica
barbara

L’INTERVENTO DI MATTARELLA: QUALCHE UTILE PUNTUALIZZAZIONE

POTERI

Qualcuno è convinto che, visto che la costituzione afferma che il capo dello stato è anche capo delle forze armate, lo stesso capo dello stato può stabilire se una nave militare può o non può attraccare nei porti italiani.
Un po’ come dire che il ministro dell’interno può stabilire se un commissario di polizia di Frosinone debba o non debba emettere un fermo a carico di Tizio. O che il ministro della pubblica istruzione può stabilire chi promuovere e chi bocciare fra i candidati alla maturità.
In quanto capo delle forze armate il presidente della repubblica presiede il consiglio supremo di difesa di cui fanno parte anche il presidente del consiglio, il ministro della difesa, il capo di Stato maggiore della difesa, nonché i ministri di interno, esteri, tesoro e industria e commercio.
La funzione presidenziale di capo delle forze armate si esplicita in una guida generale e collegiale delle operazioni relative alla difesa, e non dà, con tutta evidenza, al capo dello stato il potere di decidere, DA SOLO tra l’altro, se una nave militare carica di clandestini possa o non possa attraccare in un porto italiano.
Ormai però la sgangherata sinistra italiana vede nel capo dello stato un prezioso salvagente.
Prima hanno stabilito che, visto che il capo dello stato nomina il presidente del consiglio e, su proposta di questo, i ministri sarebbe possibile al capo dello stato ignorare il risultato elettorale e nominare chi gli pare e piace. A cosa diavolo servano le elezioni resta in questo modo un mistero.
Poi trasformano la facoltà di indirizzo generale delle forze armate in un potere discrezionale su tutto ciò che riguarda, direttamente o indirettamente le stesse.
Governo e parlamento non conterebbero una mazza e tutti i poteri reali sarebbero del capo dello stato, eletto da una maggioranza del tutto diversa dalla attuale e, non dimentichiamolo, frutto di una legge elettorale dichiarata incostituzionale.
E poi questi signori pretendono di essere autentici democratici garantisti.
Stanno scherzando col fuoco.

Come sempre, del Grande Saggio Giovanni Bernardini, che ha il coraggio di dire quello che è davanti agli occhi di tutti ma che nessuno osa dire, condivido anche le virgole. A questo faccio seguire un – – articolo (la doppia lineetta è dovuta al fatto che ho messo e via via levato almeno una mezza dozzina di aggettivi; levati perché mi sembra che non esistano aggettivi all’altezza di – – di questa roba) di Enrico Mentana, che pare si stia sempre più specializzando nell’arte di farla fuori dal vaso. Inserirò, come ormai mia inveterata abitudine, alcuni commenti in corsivo.

Enrico Mentana

13 luglio alle ore 11:44

Sulla vicenda Salvini-Mattarella-migranti sarebbe il caso di uscire dalla solita logica da stadio, quella del tifo a prescindere. E non sarebbe difficile farlo: basterebbe aspettare pochi giorni. Alfredo Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Giovanni Falcone,
? Perché questa aggiunta? Essere parenti di persone assassinate dalla mafia è un titolo di merito? Conferisce maggiore intelligenza? Maggiore acutezza? Maggiore lungimiranza? Maggiore equilibrio? Maggiore indipendenza di pensiero? Maggiore imparzialità? E, a parte questo, che cosa ha a che fare col merito della questione, ossia “quel che accadde davvero a bordo della nave italiana Vos Thalassa”?

è uno stimato
stimato è un valore assoluto? C’erano un sacco di persone che non stimavano per niente Falcone, per dire: questo significa che Falcone valeva di meno?

magistrato da sempre impegnato nella sua Sicilia.
E questo che cosa ha a che fare col merito della questione, ossia “quel che accadde davvero a bordo della nave italiana Vos Thalassa”?

È il procuratore di Trapani, e nelle sue mani sono le indagini su quel che accadde davvero a bordo della nave italiana Vos Thalassa dopo il salvataggio dei 67 migranti.
Che si sia trattato di salvataggio è una sua personale opinione, signor Mentana. E quei signori erano clandestini.

Non è in apparenza un’indagine proibitiva: il comandante e i dodici membri dell’equipaggio sono tutti italiani, esiste traccia e registrazione dei messaggi inviati alla nostra Guardia Costiera, sono a disposizione degli inquirenti anche gli uomini della nave Diciotti si cui sono stati trasferiti i migranti
clandestini

dalla Vos Thalassa. Ora sono a disposizione delle autorità giudiziarie anche gli stessi 67 migranti, infine sbarcati nel porto siciliano. Non era pensabile che una nave della Guardia Costiera italiana non potesse entrare in uno scalo portuale italiano per decisione del governo italiano,
non so se gliel’hanno detto, signor Mentana, ma Matteo Salvini è il ministro dell’Interno, non il capo del governo. Non è mica reato informarsi sulle cose di cui si intende scrivere, sa. A parte questo, davvero non è pensabile che a una nave italiana sia negato l’ingresso in uno scalo portuale italiano? E se, per dire, trasportasse qualche tonnellata di droga? Nessuno avrebbe il diritto di bloccarla?

né che qualcuno – migrante o membro di uno dei due equipaggi – potesse essere indagato o addirittura arrestato per diktat ministeriale.
Alla fine magari si scoprirà che i soli due sospettati (e allo stato nulla più)
ehm, no. Se lei avesse solo aspettato un po’ prima di scrivere questo cumulo di cazzate, avrebbe saputo che non è esattamente così che stanno le cose.

si saranno macchiati di reati terribili, e saranno processati e condannati di conseguenza. Oppure no. Ma le leggi e le pene non sono il frutto di paure o pulsioni.
Esatto, signor Mentana: non è che lei può far diventare sbagliato tutto quello che dice o fa Salvini solo perché Salvini le è antipatico.

Il diritto è freddo, nell’interesse di tutti.
Di tutti, bravo, non solo di negrieri e scafisti e Ong loro complici, a suon di miliardi di euro.

Dev’essere giusto, non esemplare. Le manette, il buttar via la chiave, di fronte a fatti specifici in pieno svolgimento, non dovrebbero mai essere evocati dai politici, di governo o di opposizione, e a maggior ragione da chi ricopre ruoli istituzionali. Se poi ci si vuole sfogare ci sono i social, dove si legge ogni tipo di nefandezza
di cui certi giornalistucoli approfittano a piene mani, vero Mentana?

(e tra qualche secondo ne leggerete anche sotto questo post, immancabilmente). Ma lo stato di diritto non è uno stato d’animo.
Ma lo stato di diritto non è uno stato d’animo. Concordo al cento per cento.

E passiamo a un articolo, che sembra un pelino smentire le idiozie sparate dal signor Mentana.

Vos Thalassa, fermati i due indagati

Fermati, Mentana, fermati: non “sospettati (e allo stato nulla più)”

Pubblicato il: 14/07/2018 20:33

Si aggrava la posizione dei due giovani migranti indagati per i tafferugli sulla nave Vos Thalassa, sbarcati due giorni fa dalla Nave Diciotti a Trapani. Il sudanese e il ghanese sono stati fermati dalla Procura di Trapani. Adesso non sono più accusati di violenza privata in concorso ma devono rispondere anche di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale aggravata e continuata. I due sono anche accusati di concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I due, si legge nell’atto di accusa della Procura di Trapani, “in concorso tra loro e con altre persone in numero complessivo maggiore di dieci allo stato non compiutamente identificate, usavano violenza e minaccia per opporsi al marinaio di guardia, al primo ufficiale, e al Comandante della Vos Thalassa Corneliu Dobrescu, mentre compivano un atto di ufficio e di servizio, quindi, usavano violenza e minaccia per costringere il comandante a compiere un atto contrario ai propri doveri o, comunque, per influire su di lui”.
In particolare, “dopo che il rimorchiatore Vos Thalassa (al cui comando vi era Corneliu Dobrescu) aveva proceduto al soccorso in area SAR Libica di 67 migranti di diversa nazionalità dandone comunicazione ad MRCC Roma che, a sua volta, interessava la Guardia Costiera Libica (competente in relazione alla zona SAR all’interno della quale era stato effettuato il soccorso) riservandosi di indicare ulteriori istruzioni e, dopo aver ricevuto direttive da parte della Guardia Costiera Libica di dirigersi verso le coste africane al fine di effettuare il trasbordo dei migranti su una motovedetta libica, gli indagati – unitamente ad altri soggetti allo stato non compiutamente identificati – dapprima accerchiavano, spintonavano, minacciavano ripetutamente di morte (mimando al contempo il gesto di tagliargli la gola e di gettarlo in mare) il marinaio di guardia al quale facevano notare che il rimorchiatore stava facendo rotta verso la Libia, quindi, reiteravano tale contegno violento e minaccioso nei riguardi del Primo Ufficiale”, scrivono i pm di Trapani nel decreto di fermo.
“Tali reiterate condotte costringevano il Comandante dapprima ad invertire la rotta e fare ritorno presso il punto di soccorso, quindi a richiedere con urgenza l’intervento delle autorità italiane onde evitare l’incontro con motovedette libiche e scongiurare la situazione di grave pericolo e, da ultimo, a fare senz’altro rotta verso nord (cioè verso le coste italiane) onde ricevere i soccorsi della nave militare Diciotti – spiegano i magistrati guidati da Alfredo Morvillo – Con l’aggravante dell’aver commesso il fatto in un numero superiore a dieci. A bordo del rimorchiatore Vos Thalassa (battente bandiera italiana), la notte tra l’8 ed il 9 luglio 2018”. (qui)

Vede, signor Mentana? Bastava aspettare solo un pochino, informarsi, ragionare con la testa e non con la pancia, e tutte quelle puttanate se le sarebbe risparmiate. Aggiungo ancora due parole di Kawtar Barghout, marocchina residente in Italia.

I pro – migranti un giorno dovranno rispondere per schiavismo e deportazione.
I gravi crimini contro l’umanità che state compiendo ai danni della meglio gioventù africana vi costeranno caro.
Non siamo nati ieri. Volete sradicare un popolo per continuare a rubare le sue ricchezze.
Ci guadagnate in Africa perché non ci saranno giovani che si ribelleranno ai vostri furti e ci guadagnate in Europa ad avere schiavi a basso costo.
Li mandate a morire in mare come i turchi mandavano gli armeni a morire nel deserto per poi godervi i loro averi.

Infine due parole su quella povera mamma morta in acqua insieme al suo figlioletto che tanto ha scosso le anime sensibili: non è vero niente, era una balla, non c’è stata nessuna mamma con figlio morta in acqua:

«Ne siamo sicuri, quando siamo andati via non c’era più nessuno in acqua». A parlare sono due giornalisti: Nadja Kriewald della tv tedesca N-tv e Emad Matoug freelance libico che nella notte di lunedì hanno assistito al salvataggio del gommone alla deriva. I due reporter erano sulla motovedetta libica e sostengono che quando le operazioni di salvataggio di 158 persone sono terminate non era rimasto più nessun corpo in mare.  (qui)

barbara

LE MORTI IN MARE

Chiariamo una cosa. La morte in mare di emigranti non è causata dalla chiusura dei porti italiani disposta da Salvini. È causata dal tentativo degli scafisti di farglieli riaprire.
Basta una semplice constatazione. Gli scafisti prendono 5.000 euro da ogni persona che mettono sui gommoni. Nell’anno di punta, in Italia sono entrati 180.000 clandestini. A 5.000 euro a testa, fanno 900 MILIONI DI EURO ALL’ANNO.
(E ha poco senso obiettare che qualcuno paga SOLO 3.000 euro. Si tratta comunque di non meno di mezzo miliardo l’anno. E al calcolo sfuggono gli “sbarchi fantasma”).
Di fronte a una misura che da un momento all’altro azzera i suoi vertiginosi guadagni, pensate che la mafia degli scafisti si ritiri in buon ordine? Che faccia spallucce e rinunci ad accumulare miliardi? Se lo pensate, non continuate a leggere. Il vostro livello intellettuale è quello di un’ameba, non potreste capire.
Se invece avete un’intelligenza superiore a quella di un’ameba, capirete che l’unica risposta possibile alle domande precedenti è NO.
Che cosa possono fare gli scafisti per riavviare il loro lucroso commercio di schiavi? Semplice, fare leva sull’arma più efficace a loro disposizione: il ricatto morale. Un’arma usata dai sequestratori, dai terroristi e da tante altre personcine ammodo.
Il trucco è elementare: si aumentano i morti in mare, così l’opinione pubblica, che subisce ogni giorno un profondo e capillare lavaggio del cervello da parte di chi, a sua volta, ricava ingenti vantaggi dall’invasione africana, mette in relazione i morti con la chiusura dei porti. Chiudono i porti, aumentano gli annegati: quindi la chiusura dei porti fa annegare la gente. Post hoc, ergo propter hoc.
I naufragi avvengono a 6 chilometri dalle coste libiche e a 450 chilometri da quelle italiane. Solo un imbecille potrebbe mettere in relazione diretta di causa-effetto i due eventi sopra richiamati. Se i gommoni sono in difficoltà appena partiti dalla Libia, perché dovrebbero essere portati a 450 miglia di distanza? E da chi, poi? Le acque territoriali libiche sono giustamente pattugliate dalle motovedette libiche, che ovviamente, dovendo mettere in salvo persone, li portano sulla costa più vicina, quella libica.
Ma questo elementare ragionamento è troppo difficile per i cervelletti sinistri, pieni di segatura centrifugata dalla propaganda di chi è in combutta morale e materiale con gli scafisti.
A costoro sfugge la verità lapalissiana: un naufragio a 6 chilometri dalla costa non è un evento casuale, dovuto alla sfortuna, e che possa essere prevenuto solo allineando navi ONG davanti alla Libia. È un evento voluto e accuratamente preparato. Si mettono in mare gommoni da 50 posti, stipati con 400 persone, e per giunta si lasciano nei loro serbatoi due gocce di benzina. I morti sono cercati, sono programmati, in quanto necessari al compimento del piano criminoso degli scafisti. Quei morti servono a esercitare un ricatto morale: “Ah, vuoi rovinarci chiudendo i porti? E noi ammazziamo sempre più gente per addossartene la colpa. Alla fine dovrai cedere, dovrai riaprire i porti e farci riprendere i nostri traffici di carne umana da un miliardo l’anno”.
Il cinico e spietato calcolo poggia sulla dabbenaggine, sull’immensa stupidità di chi è abituato a bersi tutte le panzane del Pensiero Unico di sinistra, da anni divulgato dalla dittatura dell’informazione, che ha fatto fuori dalle TV tutti i giornalisti non allineati.
È troppo difficile, per chi da tempo immemorabile ha rinunciato a esercitare il benché minimo spirito critico, rendersi conto che gli scafisti trattano i trasportati come merce. Gli agricoltori, quando il prezzo delle arance crolla, ne mandano tonnellate al macero: così le rimanenti acquistano valore. Gli scafisti si comportano allo stesso modo: la loro merce umana non rende più? Ne ammazzano qualche decina di migliaia di capi, per riaprire il mercato; e per giunta fabbricano foto taroccate con bambolotti bianchi spacciati per bambini africani; con gente a faccia in giù nell’acqua, che dovrebbe essere annegata, ma muove braccia e gambe perché non sa fare il morto a galla. Tutta l’industria del falso foto-cinematografico (ben nota col soprannome di PALLYWOOD) viene messa in moto. E immancabilmente ci sono persone che abboccano come pesci all’amo. Non si tratta solo di stupidi. Magari sono anche in gamba nel loro lavoro, ma quando si tratta di propaganda politica, fosse anche la più marcia e inverosimile, perdono la ragione. E li vedi sospirare e lacrimare per finti morti. E li vedi puntare il dito su chi viene ricattato, mai sul ricattatore.
Supponiamo (è come fare un disegnino, per farlo capire a chi proprio non ce la fa) che un delinquente sequestri un bambino e venga da te puntando una pistola alla tempia del bambino; e poi ti dica: “Se non mi dai un milione di euro, faccio saltare il cervello al bambino”. Tu non gli dai il milione, e lui spara. Di chi è la colpa della morte del bambino? Secondo la logica della sinistra è tua, perché non hai ceduto al ricatto morale del delinquente. Si rifiutano di riconoscere che l’unico colpevole è il sequestratore assassino. Sono incapaci di riflettere che, quand’anche tu avessi ceduto al ricatto, il giorno dopo sarebbero arrivati due rapitori con due bambini e due pistole, e il giorno dopo ancora ne sarebbero arrivati quattro. Fino a spogliarti di ogni avere, fossi pure l’uomo più ricco del mondo. Nel frattempo avrebbero comunque ammazzato qualche bambino, per metterti pressione.
Per la sinistra è colpevole chi non cede al ricatto, non chi ricatta. Con la stessa logica, dovrebbero dire che chi non paga il pizzo è un assassino, se la mafia gli ammazza il fratello.
Con la logica della sinistra, non è colpevole chi fa un traffico schifoso, immondo, di carne umana. Non è colpevole lo scafista, né la ONG, che collabora con gli scafisti, organizzando il trasbordo degli schiavi, né le Onlus che prendono 5 miliardi all’anno dallo Stato italiano per arricchirsi sulla pelle dei clandestini. Meno che mai, poi, è colpevole il PD, che a partire dall’operazione Mare Nostrum ha moltiplicato per 10 questa migrazione di massa.
Questa incoerenza logica ha la sua radice nell’ipocrisia più verminosa di un PD assetato di potere. Dato che gli italiani non lo votano più, allora sostituiamoli con gli africani, che per riconoscenza lo voteranno, appena sarà loro regalata la cittadinanza. Che poi gli italiani siano costretti a vedere bivacchi ovunque, che non si sentano più sicuri di uscire di casa per non incappare in qualcuno che li rapina, li stupra, li accoltella, li uccide; o per paura di trovare la casa occupata da chi pensa che ormai l’Italia è roba sua; tutto questo non ha alcuna importanza. Gli italiani possono crepare, tanto non votano più PD.
Per smascherare gli sciacalli, come si vede, basta fare due più due. Lo possono fare tutti. Ma gli sciacalli continueranno a diffondere le loro proterve menzogne. Loro, i veri schiavisti e razzisti. Perché da decenni hanno in mano le leve per manipolare l’opinione pubblica. Che, se apre gli occhi, non è perché qualcuno l’abbia fatta ragionare. È perché ha sbattuto il muso sulla realtà, si è fatta male, e da allora crede più ai propri lividi che alle panzane.”

Enrico Casaburi (che non ho idea di chi sia, ma di sicuro è uno che sa far funzionare la testa)

Concludo con questo delizioso video

(traduco riassumendo dalla nota che accompagna il video) Siamo davanti alla costa libica, e la guardia costiera libica si accinge a “salvare” gli occupanti di un gommone. Guardateli: tutti uomini, e il gommone fermo, non tenta neppure di muoversi, semplicemente aspettano di venire recuperati da una delle due navi di una Ong spagnola che fino a poco prima (prima che arrivasse la guardia costiera libica) erano state nelle vicinanze pronte a raccoglierli.

Di sicuro nessuno può immaginare che quella gente abbia pensato per un solo momento di accingersi ad attraversare il Mediterraneo.

barbara

A PROPOSITO DI QUEI TRE BAMBINI TRAGICAMENTE VESTITI DI ROSSO

Comincio con questo post, che analizza alcune parti di un “normale” articolo tutto pancia e sentimento.

Strumentalizzare le notizie sui migranti 1

Questo articolo è decisamente polemico verso un certo modo di dare le notizie mescolando fatti ed opinioni in maniera che appaiano “pro domo sua”; più che della questione migranti, ma questi giochi i media li fanno spesso. Una fake news non è una notizia al 100% falsa, anzi le migliori fake news son notizie in cui l’80% è vero, il 10% inventato e il restante 10% omesso. È con l’omesso e l’inventato che spingono il vero a supportare l’interpretazione della notizia verso la direzione voluta.

Sotto è riportato un articolo che tratta del presunto naufragio di 120 migranti;

fonte: http://www.corriereromagna.it/news/cesena/27300/sono-120-vittime-le-vittime-su-un-gommone-alla-deriva.html

CESENA

«Sono 120 vittime le vittime su un gommone alla deriva»
L’esperienza da incubo vissuta da una giovane cesenate
27/06/2018 – 15:34
«Sono 120 vittime le vittime su un gommone alla deriva»
CESENA. Ha 25 anni ed ha appena vissuto un’esperienza che segnerebbe gli incubi di tutti. [piccola nota pedante da prof in pensione: a me le esperienze drammatiche segnano la vita, disturbano il sonno e provocano incubi. Cosa vuol dire “segnare gli incubi”?] A vita.

Giulia Bertoni, cesenate, ha vissuto da volontaria a bordo della nave di una Ong per alcune settimane. Ed ha dovuto assistere impotente al diniego di un salvataggio. (…)
«Ho ancora gli incubi ed i sensi di colpa per quella notte – ha raccontato a Repubblica – Sono 120 le persone su un gommone probabilmente annegate pur avendo la salvezza vicina. Hanno attraversato deserto e violenze. Vicino a loro c’era un mercantile che non si è mosso. A noi il coordinamento della capitaneria italiana a Roma ci ha imposto di non andare a soccorso. Noi abbiamo ubbidito, sbagliando. La mattina solo una giacca galleggiate era l’unica cosa rimasta in mare». (…)

presentata così la notizia sembra che da roma sia arrivato un ordine secco: “non muovetevi”. In realtà la vicenda si è svolta in maniera leggermente diversa, come si scopre leggendo in seguito; roma non da un ordine secco: “non andate” quanto risponde: “noi non siamo competenti, contattate i libici”. La differenza sembra piccola ma è sostanziale.

«La notte del giorno 18 ero di vedetta. Turni di 4 ore sul ponte della barca, al radar a controllare un mare sempre più mosso. Il nostro segnale radar non funzionava e quindi non eravamo visibili a nessuno. Ma abbiamo potuto comunque sentire su un canale delle emergenze, la conversazione tra un aereo (che segnalava ad 11 miglia un gommone con 120 persone) e una nave mercantile vicina e disponibile ad aiutare. Dopo vari scambi in realtà nessuno si è mosso per quel gommone. Ma li c’erano dei disperati al buio, con le onde che crescevano. Allora abbiamo deciso di chiamare il coordinamento a Roma».
«Cosa ci hanno risposto dal coordinamento? In sintesi non ci riguarda, chiamate la capitaneria libica – spiega la 25enne cesenate – Noi per rispettare il codice di condotta che ci obbliga a non superare le 24 miglia dalla Libia a meno che non ci sia un ordine, ci siamo allontanati. Non abbiamo soccorso il gommone in difficoltà».

Roma non ha detto di non andare in aiuto; ha detto che l’SOS era nella zona di competenza libica e che quindi erano da contattare le autorità libiche. E questo spiega molte cose; il centro di coordinamento di Roma non può autorizzare interventi al di fuori della propria zona SAR; nella zona libica, per le norme internazionali, son competenti le autorità libiche. Anche se Roma avesse autorizzato, l’autorizzazione era carta straccia e non sarebbe stata opponibile alle autorità libiche in caso di “problemi” e in più poteva causare qualche “imbarazzo” diplomatico con le autorità libiche.
Il 10% omesso: di cui parlavo sopra: roma non è competente, roma non può autorizzare e anche se avesse autorizzato tale autorizzazione sarebbe stata carta straccia.
Faccio notare come lo scrivere: “A noi il coordinamento della capitaneria italiana a Roma ci ha imposto di non andare a soccorso.” invece di scrivere: “Non siamo competenti; dovete contattare i libici” faccia interpretare la vicenda in maniera profondamente diversa.

Non sono stati nemmeno chiamati i Libici: «Il capitano non ha voluto, non so il perché. I migranti? Quella notte la Lifeline, più grande anche di noi che ci occupiamo di primo soccorso, era molto lontana.

Altra frase che ci fa porre delle domande anche gravi; perché il capitano non è intervenuto? Dare la colpa a roma è un pretesto infantile in quanto Roma non ha il potere di autorizzare l’intervento fuori dalla propria zona SAR. Quali sono i motivi reali per i quali non si son mossi? perché non hanno contattato le autorità libiche? Volendo fare il gombloddista fino alla fine, perché la nave navigava con il segnale radar non funzionante? avaria o spegnimento volontario?

Alla mattina è arrivata in zona e abbiamo pattugliato le acque dove avrebbe dovuto essere il gommone, restando comunque nei limiti. Di quelle persone nessun segno. Morte, probabilmente, annegate mentre noi tutti stavamo fermi. Della guardia costiera libica mai visto traccia». (…)

Io vedo un incendio, non chiamo il 115 e poi mi lagno che non sono arrivati i pompieri. Se li avessi avvisati poi potrei giustamente recriminare per il loro mancato arrivo, ma se non lancio l’allarme?

Un’Europa che si sta dimostrando razzista, secondo la 25enne cesenate: «Sono sicura che se ci fossero stati 100 tedeschi o italiani a bordo, nessuno avrebbe accettato questi ordini. E invece quel gommone con 120 persone è stato fatto affondare».

Ecco il 10% di impressioni e di opinioni che servono per piegare l’80%; velatamente si scrive che son stati fatti morire perché erano migranti e non perché erano cittadini europei. Che raccordato con la frase ad inizio articolo: “A noi il coordinamento della capitaneria italiana a Roma ci ha imposto di non andare a soccorso. ” porta il lettore, distratto, a concludere Italiani rassisti.
Peccato che all’interno dell’articolo emergano alcuni punti, diciamo controversi. Punti che una volta notati paradossalmente portano a pensare che si stia cercando un pretesto per attaccare il governo italiano. La nave sta ferma perché Roma non da un ordine che non poteva legittimamente dare, la nave non contatta i libici ma la colpa è del razzismo europeo. Alla fine molti finiranno a pensare: le solite finction strappalacrime fatte per indurre sensi di colpa.
Zappa sui piedi che si traduce in propaganda pro Salvini. E poi ci si stupisce che Salvini, nonostante le cazzate colossali, continui ad avere seguito, anzi dia l’impressione di essere più convincente. (qui)

Proseguo con questo post appartenente al genere cuore-che-sanguina, in cui inserirò qualche nota in corsivo.

Tre bimbi vestiti di rosso

[Che “bimbi” fa molto più strappacuore del banale bambini]

Li hanno vestiti di rosso, perché speravano così che in mare sarebbero stati più visibili, e sarebbero stati salvati.
[Nel senso che sapevano che avrebbero fatto naufragio, che tutti sarebbero finiti in acqua, che moltissimi sarebbero annegati, e ci hanno portato lo stesso i bambini ma con la precauzione di vestirli di rosso? Ma che carini! Ma che amore di genitori! Ma quanta prudente sollecitudine!]

Non è bastato. Non sono bastati i vestitini rossi e le scarpine allacciate con amore per salvarli dalla paura, dall’acqua e dalla morte.
[Nel senso che se qualcuno mi allaccia le scarpe con amore poi non rischio più di avere paura? Meno che mai di morire? Ganzo!]

Pensateci, voi che avete commentato sotto l’immagine di quei poveri corpicini scrivendo: “Tanto vale che siano morti, tanto qui sarebbero diventati delinquenti e spacciatori”.
Pensateci, ogni volta che allacciate ai vostri figli le scarpine, ogni volta che scegliete per loro un vestitino, un maglione, un paio di calzettoni.
[Nel senso che se compro un paio di calzettoni per mio figlio sono obbligata a pensare che tanto poi muore lo stesso?]

Pensateci, voi che con quei gesti vi definite buoni padri e madri, e brave persone.
[Nel senso che se un bambino muore con le scarpe addosso perdo il diritto di ritenermi una buona madre e anche una brava persona? Cioè che fra me e Mengele non c’è praticamente nessuna differenza?]

Pensateci, e pregate che i vostri dei siano più magnanimi di voi e il fato non voglia rendervi la pariglia.
[? Pariglia? Questa ho qualche difficoltà a seguirla]

Pregate che non vi tocchi mai allacciare scarpine e scegliere il colore di un vestito sperando che questo possa forse evitare ai vostri figli la morte.
[Posso fare una battutaccia beceramente misogina se non addirittura quasi fallocratica? Solo una professoressa zitella racchia frustrata appartenente alla razza moralmente superiore di quelli di sinistra può arrivare a questi livelli di vomitevole cinismo]

Erano vestiti di rosso, erano tre bimbi.
[Eggià, eran trecento eran giovani e forti ma porcaputtana sono morti lo stesso]

Non fate finta che la cosa non vi riguardi, non è così.
[Ecco, ti sei scaricata la coscienza: contenta?]
Qui. (Visto? Ho citato la fonte. Non ho tentato di spacciare per mio questo sublime capolavoro come fanno quelli invidiosi della tua eccelsa arte, quindi non avrai bisogno di fare un altro post per denunciare le internettian-blogghistiche malefatte perpetrate ai tuoi danni)

Infine una riflessione su questa foto,
bimbo in rosso
pubblicata da Michael Sfaradi su FB.

Salve a tutti. Sono anni che analizzo le fotografie pubblicate dai media e scoprire i falsi è ormai diventato un Hobby.

Le foto generalmente ritraggono momenti agghiaccianti che, a prima vista, non ci permettono di ragionare, i sentimenti hanno ragione sulla razionalità. Pallywood ci ha tristemente abituato a queste ciniche rappresentazioni. Ricorderete i giocattoli nuovissimi e pulitissimi e gli zainetti nuovi di fabbrica poggiati sulle macerie [qui, ndb]. La foto che vi faccio vedere è una di quelle dei tre bambini morti nel naufragio davanti alle coste libiche, sinceramente non so se è un falso ma qualche dubbio mi viene. Innanzitutto le ombre dei due uomini sulla sinistra non sono parallele e quella dell’uomo con la divisa blu va in altra direzione. I vestiti del bambino sono troppo puliti invernali a maniche lunghe (siamo in piena estate) e non sono bagnati, mentre le scarpette sono bene allacciate e anche loro nuovissime e asciutte. Dopo essere rimasto nell’acqua sarebbe almeno presumibile che le scarpe le avesse perse, difficile che un cadavere ripescato abbia ancora le scarpe, soprattutto quelle che non hanno i lacci ma dei semplici strap a feltro. Dalle pieghe dei pantaloncini, all’altezza delle ginocchia, si vede che non sono neanche umidi. Mentre i pantaloni della divisa blu sono bagnati lo si vede dal colore più scuro. Il bambino tiene il braccio sinistro, l’unico visibile, verso l’alto. un cadavere avrebbe il braccio a penzoloni e, soprattutto, dopo essere stato diverse ore in acqua avrebbe anche il pancino con rigonfiamenti post mortem, invece è liscio e uniforme.

Spero con tutto il cuore di non sbagliare e che si tratti di un falso teso solo a destabilizzare e a mantenere lo status quo.

RIPETO NON HO ALCUNA CERTEZZA, CONDIVIDO CON VOI I MIEI DUBBI

Prudentemente – e diplomaticamente – Sfaradi parla di dubbi; io, che non ho la responsabilità di un giornalista di professione come Sfaradi, ma ho in comune con lui una discreta competenza in fatto di foto tarocche, mi permetto di dire che di dubbi ce ne possono essere davvero pochi.
Alle osservazioni di Sfaradi aggiungo la posizione del tutto innaturale dell’uomo di spalle (chi porta un bambino lo tiene accostato al proprio corpo, non scostato di una buona ventina di centimetri, e tiene il busto eretto e non curvo in avanti, per non perdere l’equilibrio spostando il baricentro fuori dalla base del proprio corpo), mentre l’uomo di fronte ha la posizione di chi sta sorreggendo qualcosa, ma NON sta sorreggendo il bambino, senza contare che per portare un bambino di quella corporatura non servono di sicuro due uomini robusti.

Concludo con un augurio: voi, buoni di professione, voi che come avvoltoi, dalle vostre tiepide case, vi avventate famelici su ogni cadavere, meglio se bambino, per brandirlo contro i vostri avversari politici, voi che non solo non avete pietà per alcuna tragedia, ma arrivate addirittura a sperarle per farne un’arma politica, non vi augurerò che vi si sfaccia la casa, che la malattia vi impedisca, che i vostri nati torcano il viso da voi: mi limito ad augurarvi che il vostro marciume arrivi prima o poi a soffocarvi. Quando quel giorno arriverà, il mondo sarà sicuramente un posto migliore.

barbara