ECCO QUA

Guardate come sto bene nella mia casa con vista mare!
casa nuova
E ora, poiché non c’è rosa senza spine, andate a leggere questa sfolgorante sfilata di intrepidi animalisti. Poi salta sempre fuori qualcuno a dire ah ma questi qua non sono mica veri animalisti, i veri animalisti non sono mica così… Beh, sono esattamente come quelli che, ogni volta che qualcuno uccide e massacra – dichiaratamente – in nome dell’islam, ci vengono a spiegare che quello, no, non è il vero islam.

barbara

CHI SPECULA SUGLI ANIMALI? (PARTE TERZA)

E veniamo all’affaire “Green Hill”. Se andiamo a guardare i FATTI anziché lasciarci incantare dagli strilli isterici degli animalari di professione (professione molto redditizia, come è stato precedentemente dimostrato), incontriamo diverse cose interessanti: testimoni totalmente ignoranti della materia su cui dovrebbero testimoniare in qualità di esperti; raddoppio della mortalità di cani – più tutta una serie di altri disastri – dopo che sono stati sottratti agli “assassini” di Green Hill; la delirante leggenda dei cani mutanti; una interessante rassegna di bufale diffuse sul caso in questione; le incredibili invenzioni e ribaltamenti, a scopo sensazionalistico, delle associazioni animaliste che, come quando i pallestinari esibiscono foto di bambini siriani uccisi, bambini iracheni uccisi, bambini israeliani uccisi spacciandoli per bambini palestinesi uccisi, ci inducono a chiederci: ma se c’è una così incredibile mole di misfatti a carico di questi efferati criminali, perché non ci documentano quelli invece di continuare a propinarci tutta questa paccottiglia di colossali balle?
Chi volesse saperne di più, comunque, vada qui e digiti “Green Hill” nell’apposito spazio, e potrà leggere tutti i documenti prodotti su questa vergognosa vicenda.

barbara

CHI SPECULA SUGLI ANIMALI? (PARTE SECONDA)

E passiamo alla disinformazione a manetta messa in atto da LAV e animalari vari misti, cominciando da quella sulla sperimentazione animale. Disinformazione che comincia con il lessico, ossia col vizio congenito di chiamare vivisezione qualunque tipo di sperimentazione animale, così, pour épater la bourgeoisie e farla saltare inorridita. Come se qualcuno mi desse una pacca sul culo e io mi mettessi a strillare che sono stata stuprata: che cosa ne direste? Premesso che chi si è azzardato a toccarmi il culo senza la mia autorizzazione si è ritrovato permanentemente vaccinato dalla tentazione di riprovarci, uno stupro è uno stupro e una pacca sul culo è una pacca sul culo. E se dopo esservi mobilitati in seguito alla mia denuncia di essere stata stuprata scopriste che in realtà mi è stata data una pacca sul culo, continuereste a solidarizzare con me? Continuereste a credere ciecamente a tutto quello che dico? Senza neppure provvedere a verificare? Che poi, volendo, ci sarebbe anche quel tizio che mi ha ficcato una mano sul culo per spingermi verso riva mentre rischiavo di annegare perché nella posizione in cui si trovava il culo era l’unica parte del mio corpo che poteva raggiungere. O quello che mi ha energicamente schiaffato una mano sul culo a bordo di un aereo sovietico (c’era ancora l’Unione Sovietica, all’epoca) per bloccarmi mentre stavo per sedermi sul sedile sporco di vomito – che poi, quando siamo atterrati, ho capito perché potesse capitare che qualcuno vomitasse. Cioè, ci sono anche toccate di culo così, per dire. Ecco, LAV e animalari vari misti fanno esattamente così, strillano allo stupro per ogni toccata di culo, fatta magari per salvarvi dal peggio. E con questo improprio uso del lessico e con tutti gli altri mezzi a disposizione fanno, come detto, disinformazione a manetta. Sulla sperimentazione animale, come dicevo, ci hanno ormai abituati a quelle famose cose che voi umani eccetera eccetera, di cui è assolutamente impossibile dare una panoramica completa, e quindi darò solo un microscopico campione, invitandovi a leggere uno, due, tre e quattro.
Un altro esempio di attivismo la LAV lo dà nel diffamare e calunniare Telethon: il problema, evidentemente, è che Telethon lavora in maniera decisamente più seria di loro, e per questo dà fastidio. Tanto, di imbecilli pronti a bersi qualunque idiozia, se ne trovano a carrettate.
(continua)

barbara

NON DITELO AGLI ANIMALISTI!

Una notizia straordinaria sul fronte dell’Alzheimer: all’Università di Tel Aviv il team della professoressa Ilana Gozes ha individuato una proteina che è naturalmente preposta alla protezione delle cellule cerebrali. Il suo utilizzo medico per la protezione delle funzioni cognitive, non solo le difende dal degrado, ma è in grado di RIPRISTINARE tali funzioni. Per ora siamo ancora ai topi ma questa ricerca ha tutti gli aspetti di una breccia nei misteri che avvolgono la terribile malattia. (qui l’articolo completo).
illana-gozes
Ecco, ora, se lo vengono a sapere gli animalisti, cercheranno come al solito di boicottare la ricerca (non fatevi illusioni: i topi sono infinitamente più importanti, più preziosi, più sacri dei vostri nonni). Parleranno, come al solito – e come sempre del tutto a sproposito – di vivisezione, terribile parola che evoca sangue, cervelli scoperchiati, pance aperte con le budella in mostra, tubi e cavi peggio di una centralina infilati da tutte le parti, tutta la solita paccottiglia di fotomontaggi splatter con cui vogliono colpirci al cuore e impedirci di ragionare. E, soprattutto, cercheranno di convincerci che tutte queste sperimentazioni sono del tutto inutili, peggio: dannose (giuro, l’ho letto: c’è un sacco di gente che muore per colpa delle sperimentazioni animali mentre potrebbero salvarsi con le cure “vere”. Magari quelle di Vannoni, chissà). Intendiamoci, non è che io auguri a tutta questa bella gente di beccarsi qualcuna di quelle malattie che si guariscono con cure sperimentate sugli animali e che loro sicuramente, per coerenza, non cureranno, morendo così con aspri duoli peggio di Bertoldo. Ma se dovesse capitare, non ci si aspetti che io mi commuova.
E, come sempre, FORZA ISRAELE!

(Poi vai a leggere questo. E non azzardarti a non farlo)

barbara

UNA PAROLA EBRAICA SULLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE

Con una premessa: si va sempre più diffondendo l’uso del termine “vivisezione” come sinonimo di sperimentazione animale; si tratta di vero e proprio terrorismo verbale, più o meno come se, per aggiungere pathos e mostrare quanto siano orrendamente criminali tali pratiche, chiamassi “aborto” tutte le forme di contraccezione, dalla pillola al preservativo alla retromarcia. Notando peraltro che nessun integralista cattolico, che io sappia, per quanto inflessibile nel condannare qualunque tipo di pratica contraccettiva, si è mai sognato di definirla aborto, il che dimostra che gli integralisti animalisti sono molto peggio degli integralisti cattolici.

In questi giorni è tornata alla ribalta mediatica la discussione sulla sperimentazione animale, originata da un video trasmesso da una giovane affetta da una grave malattia genetica e curata grazie a farmaci saggiati su animali. La ragazza è stata oggetto di insulti vergognosi e allucinanti da parte degli animalisti, un fatto che, nonostante le scuse manifestate da alcuni loro rappresentanti, la dice lunga sull’emotività e la mancanza di raziocinio con cui il problema è affrontato.
Cosa dice l’ebraismo sulla sperimentazione animale? Come in tutti i casi concernenti la salute e la medicina, la Halakhà (legge ebraica) si appoggia sui pareri degli esperti (medici, ricercatori), i quali pressoché all’unanimità sostengono che il progresso medico e le conoscenze scientifiche non possono prescindere dalla sperimentazione su animali (e, successivamente, su esseri umani). Ma – e qui interviene la Halakhà come anche l’etica generale – la sperimentazione deve essere regolamentata. Anche quella sugli animali può essere intrapresa solo se non ci sono altri mezzi per ottenere le stesse informazioni (ad esempio, utilizzando microrganismi o colture cellulari). Inoltre, si deve fare il possibile per prevenire inutili sofferenze all’animale o far di tutto per alleviarle. Il divieto di procurare dolore agli animali (tzà‘ar ba‘alè chayìm) è una delle esplicite proibizioni della legge ebraica e numerosi riferimenti a questa norma si trovano sia nella Bibbia che nel Talmud.
Ormai in molte università e centri di ricerca del mondo (inclusa l’Università Ebraica di Gerusalemme), chi effettua sperimentazioni sugli animali deve prima frequentare degli appositi corsi di etica. Una volta non era così. Quando io ero giovane studente di biologia non c’era questa sensibilità e nei laboratori si usavano gli animali senza particolari preoccupazioni. Le cose sono cambiate anche grazie ai movimenti animalisti. Non a caso, quando nei laboratori di ricerca si è costretti a provocare la morte di un animale, non si usa dire “uccidere” ma “sacrificare”, sia in italiano che in inglese ed ebraico e immagino nelle altre lingue, a riprova del carattere sacro della vita di ogni essere animale. Ma come in tutte le questioni, bisogna avere un atteggiamento critico e raziocinante. Impedire la sperimentazione sugli animali quando questa è essenziale per l’avanzamento della conoscenza e per testare terapie farmacologiche è assurdo. Si rischierebbe di diventare come “coloro che sacrificano gli uomini e baciano le vacche”, per usare le parole del profeta Osea (13:12). Questa frase fu usata negli anni ’30 del secolo scorso dai rabbini europei per descrivere le leggi naziste a favore degli animali.

rav Gianfranco Di Segni, Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del CNR – Collegio Rabbinico Italiano

In effetti l’impressione è che, come i filopallestinari non sono affatto mossi da amore per i palestinesi bensì da odio antiebraico, una gran massa di sedicenti “animalisti”, più che da amore per le bestie siano mossi da un grande odio contro l’umanità (i filopallestinari sbraitano per ogni terrorista palestinese ucciso da Israele ma per le migliaia di palestinesi fatti fuori da re Hussein, da Assad e altri non muovono un dito. Gli animalari sbraitano per ogni topo usato per la sperimentazione, ma per i milioni di topi sterminati con le derattizzazioni non muovono un dito. Stessa filosofia, stessa disonestà intellettuale e morale). Che potrebbero anche essere affari loro, se non fosse che col loro odio si dedicano anima e corpo alla più criminale disinformazione e pretenderebbero anche di impedire all’umanità di curarsi.
A chi invece è interessato a un’informazione seria – e magari anche a sapere che cosa significa “vivisezione”, del cui significato la maggior parte di coloro che se ne riempiono la bocca non ha la più pallida idea – suggerisco di leggere questo articolo. Qui invece potete trovare uno dei tanti esempi del terrorismo messo in atto da questi campioni dell’amore universale, che agli umani antepongono le bestie (d’altra parte si sa che ognuno tende ad amare i propri simili)

barbara

IO STO CON CATERINA

Caterina è lei,
Caterina Simonsen
che vive grazie alla sperimentazione animale e che perciò si sente dire “Puoi morire pure domani, per te non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso”. Ecco, io invece sacrificherei molto volentieri il proprietario del pesce rosso. E tutti gli animalisti in blocco. Quelli che per fare più impressione chiamano vivisezione ogni forma di sperimentazione. Quelli che per “sensibilizzare” pubblicano immagini di animali ridotti a polpette sanguinolente prese da chissà dove, più o meno come i filopallestinari prendono da ogni dove cadaverini di bambini straziati spacciandoli per i boveri bambini balestinesi massacrati dai perfidi giudei. Quelli che “gli animali poverini”. Quelli che “ma noi con che diritto”. Quelli che “ci sono alternative valide” e giù col rosario delle disinformazioni varie miste a manetta. Ecco, impiccatevi tutti, dal primo all’ultimo.
Le persone oneste, invece, possono trovare informazioni serie qui.
(POST SCRIPTUM: poi, volendo, si potrebbe anche ricordare che Hitler amava tanto tanto gli animali, ed era vegetariano, astemio, e non fumava. Praticamente la perfezione fatta persona. E anche Beria, che forse ne ha ammazzati un po’ di meno, ma mica tanto di meno)

barbara