AGGIUNTA POSTUMA

Perché ricordarli tutti in una volta non è mica possibile. E dunque ripartiamo.

Sulla schiena, al di sotto della spalla destra, ho una vistosa cicatrice, in corrispondenza dell’intervento per asportarmi una cisti di dimensione di poco inferiore a quella di un uovo, e quindi oltre alla cicatrice c’è anche la buca dove il chirurgo (la boldrina probabilmente direbbe la chirurga) ha scucchiaiato un bel po’ per asportare tutto. E dunque la prima volta che mi spoglio per fare il tecar alla schiena vede la cicatrice, vede la buca e dice: “Ah, ti sei fatta togliere un neo”.
Le racconto che a distanza di oltre tredici anni e mezzo da quando ho smesso di fumare, mi capita ancora piuttosto spesso di sognare di fumare, e mentre fumo – ben consapevole del fatto che avevo smesso – un po’ mi sento in colpa, ma mi sento anche tanto tanto tanto felice. Allora lei a sua volta mi racconta che all’inizio di questo suo percorso formativo si era occupata anche di alimentazione, trovando le esperienze di quelli che una volta la settimana fanno un giorno di “digiuno terapeutico” (che un digiuno possa avere qualcosa di positivo non ci credo neanche morta, ma d’altra parte io non credo neanche alle scie chimiche, il che dimostra che sono del tutto irrecuperabile, e quindi è inutile provare a discutere con me) a scopo depurativo, e una volta ha voluto provare: la mattina ha fatto colazione alle otto, e poi per 24 ore solo acqua, e durante tutta la notte ha sognato panini traboccanti di prosciutto e ogni sorta di cibarie. Io dico che, a parte il fatto che non ci credo, non potrei comunque digiunare, perché dopo un certo tempo che non introduco cibo, se non mangio svengo. Mangi frutta e verdura? chiede. Io mangio di tutto, dico, carne pesce uova latticini e poi sì, anche frutta e verdura. No, dice, è che questa cosa di reggere poco senza mangiare succede a chi mangia soprattutto carboidrati. Ah no, dico, quello non c’è pericolo: la pasta la mangio molto raramente, il pane praticamente mai… I carboidrati sono gli zuccheri, dice perentoriamente, e sono nella frutta e nella verdura (col cazzo, cocca: i carboidrati sono AMIDI e zuccheri, e si trovano soprattutto nei cereali. E meno male che hai fatto un corso di nutrizionismo – altra “specialità” di recente invenzione, con laureati in biologia che si improvvisano “nutrizionisti” e pretendono di sostituire i dietologi, che sono medici e sanno come funzionano gli organismi, e non solo le cellule). Comunque mangi più frutta e verdura che carne, no? chiede – ma praticamente afferma. Perché voi conoscete molta gente che mangia più carne che frutta e verdura? E quelli che digiunano periodicamente, per ragioni religiose o pseudo-terapeutiche, tutti carnivori assatanati che si strafanno quotidianamente di fiorentine pranzo e cena?
Da oltre trent’anni soffro di sciatalgia; da circa quattro-cinque anni è diventata molesta; da circa un anno e mezzo è diventata disperante. Adesso, fra infiltrazioni e laser, la situazione è abbastanza sotto controllo. Senonché domenica scorsa si è improvvisamente scatenato un attacco micidiale: dolore lancinante ventiquattr’ore su ventiquattro in qualunque posizione, impossibilità di fare praticamente qualunque movimento, estrema difficoltà a camminare, e solo zoppicando fortemente e per tratti brevi, una situazione veramente drammatica. Purtroppo il lunedì sono partita per Milano con l’illusione che si trattasse comunque di una cosa momentanea, e quindi non adeguatamente rifornita di cose utili, e sono stati tre giorni di tormento. Il mercoledì pomeriggio finalmente, rientrata a casa, prendo l’ultimo farmaco prescrittomi dall’anestesista, che nel giro di meno di un’ora mi ha significativamente ridotto il dolore, e senza effetti collaterali, questa volta. Poi vado a fare fisioterapia, e devo avvertirla che, pur migliorata rispetto a poche ore prima, ho però ancora una mobilità ridotta per cui non posso fare la posturale (e mentre mi metto in posizione per il tecar all’anca, per “aiutarmi” mi prende la coscia e comincia a tirare, io urlo “ahi ahi ahi no no no lascia lascia lascia” e più io urlo e più lei tira e più lei tira e più io urlo e più io urlo e più lei tira…) Comunque. Al momento di uscire mi trattiene ancora un momento per dirmi: “La sciatica comunque è tutta questione di postura: stacci attenta”.

Niente, un circo.

barbara

DIALOGO COL MIO ANESTESISTA

Cioè quello che finalmente, dopo che per quindici mesi mi è stato fatto di tutto per mettere a tacere un’infiammazione del nervo sciatico – che il mio ortopedico di Brunico mi addormentava con tre infiltrazioni, ossia in due settimane – senza neppure farle venire un po’ di sonnolenza, e quindi lasciandola aggravare sempre più fino a un livello di sofferenza e di disperazione non più sostenibili, sembra avere finalmente trovato la strada giusta. Che poi per tutta la durata del trattamento, nonostante la cospicua dose di anestetico, ho urlato come un porco scannato, ma se funziona va bene anche così. Ma non è della sciatica che voglio parlare, che se volevo parlare della sciatica, nel titolo ci mettevo quella, non vi pare? E invece no, è del dialogo che voglio parlare. Perché il tizio (bello, ma di un bello, ma una roba guarda che mi mancano perfino le parole per dire quanto è bello) arriva, mi vede col busto, si informa sul guaio, dico vertebra fratturata e lui chiede “È caduta?” Dunque, comincio a dire, a fine febbraio sono caduta in bagno dallo sgabello, all’indietro, andandomi a sfracellare tra water vasca bidè mobiletto altro mobiletto. “E si è fratturata la vertebra”. No. Poi sono andata in Israele e abbiamo piantato un albero in una foresta del KKL (spiegazione su che cos’è il KKL) e il terreno era scosceso sicché la terra che toglievo riscivolava giù e ci ho messo un tempo infinito e siccome non posso appoggiare le ginocchia per via di un incidente che me le ha distrutte ero lì tutta sbilanciata in avanti con la schiena curva. “E lì si è rotta la vertebra”. No. Poi la sera siamo rientrati in Italia, ho dormito a Milano e la mattina dopo ho preso il treno e ho caricato la valigia. “E lì si è rotta la vertebra”. No…
Ecco: mi è venuto in mente che sembrava quella barzelletta, di cui esistono un sacco di varianti, di quello che racconta come è morto il nonno / l’amico in visita / il vicino di casa… e comincia a dire è successo questo e poi quest’altro e poi quell’altro e in conclusione viene fuori che alla fine hanno dovuto abbatterlo a fucilate. Ecco, la mia vertebra più o meno uguale: gliene sono state fatte di tutti i colori e lei niente, non voleva saperne di spaccarsi, un altro po’ e mi toccava prenderla a martellate.
Poi mi vengono a dire eh, ma magari hai l’osteoporosi. Tzè, osteoporosi a me!

(no, non c’entra: l’ho messa perché mi va e basta)

barbara

ULTIM’ORA PERSONALE

Giovedì ho avuto il piacere di passare sette ore al pronto soccorso. Perché nella notte tra mercoledì e giovedì, esattamente alle quattro, mi è uscito un bozzo nel collo, all’altezza della tiroide, delle dimensioni di un uovo. Alle tre mi ero lavata la faccia e messa la crema, ovviamente davanti allo specchio, e non c’era, e alle quattro c’era, visibile e palpabile. Vabbè. Cinque ore e mezza, prima di essere chiamata, poi la dottoressa mi ha palpato il bozzo con tanta intensità da spiaccicarmi le corde vocali e lasciarmi semiafona (tuttora ho la voce parecchio bassa e roca), poi mi ha fatto fare un prelievo di sangue (all’infermiera ho detto buona fortuna, lei ha chiesto perché, ho risposto non si preoccupi, lo capirà, e infatti ha capito: primo buco vena beccata ma sangue niente, secondo buco sulla solita vena grossa del polso, sangue trovato, solito ematoma anche) e due lastre al torace. Non avendo sentito niente con le dita all’interno dell’uovo, mi ha prescritto un’ecografia per vedere se c’è un nodulo. Tutto questo all’una e mezza di notte, perché ovviamente ho dovuto aspettare i risultati degli esami del sangue, e sono arrivata a casa alle due, digiuna e con l’orario della pastiglia per la pressione passato da ore. Ero talmente sfinita che prima delle cinque ero già a letto.
E stamattina sveglia per andare a prenotare l’ecografia. In realtà poi mi sono svegliata prima perché l’appartamento di sotto ha cambiato inquilino e lo stanno ristrutturando. C’è stata una mattina con quattro ore e mezza ininterrotte di trapano esattamente sotto la mia camera. Vabbè, sono andata a prenotare l’ecografia, poi in banca a sbrigare un po’ di cose, arrivata a casa alle due, un boccone di corsa e poi via di nuovo per l’appuntamento con l’ortopedica per la mia sciatica che forse non è neanche sciatica (“non ho buone notizie per lei”. Praticamente pare che abbia ossa e articolazioni che si stanno sfasciando da tutte le parti). Mi ha visitata con molta cura e mi ha prescritto un po’ di radiografie. Ha anche fatto una prova a fini diagnostici (un’infiltrazione di anestetico per verificare se il punto esatto su cui lavorare è quello che a lei sembra di avere individuato) che ha dato esito positivo, e quindi farò delle infiltrazioni che almeno mi calmeranno il dolore.
Poi sono venuta a casa poi sono andata a fare la spesa poi sono andata dalla dottoressa a portarle tutti i referti da archiviare e farmi prescrivere le radiografie eccetera, e sono arrivata a casa alle nove.
Un po’ di carica mi ci vorrebbe, ecco.

barbara

PICCOLO POST AUTOREFERENZIALE

Aggiornamento sciatica

Ieri ho fatto la risonanza magnetica (a pagamento, se no l’avrei fatta a ottobre). È risultato che, oltre all’artrosi, che già sapevo di avere da vent’anni, ho anche due ernie del disco, una delle quali è quella che mi schiaccia il nervo sciatico mentre l’altra, finalmente adesso lo so, schiaccia il nervo pudendo che in determinate posizioni mi provoca dolori talmente violenti da portarmi quasi allo svenimento. Ecco. Domani chiamerò un chiropratico che sta in un’altra città però è comodo anche col treno e sento se mi può trattare in tempi brevi (perché il dolore, che continua ad aumentare di giorno in giorno, è diventato ormai intollerabile). Altrimenti chiamerò un anestesia dell’ospedale che privatamente si occupa di terapia del dolore per farmi fare delle infiltrazioni e poi con calma andrò anche a fare, in un secondo momento, la manipolazione per sistemare almeno un po’ la roba fuori posto. Eccheppalle però.
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barbara

KRANTISSIMA NOTIZZIA

E ve la voglio dare in anteprima assoluta: sono uscita alle sei e qualche cosa ed eravamo ancora sopra zero! Non di molto, va bene, anzi proprio di poco poco, ma eravamo sopra. E ho anche avuto modo di celebrare degnamente l’evento, perché da qualche giorno il micidiale attacco di periartrite alla spalla sinistra ha cominciato a retrocedere, il braccio non è più completamente paralizzato e così ho ridotto e poi smesso l’assunzione di cortisone, e come conseguenza piedi e caviglie hanno subito cominciato a sgonfiarsi (adesso la circonferenza delle caviglie è solo quattro centimetri più del normale) e sono riuscita a far entrare i piedi nelle SCARPE! (In compenso si è risvegliata l’artrosi lombare e ho un attacco fulminante di sciatica, ma insomma, non si può mica avere tutto nella vita, no?)
dolori articolari 1
barbara