RECAP DEL 2018

Per una degna chiusura d’anno, ricordiamo alcuni dei migliori momenti ideologici espressi nel corso del 2018. In approssimativo ordine cronologico e senza pretesa di completezza:

1) Lo sciopero della fame a staffetta a favore dello “ius soli”: sostenuta anche da ministri delle infrastrutture che avrebbero dovuto preoccuparsi maggiormente di certi ponti genovesi, l’idea di uno sciopero della fame “a staffetta” aveva anche un pizzico di ribalda quanto involontaria comicità. Peccato che oltre ad essere a staffetta, detto sciopero della fame si svolgesse in genere dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 20. Fusi orari.

2) “L’immigrazione di massa è un fenomeno che non si può arrestare”. Sono poi bastati un Minniti e un Salvini qualsiasi (non Churchill e Napoleone), per far crollare gli sbarchi dell’85 per cento, letteralmente dall’oggi al domani. Eventi epocali.

3) L’“uovo fascista”: una selvaggia aggressione razzista a base di uova colpisce la bravissima atleta negra rischiando di farle perdere non solo i campionati ma persino un occhio. Per fortuna si scopre poi che a lanciare l’uovo è stato un rampollo del PD, e allora miracolosamente l’atleta guarisce in poche ore per andare a conquistare un mediocre risultato ai campionati. Ordine Uovo

4) Il “cane fascista”. Meraviglioso.

5) Le magliette rosse: per contrastare l’ondata di xenofobia populista, tutti i migliori volti della sinistra si fanno fotografare con indosso magliette rosse in segno di solidarietà con i migranti e i diseredati del mondo. Splendida iniziativa appena indebolita dall’utilizzo di Lacoste abbinate a Rolex, e dalle ambientazioni fotografiche in esclusivi luoghi di villeggiatura, governati da amministrazioni di sinistra che di accogliere pezzenti africani neanche vogliono sentire parlare. Magletta vossa la tvionfeva…

6) Le mani imbrattate di vernice rossa per denunciare le morti in mare causate, a loro dire, dalla chiusura dei porti. Grande entusiasmo finché qualcuno non ha fatto notare che “avere le mani sporche di sangue” è esattamente ciò di cui la sinistra e la sua politica immigrazionista sono accusate. Profondo Rosso.

7) La nave Diciotti. A bordo di una nave dal curioso nome numerico, per tutte le figure e le mezze figure di sinistra appena il tempo di fare una passerella a favore dell’immigrazione, prima che i clandestini finalmente sbarcati si dileguassero facendo perdere le proprie tracce, invano ricercati dal procuratore zelante che voleva usarli come testimoni contro Salvini, reo di averli sequestrati. Ingrati. Dare i numeri.

8) Asia Argento e il movimento “MeToo”. Che tempi: una coraggiosa donna non fa in tempo a ricordarsi di essere stata violentata vent’anni prima da un potente produttore (che poi è stato il suo fidanzato per un lustro), e subito un tipo la accusa a sua volta di aver abusato di lui minorenne. Delitto e castigo.

9) Cucchi, Pamela e Desirée: certi spacciatori drogati da morti divengono innocui “ragionieri”, mentre due ragazzine minorenni stuprate (anche da vergini) e messe a pezzi dentro i trolley diventano invece due puttanelle drogate e pure un po’ stronze. Trasmutazioni

10) Mimmo Lucano e il suo “modello”. Il “sindaco esemplare” è stato poi indagato con le accuse di associazione a delinquere, truffa, falso, concorso in corruzione, abuso d’ufficio e malversazione. Ma poteva andare peggio: poteva essere accusato di populismo. Lo Stronzo di Riace.

Attendo con incuriosita ansia il 2019.

di P. Molinari

Mi sono dimenticata di segnare dove l’ho trovato, ma era troppo bello per rinunciarci.

barbara

RIACE IN DUE BREVI SINTESI

RIPOPOLAMENTI

Il sindaco di Riace intendeva “ripopolare” con i migranti territori abbandonati. Ce lo hanno detto con voce tremante dall’emozione conduttori e conduttrici di vari TG. Poco mancava che aggiungessero: “ma che bravo!”.
Il sindaco di Riace non ha inventato nulla di nuovo. Popolare territori semi desertici con immigrati è stata una politica seguita negli Stati Uniti. Ma in quel caso si trattava di immigrati RICHIESTI dal governo di quel paese, gente di cui si aveva davvero bisogno.
C’è invece un precedente più antico ma molto più simile. Nella fase iniziale del suo disfacimento l’impero romano era pressato da popoli che cercavano di migrare in massa entro i suoi confini. Visto che era difficile e costoso tenerli tutti lontani si pensò di usarne una parte per ripopolare zone dell’impero che la crisi demografica aveva quasi spopolato. I migranti non erano necessari all’impero, semplicemente si sperava che sistemandoli in zone inospitali e semi desertiche si sarebbe allentata la pressione ai suoi confini. Si crearono invece dentro l’impero autentiche sacche di popolazioni che in larga misura erano estranee ai valori della romanità. Si ebbero in certi casi processi di integrazione, ma in larga misura le sacche restarono tali. Quando poi la pressione sull’impero si fece sempre più forte ed iniziarono le migrazioni-invasioni moltissimi degli accolti aiutarono gli invasori.
Cose vecchie? Forse, ma terribilmente attuali.
Giovanni Bernardini

Un sindaco che celebra e promuove matrimoni falsi è un caso gravissimo, proprio perché è un sindaco e ha il potere di mutare ilo stato delle persone. E’ un caso analogo, ma molto più grave dell’ipotesi che io, come professore, segnassi sul libretto dei voti a chi non ha fatto l’esame perché mi sta simpatico o perché appartiene alla mia parte politica. O un vigile cha facesse le multe ai suoi nemici. Sono cose gravissime, che “privatizzano” il potere pubblico e ne distruggono la credibilità. Che ci sia o meno interesse economico conta relativamente poco. Questo signore ci ha rubato ben più dei soldi di cui a quanto pare ha abusato, ha rubato la legalità stessa.
Ugo Volli

Giusto per dare un’idea:
Domenico Lucano
Per risolvere i problemi comunque c’è un sistema molto semplice: cancellare Salvini!

Che poi, diciamolo, Salvini ha dei gusti orridamente razzisti, guardate che roba!
salvini
Farebbe bene a prendere esempio da Macron, farebbe: lui si che è buono!
macron 1
AFP_19M3ZN
macron 3
(NOTA: quello a destra nella prima foto è un criminale appena uscito di galera. 

barbara