SPIGOLATURONA SINGOLA MA PIUTTOSTO GROSSA

– certe misure sembrano eccessive anche a me. O meglio: mi sembrerebbero misure eccessive se gli italiani fossero disposto a seguire delle imposizioni ragionevoli, senza supervisione. […] Per riuscire a ottenere il rispetto di misure ragionevoli, le autorita’ italiane sono costrette a ricorrere a misure eccessive, forse anche ridicole per una persona razionale ma che non tiene conto della sostanziale irrazionalita’ dei propri concittadini. […] da tipici italiani allergici alle regole, ognuno di noi decide quali provvedimenti rispettare e quali no,

– la gravita’ attuale del problema impone, *anche* a causa della tradizionale indisciplina degli italiani, provvedimenti che, in paesi con diverso atteggiamento nei confronti di ordini e/o suggerimenti delle autorita’, converrei sarebbero eccessivi. […] rischi di contagio reciproco sia nei parchi che nelle strade cittadine per trasferirsi nel parchi.

– Chiaramente le restrizioni non hanno costretto la totalità della popolazione all’isolamento domiciliare (come certe espressioni pretestuose lagnavano) ma hanno soltanto ridotto parzialmente la circolazione delle persone senza annullarla.

– Se tutti gli aspiranti “sensitivi” andassero in spiaggia o al parco perché prevedessero di trovarli liberi si formeranno inevitabilmente assembramenti. […] Giacché anche un solo assembramento tra tutte le spiagge (o parchi) di Italia è stato ritenuto di troppo e l’intenzione era di prevenirli, non sarebbe stato sufficiente “consentire l’accesso a certi luoghi critici ma multare solo gli affollamenti” poiché ciò avrebbe richiesto più risorse umane che sarebbero ANCHE state esposte a maggiori rischi.

– Se la Federazione Svizzera raccomanda ai cittadini di stare il casa il piu’ possibile, forse (forse!) la stragrande maggioranza dei cittadini sta in casa il piu’ possibile e l’R0 precipita.

Se la Repubblica Italiana chiede, suggerisce, raccomanda o implora il cittadino (educato da secoli, dalla famiglia e dalla chiesa, a considerare lo stato un nemico e a considerare i relativi ordini dei semplici suggerimenti, vincolanti solo se imposti con la forza) di stare in casa il piu’ possibile, il numero di cittadini italiani che si adegua e’ elevato (causa paura) ma non tanto da far calare l’R0.

Queste sono alcune delle risposte che mi sono state date in una discussione in questo post (sì, sono frasi estrapolate dal contesto, ma non mettendo il contesto intero, credetemi, gli ho fatto un regalo, perché a leggere tutto ci fanno una figura ancora peggiore – chi ha tempo e voglia lo può verificare di persona comunque). Dunque apprendiamo che gli italiani, e solo loro, sia ben chiaro, sono indisciplinati, irragionevoli, irrazionali, allergici alle regole (toh, che strano, si sono dimenticati di dire che siamo tutti mafiosi, guarda un po’ che sbadati). Se gli dai il permesso di andare in un parco, garantito che ci fanno un assembramento. Se gli dai il permesso di entrare in una spiaggia – in aprile! – garantito che ci fanno un assembramento, e quindi non glielo puoi permettere. Senza contare che nella strada che percorrono per arrivare al parco ci puoi scommettere che seminano giù un bordello di contagi. Perché il popolo è imbecille, il popolo è un bambino dell’asilo, immaturo e anche un po’ ritardato, e parecchio stronzo, a dirla tutta, e quindi non gli puoi lasciare spazio, non puoi permettergli di decidere, non puoi permettergli di scegliere, bisogna che per lui decida, e con mano ferrea, lo stato, che sa molto meglio di lui che cosa è bene per lui (infatti, per dirne una, quando il popolo vorrebbe votare e lo stato sa che voterebbe in modo sbagliato, giustamente non gli permette di votare e decide lui, lo stato, chi è che deve comandare quella massa di ritardati), gli devi tenere il guinzaglio corto e la museruola. Apprendiamo anche che è assolutamente falso (“chiaramente”) che le restrizioni abbiano costretto all’isolamento domiciliare la totalità della popolazione, ma quando mai, e fare una simile affermazione non solo è pretestuoso, ma è anche una lagna: infatti posso perfino fare la spesa una volta la settimana (a condizione di non comprare vino, se no mi multano, e di non comprare meno di otto cose, se no mi multano, perché quel buon papà che è lo stato ha deciso che il vino non è un bene di prima necessità e quindi non lo devo comprare, e che se compro poche cose magari ci devo tornare dopo due tre giorni, e a condizione che il supermercato sia quello del mio quartiere), e posso anche andare dal medico, basta che non mi venga la bizzarra idea di farmi accompagnare in macchina da qualcuno, non importa se il qualcuno in questione è mio marito, che vive con me nella stessa casa, mangia con me alla stessa tavola, dorme con me nello stesso letto: se viaggiamo nella stessa auto siamo responsabili di strage. Naturalmente non mi si può permettere di camminare per strada senza motivo, perché sono italiana e me ne approfitterei. Non mi si può permettere di fare sport da sola all’aperto, perché sono italiana e me ne approfitterei. Non mi si può permettere di portare mio figlio a prendere un po’ di aria, perché sono italiana e me ne approfitterei. La costituzione violata? Non risultano denunce quindi non è vero che è stata violata. Il presidente emerito? Lui non conta nulla, non è nessuno. E comunque è necessario perché la situazione è grave. E poco importa se chi l’ha fatta diventare grave è lo stesso che oggi ha messo in piedi uno stato di polizia, licenziato il parlamento, abolito la costituzione grazie alla gravità che ha provocato. Poco importano le sagge prediche che l’unico virus era il razzismo. Poco importa che si sia rifiutato di mettere in quarantena chi tornava dalla Cina. Poco importa che si sia rifiutato di dichiarare zona rossa il peggior focolaio (salvato appena in tempo, prima che ne venisse fuori una carneficina, da un medico che si è rifiutato di rispettare le regole e obbedire agli ordini). Poco importano gli inviti ad abbracciarci tutti appassionatamente perché non c’era alcun pericolo. E poco importa che già allora vari medici di famiglia denunciassero un anomalo aumento di polmoniti alveolari, denunce lasciate cadere nel vuoto. Importa solo che lo stato ha sempre ragione, e il suddito che non è d’accordo ha sempre torto. Non le posso citare tutte, perché ci farei sera e poi mattina e poi di nuovo sera. Comunque il concetto è chiaro: lo stato comanda e il suddito deve obbedire senza fiatare, così come quando si ordina al bambino di tre anni di andare a letto, ci deve andare e basta, perché non si può lasciare a una creatura così immatura e incosciente la facoltà di decidere per sé, mai. E questa genìa è identica a quella che nei social plaude al poliziotto che ha multato la mamma che portava la figlia in macchina dal medico, “Ha fatto bene, le regole sono regole e vanno rispettate!” E plaudono al solerte cittadino che ha chiamato la polizia perché c’era uno che correva da solo nel parco, arrivano addirittura a chiamarlo eroe: le regole sono regole e vanno rispettate. E quando la regola sarà di denunciare il vicino che nasconde un ebreo in cantina, non esiteranno a denunciarlo, e faranno la ola alla Gestapo che porta il vicino in campo di concentramento e l’ebreo al gas, perché chi ha l’anima del servo non distingue tra padrone e padrone, tra regola e regola.

E ho lasciato per ultima questa strepitosa chicca:

– Lei si lamenta per non poter godere del privilegio di poter andare a passeggiare sulla spiaggia (perche’ di privilegio si tratterebbe, se fosse riservato solo a lei e pochi altri sulla base del fatto che vivete vicino al mare)?

Privilegio. Siccome io vivo al mare e altri no, andare in spiaggia è un privilegio, e dato che non tutti lo possono avere, mi deve essere tolto. State in montagna? È un privilegio, perché non tutti stanno in montagna, quindi vi si deve vietare di passeggiare in montagna. Avete nella vostra città, nel vostro paese un lago, un fiume, un ruscello, un torrente lungo cui camminare guardando il rilassante scorrere dell’acqua? È un privilegio, perché non tutti lo hanno, quindi vi si deve vietare di approfittarne. Avete una seconda casa? È un privilegio, perché non tutti hanno una seconda casa, quindi vi deve essere tolta. Vivete in una villa con parco e piscina? È un privilegio, perché non tutti ce l’hanno, quindi vi deve essere tolta. Vivete in un appartamento di proprietà? È un privilegio, perché non tutti ce l’hanno, quindi vi deve essere tolto. Perché l’obiettivo unico dello stato padre-padrone, come ci ha insegnato il Piccolo Padre, come ci ha insegnato il Grande Timoniere, come ci ha insegnato Pol Pot, è di rendere tutti uguali. E dato che non è possibile che tutti abbiano tutto, chiunque abbia una cosa, anche minima, ne deve essere privato, bisogna fare in modo che nessuno abbia niente, tutti con la stessa miseria, tutti con la stessa fame, cancellato ogni genere di privilegio, e allora finalmente sulla Terra regneranno la pace, la felicità e l’amore universale. E anche questi, quando la regola sarà di denunciare il vicino che nasconde un ebreo in cantina, non esiteranno a denunciarlo, e faranno la ola alla Gestapo che porta il vicino in campo di concentramento e l’ebreo al gas, perché chi ha l’anima del servo non distingue tra padrone e padrone, tra regola e regola. Meno che mai quando si è servi di un partito che ha fatto due miliardi di schiavi e cento milioni di morti (e che infatti sugli assembramenti con la bandiera rossa non ha niente da ridire). Per questo stanno così volentieri a 90° di fronte all’uomo che è riuscito a fare 60 milioni di schiavi e che presto avrà anche un bel botto di morti per fame, o per malattie che non saremo più in grado di curare, o di suicidi per la disperazione di non avere di che nutrire i propri figli.

E ora distraiamoci un momento da tanta bruttezza con questa piccola chicca.

barbara

VEDI ALLA VOCE MESSIA

Per l’ebraismo il messia – che  letteralmente significa “unto” (in greco christos, in ebraico mashiach) – è un re (umano) ebraico, discendente fisicamente dalla stirpe di Re Davide, che riscatterà Israele nella “Fine dei giorni” e che la condurrà verso un’era messianica di pace e prosperità sia per i vivi che per i morti, che governerà e unirà il popolo di Israele e che lo condurrà verso l’Era Messianica di pace globale e universale.

Per il cristianesimo il messia è Gesù (Yeoshua) di Nazareth, figlio di Dio, che riscatta l’uomo dal peccato (lui, personalmente, soffrendo in prima persona, morendo in prima persona) e predica amore, tolleranza, perdono per portare la pace nel mondo.

Per il gretinismo il messia è una piccola commediante isterica telecomandata che predica rabbia, odio e rifiuto del perdono per arrivare a una palingenesi che ridurrà l’intera umanità alla miseria e alla fame (più o meno tipo Pol Pot, solo che noi dovremo fare tutto da soli)

L’ecologismo? Pericoloso: mira a controllarci tutti

Professor Carlo Lottieri, giurista d’ispirazione liberale e pensatore del «Bruno Leoni» che idea s’è fatto del fenomeno Greta e della svolta ecologista?
«Partiamo da una premessa: dell’ambientalismo ho una opinione negativa. Certo, il rispetto dell’altro è anche rispetto della natura, ma c’è una antica vocazione anti-umana e antisociale che viene fuori in questi filoni che attraversano il nostro tempo».

Si spieghi meglio.
«L’ecologismo è l’ultimo stadio dell’egualitarismo. Dopo aver affermato che tutti gli uomini hanno diritto alla stessa condizione economica e sociale, ecco che si approda al di là dell’umano. C’è l’animalismo e ora è spuntato anche un movimento di liberazione dei vegetali. Mi sembra si stia andando un po’ oltre».

E di Greta cosa pensa?
«Chi di noi aveva la possibilità di andare a parlare all’Onu a 16 anni? È chiaro che c’è un enorme elemento di artificiosità nella costruzione di questo personaggio che però risponde a una domanda diffusa di miti e di riferimenti oltre il quotidiano».

Ma qual è il pericolo dietro la tanto predicata svolta ecologica?
«Ci sono alcuni scienziati che mettono in discussione l’origine antropica del cambiamento climatico. Ma ammettiamo che abbia ragione chi scarica le colpe sull’uomo. Ebbene, il rischio è di una deriva scientista e tecnocratica: siccome i climatologi dicono questo, allora…»

…allora?
«Allora si attivano meccanismi di controllo che intervengono in maniera dettagliata sulla vita della gente. Una specie di superpotere, abilitato, lui solo, a discernere bene e male. Politicamente, il rischio è da brividi».

Ed economicamente?
«Mi sembra che l’idea sia quella di fermare la macchina ignorando ogni considerazione economica. Le energie alternative, che gli ecologisti preferiscono agli idrocarburi, non sono redditizie, riescono a sopravvivere solo attraverso i sussidi».

Quindi non la convince nemmeno il piano di investimenti varato dalla Merkel?
«Loro vogliono “reindirizzare” ma quello è un altro modo per tirare il freno. È il ragionamento dei bobo parigini, dei ragazzini viziati che tanto stanno benissimo. Per altri reindirizzare vuol dire non mangiare».

Larga parte del mondo finanziario, BlackRock in testa, si sta attrezzando per investire nello sviluppo sostenibile. Ci sono rischi anche qui?
«Ce ne sono due. Il primo è il rischio di una bolla, cioè una crescita artificiosa a cui non corrisponde una crescita reale, che poi scoppia quando finiscono i sussidi. E il secondo è la corruzione della vita economica e politica. Accade sempre, regolarmente, quando si disegnano piani fantasiosi da 100 o 1000 miliardi in cui cercano di intrufolarsi tutti». (qui)

“The propagandist’s purpose is to make one set of people forget that certain other sets of people are human.”

Aldous Huxley, The Olive Tree (1936)

Poi se avete un po’ di tempo ci sarebbe da leggere questo; è piuttosto lungo, ma merita.

E mentre la cialtroncella Greta all’ONU insulta e accusa tutti e ne riceve in cambio entusiastici applausi, la piratessa negriera criminale tentata omicida Carola insulta e accusa tutti alla UE e ne riceve in cambio una strepitosa standing ovation.

barbara

IL NOSTRO AMATO SIGNOR PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Cavaliere di Gran Croce  

Credo che il governo italiano abbia raggiunto l’incredibile obiettivo di farmi provare un istintivo e irrazionale moto di solidarietà verso il presidente siriano Assad. A spingermi in tale direzione è stata la notizia, degli ultimi giorni, secondo cui il nostro Ministero degli Esteri si starebbe attivando per chiedere al presidente della Repubblica la revoca di “tutte le onorificenze” attribuite a Bashar Al Assad, compresa quella, particolarmente prestigiosa, di Cavaliere di Gran Croce, che fu attribuita in occasione di una visita di Stato effettuata a Damasco nel marzo 2010 (nel corso della quale Napolitano pronunciò, al cospetto di un compiaciutissimo dittatore, dure parole di riprovazione verso la politica di Israele, senza neanche un’ombra di critica al regime siriano: una scelta a proposito della quale, proprio su queste colonne [24 marzo 2010], ebbi modo di esternare la mia profonda amarezza e delusione).
In cosa, infatti, Assad ha modificato i suoi princìpi, i suoi gesti, la sua politica, tanto da meritare la revoca delle onorificenze? Forse prima si richiamava ai valori della democrazia, della tolleranza, del dialogo, della pace, promuoveva la cultura e la libertà di pensiero, il benessere del suo popolo, i rapporti di buon vicinato con i Paesi confinanti, e poi, improvvisamente, è cambiato, e ha scelto la strada del terrore, della violenza, della sopraffazione? Se così fosse, bene farebbe l’Italia e ritirare i suoi pomposi blasoni (immagino i sorrisi sarcastici dei cortigiani siriani, nell’infilarli in un polveroso cassetto, contrassegnato da un’etichetta del tipo DDO, “Dabbenaggine dell’Occidente”). Ma a me risulterebbe, in verità, che l’Assad di ora sia rimasto quello di ieri e di sempre: uno dei massimi foraggiatori del terrorismo mondiale, al vertice di una ferrea dittatura militare, fondata su una capillare repressione di ogni dissenso interno e su un morboso, ossessivo antisemitismo di Stato (i libri di testo scolastici trattano dei sacrifici rituali degli ebrei e dell’invenzione della Shoah, i poveri studenti, in tutti i percorsi scolastici, devono portare come materia obbligatoria la “questione palestinese”, lo stesso Assad ricordò, nel 2001, alla presenza di papa Giovanni Paolo II [anche in quel caso, senza essere contraddetto da nessuno], che gli ebrei hanno torturato Gesù ecc. ecc.). Certo, ora sta ammazzando un po’ di gente, ma solo perché c’è un’insurrezione in corso, e la situazione gli è un po’ sfuggita di mano: forse che ieri non l’avrebbe fatto?
Chiedo quindi al Ministero degli Esteri e alla Presidenza della Repubblica di volere cortesemente spiegare:
1) per quali meriti è stata attribuita, nel 2010, l’onorificenza;
2) quando e perché tali meriti sarebbero venuti meno.
Altrimenti, chiedo che sia lasciata ad Assad la sua stupida medaglia.
P.S.
Dimenticavo, forse, che, com’è noto, l’Italia non finisce mai le guerre nello stesso fronte in cui le ha cominciate, e i ruoli di amici e nemici ci appaiono, tradizionalmente, facilmente interscambiabili. Con Gheddafi – per restare a tempi recenti – siamo passati disinvoltamente dai baciamano alle bombe e, quando è stato ucciso, il suo amico Berlusconi si è rapidamente consolato (“sic transit gloria mundi”, è stato il suo commento). Con Assad, evidentemente, sta capitando lo stesso. Solo che, al momento, la guerra civile non è ancora finita, e non appare certo che il dittatore (come evidentemente, il nostro governo prevede) sarà deposto. Che al Ministero, allora, siano stati un po’ precipitosi? Suggerirei, a titolo precauzionale, di aspettare un po’ per la revoca, se non altro per risparmiare il fastidio (e la spesa), nel caso vinca ancora il presidente, di dovergli dare un’onorificenza nuova.

Francesco Lucrezi, storico

Nessuna meraviglia, comunque, in merito allo sviscerato amore del Nostro Amato Signor Presidente Della Repubblica per la feccia: lui è quello che ha difeso i massacri d’Ungheria, ha difeso i carri armati a Praga, ha messo per iscritto la sua piena solidarietà a Pol Pot e a quella che definisce l’«eroica resistenza del popolo cambogiano»; non risulta che abbia mai chiesto scusa ai due milioni di cambogiani sterminati e ai milioni di cambogiani vittime di disumane sofferenze per la solidarietà espressa al loro carnefice.
Nessuna meraviglia, peraltro, neanche per il fatto che il grande Francesco Lucrezi ci offra sempre lavori eccezionali.


barbara