E RICORDIAMO ANCORA UNA VOLTA

Prima il sabato, poi la domenica.

Ieri

‘S BRENNT

Brucia! Fratelli, brucia!
Ah, la nostra povera città – D.o ci protegga – brucia!
Venti malvagi col loro fragore
trascinano, rompono, strappano
le fiamme selvagge diventano ancora più forti,
tutto intorno brucia!

E voi ve ne state a guardare
con le braccia conserte,
e voi ve ne state a guardare –
la nostra città brucia!

Brucia! Fratelli, brucia!
Ah, la nostra povera città – D.o ci protegga – brucia!
Lingue di fuoco lambiscono tutta la città –
e i venti selvaggi infuriano –
la nostra città brucia.

E voi ve ne state a guardare
con le braccia conserte,
e voi ve ne state a guardare –
la nostra città brucia!

Brucia, fratelli, Brucia!
Forse verrà il momento
in cui la nostra città con noi insieme
dal fuoco saremo trasformati in cenere,
resteranno – come dopo un macello
solo i muri nudi e neri.

E voi ve ne state a guardare
con le braccia conserte,
e voi ve ne state a guardare –
la nostra città brucia!

Brucia! Fratelli, brucia!
La salvezza è solo in voi stessi;
se questa città vi è cara,
prendete i secchi, spegnete il fuoco,
spegnetelo con il vostro stesso sangue,
dimostrate che ne siete capaci

Non restate, fratelli, a guardare
con le braccia conserte;
non restatevene così, fratelli, spegnete il fuoco
la nostra città brucia. (traduzione mia)

Oggi 

(cliccare sull’immagine per ingrandire)
crist persec
distruzione 1
distruzione 2
distruzione 3
distruzione 4
distruzione 5
fuoco 1
fuoco 2
fuoco 3
fuoco 4
fuoco 5
fuoco 6
crocifis 1
crocifis 2
crocifis 3
Quelle sanguinolente ve le ho risparmiate, ma se avete stomaco, potete trovarne quante volete.

barbara

PRIMA IL SABATO, POI LA DOMENICA

Così si trovò scritto sui muri della basilica della Natività a Betlemme quando, il 10 maggio 2002, fu finalmente possibile liberarla dai terroristi palestinesi che vi avevano fatto irruzione – evento regolarmente citato come “l’assedio della Natività” trasferendo il crimine, come d’abitudine, dai terroristi palestinesi all’esercito israeliano. Prima il sabato poi la domenica, ossia prima provvediamo a far fuori gli ebrei, poi toccherà ai cristiani. E infatti dopo avere svuotato l’intero nord Africa e Medio Oriente degli ebrei che vi risiedevano da millenni, sono passati a svuotarli dei cristiani che vi risiedevano da molti secoli prima che le loro terre venissero invase, conquistate e devastate dalle orde islamiche. Quei pochi, eroici, che resistono, stanno camminando su un filo a venti metri da terra, e la rete non c’è. E il mondo? Tace. Ha taciuto mentre milioni di ebrei venivano portati via dalle nostre città e dalle nostre vie, ha continuato a tacere per tutti questi decenni di carneficina israeliana da parte dei palestinesi (“mai più”, eh?) seguita a tacere mentre, massacro dopo massacro, la presenza cristiana sta scomparendo. E non importa quanto sia grave, sanguinaria, efferata la strage di turno, la consegna è sempre la stessa: ignorare, tacere (anche in Alto Loco: sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire”). Propongo, come ulteriore riflessione, questo ottimo articolo.

Massacro di cristiani in Egitto: dopo quelli del sabato, quelli della domenica

Nazismo ed estremismo islamico vanno da sempre a braccetto, sin dai tempi di Hitler e del gran Mufti di Gerusalemme. Ma la “quasi indifferenza” mostrata in questi giorni dopo due terribili massacri dimostra che il mondo non ha ancora capito la pericolosità di questa strana alleanza

Franco Londei

novembre 3, 2018

Un pazzo nazista e suprematista bianco entra in una sinagoga di Pittsburgh e uccide 11 persone, ebrei, quelli del sabato. Meno di una settimana dopo tocca a un pulman che trasportava pellegrini cristiani copti il quale viene assaltato da un commando di estremisti islamici in Egitto. Sette morti, cristiani, quelli della domenica.
Apparentemente i due episodi sono scollegati. Da un lato c’è un nazista bianco che spara e uccide al grido di “morte agli ebrei”, dall’altro ci sono terroristi islamici, presumibilmente legati all’ISIS che al grido di “Allah è grande” sparano su dei poveri pellegrini cristiani.
In realtà i due episodi sono meno scollegati di quanto si pensi, se non altro a livello ideologico. Nazismo ed estremismo islamico sono sempre andati a braccetto, sin dai tempi dell’amicizia tra Adolf Hitler e il gran Mufti di Gerusalemme Amin al-Husseini.
Se l’obiettivo comune primario di nazismo ed estremismo islamico è sicuramente l’ebraismo, anche il cristianesimo non è poi tanto da meno. Lo stesso Hitler, che rimane il faro nei moderni nazisti, rifiutava i principi del cristianesimo e secondo i Diari di Joseph Goebbels era estremamente cristianofobo, un fatto questo confermato anche nelle Memorie del Terzo Reich scritte da Albert Speer e nelle trascrizioni delle conversazioni private di Hitler registrate da Martin Bormann in conversazioni a tavola di Hitler.
Nazismo ed estremismo islamico sono quindi storicamente complementari. Quello che è strano è la “normalità” con la quale questo assunto viene trattato dalla stampa e dai media occidentali, come se massacrare ebrei in una sinagoga o uccidere pellegrini cristiani sia un fatto non dico normale ma accettabile, come se fosse nell’ordine delle cose.
La cosa è diventata così normale che persino il Papa, a poche ore dal massacro di Pittsburgh non ha sentito il dovere di parlarne o quantomeno di citarlo, mentre ormai uccidere o perseguitare i cristiani copti in Egitto è diventato quasi la norma. Per non parlare poi della stampa. Poche righe su Pittsburgh, qualche trafiletto sul massacro di cristiani di ieri (non so se ne parleranno più nel dettaglio stamattina, ma ho poca fede. Spero di essere smentito). E’ come se tutto questo fosse una cosa normale.
Mi chiedo allora cosa sarebbe successo a parti invertite, se cioè un ebreo avesse sparato su un raduno di nazisti o se un cristiano avesse sparato su dei musulmani uccidendone alcuni. Beh, vi posso garantire che sarebbe successo il finimondo. Titoloni sui giornali, servizi televisivi e breaking news a non finire. Se ne parlerebbe per settimane e non per poche ore com’è successo la scorsa settimana per il massacro di Pittsburgh e come succederà per il massacro di cristiani copti avvenuto ieri in Egitto. Perché? Perché ammazzare ebrei e cristiani è normale, ma provate a toccare un musulmano per ragioni religiose. Basta guardare a cosa sta succedendo in Pakistan con Asia Bibi, che poi non aveva ammazzato nessuno ma secondo l’accusa aveva offeso Maometto e per questo doveva morire.
C’è qualcosa che non funziona in questo mondo se si considera “quasi normale” il massacro di ebrei da parte di un nazista e il massacro di cristiani da parte di estremisti islamici. C’è qualcosa di distorto in questa società se sfugge il nesso tra nazismo ed estremismo islamico.
Prima quelli del sabato e poi quelli della domenica, è così che alcuni nazi-islamici vedono il futuro. E non fanno nemmeno niente per nasconderlo, tanto nessuno avrà il coraggio di contrastarli o quantomeno di denunciarli. Chi ci ha provato non ha fatto una gran bella fine. (qui)

Credo che dovremmo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e prendere atto che, se lasciamo andare avanti le cose ancora per poco – ma veramente poco, e in alcune parti, per esempio in Francia, forse il tempo è già scaduto – abbiamo di fronte due sole possibilità: guerra civile o totale sottomissione. A noi la scelta.

barbara

LETTERA APERTA A UN AMICO FRANCESE

Sono venuto a dirti che me ne vado…
la mia valigia è chiusa,
sistemati gli affari
e parto senza voltarmi indietro
come dice così bene Verlaine al vento cattivo
sono venuto a dirti che me ne vado.
Quando ti ricorderai dei tempi andati
del tempo in cui io e te si era amici
forse verserai una lacrima
e ti dispiacerà che io non ci sia più.
Per quanto non sia neppure certo
che tu ne abbia provato dispiacere.
Non ti domandavo, peraltro, grandi cose
non mi aspettavo che scendessi in strada
sarebbe stato pericoloso, non me lo sarei perdonato
ma una parola, un segno, una condanna, una protesta,
un grido venuto dal cuore sarebbe bastato a rendermi felice
e non per quello che accade laggiù,
ma proprio qua, sotto casa tua.
Dimmi, non ti ricorda nulla?
Vetri rotti e croci uncinate,
orde che sfilano urlando?
Mi sarebbe piaciuto che tu ti alzassi,
che si levassero all’unisono le nostre voci
per gridare «Mai più».
Di non amarmi potrei perdonarti
ma non di aver lasciato col tuo silenzio
che tutto questo ricominciasse,
e di aver loro permesso di urlare
che io da qui me ne devo andare
ma è troppo, troppo tardi, amico mio,
i lupi sono ormai dentro Parigi!
Volti velati e kefiah,
accompagnati dalla falce
da République a Bastille
contratti i volti e pieni di odio
Sono venuti a cento e a mille
per battere le strade della Francia
del bel paese della vostra infanzia
che poi era anche il mio
ma questo era tanto tempo fa.
Sono venuto a dirti che me ne vado.
Sì, è vero che ti ho amato,
ho rifatto la valigia per l’ennesima volta
e sul serio, questa volta
perché ora è giunto il momento
di separarci per sempre.
Quale che sia la mia destinazione
Canada, America
o la terra di Sion
vi sarò più sicuro
che nel paese in cui sono nato.
Sono venuto a dirti che me ne vado
ti lascio il paese più bello
e quando, minacciato a tua volta,
un giorno dovrai lasciarlo
non dimenticare di spegnere la luce:
quella di Diderot e d’Alembert,
quella de Montaigne e Zola
quella di Hugo e Badinter
che brillava di mille fuochi
per la sua cultura, la sua tolleranza,
la sua Libertà, la sua Fraternità e soprattutto la sua Laicità.

Consapevole che la mia pur volenterosa traduzione non può minimamente rendere la struggente poesia del testo originale, ve lo posto qui di seguito, con la speranza che siano in molti a poterlo apprezzare.

Lettre ouverte à un ami français

Je suis venue te dire que je m’en vais…
Ma valise est bouclée,
Mes affaires sont réglées
Et je pars sans me retourner
Comme dit si bien Verlaine au vent mauvais
Je suis venue te dire que je m’en vais.
Quand tu te souviendras des jours anciens
Du temps où toi et moi étions copains
Peut-être verseras-tu une larme
Et regretteras que je ne sois plus là.
Quoiqu’il ne soit même pas certain
Que tu en conçoives du chagrin
Je n’te demandais pas grand-chose pourtant
Je n’attendais pas de toi que tu descendes dans la rue
C’eut été dangereux, je m’en serais voulu
Mais un mot, un signe, une condamnation, une protestation,
Une clameur venant du cœur aurait suffi à mon bonheur
Et pas pour ce qui se passe là-bas
Mais là, juste en bas de chez toi.
Ça n’te rappelle rien, dis-moi ?
Vitres brisées et croix gammées
Hordes hurlantes et défilés ?
J’aurais aimé que tu te lèves,
Qu’en un seul cri nos voix s’élèvent
Pour scander « Plus jamais ça »
Je t’aurais pardonné de ne pas m’aimer
Mais pas d’avoir par ton silence
Permis que tout ça recommence,
Et les avoir laissé crier
Que je dois d’ici me barrer
Mais il est bien trop tard, l’ami
Les loups sont entrés dans Paris !
Visages voilés et Keffieh,
Accompagnés de la faucille
De la République à la Bastille
Visage haineux et grimaçant
Ils sont v’nus des mille et des cents
Pour battre le pavé de France
Du beau pays de votre enfance
Qui fut aussi le mien pourtant
Mais cela c’était il y a longtemps.
Je suis venue te dire que je m’en vais
Oui il est vrai que je t’aimais,
J’ai refait ma valise une énième fois
Et c’est pour de bon cette fois
Car à présent l’heure a sonné
De nous séparer à jamais
Quelle que soit ma destination
Le Canada, les USA
Ou le pays de Sion
J’y serai plus en sécurité
Que dans l’pays où je suis née.
Je suis venue te dire que je m’en vais
Je te laisse le plus beau des pays
Et quand à ton tour menacé
Un jour tu devras le quitter
N’oublie pas d’éteindre la lumière
Celle de Diderot et d’Alembert
Celle de Montaigne et de Zola
Celle d’Hugo et de Badinter
Qui brillait de mille feux
Par sa culture, sa tolérance,
Sa Liberté, sa Fraternité et surtout sa Laïcité.

Perché prima tocca agli ebrei; poi, uno alla volta toccherà a tutti gli altri: lo insegna la Storia, e lo insegna tutto ciò che stiamo vedendo intorno a noi.

barbara

PRIMA IL SABATO, POI LA DOMENICA

La basilica della Natività, si diceva. Quando è stata finalmente evacuata dopo quella lunga occupazione che Innaro-Bonavolontà hanno almeno avuto il pudore di chiamare “assedio-occupazione”, ma che i mass media hanno sempre chiamato unicamente “assedio”, come se un bel giorno l’esercito israeliano si fosse svegliato col ghiribizzo di andare ad assediare la basilica, Lorenzo Cremonesi, in un raro guizzo di onestà giornalistica, ha descritto tutto il bendidio, in fatto di cibo, trovato nella basilica in cui per trentanove giorni, stando alle cronache quotidiane, erano sopravvissuti ad aria e preghiere. Ma c’è una cosa che nessun giornale, credo, ha raccontato, ed è la scritta lasciata dai terroristi su un muro della basilica: Prima il sabato, poi la domenica. Vale a dire: fateci finire il lavoro con gli ebrei, poi ci occuperemo anche dei cristiani. Peccato che nessuno abbia voluto prestare attenzione a questo chiarissimo avviso. Eppure si dovrebbe, dal momento che la sua attuazione è in corso da quasi un millennio e mezzo, come si può vedere chiaramente da questo documento (da leggere cominciando dal basso)
Massacri di cristiani
Nel 622 è nato l’islam, nel 624 ha cominciato a sterminare gli ebrei, dieci anni più tardi ha cominciato a sterminare i cristiani: tutto come da programma. La lista, come potete vedere, non è aggiornata: mancano gli ultimi 22 anni, ma dopotutto non ne abbiamo bisogno, dal momento che i massacri sono quotidianamente davanti ai nostri occhi, e i risultati si possono verificare in questa tabella.
cristiani M.O.
Ma purtroppo si continua a preferire far finta di non vedere. Col rischio, quando riapriremo gli occhi, che sia troppo tardi.

Zuerst holten sie die Kommunisten;
ich schwieg, denn ich war kein Kommunist.
Dann holten sie die Juden;
ich schwieg, denn ich war kein Jude.
Dann holten sie die Gewerkschaftsmitglieder unter den Arbeitern;
ich schwieg, denn ich war kein Gewerkschafter.
Danach holten sie die Katholiken;
ich schwieg, denn ich war Protestant.
Schließlich holten sie mich,
und da war keiner mehr, der für mich hätte sprechen können.

Prima vennero a prendere i comunisti;
io tacqui, perché non ero comunista.
Poi vennero a prendere gli ebrei;
io tacqui, perché non ero ebreo.
Poi vennero a prendere i sindacalisti fra gli operai;
io tacqui, perché non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere i cattolici;
io tacqui, perché ero protestante.
Infine vennero a prendere me,
e non era rimasto più nessuno che potesse parlare per me. (Traduzione mia)

Martin Niemoeller
(Pastore evangelico deportato a Dachau)

NOTA: questa è la versione originale dei versi di Martin Niemoeller; tutte le altre versioni, a base di zingari che rubacchiano ed ebrei antipatici (per non parlare di quella in cui sono stati infilati anche i palestinesi), sono manipolazioni successive (che, a mio avviso, hanno l’unico effetto di banalizzarla)

barbara