1) Lo ha ricordato Sansonetti: Mattarella è quello che ha imposto una cappa di silenzio sul CSM per impedire che dilagassero le scomode verità sulla politicizzazione della magistratura. Oggi fra i suoi più accaniti sostenitori c’è un uomo che ha subito 40 processi in 20 anni. Ed un altro che è sotto processo per aver cercato di combattere l’immigrazione clandestina.
2) Ho sentito qualcuno che citava Tomasi di Lampedusa: “Bisogna cambiare tutto affinché nulla cambi”. NO, le cose NON stanno così. NON hanno cambiato NULLA affinché nulla possa cambiare. Comunque, citare “il gattopardo” per commentare le azioni di un una masnada di cialtroni vuol dire onorarli, i cialtroni…
Ma poi per fortuna il suo posto è stato preso da una signora per bene, e adesso finalmente viviamo nel migliore dei mondi possibili.
Scandalo Lamorgese: “Poteva capitare ovunque”, la ministra Pilato se ne lava le mani
Ne ha accoltellati cinque, tra cui un bambino alla gola, siccome pretendeva di viaggiare senza biglietto. Era pericoloso, segnalato dalle polizie di tutta Europa, ce l’avevamo noi, arrivato da qualche mese in fama di rifugiato somalo. Balordo, fatto, con addosso coltelli e forbici. L’hanno messo dentro e ovviamente ha cominciato a dar di matto, a dire che sente le voci e l’avvocato ha chiesto l’immancabile perizia psichiatrica. Troveranno un modo per definirlo disturbato, spaventato, vittima del capitalismo globalista, del razzismo sovranista, lo manderanno da qualche prete manager, in breve sarà ancora libero. È solo l’ennesimo di una serie infinita, ormai questi “martiri” del mondo hanno capito due cose: la prima è che l’Italia li mantiene, la seconda è che non li punisce, anzi più delinquono e più li esaltano. Qualunquista dirlo? No, è l’unica realtà dei fatti e si ripete ogni giorno: mentre il somalo cercava la sua strage, su un treno uno del Mali prendeva a testate il controllore che gli chiedeva il biglietto, poi si scagliava contro i passeggeri. Abbiamo un ministro di polizia che prima esprime rammarico, vicinanza alla famiglia, poi con una scrollata di spalle: “Cose che succedono, poteva capitare ovunque”. Ma è capitato qui, e lei ne ha la responsabilità oggettiva. Chi è questa Lamorgese che non sa arginare nessuna invasione, si tratti di clandestini o di parassiti da rave party? È una che, da prefetto a Milano, ha lasciato ridurre la metropoli a una Babele invivibile e in premio l’hanno fatta ministro, secondo le logiche degli equilibri politici, delle lottizzazioni in nome della democrazia. Dice di lei il presidente Draghi: è un ottimo ministro, fa il meglio del meglio, la proteggo io. I risultati si vedono, non solo o non tanto sul piano operativo, amministrativo, quanto su quello umano: poteva succedere in ogni luogo, in ogni momento, a chiunque. Così la ministra Pilato se ne lava le mani, con fastidio al limite del disprezzo. Ma se il bambino pugnalato alla gola fosse morto, cosa mai direbbe? Che è colpa di chi l’ha preceduta? Del liberismo? Del Covid? O di non farla tanto lunga, che son cose che capitano? La Verità sta portando avanti una campagna per farla dimettere, meritoria, doverosa campagna perché Lamorgese semplicemente non è in grado di fare il ministro, men che meno di polizia (e la situazione di Milano dimostra che nemmeno il prefetto): sono i risultati a condannarla, è la situazione fuori controllo, sono i crimini regolari, quotidiani, è il suo disinteresse esibito come da un’aliena, una che considera suo mestiere mandare le guardie a mazzolare gli insofferenti al lasciapassare, ma lasciar correre tutto il resto. La sua copertura ai diecimila del rave nel Viterbese è stata scandalosa, la sua latitanza sui clandestini vergognosa, il suo disprezzo per le conseguenze, per le vittime parla da solo. Eppure nessuno la tocca. I media la sostengono, il premier la blinda, il capo dello Stato, così solerte quando al Viminale c’era Salvini, non fiata, il Pd ovviamente ringhia contro chiunque ne sindachi l’operato. Una così dovrebbe tutelarci dalla risorgenza del terrorismo islamista di matrice afghana? Che i nostri Servizi ci proteggano, ma dovesse succedere il peggio, sarà anche per l’inconsistenza di un prefetto fallimentare, messo nel posto sbagliato e lasciato ad onta della sua inettitudine. Sarà responsabilità condivisa, e non perdonabile. Max Del Papa,15 Set 2021, qui.
Già, Speranza lo protegge Draghi, Lamorgese la protegge Draghi, Di Maio lo protegge Draghi, la Costituzione la protegge Mattarella e noi ci becchiamo questo
con l’aggiunta dell’impunità garantita per chi delinque, non importa quanto grave sia il crimine. Ma l’importante è avere tolto il telecomando all’orco Salvini, mangiatore di bambini e affossator di clandestini, per omnia saecula saeculorum. Se poi ci scappa il ferito o anche il morto pazienza, sono cose che capitano. E poi mica sono parenti suoi.
che rende il nostro mondo il più bello che ci sia.
L’ideologia verde ha fatto aumentare la Co2
Prima ancora che il governo si formasse avevo bollato «delusione» quello, allora in fieri, guidato da Draghi, qualunque esso sarebbe stato. Una impertinente voce fuori dal coro concorde di alte speranze levato da sinistra, da destra, dall’alto e dal basso, fondate sul solo fatto che Draghi fosse migliore di Conte. Ben poco merito: chiunque, anche uno spaventapasseri, sarebbe stato migliore di Conte! Ora che il governo s’è formato, sono spiacente di dover confermare quella valutazione. Dirò di più (ma in realtà lo avevo ipotizzato prima): il problema del governo Draghi è Draghi medesimo, che si sta rivelando, appunto, debole di carattere. Vediamo perché.
Draghi, carattere debole
Innanzitutto perché ha riconfermato Di Maio agli Esteri e Speranza alla Salute. Trovo impossibile anche solo ipotizzare che sia stata una precisa volontà di Draghi. Di Maio – non va dimenticato – è quello che pubblicamente collocava Matera nelle Puglie, faceva bagnare le coste russe dal Mar Mediterraneo, si dispiaceva per il Venezuela oppresso dalla dittatura di Pinochet, e apostrofava il nome del premier cinese col nome del tennis da tavolo. Quanto a Speranza, dico solo che era il 2 febbraio 2020 quando, ospite in tv di Fabio Fazio, rassicurava gli italiani che il virus cinese non avrebbe scalfito l’Italia: il 2 marzo i morti erano già 52, e oggi sono quasi 100 mila. Allora, se il più sprovveduto degli uomini cui fosse stato dato l’incarico di formare un nuovo governo avrebbe innanzitutto licenziato per direttissima quei due incapaci, perché Draghi, che sprovveduto non è, ha mantenuto proprio loro? Perché è un debole di carattere. Qualcuno deve avergli fatto notare che cambiare quei due significava bollarli di incapacità; sarebbe stata, sì, la verità, ma anche una macchia dalla quale il precedente governo bisognava lasciare non toccato. E v’è una sola persona in tutta l’Italia che ha il movente per non imbarazzare il precedente governo: quello che lo aveva fortemente voluto. Ecco perché Draghi conferma vieppiù il mio primitivo giudizio: un uomo disposto a sopportare un’ingerenza così inopportuna, appare un uomo debole di carattere.
Ministero ideologico e Gretino
Un’ulteriore conferma di questa debolezza è l’istituzione del Ministero per la Transizione Ecologica. Tutti i commentatori hanno presentato Draghi come l’uomo che, pur ponendo la questione ambientale al centro dell’azione di governo, sicuramente sarebbe stato scevro dalle ideologie e dai massimalismi dei Gretini. Nessuno però ha notato che il nome stesso del nuovo ministero è pregno di ideologia precostituita. La parola chiave è transizione. Volendo cristianamente interpretare nel miglior modo possibile le azioni del prossimo, la presenza di quella parola presuppone che il compito del ministero sarebbe traghettare da una fase in cui lo sviluppo industriale non sarebbe attento alla questione ecologica ad una nella quale questa questione è posta al centro delle attività produttive. Si badi, qui non si tratta di punire chi ha a bella posta inquinato (per la cosa bastano i carabinieri, non un nuovo ministero). Qui si tratta di ripensare in modo diverso l’approvvigionamento energetico: cambiato quello, si ha la sospirata transizione. Non parlo giusto per parlare: il progetto mondiale, europeo, di Mattarella, è lo stesso progetto dei Gretini, e cioè azzerare le emissioni di Co2 e fantasticare di governare il clima.
Co2, il fallimento dei Verdi
A meno che non si faccia esattamente come Greta strilla di fare (con l’ecatombe che ne seguirebbe, ma pazienza), azzerare le emissioni di Co2 è pura ideologia. Basti pensare che nel 1978, quando nacquero i Verdi che, col loro Sole-che-Ride, vagheggiavano e promettevano un mondo senza nucleare e senza Co2, il contributo energetico da petrolio+carbone+gas+nucleare era l’87%. Quarant’anni dopo, e dopo che i partiti Verdi sono stati al governo di vari governi e, comunque, dopo l’affermazione dell’ambientalismo quasi come una nuova religione, nel 2018 quel contributo era ancora dell’86%. E, quanto alle emissioni di Co2 – che vari protocolli d’intesa internazionali sottoscritti dai responsabili di oltre il 60% delle emissioni mondiali vorrebbero ridurre – esse, che entro l’anno scorso avrebbero dovuto ridursi del 6% almeno rispetto a quelle del 1990, in realtà sono aumentate del 60%. Si veda la figura.
Allora, di tutta evidenza, i fatti sono una cosa, i desideri un’altra. Quando si insiste sui secondi contro ogni evidenza dai primi, quella si chiama ideologia precostituita. Che è quella di Draghi. Il quale, essendo una persona colta, non può ignorare i numeri detti sopra e l’impossibilità oggettiva di anche solo pallidamente avvicinarsi all’obiettivo fantasticato. Anche se tutto – dico tutto – il denaro del Recovery Fund (circa 200 miliardi) fosse speso per ridurre le emissioni di Co2, queste non si ridurranno per più dello 0.03%. Abbiamo già fatto questa esperienza: negli ultimi 10 anni abbiamo già impegnato quella cifra per installare 20 gw fotovoltaici; che producono poco più di 2 gw elettrici, che sono meno del 7% dei nostri consumi elettrici. I quali contribuiscono per 1/3 alle nostre emissioni di Co2. Cosicché i 200 miliardi degli italiani spesi negli ultimi 10 anni nel solo fotovoltaico avrebbero ridotto le emissioni italiane di Co2, a essere generosi, del 3%. E quelle mondiali dello 0.03%, visto che le emissioni italiane sono l’1% delle mondiali. Ho detto avrebbero, al condizionale. Perché la verità è che l’Italia, con la progressiva deindustrializzazione, il ricollocamento Oltralpe e Oltreoceano di attività produttive che aveva in patria, l’aumento d’acquisto di beni di consumo prodotti da altri (dalle auto agli elettrodomestici ai computer), non ha ridotto le emissioni – come cianciano alcuni sedicenti professori del Politecnico di Milano e che al Politecnico non hanno neanche una sedia dove sedersi – ma le ha aumentate: solo che emette nei cieli di Berlino o di Pechino anziché in quelli di Roma.
Per concludere, rinnovo la mia valutazione: Draghi è un uomo di governo troppo debole. Potrebbe essere perdonato se i suoi capitomboli fossero giustificati dall’obiettivo di allocarsi al Quirinale, per aspirare al quale avrebbe bisogno dei favori di questo parlamento. Così fosse, tutto tornerebbe. Devo dire che l’uomo farebbe la sua figura, lassù. E con lui anche noi italiani. Ma per questo ci vuol poco: con quel che passa il convento… Franco Battaglia, 17 febbraio 2021, qui.
Quando nacque la figlia del re, tutte le fate furono invitate alla grande festa che si teneva a corte. Tutte, tranne una, della quale il re malauguratamente si dimenticò. Giunse dunque la fata dimenticata, che il rancore e la rabbia avevano trasformato in strega malefica, giunse nel bel mezzo dei festeggiamenti e gridò: “Per questo torto che mi avete fatto sarete tutti puniti! Nel giorno in cui la principessa compirà diciotto anni sorgerà la più micidiale arma di distruzione di massa che mai mente umana abbia potuto immaginare: l’ecologia. Quest’arma soggiogherà le menti deboli e taciterà quelle forti, e vi distruggerà”. Ciò detto se ne andò, lasciando al mondo annichilito la più perfida maledizione che mai avesse colpito l’umanità. E adesso state a sentire questa:
Nelle ore passate il Texas ha sperimentato blackout a causa delle cosiddette energie pulite. Una intensa ondata di freddo ha infatti causato un picco nella domanda di energia per i riscaldamenti. Allo stesso tempo il sistema di produzione di energia eolica era compromesso per il blocco delle turbine delle pale eoliche, fermate per evitare danni causati dal vento fortissimo e dal ghiaccio. Su 25 GW di eolico installati, oltre 12 erano compromessi. Per far fronte alla domanda si è dovuto usare i generatori a gas ma ovviamente gli operatori che gestiscono la rete sono stati colti impreparati visto che non erano previste scorte di gas sufficienti a generare sufficiente potenza di backup. Il risultato è stato quello di generare lunghi blackout in tutto lo stato, alcuni programmati per proteggere la stabilità di rete, altri dovuti al fatto che la domanda troppo alta ha fatto saltare alcuni generatori. Il tutto mentre si registrano temperature più basse di quelle dell’Alaska. Nel frattempo il prezzo dell’energia è aumentato del 3500%. Blackout d’estate in California in mezzo ad un’ondata di caldo, blackout d’inverno in Texas in mezzo ad un’ondata di freddo. Questo è il vero volto della cosiddetta rivoluzione verde, la nuova crociata dei pianificatori socialisti che nonostante non siano in grado di pianificare una economia pensano di poter basare l’economia di un paese industrializzato sul vento. L’Europa si spinge sempre più verso il baratro delle rinnovabili. Il bello è che delocalizza ogni porcheria in Cina – produzione e smaltimento – praticamente mette la polvere sotto il tappeto con ovviamente il beneplacito di Pechino. Negli anni 70, Ayn Rand aveva previsto tutto nel libro “The New Left: The Anti-Industrial Revolution”. Venti e passa anni fa, nei sui editoriali su “Le Scienze”, Tullio Regge ci aveva avvertito sui rischi legati a questi sistemi di generazione di energia promulgati da una massa di dementi. Almeno i comunisti sovietici pensavano di fornire energia a basso costo a tutti tramite il nucleare. I nostri dovrebbero essere arrestati.
E se fossi in voi andrei a leggere anche questo. Certo che avere messo l’Italia in mano a un gretino dopo averla lasciata per un tempo infinito in mano a un idiota la dice davvero lunga sul figlio di Bernardo.
Pochi giorni fa ho letto e subito liquidato un articolo di Maurizio Belpietro che tratteggiava un Mario Draghi vittima di una trappola di Mattarella volta a fargli perdere credibilità così da togliergli ogni speranza di concorrere alla Presidenza della Repubblica tra un anno, lasciando allo stesso Mattarella il campo libero per la rielezione. Forse sono stato troppo precipitoso nel liquidarlo, perché gli indizi in quella direzione stanno diventando numerosi. Il primo, l’aver obbligato Draghi a zavorrare il suo Governo con i Ministri peggiori e più esposti del Governo precedente, senza che ve ne fosse una reale necessità tecnica o politica. Il secondo quando uno di questi quattro Ministri, Speranza, ha emanato le nuove restrizioni senza un accordo comune del Consiglio dei Ministri, mettendo sotto scacco la Lega prima ancora che venga votata la fiducia a Draghi, e provocando un risentimento diffuso nel Paese. Anche se Speranza non è una volpe, un simile errore politico non appare possibile, a meno di far parte di una strategia da altri consigliata e sostenuta. Il terzo, quando il Corriere della Sera “commette un errore” e attribuisce al neo Ministro Brunetta una frase di fuoco relativa al rientro immediato dei dipendenti pubblici dallo smartworking, provocando ovviamente la reazione risentita di sindacati e partiti di sx, salvo poi scusarsi e ammettere che si trattava di una frase estrapolata da un discorso di giugno dello scorso anno, quando Brunetta non era ovviamente al Governo. Insomma, la grande stampa che sotto Conte ammorbidiva ed addormentava tutto ciò che fosse responsabilità del Governo, ora sembra aizzare e ingigantire, un cambio di passo strano anche per le testate a guida Cairo. Credo che sia da prestare attenzione a come l’establishment reagirà al Governo di Mario Draghi. Le imboscate vengono meglio quando si fa credere che vi sia calma e spesso l’incenso è servito a mascherare l’odore del cianuro. (Per questo post di Paolo Bardicchia devo ringraziare la mia amica Maryla Grandelis)
E con tutti i giochi sporchi che il figlio di Bernardo ha messo in atto da due anni a questa parte, la cosa appare tutt’altro che implausibile. Questo in realtà è un doppio gioco sporco: impedire a noi, per l’ennesima volta, di votare, facendoci arrivare ormai fuori tempo massimo, e impedire all’unico avversario temibile di fargli concorrenza per la rielezione. Ma ormai ci ha preso la mano, come quei giocolieri che cominciano con tre palle e una volta impratichitisi riescono a fare lo stesso gioco anche con quattro, cinque, sei, e addirittura con i piedi. Tra l’altro ho letto qualche ora fa sulla home page di wordpress un post in cui su questo governo si esprime un mare di dubbi e perplessità, con la certezza tuttavia che è necessario subirlo senza fare storie perché era l’unica cosa che Mattarella potesse fare per evitare la catastrofe delle elezioni che, stando ai sondaggi, consegnerebbero il Paese “a una destra forcaiola, xenofoba che diffusamente intrattiene rapporti da sempre opachi e grigi con il mondo degli affari e della finanza più disinvolta”, senza contare la prossima elezione del Presidente della Repubblica che non è possibile lasciare in mano a un parlamento a maggioranza destrorsa, ossia al male assoluto. Parafrasando lo storico “hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato pace”, possiamo dire che hanno assassinato la libertà e l’hanno chiamata democrazia. Restando sostanzialmente in tema:
(le notizie che non trovate nel Paese del CTS) Questo venerdì, la Repubblica Ceca non ha rinnovato le chiusure imposte per il lockdown ed è tornata (brevemente) ad essere in una situazione quasi normale. Brevemente, perché ha dovuto subire la reazione tedesca. La Germania è in stretto lockdown e ha imposto non solo il divieto dei frontalieri cechi di andare a lavorare in Germania, ma addirittura il divieto di transito dei mezzi cechi sul territorio tedesco. Chi avesse voluto andare dalla zona industriale di Plzen, in Austria, in Svizzera o in Italia, ad esempio, percorrendo circa 300km di autostrada tedesca, non avrebbe potuto farlo. Una mossa capace di strangolare l’economia ceca, che è strettamente collegata a quella tedesca. Il risultato è stato che, dopo 48 ore, la Cechia ha dovuto ripristinare le misure restrittive anti-Covid, pur non avendone bisogno. La Germania sta mostrando un lato prepotente ed oscuro. Sono sempre più confermate le accuse al Governo tedesco di aver spinto gli scienziati a descrivere scenari apocalittici per giustificare le misure contro la libertà dei cittadini, sono ormai noti i centri di detenzione per chi rifiuta il vaccino e le norme che tolgono il diritto al lavoro a chi non intende vaccinarsi. E’ da ascrivere sempre alla Germania, buona parte del fallimento europeo sui vaccini, l’aver prima imposto agli altri la politica comune sui vaccini e poi averla violata per proprio conto. In un quadro simile, il nuovo blocco imposto dal famigerato ultimo decreto di Speranza, acquista una luce diversa. Nell’Europa germanocentrica, tutti devono soffrire ed essere limitati tanto quanto i tedeschi. Non dovrà essere possibile per altri europei di godere di maggiori libertà e tutele rispetto ai tedeschi. In particolare, nessuna economia deve potersi riprendere prima e più velocemente di quella tedesca. Draghi o non Draghi, il problema è quindi un altro e andrà prima o poi affrontato in modo razionale e continentale. La sola cosa che serve all’Italia è una ripartenza dell’economia. Per certo non ci serve un altro miope padrone.
Evidentemente dopo tre quarti di secolo la nostalgia si era fatta insopportabile, ed è tornata a occupare l’Europa instaurando il suo clima di terrore. Perché certi lupi, oltre a non perdere il vizio, non perdono neanche il pelo.
Perché, come dice il saggio proverbio, chi manda affanculo il primo dell’anno manda affanculo tutto l’anno (sì lo so, la mezzanotte è passata e siamo già al 2, ma siccome è il primo post dell’anno, vale uguale). E siccome quest’anno che sta cominciando sarà molto peggiore del precedente, anche se questo comunicato delle 8 di sera del 31 dicembre 2020 tenta di smorzare i toni e ridimensionare la cosa
e di cose e persone da mandare affanculo che ne saranno fin sopra i capelli, sarà bene che ci facciamo trovare in forma e ben allenati. E dunque cominciamo.
Vaffanculo al governo, che a fronte di una situazione stabile e sostanzialmente tranquilla ha messo in atto un gigantesco sequestro di persona per paura che cenone di Natale e affini potessero far aumentare i contagi.
01 GENNAIO 2021
Sono 22.211 i nuovi casi di coronavirus registrati oggi in Italia (contro i 23.477 di ieri su 186.004 tamponi). Le vittime sono 462, in calo rispetto a ieri quando erano state 555. Continua a salire il tasso di positività, che si attesta al 14,1% rispetto al 12,6% di ieri. (la Repubblica)
E non venitemi a dire che non sappiamo come sarebbero stati i contagi col cenone di Natale con tre invitati al posto di due, o mando affanculo anche voi.
Vaffanculo al governo 2.
E vaffanculo anche a Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione presso il ministero della salute (che una volta si chiamava Sanità e faceva funzionare la sanità, mentre adesso si chiama salute e si preoccupa appunto della nostra salute, sequestrandoci in casa, vietandoci di mostrare la faccia, di abbracciare gli amici, di invitare a cena genitori suoceri fratelli cognati, decidendo quali malattie si debbano curare e per quali altri lasciar crepare i malati come cani).
Rezza: “abbiamo il calendario vaccinale più bello d’Europa e forse del mondo”.
Vaffanculo alle veterinarie che si spacciano per virologhe, come se di virologi del cazzo che sproloquiano sui mass media non ne avessimo già più che a sufficienza.
Sulle pagine del Corriere della sera, la virologa [virologa di sto cazzo] Ilaria Capua parla di K, il fattore di dispersione virale. Non tutti infatti diffondono il covid allo stesso modo: “Come amplificatori del fenomeno pandemico non siamo tutti uguali. Alcuni di noi, a causa della convergenza di più fattori, riescono a sviluppare proprio ‘l’effetto elicottero’”. Si chiamano i super-spreader: individui spesso asintomatici (almeno durante l’evento del contagio) che sono avvolti da una nuvola di virus a concentrazioni altissime che con l’aiuto di alcuni accorgimenti può essere trasformata anche in migliaia di contagi. [trasformata in migliaia di contagi – una sola persona ne contagia cinquemila?!?! – con l’aiuto di alcuni accorgimenti?!?! Cioè se imparo a fare la esse balorda o qualche pronuncia dialettale (in quello sono bravissima, ne so fare un sacco) mi basta chiedere scusi per piazza Garibaldi vado bene per infettare cinquemila persone? Figo! Adesso comincio subito a esercitarmi!] La virologa si domanda se determinati modi di parlare – come le inflessioni dialettali – possano favorire la diffusione del virus. Allo stesso modo mi incuriosisco su alcuni difetti di pronuncia — come il sigmatismo, meglio noto come zeppola — forse possano creare un volume di goccioline maggiore a quello [“maggiore a”? Per non parlare della sintassi] che emetterebbe chi non l’ha o ha l’erre moscia. Insomma la K della pandemia del 2020 ci ricorda che ognuno di noi è individuo, unico, irripetibile e speciale. Pur sempre parte di una comunità, però. (qui) [se qualcuno volesse cortesemente fornire la parafrasi dell’ultima parte, in modo da permettere di capire anche a noi illetterati…]
Ma secondo me quella ha smesso di fare la veterinaria perché le bestie appena vedevano la sua faccia si mettevano paura e scappavano
Vaffanculo ai buonisti accoglionisti del cazzo.
Agitu Gudeta, donna straordinaria sopravvissuta al razzismo, uccisa dalla violenza sessista
@elenatebano[a prima vista avevo letto talebano. Poi ho letto l’articolo e ho visto che avevo letto giusto]
Agitu Ideo Gudeta era una donna straordinaria: aveva lottato in Etiopia per difendere i pastori poveri e il loro diritto alla terra sottratta dai latifondisti. Poi, quando era diventato troppo rischioso, era tornata in Italia, a Trento, dove aveva studiato sociologia, e sulle «nostre» montagne aveva salvato, lei che era straniera e l’Italia l’aveva scelta, una tradizione che rischiava di estinguersi, allevando le capre autoctone nella Valle dei Mocheni. Aveva questo dono: far vedere anche a noi i tesori che avevamo dimenticato di avere. Per riuscirci aveva dovuto combattere col razzismo di chi le rimproverava di non essere «di qui», «troppo» nera e forse e soprattutto, troppo brava e intelligente. Circa due anni fa, Agitu aveva ricevuto minacce e subito una aggressione con insulti razzisti dall’uomo che abitava la baita vicino alla sua abitazione [aggressione fisica o aggressione verbale? Le aggressioni verbali sono orrende, ma fra le due qualche differenza io la vedo]. Lo scorso gennaio, l’autore della violenza, che si era scagliato anche contro il casaro del Mali che aiutava Agitu, era stato condannato a 9 mesi per lesioni dal Tribunale di Trento. Agitu era andata avanti. L’imprenditrice esule [pliz, prendere un vocabolario e studiare il significato di “esule” e di “immigrato”: se esistono due parole, significa che esistono due significati diversi], 42 anni, era diventata anche un simbolo, dell’ostinazione e della forza che riescono a tirar fuori il meglio dall’incontro di mondi diversi, ma non poi così lontani. Anche per questo fa ancora più male che sia stata uccisa. Sfuggita alla violenza di classe, era riuscita a tenere a bada il razzismo, ma è stata vittima di un altro “ismo”, quello della violenza sessista, compiuta da un uomo che come lei veniva dall’Africa: il pastore ghanese Adams Suleimani, 32 anni. L’uomo dice di aver agito per soldi, ma dopo averla colpita ha compiuto un gesto osceno su di lei: uno spregio di carattere sessuale. [la signora sembra avere qualche difficoltà a distinguere fra uno stupro e un gesto osceno. Non sarà per caso che quando un bianco fa un gesto osceno la signora lo chiama stupro, così giusto per gradire e mostrare che lei non è razzista?] Nella violenza c’è stato dunque anche un elemento di sopraffazione di genere: è un femminicidio in piena regola. A dimostrazione del fatto che le donne, anche quelle straordinarie, devono lottare costantemente contro forme di violenza molteplici e costanti, che spesso si intersecano. Oggi è un giorno triste. L’unica cosa che riesco a pensare è che dobbiamo impegnarci ogni giorno di più contro quegli “ismi” che hanno spezzato una vita così bella e feconda. (qui)
Sopravvissuta al razzismo e uccisa dal sessismo: gli insulti razzisti del bianco e l’assassinio e lo stupro sulla moribonda del negro esattamente identici. E aggiungo quest’altro commento:
Il Suo contributo è decisivo. Leggo “per questo fa ancora più male che sia stata uccisa” punto. Manca il complemento d’agente. Che strano. Si legge lo scoramento dovuto al fatto che non l’abbia ammazzata E POI VIOLENTATA l’indigeno trentino, che avrebbe ricoperto il ruolo alla perfezione, essendosi già “scagliato” (?) contro il casaro del Mali. Quindi, non potendosi gridare al razzismo in quanto l’indigeno trentino non c’entra, si ricorre al sessismo.
Vaffanculo ai talebani del terrorismo sanitario.
Fonte: Ragione Critica
12 ANNI SOSPESA DA SCUOLA PER “ECCESSO DI AFFETTUOSITA”
Ecco i risultati del lavaggio del cervello che avviene dentro i Gulag 2.0, cioè dentro le scuole al tempo del corona. Una bambina di 12 anni, spontanea e molto affettuosa all’uscita da scuola ha avuto l’istinto di abbracciare una sua compagna, che per questo gesto si è messa ad urlare! In un primo momento pensava di averla stretta troppo e di averle fatto del male, la tristissima realtà è che la sua amichetta gridava per la violazione delle norme anti-Covid. Avete capito dove sta il problema? Se una ragazzina di 12 anni urla a squarcia gola perché viene semplicemente abbracciata da una compagna è il segnale inequivocabile che abbiamo intrapreso la strada verso la distruzione dell’infanzia. E voi genitori ne siete i responsabili perché state avallando un sistema educativo in metastasi che sforna piccoli mostri asociali e complessati. Piccole creature che diventeranno adulti corrotti e manipolabili: cioè sudditi perfetti del regime. L’epilogo di questa storia è ancora più triste perché la bambina rea di “eccesso di affettuosità” è stata portata in presidenza e dopo due giorni sospesa da scuola! Ebbene sì, una volta si sospendevano i bambini per cose serie e gravi, ora perché amano e abbracciano gli altri. Se è questa la scuola che voi genitori volete per i vostri figli, allora è giusto e sacrosanto che paghiate un conto salatissimo… Marcello Pamio (qui)
La ragazza dell’estetista, che ha una bambina di due anni, mi ha detto che quest’anno non la manda al nido: “Educatrici senza viso, in mezzo a bambini che non può abbracciare, che non può toccare, che non può avvicinare, non può toccare i loro giocattoli e loro non possono toccare i suoi, ossia non possono giocare, che razza di socialità può sviluppare in queste condizioni? E che razza di vita è?” Entrambe le nonne si sono trovate d’accordo e si sono dette la disponibili a tenerla a turno.
BUONGIORNO SCAMPOLI DI VERITÀ SUI VACCINI CHE LA PROPAGANDA DI GOVERNO NASCONDE
Avete visto le immagini della propaganda natalizia? Un camioncino col numero più basso di vaccini del mondo riservato all’Italia, mostrato trionfalmente all’arrivo dalla TV di regime? I produttori Pfizer e Moderna avevano offerto alla Commissione Europea 800 milioni di dosi. Bruxelles ha fatto la scelta protezionista del cavolo, ordinando 300 milioni di dosi alla francese Sanofi e solo 200 milioni a Pfizer e 80 milioni a Moderna . Siccome il diavolo è sempre distratto, Sanofi ha sbagliato il vaccino , consegnerà solo nel secondo trimestre 2022, e noi da questo ritardo dipenderemo, rischiando di avere tutto il 2021 in compagnia del Covid. Contenti di stare nella gloriosa Unione Europea? Mentre meditate, sappiate anche che resta la speranza che i cattivi inglesi, quelli della variante sulla quale il governo italiano ha fatto terrorismo sotto Natale lasciando i nostri connazionali negli aeroporti inglesi abbandonati, tirino fuori rapidamente il vaccino dell’Anglosvedese Astrazeneca. Che cos’è? Un farmaco immunitario che protegge dal virus e che potrebbe essere disponibile fra 4 mesi. Ma il governo italiano starà sicuramente agli ordini dell’Unione Europea ancora una volta. E ancora una volta per sperare di salvarci la vita e salvare la nazione, la prima cosa da fare e’ liberarsi di questo governo. Buona domenica a tutti
Buon Anno Presidente, grazie per aver tenuto coesa l’unità Nazionale regalandoci il Governo PD – 5Stelle– Renzi, forze politiche che hanno tutta la fiducia del popolo italiano, forze politiche unite e mai litigiose che nell’interesse del paese dimostrano tutti i giorni l’attaccamento alle sorti della Patria e non alla poltrona. Grazie per aver vigilato sulla gestione della pandemia, sui soldi spesi per le mascherine, gli ospedali, i banchi a rotelle, i monopattini, i trasporti, i ristori ai commercianti e alle partite IVA, la cassa integrazione. Grazie per il continuo vigilare sui soldi del Recovery Plan con cui ci indebiteremo fino al 2050 e che con cui finalmente investiremo 18miliardi sulla parità di genere e l’integrazione. Mi scordavo: IMPORTANTE, un caloroso grazie per il lavoro della magistratura, una giustizia libera e giusta, seria, corretta ed efficiente che abbiamo in Italia, di cui Lei è il capo supremo. Ah, poi le mogli dei marinai sequestrati in Libia da un gen. Capotribù, ringraziano per il TUO TEMPESTIVOE DECISIVO INTERVENTO PER LA LORO LIBERAZIONE. Grazie Presidente per tutto quello che non ha fatto, (Che ci sia stato o no, è stata la stessa cosa. Il nulla) Buon Anno.
Vaffanculo misera italietta, ridotta ormai a un lecca-lecca a cui tutti quelli che passano si sentono in diritto di dare una leccatina, e ormai non sta rimanendo altro che il bastoncino. E d’altra parte il linguaggio del corpo è già sufficiente a dire tutto
Vaffanculo Onu
Eccetera. E ora concediamoci almeno un mezzo sorriso con questa
Ma comincio con una considerazione mia: possiamo essere ottimisti. Sul serio, possiamo davvero farcela, può davvero andare tutto bene; dopotutto non è che serva moltissimo, basta solo avere una visione chiara della situazione e un programma serio, tutto qui.
E giustamente il mitico Osho
Il ministro Disperazione auspicava di andare ancora oltre
ed è stato prontamente accontentato: vietato addirittura uscire di casa (io uscirò, naturalmente).
E arrivati a questo punto
Il muratore siamo noi, la gravità è il Covid, il cappio è Giuseppi + il PD (rubato qui)
Ma la colpa è chiaramente nostra
e giustamente verremo controllati per impedirci di combinare altri disastri
Se poi c’è bisogno di un aiuto supplementare
È certo, comunque, che quando il signor Conte scriverà le sue memorie
Fabio Bertoncelli
Blade Conte: “Io ho fatto cose che voi italiani non avreste immaginato. Flotte di clandestini al largo del porto di Lampedusa. E ho detto alla Lilli che eravamo prontissimi quando invece non avevamo fatto un tubo. Ma tutti quei momenti finiranno perduti nel tempo quando l’Italia colerà a picco. È tempo di ciurlare”
Una crisi di governo in un momento come questo sarebbe una follia, strillano PD e 5 stelle; e molti pseudo giornalisti di regime sembrano concordare. In Gran Bretagna ci fu una crisi di governo nella primavera del 1940, mentre le armate di Hitler dilagavano in Francia, il dittatore nazista diventava padrone dell’Europa continentale e la prospettiva di un’invasione dell’isola appariva molto realistica. Molti politici e i loro pennivendoli sembrano convinti che le costituzioni democratiche siano una sorta di lusso. Vanno bene nei periodi di vacche grasse, diventano carta straccia in quelli di crisi. Non è così. Fermo restando che in periodi eccezionali sono possibili alcune limitazioni di alcune libertà, democrazia, costituzione e diritti costituzionali fondamentali sono SEMPRE validi, nelle democrazie occidentali degne di questo nome. Ma nelle democrazie occidentali degne di questo nome i Giuseppe Conte non diventano primi ministri, né diventano ministri personaggi come Bonafede, Azzolina o Toninelli. Nelle democrazie occidentali degne di questo nome i fondi sono amministrati dai governi, sotto il controllo dei parlamenti, non dalle “cabine di regia” o dai “comitati di esperti”… Noi NON siamo una democrazia occidentale degna di questo nome… tutto qui.
Mai capita questa cosa che nel corso di un’emergenza non si possa affrontare una crisi di governo. Sarebbe come dire che finché sono in salute posso cambiare medico, ma se mi ammalo e il mio medico si rivela incapace di curarmi, allora no, quel medico me lo devo tenere fino a quando non guarisco per conto mio o schiatto.
Quanto alle regole deliranti, che in un Paese normale farebbero ricorrere al TSO per chi le ha elaborate, vi propongo questa riflessione
Da Angelo Michele:
Una coppia con un figlio di 15 anni deve tirare a sorte chi resta a casa, fra il padre, la madre e il ragazzino. In tre non possono muoversi. Se invece hanno 7 figli di non più di 14 anni possono spostarsi col pulmino. Se i nonni non sono automuniti e si vuole ospitarli, bisogna andare a prenderli, ma uno alla volta per evitare di essere in tre in auto. Due, tre, quattro, dieci coppie potrebbero spostarsi alla stessa ora per far visita alla stessa famiglia, le une all’insaputa delle altre. Ma giunti a destinazione, i loro amici non potrebbero riceverli tutti, ma solo due alla volta. Magari mettendo il numeretto davanti all’ingresso come nelle pasticcerie la domenica o negli uffici postali. Tutti devono comunque rientrare a casa entro le 22. Se qualche ospite, per un qualsiasi contrattempo, fa tardi bisogna farlo pernottare. E’ quindi consigliabile avere sempre pronta la stanza degli ospiti e se si prevede di ricevere parecchie visite allestire una camerata tipo ostello. Nei giorni feriali e non prefestivi ci si può spostare senza nessuna limitazione, ma solo tra comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti. Pertanto prima di mettersi in viaggio bisogna consultare un censimento aggiornato. Inoltre non si può andare verso i capoluoghi di provincia, per cui se ci si vuole spostare fra due piccoli comuni che stanno ai due estremi del capoluogo di provincia, bisogna aggirare l’ostacolo e allungare anche di molto il percorso, se il capoluogo è una metropoli. Stando attenti a tornare in tempo per il coprifuoco. Il prossimo che dice che “bisogna rispettare le regole” lo elimino dai miei contatti, social ed extrasocial, per manifesta insufficienza mentale.
E ancora, sempre in tema, questo interessante post.
Emergency!
La politica anti Covid del governo annega nelle contraddizioni.
A novembre ci erano stati imposti sacrifici con la prospettiva di salvare il Natale, adesso ci viene imposto di sacrificare il Natale per evitare la terza ondata a gennaio.
Due settimane fa si vaticinava di Italia tutta gialla a Natale, adesso che 16 regioni sono gialle e cinque arancio si azzera il metodo dei colori e si impone a tutti il rosso senza alcuna giustificazione “scientifica” ma solo per evitare presunti “assembramenti”.
Si era promesso per mesi di evitare misure nazionali e di procedere per zone e invece si fa una norma nazionale che prescinde completamente dalla situazione delle singole regioni;
Il mitologico indice Rt (ma c’è anche qualcuno che dubita sia un indice), di cui non esiste peraltro una formula rintracciabile su internet che consenta un minimo di verifica e di replica, era presentato come strumento scientifico infallibile quando aumentava ma, adesso che è sceso sotto a 1, i suoi esiti vengono disattesi a favore di altri parametri ovviamente avvolti nella nebbia.
Nell’ultima settimana si parlava addirittura di allentamento delle misure ma adesso una strambata improvvisa e immotivata pare condurci verso 15 giorni di zona rossa: possibile che Mutti Merkel abbia chiamato un’altra volta per imporre di non essere lasciata sola?
Il governo ha lanciato il cashback per rilanciare gli acquisti nei negozi fisici ma, appena il meccanismo dimostra un minimo di successo, si parte subito con la criminalizzazione dei consumatori che in quei negozi si recano per usufruirne.
Boccia, all’interno del governo, fa la parte dell’isterico urlatore a caccia di assembramenti. Gli ultras del lockdown sono lui, Franceschini e Speranza ed è strana la convergenza di due ex democristiani con un estremista ma tant’è, è il segno del rimescolamento politico nel segno del Great Reset. Boccia evidentemente non ha visto gli assembramenti di nuovi poveri in coda per una ciotola di zuppa ma ha messo a fuoco solo quelli dello shopping. Ma ha visto pure male perché quelli che stigmatizza non sono “assembramenti” ma “affollamenti”: non siamo di fronte ad una folla compatta che si muove in modo omogeneo ma alla casuale, ancorché prevedibile, concentrazione dei consumatori che si muovono individualmente nei luoghi dello shopping. Non è un corteo che marcia in modo univoco ma una massa di persone che si incrociano occasionalmente e per pochi istanti. L’app Immuni si basa sulla rilevazione della vicinanza ad un soggetto rivelatosi positivo per almeno un quarto d’ora, tempo che lascia ipotizzare un rischio di contagio: chi può ragionevolmente pensare che due persone estranee in fase di shopping stazionino a meno di un metro per oltre un quarto d’ora? Oltretutto le foto mostrano persone in tranquillo movimento che portano regolarmente le mascherine: si diceva, specie all’inizio quando forse c’era più paura ma meno ossessione ideologica, che le mascherine erano un rimedio all’impossibilità di mantenere la distanza di un metro dagli altri. E allora, se tutti portano la mascherina, dov’è il problema? E se invece la mascherina non è sufficiente, perché imporre di indossarla?
Il cittadino qualunque, che vorrebbe vivere almeno scampoli di vita, continua ad essere, come in estate, il bersaglio della costante criminalizzazione a scopo educativo, repressivo e giustificativo per una classe politica che ha ampiamente perso, a tutti i livelli, non solo il controllo della situazione ma anche il contatto con la realtà. Ma in questo caso siamo al di fuori della logica: per quanto fosse prevedibile l’affollamento, come poteva un individuo, che ha posto in essere comportamenti non solo leciti ma addirittura incentivati dalle politiche governative, coordinarsi con migliaia di sconosciuti? Ed una volta trovatosi nel mezzo della folla, pur munito di presidi sanitari, cosa doveva fare? Fuggire a casa? Per quale motivo? Se il rischio c’era, toccava ai pubblici poteri prendere provvedimenti per limitarlo: con i centri commerciali chiusi e gli orari contingentati, gli affollamenti erano davvero imprevedibili? Perché non ci sarebbe dovuto essere affollamento in pochi luoghi centrali? E se si temeva questo, perché i sindaci non hanno chiuso le strade “pericolose” o almeno regolamentato gli accessi? E poi, se si ha paura degli assembramenti e mentre si recrimina su poche migliaia di persone in movimento per un breve periodo, perché si pianifica di riaprire le scuole nel mezzo della stagione influenzale quando ormai è evidente a tutti che i movimenti scolastici, in tutti i loro aspetti, sono stati il motore della seconda ondata? Ma certo, basta dire che il problema non sono le aule piccole o i trasporti affollati ma le occasioni di socialità che la scuola crea: sempre colpa degli studenti che attendono l’apertura dei cancelli unico momento in cui evidentemente il virus si attiva, sempre colpa delle persone che ormai, a tutta evidenza, vengono considerate solo come un problema sanitario, una massa di untori ed appestati. [continua]
Concludo con un paio di cose su altri temi, come l’ennesimo delirio sulla regolamentazione dei rapporti sessuali
Il Parlamento unicamerale danese, con 96 voti a favore e nessun contrario, ha approvato la legge che penalizza il rapporto sessuale in assenza di un consenso esplicito delle persone coinvolte. Cosa vorrà dire non è poi così chiaro, si arriverà alla richiesta di una dichiarazione giurata sulla volontarietà di voler entrare in intimità. Come se ballare in mutande in una stanza con un uomo fosse uguale che essere aggredita al parco mentre stai facendo jogging. Questo lo si deve al combinato disposto tra femminismo di maniera che vede il maschio come un nemico, agli effetti devastanti dell’immigrazione musulmana ma questo non si può dire e alla pavidità dei conservatori. Ci hanno messo poco le Nazioni più libertarie del mondo a diventare la capitale del bigottismo, dell’ipocrisia e dello stupro. Citofonare Svezia. E lo scrive uno, cioè io, che crede che lo stupro andrebbe equiparato all’omicidio volontario ma quando una legge interviene arbitrariamente sulla morale e suo buon senso non risolve nulla, anzi genera orrori.
Poi c’è questa bella dichiarazione da parte di uno di quelli che combattono a spada tratta contro l’odio
una chicca di tre anni fa del nostro ineffabile mattarello
Era previsto da mesi – molti mesi – almeno da chi avesse occhi da vedere, orecchie da ascoltare, e neuroni da elaborare ciò che occhi e orecchie registravano. Diciamo che i primi dubbi sono sorti all’inizio di marzo, si sono rafforzati un paio di settimane dopo per diventare certezza all’inizio di aprile. E da allora in poi ne abbiamo avuto ogni giorno una nuova conferma. Sicuramente ci saranno persone – molte persone – che anche di fronte al nuovo maoistico Grande Balzo In Avanti si benderanno gli occhi, si tapperanno le orecchie e spegneranno il cervello, e continueranno a farlo anche dopo avere visto – o essersi rifiutate di vedere – questi numeri
E ricordiamo che da luglio a oggi è rimasto stabile il rapporto fra numero di tamponi e numero di positivi (2-4%), fra numero di positivi e numero di sintomatici (~5%) e di terapie intensive (0,5%), anche dando per buono che tutti costoro siano in terapia intensiva a causa del covid. Ma se dessero TUTTI i numeri e non solo quelli utili a seminare terrore, non potrebbero, appunto tenere soggiogata la popolazione col terrore della Morte Nera in agguato. E tutto questo mi fa venire in mente il pedofilo che aveva rapito due bambine, e mentre le stuprava a turno, ripetutamente, le terrorizzava raccontando loro di un vicino tanto cattivo che sicuramente sarebbe saltato loro addosso se avessero tentato di scappare, mentre lui era tanto buono, tanto gentile (“credete forse che un altro si prenderebbe la briga di usare il lubrificante?”). Ecco, vedo un sacco di gente che continua ad essere convinta che sì, lui è davvero buono e si preoccupa del nostro bene, e per giunta usa anche il lubrificante.
Io però non tacerò: IO VEDO, IO SENTO, IO PARLO.
Ora e sempre Emergenza! La strisciante deriva antidemocratica al tambureggiare dei media compiacenti
Ora e sempre Emergenza! sembra diventato lo slogan che mette d’accordo maggioranza di governo e media compiacenti, coll’ossessivo tambureggiamento dei numeri dei positivi e lo stillicidio di decreti-legge, voti di fiducia, ma soprattutto Dpcm. Ormai molti giornalisti della carta e della tv sono allineati sull’idea che qualche violazione costituzionale, se anche non resa strettamente necessaria dalla pandemia, va sottovalutata, per non mettere in discussione la tenuta di una maggioranza parlamentare che ben potrebbe rivelarsi minoranza in caso di elezioni politiche anticipate.
1. Otto e mezzo di martedì scorso, un accorato Massimo Cacciari insiste sulla presenza di una deriva antiparlamentare, accentuata dalla stessa gestione della pandemia; parla con tutta evidenza dell’Italia; ma, faccia a faccia con una Lilli Gruber – come sempre aggressiva rispetto ad ogni opinione dissenziente rispetto alla sua, caratterizzata da una partigianeria esibita spavaldamente – ripiega rassegnato su una tendenza generale, comunque interpretabile come una malattia comune anche a noi. D’altronde, questa è un’ipotesi condivisa da commentatori di diverse sponde, ma soprattutto fatta propria dalla seconda carica dello Stato, la presidente del Senato, in una intervista che un gentiluomo come Giuseppe Conte ha liquidato dicendo di “non averla letta”, trovando conforto nel rilievo ovattato concessole da gran parte dei mass media. Ormai molti giornalisti della carta e della tv sono allineati sull’idea che qualche violazione costituzionale, se anche non resa strettamente necessaria dalla pandemia, va sottovalutata, per non mettere in discussione la tenuta di una maggioranza parlamentare che ben potrebbe rivelarsi minoranza in caso di elezioni politiche anticipate.
Riecheggia nelle sedi dell’informazione lo slogan di Borrelli, “resistere, resistere, resistere”, a qualunque costo, all’onda populista, dove il nostro Salvini viene messo in compagnia di personaggi diversissimi, come Boris Johnson, Victor Orban, Donald Trump, Jair Bolsonaro, tutti eletti regolarmente, ma accomunati solo dal non piacere alla sinistra internazionale. Piccola e veniale dimenticanza quella di non citare anche i leader dei 5 Stelle, a cominciare dal loro guru, Beppe Grillo, che a conferma del Dna del movimento, ha continuato a contrapporre la democrazia rappresentativa a quella diretta.
Lo stillicidio continuo di decreti-legge, leggi delega, l’uso e l’abuso del voto di fiducia, ma soprattutto il ricorso extra ordinem ai decreti del presidente del Consiglio hanno finito per ridurre il Parlamento a mero organo di ratifica di decisioni preconfezionate dal governo, sulla base di faticose mediazioni fra i vari partiti della maggioranza parlamentare. L’effetto del tutto intenzionale è stato quello di tagliar fuori la minoranza, di cui pure si invoca con faccia ipocrita la partecipazione, in una variazione del tutto edulcorata della solidarietà nazionale di fronte alla pandemia.
2. Esemplare in tal senso è l’utilizzo dei decreti del presidente del Consiglio – a prescindere dalla loro sicura incostituzionalità, trattandosi di limitare libertà fondamentali sottoposte nella loro essenza ad una riserva assoluta di legge, c’è da vederne tutta la ricaduta in chiave di concentrazione formale (discrezionale al limite dell’arbitrio) di tutto il potere in capo allo stesso presidente. Così destinato a vivere di rendita sulla stessa paura creata dal perpetuarsi dello stato di emergenza, con una onnipervasiva e ossessiva campagna mediatica che lo segue in ogni sua esternazione, facendone una specie di “uomo della provvidenza”.
Ma in questo senso si veda anche l’ultimo decreto del presidente del Consiglio, che già predefinito in ogni suo punto è stato presentato alle Camere, senza che ve ne fosse una previa conoscenza e senza che ne venisse spiegata dal Ministro della salute la continuità di una emergenza, certo significativa nel numero degli infettati, in gran parte asintomatici, ma non nel numero dei ricoverati ospedalieri, soprattutto quelli in terapia intensiva (ad oggi circa 330 a fronte di quasi 8.000 posti disponibili in tutta Italia). Cui prodest? Non solo all’amico del popolo, Giuseppi, che si è tenuto furbescamente al riparo durante il confronto elettorale, per non pagare dazio in caso di un risultato negativo; ma subito dopo è tornato ad intasare il video, sempre sfruttando il ruolo istituzionale per far calare le sue decisioni, facendosi scudo di un Comitato tecnico-scientifico, che la pubblicazione dei verbali ha dimostrato a volte poco o niente ascoltato. No, è servito, anche e soprattutto, alla tenuta di una maggioranza parlamentare messa in pericolo dalla crisi elettorale dei 5 Stelle, che il Pd, che ne è l’assoluto beneficiario con il ritorno dei suoi elettori al paesello natio, nobilita interpretandola come salutare nella faticosa ma necessaria trasformazione da movimento a partito con la luminosa prospettiva di una alleanza strutturale.
3. Ora e sempre emergenza, coll’ossessivo tambureggiamento del crescendo dei numeri dei positivi, senza distinguere fra sintomatici e asintomatici che costituiscono la percentuale largamente maggioritaria, fra asintomatici a carica virale debole e forte, essendo i primi non in grado di diffondere il virus; nonché senza evidenziare la incredibile progressione della conoscenza e della terapia. Tutto ciò provoca una impressione estremamente traumatica, sì da vivere la pandemia come inarrestabile e invincibile.
La scadenza dell’emergenza è stata prorogata fino alla fine del prossimo gennaio, ma se si drammatizza una possibile convivenza col virus, questa potrebbe essere ulteriormente prorogata, sempre con una notarile presa d’atto da parte del Parlamento. Ma c’è ben dell’altro, perché se l’ultimo decreto del presidente Conte ha tenuto un livello volutamente basso, niente ci assicura che, nell’arco di questi tre mesi e mezzo, non possa intervenire un nuovo decreto fino a un lockdown, fatto passare con qualche rumor da parte dell’opposizione, ma senza alcun sindacato istituzionale: se è vero che c’è un giudice a Madrid, che dichiara il lockdown contrario alle libertà fondamentali; questo giudice non c’è di certo a Roma.
L’aver imposto il livello di misure previste dal decreto come il minimo da rispettare da parte di tutte le Regioni, sì che è loro permesso solo di irrigidirlo ulteriormente, comporta una centralizzazione che ne lede l’autonomia, che la sinistra aveva enfatizzato con quella riforma del Titolo V passata per il rotto della cuffia. Ma anche ne mortifica l’intensa azione di contrasto alla pandemia condotta dalle Regioni del Nord, che, per una strana peculiarità, sono tutte governate dal centro-destra, tranne l’Emilia-Romagna. Adesso che la palla sembra passare alle Regioni del Sud, con le più grandi gestite dal centro-sinistra, l’uniformità a prescindere dalla effettiva capacità di risposta, diventa la regola.
4. Rimane sempre sospesa la domanda circa l’assenza del presidente della Repubblica, che pur ci delizia ogni giorno con sagge paternali nella continua sequenza delle giornate mondiali dedicate a questo e a quello. Può essere che si limiti a esercitare la moral suasion, ma lo deve fare in maniera così morbida da non risultare evidente. Sono convinto da tempo che Mattarella sia del tutto tollerante rispetto a quello che il buon Sabino Cassese ritiene uno sgarro costituzionale, perché pure lui, convinto che questo sia il costo inevitabile da sostenere per fermare una destra, che, per la sua storia di uomo della sinistra democristiana, traslocato passo a passo nel Pd di Renzi, protagonista della sua elezione, gli è rimasta sullo stomaco: qualunque destra da Berlusconi a Salvini.
E alla sua storia di democristiano col gesuitismo nel sangue, io aggiungerei la sua storia di figlio di Bernardo Mattarella con l’omertà nel DNA.
Se la libertà uccide
Il governo ha prolungato lo stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021 così da fargli compiere un anno tondo. È scontato che sarà prorogato ancora visto che il trend dei contagi è in crescita e raggiungerà un massimo (vedremo se assoluto o relativo) proprio a gennaio, mese critico per le malattie a trasmissione influenzale e quindi anche per il Covid. Caso mai sarebbe stato luglio il mese giusto per la sospensione dello stato di emergenza e per il ritorno alla normalità: contagi in forte calo, decessi quasi azzerati, UE che con il Next Generation ragionava in termini di scampato pericolo, la proroga (definita, ai tempi, come “naturale” dal premier) era all’epoca poco spiegabile con valutazioni di pericolosità basate sui dati attuali e venne giustificata solo con il pericolo che in futuro la crescita dei casi riprendesse. Si ricordano, di quell’epoca, vaghi mormorii quirinalizi trasformatisi, pochi giorni fa, in un discorso di via libera basato sul ricordo dei defunti della scorsa primavera destinati a diventare, fra non molto, novelle icone del progressismo dopo i partigiani ed i deportati dei lager orami ridotti, causa età, ai minimi termini numerici.
È vero che le anticipazioni dei giorni scorsi lasciavano intravvedere uno scenario ancora più cupo con obblighi, divieti e limiti più simili a quelli della fase uno mentre invece tutto pare ridursi all’obbligo di indossare la mascherina anche all’esterno ma, pare di capire, solo in situazioni di vicinanza (1). Diciamolo chiaramente: la mascherina ha una sua efficacia sanitaria e, passati i mesi del caldo rovente, portarla non comporta fastidi eccessivi per cui si tratta di un adempimento tutto sommato utile e tollerabile. Tuttavia quello che dà fastidio è la logica che ispira il provvedimento. A parte la scarsa trasparenza delle norme, evidentemente ispirate come sempre alla metodologia dell’ibis redibis, la voglia di normare minuziosamente i comportamenti delle persone porta a risultati illogici: l’obbligo di tenere la mascherina in una strada non affollata contrasta logicamente con la possibilità accordata di togliersela in una classe scolastica con 20 persone stipate in 40 metri quadrati mentre non si capisce quale sia l’utilità di imporla per l’ingresso e l’uscita da locali pubblici in cui per la maggior parte del tempo la si toglie per mangiare e bere. E ancora di più inquieta il retropensiero politico illustrato da Conte nel suo discorso ad Assisi (trovo, fra l’altro, patetico che uno segua le orme del Papa con 24 ore di ritardo e che i religiosi locali si prestino a questo teatrino) e che inaugura un nuovo filone di contrapposizione della tutela della salute rispetto ad altre dimensioni della vita sociale. Se a primavera Conte aveva interpretato la vicenda in termini di scontro fra le ragioni della salute e quelle dell’economia, semplicisticamente identificate in quelle del profitto, adesso l’alternativa è fra salute e libertà individuali. Non soltanto ad Assisi il premier ha testualmente dichiarato che “Siamo ancora in piena pandemia e il costante aumento dei contagi in tutta Italia, seppur ancora sotto controllo, ci impone di tenere l’attenzione altissima e di continuare a essere molto prudenti” anche “rinunciando ad alcune libertà”, ma tutta la propaganda comunicazione degli ultimi giorni è stata ispirata al concetto di mettersi adesso la mascherina e sopportare qualche altra vessazione per evitarne di peggiori nel prossimo futuro. Di fatto le motivazioni che vengono proposte dalla comunicazione non attengono assolutamente all’efficacia sanitaria dell’oggetto, di cui dopo mesi si potrebbe anche cominciare ad avere qualche riscontro statistico (del tipo, usando la mascherina si sono evitati Xmila contagi), ma soltanto all’esistenza di sanzioni pesanti ed alla prospettiva di un altro restringimento delle libertà qualora i contagi dovessero ulteriormente aumentare a causa degli inadempimenti dei cittadini, dato peraltro scontato perché andiamo verso la stagione fredda, perché un fisiologico 5% di violazioni c’era anche durante il lockdown, perché se anche tutti la portassero non ci sarebbe mai la dimostrazione assoluta che questo è effettivamente avvenuto e perché tutta la strategia governativa è volta alla ricerca di positivi di fatto sani visto che il grosso dei tamponi viene effettuato per tracciamento (si può cominciare a dire “rastrellamento”?) e non per sospetto diagnostico: sarà un caso che proprio ieri si siano fatti 125.000 tamponi, quasi il record giornaliero, per sparare in TV la cifrona di 3.700 positivi senza dire che il tasso di positività era sceso, rispetto al giorno prima, dal 3,75% al 2,95%? [E ci sarebbe poi da aggiungere che un 10% circa di quelli risultati positivi non sono nuovi positivi, bensì vecchi positivi risultati ancora positivi al secondo tampone, quello che in nessun’altra parte del mondo si fa più da tempo, considerando semplicemente non più contagiose le persone dopo il quinto giorno senza sintomi. Perché in Italia invece si continua a fare? Semplice: per far risultare le persone positive anche per mesi dopo la rilevazione del contagio, e incrementare così i numeri del terrore, ndb].
A parte che la prospettiva di aggravamento delle limitazioni non è assolutamente scongiurata dalle norme che entrano in vigore oggi visto che il PdC pare essere in grado di operare solo in modalità “democratura” e quindi è probabile che le prossime settimane, caratterizzate da un presumibile aumento di contagi, saranno contrassegnate da un progressivo aumento delle restrizioni, lascia molto perplessi lo scambio libertà/sicurezza apertamente proposto da Conte e lascia ancora più perplessi la mancanza di qualsiasi reazione da parte delle cariche istituzionali, dell’opposizione e anche dalle forze di governo che – correva il 2001 e l’emergenza allora era quella terroristica – inchiodarono Berlusconi alle parole sostanzialmente simili che aveva pronunciato. L’emergenza sanitaria e quella economica sono probabilmente meno gravi della crisi intellettuale ed etica del Paese e dei suoi rappresentanti che sembrano ormai assuefatti, entrambi, ad una deriva autoritaria tanto pericolosa quanto mediocre.
Mattarella si è dileguato e si accorge di essere, probabilmente e non a caso, in un gioco più grande di lui. Lui, ex costituzionalista invero molto loquace e preciso quando c’era da intervenire sui decreti Salvini [e per rifiutare Paolo Savona come ministro dell’economia ndb], non solo non interviene sui contenuti dei provvedimenti e non dice neanche una parola per stigmatizzare concetti eversivi di riduzione delle libertà ma si accontenta adesso solo di non essere formalmente coinvolto in questo massacro delle regole costituzionali condotto per atti che non portano la sua firma e, laddove può, esterna timori a questo punto prevalentemente geriatrici che supportano l’azione del governo. Sarà forse troppo pretendere di sentirsi dire che la riduzione delle libertà individuali è il male assoluto ma almeno ci aspetteremmo una parola che disconoscesse che essa sia la panacea di tutti i mali. Oltre che nel merito, il PdR non trova niente da obiettare neanche sul metodo che riduce il Parlamento ad un palcoscenico su cui il PdC può decidere di esibirsi ma anche, per suo capriccio, di ritrarsi.
Nel silenzio dell’opposizione, che ha perso a febbraio-marzo il momento buono per innalzare i vessilli della difesa della libertà e della democrazia (quelli sì temi all’altezza della svolta verso un “nuovo liberalismo”) e che da allora ha visto iniziare il suo declino, dilaga la propaganda di regime che recupera gli stilemi della scorsa primavera: conferenza stampa in orario da TG, terrorismo diffuso H24 con tutti i media disponibili e stranamente tutti allineati nella narrazione, criminalizzazione dei cittadini in genere e/o di specifiche categorie (i runner all’inizio ma poi gli imprenditori avidi, gli amanti della movida, i vacanzieri, adesso larvatamente studenti e docenti), richiami paternalistici al diritto alla salute e alla tutela dei nonnini che frazionavano per 10 la spesa per essere sempre fuori mentre i nipotini si isterizzavano in salotto, tentativi insistenti di entrare nei salotti e nelle camere da letto per denunciare il congiunto fedifrago che tromba senza mascherina, minacce di sanzioni e lockdown. Che poi quest’ultimo è l’obiettivo finale visto che “Winston” Conte si è dimostrato totalmente incapace di operare in contesti diversi: prima bloccato dai dissidi fra Lega e 5S e poi, dopo il ribaltone, fermo in attesa delle elezioni dell’Emilia, poi di quelle della Toscana, adesso del Recovery. Sempre fermo, salvo quando c’è da fare strame della Costituzione più bella del mondo. (INVIATO DA AVERAGE JOE ⋅ 8 OTTOBRE 2020, continua a leggere)
E mentre in Campania il signor De Luca fa ricoverare all’ospedale gli asintomatici per poter poi gridare all’allarme intasamento e porre di nuovo mano al lanciafiamme (a proposito, come mai con tutto quell’uso del salutare lanciafiamme, oggi la Campania, come numero di contagi, è la regione peggio messa d’Italia?), in tutta Italia si muore a rotta di collo di tumore, di infarto, di ictus, di complicazioni da diabete, di tutte le patologie di cui è stata in questi mesi raddoppiata, quando non triplicata, la mortalità in nome della lotta al covid. E quindi tranquilli: avremo sì molte più probabilità di prima di morire di infarto o di tumore, vale a dire che molte più persone moriranno di queste patologie, sempre che non ci ammazzi prima la fame, e per giunta soli come cani – perché, ci avete fatto caso?, dal distanziamento siamo passati all’isolamento, e non oso pensare a quale, in questa collaudata tecnica della rana bollita, sarà il prossimo traguardo -, e reclusi in casa, però ci avranno eroicamente impedito di morire di covid: vuoi mettere la soddisfazione? E poi tranquilli anche perché prossimamente
Il giuseppi, il giggino, il manlietto, il rocchetto, la lucietta, il domenichino, il nicolino, il sergino, l’emmetta, la lucianuccia, la fiorellina, la caroluccia, la michelletta, lo sconosciuto michelino che esige che gli scolari che si sentono male a scuola vengano stanzettati (niente di cui sorprendersi: è un amico dell’Oca Signorina), e naturalmente l’immancabile, l’immarcescibile gretina
NON SCORREGGIANO
Mai.
Neanche quando sono da soli.
Neanche in bagno.
Neanche inavvertitamente mentre dormono.
MAI.
E già che ci siamo, guardatevi anche queste inestimabili dichiarazioni del rocchetto, l’uomo – sì, vabbè – che aiuta il giuseppi a governarci con saggio e illuminato spirito paterno
Dopo la disfatta di Caporetto bisognava mantenere il segreto su come e dove sarebbe stata preparato la controffensiva. Lo avessero saputo gli austroungarici, non avremmo vinto la guerra.
Durante i terribili mesi della disfatta del Covid il comitato tecnico scientifico ha redatto verbali su come difendersi dal virus. Li ha secretati per impedire che il virus, che sa leggere, scrivere e far di conto, venute a sapere le misure, ci sconfiggesse anticipando le nostre difese.
E’ bellissimo avere come Capo del Governo l’uomo più intelligente del mondo. Novello Churchill, novello Armando Diaz.
Quel capo del governo che ha nutrito gli entusiasmi bagnati di un sacco di gallinelle, soprattutto quando ha magistralmente “asfaltato Salvini e la Meloni”, perché si sa che compito essenziale di un governo è asfaltare l’opposizione, e allora ricordiamo:
Che a me fa venire in mente questa cosa qui
Negate, negate sempre, negate anche l’evidenza. Però prima infilatevi almeno gli slip. (Francesca Mazzantin, qui)
Ecco, il signor conte si è proprio dimenticato di infilarsi gli slip, e si è fatto sorprendere a negare l’evidenza coi pendagli al vento. E direi che ha ragione anche quest’altro signore qui: Enrico Richetti
Abbiamo un ottimo capo del Governo e un’ottima ministra della pubblica istruzione. Hanno intuito quello che all’estero non hanno capito ancora.
Se gli alunni si siederanno, magari alternati, su banchi tradizionali, anche monoposto, saranno facile preda del virus. Se invece i banchi avranno le rotelle (che mancano a parecchi personaggi altolocati) gli studenti, vedendo il virus avvicinarsi, potranno scivolare in tutte le direzioni, e il virus, lanciatosi per infettare lo studente, sbatterà la testa contro il muro, morendo sul colpo.
Avere il capo del Governo più intelligente del mondo dà molti vantaggi….!
Roma, 29 lug. (askanews) – “Se non arrivano tutti i banchi richiesti… vorrà dire che l’offerta non ha raggiunto i livelli qualitativi e quantitativi rispetto alla nostra domanda”
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“banchi” con “mascherine”
E se l’uva non vuole saperne di maturare, è evidente che la colpa è unicamente dell’uva.
LAMORGESE SCARICA CLANDESTINI NEL LAZIO E ZINGARETTI NON BATTE CIGLIO. PULLMAN ELUDONO TEST SOTTO NASO RAGGI. È EMERGENZA NELL’EMERGENZA
Oltre agli sbarchi incontrollati sulle coste italiane, con i Cara e gli hotspot in sofferenza, partono anche i trasferimenti dei clandestini da una regione all’altra.
Il ministro dell’Interno Lamorgese scarica 334 migranti dalla Sicilia alla Regione Lazio, di cui 15 positivi al Covid mentre 9 risulterebbero addirittura irreperibili. Il governatore Zingaretti non batte ciglio e accoglie, in un territorio dove la situazione potrebbe non reggere per stessa ammissione dell’assessore alla Sanità: ‘così il meccanismo non può funzionare, si rischia di sovraccaricare il sistema sanitario già sotto pressione da mesi’.
Il Lazio è già contaminato da focolai d’importazione estera, in particolare dal Bangladesh e dall’Est Europa. Una situazione che non sembra proprio sottocontrollo, come dimostra il mistero dei pullman spariti che sotto il naso della sindaca Raggi sfuggono al controllo dei test sierologici sulla Tiburtina per chi arriva a Roma. Ed il sospetto – come riportato oggi sulla stampa – è che molti viaggiatori si facciano lasciare altrove dagli autisti per eludere i tamponi. Siamo all’emergenza nell’emergenza, e il Governo Conte spalanca le porte all’immigrazione irregolare.
E tuttavia, nonostante l’intenso impegno a riempire l’Italia di clandestini positivi, distribuendoli accuratamente per tutta la penisola, lasciando loro la libertà di allontanarsi incontrollatamente dalle zone di quarantena, allo scopo evidente di scatenare la promessa seconda ondata, in previsione della quale è stato prorogato il regime di dittatura e dello stato di polizia, pare che la natura abbia deciso di frustrare i loro progetti
E chissà dunque che cosa si inventeranno ancora per provocare una nuova epidemia che permetta loro di tenersi ben salda la poltrona sotto il sedere.
Mutarella
Chiamiamolo Mutarella, Sergio Mutarella. Unico paese europeo, coi tassi attuali più bassi di ricoverati e deceduti per il virus, l’Italia subisce dal governo in carica un provvedimento che non ha precedenti nella nostra storia repubblicana, nemmeno al tempo più acuto del terrorismo: il prolungamento dello Stato d’emergenza. Non pochi costituzionalisti si espongono a dire che è una violazione della Costituzione, un abuso, un’inutile restrizione. Non c’è alcuna ragione sanitaria, confermano i medici e i virologi non allineati al potere politico-sanitario. In caso precipiti la situazione, si proclama lo stato d’emergenza. Ma tanti tacciono.
Su tutti, tace lui, il Garante della Repubblica, il Custode della Costituzione, il Capo dello Stato Mattarella. I suoi silenzi sono la vera polizza di sopravvivenza per il governo cialtronesco del nostro Paese. Quella polizza lui la firmò quando disse, minacciando non solo grillini e sinistre ma anche berlusconiani e renziani, che se fate cadere Conte non c’è che il voto. Paura, il voto. Allora, la paura del voto si combatte con la paura del virus.
Il Parlamento ha così votato con l’emergenza l’autoconservazione del posto per molti di loro; l’annunciato soccorso dei berlusconiani si configura nella stessa specie. Poi c’è l’inefficacia dell’opposizione, l’assenteismo sospetto alla Camera.
Ma la cosa più grave è il silenzio della Massima Carica prima che Conte portasse al voto sull’emergenza; il silenzio della Corte Costituzionale, e magari dell’Europa e le sue corti. Mattarella e la presidente della Corte Suprema Cartabia tacciono; sono le Zittelle, e non nel senso del romanzo di Tommaso Landolfi.
Ma tutti stanno zitti se non dice nulla lui, il Presidente, che è anche un giurista. E il Presidente lascia che un improvvisato premier, dal curriculum taroccato, mai eletto in parlamento e in altra assemblea elettiva, mai annoverato tra i tecnici e le risorse della Repubblica, che ha guidato due governi opposti, che porta a profitto individuale una tragedia nazionale, che governa a colpi di decreti, vanterie e conferenze stampa one-man-show, possa impunemente ridurre in cattività un Paese, mettere sotto tutela la Democrazia e la Libertà, violare i diritti (altro che Orban) e firmarsi una proroga allo sfratto da Palazzo Chigi. Perché altra ragione non c’è all’emergenza, che tende a farsi stato d’eccezione, anticamera delle dittature. E se viene proclamato quando non c’è virulenza epidemica, figuriamoci cosa accadrà quando ci sarà davvero qualche avvisaglia. Non dite che lui magari dispone di informazioni a noi ignote; perché quei dati allarmanti non li hanno nemmeno Merkel e Macron, se non hanno proclamato lo stato d’emergenza, figuriamoci se ce li ha solo lui.
La sua è una dittatura temperata dalla cialtroneria, finalizzata a conservarsi il posto più che a stravolgere il paese. Ma è una dittatura strisciante, come si dice dei vermi e delle forme implicite.
Il silenzio di Mattarella è davvero assordante. È il silenzio sull’indecente gazzarra della magistratura e del Csm; il silenzio sullo scempio scolastico, unico paese in Europa a chiudere per primi e a non aprire ancora le scuola; il silenzio sugli sbarchi di clandestini, e di infetti, con cui saltano tutti i rigori invece pretesi per gli italiani. È il silenzio sul Parlamento esautorato a lungo, e a lungo oltraggiato, silenzio sulle esternazioni debordanti del premier o davanti a decreti che gridano vendetta davanti a Dio e alla Costituzione, alla logica e alla grammatica. Lui si palesa solo per premiare scrittori negazionisti delle foibe, per celebrare quasi ogni giorno la Shoah e magari qualche strage su cui si può imbastire la solita lettura.
Qualcuno dice: ma lui è sobrio e taciturno, è siculo, non esterna, fa le cose nell’ombra, al riparo dalla ribalta. Vorrei crederci, me lo auguro, ma quando poi vedi che nulla cambia e nulla succede, quando vedi che Conte annuncia di voler prolungare l’emergenza e nessuno lo ferma, lui va in Parlamento e chiede il voto, allora hai l’impressione che la moral suasion di Mattarella, le sue pressioni sotterranee o sottocutanee siano inefficaci o addirittura inesistenti.
Ci stiamo avvicinando alla sua scadenza al Quirinale e ci auguriamo che non gli rinnovino il mandato; ma quando si sentono i nomi alternativi, le manovre in corso, e il vuoto spinto del centro-destra sui nomi e le strategie, capisci che accadrà quel che accade ormai da decenni: sarà eletto un Presidente voluto dalla sinistra, non super partes; non un PdR ma un Pd, o paraggi. Diciamo un Pd filo-grillino, magari frutto di un patto obliquo con Berlusconi.
Negli ultimi cinquant’anni è andata così: gli unici due presidenti che non obbedivano al coro guidato dalla sinistra, vale a dire Giovanni Leone e Francesco Cossiga, sono stati massacrati con un linciaggio mediatico-politico-giudiziario. Tutti gli altri, compreso il Presidente bigotto che veniva dalla Dc più conservatrice, Oscar Luigi Scalfaro, sono stati dalla parte opposta e non per la sola messaggeria istituzionale: hanno operato e manovrato in quella direzione, pilotando la nostra democrazia e i verdetti elettorali. Sandro Pertini fu più vicino ai comunisti che agli stessi socialisti da cui proveniva; Ciampi, almeno, fu corretto e infatti con lui un governo di centro-destra non fu rovesciato per ben cinque anni. Poi venne il gran manovratore Giorgio Napolitano e il gran silenziatore Mattarella. Il Quirinale è appannaggio della sinistra & C. Ed essendo la prima carica dello Stato, diventa il parametro per tutte le cariche decisive e l’arbitro di tutte le operazioni politiche e trame istituzionali. Infatti sono anni che il Pd perde le elezioni ma poi vince il governo, da un decennio c’è sempre un ribaltone e dopo un giro ce lo ritroviamo lì, al potere. Nel momento più difficile della nostra repubblica, al Quirinale hanno tolto il sonoro, ed è comparso Mutarella.
MV, La Verità 31 luglio 2020, qui.
Già, il figlio di Bernardo. Vi regalo ancora Jonathan Isaac,
cristiano, nonostante nome e cognome ebraici, nero come tutti gli altri, sicuramente non meno antirazzista degli altri, ma con una dignità che gli altri, che si prestano alla consueta e ormai di moda pagliacciata (ma con un consistente ammortizzatore per terra, non sia mai che si facciano la bua ai ginocchietti) neanche si sognano.
E infine un avviso per chi ha bambini che vanno a scuola: preparatevi:
(ma voi, da uno con questa faccia, comprereste un’auto usata?)