COVID ECCETERA

Inizio ripescando un post vecchio (o forse nuovo) di un anno.

GRANDI PANDEMIE

La grande pandemia di peste nera del ‘300 durò, in Europa, dal 1347 al 1352. Nella sola Europa fece circa 30 milioni di vittime, un terzo della popolazione dell’epoca. Causata da topi e pulci, con buona pace di quanti parlano di “amorosa convivenza di tutte le forme di vita esistenti in natura”, si diffuse con incredibile velocità a causa delle pessime condizioni igieniche del tempo. Eppure si era in epoca pre industriale, quella che tanti rimpiangono e paragonano con nostalgia all’attuale in cui “l’umana follia” ha “trasformato il pianeta in una pattumiera”.
Molti attribuirono l’epidemia all’ira di Dio e organizzarono cerimonie e processioni di massa, col solo risultato di accrescere il numero dei contagiati.
Vittime fra le vittime furono, tanto per cambiare, gli ebrei, immediatamente identificati come untori.
Tempi lontani, per fortuna, anche se qualche vago ricordo delle tragiche superstizioni ed intolleranze di allora si riverbera anche oggi. Il Santo padre ha parlato di vendetta della natura ed il governo iraniano se la prende non con gli ebrei… solo con Israele.
I parallelismi storici sono sempre molto imprecisi e forieri di errori, lasciamoli perdere.
Una sola domanda: la pandemia del ‘300 è durata 5 anni e si è ripresentata sia pure in forma meno virulenta in seguito. Le cose oggi sono ben diverse, malgrado “l’umana follia” di cui tanti pseudo filosofi si riempiono la bocca. C’è l’igiene, la medicina, i sistemi sanitari.
Però… non è escluso che la pandemia da Covid 19 possa durare ancora a lungo. Cosa intendiamo fare, stare sei mesi o un anno col paese spento? Possibile che le uniche misure possibili contro questo flagello siano gli arresti domiciliari ed il blocco dell’economia? Personalmente questa mi sembra una abdicazione della intelligenza. Potrà andare bene per chi adora l’irrazionale, non per le persone ancora capaci di pensare.
Giovanni Bernardini, 2 maggio 2020, qui.

Il buon Giovanni un anno fa sparava “un anno col paese spento” come ipotesi di massima follia. Era stato spaventosamente ottimista dato che è passato proprio un anno giusto, e di riaccendere il paese non se ne parla proprio. E infatti

E molto opportuna, direi, la domanda finale (ma saranno poco strepitose queste due voci?)
La lezione su come uscire dalla merda ci viene, una volta di più* dalla perfida Albione

Vaccini, così il liberale Johnson ha battuto l’Ue

Per uno studioso del CEO capitalism, scanzonato come me, il biennio Venti-Ventuno, sia sul lato della dottrina, sia su quella della execution, mi sta dando (purtroppo!) grandi soddisfazioni personali: aver capito con largo anticipo il fallimento di una intera classe dirigente fatta con lo stampino, tutta comunicazione da talk show ma incapace di gestire la complessità, da loro stessi creata. Se la “amazonizazione”, leggi “sociopatia logistica” (ne rivendico il copyright) del mondo occidentale dovesse andare avanti come ha stabilito Jeff Bezos ne sarei disperato. Osservo, approfondisco, analizzo: cosa vedo è orrendo, ma non posso farci nulla, se non dichiararmi all’opposizione di tutto questo mondo ignobile che quattro sociopatici stanno costruendo.

L’arroganza del Ceo capitalism
La gestione del virus di Wuhan da parte della Classe Dominante mi ha intellettualmente annichilito, facendomi capire le terribili prospettive che può riservarci questo progetto di futuro. Il CEO capitalism, sia per sua natura, sia per l’arroganza intellettuale che lo contraddistingue, non è attrezzato per le emergenze. Lo sapevo, ma ora è certificato. Essendo una burocrazia estrema ha l’ossessione del rischio (solo un idiota elitario può sognare il rischio zero), quindi vorrebbero sottoporci a norme preventive per proteggere i singoli e la società.

Il fallimento di Francia e Germania
La dimostrazione è di come siano state fallimentari nella gestione della pandemia le due super amministrazioni statali a cui si ispira l’Europa: la Germania e la Francia. In Germania il protocollo di vaccinazione prevede che un “farmacista” riempia una siringa, un’”infermiera” faccia l’inoculazione, un “dottore” spieghi al vaccinando il protocollo e “tre impiegati” della Croce Rossa riempiano tutti i formulari, otto fogli, che il “dottore” deve poi firmare. In Francia il 40% del personale medico e paramedico è subissato da attività amministrative: si è ridotto a essere “mezzo medico mezzo burocrate” come mi dice un amico parigino.Sono i due Paesi ultra burocratizzati che, per vendicarsi del successo mondiale del modello “leggero” di Boris Johnson (ricordate? È quel matto della Brexit che ha voluto rispettare le scelte del suo popolo contro gli euroburocrati), hanno deciso di rompere i rapporti con AstraZeneca (stessa qualità certificata ma gli uni li pagavano 2,80 € mentre ora pagano il Pfizer 19,50 €!). Senza parole.

Il modello BoJo
Che ha fatto invece Boris Johnson di così sconvolgente? Si è comportato da leader, da liberale nature. Ha chiamato Kate Bingham, da un decennio la miglior “venture-capitalist”, una delle massime competenti del “medical risk”, con una rete infinita di contatti, tutti nell’ambito della scienza medica e le ha affidato l’organizzazione del tutto. Così, semplicemente. Il leader “buzzurro” BoJo ha puntato su una donna competente, i sofisticati eurocrati Angela e Emmanuel hanno puntato su una languida baronessa che guida 27 collaboratori di 27 paesi, tutti selezionati con criteri politici. Tutti i 28 avevano titoli di studio e skill giuste per fallire. E così è stato.

Cade pure la Svizzera
E i mitici svizzeri? A forza di essere succubi dell’Europa sono precipitati anche loro nel torpore burocratico e hanno clamorosamente fallito. Essendo seri faranno una Commissione parlamentare d’inchiesta, mentre noi dobbiamo sperare nelle Procure di Bergamo e di Gorizia, per dare giustizia alle famiglie dei morti causa la sciatteria del Conte Bis Interessante il caso sollevato sul Corriere del Ticino dal finanziere Tito Tettamanti. La lenta burocrazia svizzera non ha degnato d’attenzione l’offerta del Gruppo Lonza per una catena di produzione comune di principi attivi del vaccino a Visp (Canton Vallese). Via Moderna potevano avere un’indipendenza logistico produttiva. Invece i burocrati si sono spaventati dinnanzi a un investimento a rischio dell’ordine di 60 milioni di franchi (il buzzurro Donald Trump buttò 20 miliardi $ al buio sui vaccini americani) mentre la Covid sta costando alla Svizzera 70 miliardi!Tettamanti si chiede come mai un personaggio di altissimo livello come il Consigliere federale Alain Berset (uno dei sette che governa collegialmente la Confederazione) abbia commesso o tollerato errori simili. Si risponde da solo: Berset era arrivato già all’età di trent’anni ad alte cariche politiche, quindi del mondo vero poco o nulla conosce. Uscito dall’università è entrato nella politica, quindi nella burocrazia federale: questi i risultati. CEO capitalism in purezza.Che dire? Aggiungendo avidità e vanità alla routine burocratica europea si è creato un gran torpore da vaccino, sottoprodotto della sociopatia logistica dominante. Che Dio ci protegga da costoro!Riccardo Ruggeri, 25 aprile 2021, qui.

Ieri sera comunque sono stata in strada dalle dieci e venticinque alle dieci e quaranta. Lungo il percorso ho incrociato cinque auto, due biciclette e sei pedoni, fermi a chiacchierare a due a due: qualcuno finalmente comincia a ribellarsi. Ce ne sarebbe stato anche un settimo ma quello non lo conto perché aveva il cane e quindi aveva una giustificazione. Per la verità l’avrei avuta anch’io dato che stavo tornando dall’ospedale dove ero andata a fare un’infiltrazione; le prime volte, dopo l’introduzione del coprifuoco, mi ero fatta rilasciare un certificato che attestava il motivo per cui ero fuori, ma stavolta ho detto basta: mi sono improvvisamente resa conto che facendomi scrivere il certificato mi rendo complice di un atto illegale e anticostituzionale, e quindi niente. La volta che mi fermeranno dirò che sono fuori perché ho il diritto di farlo, punto. E credo che tornerò alla mia vecchia abitudine di farmi delle bellissime, rilassanti camminate alle due di notte. Se voi invece non siete così coraggiosi da sfidare il tiranno, consolatevi col fatto che potrete comunque mangiare nei ristoranti all’aperto.

* Dopo avere messo rapidamente in ginocchio tutta l’Europa orientale, Hitler è passato a quella occidentale, Belgio Olanda Danimarca Francia, buttate giù come birilli al bowling; poi è passato all’Inghilterra, convinto di proseguire la serie dei successi. Ignorava evidentemente una cosa: che l’Inghilterra, in tutta la sua storia, non si era mai arresa. In qualunque situazione si sia trovata, mai. Non so se ce l’avrebbe fatta a resistere fino in fondo se non fosse poi intervenuta l’America, ma per un anno e mezzo l’Inghilterra ha continuato a resistere da sola contro il più grande e feroce esercito che mai il mondo avesse visto, salvando così il mondo intero. L’Inghilterra che non si era mai arresa, non si è arresa neppure a Hitler. E oggi ha proseguito nella gloriosa tradizione, rifiutando di arrendersi all’Unione Europea.

barbara

SPIGOLATURE 6

Ancora una volta parto con un antipastino leggero, anzi due, uno in Italia, dove per fortuna il senso dell’umorismo non è ancora del tutto morto
brioches
e uno in Israele, dove le mascherine sono obbligatorie
mascherina IL
Passiamo al consommé che, come facilmente comprensibile anche da chi non conosca il francese, significa consumato. Resta da decidere chi o che cosa sia il consumato: il signor Arcuri, consumato attore specializzato in ruoli di fotti-popolo italiano? Il popolo italiano consumato fino all’esaurimento da un governo di cialtroni e farabutti? I farmacisti, coi nervi consumati dall’infinita richiesta di mascherine che non sono stati messi in condizione di poter fornire? Le mascherine, consumate in due ore a causa di un esperto incapace di mantenere le promesse? A voi la scelta.

 

E ora, per riprenderci dalla batosta delle mascherine e di tutto il bordello che vi gira intorno, una bella carbonara, ricca, saporita, nutriente, la meravigliosa notizia che ci ripagherà di tutte le sciagure e di tutte le amarezze: dopo tanti “esperti” da strapazzo abbiamo finalmente un’esperta vera, a prova di bomba
greta-covid
(qui l’articolo)

È arrivato il momento del secondo. Ci sarebbe un arrostino, che però si è cucinato un po’ troppo e si è seccato: è un po’ duro da masticare, ma magari, mentre mastichiamo, abbiamo il tempo di riflettere un po’.

“QUELLO CHE SILVIA ROMANO FACEVA IN KENYA NON AVEVA NESSUN IMPATTO SU NESSUNO” – EDWARD LUTTWAK

Da “la Zanzara – Radio24”

“Anni fa una brava persona è morta per salvare una donna andata in Iraq per scrivere male dei soldati italiani in Iraq. Vorrei dire che gli operativi dell’Aise sono operativi sul serio e chiunque critichi queste cose, non deve criticare loro. I loro colleghi di altri servizi sono molto operativi nei film, ma in pratica non sono operativi. Il peggior aspetto di questo è la collaborazione con i servizi turchi, gli agenti di Erdogan e dell’islamismo. Gli italiani avrebbero dovuto sputargli in faccia, a questi del servizio turco. Questa è una cosa terribile”.

Lo dice Edward Luttwak, politologo americano, a La Zanzara su Radio 24. “Queste persone italiane che si auto nominano Ong – dice Luttwak –  e che vanno a mettersi nei guai, non hanno diritto di esigere questi grandi sforzi. Più dei soldi c’è il rischio per il personale, che non sono lì per fare le bambinaie di queste disgraziatissime persone che vanno proprio lì dove c’è il pericolo. Vi assicuro che quello che questa signora faceva in Kenya non aveva nessun impatto su nessuno.

Io vi do una lista di quartieri a Napoli dove c’è un enorme bisogno di lei… invece lei va a fare  un’avventura personale e poi si fa salvare dallo Stato italiano, e poi com’è successo quella volta con quelle due disgraziatissime Simone, il padre diceva che se vogliono poi tornare in Iran, non è che le blocco. Hanno il diritto di farlo. E così ogni volta lo Stato italiano va lì e paga milioni”.

“Queste  Ong – aggiunge Luttwak –  sono ragazze e ragazzi che vanno in giro con Toyota Land Cruiser da 70.000 dollari, parlano a vanvera, non parlano la lingua, non sanno fare sono alcune ong importanti accreditate? La parola ong vuol dire non governativa. Vuol dire cioè che non è sorvegliata da nessuno. Questi sono giovanotti e giovanotte che non hanno una collocazione nella loro società, e sotto il nome di ong vanno a vanvera nel mondo. Ero in Bolivia e nell’Amazzonia boliviana, ho la mia fattoria di mucche. E vedo questi sbandati delle ong che vanno in giro a fare programmi cretini e poi scompaiono. Raccolgono soldi da qualche cretino e poi scompaiono. Sono una piaga”.

Silvia Romano si vuol far chiamare Aisha: “Un po’ di rispetto, Aisha è la moglie di Mohammed. L’ha sposata quando Aisha aveva sei anni, ma nella biografia ufficiale spiegano che non ha consumato fino all’età di nove anni. Quindi è un glorioso nome Aisha. Un orrore?  No, è una cosa bellissima. Adesso sento che questa vuole ritornare lì per farsi catturare di nuovo per essere liberata di nuovo. E magari c’è un genitore in giro, come ha fatto con le due disgraziatissime, che dice se mia figlia vuole ritornare io non è che la blocco.

Se dovremmo impedire a queste persone di tornare lì? No, no, bisogna pubblicare una notizia oggi, in giro per il mondo, che se tu sei un cittadino italiano, che ti chiami ong o non ti chiami ong, Ciro o Giro, tu devi contattare il consolato italiano più vicino, e se il consolato ti avvisa che è pericoloso essere dove sei, se tu non ritorni a casa il consolato italiano non può più tutelarti”.

Molti italiani sono rimasti infastiditi nel vedere la Romano vestita in maniera islamica? Tu sei un razzista del peggior tipo, sei un anti islamico. Lei si chiama Aisha che era la moglie di Mohammed. Che ha sposato a sei anni, consumato a nove. Questa è una parte importante. Io sto citando la biografia ufficiale del mondo religioso islamico. Lui ha detto guarda che non sono un pedofilo perché non ci ho fatto niente fino all’età di nove anni. Ma a me preoccupa solo un fatto, di aver collaborato coi puzzolenti turchi, i peggiori turchi del mondo, ci sono turchi belli e brutti. I più brutti sono quelli del servizio turco”. (qui)

Come ha ricordato qualcuno, lei era lì per intrattenere bambini (e, come ha ricordato Silvana De Mari e come tutti noi possiamo verificare girando per google immagini, farsi i selfie col negretto), perché sicuramente non si sono donne africane capaci di badare a un gruppetto di bambini. E siamo arrivati al dessert, per il quale propongo una bella torta alla panna, ben sostanziosa.

Urgono uomini seri

C’è aria di guerra civile in Italia. Una brutta aria di odio e d’insofferenza. Si sta scavando un fossato incolmabile tra italiani. Riassumo gli ingredienti o le stazioni che portano all’odio radicale. In primis le restrizioni e i divieti anche assurdi hanno lasciato un segno e una scia sul corpo e la mente degli italiani; poi le carenze sanitarie più elementari unite alle clamorose cialtronerie di commissari, ministri e task force; aggiungi la mancanza assoluta di strategia, prevenzione e test per governare il futuro ma tutto è affidato ai cittadini e alle loro limitazioni. Poi la drammatica situazione economica e sociale per famiglie e imprese, le tante aziende che non apriranno, i tanti che non riavranno il lavoro, l’impossibilità di far rinascere esercizi con quelle restrizioni, quei costi e quelle cadute. Intanto una legge libera fior di delinquenti dalle carceri e persino criminali in cella d’isolamento, che non erano a rischio di contagio; proprio mentre venivano inseguiti sulle spiagge come criminali innocui bagnanti, sporadici avventori o isolati corridori. Unisci questo quadro alla vanesia, fanfarona, irritante esibizione del governo, gli show inconcludenti su aiuti che non arrivano mai.

Se a tutto questo unisci vicende dell’assurdo come la liberazione di Silvia Romano, con pagamento ai terroristi per finanziare le loro imprese e le loro armi, il ritorno dell’ostaggio da moglie di uno di loro e credente nella religione dei suoi stessi carcerieri nella versione più feroce e antioccidentale, insieme all’autoincensarsi del governo che sfrutta l’occasione per farsi uno spot e una passerella, col premier e il ministro degli esteri che sgomitano per prendersi la vetrina, il codazzo di media allineati e vescovi inclusi, ti accorgi che la polveriera sta per esplodere. Non c’è più dissenso ma disprezzo, livore.

Su quest’ultimo caso ho letto giudizi sprezzanti che trasudano odio tra due Italie che non si parlano più ma si sputano, si schifano, si disprezzano. Agli uni pare civile, umano e misericordioso gioire per il ritorno a quelle condizioni dell’ostaggio e pare invece bestiale, infame e incivile chi ne mostra il conto, il rischio, la beffa. Agli altri, e ci sono anch’io tra questi, magari con toni e argomenti un po’ diversi, pare assurdo che una prigioniera torni con la divisa dei suoi carcerieri, che vanti il trattamento ricevuto, che ostenti anche nelle vesti il disprezzo per il mondo in cui è tornata e che ha pagato il riscatto e rischiato vite umane per riportarla a casa. Ma poi leggi i commenti dell’altro versante, anche di persone fino a ieri abbastanza equilibrate che provano schifo per chi fa queste elementari considerazioni, per chi ricorda le vittime del terrorismo e le volte che non abbiamo voluto pagare riscatti per non cedere ai terroristi, lasciando morire anche leader nazionali. A vergognarsi, per costoro, dovrebbe essere chi lo denuncia…

Allora ti accorgi che qualcosa si è rotto, il malessere sta facendo saltare i nervi a tutti e ci sono due vulcani pronti a eruttare, l’un contro l’altro armati. C’è un’aria terribile. Lo vedo anche nel mio caso personale, lo riconosco: non riesco più neanche ad ascoltare programmi come quello della “vipera tirolese” o simili, a vedere i tg filogovernativi o ad ascoltare, solo ad ascoltare, la voce del gagà di governo, di gigino, di fofò, della sinistreria assortita. Sono stato spesso all’opposizione, in aperto dissenso, non mi sono mai risparmiato nelle polemiche. Ma non mi era mai capitato di scendere a questi livelli d’insofferenza radicale e vedo che sta capitando anche dall’altro versante. Ed entrambi riteniamo di avere piena ragione.

Ma che ci sta succedendo? Dove ci porterà questo clima se si aggraveranno, come temono in tanti, le condizioni sociali ed economiche del paese e la depressione diffusa muterà in rabbia? Il dissenso verso questo governo ormai va ben oltre la critica e la richiesta di farlo cadere. La gente vorrebbe vederli sparire, mandarli a casa a calci nel sedere, se non in galera, perlomeno nello stesso carcere in cui è stato confinato il popolo italiano oltremisura. Penso alla sventura di un paese che sta attraversando il peggior momento della sua storia repubblicana col peggior governo che potesse capitare. Con più incapaci, cialtroni, quaquaraquà, ignoranti e presuntuosi mai avuti nella sua pur assortita storia.

Come pensate che si possa ricucire questo paese e riportare nella normale vita di una democrazia i dissensi e le divergenze? So che molti di voi sognano una svolta radicale, una sterzata elettorale, un’inversione di marcia. Lo capisco, d’istinto lo dico anch’io. Ma lasciate che vi dica una cosa: siamo arrivati a un punto che non si tratta più di destra e sinistra, di sovranisti e globalisti, di populisti e no. Urge affidare il paese nelle mani di persone serie. Abbiamo un elementare assoluto bisogno di gente seria. Seria, non dico altro. Una parola semplice e complicata. Serietà. Persone consapevoli della loro responsabilità, che non vendono fumo, che spengono gli odii, che mantengono gli impegni assunti, non vogliono raggirare nessuno. Voi direte sì, ma devono essere capaci, competenti, adeguati. Basta che siano seri. Perché una persona seria se capisce di non essere all’altezza non si assume il compito di guidare un paese, e in questo momento poi; e una persona seria nei campi in cui non ha competenza, si affida a persone serie, li investe di serie responsabilità. I buffoni, i mestatori e i dilettanti al potere sono gente priva di serietà.

Noi abbiamo bisogno di gente seria, il coraggio della serietà. Altrimenti quelli “seri” arriveranno da fuori. Poi ragioniamo sul resto, ma è necessario che al più presto si concordi un cambio di guardia per un governo autorevole composto da gente seria. Perché la situazione, come si usa dire, è grave ma non è seria.

MV, La Verità 13 maggio 2020, qui.

Aria da guerra civile. Ed ecco questa scena ripresa a Salerno, dove una donna è stata sorpresa dalle forze dell’ordine senza mascherina, diciamo una grappa ad almeno 50° buttata giù nello stomaco in un’unica sorsata e fatta lì esplodere:

 

Sì, l’esasperazione è ormai arrivata a un punto tale che non si ha neppure più paura delle possibili conseguenze. E non è interessante constatare che se si ribellano decine di persone tutte insieme, quei vigliacchi non hanno il coraggio di fare niente, esattamente come non fanno niente agli africani che spacciano, capaci di scatenarsi solo con il singolo, tanto più impreparato a difendersi quanto più consapevole di non avere commesso alcun illecito, per non parlare di reato? Prendiamone nota, e facciamone buon uso.

barbara

IL LAMENTO DEL PREPUZIO

Quando ero ragazzino, mi dicevano che quando fossi morto e andato in Cielo, gli angeli mi avrebbero portato in un grande museo pieno di quadri che non avevo mai visto prima, i quadri che sarebbero stati creati con tutto lo sperma artistico che avevo sprecato in vita mia. Poi gli angeli mi avrebbero portato in un’immensa biblioteca piena di libri che non avevo mai letto, i libri che sarebbero stati scritti con tutto il prolifico sperma che avevo sprecato in vita mia. Poi gli angeli mi avrebbero portato in un’enorme casa di preghiera con centinaia di migliaia di ebrei che pregavano e studiavano, gli ebrei che sarebbero nati se io non li avessi uccisi, sprecati, asciugati con un calzino sporco nel corso del ripugnante disastro della mia spregevole esistenza (ci sono grosso modo cinquanta milioni di spermatozoi in ogni eiaculazione. Fa più o meno nove Olocausti a ogni sega. Quando mi dissero questa cosa, stavo per entrare nella pubertà, o la pubertà stava per entrare in me, e commettevo genocidio, in media, tre o quattro volte al giorno). Mi dissero che quando fossi morto e andato in Cielo, sarei stato bollito vivo in gigantesche tinozze riempite con tutto il seme che avevo sprecato in vita mia. Mi dissero che quando fossi morto e andato in Cielo, tutte le anime di tutto lo sperma che avevo sprecato in vita mia mi avrebbero dato la caccia per l’eternità attraverso il firmamento. Non è necessario essere rabbini, per giocare a questo gioco – forza, provateci! – tutto quello che vi serve è terrore, istinto sanguinario e una vena ironica macabra e violenta. Ecco la mia: temo che Dio metta tutti gli spermatozoi sani, perfetti e di talento nelle prime eiaculazioni della vita di un uomo – futuro premio per chi ha esercitato il controllo sulle sue rivoltanti intenzioni – e che poi, man mano che gli anni passano e lui eiacula ancora e ancora (e ancora, e ancora, e ancora), la qualità dello sperma crolli. Quando è il momento, ormai restano solo gli scarti: quelli con gli occhi storti, quelli coi denti sporgenti, quelli con la mandibola in fuori, oppure in dentro, quelli coi piedi piatti, quelli con le dita palmate, gli idioti, gli infingardi, i criminali, i ritardati, i fessi, i deficienti, i bastardi. Sarebbe proprio da Lui.

Secondo il sito NoVeal.org, “i vitellini vengono tolti alle madri e con una catena al collo vengono stipati in casse larghe appena sessanta centimetri. Non possono girarsi, distendere le zampe e nemmeno sdraiarsi comodamente». Come in una yeshiva, o in una madrasa, o in una scuola cattolica. Tranne per la parte “tolti alle loro madri», beati quei vitellini.

Ecco la parte migliore:
«Cosa c’è?» chiede Orli.
«Niente.»
«Non ti va?»
«Figurati.»
Imbarazzo.
«Ti dispiace se ci provo?» chiede lei.
Finisce rapidamente.
«Sei dotata» dico io.
Lei ride e si stacca da me.
lo faccio dondolare le gambe giù dal letto. Le persiane sono aperte e posso vedere la luna, le stelle, e dietro il buio cielo notturno, dove Dio siede sulla Sua veranda, ridendo di me. Ride e ride e continua a ridere. «Tutti questi anni di sperma sprecato senza una donna» dice ai Suoi compari che Lo circondano, «e adesso che ne ha una non riesce a venire!» Abramo ride e dà una pacca sulla spalla a Dio.
Bel colpo, Dio.
Scuoto la testa.
«Io non capisco» dico.» Si direbbe che sono stato abusato sessualmente.»
«Sei stato abusato teologicamente» dice Orli. «È molto peggio.»

Ecco, questo è Shalom Auslander, ebreo cresciuto in una famiglia rigidamente ortodossa (col padre che nasconde le riviste porno sotto il materasso e la madre con una intera collezione di vibratori, vabbè, nessuno è perfetto), che vorrebbe tanto non credere, perché non è logico, perché non è sensato, perché, soprattutto, non è per niente comodo, e tuttavia non può farne a meno; anzi, non solo crede: lui è assolutamente sicuro che Dio esiste. E ce l’ha con lui. Personalmente. Il risultato è una quotidiana battaglia per difendersi da questo Dio così insopportabilmente invadente – senza mai riuscire a vincerla, beninteso. In compenso ne fa una delle cose più esilaranti che vi capiterà mai di leggere.

Shalom Auslander, Il lamento del prepuzio, le fenici
il-lamento-del-prepuzio
barbara

NON SOLO PECORE AL MACELLO

Anche questa volta ci hanno ingannati!… Di tutti gli ebrei che sono stati trasferiti a Kovno solo pochissimi sono riusciti a salvarsi. Si sono introdotti clandestinamente nel ghetto e hanno raccontato l’orribile verità.
Li hanno trasportati con il treno. Nei vagoni la gente sedeva tranquilla. Parlava solo di come sarebbe stata la vita a Kovno. Quando il futuro è ignoto sembra simile al passato, e il passato, nei ricordi, sembra sempre migliore di com’era in realtà.
All’improvviso il treno ha rallentato la corsa. Un bosco! Soldati! Alcuni si gettano a sfondare le grate delle finestrelle. Altri gridano, battono con i pugni contro le pareti. In certi vagoni gli uomini travolgono i soldati di guardia seduti vicino alle porte e si mettono a saltare giù, a correre: chi verso il bosco, chi lungo i binari del treno, chi per i campi. I soldati aprono il fuoco. Arrivano di corsa anche i boia che aspettavano davanti alle fosse già pronte. Ma la gente salta coraggiosamente dai vagoni e corre. Giovani, vecchi, donne, bambini – nei vagoni non rimane nessuno. I feriti cadono, i sani si gettano addosso ai soldati e strappano loro i fucili dalle mani, li strangolano, ma stramazzano sotto i proiettili. I feriti si torcono dal dolore, gridano, chiedono aiuto. I soldati imprecano, si fasciano l’un l’altro le mani morsicate, inseguono gli infelici, inciampano nei morti e nei feriti, infilzano con le baionette tutti quelli che incontrano. E dai vagoni continua a saltare giù altra gente ancora. Un soldato ordina al macchinista di far ripartire il treno ma la gente salta dai vagoni in movimento. Molti finiscono sotto le ruote, si rompono le gambe, ma la gente continua a saltare … Dopo aver finito tutti i fuggiaschi, i soldati trascinano fuori dai vagoni un pugno di vecchi e donne rincantucciati negli angoli, e li spingono alle fosse. Nel bosco echeggiano di nuovo gli spari. I binari sono coperti di morti. Anche i fossi sono pieni. Perfino lontano lontano, nei campi, fin dove l’occhio può arrivare, giacciono i cadaveri. Un momento fa erano giovani desiderosi di vita, donne graziose, bambini chiacchieroni. I carnefici si aggirano tra i morti, li osservano, a uno danno una pedata, a un altro una spinta con il calcio del fucile, un altro ancora lo rivoltano velocemente per convincersi che sia morto. Se sospettano che qualcuno sia ancora vivo gli cacciano la baionetta nella pancia. Frugano nelle tasche, nei fagotti sparsi attorno. Non appena vedono qualcosa di valore se lo ficcano in tasca. I soldati sono ripartiti. È rimasta solo una guardia a sorvegliare i morti … Notte … La terra respira affannosamente: la opprimono i cadaveri dei santi innocenti. Teneri fili d’erba accarezzano esitanti i volti schiacciati al suolo. Sperano forse con la freschezza primaverile di riportarli alla vita? Purtroppo … (Masha Rolnikaite, Devo raccontare, Adelphi)

Morti sì, ma lottando fino all’ultimo respiro. Morti sì, ma da combattenti. Morti sì, ma infliggendo almeno qualche danno al nemico.
Per non parlare di quella cosa grandiosa che è stata la rivolta del ghetto di Varsavia.

barbara