TRIPLO SALTO MORTALE CARPIATO AVVITATO CON SBANDAMENTO MULTIPLO

Golfo. Due vittime nella battaglia navale tra Iran e Israele 

di Farian Sabahi  (giornalista iraniana, anche se probabilmente non ci sarebbe bisogno di precisarlo)
E partiamo dal titolo: battaglia navale? Quanti colpi ha sparato la nave israeliana? Quante navi iraniane ha colpito? Quante vittime ha fatto?

Uccisi da un drone iraniano due membri dell’equipaggio di una petroliera israeliana, un britannico e un rumeno. Prosegue così lo scontro a distanza tra i due paesi,
scontro: fra due combattenti. Mi sfugge quale fosse il secondo combattente.

mentre Teheran si prepara al passaggio di poteri tra il moderato Rohani
quasi mezzo migliaio di condanne a morte nel primo anno di presidenza

e il conservatore Raisi 
Israele accusa l’Iran di essere dietro all’attacco di giovedì scorso a una petroliera
certo: Israele accusa, ma va’ a sapere se l’accusa sia giustificata, perché diciamolo: chi di noi non ha un paio di droni iraniani in cantina da tirare quando vediamo passare una nave israeliana! Senza contare che anche l’Inghilterra, direttamente interessata alla vicenda, non ha dubbi nell’attribuire le responsabilità dell’attacco (attacco, NON scontro)

in cui hanno perso la vita un cittadino britannico e uno rumeno, membri dell’equipaggio. Senza carico, la petroliera MV Mercer Street stava procedendo da Dar es Salaam (Tanzania) nell’Oceano indiano settentrionale in direzione degli Emirati arabi. 
Si trovava nei pressi dell’isola omanita di Masirah, al largo delle coste dell’Oman, nel mare Arabico. Di proprietà giapponese, batte bandiera liberiana e le sue operazioni sono gestite dalla società Zodiac Maritime con sede a Londra e di proprietà del magnate israeliano dei trasporti Eyal Ofer. 
L’autorità navale britannica sta facendo luce sull’incidente e rende noto che «le forze della coalizione» stanno garantendo la sicurezza della nave che si sta spostando verso un porto sicuro. Venerdì il ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid, ha puntato il dito contro «il terrorismo iraniano» e ha aggiunto che «l’Iran non è solo un problema di Israele, il mondo non deve essere silenzioso». 
Ora, Israele sta facendo pressione affinché vi sia un’azione internazionale nei confronti dell’Iran. In particolare, Yair Lapid ha scritto su Twitter: «Ho dato indicazioni alle ambasciate a Washington, Londra e presso l’Onu di lavorare con i loro interlocutori al governo e le rilevanti delegazioni al quartier generale del Palazzo di Vetro a New York». 
Intanto, un’emittente televisiva iraniana in lingua araba avanza l’ipotesi che si sia trattato della vendetta di Teheran in seguito a un attacco israeliano a un aeroporto in Siria, alleata dell’Iran. 
Più che alleata, militarmente occupata dall’Iran con basi dalle quali colpire Israele, come ripetutamente ha fatto, e chissà mai che cosa Israele sarà andato a colpire in quell’aeroporto siriano.

Da anni, Israele e Iran si stanno facendo la guerra con varie modalità. In questi anni il Mossad è riuscito a uccidere una serie di scienziati nucleari di Teheran. L’ultima vittima era stato Mohsen Fakhrizadeh lo scorso novembre. 
Scienziati nucleari, quelli che da un paio di decenni stanno lavorando allo scopo dichiarato di distruggere Israele

Più di recente, a metà aprile 2021, i servizi segreti dello Stato ebraico avevano messo in atto un attacco informatico che aveva fatto saltare la corrente nello stabilimento nucleare di Natanz, destinato all’arricchimento dell’uranio. 
Finalizzato allo scopo di cui sopra.

E sono stati numerosi i bombardamenti dell’aviazione israeliana verso postazioni militari iraniane in Siria.
E chissà che cosa ci faranno mai queste postazioni militari iraniane a 2000 chilometri da casa

Gli iraniani hanno ovviamente risorse decisamente inferiori rispetto alle forniture militari made in the Usa in possesso all’esercito israeliano. 
Ecco, precisiamolo: l’Iran non ce la fa a distruggere Israele per via delle armi USA, altrimenti ne avrebbero già fatto polpette!

Ma se gli iraniani si erano finora dimostrati succubi della forza militare israeliana,
notare la scelta delle parole: gli iraniani succubi della forza militare israeliana, l’innocente Iran che subisce attacchi incomprensibili e ingiustificati da parte del feroce nemico israeliano determinato a distruggerlo, povero povero caro

pare che in questo caso siano riusciti a colpire davvero, grazie ai droni.
cioè, mi faccia capire, signora Sabahi: hanno colpito o non hanno colpito? I morti ci sono stati o non ci sono stati? E a colpire è stato l’Iran o è solo un’accusa israeliana, come dice più sopra? Guardi che non è mica più una ragazzina: con tutti questi salti mortali avvitati carpiati rischia di rompersi l’osso del collo.

Sarebbe stato proprio uno di questi droni esplosivi ad avere ucciso i due membri dell’equipaggio sulla petroliera MV Mercer Street. Il risultato di questo ennesimo attacco è l’escalation in una regione già caldissima. 
Nella pericolosa battaglia navale in corso in questi ultimi anni tra Iran e Israele,
cioè, quante navi iraniane esattamente ha colpito Israele in questi ultimi anni? E con quanti morti, visto che si tratta di una battaglia pericolosa?

finora c’erano stati diversi incidenti
quanti provocati dall’Iran e quanti da Israele?

ma senza vittime.
Ah, niente vittime? Allora pericolosa in che senso?

Si era trattato di scaramucce,
? Pericolosa battaglia navale o scaramucce? Dovrebbe decidersi signora: sta facendo informazione o giocando a boccette?

seguite da reciproche accuse. Ora, invece, c’è scappato il morto, anzi due. Il morto che «conta» davvero pare essere il cittadino britannico. 
Intanto, sul fronte interno gli iraniani si preparano al passaggio di testimone alla presidenza tra il moderato Hassan Rohani
vedi sopra

e l’ultraconservatore Ebrahim Raisi,
ultraassassino signora: le cose vanno chiamate col loro nome

previsto per il 3 agosto. Si teme il peggio, ma c’è comunque una buona notizia: il leader supremo ha concesso la grazia a 2.825 prigionieri in occasione di due commemorazioni religiose. 
IHHHH, com’è buono! Quasi quasi mi commuovo guardi. Ero in Somalia quando, nella stessa ricorrenza, sono stati “graziati” centinaia di prigionieri (a fronte di una popolazione venti volte inferiore), «Ma – mi è stato spiegato – naturalmente non quelli contro la religione o contro lo stato!». In pratica erano stati liberati un po’ di ladruncoli i quali, non avendo altre risorse che il furto, nel giro di un paio di mesi, esattamente come ogni anno, sono stati tutti ripresi e risbattuti in galera (probabilmente anche quello che mi ha strappato la borsa e io, in una scena definita spettacolare dai testimoni, con scatto da centometrista mi sono buttata all’inseguimento gridando al ladro al ladro e poi quattro ragazzotti gli hanno tagliato la strada e lui ha mollato la borsa – chiavi di casa salve – e poi hanno continuato a braccarlo finché non ha mollato anche il portafogli). Non ho il minimo dubbio sul fatto che le cose in Iran vadano allo stesso identico modo. Quello che mi sfugge però è che cosa abbia a che fare la grazia ai prigionieri con le masse iraniane che protestano perché prive di acqua – e no solo quella.

Il 21 luglio ricorreva Eid al-Adha, la festa del sacrificio celebrata da tutti i musulmani. E giovedì scorso gli sciiti hanno celebrato Eid al-Ghadir ricordando il giorno in cui il profeta Maometto aveva designato suo erede il cugino e genero Ali. 
Non è la prima volta che l’Ayatollah Khamenei dimostra clemenza nei confronti dei carcerati: in occasione dell’anniversario della nascita dell’Imam Reza aveva dato ordine di liberare 5mila prigionieri. Da questo gesto restano però esclusi i prigionieri politici. 
Ah ecco, avevo visto giusto. Però dai, diciamolo: quanto sono buoni questi Ayatollah! Sicuramente Israele dovrà perdonarli per l’attacco alla propria nave e gli inglesi per avergli fatto fuori un loro cittadino.

(Diritti Globali, 1 agosto 2021, via Notizie su Israele) 

Va aggiunto che la signora Sabahi l’avevamo già incontrata qui; e in precedenza aveva pubblicato un’intervista ad Abraham Yehoshua in cui gli metteva in bocca la frase “l’Iran non è un pericolo per Israele”. Emanuel Segre Amar, sconcertato da questa affermazione, aveva interpellato direttamente Yehoshua, il quale ha risposto di aver detto che l’Iran non è un pericolo solo per Israele.Giusto per misurare l’onestà della signora in questione.
Quanto alla risposta israeliana, e in particolare alla dichiarazione di Bennett,
“In ogni caso, sappiamo come inviare un messaggio all’Iran a modo nostro., faccio mio il commento di Fulvio Del Deo: “È da stupidi fare proclami. Le cose vanno fatte, non dette. Israele ha imboccato una brutta strada. Non avrei mai immaginato di avere così presto nostalgia di Bibi.” Tranne l’ultima frase: io l’ho pensato subito che quei due avrebbero fatto amaramente rimpiangere Netanyahu.

barbara

IRAN, IRAN

Iran

Per conoscere l’Iran.

Sayyid Ebrahim Raisi è un mostro. Fa parte dello stesso clan di Sayyid Khomeini, Sayyid Ali Khamenei, Sayyid Nasrallah. Tutti discendenti di Ali e Fatima. Arabi Sciiti, non persiani. Sono in 2mln solo in Iran e hanno preso il controllo di tutto il potere. Sono fanatici, armano terroristi fondamentalisti, sciiti e sunniti. L’Europa presto capirà chi sono. Stanno destabilizzando paesi dell’ex USSR come ad esempio il Tajikistan e l’Uzbekistan. Hanno un network potente e sparso su tutta la terra. Per loro chi non è musulmano e religioso, è un infedele da sottomettere ed uccidere. Le purghe e uccisioni del 1988 guidate da Sayyid Raisi furono contro intellettuali comunisti atei. Sayyid Ebrahim Raisi è colui che ha ordinato l’impiccagione degli studenti iraniani che protestavano contro il regime teocratico. Sono ad un passo dall’arma nucleare. Devono essere fermati. Vogliono seminare guerre religiose e Jihad.
Sayid Abdulloh Nuri, leader del partito Islamico del Tajikistan cercò di rovesciare il governo diverse volte. Tentò di instaurare in regime teocratico su modello iraniano. È anche l’anello che collega Bin Laden all’intelligence iraniana. Prima del 9/11 volevano pianificare insieme un attacco contro gli USA. I Sayyid in Afghanistan sono svariati milioni e appoggiavano Al Qaeda e Bin Laden.
Chi ispirò la lotta armata di Bin Laden è un Sayyid egiziano, colui che trasformò la Fratellanza Musulmana. Si chiamava Sayyid Qutb. Scrisse un libro che è l’equivalente del Mein Kampf hitleriano, Fi Zalal al-Koran. Ogni fanatico islamico lo legge.
Sono discendenti del Profeta Maometto tramite Ali e Fatima. Non c’è nulla da aggiungere.
Michael Levi

Ashkan Rostami

Perché Khamenei ha scelto Reisi come presidente del suo regime!?
Reisi ha iniziato a lavorare presso il Tribunale Rivoluzionario di Masjed Soleyman all’età di diciotto anni e da allora ha mostrato il suo genio nell’uccidere i combattenti per la libertà.
All’età di 20 anni, come procuratore di Karaj, ha consegnato molti dissidenti alla squadra dell’esecuzione e ha continuato questo lavoro a Kermanshah, Lorestan e Hamedan.
Nel 1985 continuò i suoi crimini come vice procuratore di Teheran, finché nel 1987, come membro dello squadrone della morte, quasi 30 mille dissidenti politici furono giustiziati in prigione.
Per dieci anni, dal 1993 al 2003 è stato capo dell’organismo di ispezione generale e vice capo della magistratura dal 2003 al 2013.
Ha anche inviato i giovani iraniani a tortura e alla morte con tutte le sue forze negli anni e 2017 e 2019!
Nel frattempo, è il genero di Alam al-Huda, l’Imam del venerdì di Mashhad! Quindi dobbiamo sapere ora perché è diventato presidente!

Tra esecuzioni di massa e elezioni farsa ora sarà corsa senza freni all’atomica

Il nuovo leader, che disprezza l’Occidente e vuole la morte di Israele, promette al mondo guai e bugie. E pugno di ferro a casa

di Fiamma Nirenstein

Dunque l’Iran ha da ieri il suo nuovo presidente dopo aver vissuto ancora la farsa che ogni quattro anni mette in scena di fronte al mondo: una cosa che il regime chiama «elezioni» e che la gente schiva per la grande maggioranza. Ebrahim Raisi era sin dall’inizio «il presidente eletto», dato che così aveva deciso Alì Khamenei, il leader supremo. Dei 500 candidati che si erano presentati per la selezione, incluse 40 donne, ne erano rimasti nel setaccio del comitato che scelgono i personaggi possibili solo 7, di cui solo 4 realmente eleggibili. Si dice di lui che è un «ultraconservatore»: ma è una definizione che lascia spazio all’idea che altrove dei riformatori aspettino il loro turno. Non è così. Solo la gente sarebbe la grande riformatrice del Paese, ed è messa a tacere con la forza a regolari puntate. Cerca di dimostrare il suo scontento non venendo a votare per quel che può, e così ha fatto anche stavolta. Il pane in Iran costa 40 dollari al chilo, il salario minimo è di 215 dollari al mese. Spesso i lavoratori non vengono pagati per mesi, l’obbedienza al regime è un obbligo che si paga con la vita, la libertà di opinione e di manifestazione è una barzelletta che finisce sempre in lacrime.
Ebrahim Raisi, 60 anni, nei suoi vari ruoli determinanti nel sistema giudiziario iraniano è il diretto responsabile di migliaia di condanne a morte per i più svariati crimini di violazione delle sacre leggi del regime degli Ayatollah, quindi di violatore seriale di diritti umani. Questo dovrebbe creare un serio imbarazzo internazionale, anche adesso durante le trattative di Vienna cui gli Stati Uniti sembrano tenere tanto per il rinnovo del Jcpoa, l’accordo nucleare del 2015 per cercare, del tutto inutilmente di bloccare il progetto della bomba iraniana. Illusione. L’Iran infatti, dopo aver firmato l’accordo che poi il presidente Trump ha cancellato, ha seguitato a perseguire il suo piano di diventare una potenza atomica devota prima di tutto alla distruzione fisica di Israele e poi di tutto l’Occidente, secondo le prove asportate in faldoni originali di migliaia di pagine dal Mossad e anche secondo le difficoltose verifiche dell’Iaea, l’agenzia atomica internazionale sempre impedita nei movimenti dal regime.
Intanto, al comando del generale Qasem Soleimani guerreggiava ovunque, Libano, Siria, Iraq, Yemen, Gaza nel grande disegno imperialista di occupazione del Medio Oriente. Ora che è stato eliminato, il regime prosegue nel suo disegno. Così farà Raisi.
Raisi sarà un altro presidente della serie: negli anni 90 Rafsanjani che probabilmente approvò l’esplosione del centro ebraico di Buenos Aires, è stato dipinto come una colomba; Mohammad Khatami, sospettato di essere moderato, fu rapidamente sostituito con l’invasato Mahmoud Ahmadinejad. Poi Hassan Rouhani e il suo ministro degli esteri sempre sorridente Javad Zarif diventarono grandi amici di Obama e anche dell’Unione Europea mentre programmavano il migliore imbroglio del secolo, l’accordo nucleare, e seguitavano a usare il terrorismo internazionale e la persecuzione interna come armi preferite del regime. Per la gente, le cose sono seguitate a cambiare in peggio. Ne ha goduto, nel tempo la crescita del rapporto con Russia e Cina. E si è anche consolidata l’amicizia con tutta la falce islamista estrema anche sunnita, da Erdogan a Hamas, regolarmente ospite di Teheran.
Quali garanzie di mantenere la parola data sia sulla questione atomica che su qualsiasi altro patto con un Occidente disprezzato e vilipeso da Raisi, un «guardiano» professo del sistema «velayat-e faqih», che determina la struttura giuridica e morale del mondo interiore ed esterno cui si ispira l’Iran odierno, è certo una domanda che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il resto del mondo si sta ponendo in queste ore. Il popolo iraniano sa la risposta, ed è certamente triste.
(il Giornale, 20 giugno 2021)

Indignados di tutto il mondo, cosa dite sul nuovo presidente dell’Iran che torturava donne incinte?

Ebrahim Raisi è stato nominato nuovo presidente dell’Iran. Noto come “il macellaio” per aver giustiziato migliaia di dissidenti dell’opposizione nel 1988 mentre prestava servizio come vice procuratore di Teheran, Raisi avrebbe ordinato anche la tortura di donne incinte, rivela il Mail on Sunday. Si ritiene che 30.000 prigionieri siano stati messi a morte – impiccati da gru edili o fucilati – durante l’epurazione. L’ayatollah-dissidente Hossein Ali Montazeri lo ha definito “il più grande crimine nella storia della Repubblica Islamica” quando uscì la notizia che l’Iran stava ripulendo e cancellando le fosse comuni dove aveva sepolto le vittime di quel massacro.
Farideh Goudarzi, che è stata incarcerata per far parte di un gruppo politico vietato, ha raccontato al Mail di come Raisi l’abbia fatta torturare durante la gravidanza e costretta a partorire in prigione. Allo stesso modo Mahmoud Royaee, un altro prigioniero politico interrogato da Raisi durante le esecuzioni del 1988, ha affermato che ha emesso una condanna a morte di un detenuto che era nel bel mezzo di un attacco epilettico.
“Sono stata arrestata con mio marito e mio fratello nell’estate del 1983” ha raccontato Goudarzi. “Ero incinta al momento dell’arresto e mi restava poco tempo prima della nascita del mio bambino. Nonostante le mie condizioni, mi hanno portato nella stanza delle torture subito dopo il mio arresto. Era una stanza buia con una panca nel mezzo e una varietà di cavi elettrici. Una delle persone che era presente durante la mia tortura era Ebrahim Raisi, allora procuratore capo di Hamedan e uno dei membri del ‘comitato della morte’. Dopo la nascita di mio figlio, ci trasferirono in isolamento. Sono stati giorni così orribili in quanto ho dovuto subire diversi interrogatori ogni giorno con il mio bambino appena nato…”.
Mahmoud Royaee ha raccontato al Sun della propria tortura per mano di Raisi. Royaee ha trascorso dieci anni in prigione dove ha subito torture dopo che gli è stata offerta la possibilità di fare una confessione televisiva, ma ha rifiutato. Mahmoud fu così dichiarato colpevole di essere in “guerra con Dio” e gli fu detto che “meritava di essere ucciso”. “Raisi picchiava i prigionieri con un cavo elettrico” ha raccontato Royaee. “La prima volta che sono stato picchiato sulla pianta dei piedi ho provato a contare ma il dolore lo ha reso impossibile. Era anche uno dei pochi giudici che firmava una sentenza religiosa per qualcuno che veniva gettato da un dirupo”.
Di cosa sia capace questa gente è purtroppo storia nota. Come ormai certa ipocrisia in Occidente. Dove sono legioni di indignados che da un anno accusano l’Occidente di essere iniquo, malvagio e razzista, abbattendo statue e nomi? Dove sono le piazze che hanno protestato contro Donald Trump? Dove le marce arcobaleno? Dov’è l’Onu, che era pronto a mandare ispettori in Italia per fare inchieste sul nostro famigerato razzismo? Ah, l’Onu. Ha appena eletto il paese di Raisi nella Commissione per i diritti delle donne. Abbiamo capito, sì?

Colgo l’occasione per ricordare anche la martire Zahra Kazemi. E a proposito del moderato Khatami

Senza dimenticare che nel frattempo… Cosa del resto ampiamente prevista con l’ascesa al potere del presidente abusivo Joe Biden, che continua a restare presidente nonostante le continue nuove prove di brogli che continuano a emergere. Tempi bui ci aspettano. Per l’Iran, per Israele, per l’umanità intera.

Iran

Per conoscere l’Iran.

Italia

Davide Riccardo Romano

Questo titolo mostra bene come le parole sono spesso il problema. E in un mondo dove bisogna stare attenti a non usare parole sbagliate per definire qualcuno, sorprendono questi gravi errori che si ripetono da decenni.
“Conservatori” erano Churchill, Reagan o Margaret Thatcher. Gente eletta democraticamente. Non il giudice di un regime teocratico che ha fatto carriera sul sangue di tanti innocenti e ha vinto elezioni truccate. E già, le elezioni farsa infatti (come previsto nel precedente post) sono diventate elezioni e basta. Possiamo chiamarla ancora informazione, quando si ribalta la realtà e si trasforma un criminale fanatico eletto in elezioni truffa in un “conservatore”?
Aveva ragione Mark Twain quando diceva: “Se non hai letto il giornale non sei informato. Se hai letto il giornale sei informato male.”

Germania

Ashkan Rostami

Questo è Majid. un manifestante iraniano aggredito dalla polizia. Dove? A Tehran? In US? NO. Ad Amburgo in Germania, davanti ambasciata del regime. Polizia tedesca ha attaccato manifestanti e aggredito tante persone come Majid che manifestavano contro il regime islAmico in Iran. Dove siete per inginocchiarvi? Scendete in piazza ?

Prepariamoci fratelli, che la fine è vicina.

barbara