Che a dire la verità quasi ci si vergogna a fare un post così, nel senso che è vergognoso che ci sia bisogno di farlo e quindi ci si vergogna di vivere in una società in cui occorra dire queste cose, ma dal momento che a quanto pare ce n’è proprio bisogno, facciamolo. Magari sarebbe anche da stampare e appendere per le strade ogni dieci metri.
barbara
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E DOPO LA SEDIA A ROTELLE
e l’autismo e le mutilazioni e le lesioni cerebrali e la sindrome di Down e il nanismo, arriva nell’esercito di Israele anche la cecità. Perché in un Grande Esercito di una Grande Nazione, nessuno vale così poco da non avere niente da dare.
barbara
NELL’ESERCITO DI ISRAELE
Dopo i soldati in sedia a rotelle
dopo i soldati autistici
dopo i soldati mutilati
dopo i soldati (ufficiale, per la precisione) cerebrolesi
dopo i soldati Down
arriva ora anche la soldatessa nana
Nessuno di loro ha l’obbligo di servire nell’esercito, ma a tutti loro è riconosciuto il diritto di farlo, affinché ognuno, se lo desidera, possa avere l’onore e l’orgoglio di dare quanto può (così come all’alba dell’era dei Kibbutzim, mentre le femministe europee e americane combattevano per ottenere gli stessi diritti degli uomini, quelle israeliane combattevano per ottenere gli stessi doveri). Ricordando – come già altrove ho avuto l’occasione di dire – a tutti quelli che “Israele come la Germania nazista”, che nella Germania nazista tutti i protagonisti delle foto qui sopra finivano in gas con l’attiva collaborazione dell’esercito, in Israele vengono accolti nell’esercito con l’attiva collaborazione di tutto il popolo.
barbara
LE 4 P
Visto e istantaneamente adottato.
E se il pensiero è troppo complicato per te, impiccati.
barbara
QUEGLI HANDICAP CHE PROPRIO NON SI POSSONO SOPPORTARE
(poi ci mancava solo quella colonna sonora, che a me mi ci fa sbarellare ogni volta che la sento)
barbara
UN NUOVO TIPO DI DETECTIVE
“Fare il detective di accessibilità non era il lavoro che volevo”, dice Maayan Ziv (@maayanziv_), fotografa nata con distrofia muscolare. “Ma ero così frustrata per le ore perse a chiamare in anticipo per sapere se i luoghi in cui volevo andare erano accessibili a una sedia a rotelle. Volevo uscire e fare le cose che voglio, semplicemente, come chiunque altro.” La soluzione di Maayan è stata quella di avviare Access Now (@ accessnowapp), una app che raccoglie informazioni sull’accessibilità dei luoghi a persone con disabilità in tutto il mondo. È stata ispirata dallo spirito aperto della sua casa di Toronto: “Ovunque vada, si parla di creare pari opportunità per tutti, non importa il tuo background, il sesso, la religione, la capacità o l’etnia”, dice. “Molte persone pensano che l’accessibilità sia solo qualcosa per le persone con disabilità. Ma le persone non sono disabili; sono i nostri ambienti che mettono in difficoltà. La verità è che gli spazi accessibili facilitano la vita a tutti”. (da Instagram, traduzione mia)
Foto di @maayanziv_
barbara
PURIM È QUELLA COSA CHE
anche una sedia a rotelle può diventare, per un momento, strumento di divertimento e di felicità.
barbara
BOYCOTT ISRAEL!
Sì sì, boicottate, boicottate!
(grazie a Mirella per la segnalazione)
barbara
E PERFINO DA UNA SEDIA A ROTELLE
Se tu guardi un ostacolo come un ostacolo, probabilmente ti abbatterà; se guardi un ostacolo come una sfida, allora farai del tuo meglio per superarlo.
Fra due ore inizia Yom Kippur: auguro a chi digiuna, un digiuno non troppo faticoso, e gmar chatima tova.
Noi ci rivediamo domani sera.
barbara