LE “LACRIME” DI BIDEN

mi hanno fatto immediatamente ricordare queste altre. Talmente cane come attore, oltre a tutto il resto, da non essere neanche capace di fare finta di piangere – come i suoi citati predecessori, del resto. E, se vogliamo, come il papa che non è neanche capace di fare finta di giocare a biliardino.

Tornando a Biden, sembrerebbe che quella cosa della storia che si ripete due volte, la prima in tragedia e la seconda in farsa, lui sia riuscito a capovolgerla: il suo arrivo alla presidenza è stato un’oscena farsa, le sue azioni successive un’immane tragedia. Qualcuno ha accostato quanto sta succedendo alla caduta dell’impero romano: forse è un pelino esagerato, ma sicuramente non un pelo troppo grosso. E lui? Ci dorme sopra.

barbara

CARO PAPA TI SCRIVO

“Papa Francesco, schierati con noi cubani da 62 anni ostaggio del dittatore di turno”

Papa Francesco ha mostrato la sua vicinanza al “caro popolo cubano in questi tempi difficili”, riferendosi alle proteste più grandi nella storia del regime, e ha chiesto “una società sempre più giusta e fraterna”. “Sono molto vicino all’amato popolo cubano in questi tempi difficili. Prego perché costruiscano nella pace, nel dialogo e nella solidarietà una società sempre più giusta e fraterna”, ha detto il pontefice durante l’Angelus. Ha poi esortato a riposare “davvero” durante queste vacanze, a “spegnere il cellulare per guardare la gente negli occhi” e a “tacere”.
Al dissenso cubano non basta.
“Fa molto male che mentre reprimono le persone che sono scese in piazza chiedendo la libertà, si abbiano parole per congratularsi con il trionfo dell’Argentina nella Copa América e si parli di rifiuti di plastica nei mari, ma non una preghiera pubblica per i morti, i detenuti, gli scomparsi e tutti coloro che hanno paura nelle loro case in tutto il nostro Paese”.

Si apre così la lettera di una cattolica cubana, la professoressa María Victoria Olavarrieta, a Papa Francesco.

“Nei mari di Cuba, Santità, oltre alla plastica, giacciono i resti dei tanti cubani annegati nel tentativo di evadere dalla grande prigione in cui i Castro hanno trasformato il mio Paese. La nostra chiesa è stata perseguitata, minacciata, sorvegliata, penetrata da agenti della sicurezza dello stato. Al momento abbiamo un seminarista scomparso, Rafael Cruz Débora. Se i vescovi cubani hanno paura di parlare, di stare dalla parte del popolo, lo capisco, ma tu puoi parlare e difenderci. Ai giovani hai detto:… ‘Lottate per i vostri sogni, sognate in grande, non smettete di sognare’. Giovani cubani nati in una dittatura e che sono stati indottrinati, educati in scuole atee, in una società monopartitica, cresciuti, alcuni mangiando e vestendosi con l’aiuto delle loro famiglie in esilio e altri nella più totale miseria, sognando di vedere libero il loro paese. Li hai invitati a sognare e ora che vengono uccisi per aver gridato il loro sogno, taci. Hai chiesto ai tuoi pastori di annusare le pecore. Dei sacerdoti cubani che si sono schierati apertamente con il popolo, alcuni vengono picchiati dalla polizia, detenuti e messi a tacere dai loro vescovi che temono per la loro vita. Ho avuto molti studenti venezuelani e ho visto la sofferenza dei loro genitori perché hai taciuto quando gli studenti sono stati assassinati nelle strade di Caracas, la gente muore di fame in Venezuela e non condanni pubblicamente i responsabili. In Nicaragua è corso sangue e il Papa parla di tutto, ma voi non avete opinioni sui crimini dei dittatori di queste tre tirannie sorelle. Santo Padre, la cristianità non ha bisogno di un leader sociale o di un diplomatico, vogliamo un Pastore, una pietra salda dove la Chiesa possa essere sostenuta. Il vicario di Cristo non deve discriminare le sue pecore. Noi pecore vittime dei regimi comunisti ci sentiamo come la pecora nera. Avrei voluto scriverle con un tono diverso, in tutti i miei articoli in cui la cito l’ho sempre difesa. Ma oggi voglio essere la voce delle madri cubane, che guardano i loro figli morire di fame, che non hanno medicine, voglio presentare il dolore delle nonne i cui nipoti sono stati fucilati gridando ‘Viva Cristo Re’, la vergogna dei genitori che non possono mantenere i figli con il frutto del loro lavoro e vivono male aspettando le rimesse inviate dai loro parenti all’estero. Vi presento la tortura dei prigionieri politici, gli anziani che videro partire la famiglia da loro creata e morirono senza più rivedere i propri figli e nipoti. Noi cubani ci sentiamo abbandonati al nostro destino, in 62 anni non siamo riusciti a liberarci. Oggi si trovano di fronte a un esercito armato, senza capi e fino ad ora orfani del Papa. Francesco, perdonami se ti ho offeso, ma ho dovuto scegliere tra la rispettosa acquiescenza dovuta a un vescovo e la difesa delle vittime del comunismo. 
Aiutaci, Santo Padre”.

Ai cubani non è permesso andare in vacanza o riposare. Quanto a “staccare il cellulare”, ci ha pensato il regime castrista. Serve a non far vedere quello che accade sull’isola delle meraviglie socialiste. E allora quello che sta succedendo lo racconta Eduardo Cardet, uno dei leader delle proteste, cattolico, parlando al National Catholic Register (una settimana fa nella newsletter ho raccontato della centralità del dissenso cattolico contro il castrismo).
“La risposta del regime è stata una repressione, un uso letale della forza, che ha causato molte vittime, morti e feriti. Il ‘dittatore di turno’, Miguel Díaz Canel, ha dato l’ordine diretto per il confronto, per il sangue che doveva scorrere. Ci saranno processi rapidi e pene detentive fino a 20 anni. Il popolo cubano soffre da 62 anni sotto questo regime totalitario, che ha tagliato tutte le libertà e i diritti fondamentali. Questa tirannia ci impedisce il pieno sviluppo. Il popolo cubano ha messo in chiaro cosa vuole, totale libertà e pieni diritti. Essere liberi, essere padroni della nostra vita, essere in grado di svilupparci pienamente e godere di una vita dignitosa, non solo la prosperità materiale ma anche quella spirituale”.
Non c’è stato alcun cambiamento in questi anni, dice Cardet. “Molti vogliono vendere e altri vogliono comprare la falsa idea che il regime dell’Avana abbia attuato una serie di trasformazioni che addolciscono la sua struttura fossilizzata e opprimente. Niente è più falso. Niente è cambiato; tutto rimane uguale o peggio, con più miseria materiale, più oppressione. Il Partito Comunista è lo strumento che la tirannia ha per estendere il suo braccio oppressivo nella società”.
Da cattolico, Cardet critica la Chiesa. “Negli ultimi anni, la Chiesa cattolica ha avuto in molte occasioni una risposta debole alle gravi minacce che il nostro popolo deve affrontare. La risposta del Vaticano alla realtà del popolo cubano è stata debole. È stata una risposta evasiva, distante, fredda”.
Non lo fu quella di Giovanni Paolo II contro il comunismo polacco. Non dovrebbe esserlo quella del primo Papa sudamericano contro l’ultima tirannia comunista del suo continente.
Giulio Meotti

Vado all’inferno se dico che il signor Jorge Mario aka Francesco è un mastodontico figlio di puttana? Si balocca con la plastica, lui, coi cellulari, con le vacanze per risposarsi, con le coppe di calcio mentre la gente ha fame, fame di cibo, fame di giustizia, fame di libertà. Ha fame e muore. Fanculo Bergoglio.

barbara

HANNO OCCHI E NON VEDONO, HANNO ORECCHI E NON ODONO, HANNO NASO E NON ODORANO

(Salmo 115: 5-6)

Si riferisce agli idoli dei popoli pagani, statue di pietra o di legno, oggetti inanimati che, appunto, hanno parti a forma di occhi, di orecchie, di naso, ma non sono in grado di farne uso. Idoli fabbricati e messi lì da qualcuno affinché il popolo li adori, nonostante sia evidente che non sono in grado di fare alcunché di utile. La contemplazione dello sciagurato operato del governo, messo lì da un altrettanto sciagurato individuo per scopi tutt’altro che nobili, mi ha fatto venire in mente questi versi del salmo. E poi trovo in rete questo commento:

Ivana Guida
io ho un contatto, che ha detto ad una sua amica, rispetto al governo, “devi avere fede”.

Ecco, appunto: fede (e magari sono quelli che sbeffeggiano coloro che hanno una fede religiosa). Fede in un branco di feticci ciechi, sordi, parestesici, asimpatetici. E la stessa percezione nei confronti di chi ci governa ho ritrovato in questo articolo, che chi ha almeno sessant’anni, sicuramente capirà fin troppo bene.

Spuntano i negazionisti della protesta

Scrivo a caldo, all’una di notte, dopo aver seguito l’ultima puntata di Quarta Repubblica e scrivo perché uno come me, che non fa altro nella vita, se non scrive non si calma, non prende sonno. Scrivo per dire che sono ancora inquieto, preda di fantasmi: c’era questo Rinaldo Satolli, questo sindacalista per me indecifrabile, scorrevano le immagini dei tumulti, a Milano, a Napoli, a Torino, vetrine in frantumi e auto incendiate e cariche di polizia, corso Buenos Aires lampeggiante di blindati, camionette in assetto di guerra e il nostro eroe, imperturbabile, polemizzava, ridacchiava, forse ricordando l’odore del Napalm della gioventù dei formidabili anni. [Il video ve lo risparmio, perché qualche briciola di misericordia mi è rimasta. Se proprio volete, lo trovate al link giù in fondo]

Sindacalista lunare

Lo guardavo e non capivo come potesse non capire ma lui sembrava preoccupato solo di fare il suo show da sindacalista influencer finalmente strappato al grigiore del funzionariato, circolari, tavoli, brioscine, sigarette e rivendicazioni surreali come il buono pasto per quelli del pubblico impiego che stanno a casa. Daniele Capezzone perfido gli ha ricordato che ormai è una macchietta, il personaggio più malsopportato d’Italia e mi è parso di scorgere nei suoi occhi sindacali un lampo di soddisfazione, si capiva che più dell’amato Marx gli passava davanti Oscar Wilde: sì, ma intanto io ce l’ho fatta, sono famoso, poi possono dire quello che vogliono. E magari si vedeva proiettato alla Camera o in qualche ministero.
Questi davvero non capiscono. Questi davvero non si rendono conto. Sia nostalgia giovanile, irresponsabilità o cinismo, non gli passa per la testa che il paese, stremato e furibondo, si va avvitando per una spirale micidiale. Ma che dovrebbe pensare uno come me, cresciuto in via Monte Nevoso a Milano quando il commando del generale Dalla Chiesa irrompeva nel covo al pianoterra, di fronte alla mio balcone da cui vedevo in diretta la cattura dei nove brigatisti tra cui Azzolini e la Mantovani, che in preda al panico fuggivano stupidi infilandosi in trappola nel bar Franco d’angolo con via Porpora? E subito manine discrete mettevano le mani sul Memoriale Moro per farlo avere, prima che alla magistratura, ad Andreotti che ne purgava i passaggi più scabrosi come quello su Gladio.
C’era di tutto in quel quartiere, i brigatisti come i servizi segreti, il bandito Vallanzasca come i fascisti che ammazzavano inspiegabilmente Fausto e Iaio, due innocui ragazzini del Leoncavallo. E c’era, nell’aria, sempre, sapore di polvere e piombo, di sangue rappreso e Napalm, di rabbia e di paura; ogni sabato un corteo e sprangate e pistolettate e roghi urbani, cariche della polizia.
Adesso rivedo le stesse scene, risento lo stesso odore anche se vivo altrove, odore di Napalm, di qualcosa che non si capisce bene e penso che al governo ci stanno quattro avventizi che non hanno la minima idea di come fare; cercano di giocare l’unico gioco che conoscono, la distorsione dei fatti, della realtà: i contestatori tutti fascisti, tutti camorristi, ma a Torino ad assaltare le vetrine sono stati nordafricani in combutta coi balordi del famigerato Askatasuna che nessuno si decide a chiudere. Il solito modo degli struzzi per non vedere le cose come stanno, come si preparano. E non vogliono vederle perché non sanno come affrontarle. Anzi le causano e le aggravano, le complicano.

Piazze e cervelli in fiamme

Sapevano che con le loro misure tardive e velleitarie saremmo arrivati allo sbando sociale ma insistono, anche loro posseduti dallo spirito da influencer, dalla vanità suicida. Ma queste escandescenze sono solo un prodromo, non si spegneranno da sole e non si spegneranno presto. Qualcuno ha gettato il cerino acceso e la prateria ha preso fuoco. Anche i cervelli di molti sono in fiamme: la sinistra possibilista, complice morale delle barricate americane del Black Lives Matter contro Trump, vuole sparare sulla feccia, annuncia la militarizzazione dura e già i carabinieri si schierano con i dimostranti sapendoli brava gente disperata e infiltrata da facinorosi chissà quanto spontanei.
C’è, anche se nessuno lo dice, un pericolo nel pericolo, la potenziale saldatura della sovversione interna col radicalismo islamista che è l’antico sogno brigatista, terrorista. Il calcolo è chiaro: più casini scoppiano e più abbiamo il destro per imporre un coprifuoco, uno stato autoritario con la scusa della sicurezza pubblica e sanitaria. Ma, essendo dilettanti, non hanno calcolato la forza dei venti una volta scoperchiato o lasciato scoperchiare il vaso di Pandora.
Sì, uno come me, che scrive per riflettere, ricorda bene e sa che certi scenari sono inequivocabili, che certe derive sono inarrestabili e a questi scalcagnati Stranamore si sente di dire: state attenti, perché non avete idea di cosa state preparando. La situazione vi è già sfuggita di mano e chi deve saperlo lo sa. E mandare avanti i vostri fantocci con le solite provocazioni mediatiche non serve più, se continuate a dipingere morìe dove non ci sono, come in Svezia, se continuate a chiudere tutto, ad imporre veti e divieti demenziali, a prendere per il culo coi gerundi e con le furbate contabili dei bonus, dei crediti d’imposta chi non può pagare le imposte, perché sta perdendo pane e lavoro, e sono milioni, e non sanno perché, è la guerra civile.
E nemmeno i Satolli che ridacchiano sotto i baffi, compiaciuti di trovarsi nel mirino di una telecamera ad impiccarsi da soli, ne usciranno salvi, non avranno più nessuno da tutelare. Nemmeno loro stessi. I buoni pasto non li prenderà più nessuno. Incredibile e agghiacciante è l’astrazione al potere, l’incomprensione degli eventi, la perdita di ogni senso di realtà, la rimozione di quanto si prepara e velocemente si prepara. A meno che non sia un copione preciso, da rispettare alla lettera, un copione cinese.

Comunque sia, non è più tempo di perdere tempo, di trastullarsi con la pornografia ludica e gossippara, con l’egocentrismo osceno. Fuochi si levano ovunque, ne spegni uno a Milano ne appiccano un altro a Roma, a Napoli, a Palermo. Odore del Napalm di notte e presto anche di mattina. Odore di perdita di sicurezza e di libertà, di democrazia. E una sensazione di tutto sospeso, precario, di totale incertezza su quello che verrà, ignoto ma spaventoso. Se hai l’età giusta, certi fantasmi li riconosci dal primo frusciare. Brutto, bruttissimo momento.
Max Del Papa, 28 ottobre 2020, qui.

E non solo i boss, ma anche i gregari, gli scagnozzi, i picciotti:

Qui (Avete fatto caso a quanto assomiglia a Soleimani? Solo, con un’aria più da sfigato)

Strategia della tensione, governo che si sostiene tramite il terrore generalizzato e mantenuto a forza di menzogne. Qualcuno cerca di spiegare che dire la verità sarebbe più proficuo

(aveva avvertito già mesi fa, Bassetti, che col terrore isterico sistematicamente diffuso, con l’arrivo dell’autunno masse di cittadini terrorizzati si sarebbero precipitati al pronto soccorso al primo starnuto, e gli ospedali sarebbero andati in tilt) e qualcuno, come tristemente vediamo e sentiamo, fissato su un unico obiettivo, riesce a non capire quello che gli si sta dicendo nel modo più chiaro. Perché per molti, per troppi, come vediamo in questo video con un esempio sicuramente ingenuo ma ugualmente paradigmatico, andare controcorrente, anche se si vede chiaramente che la corrente sta andando nella direzione sbagliata, è qualcosa di troppo superiore alle proprie forze, al proprio coraggio

E, come si suol dire, quando si crede che abbiano toccato il fondo, hanno già cominciato a scavare, ed ecco quindi a voi il mirabile virologo Lopalco con una perla che voi umani non avreste mai potuto immaginare neanche con un’overdose di acidi:

Nel frattempo la ‘azzolina non si lascia scappare l’occasione di regalarci la sua ennesima gaffe (si scrive gaffe, si legge puttanata), di persona che più è ignorante e più pretende di mettere bocca. Vi toccherà sopportare la vista e l’udito di Fabio Fazio, ma ne vale la pena, credetemi

E già che ci sono, ripesco anche quest’altra:

Concludo con una cosa che non c’entra, ma forse, in tema di idoli falsi e bugiardi, un po’ anche sì.

Giulio Meotti

Sono profondamente indignato per il comunicato del Vaticano dopo la strage di Nizza: “È un momento di dolore, in un tempo di confusione. Il terrorismo e la violenza non possono mai essere accettati. L’attacco di oggi ha seminato morte in un luogo di amore e di consolazione, come la casa del Signore. Il Papa è informato della situazione ed è vicino alla comunità cattolica in lutto. Prega per le vittime e per i loro cari, perché la violenza cessi, perché si torni a guardarsi come fratelli e sorelle e non come nemici, perché l’amato popolo francese possa reagire unito al male con il bene”. E’ una dichiarazione talmente banale, priva di verità e di spina dorsale che avrebbe potuto uscire da un qualunque ufficio stampa. Oggi alle 15 le chiese francesi suonano a lutto. Perché è stato un attacco alla cristianità. Se non il giorno in cui decapitano fedeli cristiani nella cattedrale di Nizza, quando il Papa condannerà l’Islam radicale? Noi giudeocristiani siamo pecore al macello al grido di “Allahu Akbar”, non “Fratelli tutti”.

Papa al servizio della menzogna, dell’ipocrisia, dell’asservimento al padrone più forte, del vigliacco mescolamento, in un unico calderone, di carnefici e vittime. D’altra parte, da uno che ha fatto la sua carriera ecclesiastica sotto Videla, come potremmo aspettarci pietà per le vittime e condanna dei carnefici? Infame quanto il governo, colpevole quanto il governo, delinquente quanto il governo.

barbara

PROVE TECNICHE DI COLPO DI STATO

Verso la militarizzazione per Dpcm: strategia della tensione e macchina delle restrizioni già a pieno regime

Neppure l’inizio dell’inverno si è atteso. Sono stati appena chiusi gli ultimi ombrelloni, in molte parti d’Italia fa ancora caldo ma la girandola delle nuove restrizioni alle nostre libertà personali è già ripartita. Con l’alibi dell’aumento dei contagi, scontato dal momento che si fanno tantissimi più tamponi da quando sono riaperte le scuole, ci si impone l’uso della mascherina all’aperto, il divieto di assembramenti (chi stabilisce quando è assembramento?) e si torna a ipotizzare la presenza dell’esercito nelle strade. Per Dpcm, cioè con un atto amministrativo, non di legge, si manderebbe l’esercito a far rispettare le misure anti-Covid… Riuscite ad immaginare cosa accadrà quando cominceranno le influenze vere e proprie?
In questo scenario, pochi giorni fa, mi ha colpito la notizia, riportata da tutti i tg nazionali, del rapporto di Legambiente sull’inquinamento. Cosa dice, fra le altre cose, Legambiente, senza che nessuno la smentisca? Che in Italia, udite udite, lo scorso anno sono morte 60 mila persone per malattie causate dall’inquinamento. Sessantamila, cioè quasi il doppio dei 36 mila morti ufficialmente per coronavirus. Allora mi chiedo, uno Stato che ci vuole così bene, che si preoccupa tanto della nostra salute da metterci agli arresti domiciliari e da imporre la chiusura e la rovina di tante attività economiche, perché di fronte alla notizia dell’inquinamento killer non fa lo stesso? Le malattie causate dall’inquinamento atmosferico le si prendono semplicemente andando in giro, respirando l’aria e lavorando in posti insalubri. Perché allora, per salvare questi 60 mila italiani, non blocchiamo la circolazione delle auto, non chiudiamo le industrie e non costringiamo a casa almeno tutti quei cittadini che vivono in zone particolarmente inquinate? Forse ci sono malattie di serie A ed altre di serie B, forse alcune sono più funzionali alla presa dei pieni poteri ed altre no?
Altro dato ufficiale comunicato da tutte le televisioni pubbliche a maggio del 2019, attraverso un rapporto di OsservaSalute: ogni anno (si badi bene ogni anno e non solo quando c’è un’eccezionale pandemia) muoiono circa 49 mila italiani per malattie infettive contratte negli ospedali. Quindi è conclamato che chi va in ospedale rischia seriamente di morire perché lì viene contagiato da batteri e virus di vario genere. Ma di fronte ad una notizia di questo genere, un governo che non dorme la notte per studiare le misure che non facciano ammalare neppure un italiano di Covid, perché non corre ai ripari cambiando radicalmente la vita e la gestione degli ospedali? Perché la notizia che le malattie infettive prese nei nostri nosocomi uccidono ben più del coronavirus non provoca una pioggia di Dpcm tesi a salvarci? Perché non c’è un angosciante bollettino di conteggio giornaliero di questi italiani che si ammalano per queste cause, così da far aumentare l’ansia e la paura della popolazione? E ancora, i 109 mila morti l’anno di inquinamento e malattie infettive ospedaliere perché non intasano i reparti e le terapie intensive? Muoiono tutti di colpo senza che prima vi sia un decorso ed un aggravamento delle condizioni di salute?
A questo proposito, tornano utili le dichiarazioni odierne di De Luca, il presidente della Campania con il lanciafiamme. De Luca si lamenta perché sostiene che i reparti degli ospedali campani sono al limite del collasso causa i tanti ricoverati asintomatici di coronavirus, e proprio per questo lo stravotato sceriffo De Luca propone i “Covid Resort”. Spiega l’ineffabile governatore: “Non si tratta di alberghi a 5 stelle ma palazzine da 200 stanze che impiegheremo totalmente ad accogliere pazienti asintomatici che, anziché stare negli ospedali ad occupare centinaia di posti come fanno ora, possono stare lì a passare queste due settimane di isolamento”. Cominciate a capire perché qualcuno parla di dittatura sanitaria? Prima si intasano gli ospedali, in modo demenziale, di gente sana o con piccoli sintomi e poi si grida all’emergenza e si propone di rinchiuderli in queste palazzine. È chiaro che il virgolettato di cui sopra non si riferisce a dichiarazioni del dottor Goebbels negli anni ’30 del secolo scorso, ma all’appena supervotato De Luca? Siamo o no dentro un delirio collettivo di cui abbiamo perso i contorni della gravità?
Sia chiaro, il coronavirus esiste ed è una malattia che, selettivamente, può colpire a morte la popolazione molto anziana e alcune persone con patologie gravi pregresse. Le persone sane e giovani decedute sono pochissime eccezioni, sebbene strombazzate abbondantemente sui media. Questo è ciò che incontrovertibilmente emerge dai dati ufficiali. Emerge anche altro però dalle dichiarazioni del presidente della Regione Veneto, che è tutt’altro che un negazionista. Luca Zaia, nel corso della conferenza stampa del 27 agosto 2020, fa il punto della situazione sul Covid e spiega cosa avviene nei pazienti che entrano in ospedale per altre patologie, ma risultano poi positivi al tampone. La procedura prevede infatti che il paziente venga considerato malato di Covid e per tale ragione venga conteggiato tra i positivi, ed eventualmente fra i morti, della giornata di riferimento. Il governatore della Regione Veneto ha infatti spiegato che il primo step, quando si ha un paziente, è distinguere tra paziente positivo e negativo. Nel caso in cui il paziente risulti positivo, spiega Zaia, diventa un paziente Covid: “In Italia si decide che un paziente in ospedale positivo diventa paziente Covid, poi magari è lì per altre patologie […] Il timbro di fabbrica te lo dà la positività”. Zaia spiega quindi come non si prenda in esame il motivo del ricovero, elemento che porta poi ad avere un problema per quel che riguarda il conteggio delle vittime. Nel corso della conferenza stampa Zaia ha infatti spiegato: “Se nell’evoluzione della sua malattia ha negativizzazione, resta comunque un paziente Covid per le statistiche, quindi se perde la vita andrà nella contabilità del paziente Covid che ha perso la vita. È un assurdo, ma oggi si ragiona così”.
Insomma, Luca Zaia spiega che, in base a come si procede in questo momento nel nostro Paese, non viene esaminata con attenzione la cartella clinica e in base a quella si effettuano i conteggi. Se il paziente è positivo e, a causa di complicazione insorte per la patologia per cui è ricoverato perde la vita, anche se diventato negativo nel frattempo, viene comunque considerato come decesso Covid. Ovviamente però ciò accade solo se il paziente rimane in ospedale.
Questa è la verità che emerge da dati e dichiarazioni ufficiali di istituzioni e uomini di governo: il coronavirus è da tenere sotto controllo e va arginato ma vi sono malattie e cause di morte ben più pericolose che vengono totalmente ignorate. La domanda da porsi è: perché? Perché le precauzioni fino al parossismo, all’ossessività e alla distruzione dell’economia e delle nostre relazioni sociali valgono solo per il coronavirus? L’ansia e il terrore, oltre che la propaganda dei media, hanno completamente obnubilato la capacità critica degli italiani su quanto sta avvenendo e sul regime che si sta instaurando. Il sonno della ragione genera mostri…

Davide Rossi, 5 Ott 2020, qui

Già: come vado dicendo ormai da mesi, la mente di un gran numero di italiani è stata soggiogata, ipnotizzata, addormentata, ibernata, resa incapace di pensiero autonomo sotto l’abile direzione del Gran Burattinaio che ha reso un’intera nazione schiava della sua delirante sete di potere assoluto. L’esercito in strada – perché i misfatti di vigili polizia carabinieri finanza guardia costiera e squadre di solerti delatori evidentemente non bastano allo psicopatico criminale che governa la vita finanche intima (ricordate gli “affetti stabili”?) di sessanta milioni di sudditi inermi e impotenti, legati e imbavagliati – unito all’ennesimo prolungamento dello stato di emergenza in assenza della più microscopica emergenza, sarà il sigillo finale del potere assoluto, e l’ultimo chiodo sulla bara della libertà, della costituzione, della democrazia.
E, a proposito dello psicopatico criminale in questione, state a sentire questa:

Tra una modella di Gucci, una copertina della Incontrada e il giochino dei 36 morti in una stanza, vi è saltato all’occhio che Il papa ha un conto “di carità” personale di 20 milioni di euro e che l’avvocato che ha difeso l’affarista dell’attuale scandalo vaticano-londinese nell’affaire Retelit era Giuseppe Conte, che da lì a qualche giorno sarebbe diventato premier?

Quindi dicevamo, ….è bella o brutta la modella di Gucci?

MariaCristina Lani (qui)

Com’era quella storia, un indizio, due indizi, tre indizi…?

barbara

E OGGI PARLIAMO DELLA CINA

Quella che ha messo in galera ed eliminato fisicamente tutti i medici, virologi, giornalisti che avevano tentato di dare l’allarme sull’epidemia che stava esplodendo. Quella che ha fermato tutti i voli interni ma non quelli per l’estero, e che non ha accettato di dichiarare l’epidemia fino a quando non è stata ben sicura che il virus avesse ormai raggiunto tutto il mondo, e poi ha iniziato a venderci a caro prezzo tutti i dispositivi medici necessari, compresi quelli che il nostro governo, criminalmente sconsiderato, le aveva regalato. Quella di cui già ho parlato qui, qui, qui e in infinite altre occasioni che ora non ho voglia di cercare. Quella che allena milioni di bambini in questo modo

affinché uno su centomila diventi un campione e gli altri, che soffriranno per tutta la vita delle conseguenze delle torture subite, si fottano, noi siamo fieri comunisti, mica checche capitaliste, che diamine.

Torno a parlarne per denunciare il genocidio attualmente in atto. Sappiamo bene – anche di questo si è ampiamente parlato qui – che i genocidi sono una specialità comunista (sì, certo, anche comunista), ma questo è il primo del dopoguerra, dopo quello tedesco e quello giapponese, ad essere messo in atto dai medici

E poi voglio parlare – in realtà questo, più ancora che con la Cina e la sua feroce persecuzione dei cristiani, ha a che fare col sedicente papa dei cattolici – del cardinale Joseph Zen:

“Il cardinale cinese Joseph Zen, nonostante l’età (88 anni) e gli acciacchi, vola da Hong Kong a Roma, per perorare la causa della chiesa cattolica cinese contro i tiranni comunisti di Pechino. Zen, per 4 giorni, attende invano di essere ricevuto da quello che supponeva fosse il Pontefice…
E’ ripartito, oggi, con l’amara consapevolezza di non esser stato ascoltato, a causa della propria “inopportuna” opposizione alla nomina di Peter Choi come nuovo vescovo di Hong Kong, uomo gradito a Xi Jinping, ergo disastroso per le sorti della comunità cattolica.
La Cina è vicina, anzi è di casa a Santa Marta.” (qui)

Ma, a pensarci bene, il cardinale può ringraziare di non essere stato preso a schiaffi, come capitato lo scorso dicembre alla sua connazionale che tentava di fermare il sedicente papa cattolico per farsi ascoltare sulla persecuzione di coloro che, convinta che quell’individuo fosse cattolico, riteneva essere suoi correligionari.

Ma ancora più, se possibile, degli schiaffi, colpisce la sua faccia, quell’espressione cattiva, dura, rabbiosa, malvagia, priva di ogni empatia, priva della più microscopica traccia di sentimento cristiano, o forse, dovrei dire, priva di qualunque traccia di sentimento tout court.

E infine voglio parlare di tiktok, diabolica macchinazione cinese, che il superkattivissimo Trump vuole bloccare. Questo ragazzo spiega di che cosa si tratta e come esattamente funziona.

Mi sto sempre più convincendo che ha ragione chi sostiene che la Cina sia ancora più pericolosa dell’islam, e che vada combattuta con ogni mezzo e con ancora maggiore determinazione.

barbara

UN PO’ DI MACEDONIA MISTA

Molto mista e molto variegata

Giancarlo Lehner

«Don Roberto è stato ucciso da uno che non ci stava tanto con la testa», così esterna uno che con la testa non ci sta per niente.
Si chiama Jorge Mario, che per difendere islam ed islamici, cancella la realtà, il buon senso e la corretta informazione.
In associazione con Soros, si sbraccia per sradicare le fondamenta giudaico-cristiane.

E io mi sto sempre più convincendo che ha ragione quella che sostiene che quell’uomo è l’Anticristo, mandato da Satana in persona per annientare il cristianesimo.

Poi c’è questo signore, lasciato morire come un cane per dissecazione aortica perché i medici si sono rifiutati di operarlo prima che arrivassero i risultati del tampone. È arrivata prima la morte. E magari, dopo che una banda di infami lo ha abbandonato alla sua enorme sofferenza e alla consapevolezza che stava morendo, avranno anche l’infamia di classificarlo come l’ennesimo morto covid per incrementare il terrore sanitario su di noi.

Poi c’è la signora Bellanova che si batte contro gli sconti nei supermercati. Forse la signora ignora che noi comuni mortali non abbiamo stipendi da ministro, e che per molti i prodotti scontati, magari quelli prossimi alla scadenza, e quelli in promozione, sono l’unica cosa che permette loro di mangiare più o meno tutti i giorni. Una volta c’era il modo di dire “se non sono matti non li vogliamo”, adesso dovremmo passare a “se non son deficienti non li vogliamo”.

E poi c’è J. K. Rowling, la mamma di Harry Potter, già messa alla gogna per avere detto che ci sono differenze fra un trans e una donna nata come tale (evidentemente qualcuno è analfabeta al punto da non accorgersi che XX e XY sono due targhe diverse, tipo PA e PV che stanno a un buon migliaio di chilometri di distanza). Adesso ha scritto un thriller in cui un serial killer uccide travestito da donna e naturalmente è chiaro che il significato è che non ci si deve mai fidare di un uomo travestito e giustamente è stato stabilito che lei deve morire. Giustamente, certo, visto che

Non ho mai amato i gialli e questa è una roba di 900 pagine, ma appena sarà tradotto in italiano lo scaricherò e lo leggerò. Nel frattempo ho appena scaricato la saga completa di Harry Potter, e prima o poi la leggerò, anche se sono quasi 4500 pagine.

E poi ci sono gli attori che recitano una scena all’aperto, in cui uno cade da cavallo e rimane ferito, ma il povero cane non lo sa che è una finzione…

E poi c’è questo ragionevole pensiero di

Enrico Richetti

Lasciate che i bambini dell’asilo corrano nei prati , si rotolino nell’erba e si abbraccino!
Lasciate che i bambini delle elementari nella ricreazione si rincorrano senza mascherina!
Lasciate che le maestre li prendano in braccio per consolarli e coccolarli!
Lasciate che i bambini vedano il sorriso della maestra, senza la museruola!
Questi scellerati che vedono il covid a ogni angolo di strada rovinano i bambini, li traumatizzano e fanno più danni del virus stesso!!!

E a proposito di scuola c’è la signora Fedeli che con incredibile umiltà riconosce che non è stato fatto proprio tutto alla perfezione, ma la cosa fenomenale è quella che arriva alla fine

Mentre a proposito dell’epidemia che con incredibile accanimento terapeutico governanti e mass media cercano in tutti i modi di mantenere in vita – quei mass media che lavorano più o meno così

– c’è (sì, ancora, visto che c’è chi proprio non vuole farsene una ragione) la faccenda della Svezia che dimostra, dati alla mano, che il lockdown nuoce gravemente alla salute, soprattutto sulla lunga distanza.

E giustamente qualcuno fa presente che

E per chi lascia condizionare la propria vita dal terrore di ammalarsi, c’è un saggio consiglio

Mentre questo è un sano avvertimento per tutti

e come se non bastasse, è anche entrato maschio ed è uscita femmina – che magari l’ha anche fatto apposta per fare incazzare quella bruttissima personaggia della J. K. Rowling.

E poi ci sono tutti quegli orrendissimi crimini di Trump, di cui non si parla mai, e bisogna parlarne invece

E poi c’è la drammatica emergenza climatica

E poi…

… e poi

venne

lo smartphone.

barbara

MI STO SEMPRE PIÙ CONVINCENDO

che abbiano ragione coloro che sostengono che il signor Bergoglio sia l’Anticristo. Dico questo senza alcuna implicazione religiosa: Anticristo come essenza del male, intendo, come colui che è venuto per distruggere, disintegrare, annichilire. Per distruggere, in particolare, ciò che sarebbe stato chiamato a proteggere e salvare, anche a costo della sua stessa vita. Nel caso mi fosse rimasto qualche dubbio residuo – che comunque non avevo – a dissolverlo sarebbero più che sufficienti le due ultime esternazioni. O le ultime a me pervenute, per lo meno. La prima, in tema strettamente religioso, è l’ennesima gravissima eresia.

Il Papa: “Maria è madre e meticcia, ha reso meticcio anche Dio”

Le frasi rilasciate oggi dal Papa durante la celebrazione della Madonna di Guadalupe, che è la patrona del continente sudamericano, sono destinate a far discutere.

Oggi, Jorge Mario Bergoglio, ha detto quanto segue: “Si è meticciata per essere tutt’uno con l’umanità, Maria madre che riesce a fare questo meticciato con Dio, vero Dio e vero uomo“. Il riferimento è appunto alla Vergine Maria, per cui il vescovo di Roma ha individuato tre caratteristiche utili alla definizione: “donna”, “madre” e appunto “meticcia”. L’ex arcivescovo di Buenos Aires ha anche fatto intendere come non siano necessari nuovi dogmi dottrinali. Ma non è tutto.
Sempre il Santo Padre, durante le ritualità del caso, ha detto – stando all’Adnkronos – che la madre di Dio ha reso suo figlio meticcio. Un aggettivo – “meticcio” – che il Papa utilizza spesso per prendere posizione in favore del multiculturalismo e dell’accoglienza dei migranti. Qualche Natale fa, aveva fatto discutere l’asserzione secondo cui Gesù Cristo sarebbe stato figlio di migranti. Questo, secondo Vatican News, è il virgolettato completo: “Ha voluto essere meticcia, si è mescolata ma non solo con Juan Diego, è diventata meticcia per essere madre di tutti, si è meticciata con l’umanità. Perché lo ha fatto? Perché lei ha ‘meticciato’ Dio e questo è il grande mistero: Maria madre meticcia, che ha fatto Dio, vero Dio e vero uomo, in suo Figlio Gesù“.
Con le considerazioni odierne, è possibile che nasca una nuova bufera teologico-mediatica. Perché non tutti sono d’accordo con questi aspetti della pastorale di Bergoglio. Poi il riferimento al ruolo che le donne occupano all’interno della Chiesa odierna: “Quando cerchiamo il ruolo della donna nella Chiesa possiamo seguire la strada della funzionalità ma quello ci porterebbe solo a metà strada. La donna nella Chiesa va oltre, con questo principio mariano che maternalizza la Chiesa e la trasforma nella Santa Madre Chiesa. Maria donna, Maria madre. Senza altro titolo essenziale“.

In seguito alle dichiarazioni del pontefice, è arrivato un commento proveniente dal cardinal Marc Oulett, prefetto della Congregazione per i vescovi: “Non tutti capiscono le sue decisioni (del Papa, ndr) – ha detto il canadese – ma il popolo di Dio è incoraggiato”.

Francesco Boezi – 12/12/2019, qui.

Qualche considerazione e qualche domanda. Maria (Miriam, a voler essere precisi), a meno che il signor Bergoglio non abbia informazioni precise sulle attitudini sessuali di sua madre, era ebrea. E meticci si può nascere a causa di scelte e comportamenti dei genitori, non diventare o “farsi”. A voler essere proprio cattivi – ma io non lo sarò – qualcuno potrebbe insinuare che “meticcio” si potrebbe considerare come sinonimo di “bastardo” e questa, oltre che l’ennesima eresia, sarebbe anche l’ennesima bestemmia. Noto poi quel “ha voluto”: forse qualcuno dovrebbe regalare al signor Bergoglio un vangelo, e obbligarlo a leggerlo, visto che finora non ha ancora mai trovato il tempo di farlo. Dell’ultimo virgolettato invece non ho capito niente, proprio non ho la più pallida idea di che cosa possa significare. Quanto al commento del cardinale MarCoulett, “il popolo di Dio è incoraggiato”, vorrei chiedere: incoraggiato a cosa? Non sarebbe stato meglio precisare, giusto per non indurre noi poveri peccatori in tentazione di pensare chissà che cosa? Segue quest’altra allucinante dichiarazione:
papa martiri
Si noti, per prima cosa, la forma passiva priva di complemento d’agente: chi sarà mai a perseguitarli? Chi sarà mai a ucciderli? Chi sarà mai a chiuderli nelle chiese e poi incendiare queste ultime, esattamente come facevano le SS con gli ebrei nelle sinagoghe? Mistero, come quello del meticciato della madonna: evidentemente ha scelto per se stesso il ruolo di Signore dei Misteri; e per seconda cosa, il chiarissimo messaggio lanciato ai terroristi musulmani (perché è questo il complemento d’agente, e qualcuno dovrà pure avere il coraggio di dirlo, visto che lui non ha la minima intenzione di farlo): avanti, carissimi fratelli musulmani, non esitate, continuate pure a macellare i cristiani, che farsi macellare è la loro missione. Andate e macellate, e abbiatevi la mia Santa Benedizione, esattamente come i nazisti croati andavano a fare strage di serbi e di ebrei con la Santa Benedizione di monsignor
Alojzije Viktor Stepinac, arcivescovo di Zagabria, elevato all’onore degli altari da Giovanni Paolo II, quello che ha inventato il fortunato slogan “ponti, non muri”. A quanto pare, il Gesù del signor Bergoglio, da figlio di Dio si è convertito a figlio di Allah e alla religione della morte e dei sacrifici umani.E pensare che era nato in una religione il cui comandamento più importante è “E tu sceglierai la vita”.

barbara

DI QUALE RELIGIONE È SEDE IL VATICANO?

Grazie a Paoletta per la segnalazione

Unica pecca del cronista: il riferimento a quanto avvenuto col presidente Peres (“isDraeliano”!!) . Gli alberi piantati in Israele, e all’estero in occasione di visite di personalità israeliane, non rappresentano assolutamente niente di rituale, di religioso, di sacro: è semplicemente un atto utile alla natura e alla vita, niente di più, niente di meno.

barbara

GRETA: IL PIÙ BELL’ARTICOLO DI TUTTI I TEMPI

In viaggio con Greta per fare non si sa cosa, ma farlo in fretta

Correttore di bozze 18 aprile 2019 Società

L’estasi contemplativa di Repubblica a bordo del treno che ha portato la famiglia Thunberg in Italia a «dire qualcosa sul clima»

Correttore di bozze, nella sua insopportabile vanagloria, pensava di non avere nulla da imparare in quanto a cieco fanatismo bigotto. Ma ieri improvvisamente la rigida fede dogmatica e retriva di cui andava tanto fiero gli è sembrata una robetta da sbarbati quando ha letto la cronaca del viaggio di Repubblica in treno con Greta Thunberg. Uno sfoggio di religiosa devozione da far crepare di invidia il peggio trinariciuto dei baciapile di Verona.

Del resto, in confronto alle favolette evangeliche in cui crede quell’illuso di un Correttore, il verbo di Pippi Calzethunberg ha la solidità della roccia, la forza dell’evidenza, l’efficacia dell’assioma aritmetico, nonché l’urgenza del bisogno fisiologico. Vuoi mettere? E infatti il cronista di Repubblica, totalmente rapito dalla contemplazione della sua beniamina svedese in viaggio verso l’Italia, neanche avverte la necessità di farsele ripetere, quelle verità. Il reportage ferroviario di Giacomo Talignani dall’Eurocity Basilea-Milano gomito a gomito – beato lui – con la famiglia Thunberg è tutto un dire che «andiamo avanti: dobbiamo farlo», e un ripetere che «andremo avanti finché non ci daranno una risposta», e un ribadire che «i giovani italiani sono molto determinati, si stanno dando “davvero da fare”». Sì ma per fare che? Zitto lei, e cazzi quella gomena.

«Siamo stanchi, ma andiamo avanti: dobbiamo farlo», dice suo padre. Lei, Greta Thunberg, osserva fuori dal finestrino dell’Eurocity le montagne svizzere con la neve ormai sciolta. Quasi non apre bocca, aggiunge soltanto alle parole del padre: «Andremo avanti finché non ci daranno una risposta». Poi chiude gli occhi, deve dormire: ha bisogno di energie per esortare i potenti a “svegliarsi”. 

LA SCIENZA AL COSPETTO DELLA RELIGIONE

Svegliare i potenti ancora ancora. Svegliare il Correttore di bozze invece è impossibile. Ignorante di una capra. Neanche leggendo lo specchietto messo in pagina da Repubblica con gli appuntamenti di Greta in Italia, quell’asino è riuscito a cogliere l’impellente messaggio della signorina del meteo pazzerello. Per dire. Ieri doveva andare in piazza San Pietro all’udienza di papa Francesco poiché «è stata ammessa al Baciamano». E là dove il Correttore di suo avrebbe commentato «anvedi», Repubblica invece spiegava con un poco di emozione che Greta «porterà i dati della scienza al cospetto della religione», e cioè «al Papa dirà qualcosa sul clima». Sissignore, proprio così: qualcosa sul clima.

E in effetti alla fine ieri Greta è andata dal Papa e gliel’ha detto, qualcosa sul clima. «Grazie per la lotta per il clima», gli ha detto fra esclamazioni di stupore e meraviglia generale. E lui, Francesco, che sveglio lo è sempre stato anche senza le energie di Greta, fin qui sembra essere uno dei pochi potenti ad aver capito davvero la solfa: «Vai avanti, Greta!», ha risposto. Anche perché tanto, se le diceva «mo’ basta», quella andava avanti lo stesso.

AFFRONTARE LA CRISI

Intanto, prima di arrivare nella Capitale, Greta ha parlato all’Europarlamento: «È andata bene, abbiamo detto quello che c’era da dire». Il concetto ribadito dalla giovane svedese è che non c’è più tempo, il cambiamento climatico corre veloce e il mondo è indietro: «Notre Dame sarà ricostruita, ma la nostra casa sta crollando e il tempo stringe, i nostri leader devono agire, non lo stanno facendo. Bisogna pensare come se dovessimo costruire una cattedrale, vi prego di non fallire», ha detto Greta ad Antonio Tajani e colleghi.

E così, chiarito che all’Europarlamento «abbiamo detto quello che c’era da dire», riuscire finalmente a sapere che accidenti bisogna fare per non morire malissimo nei prossimi cinque minuti, in fondo non è così importante. L’importante per adesso è sbrigarsi. Dire quel c’è da dire e fare quel che c’è da fare. Ma soprattutto muoversi. Non c’è più tempo.

Per riuscire a salvare il Pianeta la giovane con la sindrome di Asperger cerca dunque di andare più veloce. È così che camminava a Basilea quando abbiamo iniziato il viaggio con lei: rapida, sguardo basso e entrambe le mani salde al cartello marrone che porta sotto braccio con scritto “sciopero per il clima”. Pare voler dire che non ha tempo, proprio come la Terra. […] Appena prima di salire in carrozza verso l’Italia un gruppetto di ragazzi la riconosce, fa per tirar fuori lo smartphone e scattare un selfie: Greta accelera, quasi a voler sparire, a rendersi invisibile. Lo ha detto lei stessa: «Non parlate di me, parlate del cambiamento climatico». Quello è il problema, quella è la sua missione: farsì che si affronti la crisi. 

Esatto: «Farsì che si affronti la crisi». Giustamente Repubblica, nell’ansia di fare qualcosa in fretta e furia per affrontare la crisi ma non sapendo che cosa, ha cominciato a risparmiare sugli spazi tra le parole.

HAI VOLUTO LA BICICLETTA?

Altrimenti, per soli euri 12,90, si può correre in edicola, sempre in fretta mi raccomando, e acquistare velocissimamente con Repubblica il libro di Greta Thunberg La nostra casa è in fiamme, possibilmente in molteplice copia, e in questo modo «farsì» che si acceleri anche il disboscamento del pianeta.

«È essenziale andare a votare, anche per chi come me non può farlo», ha ribadito la sedicenne, il cui libro “La nostra casa è in fiamme” è in vendita con Repubblica.

In aggiunta, visto che venerdì Greta parlerà alle 12.30 al Fridays for Future da un palco che «sarà alimentato dall’energia delle biciclette dei ragazzi», il Correttore di bozze da parte sua propone con la massima fretta che in quell’occasione, oltre a sfruttare giustamente i minorenni per generare energia a scrocco, si vieti loro anche per tutta la giornata di esalare le famose flatulenze che nuocciono all’ozono, vieppiù quando vengono sprigionate nel mentre che si pedala.

GIORNI INTERI SUI BINARI

Poi, di punto in bianco, ecco l’illuminazione. Finalmente anche agli occhi annebbiati del Correttore di bozze diventa chiaro che cosa accidenti è che bisogna fare con tutta questa urgenza. Bisogna fare il tagskryt, ovvio.

Anche il “tagskryt” fa parte del suo messaggio. È così che gli svedesi indicano, in senso buono, il vantarsi di prendere il treno, molto meglio dell’aereo in termini di emissioni. Qualche anno fa Greta rimproverò il padre Svante per essere andato in Italia con la sorella Beata usando l’aereo, “troppe emissioni” gli disse. Ora che tocca a lei, la famiglia viaggia soltanto sui binari. Ogni tanto scattano una foto per mostrare agli altri l’impegno: da stazione a stazione, inquinando meno. Sei ore da Stoccolma a Cophenaghen, altre sei fino ad Amburgo, altrettante fino a Strasburgo. Poi quasi sette per Milano e da lì a Roma. «Sono giorni interi che viaggiamo», ripetono i Thunberg sfiniti. Un sacrificio che per Greta fa la differenza: un solo viaggio in aereo dalla Svezia all’Italia significa oltre 300 kg di Co2, con il treno sono almeno un decimo.

A Greta perciò tutta l’ammirata gratitudine di Repubblica, e del Correttore di bozze, per questo magnanimo sacrificio, per merito del quale stamattina in tutta Europa, fateci caso, è già tornata a fare capolino dopo secoli una mezza stagione. Senza dimenticare naturalmente la sacra famiglia: grazie infinite e alleluia anche a voi, amici martiri Thunberg, cosa non darebbe un correttore di bozze per immolarsi al posto vostro tra le fauci del tagskryt.

Dopo di che, però, tanti auguri a spiegare ai potenti europei che devono svegliarsi, agire subito, rispondere in fretta, sbrigarsi, dai, su, adesso, che state aspettando. Ora che quelli arrivano in Parlamento per fare qualcosa sul clima, qualunque cosa sia, la nostra casa sarà già bella che bruciata. Per colpa di un treno del menga che inquina davvero niente ma ci mette sette ore a fare Milano-Strasburgo. (qui)

@Correttoredibox
greta morirete
Non ho idea di chi sia quest’uomo, ma lo adoro, l’ho adorato dalla prima riga. Poi però, se vi avanza un minuto e mezzo, andate a leggere anche questo. Che poi uno si chiede: ma con tutto sto terrificante riscaldamento globale talmente caldo da mandare a fuoco la casa per autocombustione- tipo Notre Dame, per intenderci – com’è che Pippi nostra ha bisogno di tre giacche e tre cappucci?
LA NOSTRA CASA È IN FIAMME
PS: ma sono solo io a vedere come il fanatismo ottuso abbia sempre a stessa espressione?
Ahed TamimiGreta Thunberg
barbara