L’acqua
Se l’acqua è di primaria importanza ovunque, in Israele, deserto per il 60% del suo territorio, è vitale nel senso più letterale del termine, ed è per questo che Israele è all’avanguardia mondiale in tutti gli ambiti tecnologici che la riguardano: dai metodi di irrigazione al reperimento di sorgenti nel deserto scavando anche fino a 1000-1500 metri a tutti gli altri metodi che ho illustrato qui e qui (a questo argomento, in realtà, in questo blog sono state dedicate decine di post, ma non li linko perché sarebbero davvero troppi). Ma quello che si può davvero considerare, senza tema di smentite, il diamante della corona, è senz’altro il riciclo delle acque reflue. Dire che Israele, in questo campo, è primo al mondo, probabilmente non basta a rendere l’idea: più chiaro diventa se dico che Israele ricicla l’85% delle acque reflue; al secondo posto c’è Singapore, con il 35%, al terzo la Spagna con il 27%, al quarto l’Australia con il 15%.
Noi abbiamo visitato il più grande centro di riciclo dell’acqua della regione di Dan, in cui si trova Tel Aviv. In questa sala del centro visitatori
abbiamo ricevuto le prime informazioni da questo signore (niente male, anche se in foto non si vede molto). Nella foto potete vedere anche delle bottiglie, che ora vi faccio vedere meglio.
Nella bottiglia a destra c’è l’acqua che arriva qui, in quella a sinistra il risultato finale.
Il processo di purificazione comporta vari passaggi; dopo il secondo l’acqua può essere utilizzata per irrigare prati, terreni con alberi e coltivazioni non commestibili, mentre per le verdure è necessario un ulteriore passaggio. L’acqua alla fine del processo di purificazione è perfettamente potabile, ma non viene usata per bere unicamente per motivi psicologici – il solo sapere che viene dalle fognature, per quanto potabile e magari anche buona, disturberebbe sicuramente molti – e dunque viene utilizzata unicamente in agricoltura.
Questo è un plastico che rappresenta l’intera struttura,
di cui abbiamo visitato diverse parti, sia all’interno che all’aperto.
E naturalmente, trovandoci nel regno dell’acqua, il paesaggio intorno non può che essere rigoglioso,
con le immancabili, spettacolari, esplosioni di colori.
E, per un momento di relax, non manca un lungo sedile
interamente fatto di materiale riciclato, ossia di roba trovata nelle fognature. E ricordatevi: quando vedete viola,
dentro c’è acqua riciclata.
Abbiamo anche visto un filmato, che mi ha fatto immediatamente cambiare un’abitudine che sicuramente condivido (condividevo) con molti: gettare nel water fazzoletti di carta, salviette detergenti e altre cose che vengono qualificate, con un orrido neologismo, come “gettabili nel water”, assicurando che si sciolgono nell’acqua. Non è vero: le ho viste, tutte queste cose, impigliate tra i denti dello strumento che provvede alla prima scrematura, ossia alla rimozione dei corpi estranei: sono tutte lì, assolutamente intatte. E dunque evitiamo, per il bene di tutti.
E grazie Israele, che mi hai insegnato anche questo.
barbara