PROSEGUO CON LA CARRELLATA DI DELIRI

HORRESCO REFERENS.

Cito da “EX” , rivista degli emofilici e talassemici di Ravenna.
Numero del 4 maggio 2020.
Presso il centro emofilia e trombosi” A. Bianchi-Bonomi” di Milano svolge la sua attività la Dottoressa XXX, fisioterapista, OSTEOPATA e POSTUROLOGA.
La Dottoressa XXX si occupa della riabilitazione di tutti i pazienti emofilici con un trattamento riabilitativo\OSTEOPATICO adeguato.
Res ipsa loquitur. (Commento lasciato qui)

Trattamento osteopatico per l’emofilia. Poi si lamentano se qualche medico li tratta da ignoranti. Di osteopatia avevo già parlato qui. E a proposito di ciarlatanerie può essere utile questa cosa qui
fuffa
Tornando ai nostri temi consueti:
islam schiavista
Come mai nessuno dice che i più grandi schiavisti di neri sono stati i Musulmani?

Si crede che la schiavitù nei confronti delle popolazioni di colore sia stata soprattutto opera degli Occidentali. Non si parla degli Islamici, eppure questi dal VII secolo (quando è nato l’Islam) fino al XX secolo sono stati autori della schiavitù di circa 20 milioni di neri. Un motivo? Il Corano legittima la schiavitù!
A riguardo abbiamo selezionato un interessante articolo (“L’Islam e la tratta degli schiavi neri”) di Marco Di Matteo, pubblicato su “Il Timone”
Tra le tante menzogne storiografiche c’è la convinzione che la tratta degli schiavi rappresenti una pagina nera della storia umana da addebitare solo all’Occidente cristiano, mentre le comunità musulmane sarebbero state immuni da discriminazioni e pregiudizi razziali. [Anzi, di discriminazioni e pregiudizi si spacciano per vittime, ndb]
In realtà, come riconosce lo storico francese Pétré-Grenouilleau, «ci sono tanti esempi, sparsi nel tempo e nello spazio, che ci indicano come la presenza di schiavi non fosse di minore importanza nel mondo musulmano». Anzi, ribadisce l’economista belga Paul Bairoch, «rispetto al commercio di schiavi neri organizzato dagli Europei, il commercio di schiavi del mondo musulmano è iniziato prima, è durato più a lungo e, cosa più importante, ha colpito un numero maggiore di schiavi». D’altra parte il Corano legittima la schiavitù dei non musulmani (cfr. box). (continua)

E non solo gli schiavi neri sfruttati dai musulmani sono stati molti di più di quelli sfruttati dai bianchi, non solo quelli sfruttati dai bianchi venivano venduti loro dai musulmani, frutto di razzie condotte in parte personalmente da loro, in parte dai capitribù neri che poi li vendevano loro, ma va aggiunto che gli schiavi bianchi, sempre catturati e sfruttati dai musulmani, arabi o turchi, sono stati decisamente più numerosi di quelli neri (qui)

E poi guardate un po’ questa foto incredibile: esistono profughi senza smartphone di ultima generazione, senza magliette firmate, senza berrettini all’ultima moda! E niente ammucchiate di trentenni palestrati bensì mucchi di vecchi, donne, bambini.
profughi cristiani
Il perché di questa bizzarra anomalia ce lo spiega

Lorenzo Capellini Mion

Alla fine della preghiera serale in una moschea nella zona est di Al-Jerif, sulla sponda orientale del fiume Nilo Blu, gli imam hanno chiesto agli abitanti di cacciare i cristiani provenienti dal Sudan del Sud dalla “zona musulmana”.
Una fonte che ha richiesto l’anonimato ha raccontato tutto al Morning Star News.
Gli attacchi ai cristiani della zona sono arrivati a partire dalla sera stessa.
Così in un attacco Omdurman a ovest di Khartum, gruppi di giovani musulmani gridando lo slogan jihadista Allahu Akbar hanno pugnalato a morte un cristiano per strada e ne hanno ferito altri quattro.
Uno dei feriti versa in condizioni gravissime mentre il martirizzato si chiamava Mariel Bang aveva 35 anni e lascia la moglie e quattro figli di età compresa tra 1 e 4 anni.
In seguito sono state attaccate e ferite altre 3 donne.
“Bruceremo questo posto”, ha detto uno degli assalitori.
Intanto a Khartoum venivano attaccati altri cristiani, uno dei quali è in condizioni critiche dopo aver riportato ferite alla testa.
I musulmani che considerano l’area territorio Islamico e non accettano i rifugiati sud sudanesi vogliono cacciarli con la forza.
E sono i leader delle moschee ad incitare la folla chiamando alla guerra santa contro i sud sudanesi indicandoli come infedeli, criminali e produttori di alcolici.
Il giorno successivo, il 20 giugno, un altro gruppo di giovani musulmani ha dato fuoco a 16 tende di un campo dove vivevano i rifugiati nell’area di Al-Jerif East costringendo decine di poveri cristi ad una nuova fuga.
Nell’attacco sono rimasti feriti 10 cattolici sudanesi tra cui donne, giovani e vecchi.
Una donna cattolica rimasta ferita, di nome Achoul Deng, ha affermato che gli uomini musulmani hanno molestano sessualmente tutte le donne cristiane della zona.
“Questo problema ci disturba e non è accettabile ma cosa possiamo fare, mio Dio?”
In seguito gli attaccanti si sono autoproclamati come i Comitati di resistenza di Al-Jerif East (Hai-Gerief Shriq) attraverso i social media hanno rivendicato gli attacchi e i roghi ai campi dei rifugiati sud sudanesi. Nella loro dichiarazione di Facebook, criticano la polizia per non aver arrestato i cristiani per il crimine di essere cristiani.
Niente inchini per questi neri figli di un Dio minore, il razzismo deve essere declinato a senso unico ma ce accorgeremo presto, quando tutti vedranno e sarà tardi per tutto.

“Sarà”? Io ho l’impressione che sia già tardi per tutto. Convinzione che si rafforza ulteriormente con quello che arriva adesso:

Fulvio Del Deo

Gli vomiterei in faccia, a queste facce di culo. Le stesse che non battono ciglio per i ragazzini impiccati dal regime iraniano, che se ne fottono altamente delle ragazze cristiane violentate e uccise dai musulmani in Nigeria, che non muovono un dito contro la mattanza di omosessuali in Cecenia e in tutto il mondo avvelenato da maometto, che trovano usanze pittoresche da rispettare gli scafandri imposti alle donne somale, infibulate come Aisha, la moglie di 6 anni del pedofilo fondatore dell’islam.

Ed eccoli qui, ammirateli in tutta la loro bellezza:
so sorry
Qualcuno recentemente ha ipotizzato che si arriverà alle processioni di flagellanti: tranquilli, ci stiamo avvicinando a grandi passi. E qualcuno, a proposito dell’islam e delle sue nefandezze, tirato proditoriamente in ballo in tutta la faccenda, giustamente prende posizione
arcangelo gabriele
Poi abbiamo un episodio di censura per pornografia, e in effetti, per quanto la censura ci dispiaccia, dobbiamo riconoscere che qui la pornografia è VERAMENTE pesante:
FB paleolitico
Che altro? Ah sì, Gesù. Come sapete, è stato proposto di eliminare tutte le immagini di Gesù, che l’iconografia raffigura razzisticamente bianco. Quindi se fosse raffigurato nero andrebbe bene? Ehm… ecco…
madonna nera
E sempre in tema di razzismo e discriminazione:
polizia sessista
E ora una domanda: voi che mi state leggendo siete per caso di razza bianca? (Sì lo so, le razze non esistono, ma quella bianca è comunque una razza inferiore) Ebbene, in tal caso sappiate che le vostre vite non valgono più della merda di cane che vi capita occasionalmente di pestare, sentenza legittimata e garantita dall’università di Cambridge:
whitness
E concludo con questo pezzo dedicato a tutti quelli che “non respirano” in nome di George Floyd.

“Io non respiro.”

Ermanno, Alessandro e Daniele non respirano più, sono stati massacrati da Kabobo (Ghana) a picconate.

Vincenzo e Mercedes non respirano più: uccisi da Kamara (Costa d’Avorio): Vincenzo morì sgozzato, Mercedes violentata e poi lanciata dal balcone.

Pamela non respira più, drogata, violentata e fatta a pezzi da Oseghale (Nigeria).

Desiree non respira più, violentata e uccisa da Chima, Gara, Salia e Minthe (Senegal e Nigeria).

Stefano non respira più, sgozzato alle spalle da Said (Marocco), era invidioso del suo sorriso.

Pierluigi e Matteo non respirano più, uccisi da Alejandro (Repubblica Domenicana).

Ulderico non respira più, ucciso a mani nude da Idimudia (Nigeria).

Potremmo andare avanti per giorni a ricordare i Nostri connazionali trucidati.
Senza contare stupri, rapine e spaccio, altrimenti ci vorrebbe un anno.
Loro non respirano più, per colpa di chi in questi anni ha favorito l’ingresso clandestino in Italia di numerosi criminali.
Molti di quelli che si sono inginocchiati portano sulle spalle queste atroci morti.
Ma la cosa che ci inorridisce di più è che non ne sentono il peso, fanno finta di nulla, per Loro questo continuo massacro è del “tutto normale”. Per Loro l’invasione indiscriminata deve continuare ad ogni costo.
Maledetti ipocriti. Corrotti nel DNA.
Leonardo Santi, qui.

Bene, ora, almeno per il momento, mi fermo davvero. La tortura è finita, andate in pace.

barbara

PER QUELLI CHE SI AFFIDANO AGLI OSTEOPATI

convinti che si tratti di una disciplina medica.

“Occhio alle manipolazioni al collo”. Il monito di Vianello dopo l’ictus

Folla e commozione alla prima presentazione di “Ogni parola che sapevo”, il libro con cui il giornalista racconta la sua rinascita

“Questo libro è stata una necessità e anche una terapia perché volevo scrivere e non ci riuscivo. Grazie a tutti, senza di voi non ce l’avrei fatta“. Così, incespicando qua e là con le parole (“la mia logopedista in sala ora si arrabbierà, ma è soltanto colpa dell’emozione”) Andrea Vianello ha preso la parola all’Auditorium del museo Maxxi di Roma dove, registrando il tutto esaurito, tra applausi scroscianti e commozione è andata in scena la prima presentazione pubblica di ‘Ogni parola che sapevo‘  (Mondadori) il toccante libro con cui il celebre giornalista Rai ed ex direttore di Raitre racconta con drammatica ironia l’ictus che lo ha colpito quasi un anno fa: dal malore in casa all’operazione che lo ha salvato dalla morte passando per la perdita delle parole, il loro ritrovamento e la rinascita da uomo nuovo.

Sul palco insieme a lui il neodirettore di Raiuno Stefano Coletta, il direttore di Rai Radio3 Marino Sinibaldi  la scrittrice Simona Sparaco, Francesco Siciliano che ha regalato al pubblico emozionanti letture dei vari capitoli strappando lacrime di commozione al pubblico, e la presidente della fondazione Maxxi Giovanna Melandri che ha introdotto la presentazione definendo il libro “un regalo di Andrea che ci impone di ragionare su chi siamo, perché le malattie ci possono aiutare a ritrovare un sé più profondo”.

In platea per la festa all’amico ritrovato (tanti quelli in fila che non sono riusciti a entrare, tanti quelli in piedi) molto mondo dello spettacolo, della politica, della cultura: al Maxxi c’era mezza Rai nuova e vecchia, da Tinny Andreatta a Mario Orfeo, Alberto Matano, Andrea Montanari e Luigi Gubitosi, e poi le coppie della politica Francesco Boccia e Nunzia De Girolamo, Fausto e Lella Bertinotti, Marianna Madia e, tra gli altri, la produttrice Matilde Bernabei, Marco Tardelli e Myrta Merlino, Giovanni Floris, Pif  oltre ai tanti amici di Vianello, compresi quelli della chat del suo Milan, i medici del Policlinico Umberto I che lo hanno salvato e gli addetti alla sua riabilitazione al Santa Lucia.

“Se oggi sono vivo è perché nella sanità pubblica ho trovato delle grandi eccellenze, ricordiamocelo” ha concluso Vianello tra gli applausi chiedendo che la parola ictus non sia più considerata un tabù: “Abbiamo superato quello del tumore, che una volta non veniva nominato e si definiva male incurabile, ma l’ictus fa ancora molta paura. E invece si può prevenire e curare, se non guarire. E poi l’ictus mi ha aiutato a capire le priorità della vita, la famiglia, gli amici, il lavoro, la stupidità del perdere tempo dietro alle cretinate. Spero di ricordarmene per sempre“.

Il giornalista, raccontando di essere già diventato un punto di riferimento per chi come lui è stato colpito da un ictus (“mi scrivono in tanti”), ha approfittato del palcoscenico per lanciare quella che ha definito una sua “battaglia civile” per una campagna informativa contro i rischi delle manipolazioni al collo: “Non soffrivo di pressione alta e il mio colesterolo era a posto. Ma due giorni prima del mio ictus mi ero sottoposto a delle manipolazioni al collo da un osteopata e i neurochirurghi con cui ho parlato mi hanno spiegato che la dissecazione della carotide può avvenire anche per un trauma di questo genere. Ci sono dei rischi? A quanto pare sì. In pochi però ne sono a conoscenza e  questo è sbagliato” ha chiarito facendosi promotore di un battage informativo sui cosiddetti “scrocchiamenti” del collo: “Non sto parlando di massaggi vari, ma soltanto delle manovre al collo. Io nel passato ho condotto “Mi manda Raitre” e questo sarebbe un tema che affronterei ancora”.

 Antonella Piperno, 23 gennaio 2020, qui.

Della mia drammatica esperienza con l’osteopatia avevo parlato qui.

barbara