VOGLIAMO DISCORRERE UN PO’ DI ECONOMIA?

Presto presto, dobbiamo diminuire i parlamentari! Costano troppo, anzi troppissimo! Bisogna tagliare le spese! Subito subitissimo, se no non ne usciamo!

Conte alza gli stipendi: quanto guadagnano ora i dirigenti di Palazzo Chigi

L’Italia è messa in ginocchio dagli effetti del Covid-19, ma per i dirigenti di palazzo Chigi c’è l’aumento in busta paga. Alla faccia della lotta alla casta

I drastici effetti economici provocati dall’emergenza Coronavirus sono purtroppo sotto gli occhi di tutti, tra attività chiuse e infinite difficoltà nella ripartenza.
Il governo non sempre si è dimostrato concretamente al fianco di chi è stato maggiormente colpito in questi mesi. L’auspicio è che con l’arrivo dei soldi del Recovery Fund si possa fornire il giusto carburante per il rilancio del nostro Paese, ma a una settimana dal vertice dei leader previsto a Bruxelles per giovedì e venerdì prossimi è andato in scena uno scontro totale tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul Bilancio pluriennale della Ue e il Recovery Fund, che potrebbero restare così bloccati. Come se non bastasse, mentre l’Italia è ancora in ginocchio, i dirigenti di palazzo Chigi sono pronti a brindare. Magari, rispettando le nuove limitazioni sul distanziamento nelle case e sull’obbligo di indossare la mascherina, si potrebbe organizzare una grande festa.
Eh sì, perché per loro sarebbe previsto un bell’aumento in busta paga. Chi se ne frega se gli italiani ogni giorno devono fare i conti con le realtà più tristi e sgradevoli. Tanto le loro buste paga si preparano a essere rimpolpate. Come riportato dall’edizione odierna di Libero, il nuovo contratto proposto dall’Aran arriverebbe a garantire fino a 1.126 euro lordi in più al mese. In tal modo i dirigenti di seconda fascia della Presidenza del consiglio, destinatari della somma prevista dall’agenzia che rappresenta lo Stato nella contrattazione con i sindacati del pubblico impiego, giungerebbero a una simile cifra addizionando le diverse voci (aumento generalizzato, incremento per ridurre il divario dai loro colleghi di prima fascia, fondo legato al risultato).

“Un giusto ricompenso”

[Ho controllato: esiste. Ma finora non l’avevo mai sentito]

Anche gli altri dirigenti di palazzo Chigi sono pronti a esultare: nella peggiore delle ipotesi potrebbero sommare 331,80 euro di aumento ai 136,80 euro della retribuzione di risultato, arrivando così ad avere una busta paga più pesante di 468,6 euro. Mica male. Alt, però. Non è mica finita qui: questi sono solamente i numeri portati al tavolo dall’Aran, cioè la “parte datoriale”, che durante il confronto con i sindacati potrebbero addirittura lievitare. Alla faccia della lotta alla casta (con la poltrona degli altri) portata avanti dai grillini fino al 4 marzo 2018. Chi sa se organizzeranno quelle stesse mobilitazioni nazionali che erano soliti promuovere quando al governo vi erano gli altri.
L’8 ottobre sul sito dell’Unadis è apparso un comunicato mediante cui è stato annunciato l’avvio delle trattative per il rinnovo del contratto dei circa 300 dirigenti della Presidenza del consiglio dei ministri: stando ai numeri calcolati nell’anno 2015, si tratterebbe di 101 afferenti alla prima fascia e 169 di seconda fascia. La trattativa si è riaperta dopo dieci anni di blocco. Per l’Unione nazionale dei dirigenti dello Stato si tratta di un momento “molto importante, nonostante il ritardo con cui si è arrivati, per dare il giusto riconoscimento, economico e giuridico, ai dirigenti di Presidenza, impegnati in settori cruciali per il nostro Paese”. L’Unadis, insieme a Cgil e Cisl, ha chiesto di arrivare a un accordo in tempi celeri, ragionevolmente entro la fine del 2020. I fondi per il rinnovo, nello specifico per la riduzione della forbice tra prima e seconda fascia, erano stati stanziati con la legge di Bilancio dello scorso anno.
Luca Sablone – 10/10/2020, qui.

E ora una saggia riflessione, preceduta da questa significativa immagine

Fabrizio Fabbro

Non muore nessuno se non si va dal #Parrucchiere per due mesi. Al massimo muore quel salone (e magari il titolare è tua sorella, tua mamma, tuo zio) e nel quale la ragazza che fa lo shampoo è in affitto nella casa che hai acquistato ad uso investimento e per il quale stai pagando un mutuo.
Non muore nessuno saltando la ceretta dall’#estetista. Al massimo chiude quello studio… che magari è di tua figlia, tua moglie… o che fornisce di prodotti tuo figlio che verrà licenziato a fine mese se non raggiunge l’obbiettivo di vendita. Cosa accadrà mai saltando due mesi di #Danza, al massimo chiude quella Scuola … che potrebbe essere però della tua compagna o di tua sorella ed è aperta da soli 30 anni. Puoi anche non andare in #palestra per 60 giorni. Che ci interessa!?!? Puoi sempre fare del sano esercizio fisico nel giardino di casa… Poi se non riaprirà più perché non sarà in grado di pagare gli affitti arretrati, continuerai a fare step sul gradone della veranda… E sì, se è di tuo padre che mantiene te e tuo fratello agli studi!?! Al #ristorante? Ma cucinate a casa vostra che si mangia anche meglio… tanto quando avranno chiuso più della metà dei locali perché i titolari sono in ginocchio… tu potrai ottimizzare l’arte dell’uso del lievito che hai messo a fuoco in questi mesi. Sperando che il ristorante non sia del tuo datore di lavoro. #Sartoria? Ma davvero vai ancora dalla sarta? Ma compra su Amazon come tutti! Anche se la sartoria l’ha fondata tua nonna ed hai messo la tua fideiussione personale sul leasing per l’acquisto dei nuovi macchinari. E che dire dei #bar? Meglio se chiudono, no!?!? Così tuo marito torna a casa prima la sera e non perde tempo a parlare di pallone con gli amici… Sperando però che non sia il proprietario di quel locale. #Contadini? Ma dai!!! Che le mele dall’estero riusciamo ancora a prenderle e, del sano vino all’etanolo, lo importiamo senza problemi.
Esiste un punto in cui le misure per contrastare il #virus uccidono più del virus stesso.

È FACILE DIRE DI STARE A CASA QUANDO HAI LO STIPENDIO GARANTITO. MA NON #ANDRATUTTOBENE #ACASADITUTTI

Fulvio Del Deo

Proibire la musica, gli spettacoli. Finora c’erano riusciti solo i talebani quando tenevano in scacco l’Afghanistan.

Stefano Burbi

Quando sento dire che è giusto chiudere le “attività non essenziali”, non posso non pensare alla mancanza di empatia e di sensibilità che mostrano le persone che lo pensano, adducendo come motivazione il “bene comune” e la salute.
Cosa vuol dire “non essenziale”? Pensate ad un mondo senza musica, senza spettacoli, senza cinema, e vediamo se vi sembrerà ancora lo stesso mondo; parlate alle tante persone che lavorano per gli spettacoli dal vivo e vediamo cosa vi diranno su queste attività, per loro essenziali per poter vivere; pensate che vi tolgano lo stipendio sicuro che ogni mese giustamente riscuotete e forse riconsidererete il concetto di “non essenziale”.
Se prevedete dei congrui risarcimenti, e non delle elemosine, per ognuno dei lavoratori dei settori che reputate non necessari e di cui potete fare a meno, continuate pure a ritenere che sia giusto chiuderli o ridimensionarli. Altrimenti tacete. Purtroppo non si ragiona con chi ha paura e la paura va rispettata. Ma, a maggior ragione, si deve anche rispettare un semplice ed elementare diritto: quello di vivere.
Stefano Burbi

Con due immagini della protesta dei lavoratori dello spettacolo in Piazza Duomo

e un video

NOTA: non sono vestiti di nero in segno di lutto, come ho letto in un articolo, ma perché il nero è l’unico colore ammesso nel teatro e nello spettacolo in genere: devi concentrarti unicamente su quello che stai facendo, sulla tua parte, sulla gestualità, sull’espressione, senza rischiare di essere distratto da colori fantasie luccichii.

Noi abbiamo cominciato ieri sera, rigorosamente in nero, ovviamente, e così:

1_stampare il proprio copione, evidenziare le proprie parti e custodirlo in una bustina/pinzarlo per evitare fogli volanti. 

2_portare una penna e/o una matita personali 

3_indossare la mascherina fino al raggiungimento della propria postazione (che sarà debitamente indicata). [in realtà qualcuno l’ha tenuta per tutta la serata, anche per leggere le parti; qualcuno l’ha abbassata, io l’ho messa in tasca]

4_indossare un maglione ed eventualmente un doppio calzino in quanto prevederemo 5 min di areazione tra un’ora e l’altra di lavoro 

5_igienizzarsi le mani all’ingresso 

6_portare una busta grande tipo quelle del supermercato che possa contenere TUTTI i vostri accessori che non dovrebbero entrare in contatto con quelli degli altri: la vostra giacca, la vostra borsa e le vostre scarpe (lavoreremo come sempre scalzi).

7_una volta rispettate tutte le restrizioni….RESPIRIAMO E GODIAMOCI LA VITA E IL POTERE RIGENERATORE DEL TEATRO e scordiamoci del mondo per 2 ore!!!

Se avete problemi con una qualsiasi di queste indicazioni fatemi sapere 

io ho mascherine in abbondanza, penne e buste igienizzate e posso stampare qualche copione in più 🙂

E ora godetevi, sempre in tema di economia con cui eravamo partiti, ma anche in tema di grande rappresentazione, questa strepitosa Giorgia Meloni

e se vi resta ancora una briciola di tempo e di pazienza andate anche a leggere questo e a guardare questa, ancora gran bella donna, tra l’altro, a sessant’anni suonati.

barbara

FRIDAY FOR FUTURE

Si è dunque svolto lo sciopero per la terra, per il nostro futuro, per la nostra casa che è in fiamme, sciopero di protesta contro l’intero establishment che ci sta mandando a morte senza muovere un dito, per commentare la quale rubo le parole a Giuliano Guzzo:

UNA DOMANDA

Cari studenti, cari giovani, cari ragazzi che avete riempito 180 piazze italiane (così recitano i titoloni, che pigramente prendo per buoni), una domanda. Una sola. Forse non ve ne siete accorti, ma oggi avete manifestato con l’indiscutibile favore, nell’ordine: dei media – che da settimane ci rompono gli zebedei con i Fridays for future -, del governo – che ha inauditamente intimato alle scuole di ritenervi assenti giustificati – e di larghissima parte dei cosiddetti opinionisti, che così vengono chiamati, vien da pensare, non perché esprimono un’opinione ma perché ripetono tutti la stessa.
Avete quindi sfilato, dicevamo, con questi appoggi immensi e sulla scia della figlia di una cantante e di un attore, una in odore di premio Nobel, un’amica di prìncipi monegaschi pronti a ospitarla in barca, una accolta con baci e abbracci nelle cancellerie di mezzo mondo. Ora, ecco la domanda: in tutto ciò dove sarebbe la ribellione? Dov’è finito il vostro anticonformismo? Non vi puzza che ad appoggiare il vostro cambiamento del mondo sia chi già lo comanda? Siete quindi proprio sicuri che, anziché cogliere un’occasione, non stiate seguito un copione? Non saranno belli come i sogni di cui vi hanno derubato ma spero possiate comunque apprezzarli, questi dubbi.
Giuliano Guzzo (qui)

E come si è svolta questa manifestazione contro l’inquinamento in nome della coscienza ambientalista? Una testimonianza arriva da “Erasmo”:

Oggi, Milano bloccata dalla manifestazione per il clima. Suppongo anche le altre città. Migliaia di macchine ferme in coda, col motore acceso. I gretini inquinano [sì, lo dice anche Sallusti]. Poi ho visto il filmato di piazza Duomo. Tutti arrampicati sul monumento (incivili) mentre davano fuoco a una palla di cartapesta (incivili).
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E chissà com’era la piazza dopo che sono andati via.

Questo te lo faccio vedere io
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Sbaglia però chi crede che questi giovani abbiano da proporre solo critiche e non soluzioni: ne hanno parecchie, invece, di idee su come salvare la Terra:
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Ne aggiungo due, di cui manca la documentazione fotografica, riferite da Giulio Meotti:

Ci piace il buco ma non dell’ozono, ride dicks not cars (per i non anglofoni: cavalcate i cazzi, non le auto. Ma vale anche per i signori? Tutti tutti senza eccezione?)

Oltre ai preziosi suggerimenti, impariamo, ad osservare le immagini di questa memorabile giornata, altre cose interessanti, per esempio che Homo Sapiens non è stato il primo essere pensante del pianeta,
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(ma se avessero pensato diversamente, avrebbero trovato il modo per evitare il meteorite?), o che il tempo corre maledettamente veloce: pensate, appena cinque mesi fa avevamo ancora 12 anni, e adesso siamo già scesi a 11!
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Qualcuno ha anche provveduto a ricordare ai ragazzi una quisquilia a cui forse non avevano fatto caso
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Io comunque darei il Nobel per l’onestà (come? Non esiste? E inventatelo, per la miseria!) al ragazzino che portava un cartello con su scritto:
“Greta mi sta sul cazzo ma avevo 2 ore di matematica”.

Passo a due prese di posizione decisamente serie

Voi siete la prima generazione che ha preteso l’aria condizionata in ogni sala d’aula; le vostre lezioni sono tutte fatte al computer; avete un televisore in ogni stanza; passate tutta la giornata a usare mezzi elettronici; invece di camminare a scuola prendete una flotta di mezzi privati che intasano le vie pubbliche; siete i maggiori consumatori di beni di consumo di tutta la storia, comperando in continuazione i più costosi capi di abbigliamento per essere ‘trendy’; la vostra protesta è pubblicizzata con mezzi digitali e elettronici.
Ragazzi, prima di protestare, spegnete l’aria condizionata, andate a scuola a piedi, spegnete i vostri telefonini e leggete un libro, fattevi un panino invece di acquistare cibo confezionato.
“Niente di ciò accadrà, perché siete egoisti, mal educati, manipolati da persone che vi usano, proclamando di avere una causa nobile mentre vi trastullate nel lusso occidentale più sfrenato. Svegliatevi, maturate e chiudete la bocca. Informatevi dei fatti prima di protestare”. un giornalista di SkyNews Australia (per la verità mi disturba un po’ che l’autore non sia identificato, ma le osservazioni mi sembrano comunque condivisibili

Cara Greta, non ti ho rubato proprio niente

Alessandro Sallusti – Mer, 25/09/2019

«Come osate, avete rubato i miei sogni e la mia infanzia, io non vi perdono», ha tuonato ieri l’altro la giovane ecoattivista Greta rivolta ai grandi del mondo, riuniti all’ assemblea dell’ Onu, perché a suo dire «siamo all’inizio di un’estinzione di massa».
In effetti non siamo messi bene, ma tutti gli studi provano che siamo messi molto meglio del passato e che il futuro che ci attende è meglio di quanto si possa pensare.
Qualche esempio. Un milione e ottocentomila bambini muoiono ogni anno nei paesi in via di sviluppo, a causa della diarrea da acqua insalubre e da condizioni igieniche inadeguate. Non è una strage del progresso, è il suo opposto, cioè parliamo di persone ancora non toccate dal progresso, dalle tecnologie, impossibilitate a raggiungere gli ospedali più vicini per mancanza di strade, di auto, di aerei, in sintesi di tutto ciò che Greta vorrebbe mettere all’indice con la sua retorica da professorina.
Ciò nonostante le generazioni che Greta «non perdona» qualcosa hanno fatto. La mortalità infantile in quegli stessi paesi nel 1980 era del 20 per cento, oggi è pressoché dimezzata e la percentuale di persone denutrite dal 1970 a oggi è scesa dal 35 al 15 per cento, prova che è il progresso, con la sua sempre maggiore mobilità di persone e merci che può togliere l’uomo dal degrado ed evitare le catastrofi. Oggi – come documenta una ricerca pubblicata in America da Peter Diamandis – un guerriero masai con un cellulare dispone della stessa connettività con il resto del mondo che il presidente degli Stati Uniti aveva solo pochi anni fa, nel 2005.
Il progresso inquina? Certo, ma le nostre generazioni sono state capaci di passare dal fuoco al carbone ai pannelli solari in cent’anni, dai calessi alle auto a gasolio a quelle elettriche in cinquanta attraverso errori non evitabili. Thomas Edison raccontò di avere inventato la lampadina dopo avere fallito mille volte di fila. E, accusato di questo, rispose: «Io non ho fallito, ho solo scoperto mille modi che non funzionano».
I predecessori di Greta non sono stati – non siamo stati, parlo della mia generazione – «ladri di sogni» ma sognatori che hanno combattuto – e in buona parte sconfitto – la malvagità degli uomini e migliorato il mondo, in una corsa a tappe tuttora in corso. Non sarà Greta a rubarci questi meriti e vediamo se i gretini saranno altrettanto capaci. Occhio, che per farlo più che manifestare serve studiare. (qui)

E per concludere, le immancabili “varie ed eventuali” (se un governo può convocare un consiglio dei ministri con solo le varie ed eventuali come ordine del giorno, non posso metterle io come aggiuntina a un post decisamente corposo?) Comincio coi dentini di Greta,
denti
con la speranza che passi di qui un dentista per dirmi se la mia impressione che siano denti da latte è giusta o sbagliata. Passo al pasto gretinico in treno:
ciboplastica
Qualcuno ha commentato che viaggiando, i cibi industriali confezionati e trasportati in contenitori di plastica non hanno alternative. Cosa sicuramente (quasi) vera per chi viaggia per lavoro, senza il quale non può mantenere la famiglia, non per chi non solo sceglie di viaggiare, ma per farlo disattende anche un preciso dovere. E concludo con due immagini a confronto.
Grant_DeVolson_Wood_-_American_Gothic
Malena-Ernman-Greta-Thunberg
(dove tra l’altro si vede quanto è racchia la mamma senza photoshop)

barbara

IMMAGINIAMO

Rito
Immaginiamo che questo adolescente si chiami Rito.
Immaginiamo che abbia un po’ di peluria sotto al naso e il mono-sopracciglio, che sia un po’ sovrappeso, che non si lavi molto ed emani perennemente odore di ascella.*
E immaginiamo adesso che Rito abbia delle piccole ossessioni, come molti adolescenti: ogni mercoledì si rifiuta di entrare a scuola per protesta, e si siede davanti al suo cancello con un cartello che rivendica un futuro più sano per l’umanità.
Immaginiamo che lui denunci lo scempio della natalità altissima che c’è in alcuni paesi sottosviluppati che, se non si riduce subito, porterà la popolazione del pianeta a 10 miliardi di persone nel 2035.
Immaginiamo che la sua protesta sia contro il nuovo schiavismo che è la regola in molti paesi asiatici come la Cina, ma che si sta importando anche qui in Europa.
Immaginiamo che la sua protesta sia anche contro la tratta di africani che sbarcano in Europa per diventare schiavi, spacciatori o prostitute.
Immaginiamo poi che Rito denunci la discriminazione e la persecuzione delle donne, che avviene legalmente nei paesi islamici perché la legge dello Stato ricalca le farneticazioni scritte nel Corano. E immaginiamo che Rito chieda che, per questa e mille altre ragioni, sia messo ufficialmente al bando l’islam e condannato come crimine contro l’umanità.
Immaginiamo poi che questo ragazzino rivendichi aria pura da respirare, rispetto della natura e dell’umanità, giustizia e uguaglianza in tutto il mondo.
Secondo voi, susciterebbe attenzione mediatica, o lo porterebbero di corsa in una casa-famiglia a Bibbiano, togliendo la potestà ai genitori per non aver fatto rispettare l’obbligo scolastico?

Fulvio Del Deo, qui

* [ma anche dopo due settimane in barca senza doccia e senza bidè, volendo…]

Impostata in modo contrario, ma esattamente sulla stessa linea, ci sarebbe anche questa cosa qui.

barbara

GUARDATE CHE TENERI GIOCHERELLONI

che sono i palestinesi! Adesso si sono messi a giocare con gli aquiloni da lanciare gioiosamente verso Israele.
aquilone bomba
Sì, ok, dietro c’è attaccata una bomba incendiaria, ma non staremo mica a guardare questi stupidi dettagli, no? Questo invece è Muhammad Hajila,
Hamas-terrorist-Muhammad-Hajila
l’ultimo innocente pacifico inerme innocuo manifestante civile palestinese assassinato a sangue freddo dagli spietati cecchini israeliani (o devo dire sionisti?). Era membro delle brigate Izz al-Din al-Qassam di Hamas e aveva partecipato all’attacco di Hamas a Nahal Oz che aveva ucciso cinque persone. Chi non avesse chiara la geografia locale può vedere la posizione di Nahal Oz in questa mappa.
mappa 1
Di quelle località ho visitato Netiv haAsara e Sderot. Ho visitato anche, non indicato in questa mappa, il kibbutz Nir Oz, pochi giorni dopo la fine della guerra del 2014. In quest’altra mappa
mappa 2
(clic per la mappa originale, da cliccare poi per ingrandire ulteriormente), oltre alle rispettive posizioni, possiamo ammirare anche le due parti di uno stesso identico terreno, una in mano agli israeliani, l’altra in mano ai palestinesi. Che siccome anche come terroristi sono pericolosi sì, dannosi sì, ma anche scalcinati e imbecilli, non di rado sbagliano il tiro e ammazzano in casa propria, come qui,
esplosione
dove hanno fatto fuori quattro dei loro, e poi alle donne tocca fare il lutto.
lutto esplosione
È anche da questa foto, oltre che dalle dichiarazioni della stessa dirigenza della Jihad islamica palestinese, che capiamo che sono stati vittime di fuoco amico, perché quando vengono uccisi da Israele si scatenano sparando in aria ai funerali – e ogni tanto finendo per impallinare anche qualcun altro – o dando comunque vita a funerali decisamente rumorosi

mentre quando, uscendone vivi o morti (non ha importanza) sono riusciti a far fuori un po’ di ebrei, magari neonati nella culla, festeggiano alla grande distribuendo dolci, oppure con caroselli d’auto tipo da noi quando si vincono i mondiali – all’interno di questo post foto delle vittime e video dei selvaggi festeggiamenti. Poi comunque ad un certo punto le manifestazioni finiscono e tutti quei bravi giovani tornano a casa e si occupano dell’educazione dei pargoli.

Mentre noi si fa accuratamente attenzione a guardare solo dalla parte giusta.
Gaza Siria
barbara

QUESTA È VIDA MOHAVED

Vida Mohaved 1
condannata a due anni di carcere. E questo è il suo crimine
Vida Mohaved 2
Si chiama Vida Mohaved ed è una delle donne più coraggiose del mondo. E’ iraniana e la ricorderete togliersi il velo un mese fa. Ieri gli ayatollah che girano in pantofole l’hanno condannata a due anni di carcere. Ma più di questi satrapi ipocriti mi fanno pena le nostre paladine delle donne che ci sbattono in faccia la loro falsa litania di statistiche su quanto stiano male in Occidente e che tacciono spudoratamente sulle ragazze di Teheran. Se vogliono le aspetto davanti all’ambasciata iraniana a Roma. Urge una manifestazione in cui la gente sventoli lo stesso velo bianco costato due anni di galera a questa ragazza. Posso loro assicurare che ancora in Occidente si possono fare queste cose. Ero lì, nel 2005, quando col Foglio manifestammo contro la chiamata iraniana alla distruzione di Israele. Coraggio!
Giulio Meotti

Poi, alle paladine delle donne, alle nostre avvocate ministre sindache eccetera eccetera qui parlent féministe, potremmo chiedere conto anche del loro silenzio su questo, e questo, e questo.

barbara

QUANDO IL SINDACO SI INCAZZA

Quello che sentite strepitare è Ali Salem, sindaco arabo di Nazaret (unica città israeliana a maggioranza araba): si è trovato a passare per caso di lì nel momento in cui Ayman Odeh, leader della coalizione araba, stava per iniziare un’intervista su Arutz 2, e si è fermato per dirgli quello che pensa di lui, del suo partito e delle sue azioni anti israeliane. Chi non conosce abbastanza l’inglese da riuscire a seguire i sottotitoli, si accontenterà del tono di voce del sindaco, sufficientemente rivelatore dei suoi sentimenti, a mio avviso.
Shavua tov a tutti.

barbara

E LA SETTIMANA PROSSIMA TUTTI A GINEVRA!

Il 29 giugno teniamoci liberi, c’è da difendere Israele. A Ginevra

ANTEFATTO:

COMMISSIONE “SCHABAS”
È una commissione istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, con sede a Ginevra, ed è chiamata così dal nome della persona a cui era stata affidata la conduzione della commissione: il giurista canadese William Schabas.
La Commissione aveva già tutte le premesse per diventare una nuova “Commissione Goldstone” (la commissione che “indagò” sui “crimini” commessi da Israele durante l’operazione a Gaza “Piombo Fuso” a cavallo fra 2008 e 2009).
Questa commissione, invece, è stata incaricata di “indagare” sui “crimini” commessi da Israele durante l’operazione a Gaza “Margine di Protezione” dell’estate 2014. Una commissione creata ad hoc su pressione della solita maggioranza automatica anti-israeliana al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, con delle tesi e dei verdetti già scritti e precostituiti, in cerca solo di legittimarli internazionalmente sotto la veste di “report” di una commissione d’inchiesta.
Solo che Goldstone aspettò molto tempo dopo l’uscita del rapporto da lui firmato, per “disconoscerlo” e ammettere che non era stato obiettivo e neutrale. Schabas, invece, si è dimesso ancora prima di iniziare, lo scorso febbraio, per delle accuse di parzialità (a sfavore di Israele, ovviamente) nei suoi confronti, dopo le notizie emerse su alcune sue passate consulenze (quindi a pagamento) per conto dell’OLP!
Lo Stato d’Israele ha deciso di non partecipare ai lavori della Commissione, proprio per la sua palese parzialità e per le sue conclusioni già precostituite; di contro ha condotto nei mesi scorsi indagini e inchieste interne autonome, pubblicando, alla fine, risultati e conclusioni che portano alla luce i veri crimini commessi invece da Hamas.
Ovviamente, la Commissione d’inchiesta dell’ONU è andata avanti lo stesso, anche senza Schabas, e adesso, a fine mese, sarà presentato il suo rapporto finale, a Ginevra, alla sede del Consiglio per i diritti umani dell’ONU.

INIZIATIVA:

Si sta organizzando una manifestazione di sostegno a favore di Israele, per quel giorno, il 29 giugno prossimo, davanti alla sede del Consiglio per i diritti umani dell’ONU a Ginevra.
Vari gruppi si stanno organizzando già localmente, in Svizzera, e si sta verificando la possibilità di organizzare anche dei gruppi di sostenitori provenienti dalle regioni limitrofe di Francia e Italia.
Vi saranno due punti di partenza per l’Italia: Torino e Milano. La manifestazione è prevista a Ginevra per le ore 11.00 in tarda mattinata. La partenza da Milano e Torino, in pullman, è prevista intorno alle ore 8:00 di mattina. Il rientro in Italia è previsto in giornata stessa, dopo la conclusione della manifestazione.
Le spese di viaggio con il pullman da Milano e Torino (andata e ritorno) sono coperte. Sarà fornito anche un pranzo al sacco.

PER PRENOTAZIONI GRATUITE SUI PULLMAN DA MILANO: SCRIVERE A eyal-m@amicidisraele.org LASCIANDO IL PROPRIO NUMERO DI CELLULARE.

PER PRENOTAZIONI GRATUITE SUI PULLMAN DA TORINO: SCRIVERE A segreamar@gmail.com LASCIANDO IL PROPRIO NUMERO DI CELLULARE.

Eyal Mizrahi – Presidente ADI e responsabile del movimento sionista Over The Rainbow Italy

Per quei quattro gatti che ancora non fossero stati raggiunti dall’informazione. Io, naturalmente, ci sarò.

barbara

DOBBIAMO CHIAMARLI AMANTI DELLA PACE?

Ricordiamo, qualche settimana fa, le 500 manifestazioni organizzate in Francia durante l’operazione israeliana di difesa “margine protettivo”. La stragrande maggioranza dei manifestanti in questi cortei era musulmana. L’odio, la rabbia contro Israele, gli ebrei e la Francia erano ovunque presenti, palpabili; oggi non si vedono più.
Ci ricordiamo anche dei molti eccessi dei sostenitori algerini, benché “francesi”, scesi a centinaia di migliaia nelle strade delle città francesi e causando, come sempre, molti abusi su persone e cose.
Ricordiamo infine le preghiere di strada che hanno mobilitato migliaia di persone, occupando senza vergogna strade intere infischiandosene delle leggi, della cultura francese e del benessere dei residenti locali.
Ma per i musulmani quando si tratta, come ieri, di protestare contro la barbarie dello stato islamico e i jihadisti, di protestare contro l’abbietto assassinio di Hervé Gourdel, non c’è esattamente N.E.S.S.U.N.O.
Davanti alla grande moschea di Parigi infatti devono esserci state al massimo 300 persone: togliendo giornalisti, politici e qualcun altro di passaggio per il V arrondissement, non dovevano esserci molto più di un centinaio di musulmani, cioè all’incirca quelli che escono dalla preghiera della grande moschea di Parigi il venerdì.
Eppure, come al solito, la propaganda mediatica ha lavorato a pieno ritmo al fine di promuovere questo evento. Entro 24 ore tutti i giornalisti hanno fatto appello per questo evento su tutti i canali, tutti i giornali: bilancio 300 persone.
In confronto ai quasi 2000 jihadisti “francesi” presso lo stato islamico, il numero di manifestanti era molto inferiore, il che è drammatico, considerando che in Francia ci sono milioni di musulmani.
La situazione è quindi chiara e le maschere sono definitivamente cadute. Non è esagerato dire che i musulmani che vivono in Francia non hanno alcuna intenzione di protestare contro l’ignobile stato islamico e pertanto si sentono, in diversa misura, solidali con esso. (qui, traduzione mia. Cliccate il link per vedere le foto)
musulmansbarbarie
A mio avviso, a dire la verità, di maschere – maschere capaci di ingannare per lo meno, maschere capaci di nascondere l’odio antiebraico sotto le varie etichette del momento – è da almeno un paio di decenni che non ne vedo da nessuna parte, ma mi interessava proporre questo ennesimo documento sulla suprema ipocrisia dei sedicenti difensori dei diritti umani.

E nel frattempo c’è chi festeggia il capodanno ebraico sparando agli ebrei.

barbara