IERI, LASCIATEMELO DIRE,

è stata scritta una pagina di storia della repubblica italiana.

Fascista, razzista, xenofoba, pesciaiola, vacca, scrofa, da brividi, rantoli rancorosi, buffona, ridicola, spassosa ma inquietante, regina di Coattonia, la versione burina del Ku Klux Klan, la parodia macho dell’Alice disneyana, cantilena da suburra, la lingua dell’ozio romano che dubita di quel che dice mentre lo dice, io spero vivamente che sta bambina (la figlia di Giorgia Meloni) venga bullizzata nelle peggiori scuole romane e che cresca come una deviata che ha bisogno di fare sport per guarire (ma perché sua madre dovrebbe mandarla proprio nelle scuole peggiori?), peracottara, poraccia, meschina, lurida, puzzolente, bertuccia, pazza urlatrice, luridissima schifosissima fascista, e chiudo con questo poema che va citato tutto intero: «Più i pensieri sono bassi, volgari, inadeguati, non all’altezza, tristi, morbosi, infelici, privi di eleganza, di amore, di buon senso, indegni, ingiusti, aspri, acidi, vomitevoli, piccoli, inutili, stupidi, idioti, pericolosi, malformati, kitch, sbiaditi, inesatti, errati, carichi di odio, disumani, più la persona che li esprime diventa… volgare, inadeguata, non all’altezza, triste, morbosa, infelice, priva di eleganza, di amore, di buon senso, indegna, ingiusta, aspra, acida, vomitevole, piccola, inutile, stupida, idiota, kitch, sbiadita, inesatta, errata, carica di odio, disumana». Mi fermo perché ad un certo punto bisogna fermarsi, ma ci sarebbe materiale per continuare ancora a lungo.

(Sarà perché anche a lei è venuto in mente tutto questo, che ad un certo momento le scappa da ridere?)

E si prega di notare: “Onori AL PRESIDENTE del Consiglio dei Ministri”, su sua (di Giorgia Meloni) precisa richiesta.

barbara

AVETE MAI VISITATO UN BORDELLO?

No? Allora ve ne mostro io uno bellissimo, si trova in Piazza Colonna, 370, 00186 Roma RM
Palazzo Chigi
Visto che spettacolo? Allora adesso guardatevi questo, non è cortissimo, ma vale la pena di guardarlo perché vi spiega tutto per bene.

E poi magari leggete questo commento.

Gerardo Verolino

Adesso che è scoppiato lo scandalo. Adesso che si è scoperto che il presidente del Consiglio ha mentito agli italiani (per una cosa del genere, in altre nazioni, sarebbe stato portato a processo mentre la stampa avrebbe condotto una campagna di stampa per indurlo a dimettersi) ci dicono, attraverso Fiorenza Sarzanini sul Corriere della sera, che esisterebbe un “documento segreto” del 10 Marzo, cioè dopo il decreto di Conte che è dell’8, secondo il quale, il comitato tecnico scientifico, avrebbe approvato la decisione del premier di istituire la zona rossa a tutto il Paese. Anzitutto: che vuol dire “documento segreto” (da non confondersi con “documento desecretato)? È un documento che custodiva in casa Brusaferro pronto da esibire, nel caso, ce ne fosse stato bisogno? E, poi, non è ridicolo cercare di esibire a propria discolpa un “documento segreto” del 10 quando le decisioni già sono state prese e quando, i buoi, in pratica già sono scappati dalla stalla? Insomma, siamo di fronte ad un imbroglio tipico da giocatori delle tre carte, di quelli che si vedono alla stazione di Napoli: alza la carta e trova il documento, documento vince documento perde, zona rossa sì zona rossa no. Stanno cercando solo di confondere le acque nel, goffo, tentativo di salvare la poltrona. Ma chi pensano di prendere in giro? Credono, davvero, che, gli italiani, abbiano tutti l’anello al naso?

Sì, caro Verolino, credono proprio davvero che gli italiani abbiano l’anello al naso. E fanno benissimo a crederlo, visto il da fare che si danno un sacco di italiani a dargli ragione.

Perché l’ho chiamato bordello? Perché così si chiama il posto in cui operano le prostitute, e prostituta è il nome di chi si vende in cambio di benefici concreti: contante, carriera, o una poltrona. Con la differenza che la signora che si vende in cambio di contante o di una carriera (che so, cinematografica per esempio) non toglie la libertà a nessuno, non viola, almeno nelle democrazie, la Costituzione, non esautora il parlamento e soprattutto non fa, in quattro mesi, più del doppio dei morti che ha fatto Pinochet in diciassette anni.

barbara