Viene da sospettare che i cultori di quella satanica religione di morte lo sappiano, visto l’impegno che mettono nel cercare con ogni mezzo di spegnere quel respiro dei bambini che studiano, in modo da giungere più in fretta possibile all’annientamento del mondo e della vita che è in esso. Hanno cominciato con la sconvolgente strage alla scuola di Maalot, nel 1974 (e, come è possibile leggere nei commenti al post, pochissimi ne erano a conoscenza, e non certo a causa della propria disattenzione). C’è poi, in questo resoconto che, per carenza sia di tempo che di informazioni, non ha certo la pretesa di essere completo, l’attentato di Lione, 1995, che ha provocato vari feriti. Il 15 novembre 2003 un incendio – appiccato, bontà loro, di notte – devasta un liceo maschile ebraico a Gagny, presso Parigi, senza fare vittime. Ci sono volute parecchie ore per domare le fiamme che hanno provocato danni ingenti all’edificio. Il 25 luglio 2005 due bottiglie contenenti acido cloridrico vengono lanciate nel cortile della scuola ebraica Sinai, nel XVIII arrondissement di Parigi, mentre alcuni bambini stavano giocando, fortunatamente senza fare vittime. Una terza bottiglia cade in una sala dell’edificio adibita a luogo di culto. L’8 settembre 2009 a Marsiglia viene lanciata una bomba contro il liceo ebraico Leon Bramson, frequentato da circa 400 studenti, in un quartiere a sud-est della città. Non si registrano vittime ma solo danni materiali (qui). Nel frattempo, nel marzo del 2008, in Israele era andata in scena l’orrenda mattanza
della scuola talmudica Merkaz Harav,
per celebrare la quale i palestinesi si sono dati a selvaggi festeggiamenti,
mentre un anno fa un missile teleguidato da 280.000 (DUECENTOOTTANTAMILA) dollari, lanciato da quella prigione a cielo aperto, da quell’autentico campo di concentramento, anzi no, campo di sterminio in cui è in atto la peggiore catastrofe umanitaria che mente umana ricordi e si muore letteralmente di fame, ha centrato uno scuolabus, che appena alla fermata prima si era svuotato di quasi tutti gli studenti, altrimenti la strage programmata sarebbe stata peggiore di tutte quelle fin qui citate. E oggi Tolosa, quattro morti di cui tre bambini, un ferito grave, i bambini inseguiti dentro la scuola.
E naturalmente non posso chiudere questa carrellata di orrori senza ricordare il più gigantesco per numero di vittime e per accuratezza dell’esecuzione, preparata addirittura per mesi: Beslan, primo settembre 2004; diversa l’identità delle vittime ma identica quella degli assassini, identico il progetto di sterminio, identico l’obiettivo: annientare la vita in germoglio, spegnere il respiro dei bambini che studiano, che regge il mondo.
E noi? La vita non possiamo restituirgliela, ma possiamo almeno usare il nostro respiro adulto, finché ne avremo, per ricordarli, e per obbligare il mondo a ricordarli, e per testimoniare. E per studiare ciò che loro avrebbero voluto studiare ma non gliene è stato dato il tempo. Per contribuire almeno un po’, nel nostro piccolo, a reggere il mondo. E magari provare a renderlo un po’ migliore.
barbara
AGGIORNAMENTO: a quanto pare – e nessuno mi venga a dire che è una sorpresa, i neonazi non c’entrano.