NEI DINTORNI DEL GOVERNO MELONI

Da dove vogliamo partire? Visto che c’è tanta gente che ama raccontarsi favole, io partirei proprio da quelle:

resta da capire chi potrebbero essere i sette nani. Vogliamo provare a fare qualche nome? Boldrini potrebbe andare? E quello – unico – che sta in aula con la mascherina: non ho bisogno di dire chi è, vero?

Poi ci metterei Serracchiani, Ronzulli, Draghi, Letta… Siamo a sei, e mi fermo, perché a me, e sicuramente anche a voi, ne verrebbero in mente a non finire, e quindi ognuno completi la lista come preferisce. A proposito di Serracchiani, nel caso vi fosse sfuggita, sentite questa che spettacolo (in rete potete trovare anche altri video ripresi da altre angolazioni che mostrano per tutto il tempo o quasi  la faccia della destinataria della replica):

Poi passerei a questo

a cui io secondo me manca una bella soppressa morbida tagliata a fette grosse co un bel goto de grinton, ma insomma la sostanza è quella, ci siamo capiti. Poi arriva il genio che dice

Riferite agli idioti rossobruni “sovranisti” (probabilmente sanno scrivere ma non leggere) che l’Italia produce appena:

– il 36% del grano tenero che le serve;
– il 53% del mais;
– il 51% della carne bovina;
– il 56% del grano duro per la pasta;
– il 73% dell’orzo;
– il 63% della carne di maiale e i salumi;
– il 49% della carne di capra e pecora;
– per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento. 

Per favore, sentite anche se tali idioti intendono campare con un terzo di panino con sopra spalmato del sovranismo, grazie.

A cui io rispondo: mi scusi signor genio, ma se stessimo producendo il 100% del nostro fabbisogno, le pare che a qualcuno potrebbe venire in mente di fare un ministero apposta per perseguire l’autosufficienza alimentare? Andiamo, su!
Naturalmente anche su questo la setta nana boldrinessa ha da dire la sua e anche questo è pane per i denti di Giorgia

La quale boldrinessa ha da dire la sua anche sulla scelta di Giorgia Meloni di essere chiamata il Presidente del Consiglio dei Ministri oltre che per il nome del partito che “dimentica le Sorelle”

(evidentemente la signora boldrinessa ignora l’origine delle parole “Fratelli d’Italia”); già in tanti le hanno risposto, e ora voglio farlo anch’io.

La parola presidentessa esiste (presidenta no), ma la presidentessa è quella del patronato, quella del gruppo che organizza la sagra della castagna, del comitato per la manifestazione di beneficenza, ma il Presidente del Consiglio dei Ministri è una funzione specifica e unica, è un ruolo specifico e unico, e va declinato con l’articolo relativo al ruolo. Così come abbiamo la direttrice della scuola, dell’asilo, della biblioteca, ma il direttore d’orchestra è una cosa diversa, è un ruolo specifico e unico. E non trovo molto senso nel dire la presidente, dal momento che il femminile specifico di questa parola esiste, sarebbe come dire il dottore e la dottore. Vero che etimologicamente è un participio presente e come tale indeclinabile e “ambosesso”, in cui il sesso è indicato dall’articolo, ma come molti participi (docente, cantante) viene usato come sostantivo, e quindi vale quanto detto sopra in relazione al ruolo, cioè la questione non è grammaticale, bensì semantica. Allo stesso modo c’è una differenza sostanziale fra il segretario e la segretaria: la segretaria è SEMPRE al servizio di una persona: la segretaria del direttore, dell’avvocato, del dentista, del notaio (ovviamente anche il segretario maschio quando svolge lo stesso tipo di servizio). Il segretario generale invece, ma anche il semplice segretario comunale, è al servizio di un’istituzione, cioè è una funzione, un ruolo, una carica, che prescinde dal sesso di chi lo svolge. Aggiungo che in diversi ambiti, anche se oggi probabilmente sempre più in disuso, i termini colonnella e generalessa indicano la moglie dell’ufficiale in questione, e tale denominazione non può essere usata per la donna che fa carriera militare e raggiunge il grado di colonnello o generale: suonerebbe come una presa in giro. E per favore, non mi si venga a parlare della Treccani (che qualcuno ha, non del tutto inopportunamente, suggerito di ribattezzare Treccagne, così le femministe saranno soddisfatte): se ci sono testi “scientifici” che affermano che il sesso biologico non conta nulla e che la persona è rappresentata unicamente dal genere che “si sente” in quel determinato momento e che può benissimo cambiare nel quarto d’ora successivo, perché adesso va di moda sostenere questo, pretendete che io prenda per vangelo un testo anch’esso sempre più prono alle mode del momento? O la Crusca: dopo che è stato proposto petaloso, ne vogliamo ancora parlare? Andando poi all’estero, quando ancora la gente era dotata di buon senso e parlava in maniera normale, avevamo Le (maschile) Premier (maschile) Ministre (maschile) Madame Cresson. In inglese non c’è articolo distinto e avevamo the Prime Minister Mrs Thatcher, cioè c’è ugualmente modo di sapere di che sesso è la persona che ricopre il ruolo in questione. Sempre che sia importante sapere se chi ricopre il ruolo ha il pisello o la patata, il che è tutto da discutere. Salvo ovviamente il caso in cui la donna che occupa quel ruolo vi sia stata chiamata per via delle quote rosa: in questo caso sì, il fatto di essere detentrice della patata è di primaria importanza, ma non mi sembra il caso di nessuna delle tre donne in questione, Thatcher, Cresson, Meloni. E concludo con una domanda: voi direste che Giuseppina Maria Fragoletti è un arbitro severo, un arbitro severa o un’arbitra severa? E non tiratemi fuori l’argomento che arbitra non esiste: non esistono neanche ministra sindaca architetta ingegnera e tutta l’infinita serie di puttanate di recente invenzione. E d’altra parte, come giustamente fa presente l’amico Cullà, non risulta che qualche uomo abbia rivendicato il diritto di ricevere biglietti con su scritto “Il Signorio Vostro Illustrissimo è cordialmente invitato” – o magari “Il Signoria Vostra ecc.”.

Poi, sempre in ambito boldriniano, c’è anche questa ennesima figura di merda  – no, non è analfabeta funzionale: è analfabeta e basta – d’altra parte, che cosa aspettarsi da una che si fa comandare quando sorridere?

E infine c’è la questione del famigerato merito (vade retro Satana!), su cui risponde da suo pari questo signore

al quale mi permetto di osservare che la preposizione “a” seguita da “assediare” richiede obbligatoriamente la d eufonica, tranne alcuni pochi casi eccezionali, e questo non lo è; forse il signor professore e scrittore avrebbe bisogno di qualche lezione di italiano. Naturalmente contro il merito si è scagliata l’Oca Signorina – e la cosa non ci stupisce -, dal cui post estraggo alcuni esemplari commenti dei suoi cicisbei, ovviamente in piena sintonia con lei.

visione classista e pericolosissima. Uno che non può pagarsi gli studi perché in difficoltà economiche non merita di essere trattato degnamente? E uno che semplicemente non è un cervellone?

Ecco, questo avrebbe urgente bisogno di qualcuno che gli spiegasse che cosa significa merito

preferisco Marx quando dice “da ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo i suoi bisogni”. È orribile vivere in un mondo di eterna e rigida competizione.

Che una bella citazione di Marx fa sempre figo. Ma se uno deve dare secondo le sue capacità, secondo lui che cosa potrà mai voler dire?

“meritocrazia” è esattamente la stessa cosa della competizione, che è la base della società capitalista in cui viviamo. Insegnare già ai bambini che se non combinano nulla non sono nessuno e sono destinati a rimanere nei margini della società, ignorando che le capacità di uno sono determinate non dalla libera volontà del soggetto, ma da fattori esterni, o interni, in entrambi i casi incontrollabili e ingestibili da parte del soggetto. La meritocrazia è una menzogna per mascherare il conservatorismo, altrimenti non avremmo figli di papà inetti inseriti in ruoli di spicco a farci la morale del “bisogna essere imprenditori di sé stessi”.

Capito bambini? Se non fate un cazzo non è colpa vostra, voi non avete il controllo sul vostro fare o non fare e quindi non potete farci niente, E quindi sedetevi e aspettate che la vita vi passi davanti, che qualcuno il cibo ve lo procurerà comunque, grazie ai coglioni che si fanno il culo a lavorare.

ma chi premia la nostra società? Chi porta più grana, o chi si impegna di più? Perché io posso sforzarmi di studiare astrofisica, che per me è al limite dell’incomprensibile, studiare giorno e notte, sforzarmi fino a perdere la vista, e continuare comunque a non capirla, mentre un “genio” impara tutto in un lampo. In quel caso la società non mi riconosce un bel nulla, anzi, mi chiama parassita e incapace, mentre premia l’altro perché meritevole, anche se magari non si è sforzato un minimo nel suo lavoro.
La squadra che vince la partita è quella che segna perché più forte, non quella che ci prova e si sforza correndo fino all’ultimo secondo.

Esatto caro: tu SEI (non “ti si chiama”: tu proprio SEI) un parassita e incapace e anche deficiente, non perché non capisci l’astrofisica, ma perché pretendi a tutti i costi di studiare una cosa per la quale sei negato senza neppure renderti conto che non fa per te, e lo sai perché non sei capace di rendertene conto? Perché nella tua educazione è sempre stato escluso il concetto di merito. Per questo sei e sempre resterai un fallito, ai margini della società, un parassita. Quanto alla squadra che vince perché è più forte, prova a fare uno sforzo di fantasia e immaginare per quale bizzarro caso del destino si trova a essere più forte. No, eh? Proprio non ce la fai. Eh, capisco.

Aggiungo due splendidi confronti fra Giorgia Meloni e la gallina di plastica Lillifascisi Gruber

Sempre più cafona che mai.

E concludo con questa cosa spettacolare.

Anzi no, concludo con questa, che non c’entra niente ma mi piace un sacco

(Don’t forget: el marinero, el capitano. Y el presidente, desde luego)

POST SCRIPTUM: una cosa comunque è certa: i sinistri hanno finalmente mostrato la loro vera faccia

barbara

OBIETTIVO DI TUTTA LA MANOVRA: METTERE LE MANI SUI BAMBINI

I segni sono ormai talmente tanti che chiudere gli occhi, a questo punto, è una scelta criminale.

La Sinistra ha un problema con la pedofilia, e ormai è uscito allo scoperto

La sinistra sta continuando la sua tradizione di distruggere la moralità sessuale della società, e ora sta facendo campagna su più fronti per normalizzare la pedofilia.

Come molti altri, ho dei bei ricordi della mia infanzia. Sia che marciassi ad una parata per il Giorno dell’Indipendenza, sia che guardassi i Power Rangers o che facessi omini di pan di zenzero per Natale con la mia famiglia, ho avuto la possibilità di godere di un’infanzia che ha preservato la mia innocenza, un’innocenza che è unica per i bambini e che, una volta persa, non ritorna.
Un sottoinsieme dei bambini che crescono oggi probabilmente ricorderà certi aspetti della propria infanzia in modo molto diverso. La Sinistra, con sorprendente successo, si è sforzata di rimodellare la nostra società inserendo le sue convinzioni nell’esperienza dell’infanzia, mettendo in ombra le parate del 4 luglio con quelle del Gay Pride, innestando la propaganda LGBT negli spettacoli per bambini e sostituendo gli omini di pan di zenzero con la “gli omini gender di zenzero“.
Se isolate, ognuna di queste specifiche incidenze sarebbe a dir poco sconvolgente, ma vedendole in un contesto più ampio si arriva a una conclusione che è tanto inconcepibile quanto inevitabile. Non si tratta solo del fatto che credenze controverse vengono sospinte nelle esperienze dell’infanzia, ma che la naturale curiosità, apertura ed ingenuità che è la disposizione intrinseca dei giovani viene dirottata per normalizzare un’etica sessuale divergente.
Questo interesse per i bambini non è puramente ideologico, tuttavia. Con sempre maggiore frequenza, l’ovvio è diventato innegabile. Coloro che hanno un’ossessione raccapricciante nel coinvolgere i bambini nei propri gusti sessuali, e che usano qualsiasi strada a loro disposizione per farlo, o hanno un interesse sessuale diretto nei bambini oppure vogliono coprire quelli che lo hanno. La Sinistra ha un problema con la pedofilia, e sta solo peggiorando.
Mi sono minuziosamente reso conto di questo fatto quando ho partecipato alla parata del San Francisco Pride nel 2019 per intervistare i partecipanti per il mio Canale YouTube, che co-conduco con un amico. Un partecipante particolarmente onesto ha detto al mio co-conduttore che è “interessato al kink con i bambini“, menzionando poi che credeva che “l’età è un costrutto”.
Un altro manifestante mi ha informato che il coinvolgimento dei bambini nel drag è “così figo” e che “ci dovrebbero essere più bambini che fanno drag” prima di dire che l’affermazione “l’amore non ha età” è “vera al 100%” e lasciandosi sfuggire un lapsus freudiano quando ha ammesso che una drag queen bambina che si esibiva in un night club gay veniva pagata nello stesso modo “che si fa con le spogliarelliste”.
Nel caso abbiate l’impressione che questo sia un incidente isolato, date un’occhiata a questo mashup di titoli di Vice, che in diversi casi tentano di generare simpatia per i pedofili, offuscare la definizione di pedofilia, e conferire legittimità ai pedofili “non colpevoli”, tra cui uno pseudonimo chiamato Ian il cui lavoro “ha coinvolto direttamente dei bambini” ed un altro chiamato Gary, un uomo che “ha sviluppato sentimenti per una bambina di tre anni” ma si definisce un pedofilo “virtuoso” che presumibilmente non agisce sulla sua attrazione. Gary era anche un genitore affidatario di tre bambini ed è stato successivamente accusato di aver aggredito sessualmente una delle bambine.

Clic per ingrandire.

Questi articoli offrono un contesto piuttosto sorprendente per altri articoli di Vice, come quello in cui si pavoneggiano per le “Foto dei favolosi bambini della RuPaul’s Drag Convention“, che la pubblicazione descrive con un emoji di fuoco. Come menzionato prima, uno di questi bambini ha ballato sul palco per soldi in un gay bar di New York City per una folla di uomini adulti, cosa che è stata ripresa in un video che non posso linkare in buona coscienza.
Per non credere che Vice sia sola nel tentativo di normalizzare la pedofilia, potete rivolgere la vostra attenzione all’articolo del New York Times “Qual è il modo migliore per proteggere i lavoratori del sesso?
L’articolo riporta in modo lusinghiero lo stupro pedofilo e seriale di una bambina che si è data alla prostituzione dopo “essere stata costretta a lasciare la sua casa di famiglia” prima di “rifugiarsi presso un gruppo di donne transgender più grandi che sono diventate le sue mentori” e “le hanno insegnato a mantenersi attraverso il sesso”.
Le persone normali penserebbero che questo suoni molto come un gruppo di pervertiti che fanno da papponi ad un bambino senzatetto per il sesso. Si deve riflettere sul perché vengano usati degli eufemismi per cercare di oscurare questa realtàForse è perché la Sinistra ha un problema con la pedofilia.
Questo tipo di perversione non è un incidente isolato nemmeno nei media tradizionali, con il Washington Post che ha recentemente pubblicato un pezzo intitolato “Sì, il kink appartiene al Pride. E voglio che i miei figli lo vedano” che è proprio disgustoso come il titolo lo fa sembrare.
Joe Fischel, professore associato all’Università di Yale, ha fatto eco a questo sentimento nel suo articolo “Keep Pride Nude“, dove si chiede: “Qual è il presunto danno se un bambino… vede le chiappe di un adulto, o anche i genitali o il seno di un adulto? Fischel continua poi a sostenere che i bambini siano esposti a tutta una serie di altre perversioni e parla il linguaggio degli adescatori, cercando persino di giustificare la sua perversione quando dice che “ai bambini potrebbe piacere“.
Il New York Times, il Washington Post e la facoltà di Yale non sono gli unici attori potenti che tentano di normalizzare la pedofiliaFlora Gill, un editorialista bisettimanale su “sesso e relazioni” che scrive per GQ.co.uk, ha chiesto la creazione di “porno per bambini“, che lei chiama “porno entry level“, in un tweet poi cancellato.
Come si può dimenticare il famigerato programma Drag Queen Story Hour, che è stato inizialmente sostenuto dal ceto più abbiente di San Francisco ed è stato sorpreso ad ospitare criminali sessuali condannati in tre diverse occasioni? Uno degli eventi del programma è stato anche ospitato da un uomo che è stato accusato di ben sette capi d’accusa per possesso di pornografia infantile.
C’è anche Netflix con il suo straziante film “Cuties, che un guidice del Texas ha incriminato come pedopornografia.
La popolare personalità di Sinistra Vaush ha anche una storia di difesa della pedofilia, dicendo in un video che i pedofili che comprano pornografia infantile non dovrebbero essere ritenuti responsabili. La figura “antifascista” si interessa anche alle “dinamiche sessuali della civiltà hawaiana pre-coloniale”, dove la gente presumibilmente faceva sesso con i bambini, nonostante non ci fosse “nessuna cultura dell’abuso dei bambini”, il che implica che la pedofilia non è apparentemente una forma di abuso dei bambini.
Le aperture della sinistra al prendere di mira i bambini sono diventate ancora più audaci di recente, con il San Francisco Gay Men’s Chorus che ha eseguito una canzone con il testo “Pensi che corromperemo i tuoi figli se la nostra agenda non verrà tenuta sotto controllo. Bene, solo per questa volta hai ragione” prima di seguire con “Convertiremo i tuoi figli, succede poco a poco, in silenzio e sottilmente e te ne accorgerai a malapena“.
Cantano anche “Sarete disgustati quando cominceranno a trovare online cose che avete tenuto lontano dalla loro vista” in un apparente riferimento non troppo sottile alla pornografia.
Anche se il gruppo ha rilasciato una dichiarazione in cui sostiene che la canzone fosse solo uno “scherzo” e che fosse stata fatta solo per “insegnare ai giovani a parlare contro l’odio anti-LGBTQ”, sembra che lo scetticismo sia giustificato, se non altro perché la Sinistra ha un problema con la pedofilia. Come si è scoperto, un inchiesta del Western Journal ha scoperto che diversi nomi tra quelli degli interpreti erano anche elencati nel registro dei criminali sessuali della California, alcuni per atti di pedofilia, anche se è possibile che queste corrispondenze siano casuali.
Quei cantanti potrebbero non essere gli unici di questa performance con una fedina penale losca. Gli autori della canzone, Charlie Sohne e Tim Rosser, hanno precedentemente scritto un musical tutto sulla pratica pedofila del “bacha bazi“, o “boy play“, che persino il New York Times ha trovato disgustoso.
La sinistra ha un problema con la pedofilia, e continuerà a peggiorare a meno che la Destra non sia completamente libera da insinceri appelli alla “tolleranza”, frasi senza senso come “l’amore è amore”, o insulti vuoti come “omofobo”. Tali espedienti retorici non sono usati in buona fede, e trattarli come se fossero altro che manovre ben congegnate per minare qualsiasi etica sessuale che lasci intatta l’innocenza dell’infanzia è il massimo dell’ingenuità.
Tangocommando, qui.

Nel caso qualcuno si sentisse disturbato dall’attribuzione della parte politica, non dimentichiamo che Simone de Beauvoir ha firmato, insieme a tutto l’intellettualume di sinistra, il manifesto per la legalizzazione della pedofilia – e chissà come sarà riuscita a conciliare la sua intera vita di militante a sinistra con l’avere diretto, durante l’occupazione tedesca, la radio collaborazionista di Vichy.
Se invece andiamo oltre oceano, a destra abbiamo Trump (forse) puttaniere, a sinistra Biden pedofilo. E sia di qua che di là dell’oceano è tutta a sinistra la campagna – altamente remunerativa – per mettere le mani sui bambini fin dalla nascita. Fate un po’ voi.

barbara

LA CULTURA DELLA SINISTRA

Perché, come spiega un signore qui nei commenti, tutta la cultura italiana è di sinistra, a destra non ci sono altro che populismo e  difesa della roba, a sinistra c’è la Cultura, oltre alla visione del futuro. Ecco, questo che segue è un luminoso esempio della luminosa Cultura della luminosa sinistra: e come potrebbe non esserlo, una cosa illuminata dal Sol dell’Avvenir?

[Hook: Fedez]
Baby vai vai faccio muovere le teste
Dove cazzo vai? Quì non entrano le cesse
Vedo il via vai quì si muovono le tette
Come con il testman, come con il testman
Siete troie, troie non fate le modeste
Guarda come cazzo sono vestite queste
Si muovono le teste, si muovono le tette
Riconosco una bitcha, già da come si veste

[Verse 1: Fedez]
Duecento troie si presentano
Ma dopo due minuti i nomi me li dimentico
Non sanno mai in che letto si addormentano
E non è certo colpa della gente che frequentano
‘Sti genitori si lamentano
La mandi in giro vestita da troia poi piangi se la violentano
Ma i genitori certe cose non le sentono
Sono troie e se non lo sono poi lo diventano
Io non parlo con ‘ste babbe
Il tuo tipo le prende, più di un cellulare con cinque tacche
Che quando andava al minibasket
La mia gente lo aspettava fuori per fargli le scarpe

[Hook: Fedez]
Baby vai vai faccio muovere le teste
Dove cazzo vai? Quì non entrano le cesse
Vedo il via vai quì si muovono le tette
Come con il testman, come con il testman
Siete troie, troie non fate le modeste
Guarda come cazzo sono vestite queste
Si muovono le teste, si muovono le tette
Riconosco una bitcha, già da come si veste

[Verse 2: Fedez]
Non perdo tempo con gli stronzi
Ficcati un dito in culo e poi leccalo come i Fonzies
Io torno a casa fatto con gli occhi gonfi
E tu con la bandana sembri il tigrotto dei Frosties
Un pazzo, non sa di esser pazzo mai
Infatti a te piace il cazzo, anche se ancora non lo sai
Rompete il cazzo a me per le sfide di freestyle
Poi sul palco hai la faccio fluo come uno Starlight
Vuoi fare il gangstar rap? ma sembri Terminator
Tu ti tatui il ferro, io mi tatuo il Liquidator
Yes, man! l’ho tatuato per davvero
Però sei tu il babbo di minchia, pisciaturo poco serio

[Hook: Fedez]
Baby vai vai faccio muovere le teste
Dove cazzo vai? Quì non entrano le cesse
Vedo il via vai quì si muovono le tette
Come con il testman, come con il testman
Siete troie, troie non fate le modeste
Guarda come cazzo sono vestite queste
Si muovono le teste, si muovono le tette
Riconosco una bitcha, già da come si veste

[Verse 3: Bat]
Vi riconosco cazzo, ormai c’ho occhio
Talmente troia che passeresti la tua giornata in ginocchio
Tante parole, tanto non ci fotti, giri con dei fattoni
E non ti accorgi che non siete in Trainspotting
Nei club ti atteggi da peggiore
Ma la mattina dopo su Facebook, frasi da Premio Nobel
Ti raidi tutte quante le serate
Bamba scopate in macchina e ti pigli male se chiama tuo padre
Io c’ho il potere, I’ve Got The Power
Dopo lo spe* di un bucato resta solo la Golden Shower
Ma tu sei viziosa e fai la zarra
Preferisco scoparmi il muro
Perchè? Almeno il muro non parla
Non ti celare sei già stata smascherata
Continua a succhiare, è la tua professione innata
E dopo coi tacchi devi restare sollevata
Non ho fatto il tuo nome nemmeno in questa puntata

[Hook: Fedez]
Baby vai vai faccio muovere le teste
Dove cazzo vai? Quì non entrano le cesse
Vedo il via vai quì si muovono le tette
Come con il testman, come con il testman
Siete troie, troie non fate le modeste
Guarda come cazzo sono vestite queste
Si muovono le teste, si muovono le tette
Riconosco una bitcha, già da come si veste

E chi meglio di questo raffinatissimo intellettuale può essere chiamato a rappresentare la cultura progressista e a sostenerne gli ideali e i progetti, come la benemerita legge Zan? E dunque mi raccomando, sbrigatevi ad approvare e rendere operativa la Zan, che se no il Federico piange e mi va in depressione. Così, una volta approvata la legge, la gente si guarderà bene dall’insultare un frocio (o dal dire che i bambini nascono da un uomo e una donna), così come tutti si guardano bene dal commettere furti, omicidi, stupri, incesti, truffe, ricatti, estorsioni, rapine, rapimenti, traffico di droga, aderire alla mafia, compiere atti di pedofilia, dal momento che per ognuno di questi atti c’è una legge che li dichiara reati e li sanziona penalmente, e finalmente nessuno insulterà più nessuno, capito pezzi di troie che girate vestite da troie facendo ballonzolare le tette? (No, non l’ho ascoltata, naturalmente, sai se no la mia povera ulcera?)
Desidero infine, prima di chiudere, fare miei due accorati appelli (uno dei quali mi riguarda personalmente) dell’amico Enrico Richetti

ed è una vera vergogna che nessuno ancora abbia pensato a occuparsene.

barbara

A SINISTRA SONO BUONI

Cristiano Nisoli

Volete controllare la sincerità di chi si atteggia a difensore di donne, minoranze, omosessuali, immigrati? Guardate come trattano donne, minoranze, omosessuali, o immigrati che si rifiutano di obbedirgli.
In genere, la risposta è il tentativo di annichilazione totale e completa.
Nel 2016 ci veniva chiesto di salivare all’idea della prima donna candidata alla presidenza–come se il mondo non avesse mai visto donne con potere ben più ampio su intere nazioni. Era sessismo non votare la Clinton. Andate però a vedere come lo stesso partito aveva trattato otto anni prima Sarah Palin, candidata alla vice presidenza per gli avversari. Andate a vedere le sbavate di odio contro Kellyanne Conway, colpevole di essere la prima donna direttrice di campagna presidenziale a far vincere le presidenziali al suo cliente (perché il suo cliente era Trump).
Obama andava obbligatoriamente votato, altrimenti si era razzisti. Ma andate a vedere come ridicolizzavano il nero Ben Carson, tra i papabili Repubblicani, primario nella scuola di medicina più prestigiosa degli USA.
Andate anche a vedere gli attacchi a Dolce e Gabbana, omosessuali felicemente e pubblicamente dichiarati da più di trent’anni, per aver detto una cosa non proprio pazza: “noi abbiamo avuto non due padri ma un padre ed una madre e pensiamo che ogni bimbo abbia lo stesso diritto”. Od il boicottaggio contro di loro, per aver proposto di creare l’abito per l’inaugurazione a Melania Trump.
Anzi, andate a vedere gli insulti contro Melania Trump (moglie russa comperata per posta–che poi è Slovena, neanche Russa–bambola stordita, eccetera), o quelli per via del suo accento estero, da parte di chi considererebbe razzista il minimo commento anche benigno sull’accento di qualsiasi altro immigrato, non parliamo di immigrata.
Andate a vedere cos’ha detto Biden qualche settimana fa ad un nero che vota Trump: “se non voti per me allora non sei nero”. Chi è nero, cioè chi è “vittima” che va “amata”, lo decidono loro. Alcuni lo sono, altri vanno odiati.
Andate a vedere i vari epiteti razzisti (Zio Tom, negro domestico) riservati a Thomas Sowell– raffinato intellettuale nero, professore formatosi in scuole prestigiose–da parte dei professionisti dell’antirazzismo, che lui smaschera come “quelli che si fanno le congratulazioni da soli”. Scrisse tra l’altro: “Il razzismo non è morto, ma è in sala rianimazione: a tenerlo in vita ci pensano politici imbroglioni e gente che li segue perché prova un senso di superiorità nel dare del razzista agli altri”. E la lista dei neri disobbedienti trattati similmente sarebbe molto lunga.
Andate a vedere gli insulti verso i vari leghisti neri, o nordafricani.

Poi, se ancora pensate che a questa gente freghi qualcosa di neri, donne, minoranze, omosessuali, od immigrati, non andate a vedere più niente. Ma andate a farvi vedere.

Lorenzo Capellini Mion

Ho appena saputo della Maersk Etienne, la nave mercantile che ha prestato soccorso a 27 migranti davanti alle coste libiche e che da oltre tre settimane attende un porto “sicuro”.
Con oggi sono 24 giorni, un’attesa in mare senza precedenti per la sua lunghezza.
E se la memoria non mi inganna per molto meno si mobilitarono all’unisono il giornale unico globale, i blogger, gli influencer, i guru copiatori, la magistratura, le tv, il Parlamento, Capalbio, il Papa, la Presidenza della Repubblica, la UE, l’Onu e tutto il circo che conosciamo.
Erano tempi, nemmeno tanto lontani, di capitane coraggiose, di scioperi della fame, di chef, sportivi, politici e di attori marinai.
Erano i tempi in cui più che salvare vite la priorità era quella di abbattere il nemico.
Ecco, dopo 24 giorni il silenzio sulla Maersk Etienne è la certificazione della loro ipocrisia.

Questi pezzi sono di un paio di settimane fa: non c’erano ancora stati gli insulti alla candidata leghista negra

perché se sei negra ma non voti nel modo giusto te lo scordi che your life matters. E non c’era stata l’aggressione a Salvini col solito corollario di commenti

perché se non sei dalla parte giusta col piffero che la commissione contro l’odio, Liliana Segre in testa, emergono dal letargo. E quindi niente, il problema in Italia è il fascismo che avanza a marce serrate, come quello degli assassini di Willy Monteiro.

O no?

barbara

QUOS VULT PERDERE IUPITER…

Li fa diventare comunisti. Quelli che seguono sono articoletti del sinistrissimo organo ufficiale della sempre più sinistra UCEI, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

A cosa punta Donald. Fa discutere l’ultimo azzardo di Trump, che ieri su Twitter è arrivato ad auspicare il rinvio delle elezioni fino a quando “le persone potranno votare come si deve, con le dovute garanzie e in sicurezza”. Per Repubblica l’obiettivo principale di Trump non sarebbe però un rinvio, prerogativa del Congresso, ma “bloccare, per quanto gli è possibile, il voto per posta che (secondo lui e secondo i sondaggi) favorirebbe troppo il suo avversario Joe Biden”.

Cioè, quelli che riportano senza commenti (come in questo caso del resto), il che significa che concordano, l’articolo che dichiara “inevitabile” il prolungamento dell’emergenza deciso dall’avvocato dal curriculum fasullo, col pretesto che il virus circolerebbe ancora – ignorando evidentemente che ci sono miliardi di virus che circolano sistematicamente da quando è nata la vita sulla Terra – e all’unico scopo di continuare a impedirci di votare, con l’attiva complicità del figlio di Bernardo, hanno la faccia come il cubo di attribuire a Trump, senza una sola prova a favore, gli stessi sporchi obiettivi. Esattamente come a suo tempo hanno denunciato la grave deriva autoritaria e dittatoriale di Orban, salvo dimenticare che lui aveva chiesto i pieni poteri al parlamento, a differenza del nostro avvocaticchio, e dimenticarsi poi, quando, a emergenza finita, ha restituito al parlamento i suddetti pieni poteri, di darne notizia.

Mascherine e sicurezza. “Sbagliato guardare alle frontiere. Tre positivi su quattro sono italiani”, spiega al Corriere il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia in merito all’accusa rivolta ai migranti sbarcati in queste settimane di essere un pericolo perché positivi al Covid-19. “I migranti falso pericolo”, le parole riportate dal quotidiano del ministro che invita gli italiani a continuare a mantenere le più elementari misure di prevenzione dal contagio, tra cui l’uso delle mascherine.

Ancora giochini coi numeri! Oltre ai giochini con le parole: prima parla di “italiani”, il che dovrebbe far supporre che “gli altri” siano stranieri (tutti, circa l’8% della popolazione) residenti in Italia, ma poi parla esplicitamente dei “migranti [ossia clandestini, perché le cose vanno chiamate col loro nome] sbarcati in queste settimane”, ossia 14.438 persone da gennaio ad agosto. Questo significa che il 99,976% è responsabile del 75% dei contagi, e lo 0,024 è responsabile del restante 25%, ossia oltre mille volte la loro consistenza numerica. Ma non dobbiamo gridare al pericolo clandestini, no no no, quello è un falso pericolo percepito da noi fascisti, razzisti, populisti, sovranisti dalla fervida fantasia.

Ieri era il quarantesimo anniversario della più sanguinosa strage fascista avvenuta nel dopoguerra in Italia, quella del 1980 di Bologna.

E questa è la storica Anna Foa, e perfino gli storici, se sono comunisti, preferiscono cancellare i fatti quando questi si permettano di configgere stupidamente con l’ideologia.

Contrasto a omotransfobia e misoginia. Oggi approda nell’Aula della Camera il ddl contro l’omotransfobia e la misoginia. Il testo della legge modifica gli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, spiega La Stampa. Più precisamente, basandosi sulla legge Mancino del 25 giugno 1993, verranno estesi agli episodi d’odio fondati sull’omofobia e sulla transfobia i reati già previsti nel codice penale, aggiungendo alla discriminazione “razziale, etnica e religiosa” quella fondata “sul genere e sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”.

Come ha giustamente osservato qualcuno, esistono leggi che puniscono qualunque tipo di violazione dei diritti delle persone, dall’aggressione fisica a quella verbale, dallo stalking al mobbing eccetera; ora, se qualcuno sente il bisogno di una legge speciale che tuteli i diritti dei froci (se penso che non ci sia niente di male a essere froci, non vedo in che modo la parola froci possa essere intesa come offensiva e, di conseguenza, perché non dovrei usarla) non vorrà per caso dire che per questo qualcuno i froci non sono persone? Cioè, tutti i sostenitori della legge non saranno per caso degli omofobi della peggior specie che tentano di mascherarsi fingendo di essere dalla loro parte e volerli proteggere?

Restando in tema di persone che Giove ha deciso di perdere, ecco il nostro meraviglioso manlietto nazionale che
libici
E giustamente qualcuno prevede per il futuro
zoccole
E per finire vi offro questa meravigliosa collana di perle che l’amico Fulvio Del Deo ha pazientemente infilato per noi.

Fulvio Del Deo

Qultura a 5 stelle.

  1. Pinochet dittatore del Venuezuela (Luigi Di Maio)
  2. Napoleone combatté ad Auschwitz (Alessandro Di Battista)
  3. I Mille sbarcarono a Quarto (Carlo Sibilia)
  4. Matrimoni fra specie diverse purché consenzienti (Carlo Sibilia)
  5. L’Irlanda è un Paese mediterraneo (Angelo Tofalo)
  6. In America microchip nel corpo umano (Paolo Bernini)
  7. Il 50% della popolazione romena è criminale (Luigi Di Maio)
  8. Il pil cresce con l’uso dei condizionatori (Barbara Lezzi)
  9. Per sostituire l’economia dell’Ilva si può rilanciare la produzione di mitili (Barbara lezzi)
  10. Stato civile: italiano (Filippo Gallinella)
  11. Difendiamo il cibo italiano, no al grano saraceno (Filippo Gallinella)
  12. Possiamo dare 5.000 euro al mese ad ogni pensionato (Giulia Sarti)
  13. Per la pace mondiale per fortuna c’è Putin (Alessandro Di Battista)
  14. Sul Ponte Morandi si potranno fare i picnic (Danilo Toninelli)
  15. In 3 giorni Dio creò il mondo (Carlo Sibilia)
  16. Lo sbarco sulla luna è una farsa (Carlo Sibilia)
  17. Andiamo a dire a Gillet Gialli che siamo al loro fianco (Luigi Di Maio & Alessandro Di Battista)
  18. Il Restitution day è l’evento politico più importante dagli omicidi di Falcone e Borsellino (Carlo Sibilia)
  19. Il tunnel del Brennero lo usano in tanti (Danilo Toninelli)
  20. Abbracciamo gli amici libici per la tragedia di Beirut (Manlio Di Stefano)

barbara

GEOGRAFIA FISICO-POLITICA

Descrizione

Da decenni soffro di sciatica. A sinistra. Da molto tempo soffro anche di artrosi a entrambe le spalle. Ma a sinistra di più. Soffro anche di artrosi alle anche, entrambe. Ma a sinistra di più. Mi crea pure grossi problemi una tendinite all’inguine. Da tutte e due le parti, però quella a sinistra è molto più tremenda. Anche le fratture vertebrali sono entrambe sulla parte sinistra delle rispettive vertebre, e così pure le tre ernie e le due protrusioni.

Diagnosi

La sinistra è malata.

Ampliando il sinistro discorso dalla geografia locale a quella nazionale:

ANDREA BISICCHIA

Prodi consiglia al governo in carica oltre a una patrimoniale anche una tassa sul contante, De Benedetti (tessera Pd) con residenza fiscale in Svizzera consiglia una patrimoniale annuale mentre l’ex deputata miracolata Leu ora piddina consiglia l’Imu sulla prima casa … Dunque, aveva ragione Montanelli quando affermava: “La sinistra ama talmente i poveri che ogni volta va al potere li aumenta di numero”? (Luisalu)

E poi anche

Il Paese sprofonda, ma Conte e i suoi perdono solo tempo

Quel che è Stati è Stati: dieci giorni a gozzovigliare, diciamo le cose come stanno, risultati: non pervenuti. I grillini da Quarto Stato a Stati Generali, da classe dirigente a digerente: stuzzichini e champagne, roba per palati fini, quanto ai piddì, loro ci sono abituati. L’orgia del potere ha partorito la solita conferenza stampa sull’imperial-cartonato: parole, parole parole, caramelle non ne vogliamo più, la luna e violini dalli a Casalino. Tanti confronti, cioè banchetti, e proposte concrete una e una sola: se ne riparla a settembre.
Quando, auspicabilmente, il paese sarà definitivamente steso e, dovesse ancora agonizzare, è pronta la seconda ondata made in virology. Si assiste a dibattiti surreali, Giuseppi: “Si potrebbe tutti quanti abbassare un po’ l’Iva”, il Pd: “No tu no, intanto facciamo la patrimoniale”. Fortemente indeciso a tutto, salvo che a durare, Conte ha finito le idee meravigliose; la preziosa ricerca bimbominkia di Colao cestinata senza neanche guardarla, i mugugni di Confindustria irrisi nel consueto stile alla cafona, in compenso largo spazio a giullari, guitti, istrioni e star da deep state, dagli archibugi Fuksas e Boeri ai professionisti della narrazione un tempo renziana come Baricco, fino alle coscienze artistiche, Guerritore, Tornatore: serenate a cura di Elisa, creazione di Caterina Caselli, che a questo punto dovrebbe avere, se c’è giustizia a questo mondo, l’estate rigurgitante di serate di piazza targate Pd e 5 Stelle lockdown permettendo, ma si sa che anche quello coi nemici si applica, coi compagni si interpreta.
Intanto, fuori. Fuori Villa Pamphilj, monopattini assassini cinesi falciano passanti. Pregiudicati blindati (dal Pd) importano carne umana nell’assoluta impunità. La magistratura corrosa si scioglie nel suo stesso acido. La filiera produttiva nazionale, che per l’80% è piccola per noi, troppo piccolina per sopravvivere allo scempio dell’isolamento, si dissolve. L’assistenza di stato non si vede ma il presidente dell’Inps grillino dice che gli imprenditori sono dei lazzaroni abituati ad andar di schiena. Gli ipocriti globali del Black Lives Matter Antifà, cioè neobrigatisti diffusi, finanziati dai soliti burattinai, sfasciano statue e memorie passando già ai viventi. La Ue, nostra signora del sussidio e del tormento, si rimangia per l’ennesima volta le allettanti promesse. Stragisti islamisti ammazzano a fil di lama tre incolpevoli ed altrettanti ne feriscono, ma non è terrorismo anzi lo è ma figlio del disagio mentale. Ce ne sarebbe da preoccuparsi a questo mondo, ma alla nobiltà stracciarola degli Stati Generali intenta a rincorrersi tra urletti divertiti, che gli frega?
Il paese sprofonda nella rassegnazione, non vede vie d’uscita, i cittadini non si scrollano di dosso una sindrome da isolamento che continua con altri mezzi ma nella stessa strategia, quella del terrore, dell’allarme, della dannazione per chi osa respirare; impossibile pensare ad una risalita in queste condizioni psicologiche. Ma a Conte che gli frega? Lui è qui per resistere, Mattarella non dà segni di vitalità, tutto pare scivolargli addosso, ha appena fatto un incredibile appello ad importare più clandestini, detti migranti, in assoluta consonanza con questo incredibile pontefice e c’è chi maligna: non è che ha voluto mandare un messaggio, continuate a difendere il Pd e le sue politiche oltre ogni limite, costi quel che costi? Magari no, ma, in assenza di alternative logiche, il sospetto è l’unica cosa che rimane. Dieci giorni di Stati Generali son volati, son serviti a perdere tempo per prendere tempo ma è ancora troppo presto per le ferie d’estate, tocca inventarsi qualche altra cosa come quando si faceva sega a scuola: morte di una nonna, gomme dal tram bucate, marziani, forse l’ultima è reclutare Greta e rilanciare l’allarme sul riscaldamento globale alimentato dal coronavirus alimentato dal riscaldamento globale. Se è vero che la luminare in treccine ha appena proclamato su Instagram, con la lucidità che la contraddistingue: “Si scopre che tutta la nostra società è solo un grande partito per nudisti”.
È vero, il re è nudo ma se a dirlo è il re, non serve a niente. Greta è spogliata, Giuseppi è spogliato, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, tutto il potere non al popolo armato (di pazienza esagerata), ma al ministro chitarrista, Bella Ciao Gualtieri! In America buttano giù le statue dei padri della patria da Washington a Lincoln a, ultimo rimosso (da De Blasio, quello con figlia antifà) Roosevelt, in Germania tirano su quella di Lenin “pioniere della libertà e della democrazia”.
La storia riscritta con l’LSD, ma ecco l’idea! Un bel rave party, che duri almeno una settimana, e dentro tutti: da Giuseppi a Di Battista, da Casarini a Casalino, da Cesare Battisti, guest star, a Christian Raimo, Jovanotti, Fiorella, svariati figli d’arte senz’arte né parte, Silvia Aisha, una gradita delegazione del governo venezuelano, il pilota Hamilton che giustamente grida alla discriminazione etnica guadagnando appena 120 milioni l’anno e, naturalmente, non può mancare Sergio Sylvestre, ugola nobile, ultima vittima del razzismo montanelliano. L’intendenza seguirà, come diceva Napoleone, quello che si credeva Giuseppi.

Max Del Papa, 23 giugno 2020, qui.

Già, a proposito: ma è davvero tanto tanto tanto razzista dire che sta roba fa cagare

e che è una vergogna che uno che deve cantare una cosetta di due strofe non si prenda la briga di impararle? E sempre a proposito di razzismo, se per caso vi fosse piaciuta questa roba qui

vergognatevi, sporchi infami razzisti! (rubato qui)

Tornando poi alle infamie di questo nostro immondo governo di sinistra che ci sta trascinando nel baratro, questa è l’ultima della serie, sempre che mentre stavo scrivendo non abbiano combinato qualcos’altro. Peccato che non ci sia una sigla adeguata anche per loro.

barbara

ALLARME ANTISEMITISMO

Che come tutti sanno – e come ci ha spiegato anche la signora Segre, che proprio per questa ragione ha votato a favore del nuovo salvifico governo – è esploso con la destra di Salvini al governo, destra vicinissima al nazismo con un leader gemello monozigote di Hitler.
sinistra negazionista
Sono andata poi a ripescare dai miei archivi due battute tratte da un lunghissimo scambio di una ventina d’anni fa con una tizia comunistissima secondo la quale gli israeliani sono identici ai nazisti nel loro sistematico sterminio degli innocenti palestinesi, e attraverso tutta una serie di slittamenti e contorcimenti si è arrivati a queste due battute (colori, maiuscole e grassetto sono stati usati per distinguere i quattro diversi interlocutori):

Barbara – Nel senso che anche Hitler si stava difendendo? Ah già, certo, dal famoso complotto, come dimostrano i Protocolli!

LUANA – NO – HITLER E LA GERMANIA SI SONODIFESI IN TERMINI INFAMI – CONTRO L’ECONOMIA DEGLI EBREI – CHE IN GERMANIA STAVANO IMPOVERENDO TUTTI I TEDESCHI. LA NOTTE DEI CRISTALLI RIGUARDO’ IL 90 PER CENTO DELL’ECONOMIA TEDESCA PERCHE’ GLI STESSI NON AVEVANO NEGOZI – ECCO LA SOLUZIONE E’ STATA FOLLE – MA DICIAMO SEMPRE E TUTT LA VERITA’

Ecco un chiaro pensiero di estrema sinistra: Hitler ha indubbiamente esagerato (eccesso colposo di legittima difesa?) ma tutto quello che ha fatto l’ha fatto perché si doveva difendere, “gli ebrei stavano impoverendo tutti i tedeschi” – e si noti il “tutti” – i quali non avevano negozi perché erano tutti in mano agli ebrei. Aggiungo che in passato ogni tanto l’amico Fulvio Del Deo mandava in giro degli autentici rigurgiti di vomito antisemita invitandoci a indovinare se fossero di autori nazisti o comunisti, e indovinare era impossibile, perché erano assolutamente indistinguibili. Ma voi non fateci caso: lo sanno tutti che l’unico vero pericolo è la destra, che se non fosse stata messa nell’angolo avrebbe sicuramente rispolverato le leggi razziali e riaperto i campi di concentramento.

barbara

IL CITOFONO, SALVINI, E LE ANIME BELLE

Comincio con questo articoletto di sette anni e mezzo fa (gelosamente conservato nel mio archivio, perché io lo so che non va buttato via niente perché prima o poi serve. Ecco, adesso serve).

IL MICROCITOFONO

Mark è un caro amico inglese. Ha studiato in Italia, vuole bene agli italiani, si dispera di fronte al nostro declino. L’ho rivisto questa settimana. Si occupa adesso di informazione televisiva, ma ha insegnato a lungo letteratura italiana. Con lui la conversazione è sempre brillante, ha un forte senso del comico e della teatralità. Anni fa ci aveva fatto morire dal ridere imitando le interviste ai politici colti alla sprovvista mentre camminano per strada. Il mutismo di Cuccia gli era sembrato un gioiello alla Chaplin, ma pur sempre un episodio da circo di strada, indegno di una civile e moderna informazione. Ho chiesto a Mark che cosa lo colpisce nei nostri telegiornali. Pensavo mi parlasse degli esiti della sentenza-Berlusconi. La sua risposta mi ha spiazzato più della sentenza della Cassazione, che a dire il vero, per il modo spagnolesco come è stata formulata davanti a milioni di telespettatori, richiedeva come minimo una laurea in giurisprudenza perché si capisse che di condanna e non di assoluzione si trattava. Il microcitofono. Ecco invece che cosa ha colpito la fantasia di Mark. Il microfono appoggiato sul citofono di un ignaro cittadino. Sullo schermo tu vedi una mano reggere un “gelato”, come si dice in gergo. Sia di Mediaset, della Rai o della 7 non fa differenza. Lo sventurato, microcitofonato, quasi sempre, risponde. D’estate capita più spesso, perché la cronaca nera occupa molto spazio nell’informazione e i gelati forse rinfrescano. C’è qualche cosa di impudico, ha osservato Mark, la sera in cui ad essere microcitofonata era una madre che aveva appena perso un figlio nell’incidente del bus in Irpinia. Mark mi ha promesso di fare una piccola inchiesta comparativa per verificare se altri cronisti nel mondo civilizzato sono capaci di tanta crudeltà.
Alberto Cavaglion (21 agosto 2013)

Non so se lo abbia fatto, ma immagino che la risposta sia no, questa cosa incivile credo proprio che ci sia solo in Italia. E dunque in Italia si fa così, è un’abitudine, si fa normalmente, lo fanno tutti e nessuno si scandalizza, nessuno protesta, nessuno lancia anatemi (non sono politici? Non hanno responsabilità di governo? Non rappresentano lo Stato? Vero. Però è anche vero che sono pagati per fare informazione, che dallo sciacallaggio, almeno in qualche dettaglio, si dovrebbe distinguere). L’ha fatto anche Salvini, che però, oltre ad alcuni altri dettagli che fra poco vedremo, non aveva il microfono. E passo a questo articolo di Alessandro Rico.

Peggio di Salvini al citofono c’è la sinistra in fuga dalle periferie

«Scusi, lei spaccia?». La citofonata del leader leghista al tunisino accusato di essere un pusher è, evidentemente, una «salvinata». Uno scivolone, una caduta di stile. Forse figlia di questo tempo, forse dell’immaturità politica di un «Capitano» bravissimo in campagna elettorale, ma ancora poco a suo agio nei panni dell’istituzione. Per citare un ex premier, Matteo Salvini è solo un «senatore semplice». Ma da un ex ministro dell’Interno, che aspira a diventare presidente del Consiglio, ci si aspetterebbe un po’ più di contegno.
C’è persino chi – sul Sole 24 Ore – si è divertito a elencare tutte le potenziali violazioni commesse dal capo del Carroccio. Per carità, critiche sacrosante: se uno pensa a uno statista, persino nell’era dei social e dei tweet al vetriolo, non immagina un politico che fa sceneggiate del genere. Sarebbe troppo pure per personaggi notoriamente sopra le righe, come Boris Johnson o Donald Trump. Detto questo, però, non vorremmo che ci si soffermasse sul dito della «salvinata» e si ignorasse la luna dell’emergenza periferie.
In un quartiere di Bologna, il Pilastro, nel 2020 accade che la brava gente viva in mezzo agli spacciatori (non sarà il caso del tunisino, ma non cadiamo dal pero, fingendo che in quei posti non si smerci droga). Accade che le classi sociali più disagiate condividano i loro spazi con i criminali, che le zone popolari siano diventate zone delinquenziali. Accade che una signora, magari un tantino sanguigna, dichiari candidamente di girare armata per timore di aggressioni. Accade che un mix letale tra buonismo e immigrazione abbiano trasformato certe aree urbane in luoghi senza legge, senza ordine, senza Stato, in cui gli abitanti convivono con il terrore e le intimidazioni. E tutto questo non succede solo a Castel Volturno, la terra di nessuno dove la camorra è stata scalzata dai clan nigeriani. Anche quello è un orrore inaccettabile, ma in un certo senso, ci abbiamo fatto il callo.
Scopriamo invece che il degrado alberga nella civile Emilia Romagna, quella che «non si lega», quella che le sardine vogliono difendere dalla barbarie sovranista. E ci accorgiamo che proprio questa sinistra ricolma di coscienza civile, per cui la vera urgenza, il vero dramma sociale, è il fantomatico ritorno del fascismo, ai citofoni delle borgate non suona da un bel po’.
Per cui Salvini avrà sbagliato, avrà esagerato, sarà stato inelegante, inopportuno, di cattivo esempio; però i moralisti che lo bacchettano, in quelle periferie non si sono mai fatti vedere. Erano troppo impegnati a garantire gli interessi dell’alta borghesia, per accorgersi che la loro bontà, il loro umanitarismo, l’avrebbero pagato i più deboli. È così che – culturalmente, prima ancora che elettoralmente – questa sinistra, a Salvini, la vittoria gliel’ha… citofonata.
Alessandro Rico, 23 gennaio 2020, qui.

Concordo quasi su tutto; il quasi è rappresentato dall’inizio: no, non è stata una guasconata, una caduta di stile, un sintomo di immaturità politica: è stato un segno, il segno giusto da dare a quella fetta di cittadini italiani a cui i buoni di professione hanno rubato perfino il diritto di protestare. È stato un dire a quella gente oppressa e terrorizzata “Io ci sono. Io vedo, io sento, io parlo”. E sembra che anche qualcuno dei commentatori all’articolo la pensi come me. Ne ho presi alcuni, che mi sembrano particolarmente interessanti.

Diciamo che certa sinistra è abituata a frequentare certi quartieri solo per necessità di … rifornimento. E si inkazza se vai da quelle parti a disturbare certi commerci.

La cosa più imbarazzante è che la sinistra pur di dar addosso a Salvini, difende uno spacciatore! ripeto SPACCIATORE. davvero grottesco, patetico e ipocrita.

Sulle prime ho pensato questo episodio come a una simpatica guasconata. Pensandoci meglio, però, ho fatto alcune considerazioni: se uno ha il citofono col nome sopra, vuol dire che gli si può citofonare. Delle due l’una: o in casa ci sta uno spacciatore, o no. Se non c’è, perché c’è un nuovo inquilino, è un errore di persona, e bastano le scuse. Se l’inquilino è in effetti lo spacciatore, dove sta l’offesa? In questo paese a una persona perbene si può dire qualsiasi cosa, ma non si può dire a un delinquente che è un delinquente?
Secondo punto: Salvini è stato sollecitato dalla madre di un ragazzo morto per droga. Vuoi che a suo tempo questa signora non abbia allertato anche polizia e inquirenti? Evidentemente a vuoto. In ogni quartiere si sa chi spaccia, chi ricetta, chi organizza giri di prostitute, dove si riuniscono i rom a consegnare la mazzetta al loro capo, ecc.
Perché le forze dell’ordine non intervengono? Forse perché hanno le mani legate?
Infine: che danno ha ricevuto lo “studente”?
Avrà sicuramente la “carriera” facilitata dall’offesa di Salvini.

nei panni di Salvini che viene avvicinato da una madre che HA PERSO UN FIGLIO PER OVERDOSE, la quale gli indica l’abitazione di una famiglia di spacciatori, cosa avreste fatto ?
Poteva indicarle (od accompagnarla) dai Carabinieri, come predicano le anime belle, ma ipocrite, che fingono di non sapere la TOTALE INUTILITA’ di queste denunce.
Oppure poteva fare ciò che ha fatto, dimostrando concreta solidarietà alla povera madre, evidenziando il disastro sociale dello spaccio libero ed impunito.
Non sono un leghista, ma questo gesto, pur poco ortodosso, dimostra molta più umanità di tanti discorsi pieni di retorica buonista.

@ Rico, che scrive: «In un quartiere di Bologna, il Pilastro, nel 2020 accade che la brava gente viva in mezzo agli spacciatori.» Accade che la signora sanguigna che ha accompagnato Salvini il giorno dopo abbia trovato la sua auto col parabrezza sfondato. Accade anche che la droga viene spacciata non solo al Pilastro, ma anche alla Montagnola, in Piazza Verdi (cuore della zona universitaria), ecc. Accade, accade… Bisognerebbe vivere a Bologna per vedere ciò che accade, e rendersi conto di quanto del degrado della città.

La citofonata “sopra le righe” non è altro che ciò che fanno giornalisti di ogni parte da anni ed anni, quando indagano su fenomeni non raccomandabili.
Magari ricevendo in cambio violenze intimidatorie, come in questo caso la violenza contro l’auto della signora.
Nell’inazione di chi sarebbe deputato ad evitare il degrado, altri soggetti si preoccupano di denunciare (NB: solo denunciare, fermo restando che sul resto ci sarebbe da discutere) ciò che non viene risolto.
Quindi no, non c’è proprio niente di male nel farlo, anzi: è precisamente il modo per dare la giusta attenzione a certi fenomeni, che altrimenti vengono ignorati costantemente, lasciando le persone normali (i veri “deboli” da difendere, oggi), alla mercé di prepotenti di ogni genere.
La sinistra non è solo colpevole di “stare lontana dalle periferie”: è colpevole di difendere questa degenerazione di molti luoghi del paese.
Perché non solo se ne frega, ma non manca di stare sempre dalla parte sbagliata.
L’esempio lampante di tale modo di fare, anche se non italiano, è quello delle gang di stupratori pedofili pakistani in UK, coperti e non perseguiti dalla polizia per non creare “tensioni razziali” e scemenze simili.
Serve un gran bel casino contro questo atteggiamento, altroché.

E a forza di impedire che qualcuno tocchi Caino, siamo arrivati a catturare, legare, bendare, imbavagliare il povero Abele e servirlo su un piatto d’argento. Già appecorinato, così non devono neanche fare la fatica di mettercelo loro.

barbara

AGGIORNAMENTO:

  1. il “citofonato” è stato arrestato SEI volte e segnalato TREDICI volte per spaccio anche di eroina. Tra l’altro lo ha ammesso l’interessato;
  2. il fratello del “citofonato” è stato in carcere per SETTE anni per vari reati tra cui rapina, spaccio e lesioni;
  3. la signora italiana che accompagnava il perfido Matteo ha avuto un figlio morto di overdose;
  4. a seguito di ciò la signora è stata minacciata di stupro e di morte;
  5. dopo la “citofonata” alla signora hanno spaccato parabrezza e vetri dell’auto a sassate;
  6. il palazzo dove è avvenuta la citofonata incriminata è occupato abusivamente da trenta gruppi di preziose risorse maghrebine. (qui)

OGGI PARLIAMO DI CULTURA

Che è, come tutti sanno, quella cosa che abita esclusivamente a sinistra: chiunque sia destrorso, chiunque sia centrodestrorso, chiunque non sia profondamente convinto che il comunismo è il paradiso in terra, e tanto più paradisiaco quanto più estremo, è un rozzo ignorante buzzurro troglodita, analfabeta di ritorno o analfabeta funzionale nel migliore dei casi, analfabeta e basta nei casi normali, lo sanno tutti. Ora, prendiamo l’Iliade. I primi nove versi li abbiamo imparati tutti, e probabilmente ancora, tutti o quasi, siamo in grado di recitarli. Poi c’è qualcuno, più colto della media, che questi 44 versi li ha imparati tutti, e magari li sa anche recitare a memoria.

Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi,
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l’alto consiglio s’adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atride e il divo Achille.
E qual de’ numi inimicolli? Il figlio
di Latona e di Giove. Irato al Sire
destò quel Dio nel campo un feral morbo,
e la gente perìa: colpa d’Atride
che fece a Crise sacerdote oltraggio.
Degli Achivi era Crise alle veloci
prore venuto a riscattar la figlia
con molto prezzo. In man le bende avea,
e l’aureo scettro dell’arciero Apollo:
e agli Achei tutti supplicando, e in prima
ai due supremi condottieri Atridi:
O Atridi, ei disse, o coturnati Achei,
gl’immortali del cielo abitatori
concedanvi espugnar la Prïameia
cittade, e salvi al patrio suol tornarvi.
Deh mi sciogliete la diletta figlia,
ricevetene il prezzo, e il saettante
figlio di Giove rispettate. – Al prego
tutti acclamâr: doversi il sacerdote
riverire, e accettar le ricche offerte.
Ma la proposta al cor d’Agamennóne
non talentando, in guise aspre il superbo
accommiatollo, e minaccioso aggiunse:
Vecchio, non far che presso a queste navi
ned or né poscia più ti colga io mai;
ché forse nulla ti varrà lo scettro
né l’infula del Dio. Franca non fia
costei, se lungi dalla patria, in Argo,
nella nostra magion pria non la sfiori
vecchiezza, all’opra delle spole intenta,
e a parte assunta del regal mio letto.
Or va, né m’irritar, se salvo ir brami.
Impaurissi il vecchio, ed al comando
obbedì. Taciturno incamminossi
del risonante mar lungo la riva.

Se poi qualcuno è proprio molto coltissimerrimo, è anche capace di leggere l’originale:
Iliade
I poveri rozzi ignoranti buzzurri trogloditi analfabeti destrorsi, invece…

barbara

QUANDO I POLITICI SI DANNO ALL’ITTICA 3

Ultima. Che inizia con questi due splendidi – e cattivi il giusto – pezzi di Max Del Papa. Per riflettere. E per godere, anche.

Ritratto del “Sardinista” che si è impancato a coscienza civile: vittimismo e arroganza genetica

 di Max Del Papa

Sulla fenomenologia delle sardine ha già detto molto, se non tutto, Daniele Capezzone; sulla fisiognomica forse no e allora, consapevoli che è un lavoro carogna, ma qualcuno lo deve pur fare, eccoci qua. C’è questo Mattia Santori, il caposardina, il Sardinista, con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che hanno costor, che stanno col Piddì. Faccia leopoldina, sul finto alla mano, finto semplice, finto giovane, finto tutto. Finto umile, anche: gli è bastata una mezz’ora di notorietà e subito s’è impancato a coscienza civile, i detrattori tutti “merluzzi” (che originalità), la stizza se gli fanno una domanda irriguardosa, le accuse un po’ andanti, il vittimismo in corner, l’arroganza genetica, “io porto in piazza ventimila persone, capito, sciacalli che mi spulciate i social”, l’annuncio vagamente ammonitorio della “convocazione delle linee guida”, come a dire siamo già qui che ci contiamo, modello picchettaggio con assemblea autogestita ma fuori i fascisti dalla scuola, a conferma di un approccio movimentista, da stati generali da travolgere in un affettuoso afflato rivoluzionario, seppure ZTL.

Il Sardomobile ne ha contate di storie, in queste ore, tutte più o meno incenerite dalla realtà: eravamo quattro amici al bar, non abbiamo dietro nessuno, dovevamo far qualcosa per opporci a questa opposizione di brutti e cattivi. Sempre con quella faccetta spocchiosa, leopoldina, da istruttore di freesbee. Lo guardi e pensi, ma io questo qui l’ho già visto, dove l’ho già visto? E infine, folgorante, l’illuminazione: ma sì, stava sul palco, che palco? Oh bella, il palco: dell’Ariston, del Concertone, da Sanremo al Primomaggio. La sardellina leaderina Mattia è il gemello siamese di Lodo Guenzi, leaderino degli Stato Sociale: stessa creatività mercuriale, identica propensione alla satira, uguale profondità di pensiero, analoga propulsione all’ironia contagiosa; per niente interessati, o carrieristi, o ambiziosi, ma soprattutto buoni. Loro, così carini, così educati, ma non irritateli, se no torna subito fuori il dispetto dei bambini capricciosi, fanno quello che fanno perché lo fanno, perché devono, perché c’è bisogno di loro: qui, specie in Emilia Romagna, c’è un feroce regime nazi-trattino-fascista-trattino-leghista-trattino-sovranista, e dunque se non ora quando? Mattia, come Lodo, ti guarda e mostra (o finge) di capirti o almeno di provare a capirti: sono per il dialogo, per il confronto, a patto che sia chiaro che han ragione loro, dall’esordio all’exit. Diciamo la verità: uno slogan come “Bologna (o Modena, di seguito le altre date del tour) non si Lega”, non è travolgente, divertente, irriverente? Non potrebbero cantarlo gli Stato Sociale sul palco dell’Ariston? Sai le risate, magari con un Prodi che sgambetta.

La sardina uguale a tutte le altre sardine, ma un po’ più uguale Matteo, dunque, va in giro per microfoni e telecamere a ribadire il suo giuramento della pallacorda, ma soprattutto della palla: noi spontanei, dal basso, niente partiti dietro, niente burattinai. Non una di queste verità alla prova dei fatti risulta vera, dietro ci sono i Clò e i Prodi, davanti i Fico, Zingaretti, Maurizio Martina, insomma il Politburo, e in mezzo i soliti auspicati incarichi nel parastato, nel Parlamento, nei giornali e nel varietà: ma che importa? Sotto col cahier de doleance, giacobini e cordiglieri uniti (foglianti no, in piazza Maggiore non entrano, è cosa loro): più Europa, più Erasmus, più accoglienza, più migranti, più egualitarismo, più cultura, più tasse (di fatto le sardine di piazza avallano il governo più tassatore della memoria recente), in una parola: più stato sociale. Una vita in vacanza, la sardina che danza. Casomai le cose dovessero andar male, contrordine sardine: si cambia mare.

Affinità e divergenze tra il compagno Matteo e il compagno Lodo. Pochissime le divergenze. Separati alla nascita con quei riccioli irriverenti e accuratamente trascurati (quasi un manifesto ideologico), la convinzione d’essere necessari ai destini dell’umanità, ma quella giusta, l’espressione finto svagata che cela una finta intelligenza che cela una vera modestia. O, parafrasando Marx (Groucho): “Quel tale sembra quel che sembra, ma non lasciatevi ingannare: lo è davvero”. Il nostro sogno, prima che anche le sardine passino, sbalzate da un’altra trovata dall’insostenibile leggerezza dell’essere in tournée, è vedere i due scapigliati solidali in un duetto, perché no il remix dell’indimenticabile Renato Rascel: “Noi siam sardine, ma cresceremo, e allora virgola, comanderemo”. Sì, buonasera! (qui)

Carola e le Sardine: il crepuscolo della sinistra

La foresta intrecciata in testa, da gorgone, ma incamiciata al modo dei detenuti, perché il vittimismo è strategico. Così si presenta questa Carola, che in Italia torna sempre perché ha capito che le conviene: nessuno le chiede niente e lei, nell’adorazione generale, può delirare alla maniera di chi vive di truffe morali: ricca, figlia di un mercante d’armi al servizio dei Servizi, inconcludente, annoiata, molla la fatidica predica sul capitalismo egoista, affamatore e inquinatore.

Si è portata anche il migrante di scorta, che ci fa un po’ la figura di Fantozzi e Filini sul panfilo del megadirettore. E lì capisci come una così, insieme a quell’altra, la mocciosa dissociata che minaccia di morte l’umanità che in cambio la fa ricca e famosa, possa diventare il totem di una generazione Z, come la chiamano, che sarebbe l’ultima, attuale, ma poi chissà, perché ormai le percezioni sono tutte “fluide”, per dire possibili, indefinite, aperte, giovani ancora a 40 anni che girano, come trottole vane, Peter Pan senza causa. Finché non se ne inventano una.

Ecco perché ama tanto odiare, questa gentina molle, lasca, irrisolta. Non può farne a meno, e le conviene. Gente viziata, rammollita; isterica. Benestante e maligna, “fondamentalmente cattiva”, per dirla proprio con Fantozzi, del genere aggressivo-lagnoso: mettono “il nemico” a testa in giù ma alla prima battuta partono a rullo con gli slogan imparati dal babbo di tutti i pesciaroli, quello con la testa a ogiva: macchina dell’odio, mi volete ammazzare, io rischio la pelle. Fanno l’opposizione all’opposizione, li lasciano fare, hanno dietro soldi, partiti e buona stampa, ma si sentono più eroici dei ragazzi iraniani, curdi, o di Hong Kong. Sono patetici, ma soprattutto falsi: sanno benissimo, come lo sapevano i loro antenati casinisti, di avere licenza di cazzeggio e di cazzate, tanto poi al momento di rientrare nei ranghi le loro potenti famiglie li riaccoglieranno nell’ordinata vita borghese di sempre: negli studi professionali dinastici, nell’editoria, nell’informazione che già lecca loro il culo. Sono petalosi, frolliti, e carognette: “non avete diritto di essere ascoltati”. Slogan da totalitarismo, e infatti questi insopportabili giovani a vita ricordano una Banda dei 4. Coi loro pesci di cartone sotto al braccio, i riccioloni accuratamente scomposti, i sorrisetti di superiorità e la tragica ignoranza da profeti del populismo più sordido.

Che sanno fare? Niente: tirano il freesbee, pedalano per l’Europa, si occupano di diritti solidali, insomma: si scavano una carriera da nullafacenti che giustamente si pretendono in politica: meno sanno, più curriculum fanno. Questa ragazzaglia sopra i 30 anni, senza grinta e senza orgoglio, del tutto anodizzata, non si capisce che siano, acciughe, conigli, non hanno nessun tratto, nessuna presenza, i classici sfigati che accumulano astio di classe, nel senso che si sentono ceto superiore, finché un giorno trovano il jackpot, si trasformano in marionette, si trovano il loro Barbablù. Tanto insicuri, tanto smaniosi di rivincite, che lo ammettono: “La notorietà fa piacere”. Oltre questo non vanno, il loro orizzonte non si protende più in là del frisson da ringhiera, alla liturgia militante ma penosa di Fabio Fazio, curiosa sorta di burattino-burattinaio. Tutto in loro è odioso, indisponente: le facce, i gesti, le ambizioni, le bugie. Le parole sottovuoto spinto. L’inconsistenza. La stupidità. La spocchia. La presunzione. La vanità.

E i simboli: le sardine, che sarebbero l’ossimoro dell’indipendenza, dell’autonomia: non si “Legano”, non cascano nelle suggestioni del nemico, da appendere, da uccidere, ma si legano tra loro a branchi, un solo organismo, una sola nuvola senza cervello. Sono intolleranti e predicano tolleranza. Sono cattivi e sbandierano bontà. Sono analfabeti, e menano vanto della cultura. Sono cialtroni, e si atteggiano a guru. Sono arrivisti, e fanno le coscienze civili. Sono in vendita, e accusano il mondo di prostituirsi. Sono egocentrici, e pretendono accoglienza. Sono narcisisti, e impongono integrazione. Sono razzisti, e millantano società aperte. Sono mezzi, strumenti piuttosto torbidi: dietro hanno i rottami della prima Repubblica, come Prodi; davanti hanno le Cirinnà indemoniate col gender (cacciano chi non sia d’accordo con l’utero in affitto e le altre alchimie vendoliane); in mezzo, hanno le nomenklature piddine di tutte le regioni.

Questo sono i loro gruppi Facebook, pentoloni di marpioni di un partito che dopo l’Umbria perderà tutto il resto e lo sa. E, senza partito, tutti questi incapaci verbosi, puntati sulle “politiche dei diritti”, quanto a dire il vapore, l’aria che cammina, restano completamente privi di sovvenzioni. Perché non sanno fare niente, non hanno voglia di fare niente, tranne incassare. La loro idea di futuro è vecchia come il peccato: svettare da mediocri in un mondo di mediocri, lasciarselo alle spalle e finire per campare tutta la vita di burocrazia, di partito, di parole. A spese di chi lavora, rischia, si danna. Sono quelli che criticano, demonizzano, giudicano ma non creano mai niente, rigorosamente, non offrono alcun apporto e in fondo è meglio così, perché qualsiasi cosa si azzardino a fare, finisce in uno spumeggiante fallimento. A carico della collettività, s’intende: loro, del loro, non ci rimettono mai un ghello, anzi, guadagnano puntualmente dei disastri che infliggono.

Sono i parassiti di ieri, di domani, di sempre, senza una chiesa non sanno stare, possono vivere solo in branco, dove subito cominciano a mordersi, a mangiarsi tra loro (vedrete quanto dureranno anche questi). Sono i pronipotini di Toni Negri, di Adriano Sofri, di Erri de Luca, di Vauro, che puntualmente li coccolano, li esaltano. Sono apolitici nel senso che oggi qui, domani là, come cantava Patty Pravo, e anche in questo nessuna novità, tutto già visto, tutto già constatato. Ma vegetano, bivaccano sempre ai margini del potere, preferendo fare la fronda all’opposizione (quando non comanda). Solo apparentemente meno sprangatori, meno feroci di allora, forse perché ancora più vigliacchi. Apparentemente. Figli dei social, nipoti del solito stagno di estrema sinistra, ieri cellula di base, oggi centro sociale. Da pantere a sardine, che ridicolo inizio, che tragica fine.

Max Del Papa, 25 novembre 2019 (qui)

Concludo con due piccole ma deliziose chicche: un commento lasciato da un lettore a un articolo di andrea Marcenaro

fabriziocelliforli

Sardine a Piacenza. Bon. Mi chiedevo fra me e Voi se , qualora la situazione richiedesse l’intervento delle forze dell’ordine, potrebbe trattarsi di sgombro..

E questa foto
Ferrara 1
così commentata da qualcuno di cui non ricordo il nome:

Le Sardine sono così brave a nuotare che al Castello di Ferrara camminano sul fossato.

Cioè, giusto per chiarire, per chi non lo conoscesse
Ferrara 2
Ferrara 3
barbara