MI RACCOMANDO, MANDIAMOGLI ARMI

ancora armi, sempre più armi, sempre più potenti: non vorremo mica lasciar vivi tutti quei civili! Non vorremo mica lasciargli le case intere! Le biblioteche! I negozi! Le chiese! Le palestre!

19 febbraio 2023

23 febbraio 2023

Una passeggiata per Lugansk

E poi ci sono le famose Convenzioni di Ginevra e dell’Aja sul trattamento dei prigionieri di guerra

(e a quanto pare devono anche avergli fatto saltare qualche dente

Aggiungo due piccole note amene

DIFFERENZE – Nel suo discorso a Varsavia, ieri, Joe Biden ha nominato 10 volte Vladimir Putin. Nel suo discorso a Mosca, invece Putin non ha nominato Biden nemmeno una volta. (Qui)

Radio Svoboda dice che Portogallo, Belgio, Paesi Bassi e Francia chiedono il ritiro delle sanzioni UE sui fertilizzanti prodotti dalla Bielorussia. E pare che a chiedere di non mettere troppa pressione sulla Bielorussia sia… l’Ucraina.(Qui)

E poi una considerazione, che ritengo condivisibile, di Marco Travaglio, sulle ultime vicende che riguardano anche casa nostra.

A sovranismo limitato
Il Fatto Quotidiano23 Feb 2023» Marco Travaglio
Il nostro grado di simpatia per B. è noto da qualche annetto. Quindi spersonalizziamo. Immaginiamo che il presidente dell’ucraina, uno dei Paesi più corrotti e più poveri d’europa (due fattori tutt’altro che scollegati) da ben prima che fosse attaccato dalla Russia, inviti a casa sua la premier di un governo che contribuisce, con aiuti finanziari e militari, a mantenerlo artificialmente in vita. E poi, violando ogni dovere di ospitalità e ogni regola di buona creanza, approfitti della conferenza stampa congiunta per insolentire un alleato della premier che ha il grave torto di non pensarla come lui. Qualunque altro premier interromperebbe la conferenza stampa, la visita e forse le relazioni diplomatiche, non prima di avere spiegato all’insolente collega come vanno le cose in una vera democrazia: ogni leader politico, come ogni cittadino, è libero di esprimere il proprio pensiero su guerra, pace, negoziati e ogni altro argomento a sua scelta anche se nessuno gli ha bombardato la casa, e nessun governo estero, alleato e non (e l’ucraina è fra i non, visto che fortunatamente non fa ancora parte né dell’ue né della Nato), ha il diritto di ficcare il naso. La cosa potrà apparire bizzarra a Zelensky, che mette fuorilegge gli undici partiti di opposizione, arresta il leader di quello principale, unifica le tv in un solo canale di propaganda (la sua), impedisce a otto reporter italiani di raccontare la guerra senza il suo permesso. Ma, per fortuna, l’italia non è l’ucraina, anche se da un anno sta violando la sua Costituzione per inviare armi al suo Paese raccontando che vuole favorire il negoziato Kiev-mosca, che però Zelensky il 4 ottobre ha proibito per decreto.
Non che l’ingerenza zelenskiana negli affari interni italiani sia un caso isolato: le cancellerie Ue, Nato e Usa non fanno altro da tempo immemorabile. Ma almeno quelle ce le siamo scelte come alleate e ci tocca sopportarle. L’ucraina no. Ed è a Kiev che servono i soldi e le armi di Roma, non viceversa. Quindi l’idea che Zelensky distribuisca pagelle e patenti di affidabilità a questo o quel Paese che si svena per Kiev è già ridicola. Ma ancor più ridicolo è che in Italia la cosiddetta informazione accusi quel leader che non nominiamo di screditare l’italia nel mondo per aver espresso il suo pensiero, giusto o sbagliato non importa. In un Paese serio, a rimettere in riga l’ucraino, sarebbe già intervenuto il presidente della Repubblica, con le stesse parole con cui tappò la bocca alla ministra francese Boone che ci insegnava come votare il 25 settembre e minacciava di “vigilare” su di noi: “L’italia sa badare a se stessa”. Invece purtroppo Mattarella tace. E tace anche la Meloni, mostrando vieppiù com’è il suo “sovranismo”: a sovranità limitata.

E veniteci a raccontare che non siamo in guerra con la Russia.

Concludo con una riflessione mia: da tutte le parti si sente dire che non si crede che Putin abbia davvero intenzione di sganciare l’atomica, che è tutto solo un bluff per tentare di intimidire gli avversari (? Gli avversari? Ma non ci avete raccontato fino ad asfissiarci che non è vero niente che l’America sta combattendo una guerra per procura? Non ci avete ripetuto fino alla nausea che la Russia ha aggredito l’Ucraina e l’Ucraina si sta difendendo e noi le mandiamo armi difensive per poter resistere ma con tutta la faccenda non c’entriamo niente? Boh). Ora, non sarà che mentre ci e si raccontano questa favoletta continuano a spingersi sempre più avanti con le provocazioni e gli attacchi “perché tanto lui non la sgancia mica sul serio” fino al punto in cui per salvare la Russia non gli resterà più altra possibilità di lanciare una raffica di missili nucleari? E arrivato a questo punto non farà come quello che sa che per salvarsi deve sparare per primo, e sapendo che anche l’altro è armato e pronto a sparare, per minimizzare il rischio per se stesso gli scarica addosso tutto il caricatore?
Ho l’impressione che tutti noi ci troviamo nei panni di Margherita che assiste al ballo infernale durante la festa di Satana

Il primo minuto abbondante è di preparazione, potete tranquillamente saltarlo

barbara

CONTINUANO INESORABILI,

implacabili, insaziabili, i crimini ucraini contro la popolazione civile del Donbass. Ero partita con l’idea di farne una rassegna, ma mi servirebbero almeno dieci ore per metterli insieme e sistemarli, per cui mi limito a questo articolo.

Il centro di Donetsk è quasi completamente crivellato

Da settimane, quasi quotidianamente, le unità ucraine sparano indiscriminatamente contro i distretti Voroshilovsky e Kievsky. I bombardamenti effettuati casualmente non perseguono alcuno scopo militare, poiché i proiettili colpiscono spesso hotel, edifici residenziali, uffici, ospedali, fermate dei trasporti pubblici, un’impresa di pompe funebri, lo stadio Donbass Arena e dintorni e altri oggetti civili come il mercato (colpito due volte, come si vede nel video del reporter Rangeloni).
Gli arrivi di missili e artiglieria si verificano più volte al giorno. Gli attacchi si verificano al mattino, pomeriggio, sera e notte. In qualsiasi momento possono arrivare i razzi Grad MLRS o i proiettili da 155 mm forniti dai paesi occidentali. Nello stesso tempo, è difficile dire che gli artiglieri ucraini stiano mirando in modo specifico. La sensazione è che non ci sia un obiettivo specifico dove i soldati delle Forze Armate dell’Ucraina vogliano colpire. È come se l’ordine fosse di sparare in direzione di Donetsk ma non importi dove i proiettili colpiscano esattamente.
Ad esempio, la notte del 5 dicembre, i proiettili ucraini sono caduti nel distretto di Voroshilovsky. Sono stati danneggiati l’edificio del “salone dei servizi rituali”, locali per uffici all’indirizzo di via Artem 7, così come è stata anche colpita la Chiesa della Natività di Cristo nell’area del centro città vicino al centro commerciale Continent. E la sera del 4 dicembre, le forze armate ucraine hanno nuovamente sparato su Pushkin Boulevard e 25 RKKA Street. Due giorni prima, i militari ucraini avevano già colpito lo stesso posto, poi hanno colpito il negozio di alimentari Moskva. Diversi proiettili da 155 mm sono caduti vicino allo stadio Donbass Arena.
Non c’è dubbio che i combattimenti continueranno l’anno prossimo. Donetsk rimarrà ovviamente nella zona di distruzione dell’artiglieria delle Forze armate ucraine, e gli scontri vicino alla città continueranno, ma è probabile che la linea del fronte inizi ancora a cambiare, ma molto probabilmente ciò accadrà dopo le Vacanze di Capodanno.
Non è noto quanto durerà Donetsk in questo stato. Dubito che i bombardamenti si fermeranno nel prossimo futuro, dal momento che le unità ucraine sono ancora vicine alla città e ci sono modi per colpire non solo nel centro della capitale della DPR, ma anche nella parte posteriore profonda dell’ex confine con la Federazione Russa. Di conseguenza, non sarà sufficiente riconquistare gli insediamenti adiacenti a Donetsk dalle forze armate ucraine, l’esercito ucraino sarà comunque in grado di colpire la DPR sfruttando i lanciarazzi occidentali.
Al momento, le battaglie principali si stanno svolgendo intorno ad Artemovsk. Le forze armate ucraine non sono ancora circondate, i militanti ucraini possono continuare a fornire al loro gruppo tutto ciò di cui hanno bisogno e la città sta diventando sempre più simile a Mariupol, ma Artyomovsk non può essere presa così rapidamente come la città portuale, a causa di 8 anni di opere di trinceramento e fortificazione. Inoltre, sono in corso scontri a Maryinka e nelle vicinanze di Avdiivka, da dove le forze armate ucraine sparano più spesso su Donetsk. Ma è troppo presto per dire che questi insediamenti saranno presto liberati.
Una soluzione negoziale del conflitto continua ad essere scartata categoricamente da parte occidentale. Il presidente Macron che nel recente viaggio negli USA ha incontrato Biden ed ha ottenuto piccole aperture, è fortemente ostacolato dalla dirigenza europea ed ha ricevuto le critiche di Kiev.

La verità sparisce dai radar, se la cronaca diventa teologia

Ricordo che il contributo più grande che tutti noi possiamo dare per la pace, è informarci. Ovvero esercitare la nostra libertà di giudizio. Perciò riporto una citazione di un pezzo di Giorgio Cattaneo, “Teologia della guerra, ieri come oggi” che mi sembra significativo:

“Più ancora che i missili, a spaventare – francamente – è il non-pensiero che sovrasta ogni possibile disamina, ogni sguardo proteso ad esplorare aspetti necessariamente sfaccettati della realtà, in cui – come sappiamo – le responsabilità degli eventi storici sono sempre largamente distribuite. Qualsiasi essere umano non può che ripudiare il ricorso alla guerra: che può essere eventualmente comprensibile, ma mai giustificabile. Eppure: piuttosto che sforzarsi di comprendere, per poi disinnescare i conflitti, si preferisce criminalizzare la controparte, fino a demonizzarla. Ed è proprio qui che sembra riaffiorare una tentazione antica: travisare la “testualità” fattuale della storia e sostituirla con una sorta di distorsione quasi teologica, un’interpretazione sommaria e basata su una narrazione invariabilmente unilaterale, spesso minacciosa, sempre restia a confrontarsi con l’altrui verità“.

VPNews

*****

nota a margine: siccome la conoscenza dei fatti è fondamentale, per vedere in modo specifico cosa succede a Donetsk, consiglio i reportage di Rangeloni che trovate su Youtube (vedi qui) o su Telegram (vedi qui). Per quanto riguarda la cronaca della parte ucraina, questa è riportata molto efficacemente dai grandi media, anche se spesso inquinata dalla propaganda di guerra.
Patrizio Ricci, qui.

Aggiungo un paio di cose di alcuni giorni fa.

FUCILAZIONI – La Russia non ha ancora ricevuto alcuna risposta dagli organismi internazionali per i diritti umani rispetto all’esecuzione di prigionieri di guerra russi da parte dei soldati ucraini. Lo ha sottolineato Gennady Gatilov, rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite a Ginevra. “Aspettiamo di vedere come valuteranno gli appelli e le note che abbiamo inviato. Finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta”. (Qui)

KIEV – Manifestazione a Kiev dei parenti dei soldati ucraini che risultano ufficialmente “dispersi”. I parenti chiedono notizie, sospettando che i “dispersi” siano in realtà morti ma che le autorità, nel tentativo di rendere meno pesante il bilancio delle operazioni, non vogliano dichiararlo.

https://t.me/letteradamosca/10511

ATTENZIONE IMMAGINI IMPRESSIONANTI – Dopo le sollecitazioni di parte russa (https://t.me/letteradamosca/10509), e una settimana dopo, le Nazioni Unite hanno reagito alla fucilazione dei prigionieri russi da parte degli ucraini e hanno chiesto un’indagine sui fatti. L’Alto Commissario per i diritti umani Volker Türk ha detto che le circostanze dell’esecuzione dei soldati russi a Makiivka dovrebbero essere indagate e i responsabili puniti. Türk inoltre ha affermato di ritenere che le immagini dell’esecuzione siano autentiche. La missione di monitoraggio delle Nazioni Unite nel campo dei diritti umani è giunta alla stessa conclusione, ha osservato. E in precedenza, anche il New York Times aveva scritto di ritenere autentico il video.

https://t.me/letteradamosca/10516

UCRAINA – A Vinniza la strada prima intitolata al grande scrittore russo Lev Tolstoj è stata reintitolato a Stepan Bandera (foto), leader del movimento nazionalista ucraino e collaboratore delle SS.

https://t.me/letteradamosca/10526

Qui la prova che l’Ucraina sta vincendo la guerra e la Russia è ormai in ginocchio

Qui.

https://t.me/letteradamosca/10494

E infine un emulo di John Lennon

Qui.

Loro, comunque, non ci boicottano!

barbara

VI PIACCIONO I FILM HORROR?

Questo è ancora più bello di tutti quelli che avete visto, perché è tutto reale, tutto autentico. E con una dose di delirio che neanche Dario Argento.

Consumare di meno e “tutto tornerà come prima” è un castello di carte che crolla

Avendo creato artificialmente una situazione di isteria e fobie di massa nella società, le élite iniziano a pubblicizzare grossolanamente la loro obsoleta “macchina dell’obbedienza” proponendola come una panacea (prima per il covid ed ora per la guerra). Ma come possiamo vedere, i costi dei giochi politici sono così enormi e gli effetti collaterali possono avere un effetto storico così lungo che nessuno è in grado di determinare nemmeno approssimativamente il prezzo che il “mondo civile” alla fine dovrà pagare per tutto questo.
Gli “elitemen “per il momento sono sicuri di essere loro stessi a dirigere il loro grande spettacolo – mentre la logica di questo disgustoso spettacolo li sta controllando sempre più. Il sonno della ragione, come sapete, fa nascere mostri. La pratica storica mostra che i mostri che emergono dall’oscurità sono generalmente molto affamati e completamente privi di sentimenti calorosi per chiunque, compresi i loro stessi creatori. 
Ora stiamo assistendo al lancio non sistematico e ridicolo da parte delle élite di un castello di carte che crolla, che sembrava loro una “nuova realtà” in costruzione.
29/06/2022, Deutsche Welle (DW) Il risparmio energetico è diventato un obiettivo nazionale in Germania, Francia e Giappone.
Cosa serve oggi per sostenere la crescita del PIL? Più risparmio energetico! Questa è la situazione paradossale in cui si sono trovati nel 2022 alcuni dei principali paesi industriali dell’Occidente. Il loro sviluppo è minacciato dall’eccessivo costo dell’energia e l’ulteriore riduzione e la cessazione ancora più completa delle forniture di gas russe potrebbero spingerli in una profonda crisi. Sullo sfondo di una tale minaccia in Germania, Francia e Giappone, sono iniziate campagne su larga scala per risparmiare energia…
Le compagnie energetiche TotalEnergies, EDF ed Engie chiedono ai francesi di risparmiare
A Berlino e Tokyo i governi hanno lanciato un appello alla popolazione e alle imprese per ridurre i consumi energetici, a Parigi lo hanno fatto i vertici delle tre principali compagnie energetiche del Paese, due delle quali sono in parte di proprietà dello Stato francese….
Una pausa nella citazione a questo punto, è appropriata. “Risparmio energetico per sostenere la crescita del Prodotto Interno Lordo” – questa tesi sembra essere una feroce assurdità. In realtà, questa non è una sciocchezza, ma una conseguenza del fatto che il PIL del XXI secolo non ha nulla a che fare con un prodotto realeIl PIL è diventato una cifra di culto che caratterizza la crescita della superficie delle bolle finanziarie gonfiate da emissioni monetarie a tassi di prestito di investimento < 0%. Tassi negativi significano una produttività oggettivamente negativa del sistema economico, che è supportata da un calo dei consumi reali. Un’economia così è capovolta.
Continuiamo a citare DW:
…”L’energia migliore è quella che non consumiamo”, si legge in una lettera aperta pubblicata il 26 giugno sul settimanale francese Journal du Dimanche. È stata firmato rispettivamente da Patrick Pouyanne, Jean-Bernard Levy e Catherine MacGregor, CEO di TotalEnergies, gigante dell’elettricità Électricité de France (EDF) e Engie, partner di lunga data di Gazprom.
Rivolgendosi a “ogni consumatore, ogni impresa”, i capitani delle grandi imprese francesi li esortano a “cambiare linea di condotta e limitare immediatamente il consumo di energia, elettricità, gas e prodotti petroliferi”.Il risparmio energetico è necessario per prepararsi al meglio al prossimo inverno e, prima di tutto, per ricostituire le riserve di gas naturale ( DW).
Questo non sarà raggiunto senza un’azione “urgente, congiunta e su larga scala” da parte di tutti i francesi, sottolineano gli autori dell’appello e avvertono che altrimenti l’aumento dei prezzi dell’energia diventerà una minaccia per la “nostra coesione sociale e politica”.
Lo stesso giorno, il 26 giugno, per la seconda volta questo mese, il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria del Giappone ha emesso un appello per risparmiare elettricità.
La situazione nell’industria elettrica giapponese è già criticacon alcune centrali nucleari ancora chiuse dopo l’incidente di Fukushima nel 2011 e una serie di centrali termiche obsolete chiuse per ridurre le emissioni nell’atmosfera di gas serra dannosi per il clima. Pertanto, già ad aprile, il governo giapponese ha avvertito di possibili problemi con l’approvvigionamento energetico nel prossimo inverno, se il Paese fosse stato coperto da un’ondata di freddo anomalo per il secondo anno consecutivo.
Decine di milioni di tedeschi e francesi seguiranno un percorso simile quest’estate e il prossimo inverno.
Il 23 giugno Robert Habek ha dovuto letteralmente dare l’allarme: a causa di un forte calo delle forniture di gas russo tramite Nord Stream, il suo ministero ha introdotto la seconda di tre fasi di un piano di emergenza in caso di emergenza nel settore del gas. Il 26 giugno la presidente del Bundestag Bärbel Bas ha riferito sul quotidiano Bild am Sonntag di aver incaricato il dipartimento economico del parlamento di presentare il piano di risparmio energetico al più alto organo legislativo del paese  al più tardi entro il 4 luglio. (DW)
37/07/2022 Scholz ha definito “esplosivo sociale” l’aumento dei prezzi in Germania. “Se improvvisamente la bolletta del riscaldamento aumenta di diverse centinaia di euro, allora questo sarà un importo che molti non saranno in grado di affrontare. Questo rappresenta un potenziale esplosivo sociale”, ha detto Scholz su ARD, sottolineando di essere molto preoccupato per l’aumento dei prezzi dell’energia. Per questo il cancelliere ha avviato un dialogo con gli esperti e la Bundesbank, durante il quale verranno discusse le misure per combattere l’inflazione. Tuttavia, al momento, non è stata presa alcuna decisione su ulteriori misure concrete per fornire assistenza. Il Cancelliere ha indicato solo precedenti misure di aiuto per 30 miliardi di euro. (DW)
In effetti, un tale risultato del governo delle élite era evidente 18 anni fa. Non poteva succedere niente di differente, è il non sorprendente esito di questa mentalità irrazionale: le elites amano il potere ma non amano l’occidente.
Patrizio Ricci, qui.

Cioè, siccome molti di noi non sono in grado di spendere il doppio, dobbiamo scaldarci la metà, lavarci la metà, cucinare la metà, lavare stoviglie e biancheria la metà. E le fabbriche, naturalmente, dovranno produrre la metà e vendere la merce al doppio per starci dentro, unicamente a una fetta di popolazione in grado di pagare il doppio. E la plebe si fotta. Volete un altro po’ di horror, di altro tipo? Eccovelo.

Donetsk. Assassinata a 10 anni con le armi Nato

Una bambina di 10 anni nel Donbass fatta a pezzi dalle armi mandate dalla NATO all’Ucraina.
Ieri in uno dei tanti bombardamenti del governo ucraino, nel centro di Donezk è rimasta uccisa una bambina di 10 anni che era seduta alle 3 del pomeriggio sulla panchina fuori casa insieme alla mamma, la quale è rimasta viva per puro miracolo. Era l’unica figlia che aveva. Possiamo solo immaginare il dolore di questa donna, il corpo della bambina è stato letteralmente tagliato in due dai proiettili della NATO, altre parti del corpo sono volate intorno, sparse le gambe, lo stomaco .. è fatica pure scriverlo… 
Ieri i nazisti ucraini hanno sparato su Donezk 15 proiettili calibro 155 – Nato, che hanno ucciso altri due civili.
Oggi a Makeevka, rep. di Donezk, i nazisti ucraini hanno sparato di nuovo sui bambini, hanno centrato una piazzola per i giochi, dove giocavano dei ragazzini, due di loro sono morti, tre bambini sono rimasti pesantemente feriti, inoltre ci sono anche due donne ferite.
I paesi occidentali continuano a sponsorizzare il terrorismo ucraino, uccidendo la popolazione inerme del Donbass. Questo è il nazismo ucraino che la Russia vuole sconfiggere, ma invece di aiutarla, l’Occidente aiuta i nazisti. Il governo italiano quando ne prenderà atto e rinsavirà? Zelenskij è da condannare come criminale di guerra, non da glorificare come eroe!
Ieri in totale sono morte ammazzate dalle armi occidentali date a Kiev 6 persone nella Rep. di Donezk, 3 bambini, 3 adulti, 19 civili feriti. E Zelenskij ha così commentato:”finalmente si sente che ha cominciato a lavorare potentemente l’artiglieria occidentale, che abbiamo ricevuto dai partner occidentali. La sua precisione è davvero quella  che ci serve”!
MARINELLA MONDAINI, qui.

Stiamo parlando di civili ucraini assassinati dall’esercito ucraino con le nostre armi. Naturalmente quelli buoni ne saranno fieri. Ma come diceva il buon Tramaglino, c’è giustizia finalmente! Ed ecco, il deposito di armi NATO nel porto di Odessa fatto secco dai russi: centinaia di milioni di dollari di armi mandati in fumo in un attimo, guardate che spettacolo!

Volete ancora un po’ di horror, molto meno sanguinolento (ma non per questo poco schifoso) stavolta? Eccovelo servito.

Valerio Zappi

I rappresentanti americani alla Festa nazionale francese del 14 luglio presso l’ambasciata francese negli USA.
Uno/a è l’ammiraglio transgender Rachel Levine attualmente sottosegretario alla Sanità dell’amministrazione Biden.
L’altro è Sam Brinton, attualmente sottosegretario nell’ufficio dell’Energia nucleare dell’amministrazione Biden.
Chissà come mai NESSUN media mainstream ha osato pubblicare questa foto. Eppure è gustosa: rende perfettamente l’idea di dove vogliono portarvi.
Ma se tu hai dubbi sei un dannato complottista.

Il fatto è che mentre parecchi travestiti hanno oggettivamente lineamenti abbastanza femminili, segno che se i cromosomi sono quello che sono, gli ormoni invece qualche bizzarria in senso femminile la dimostrano, questi due di femminile non hanno proprio niente di niente, sono due uomini fatti a forma di uomini (uno dei quali anche decisamente brutto, e se è brutto come uomo, figuriamoci come donna). E sono stati mandati come rappresentanti ufficiali della prima (per ora) superpotenza mondiale a una importantissima manifestazione internazionale. Avessero mandato due tenutarie di bordello avrebbero fatto migliore figura.

Ultima della serie, tutto sommato abbastanza in tema nella serie horror: qui in tutta la provincia ci sono tre “pazienti covid” in terapia intensiva: nessuno malato di covid. L’ultimo dei tre è stato portato dentro l’altra sera per emorragia cerebrale. Fatto come d’obbligo il tampone e risultato positivo, è stato ricoverato come paziente covid e aggiunto alle statistiche degli “allarmanti ricoveri in aumento” che presto costringeranno a imporre nuovamente delle restrizioni. Se non dovesse farcela, lo troveremo nei prossimi giorni fra i morti per covid.

E dopo tanto horror, raccontiamoci almeno una bella fiaba per addormentarci, come questa danzata al grande ballo di beneficenza degli ufficiali di Sebastopoli.

Di Sheherazade mi ero già occupata qui.

barbara

COMINCIA FINALMENTE A SVEGLIARSI ANCHE L’ONU?

Report ONU accusa la parte ucraina di usare scudi umani

E’ stato pubblicato un rapporto delle Nazioni Unite secondo cui l’Ucraina usa i civili come scudi. Questo è esattamente ciò che hanno detto gli abitanti di Mariupol. Non dovrebbe meravigliare nessuno.
Rilancio di seguito la notizia come riportata da Rai News che ha ‘diluito’ la gravità tra parte ucraina e russa. Mentre la responsabilità ucraina nell’usare i civili come scudi umani nel report ONU è chiara e non dovrebbe consentire funambolismi.
Ciò che è rilevante è che il modus operanti messo in atto in questo ospizio di Lugansk, è stata la prassi a Mariupol ed in molte altre occasioni, come raccontano i testimoni.

Rai News ha riportato:
Un rapporto Onu accusa l’Ucraina: “Anche Kiev responsabile dei morti all’ospizio di Lugansk”
Pochi giorni prima dell’attacco dell’11 marzo, i soldati ucraini presero posizione all’interno della casa di cura, rendendo l’edificio un bersaglio.

Un rapporto Onu accusa l’Ucraina: “Anche Kiev responsabile dei morti all’ospizio di Lugansk” Ansa/UKRINFORM

Anche le forze armate ucraine hanno una responsabilità importante, forse uguale a quella russa, in quanto accadde, circa due settimane dopo l’inizio dell’invasione di Mosca, in una casa di cura nella regione di Lugansk, dove morirono decine di persone. È quanto ha stabilito un rapporto dell’Onu, secondo l’agenzia Associated Press. Nell’ospizio c’erano soprattutto anziani e disabili, che rimasero intrappolati all’interno, senza luce elettrica e acqua, quando i ribelli filorussi assalirono la struttura, vicino al villaggio di Stara Krasnyanka.
L’assalto provocò un incendio che intrappolò all’interno quanti erano allettati. Secondo le Nazioni Unite, almeno 22 dei 71 pazienti riuscirono a trarsi in salvo, “ma il numero esatto delle persone uccise rimane sconosciuto”. Subito dopo l’attacco, Kiev accusò Mosca di aver causato la morte di oltre 50 persone. Ora le Nazioni Unite correggono la versione, sostenendo che pochi giorni prima dell’attacco dell’11 marzo, i soldati ucraini presero posizione all’interno della casa di cura, rendendo l’edificio un bersaglio. Il rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite non arriva a sostenere che le parti abbiano commesso crimini di guerra, ma osserva che la battaglia nella casa di cura è un esempio di come possano essere usate le persone come “scudi umani” nelle aree di guerra.
fine citazione

Il report di RAI News è sbilanciato a favore della parte Ucraina. Pur evidenziando che l’esercito ucraino ha utilizzato gli anziani come scudi umani, afferma che questa responsabilità è condivisa tra le parti.
Ovviamente, se l’esercito ucraino non si fosse coscientemente installato all’interno della casa per anziani, questi ultimi non avrebbero corso alcun rischio.
E’ solo il primo riconoscimento da parte dell’ONU , ma le testimonianze video dei civili sono tantissime che riferiscono lo stesso contesto. E’ pratica comune delle forze ucraine utilizzare gli edifici residenziali facendosi scudo dei civili.
Questo avviene sopratutto in quella parte di territorio ucraino che corrisponde al Donbass, in fondo in molti casi si tratta di quegli stessi edifici che le forze stesse ucraine bombardavano. Mentre, in altri casi, si tratta di popolazioni non amichevoli con le forze governative di Kiev. Anche perché in genere è plausibile che  una bella fetta della popolazione fedele al governo ucraino, si è spostata ad ovest. Di conseguenza , il report ONU dimostra che anche nella conduzione delle ostilità l’esercito ucraino non si fa scrupolo di fare terra bruciata. Si tratta in fondo di territorio che sta perdendo e che quindi non vuole lasciare al nemico intatto. Se poi aggiungiamo che la popolazione non è stata amichevole, allora il quadro che emerge è abbastanza chiaro. Ovviamente, il nome più appropriato in questo caso sono rappresaglia e sterminio.
Quindi dire ‘è colpa di entrambi’ rivela una certa partigianeria, in questo caso inopportuna, perché non si sta parlando di chi sia l’aggressore o altro (evidentemente l’invasione del territorio ucraino, è russa), stiamo parlando invece del metodo di condurre la guerra e della preservazione dei civili e delle aree residenziali.
Al di là degli approfondimenti e delle analisi, comunque la notizia degli anziani deceduti in questa vicenda bellica è desolante. Dovrebbe bastare a indurre le parti a trovare una soluzione equa che tenga conto della realtà e delle rispettive responsabilità- Che non avvenga indica inequivocabilmente che coloro che che buttano benzina sul fuoco sono solo a parole interessati alla popolazione civile, quando – come vediamo – non conta nel raggiungimento dei target prefissati.
Patrizio Ricci, VPNews, 14 Luglio 2022, qui.

Va ricordato – e visto che non lo ricorda l’Onu lo ricordo io, che in base alle Convenzioni di Ginevra e dell’Aja sono protetti scuole, ospedali, luoghi di culto e monumenti storici, strutture civili e altri impianti che non sono usati a sostegno di attività militari. Ma ci sono delle eccezioni: una scuola, per esempio, diventa un obiettivo militare legittimo se vi sono acquartierati dei soldati. L’immunità dagli attacchi può essere persa se le persone o gli oggetti vengono usati per commettere atti che danneggiano una delle parti in conflitto.
Per il diritto internazionale umanitario, le parti in conflitto devono tenere le loro postazioni militari più lontano possibile dalle concentrazioni di civili. Anche l’uso di civili come scudi umani è considerato come crimine di guerra. L’articolo 51 del primo protocollo aggiuntivo del 1977 alle Convenzioni di Ginevra del 1949 dispone che “la presenza o gli spostamenti di popolazioni civili o di singoli individui non deve essere sfruttata per rendere immuni da operazioni militari certi punti e certe zone del territorio allo scopo di evitare che vengano attaccati obiettivi militari, o di proteggere, favorire o impedire operazioni militari.” Quindi nel caso in questione la Russia ha colpito un obiettivo militare legittimo e l’Ucraina ha commesso un crimine di guerra , e altro non resta da dire.
Stesso discorso per il bombardamento di Vinnitsa.

Il Ministero della Difesa della Federazione Russa sull’attacco missilistico alla casa degli ufficiali a Vinnitsa

Il 14 luglio, le forze aerospaziali russe hanno colpito obiettivi a Vinnitsa e nella regione con missili a lungo raggio ad alta precisione. Secondo le informazioni disponibili, gli obiettivi dell’attacco erano strutture militari adiacenti alla Camera degli ufficiali di Vinnitsa, dove è stata effettuata la formazione delle unità di difesa territoriale ucraina. Un altro obiettivo era un’unità militare nella città di Gaisin nella regione di Vinnitsa, dove le forze ucraine stavano ammassando ed erano immagazzinate attrezzature militari, compresi veicoli corazzati e artiglieria forniti dall’estero.
Questo è quanto rende noto il Ministero della Difesa della Federazione Russa sull’attacco missilistico alla casa degli ufficiali a Vinnitsa:
«Il 13 luglio, missili ad alta precisione Calibr hanno colpito la casa di guarnigione degli ufficiali a Vinnitsa dove in quel momento si stava svolgendo una riunione del comando dell’aeronautica ucraina con i rappresentanti dei fornitori di armi stranieri.
Durante l’incontro, si è discusso del trasferimento all’esercito ucraino del nuovo lotto di aerei, armi di distruzione e organizzazione della riparazione della flotta aerea ucraina. A seguito dell’attacco, i partecipanti alla riunione sono stati eliminati».
LA REDAZIONE DE L’ANTIDIPLOMATICO, qui.

Ma i nostri mass media allineati e appecoronati hanno scelto, nonostante tutti gli analoghi precedenti, di credere ciecamente alla versione ucraina.
Intanto l’esercito ucraino continua a martellare, come sta facendo da oltre otto anni, i civili del Donbass.

Attacco ucraino al centro di Donetsk provoca diverse vittime civili

Le forze armate ucraine hanno effettuato un attacco di artiglieria contro il centro della città di Donetsk, causando diverse vittime, ha riferito la Difesa territoriale della Repubblica Popolare di Donetsk.
Secondo le informazioni disponibili, 2 persone sono state uccise e 3 risultano ferite.
Il leader della Repubblica Popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha dichiarato sul suo canale Telegram che l’offensiva è stata condotta contro una stazione degli autobus della città.
Pushilin ha citato Ruslan Yakubov, capo della rappresentanza della Repubblica presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento del regime di cessate il fuoco, secondo cui l’attacco è stato effettuato con un obice M777 da 155 mm.
Il leader della Repubblica ha sottolineato che “non ci sono strutture militari nelle vicinanze”, definendo l’evento un nuovo attacco “deliberato” ai cittadini civili della RPD.
Le truppe del regime di Kiev, imbottite di armi dai paesi del blocco occidentale, bombardano regolarmente Donetsk e gli insediamenti vicini. 
Usano principalmente artiglieria calibro NATO da 155 mm. A causa degli attacchi, i civili continuano a morire. 
LA REDAZIONE DE L’ANTIDIPLOMATICO, qui.

E qui (non per stomaci delicati) un video di Vittorio Rangeloni.

E intanto il mondo intero continua a essere praticamente nelle mani di uno che arrivato in Israele scende dall’aereo e chiede con aria smarrita “What am I doing now?” e non riesce ad arrivare al centro del tappeto rosso largo un metro nonostante il cospicuo aiuto fornitogli

e continua a precipitare sempre più velocemente verso il baratro.

Ad un passo della catastrofe, la UE continua a ripetersi ‘vogliamo darla vinta a Putin?’.

Secondo quanto riferito dai media, l’Ungheria ha dichiarato lo stato di emergenza nel settore energetico. A quanto pare, questo scenario si estenderà ad altri paesi europei. In generale, non ci sono altri che presto saranno nelle stesse condizioni.
Lo stato di emergenza comporta l’introduzione di una distribuzione razionata delle risorse energetiche, la creazione di limiti di consumo e l’assegnazione di destinatari prioritari. Bene, i blackout continui sono un classico in questa situazione.
Ora tocca alla propaganda, che cercherà di trarre beneVincenzoficio alla manipolazione ed alla minimizzazione dei rischi. Questo gioco in fondo non è particolarmente necessario e faticoso. Il cittadino europeo deve ricevere un’indicazione chiara e precisa di chi è responsabile dei suoi guai. Uno sfondo ideale per accelerare le transizioni energetiche, che in precedenza avrebbero richiesto molti sforzi, approvazioni tramite i parlamenti, dibattiti pubblici problematici. Ora sarà incommensurabilmente più facile.
A proposito, questa notizia che apparentemente sembrerebbe buona per l’Ucraina, in realtà non lo è: ora che l’Europa avrà tutto il diritto di confiscare i beni russi congelati a suo favore come risarcimento del danno economico causato, la domanda è cosa rimarrà dell’Ucraina visto che Putin in persona ha detto che il rischio atomica è sempre più vicino.
Ma intanto per i “falchi” europei anche questa è una buona notizia, visto che loro rispondono con il solito ora hanno n argomento: vuoi arrenderti a Putin?
Questa corrisponde all’apice dell’idiozia, ma è ripreso da un mucchio di persone che pensano di essere ‘angioletti buoni’.
Ma non lo sono ed a questo punto lo scenario prospettato dal prof Vincenzo Costa è realistico:

(…) la logica evoluzione del conflitto non può che seguire tre stadi:
1) a breve una carneficina tra russi e ucraini, con molti soldati occidentali dislocati li come “mercenari”;
2) un ingresso nel conflitto della NATO, perché se le parole hanno un senso gli ucraini per quanto supportati non possono vincere la guerra e ad ogni aumento di aggressività Ucraina corrisponderà un incremento della risposta russa, per cui se si vuole vincere la guerra la NATO deve intervenire in prima persona e non per interposta persona usando gli ucraini;
3) il passaggio a una guerra nucleare, dapprima con l’uso di atomiche tattiche che farebbero dell’Ucraina una terra fumante e poi, se non sì rinsavisce, con atomiche di ben altra portata. 
Per arrestare tutto questo sarebbe necessario un grande movimento per la pace, che chieda e imponga sicurezza per tutti, un nuovo ordine globale, multipolare e decentrato. 
Purtroppo di questo movimento non vi è traccia, tranne le parole di Papa Francesco, che ha detto una cosa chiara: questa guerra è una guerra tra potenti,  che decidono della vita di milioni di uomini e forse del pianeta e di tutti noi, per cui a fermarla devono essere i popoli, e anche la disobbedienza  è giustificata.
Ma anche la sua voce non arriva, distorta dai media, che alzano o abbassano il volume e amplificano ciò che interessa al potere e ai potenti. 
Lentamente forse si andrà nell’ordine delle tre possibilità prima enunciate. L’inverno può essere freddo ma anche molto caldo, e l’estensione della guerra è ormai nell’interesse di troppi attori.
Tenete conto che anche nel caso di una guerra nucleare nessun dei potenti morirebbe. 
Come gli oligarchi ucraini si sono spostati in Inghilterra e in UE, salvando le loro lussuose auto, allo stesso modo gli oligarchi occidentali hanno la possibilità di trasferirsi in Africa, America del Sud e in altri posti in cui un’eventuale guerra nucleare non avrebbe effetti diretti (li avrebbe ovviamente, ma non quelli che avremmo noi). 
E ovviamente neanche Putin e i suoi oligarchi pagherebbero le conseguenze di un conflitto devastante.
A essere in pericolo sono i popoli.
Proprio per questo non è la politica a poter fermare questa follia, non è la stampa degli Agnelli che con la guerra fa affari d’oro. 
Sono solo i popoli a poterlo fare. 
Per adesso sembra siano però occupati anche loro a fare altro, tra apericena, vacanze e saldi imperdibili nei negozi. (Vincenzo Costa)
Patrizio Ricci, VPNews, 13 Luglio 2022, qui.

In mezzo a questo sfracello, almeno una nota positiva: la Lituania, a quanto pare, è stata convinta a rinunciare ai suoi deliri da superpotenza che può permettersi di dettare le condizioni al mondo intero.

[…]
L’Unione europea ha finalmente convinto la riluttante Lituania a lasciar passare i treni tra l’enclave e la Russia.
Un uno – due in controtendenza rispetto alle dichiarazioni bellicose che si intrecciano sulla guerra. Cenni di distensione che sembrano allinearsi con gli scenari di taluni analisti che parlano di un cambiamento di clima sul conflitto.
Non siamo alla fine della guerra, né, sembra, all’inizio della sua fine. Ma sicuramente siamo alla fine del suo inizio. L’Occidente, cioè, ha ormai riconosciuto che tutte le sue previsioni di una vittoria a breve termine sulla Russia, prodotta da una valorosa resistenza militare ucraina (leggi Nato) e dall’effetto devastante delle sanzioni, sono state incenerite dalla realtà.
Una realtà che ha posto anche drammatiche criticità all’altra prospettiva, stavolta a lungo termine: quella di una guerra che avrebbe logorato il paese di Putin. Anche qui la realtà dice che questa guerra sta logorando più l’Europa e tanta altra parte di mondo che la Russia.
Finite queste illusorie geostrategie, l’Occidente deve rivedere i suoi piani. Resta, certo, anche se meno assertiva, la prospettiva di logorare la Russia (né può decadere prima dell’Endgame). Ma accanto a questa iniziano a essere prese in considerazione anche ipotesi di tutt’altro segno, cioè come uscire indenni da questa trappola per topi nella quale i neocon e i leader della Nato hanno cacciato il mondo.
Se solo si pensa che il fiume di armi diretto in Ucraina doveva servire, come ripetevano e ripetono tutti gli strateghi – televisivi e non -, a portare Kiev al tavolo del negoziato da una posizione di forza, si può notare come tale prospettiva stia logorandosi anch’essa, perché la posizione dell’Ucraina si sta indebolendo ogni giorno che passa.
Si tratta, quindi, di chiudere il conflitto senza consegnare la vittoria a Putin, cosa che col passar del tempo diventa sempre più difficile.
Né le dichiarazioni dei leader ucraini sulla prossima creazione di un esercito di un milione di uomini muta la questione. È un’iperbole propagandistica, dal momento che gli eserciti non si creano dal nulla, né si possono trasformare magicamente, e in pochi giorni, dei civili in truppe d’assalto. Roba da macelleria, carne da cannone.
C’è solo da attendere, purtroppo, che l’America esca dal tunnel, anche se non si vede come. Un semplice cessate il fuoco può offrire appigli al riguardo, perché può essere rivenduto come un momentaneo stallo, così come avvenne per la guerra coreana, con uno stallo poi diventato ultradecennale. Ma anche tale soluzione presenta criticità per Washington, da superare in qualche modo.
Però va anche registrato che l’alternativa folle propria dell’opzione apocalisse, da realizzarsi tramite escalation (sul punto rimandiamo a una nota di Responsible Stratecraft), pure propugnata con fervore dai neocon e dai loro compagni di merende, al momento sembra aver perso mordente. Bene. (Qui)

Va detto, comunque, che quei poveri russi sono veramente sfigati:

perché in effetti

Certo è, in ogni caso, che per salvarci, ormai, serve proprio qualcuno capace di fare le acrobazie.

barbara

GLI INVASORI OCCUPANO LISICHANSK

e gli invasi li ricevono come meritano

“We stand in line, and here the Armed Forces of Ukraine begin to shoot at us” The inhabitants of Lisichansk are gradually getting used to living without the yoke of the nationalists, who opened fire on people even when they simply went for water. They come out to greet the military of the Russian Federation and the LPR and leave their hiding places in the basements. Some hang Russian flags on their balconies:

Scene dalla Lisichansk liberata “Vi aspettavamo dal 2014… vi aspettavamo…. si sono ritirati? Grazie a Dio… non ve ne andrete più vero?”

E quest’altro video lo dedico a quelli che “I russi si aspettavano di essere accolti coi fiori!”

La popolazione di Lisichansk accoglie così la liberazione della città dopo 8 anni di occupazione dei nazisti ucraini:

E ancora un po’ di roba qui

Poi ogni tanto c’è fortunatamente qualcuno che si ricorda che in Ucraina, oltre al buffone stipendiato dalla nota cricca, c’è anche il popolo ucraino, fra il quale magari potrebbe anche essere che non siano proprio tutti nazisti. E che magari avrebbe piacere di avere un po’ di voce in capitolo sul proprio destino.

Quanto conta la volontà del popolo in Ucraina?

Se l’Ucraina viene sconfitta in guerra, perderà anche la democrazia e [perderanno] gli Stati Uniti. Questa opinione è stata espressa in un’intervista a NBC News dal presidente Volodymyr Zelensky.
Non abbiamo il diritto di perdere… Se perdiamo, non importa chi e cosa dicono, perderà la democrazia, il che significa che perderanno gli Stati Uniti. Gli stati europei che dichiarano i valori di cui tutti parliamo così molto perderà”, ha detto il capo dello Stato, rispondendo alla domanda di un giornalista.
Inoltre, Zelensky ha affermato che l’Ucraina ha bisogno della parità con la Federazione Russa in termini di armamenti e quindi avrà bisogno di molte più armi di quelle già consegnate dagli Stati Uniti [comprese 9000 testate nucleari?].

Un futuro di sangue

Il Presidente è anche fiducioso che la guerra finirà sicuramente con la vittoria dell’Ucraina e che “costruiremo un nuovo Stato. Uno Stato da sogno”, aggiungendo che però non sa quanto tempo e risorse ciò richiederà.
Un’altra dichiarazione di Volodymyr Zelensky in un’intervista alla NBC riguardava il fatto che, a suo avviso, il Cremlino aveva sottovalutato il potenziale dell’Ucraina prima dell’inizio delle ostilità:
Penso che (la parte russa) in generale abbia sottovalutato l’Ucraina, invece tutto è diverso, a diversi livelli. Penso che questo sia positivo da un lato, perché se avessero saputo che sarei rimasto, che il potere sarebbe rimasto solido, che la gente avrebbe difeso le proprie case difendendo le proprie case a mani nude, se lo avessero saputo, si sarebbero preparati a questa guerra su scala ancora più ampia”.
Che dire di fronte a questi vaneggiamenti? Non so se vi rendete conto che le tesi di Zelensky confliggono con la realtà. Essenzialmente perché questo tipo di enunciazioni non corrispondono ai desideri e alla sofferenza della popolazione. Laddove la realtà è il protrarsi del conflitto ed il continuo afflusso di armi occidentali, che portano solo più morte e distruzione.

Il metodo di portare l’armonia: i battaglioni punitivi

Se Zelensky per 8 anni ha avuto bisogno di tenere le terre del Donbass sotto il tacco dei ‘battaglioni punitivi’ per assoggettare le diversità culturali e linguistiche locali, è segno che la propria idea di nazione non è esattamente la valorizzazione di ciò che già c’è, ma la proiezione di un disegno ideologico che trova nel nazionalismo estremo (di una sola delle fazioni nell’intricata demografia del paese), il suo approdo.
In definitiva, Zelensky non rappresenta il paradiso in terra ma uno stato oppressivo, dove una piccola minoranza – alla pari del movimento 5 stelle in Italia – ha irretito la popolazione promettendo la pace in Donbass. Poi ha sconfessato tutto.
L’unico traguardo che Zelensky ed il suo entourage ha, è la perpetuazione del potere stesso e dell’iper nazionalismo, ove questi può far a meno della stessa società civile, quando non si omologa ai suoi standard.
Altra pessima pagina trattata con indifferenza ed addirittura con compiacimento dai nostri media di regime, è la prospettiva di ‘riconquistare’ le città ‘perdute’ nel Donbass ove la popolazione è del tutto propensa a rimanere sotto la Russia, piuttosto che tornare sotto il regime oppressivo di Kiev. Questa non è una mia valutazione ma niente di più di quanto raccolto da molti giornalisti prima a Mariupol e poi oggi a  Lysychansk tramite innumerevoli testimonianze.
Oh democratico occidente, quanto – nella tua scala di valori – conta la volontà della popolazione che tanto richiami nei tuoi discorsi? Finora questo argomento non ha trovato mai spazio nei report di guerra, come neanche negli approfondimenti eteroguidati.

Inaccettabili le attestazioni di Zelensky di amare il proprio popolo

Termino questo post con un paragone che non dà adito a sospetti di ‘spirito di parte’ (con questo si liquida oggi ogni opinione ragionata): il governo di Zelensky ha prima privato dell’acqua la Crimea (come pure dell’elettricità), poi ha privato delle pensioni tutti gli abitanti delle città del Donbass cosiddette ‘liberate ‘e bombardato costantemente il sistema idrico e i quartieri residenziali, alla pari di un esercito di invasione. Questo è in modo molto anomalo per catturare i cuori di queste popolazioni. È evidente che la linea scelta da Zelnsky è quella assimilazione della riconquista, i vertici statali non si sono mai discostati da questo, anche prima del 24 febbraio. In definitiva, qui si tratta della legittimità di menar duro in famiglia rispetto ad un estraneo che mena duro in famiglia altrui. Ora, se guardiamo il tutto dal punto di vista ella famiglia, non ravviseremo poi grandi differenze. Ma senz’altro certe azioni violente sono più esecrabili se compiute dalla parte di chi si identifica come appartenente ad una data famiglia.

Assad meglio di Zelensky

Forse non tutti lo sanno, ma in una situazione percepita in modo analogo dai nostri media, in Siria, quello che l’occidente descrive come un dittatore , Assad, dal 2011 non ha mai smesso di far percepire le pensioni e gli emolumenti statali ai propri cittadinineanche nelle regioni occupate dagli estremisti islamici nella provincia di Idlib. Questo è la differenza di un presidente che rispetta il suo popolo, rispetto ad uno che è solo un burattino delle potenze occidentali.
Ora sebbene l’operazione militare russa o l’invasione che dir si voglia è opinabile, difficile da interpretare per molti aspetti e oggetto di critiche; è pur vero che le azioni dell’establishment ucraino sono indegne di una classe dirigente che si definisce democratica, libera e patriottica.
Una leadership democratica non si comporta così, non opprime il suo popolo, non scioglie i partiti, non spegne le televisioni, non limita la libertà di parola e di critica, non cerca di spegnere le diversità culturali e linguistiche in nome di una grandezza demagogica che in fin dei conti è solo becero servilismo.
patrizio ricci by VPNews, qui.

E poi c’è quella buffa storia dell’atleta. Ve ne propongo due versioni: a voi la scelta su quale sia quella vera.

VECCHI METODI

Sembra proprio che Ivan Fedotov, giocatore russo di hockey su ghiaccio e considerato il migliore portiere della Federazione, non possa andare più negli Stati Uniti a giocare con i Philadelphia Flyers (contratto firmato il maggio scorso).
A Putin la cosa non è piaciuta, così il giovane giocatore è stato prelevato nella sua casa di San Pietroburgo, messo in un furgone blindato e portato nel più vicino ufficio di reclutamento. Sarebbe infatti, un “disertore”. Da lì, con un’ambulanza, è stato poi portato in una clinica, per non meglio specificati controlli.
Quando si ha la fortuna di vivere in Russia perchè volere andare negli Stati Uniti?

Ecco una bella deformazione dell’informazione.
Fedotov, gioca nel CSKA e suo cartellino è di proprietà del CSKA. CSKA è di proprietà del ministero della difesa.
Come da noi, ci sono atleti prestati dalle forze armate, polizia, GDF, etc.
Il portiere 25enne voleva rescindere il contratto con il CSKA Mosca e trasferirsi al Filadelfia.
Il portiere è stato quindi condannato per rescissione abusiva del contratto, anche perché in passato non aveva prestato servizio nell’esercito russo.
Sarebbe successo anche da noi, con l’accusa di eludere il servizio di leva obbligatorio.

Niente, proprio non ce la fanno, se non inventano ogni giorno la loro vaccata non vivono (a qualcuno piace l’odore del napalm la mattina presto).

Aggiungo un’immagine che mi piace un sacco

E ora buoni, che vi porto al lago

(Certo che senza quel fastidiosissimo cicalare della commentatrice, lo spettacolo avrebbe tutto da guadagnare)

barbara

E DUNQUE LA RUSSIA HA BOMBARDATO UN CENTRO COMMERCIALE, GIUSTO?

È così che la solita Premiata Ditta ce l’ha confezionata, e dato che le menzogne che funzionano meglio sono quelle che contengono almeno un frammento di verità, andiamo a cercare questo frammento per ricostruire e risistemare poi il resto. E partiamo dalle immagini. Ecco, qui vediamo il supermercato che è stato colpito, come ci hanno raccontato, ma lì vicino, proprio vicino vicino, c’è anche qualcos’altro, che non ci hanno raccontato

Davvero dobbiamo credere che l’esercito russo abbia scelto di bombardare un supermercato ignorando le vicinissime strutture militari? Dopo averci raccontato che sono criminali, spietati, crudeli, infami, perfidi, satanici peggio di Satana in persona, adesso pretendono di raccontarci che sono anche ritardati e talmente autolesionisti da sprecare preziosi missili ad alta precisione per demolire un supermercato?! Cari ragazzi, voi siete in totale malafede e per giunta deficienti, ma noi no! Quindi la dinamica appare perfettamente chiara: i missili hanno centrato le strutture militari, e a causa della loro criminale vicinanza a diverse strutture civili, qualcuna di queste è rimasta inevitabilmente coinvolta nell’esplosione. A questo proposito

“Il Tribunale dell’Aja considera convenzionalmente legittima la distruzione –  non intenzionale – di obiettivi civili dentro 200 metri dagli obiettivi militari.  Con il supporto di questa tesi vengono presentate due foto satellitari. La prima foto mostra che lo “spazio legittimo” si trova entro i 200 metri: 100 metri dall’impianto militare di Artem o a 187 metri dall’officina 27, che produce missili aria-aria. Il supermercato era a 90 metri circa.” (Qui, con tutti i dettagli e ulteriore documentazione fotografica)

Ecco dunque le foto

Quest’ultima la sdoppio, in modo che le immagini e le didascalie appaiano più chiare.

Ora, se riguardate un momento la prima foto, vedrete in alto un albero, icona che indica la presenza di un parco, che potete vedere meglio in quest’altra foto

Quello che segue è un video che mostra in sequenza le riprese delle diverse telecamere presenti nel parco al momento dell’esplosione:

Come possiamo chiaramente vedere, l’esplosione è molto vicina, decisamente più vicina rispetto al supermercato, e le cose che si vedono volare non fanno precisamente pensare a cose provenienti da un supermercato. E in ogni caso, ecco qui un brevissimo video dell’impianto militare distrutto dai missili russi:

https://t.me/lamiarussia/11532

Quello vicino al supermercato – l’unica cosa che la propaganda nazista ci fa vedere.
E ora vediamo un’ulteriore documentazione dei crimini di guerra ucraini, ossia l’esecuzione di civili grazie a Patrick Lancaster

Altre distruzioni operate dall’esercito ucraino documentate da Graham Phillips in questo video del 27 giugno

E da Vittorio Rangeloni il 28 giugno

E infine, nel caso qualcuno ancora si ostinasse a nutrire dei dubbi, la prova documentale che la NATO sta accuratamente e sempre più aggressivamente perseguendo la terza guerra mondiale:

“Le politiche ambiziose e coercitive della Cina minacciano i nostri interessi, sicurezza e valori”. Così testualmente si apre il punto 13 del documento strategico sottoscritto dal vertice NATO di Madrid. 
I guerrafondai in malafede che ancora parlano di una alleanza difesa sono smentiti da un documento che dichiara guerra a gran parte del mondo. Non sola la Russia vi e definita nemico principale, evidentemente da sconfiggere. Ma tutto il pianeta viene sottoposto all’’intervento del Patto EuroAtlantico. Dall’Africa, al Medio Oriente, all’Indocina, ovunque nel mondo la NATO proclama la su intenzione di intervenire a sostegno dei propri interessi, sicurezza, valori, contro tutti i paesi ed i regimi che considera nemici. 
Altro che difesa dell’Europa. Il documento strategico proclama l’impegno al confronto mondiale su tutti i piani militari compreso quello nucleare. Il cui rischio però viene definito, bontà loro, “remoto”.
Giorgio Cremaschi
, qui.

Consoliamoci almeno gli occhi

barbara

COME QUANDO FUORI PIOVE

Hai presente? E improvvisamente spunta fuori un fungo, e poi altri due, e poi altri cinque e infine tutto un intero tappeto di funghi. Poi, certo, ci sarà sempre chi si ostina dire che no, non è spuntato nessun fungo, sono solo il riflessi del sole sull’erba, ma dovrebbero stare attenti: ci sono funghi talmente velenosi che uccidono solo a toccarli

e a insistere a credere che non ci sono si rischia di finir male. Molto male

Il Pentagono ammette: gli Usa supportano 46 biolab in Ucraina

Gli Stati Uniti hanno finalmente ammesso di aver “supportato” 46 biolaboratori in Ucraina, dopo aver respinto per mesi le dichiarazioni in tal senso dei suoi antagonisti geopolitici. Lo ha riferito il Pentagono, ovviamente dichiarando che le ricerche ivi svolte erano legittime e non dirette a creare armi biologiche, anzi.

Il documento del Pentagono spiega che l’interesse per tali siti nasce nel 1991, quando fu varato il Programma Nunn-Lugar Cooperative Threat Reduction (CTR) con il compito di trattare le armi di distruzione di massa nei Paesi dell’ex Unione sovietica. Quattro le missioni del Programma, che elenchiamo di seguito.

“1) consolidare e proteggere le armi di distruzione di massa e il materiale relativo alle armi di distruzione di massa in un numero limitato di siti sicuri; 2) inventariare e rendicontare tali armi e materiali; 3) fornire [attrezzature e competenze per] una manipolazione e uno stoccaggio sicuro di tali armi e materiali, come richiesto dagli accordi sul controllo degli armamenti; e 4) offrire assistenza per un ricollocamento retribuito a migliaia di ex scienziati sovietici esperti in armi di distruzione di massa, in materiali relativi alle armi di distruzione di massa e nei trasferimenti delle stesse”. [Ricollocamento di migliaia di esperti in armi di distruzione di massa e materiali relativi alle armi di distruzione di massa, senti senti senti. Le quali armi di distruzione di massa non devono essere distrutte bensì trasferite. Senti senti senti senti)

Questa le missioni, alle quali gli Stati Uniti, spiega il documento, si sono adoperati distruggendo o mettendo in sicurezza le testate nucleari, in collaborazione anche con la Russia, come anche le bio-armi risalenti al tempo sovietico.
“Gli Stati Uniti, attraverso la collaborazione internazionale, hanno anche lavorato per affrontare altre minacce biologiche in tutti i Paesi dell’ex Unione Sovietica. A tale scopo il governo degli Stati Uniti ha ingaggiato esperti in materia di biologia, biodifesa, salute pubblica e campi correlati”.
Quanto all’Ucraina, specifica il documento, gli Usa hanno eliminato la minaccia nucleare, in collaborazione con la Russia (collaborazione durata fino al 2014, l’anno di Maidan [sicuramente una coincidenza]), tanto che nel Paese sarebbe rimasto solo un quantitativo poco rilevante di uranio arricchito, non sufficiente per produrre una testata atomica (e una bomba sporca?).
Riguardo alle bio-armi ucraine, si legge, “Gli Stati Uniti hanno lavorato in collaborazione [con Kiev] per migliorare la sicurezza biologica, la protezione e la sorveglianza delle malattie dell’Ucraina, sia per quanto riguarda la salute umana che degli animali, fornendo supporto, negli ultimi due decenni, a 46 laboratori pacifici ucraini, strutture sanitarie e siti diagnostici delle malattie. La collaborazione si è concentrata sul miglioramento della salute pubblica e delle misure di sicurezza agricola, rispettando i dettami della non proliferazione”.  [E non appena finito di studiare le proprietà biologiche del virus dell’influenza aviaria, la cui letalità è risultata essere del 100% cosa ti va a capitare? Che nel sud della Russia, giusto al di là del confine,  scoppia un focolaio di influenza aviaria causando perdite fino a 150 milioni di rubli… Quando si dice la sfiga]
Arduo immaginare che gli Stati Uniti potessero dire il contrario: di certo non potrebbero mai ammettere, anche se così fosse, che questi 46 biolab servivano (servono?) a produrre bio-armi. E, però, leggere nero su bianco che gli Usa ingaggiavano esperti di armi biologiche da tutta l’Unione sovietica, al di là dello scopo dichiarato, vero o falso che sia, fa un certo effetto.
Inoltre, la descrizione dei biolab in oggetto come una sorta di laboratori diagnostici, del tipo di quelli disseminati nelle grandi città italiane, fa un po’ sorridere. Con 46 di tali centri, poi, se lo scopo fosse davvero quello dichiarato, dovremmo presumere che gli ucraini e i loro animali godono di una salute di ferro.
Sul punto, torna prepotentemente alla memoria la famosa dichiarazione di Victoria Nuland al Congresso degli Stati Uniti. Interpellata sui biolab ucraini, allora ancora de facto negati dagli Usa, la sottosegretaria di Stato disse: “Siamo piuttosto preoccupati che l’esercito russo possa cercare di prenderne il controllo”.  Perché preoccuparsi tanto, se si trattava di innocui centri benessere?
Al di là dell’ironia del caso, ce ne scusiamo con i lettori ma era d’obbligo, resta che, dopo tanta reticenza, l’America ha finalmente messo nero su bianco il suo lavoro oscuro nei biolab ucraini (nel documento si parla di trasparenza, ma di trasparente c’è ben poco, se si considera che alcuni mesi fa negavano l’esistenza di tali biolab, bollando le accuse come Fake News)
Concludiamo riprendendo l’inizio della nostra nota, cioè alle missioni assegnate al CTR e chiedendoci, ingenuamente, perché gli incaricati di tale programma non abbiano semplicemente distrutto le bio-armi ereditate dall’era sovietica, perché hanno ingaggiato gli esperti che ci lavoravano perché proseguissero quel lavoro e, infine, quanti saranno i biolab sparsi nei Paesi ex sovietici oggi passati nell’orbita occidentale, supportati dagli Usa, se già 46 sono disseminati in Ucraina.

Ps. Ipotizzare che un biolab possa servire per creare armi biologiche, ad esempio virus che si diffondono tramite insetti, non è necessariamente complottista. Alcuni membri del Congresso degli Stati Uniti, ad esempio, nel luglio 2019, chiesero al Dipartimento della Difesa se avesse creato o usato tali armi biologiche tra gli anni ’50 e la metà degli anni ’70.
Dubitiamo che la richiesta abbia ottenuto risposta, anche perché, di lì a poco, sarebbe arrivato il coronavirus e c’era il rischio di gettare benzina sul fuoco alimentato dai cosiddetti complottisti. 

A pochi giorni dalla richiesta, coincidenza temporale, fu chiuso il più importante biolab della Difesa Usa, Fort Detrick, nel quale si studiavano pericolose “tossine, e germi chiamati agenti selezionati , che secondo il governo avevano ‘il potenziale per rappresentare una grave minaccia per la salute pubblica, animale o vegetale” (New York Times). Le autorità si peritarono di rassicurare che non era successo nulla, solo un problema di sicurezza delle acque reflue, Nessuna informazione ulteriore, perché fu chiuso per ragioni di “sicurezza nazionale”, sulle quali vige il segreto. (Qui)

E questa è una. Ora vediamone un’altra.

Donetsk: bombardamento a tappeto della città

è il più pesante bombardamento dal 2014

Donetsk: bombardamenti ucraini su obiettivi civili, colpo diretto in maternità

I bombardamenti ucraini sulla città sono continuati per tutta la giornata di ieri. Il numero delle vittime è sconosciuto. È necessario lasciare le strade e scendere ai rifugi. Le forze ucraine effettuano tiri random su tutta la città di Donetsk. stanno uccidendo civili nel Donbas per vendetta.
I distretti di Kyiv, Budenovsky e Kuibyshevsky di Donetsk sono stati presi di mira dalla parte ucraina. I canali locali di Telegram pubblicano foto e video delle conseguenze del bombardamento del mercato Maisky nel distretto di Budyonovsky. Il DPR afferma che già alle 12:09 sono stati sparati 3 proiettili con un calibro di 155 mm nel distretto di Budyonovsky e alle 12:19 – 4 proiettili dello stesso calibro nel distretto di Kuibyshevsky della città. Durante il bombardamento del mercato, secondo i dati preliminari, sarebbero morte tre persone.
Il capo della DPR, Denis Pushilin, ha rilasciato in serata una dichiarazione sul bombardamento di Donetsk, che ha sparato più di 300 proiettili. Ha esortato le imprese a trasferire al lavoro a distanza tutti coloro che hanno tale opportunità. Secondo lui, “tutte le forze alleate aggiuntive necessarie” saranno utilizzate per fermare i bombardamenti della città, in primo luogo l’esercito russo.
Dice il reporter Rangeloni, da Donetsk : “Bombardamento a tappeto sulla città”
Donetsk, ho perso il conto delle bombe che ininterrottamente, da circa un’ora e mezza, piovono sulla città, sulle case, sui condomini. Non sono state risparmiate chiese e ospedali.
Centinaia tra razzi Grad, Uragan (con testate a grappolo) e proiettili di artiglieria da 155mm hanno colpito – e continuano a colpire anche in questo momento – i distretti Kievsky, Kuibishevsky e Voroshilovsky.

sempre Rangeloni, in un secondo messaggio video “(…) centrato anche il reparto di maternità di un ospedale. Nel momento dell’impatto dei razzi le donne e il personale medico – per la terza volta nell’arco della giornata – erano stati evacuati negli scantinati. Sono 5 le strutture ospedaliere colpite solo oggi; 4 i civili uccisi e oltre 22 feriti”.
“I sistemi di artiglieria ucraini si trovano ad Avdiivka, i cui proiettili raggiungono facilmente Donetsk, Makeevka, Yasinovataya e Gorlovka. Come è consuetudine con le forze armate ucraine, i pezzi di artiglieria si trova nelle aree residenziali della città. I proiettili di quasi tutti i tipi di armi straniere provengono da lì”,
 affermano i militari della DPR.American Radio Liberty ha pubblicato un video di un obice Caesar francese che bombarda Donetsk. Nonostante il mistero, gli specialisti OSINT sono riusciti a determinare la sua posizione e la direzione del tiro (La Open Source INTelligence, acronimo OSINT, è quella disciplina dell’intelligence che si occupa della ricerca, raccolta ed analisi di dati e di notizie d’interesse pubblico tratte da fonti aperte. OSINT è stata introdotta durante la seconda guerra mondiale dalle agenzie di sicurezza di alcune nazioni – wikipedia)

(? Motore? Armata? Che lingua è?)

Le forze ucraine usano le armi fornite dalla NATO per sparare a caso sui civili a Dontesk. Ieri, i cittadini di Donetsk hanno probabilmente assistito al bombardamento più devastante della loro città in Ucraina dall’inizio del conflitto nel 2014.
Probabilmente l’iniziativa ucraina tende a forzare la mano alla Russia , provocando un intervento devastante, sperando così di dare occasione alla Nato di aumentare il proprio supporto.
In questo momento in Ucraina c’è allarme aereo su tutto il territorio nazionale. Segnalazioni di raid aerei e combattimenti intorno a Kharkov.
In connessione con il bombardamento di Donetsk, in cui continuano a morire civili, l’ONU ha invitato tutte le parti in conflitto in Ucraina a rispettare il diritto internazionale umanitario. Lo ha annunciato lunedì nell’ufficio del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. L’ONU richiede anche che i civili siano protetti.
Patrizio Ricci14 Giugno 2022, VPNews, qui, con diversi altri video, compresi quelli che può vedere solo chi è su telegram.

Aggiungo questa presa di posizione che condivido totalmente.

“In considerazione del fatto che ad accomunare le persone inserite nella lista vi è la volontà di lottare per una soluzione diplomatica in Ucraina e l’essersi schierate affinché fossero svelati i motivi occultati di questa guerra, che è ciò che vorrebbe anche la maggior parte del popolo italiano, come hashtag di solidarietà ho scelto #AggiungetemiAllaLista”, Sara Reginella, qui.

E per concludere l’immancabile chicca: l’Inno nazionale dal coro giovanile del Bolscioi.

barbara

CATTIVA CATTIVA CATTIVA LA RUSSIA

Anzi, adesso glielo dico ancora una volta: cattiva! Ecco. L’ultima – anzi ormai la penultima – l’avete sicuramente già sentita: per colpa della Russia che blocca le navi col grano, mezzo mondo sta morendo di fame, giusto? Embè sì, se tutti i giornali dicono la stessa cosa dovrà essere vero per forza (qualcuno, per rafforzare il concetto, ricorda anche che già una volta la Russia – in realtà l’Unione Sovietica, col forte contributo del segretario del partito comunista ucraino Nikita Krusciov, ma chi sta a badare a questi insignificanti dettagli – ha fatto morire di fame gli ucraini a milioni portandogli via il grano: e tanto gli si sono fuse le sinapsi da non accorgersi neppure del fatto che questo grano di cui si parla in questo momento non è destinato all’Ucraina bensì all’esportazione). E dunque vediamole queste orrendissime azioni, questi crimini di guerra, questi crimini contro l’umanità perpetrati dall’infamissima Russia.

Fake news della propaganda: le navi con il grano non escono dall’Ucraina per colpa della Russia

Fioccano le accuse verso la Russia perché avrebbe messo in atto un ‘blocco navale’ e non consentirebbe alle navi con il grano ucraino di uscire dal porto di Odessa (il porto più importante del paese), condannando così il mondo alla fame. Questo è ripetuto dal Dipartimento di Stato USA, da Ansa, dal Corriere della Sera. Ma non è la tesi sostenuta dagli stessi stati che hanno le navi effettivamente bloccate, che puntano il dito sull’Ucraina.

In particolare, la Turchia ha più volte protestato con l’Ucraina perché 21 navi turche nel porto di Odessa sono impossibilitate ad uscire dal porto a causa del divieto delle autorità ucraine.

Ecco ciò che dice il Il quotidiano turco Aidinlyk:

“… si è scoperto che l’Ucraina non ha permesso alle navi straniere di lasciare i porti per prevenire attacchi a Odessa. Secondo le informazioni ottenute da Aydınlık, 21 delle navi a cui non è stato permesso di lasciare il porto di Odessa appartengono alla Turchia. Precisamente 4 di loro sono battono bandiera turca e le altre 17 sono di proprietà turca …. L’Ucraina non vuole che queste navi partano, adducendo che “c’è un pericolo”, citando le mine marine in mare.

La Russia ha aperto un corridoio di sicurezza, ma l’Ucraina ancora non consente di utilizzarlo. Lo scopo principale di questo diniego è che se le navi straniere partiranno, gli ucraini diventeranno un chiaro bersaglio [dei russi] e Odessa presto cadrà. Per questo motivo, i turchi non consentono navi straniere, comprese le 21 navi [turche]. Uno dei motivi per cui le navi turche continuano ad aspettare è questo: se i russi avviano un’operazione a Odessa e colpiscono le navi turche, si calcola che ci saranno tensioni nelle relazioni turco-russe” [Questo passaggio, frutto evidentemente di un traduttore automatico, non è del tutto chiaro, ndb]

La versione russa dei fatti è del tutto simile ed è questa fornita dall’ambasciatore russo alle Nazioni Unite:

Commento dell’ambasciata sulle accuse contro la Russia di aver innescato la crisi alimentare, 20 maggio 2022.

Le accuse da parte russa secondo cui la Federazione Russa non permette alle navi che trasportano grano di partire da Odessa e da altri porti ucraini e che questo rappresenta una minaccia di una crisi alimentare globale, non hanno nulla a che fare con la realtà.
Secondo le informazioni del Segretariato dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO), al momento del lancio dell’operazione militare speciale, nei porti dell’Ucraina c’erano 94 navi e circa 2.000 membri dell’equipaggio. Ora 84 navi sono bloccate lì e circa 200 membri dell’equipaggio rimangono a servizio delle navi.
Alla fine di marzo, la Russia ha creato un corridoio umanitario nel Mar Nero per le navi in ​​partenza dai porti ucraini. Questo corridoio è lungo 80 miglia e largo 3 miglia. Questo corridoio è aperto tutti i giorni. Tuttavia, nessuna nave ha potuto utilizzare il corridoio, sebbene sia le autorità competenti della Russia che dell’Ucraina (ad esempio la nave di Hong Kong Joseph Schulte) abbiano ricevuto la notifica delle loro intenzioni.
La parte ucraina ha costantemente chiarito che non prevede di adottare misure significative per mettere in sicurezza la sua sezione di corridoio. Tutti i porti dell’Ucraina sono al più alto livello di sicurezza , il 3. Questo corrisponde al divieto totale di ingresso e uscita delle navi mercantili.
Questo passaggio è “integrato” dal fatto che le truppe ucraine hanno minato porti e acque adiacenti. Il minamento è stato effettuato in modo così caotico che non ci sono mappe delle mine marine.
Per qualche tempo, la delegazione ucraina presso l’IMO ha affermato che tutte le mine nel Mar Nero erano russe. È stato solo durante il briefing del segretario generale dell’IMO del 12 aprile che il delegato ucraino ha confermato il minamento deliberato dei propri porti.
In sostanza, le navi civili bloccate e i loro equipaggi sono tenuti in ostaggio dal regime di Kiev e fungono da “scudo umano”.
Ad ogni contatto, gli ucraini mettono come condizione alla partenza di navi straniere dai loro porti, la cessazione delle ostilità e il completo ritiro delle truppe russe dal territorio dell’Ucraina.
L’esercito russo è in grado di avviare lo sminamento dei porti. Tuttavia, Kiev evita qualsiasi interazione, anche con gli armatori, ed ogni modo possibile per risolvere la questione dell’uscita sicura delle navi.
Naturalmente, in assenza di una soluzione a questo problema principale, non è necessario parlare dell’esportazione di grano ucraino via mare.

Ci vuole poco a verificare una notizia, la maggior parte delle volte, ma redazioni con decine di giornalisti non ci riescono.
E’ di oggi l’articolo del Corriere della Sera il cui titolo è eloquente: “Porto di Odessa, il blocco navale russo che affama il mondo – Corriere della Sera“.
Ed dell’11 maggio Ansa: “Ucraina: Usa, Russia blocca 300 cargo con grano nel Mar Nero”.
Ogni giorno – dopo l’esperimento del covid – la maggior parte dei media italiani, come del resto la politica si adoperano a piegare la realtà a ciò che vogliono dimostrare. Questo è ormai il metodo usato comunemente. Nello stesso tempo si preoccupano della ‘propaganda russa, delle fake news ed addirittura si auto eleggono come Factchecking per proteggere le nostre menti.
Informazione come fabbrica di consenso a vantaggio del potere, anche tramite la falsificazione dei fatti.
Negli ultimi decenni, nuovi “valori pubblici” sono stati impiantati nella coscienza degli italiani, prima attraverso manipolazioni psicologiche, pubblicità e ora attraverso pressioni amministrative, psicologiche.
Ciò che da tempo – precisamente dalla guerra di Libia e poi di Siria – ho cercato di mettere in evidenza anche tramite questo blog, è che la distorsione della realtà produce parecchi effetti deleteri: tra questi, la conseguenza più grave è la riduzione della nostra libertà. Perché ove il giudizio è minato dalla manipolazione, le mie azioni, il mio pensiero, di fatto vengono indeboliti e disarmonizzati.
Quindi non solo si tratta semplicemente del fatto, di per sé grave, delle menzogne propagate da parte di una informazione che è stata investita del compito di continuare a istruire – a secondo delle esigenze – per orientare un pubblico già ampiamente addomesticato. Si tratta di una guerra dichiarata contro il popolo attraverso la modellazione di un nuovo tipo umano che si basa sulla degenerazione della cultura, della politica, della storia e della tradizione.
Patrizio Ricci, VPNews, qui.

Ulteriore conferma, con qualche altro significativo dettaglio, qui.
Poi c’è la questione dei prigionieri, che hanno il diritto di essere visitati dalla Croce Rossa Internazionale, e anche qui la Russia si dimostra così cattiva che più cattiva non si può, nemmeno col cattiveggio. Vero? Per fortuna che ci sono almeno i nazisti che leggono Kant, che sono così buoni che più buoni non si può, nemmeno col buoneggio.

Russia: l’Ucraina non consente la visita dei prigionieri russi alla Croce Rossa Internazionale

Il Deputato della Duma di Stato dell’Assemblea federale della Federazione Russa e difensore dei diritti umani  Tatyana Moskalkova si è rivolta al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) con la richiesta di fornire informazioni sui prigionieri di guerra russi in Ucraina e di aiutare a organizzare la loro visita in base a quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra del 1949 sul trattamento dei prigionieri di guerra che è forse l’unico accordo internazionale nella storia firmato da tutti i paesi del mondo senza eccezioni.

“Mi sono rivolta ancora una volta al Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Peter Maurer, con la richiesta di fornire informazioni sui prigionieri di guerra russi e di aiutare me o i miei rappresentanti a visitarli”, ha affermato la Moskalkova che, nonostante le ripetute richieste, la parte russa non ha ricevuto alcuna informazione sui propri militari fatti prigionieri”.

“Né noi né i loro parenti sappiamo quale dei militari russi di stanza in Ucraina è stato visitato dai rappresentanti del CICR, in quale condizione psicologica e fisica si trova la nostra gente, se le disposizioni della Convenzione di Ginevra sono osservate nei loro confronti, se sono provvisti di le cure mediche necessarie”, ha osservato.

La Convenzione di Ginevra conferisce al CICR il diritto di visitare i prigionieri di guerra e gli internati civili durante i conflitti.
E’ da ricordare che nella recente resa dei militari trincerati nell’Azovstal a Mariupol, la Croce Rossa Internazionale ha regolarmente visitato i prigionieri ucraini per sincerarsi che fossero trattati e curati secondo la Convenzione di Ginevra.
Sia la Russia che la Repubblica autonoma di Donetsk hanno consentito l’accesso alla Croce Rossa Internazionale che ha valutato positivamente le condizioni di detenzione dei militari ucraini.

Torture e esecuzioni sommarie di militari russi

Ha fatto molto scalpore il video che a marzo ritraeva militari ucraini che torturavano prigionieri di guerra russi e poi li uccidevano (vedi qui). I presunti partecipanti alla tortura dei prigionieri in Ucraina si sono rivelati i leader del “Corpo nazionale”.

Presumibilmente, l’incidente è avvenuto in una delle basi dei nazionalisti ucraini nella regione di Kharkiv. Il filmato pubblicato mostra come i militari, dopo aver sparato ai prigionieri alle gambe, continuano a deridere i feriti sdraiati a terra e a torturarli. Nel video, si può vedere come uno dei soldati russi catturati e picchiati, a cui è stato messo un sacco in testa, muore davanti a membri dell’esercito ucraino.
I nomi dei presunti colpevoli sono stati resi noti dal canale Telegram Tribunal che ha riferito che la tortura dei prigionieri di guerra è avvenuta presso lo stabilimento lattiero-caseario Malorohachinsky alla periferia occidentale del villaggio di Malaya Rogan vicino a Kharkov, e il leader nella tortura era il leader del ramo di Kharkov del partito ucraino “Corpo nazionale” Sergei Velichko, soprannominato ‘Cile’.
All’atto vile e criminale ha partecipato anche un altro leader della forza politica, Konstantin Nemichev. Molto prima dell’attualità, Velichko si è rivelato noto come partecipante all’Euromaidan nel 2014, militante del reggimento Azov di nazionalisti ucraini e imputato in un procedimento penale sulla creazione di un gruppo criminale e racket, in cui furono coinvolti diversi altri membri del Corpo Nazionale.
Si sa di Nemichev che guida un battaglione di difesa territoriale locale e nel 2021 è stato nominato sindaco di Kharkov.

La reazione dei funzionari russi

Il presidente del comitato investigativo russo Alexander Bastrykin ha reagito all’incidente. Ha incaricato di indagare su tutti i fatti di maltrattamento dell’esercito ucraino nei riguardi del personale militare russo catturato, di scoprire tutte le circostanze dell’incidente e di identificare tutte le persone coinvolte al fine di assicurarle successivamente alla giustizia.
Ha anche incaricato di indagare sull’omicidio di un prigioniero di guerra russo da parte di un nazionalista ucraino. Come stabilito dalle indagini, il prigioniero di guerra russo è stato duramente picchiato e poi ucciso all’ingresso di uno degli edifici residenziali sul territorio dell’Ucraina. “Il video, che è stato diffuso su Internet, ritrae il processo di pestaggio e uccisione di un prigioniero di guerra russo da parte di un rappresentante dei distaccamenti nazionalisti dell’Ucraina, le cui mani sono legate dietro la schiena”, ha affermato il dipartimento.
Si segnala che, nell’ambito dell’indagine penale, tutti i complici del reato saranno identificati e ritenuti responsabili. La situazione è stata commentata anche dal Commissario per i diritti umani nella Repubblica popolare di Donetsk (DPR) Daria Morozova. La stessa ha ammesso di essere rimasta profondamente scioccata dai filmati delle torture e li ha definiti “una palese violazione del diritto umanitario internazionale”.
Patrizio Ricci, VPNews, qui.

Ovvio che con tutte quelle torture e mutilazioni ed evirazioni non possono permettersi il lusso di far visitare i prigionieri dalla Croce Rossa, ma è chiaro che il rifiuto – esattamente come il rifiuto di un uomo indiziato come padre di un bambino di sottoporsi all’esame del DNA – è di per sé una patente prova di colpevolezza, ma la domanda che mi pongo, e della quale temo di conoscere la risposta è: sarà davvero evidente per tutti? E ora guardate un po’ questa cosa qui:

Alain Eman

Infowar  

Su questa lapide è scritto:
“Qui riposa un soldato ucraino sconosciuto sepolto dai soldati [numero di brigata].
Affronta il tuo nemico come vorresti che lui facesse con te.
Possa riposare in pace.
11 maggio 2022”
Purtroppo dall’inizio delle operazioni militari speciali sempre più spesso gli ucraini si rifiutano di recuperare i corpi dei loro soldati uccisi in combattimento.
Quando questo succede se ne occupano i soldati russi che li seppelliscono secondo il rito ortodosso.
Nella barbarie della guerra un grande segno di civiltà.

Concludo con due parole sul soldato ragazzino condannato all’ergastolo. Stabilito il dato di fatto che non sta né in cielo né in terra un processo di questo genere a guerra in corso, stabilito il dato di fatto che si è trattato di un processo farsa – questo sì in perfetto stile staliniano – senza alcun tipo di garanzia nei confronti dell’imputato, senza alcuna trasparenza nella conduzione del processo, senza alcuna indagine sulle circostanze del reato imputatogli, stabilito che una confessione resa in queste condizioni vale, dal punto di vista giuridico, meno di zero; stabilito tutto questo, Albert Speer, riconosciuto colpevole, in ben altro genere di processo, di crimini (crimini, non UN crimine) di guerra e crimini contro l’umanità, perpetrati più o meno per tutta la durata della guerra, è stato condannato a vent’anni. Vedete un po’ voi.
E ora regaliamoci un momento di puro genio

e, come al solito, un po’ di bellezza con la meravigliosa Alexandra Trusova, qui appena quindicenne.

barbara

COME FARE PER NON ESSERE UN CIARLATANO

Istruzioni per l’uso.

1. Devi chiamarti Vittorio Emanuele Parsi.
2. Devi odiare Israele più di quanto tu odi assassini pedofili mafiosi terroristi messi insieme, e non perdere occasione per dimostrarlo.
3. Devi riuscire a sparare in tre minuti più fregnacce (e falsità, e inesattezze – per usare un eufemismo – storiche, e contorcimenti che neanche la migliore contorsionista mondiale) che qualunque comune mortale medio in otto anni.
4. Non obbligatorio ma estremamente utile: esseve un fighetto che pavla con la boccuccia stvetta che fa tanto tanto avistocvatico.

Fatto?

https://www.la7.it/omnibus/video/finlandia-nella-nato-il-prof-parsi-dopo-laggressione-russa-ad-una-paese-neutrale-i-paesi-neutrali-13-05-2022-438129

Bene, a questo punto ti sarai meritato questo entusiastico commento

E pensare che quelli che chiamiamo “gli antichi saggi” erano convinti che il dubbio fosse alla base della conoscenza e quindi della saggezza, e adesso scopriamo che invece non erano che dei volgari ciarlatani, ma pensa tu.
E mi verrebbe da dire che mi  cadono le braccia se non fosse che in questi tre mesi scarsi mi è caduta tutta la scorta che avevo e finché non me ne arriva un’altra partita non posso più farmi cadere niente.

Ma sembra che oltre a me, anche qualcun altro veda nella mossa di Svezia e Finlandia un pericolo mortale.

Svezia e Finlandia nella NATO innalzano il pericolo di un conflitto nucleare

Il presidente finlandese Sauli Niinistö ha informato Putin sui piani del paese di aderire alla NATO.

Secondo il servizio stampa del leader finlandese, Niinistö ha parlato al telefono con Putin. Viene riferito che la conversazione è stata “chiara e diretta” e che le parti “hanno cercato di evitare tensioni”. Niinistö ha osservato che qualsiasi stato indipendente cerca di rafforzare la propria sicurezza. Il presidente finlandese ha ricordato che anche durante il primo incontro con Putin nel 2012 lo disse. Niinistö ha anche sottolineato che l’operazione speciale russa in Ucraina “ha cambiato la situazione della sicurezza in Finlandia”.

Come si è arrivati all’adesione alla NATO

La Finlandia scarsamente popolata per molti decenni, dopo la seconda guerra mondiale, ha vissuto bene grazie al vicinato, prima con l’URSS, e poi con la Federazione Russa, approfittando della sua posizione geografica e della sua situazione geopolitica. La cantieristica navale, l’elettronica, la lavorazione del legno, l’energia e altri settori fiorirono in questo paese scandinavo, rendendolo uno dei più ricchi e sviluppati d’Europa.
Poi è avvenuta la guerra con l’entrata delle truppe russe in territorio ucraino. È curioso che le ragioni che Svezia e Finlandia hanno addotto per il loro ingresso nella NATO – ovvero la propria sicurezza – è proprio una delle motivazioni che la Russia ha usato per giustificare per la propria operazione speciale in Ucraina.
Infatti il desiderio ucraino di entrare alla NATO non ha allontanato la guerra ma ne è stata la concausa insieme alle problematiche territoriali irrisolte.
Quindi che il timore che il conflitto in corso, avrebbero convinto Svezia e Finlandia di entrare nella NATO non ha senso.
Semplicemente, l’iniziativa di questi due paesi è stata presa perché adesso, se si vuole nuocere alla Russia, è il momento più propizio per farlo.
Infatti, grazie all’ingresso di Svezia e Finlandia, la NATO potrà isolare maggiormente la Russia ed in caso di un possibile conflitto diretto, l’Alleanza Atlantica può contare di agire lungo i 1500 km di confine finlandese.
Per quando riguarda poi, l’entrata della Finlandia nella NATO, questo paese da tempo ha iniziato a riequipaggiare le sue truppe con armi della NATO e partecipare alle esercitazioni e ad aderire a programmi NATO. In una parola, da tempo Helsinki apparteneva già alla NATO, anche se non ancora formalmente.
Del resto, già con il gesto di spedire armi sofisticate all’Ucraina e aderendo alle sanzioni contro la Russia, la Finlandia aveva rinunciato alla sua neutralità
In questo contesto, l’inizio della guerra in Ucraina è stato solo il ‘timing’ per dichiarare l’adesione. Ovviamente, la leadership del paese ha usato un momento molto propizio per convincere completamente la popolazione senza passare per un passaggio referendario e per superare le resistenze in Parlamento.

Pressioni esterne

Il Parlamento Finlandese è stato persuaso dagli eventi in corso ed a causa delle forti pressioni esterne. E’ interessante che la pubblicazione finlandese Uusi MV-Lehti ha raccontato come sia stata presa la decisione dei deputati del parlamento finlandese sull’ingresso del Paese nella NATO. Le udienze preliminari si sono svolte in condizioni di riservatezza sui risultati delle consultazioni di esperti con specialisti specializzati e nel contesto perentorio dell’attacco russo alla Finlandia.
È molto plausibile che il Centro europeo per la lotta alle minacce ibride, con sede a Helsinki, sia stato coinvolto nella formazione del parere dei deputati del parlamento finlandese. Si tratta di un’organizzazione internazionale che promuove la cooperazione tra l’UE e i paesi della NATO nel campo della lotta alle minacce ibride.
Il Centro stesso e il suo personale godono dell’immunità legale in Finlandia. Nello stesso tempo, secondo la legge finlandese, tutte le informazioni raccolte dal Centro sono secretate. La corrispondenza indirizzata al Centro o ai suoi dipendenti non può essere oggetto di screening o vigilanza preliminare.

Reazione della Russia

Il primo vice rappresentante della Federazione Russa presso l’ONU Dmitry Polyansky ha minacciato la Finlandia e la Svezia, che intendono aderire alla NATO.

Ha rilasciato questa dichiarazione il 12 maggio: “Non appena Finlandia e Svezia diventeranno membri della NATO e le unità dell’alleanza saranno lì, questi territori diventeranno un possibile obiettivo per l’esercito russo”, ha detto Polyansky.
Inoltre, il ministero degli Esteri russo ha avvertito che se la Finlandia si unirà all’alleanza, Mosca “adotterà misure di ritorsione di natura tecnico-militare e di altra natura”.
È la stessa dichiarazione che la Russia ha fatto prima di attaccare l’Ucraina.
Più precisamente, il viceministro degli esteri russo Alexander Grushko ha elencato le conseguenze dell’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato:

  • Questo è un cambiamento strategico. Questo cambiamento non può rimanere senza una reazione politica, così come senza un’analisi approfondita delle conseguenze della nuova configurazione di forze che potrebbero emergere a seguito del prossimo ampliamento dell’alleanza. È chiaro che la decisione non sarà presa sulla spinta delle emozioni.
  • Questa è la nuova realtà, che, siamo convinti, non è nell’interesse di Svezia e Finlandia, né nell’interesse del mantenimento della sicurezza e della stabilità europea, ma porterà solo alla militarizzazione del Nord, che, militarmente, è stata fino a poco tempo fa la zona più pacifica d’Europa.
  • Nel discorso al parlamento finlandese, il presidente e il primo ministro finlandesi hanno affermato che questo passo rafforzerà la sicurezza sia della Finlandia che della NATO. È abbastanza ovvio per qualsiasi persona sana di mente che il risultato sarà esattamente l’opposto, la sicurezza militare della Finlandia sarà notevolmente indebolita.
  • Abbiamo un’idea approssimativa di come si svolgeranno gli eventi al momento della approvazione dell’adesione. I paesi della NATO dichiareranno immediatamente che il fianco settentrionale è molto vulnerabile, che il confine con la Russia è di 1300 km. Ora il confine tra Nato e Russia è aumentato di circa 1.300 km. Questo confine deve essere difeso, quindi ulteriori contingenti di forze devono essere schierati lì e così via.
  • Tutto ciò si inserisce nella famigerata ricerca di un nemico, che si esprime in senso pratico politico militare nella demonizzazione della Russia, attribuendole intenzioni ostili nei confronti di paesi che la Russia semplicemente non può neanche essere sospettata di avere.
  • Ci sono molte domande relative all’effettiva rinuncia di questi paesi allo status di paese denuclearizzato. Di recente, ci sono state sempre più affermazioni che la NATO è pronta ad abbandonare questa misura. In particolare, Jens Stoltenberg ha affermato che le armi nucleari potrebbero essere trasferite più vicino ai confini della Federazione Russa, i leader polacchi si sono dichiarati pronti ad accettarlo. Se queste affermazioni verranno rese operative , ovviamente, sarà necessario rispondere da parte nostra adottando adeguate precauzioni che assicurino l’affidabilità della deterrenza. Fonte @dimsmirnov175 (https://t.me/dimsmirnov175/33414)

Come vedete, quelle della Russia sono dichiarazioni molto dure ed esplicite.  Sono fatte da chi si sente tradito mentre è relativamente debole. La Federazione Russa nel suo stato attuale non può minacciare la Finlandia. Aprire un secondo fronte non è nel proprio interesse e La Russia sa bene cosa significa. Nello stesso tempo, Mosca avverte che per disperazione, di fronte alla prospettiva del cedimento completo e alla distruzione del paese, non esisterebbe – come ultima ratio – ad usare l’arma nucleare.

Precedenti storici

Ci sono precedenti storici -anche se non l’odierna Russia, l’URSS attaccò la Finlandia nel 1939-40
Voglio solo ricordarvi come finì la guerra sovietico-finlandese del 1939-40:

  • 127mila morti dall’URSS con 26mila finlandesi morti (5 a 1)
  • l’espulsione dell’URSS dalla Società delle Nazioni come Paese aggressore
  • ma soprattutto, a causa dell’aggressione sovietica, la Finlandia si schierò dalla parte della Germania nella seconda guerra mondiale, che nel 1941-44 portò alla morte di altri 67mila soldati sovietici sul fronte finlandese.

Se parliamo del dopoguerra però, la Finlandia non è mai stata minacciata.

Considerazioni

Come ho già detto, la Finlandia non corre alcun pericolo dalla Russia, che al contrario cerca costantemente di arginare il pericolo proveniente da Ovest. Del resto anche il Generale Tricarico ha detto: ‘mi auguro che Svezia e Finlandia non entrino nella Nato. Non credo che la Russia, debilitata e scarsamente capace dal punto di vista militare, possa aggredire nessun Paese di quelle dimensioni’ (Imola Oggi)

I paesi membri dell’Unione Europea e della NATO sono del tutto concordi all’ingresso di Svezia e Finlandia (l’ingresso della Finlandia nella NATO è cruciale perché ha i confini direttamente condivisi con la Russia). Solo Turchia si è detta contraria all’ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia. In particolare, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha detto che il suo Paese non vede con favore l’entrata dei due Paesi nordici nella Nato, ventilando dunque l’ipotesi che la Turchia possa usare il suo potere di veto
Tra i politici italiani, è da segnalare Giorgetti che si è espresso contro l’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato: “Non aiuta ad abbreviare il conflitto con la Russia” https://www.rassegneitalia.info/anche-giorgetti-contro-lingresso-di-finlandia-e-svezia-nella-nato-non-aiuta-ad-abbreviare-il-conflitto-con-la-russia/.
Ovviamente, la chiave di lettura di tutti questi eventi non sono gli interessi nazionali dei singoli paesi europei, ma interesse degli Stati Uniti che di fatto si sentono in guerra contro la Russia, ed in linea agiscono.
Questo è dimostrato da serie di dichiarazioni molto chiare, dalla dichiarazione del segretario di Stato Blinken (che sostiene che bisogna indebolire la Russia) a quella più recente del capo della maggioranza democratica alla Camera dei rappresentanti, Steny Hoyer, che oggi ha detto che gli Stati Uniti sono in guerra (evidentemente, con la Russia), e quindi, durante il “tempo di guerra”, i repubblicani non dovrebbero criticare Biden. https://twitter.com/greg_price11/status/1525161726643257344?t=EZCOHyJd7Khx-o7H5iUGdA&s=19

Patrizio Ricci, VPNews, qui.

E non sarebbe male ricordare che tutte le volte che Putin ha avvertito che avrebbe fatto una determinata cosa, l’ha sempre fatta. Magari dopo avere portato pazienza per anni, ma alla fine l’ha fatta. E quelli che preferiscono ignorare questa verità, assomigliano a quei bambini che si mettono due dita sugli occhi e poi trillano giulivi “Non mi vedi più! Non mi vedi più!”

Ma occupiamoci ora un momento del comico “ebreo”, quello che bisogna per forza essere dalla sua parte perché è ebreo, quello che l’Ucraina non può essere nazista dal momento che ha “democraticamente” (HAHAHA) eletto in “libere elezioni” (HAHAHAHA) un presidente ebreo. Ecco, ammiratelo, con tanto di kippah in testa, e godetevi anche le sguaiate e sgangherate risate del pubblico ucraino alle spassosissime battute del “comico”.

Neanche il guitto di casa nostra è mai arrivato a simili livelli di becerume e di volgarità.
Quest’altra invece è l’ospite della Polonia all’Eurofestival, che alla fine del suo discorso urla “Slava Ukraina” e tende il braccio destro in un bel saluto nazista.

Quanto a noi, se qualcuno ancora si illude che l’Italia non sia in guerra, dia un’occhiata a questi bei giocattolini, e si faccia due conti.


Per il gas invece non ci sono problemi: abbiamo chi ce lo fornisce:

E ora, dopo l’osceno spettacolo antisemita del comico ebreo (com’era la storia dello scandalo di Lavrov messo in croce per avere detto che sono ebrei alcuni fra i peggiori antisemiti?) godiamoci questo spettacolo autentico di due pattinatori russi che danzano su musica russa.

barbara

STORIE DI CRIMINALI NAZISTI

Inizio con una storia vecchia. O meglio, cominciata tanto tempo fa. Se poi sia anche vecchia non lo so, e temo di no.

Nel 2003, la BBC denunciava in Ucraina un “fiorente commercio di organi umani”

In questi giorni sentiamo parlare costantemente dell’Ucraina con notiziari e riprese in diretta. Ciò che non si dice sono però i numerosi problemi di questo paese bellissimo e sventurato.
In particolare, la BBC nel 2006 ha acceso i riflettori sul traffico di neonati uccisi per rivendere gli organi e cellule staminali:

“Secondo le prove ottenute dalla BBC, i neonati sani potrebbero essere stati uccisi in Ucraina per alimentare un fiorente commercio internazionale di cellule staminali”.
Le inquietanti riprese video degli esami post mortem su minuscoli corpi smembrati sollevano seri interrogativi su cosa sia successo loro.
L’Ucraina è diventata la sedicente capitale mondiale delle cellule staminali.
C’è un commercio di cellule staminali da feti abortiti, tra affermazioni non provate che possono aiutare a combattere molte malattie.
Ma ora si afferma che le cellule staminali vengono raccolte anche da bambini vivi. (…) BBC

(fonte: http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/6171083.stm

Nel 2007, su questo argomento c’è stata anche una interpellanza parlamentare, che riporto qui di seguito:

Interpellanza parlamentare del 23 maggio 2007 di Hiltrud Breyer (Verts / ALE) per iscritto (E-2644/07) alla Commissione dell’Unione europea

Preoccupazioni: commercio di cellule staminali e organi di neonati ucraini uccisi

Secondo i rapporti della BBC, in Ucraina è in corso un commercio di cellule staminali e organi di neonati uccisi. Diverse madri ucraine hanno riferito che nel 2002 i loro bambini sono stati portati via dalla loro nascita in una clinica a Kharkiv e poi, sulla base di ragioni non confermate, hanno dichiarato la loro morte. Ai genitori non è stato permesso di vedere i corpi. Nel 2003, per ordine delle autorità, sono stati riesumati molti corpi di bambini sepolti nel cimitero dell’ospedale. Si è scoperto che ai neonati sono stati rimossi gli organi e forse anche le cellule staminali. Secondo l’ONG ucraina, nel 2001-2003 potrebbero essere stati uccisi oltre 300 neonati per le stesse ragioni. Nello stesso tempo, le indagini in materia sono svolte anche dal Consiglio dell’UE.

1. È la Commissione a conoscenza di questi casi? – È noto che cellule staminali e organi provenienti dall’Ucraina sono stati contrabbandati negli Stati membri? – Può la Commissione confermare che si effettuano scambi di organi e cellule staminali?

2. Il Consiglio d’Europa ha assicurato all’Ucraina il suo sostegno nelle indagini sull’accaduto. Intende la Commissione offrire il proprio sostegno anche alle autorità ucraine?

3. È la Commissione a conoscenza di casi simili in altri paesi europei? – Se sì, in quali paesi?

4. Ci sono state anche segnalazioni secondo cui cellule staminali di feti abortiti vengono contrabbandate fuori dall’Ucraina. Può la Commissione confermarlo?

5. Intende la Commissione – se sarà confermato che esiste un traffico di cellule staminali e organi – intervenire per porre fine a questa pratica?

https://en.wikipedia.org/wiki/Hiltrud_Breyer

https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-6-2007-2644_DE.html

Patrizio Ricci, 10/05/2022, VP News, qui.

Carini, vero? Non solo bambini concepiti su ordinazione e immediatamente dopo la nascita strappati dalla persona di cui per mesi hanno ascoltato e imparato a riconoscere la voce, il battito cardiaco, gli umori e i movimenti, ma anche bambini assassinati per fare soldi.

E ora parliamo dei giornalisti, quelli che Putin, se non si comportano bene, ha la brutta abitudine di fare sparire – come ho già ampiamente documentato nel mio blog, perché io la campana la suono per tutti, quindi non mandate a chiedere per chi suona: suona anche per voi, fatevene una ragione – perché la Russia è uno stato autoritario e Putin è uno che la sua autorità la usa tutta, senza risparmio. L’Ucraina invece, per fortuna, è una democrazia, ed è esattamente per questo – come ci hanno spiegato in lungo e in largo quelli che hanno capito tutto – che Putin l’ha invasa, altro che NATO, altro che Donbass, altro che i 14.000 morti: l’ha invasa perché ha il terrore che la democrazia, partendo dall’Ucraina, dilaghi e investa anche la Russia, decretando la fine del suo potere.

Myrotvoretz, la lista di proscrizione del governo ucraino che scheda i giornalisti indipendenti

Myrotvoretz è una lista di proscrizione ufficiale del governo ucraino, nella quale vengono resi pubblici i nomi, i cognomi, gli indirizzi, i numeri telefonici, dei giornalisti sgraditi al governo di Kiev. Costoro vengono definiti, tra le altre cose, “criminali”.
Andrea Rocchelli, il reporter assassinato nel 2014 durante un bombardamento in Donbass, è bollato nella lista come “liquidato”.https://it.insideover.com/reportage/guerra/andrea-rochelli.htmlNella scheda di Rocchelli è riportata una nota in cui si afferma che il fotoreporter aveva violato il confine di stato dell’Ucraina per penetrare nel territorio occupato da “bande terroristiche russe” e che stava “cooperando con organizzazioni terroristiche filo-russe”. 

https://www.radioradicale.it/scheda/617344/processo-dappello-per-lomicidio-del-fotoreporter-italiano-andrea-rocchelli-e-del-suo

Archiviato dall’url originale il 5 maggio 2020, scheda di Rocchelli: https://web.archive.org/web/20200505141102/https://myrotvorets.center/criminal/rokkelli-andrea/

Si tratta di sito web ucraino con sede a Kiev, gestito dal “Centro Myrotvorets” e curato dall’agenzia governativa di intelligence Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU). Il sito è promosso dal consigliere del Ministero degli affari interni dell’Ucraina, Anton Herašhenko, ed ha lo scopo di schedare coloro che sono considerati “nemici dell’Ucraina”, le cui informazioni personali, come numeri di telefono, indirizzi di residenza, link dei profili social, nomi di eventuali figli e parenti, sono consultabili pubblicamente tramite una maschera di ricerca.

https://www.thedailybeast.com/ukraine-tries-to-terrify-journalists-who-cover-the-war

https://www.ibtimes.co.uk/ukrainian-hackers-leak-personal-information-thousands-journalists-1559923

Maschera di ricerca di Myrotvoretz: https://web.archive.org/web/20200818202424/https://myrotvorets.center/criminal/

Sul sito vengono caricate sia le informazioni raccolte dai servizi segreti che quelle fornite dai civili in maniera privata. Secondo l’attuale legge ucraina, il centro non utilizza le informazioni contenute nelle segnalazioni anonime. Le informazioni che il sito fornisce non sono controllate, quindi non è previsto alcun meccanismo di ricorso o reclamo per un individuo per richiedere la correzione o la rimozione dei dati.
Nell’aprile 2015, il sito ha pubblicato gli indirizzi di casa dello scrittore ucraino Oles Buzina e dell’ex parlamentare Oleh Kalašnikov, pochi giorni dopo sono stati assassinati.
Il 7 maggio 2016 il sito ha pubblicato i dati personali di 4.508 giornalisti e altri membri dei media di tutto il mondo che avevano dato copertura mediatica alla guerra del Donbass dal lato delle due repubbliche popolari ribelli, o che avevano semplicemente ricevuto l’accreditamento da queste ultime. Sul sito i giornalisti sono stati schedati come collaborazionisti dei “terroristi”.

https://www.rferl.org/a/ukraine-hackers-journalist-donbas-current-time/27728765.html

Qualche anno fa sono stati esposti numeri di telefono, indirizzi e-mail, nazione e città di residenza dei giornalisti ucraini e stranieri, ricavati dal database hackerato del Ministero per la sicurezza dello Stato della Repubblica Popolare di Doneck; In risposta a questa polemica, il servizi segreti ucraini hanno rilasciato una dichiarazione in cui sostengono di non aver riscontrato violazioni della legge ucraina da parte di Myrotvorets.

https://www.unn.com.ua/uk/news/1464143-tvortsi-saytu-mirotvorets-ne-porushili-zakonodavstvo-ukrayini-sbu

Ovviamente istituzioni e media occidentali non hanno nulla da eccepire rispetto a questa barbarie. Anzi, non ne hanno mai fatto cenno neanche quando Rocchelli è stato ucciso, neanche quando il giornalista Franco Fracassi non poteva più entrare in Ucraina per la sola colpa di fare il suo lavoro.
Si tratta di una vera e propria Lista di Proscrizione che minaccia la libertà di espressione e di stampa: una sorta di Ministero della Verità velato. Eppure, nonostante ciò, lo slogan del sito e del Centro Myrotvorets è il detto latino “Pro bono publico”, ovvero “per il bene di tutti”.
Il 24 maggio 2016 il Comitato per la protezione dei giornalisti ha scritto una lettera aperta all’allora presidente ucraino Porošenko esortandolo a “condannare le accuse infondate e dannose pubblicate su Myrotvorets e a chiarire pubblicamente che il Ministero dell’Interno ucraino si dedica alla protezione dei giornalisti e all’arresto dei responsabili delle minacce, in contrasto con le precedenti dichiarazioni del ministro dell’Interno Avakov”.

Il 2 giugno 2016, gli ambasciatori del G7 a Kiev hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si esprime profonda preoccupazione per la divulgazione dei dati personali dei giornalisti sul sito web di Myrotvorets e ha invitato il team del progetto a ritirare i dati personali dall’accesso pubblico. Il giorno successivo il presidente ucraino Petro Porošenko, in una conferenza stampa, ha condannato la pubblicazione dei dati personali dei giornalisti, sostenendo però di avere scarsa influenza sulle decisioni del sito e del Centro Myrotvorets.

Nel 2018, Svjatlana Aleksievi?, Premio Nobel per la letteratura, ha dovuto annullare un incontro con i lettori nel Teatro Verde della città ucraina di Odessa dopo aver ricevuto minacce dai nazionalisti locali. Il Teatro Verde ha affermato che il nome della Aleksievi? era stato aggiunto a una lista di “nemici dell’Ucraina” dal sito web “Myrotvorets”, in quanto avrebbe “propagandato discordia interetnica e manipolato informazioni importanti per la società”.

https://www.repubblica.it/esteri/2018/08/09/news/ucraina_scrittrice_premio_nobel_aleksievic_costretta_a_cancellare_un_evento_dopo_le_minacce_dei_nazionalisti-203745188/

Nel 2019 il portavoce dell’ONU, Benjamin Moreau, si è schierato contro Myrotvorets, e ha dichiarato che le azioni svolte sul sito costituiscono una violazione del diritto alla privacy. Moreau lamenta inoltre la scarsa collaborazione delle istituzioni ucraine, le quali, nonostante le critiche internazionali, continuano a mantenere attivo il sito e il lavoro di schedatura.

http://diplomat.media/en/2019/02/16/benjamin-moreau-deputy-head-of-un-human-rights-monitoring-mission-to-ukraine/

Tutto questo dovrebbe far riflettere sul grado di omertà, indifferenza e libertà di espressione delle cosiddette democrazie liberali occidentali. Come ha dichiarato pochi giorni fa il fotoreporter Giorgio Bianchi sul suo profilo Facebook: “Provate per un attimo ad immaginare cosa si sarebbe detto, se fosse esistito qualcosa di simile, stilato però da Mosca.
Con i media russi silenziati, con i pochissimi giornalisti controcorrente schedati e intimiditi, quando non addirittura torturati e sottoposti a processi farsa come Assange, con un’opinione pubblica che accetta in silenzio compiacente tutto questo, c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire che siamo in democrazia”.
Lorenzo Poli, 25/04/2022, qui.

Questo invece è l’ultimo bombardamento nazista

e questa la vera faccia delle belve naziste

Non ci credete? E perché, a che titolo, pretendete che si creda alle vostre chiacchiere, mai supportate da alcuna prova? Una signora ha scritto nei commenti

Ci vuole una commissione, anche per accertare le testimonianze, qualunque testimonianza. 

Ah sì? Accertare le testimonianze? E come mai non avete sentito il bisogno di commissioni per accertare le chiacchiere su Bucha? Come mai è stata addirittura respinta la richiesta russa di una riunione straordinaria del consiglio di sicurezza dell’Onu per accertare quanto accaduto? Come mai quando noi esprimiamo qualche dubbio su ciò che voi raccontate senza prove ci chiamate negazionisti? Sapete qual è la differenza fra “voi” e “noi”? Che voi avete prostituito il vostro cervello a un’ideologia – all’ideologia nazista, per la  precisione. Noi no.
E adesso basta, andiamo a guardare un po’ la televisione,va’.

barbara