MA SONO SOLO IO?

Sono solo io ad avere, a sentirlo parlare, l’impressione che sia decisamente ritardato? Indipendentemente da quello che dice, solo per come parla (beh, anche a guardarlo in faccia, a dirla tutta).

Qui tutto l’articolo. Comunque adesso abbiamo imparato una cosa nuova: non si chiamano negri, non si chiamano neri, non si chiamano persone di colore, non si chiamano afroamericani: si chiamano melanined (melaninati?) Ma allora, se il punto è questo, a fine estate quando ho preso un po’ di colore, posso sperare di essere un pelino meno bestia? Un pelino meno selvaggia? Un pelino meno lontana dalla specie umana rappresentata da questo splendido esemplare di sapiens sapiens sapiens?

barbara

“ENTRATE NEGLI ASILI NIDO E UCCIDETE I BEBÈ BIANCHI.

Acchiappateli e impiccate i loro genitori.” Così canta il signor Nick Conrad, rapper francese di origine camerunense. Perché noi siamo antirazzisti, chi si azzarda anche solo a vedere i colori è razzista però, sia ben chiaro, bianco è brutto e nero è bello, i bianchi sono cattivi e i neri sono buoni, i bianchi sono oppressori criminali – tutti, indistintamente, neonati compresi – e i neri sono povere vittime. Tutti, indistintamente, azionatori di machete compresi. I neri devono vivere e i bianchi devono morire. E naturalmente, oltre che brutti sporchi e cattivi, siamo anche stupidi, perché non abbiamo capito niente: la canzone non ha intenti razzisti, assolutamente no: vuole solo fare riflettere su quanto accaduto ai neri, povero cocco. E allora riflettiamo, dunque. Per secoli è andata in onda la tratta dei negri in Africa, da deportare per lo più in America come schiavi, da sfruttare spesso in maniera brutale. Chi ordinava la tratta? I bianchi. Chi la organizzava? In gran parte gli arabi. Chi eseguiva materialmente le razzie? Spesso gli stessi negri, a volte gli arabi, raramente i bianchi (no, non sto dicendo che i bianchi fossero innocenti o poco colpevoli, ma chi cattura il proprio fratello per consegnarlo al carnefice, è forse meno colpevole del carnefice?). Perché quando si racconta la storia, bisogna raccontarla tutta, non solo la parte che porta l’acqua al proprio mulino. E questa, anche così completata, è una parte della storia. Perché poi ce n’è un’altra: quella dei bianchi catturati e ridotti in schiavitù dagli arabi, e non pochi di loro avrebbero fatto volentieri il cambio con i negri schiavi dei bianchi. E a questo va anche aggiunto che – sorpresa sorpresa – i bianchi schiavi degli arabi sono stati più numerosi dei negri schiavi dei bianchi. E magari mettiamoci anche – ciliegina sulla torta – che gli arabi continuano a praticarla tuttora, la schiavitù. Ma gli unici con diritto per grazia divina al frignamento perpetuo, secondo qualcuno che si autonomina portavoce dell’intera “razza”, sono i boveri negri berseguitati dai bianghi gattivi. Diritto al frignamento e allo sgozzamento dei neonati bianchi. Film, quello dello sgozzamento dei neonati nella culla, che abbiamo già visto: evidentemente è talmente piaciuto che ne vogliono girare altri episodi.

barbara