TELECOM ULTIMO (?) ATTO

Questa è la lettera che oggi porterò alla posta.

OGGETTO: disdetta del contratto relativo all’utenza XXX

Carissimi gentilissimi stimatissimi onorevolissimi bellissimi signori della Telecom,
in realtà non avrei bisogno di scrivervi questa lettera, dato che alla disdetta formale ha già provveduto Vodafone, con la quale ho sottoscritto un nuovo contratto; tuttavia, alla conclusione del quasi quarantennale matrimonio con questa Onorata Società, non posso fare a meno di due parole di spiegazione. A fine gennaio sono stata contattata con la proposta “ventinove e nove per sempre”, chiamate incluse e modem fibra. Ho accettato, chiedendomi però dove stesse l’imbroglio, dato che mai, in quasi quarant’anni, mi è capitato di avere con voi un rapporto privo di imbrogli. I primi li ho scoperti quando è venuto l’incaricato: la tariffa non è al mese bensì per quattro settimane, pertanto con tredici rate all’anno e non dodici. E chiamate e fibra non sono in accoppiata, bensì in alternativa. Ho scelto le chiamate, l’incaricato ha suggerito la fibra, ho insistito per le chiamate, lui ha insistito per la fibra, e ha continuato a insistere fino a prendermi per sfinimento. Solo dopo che avevo firmato il contratto è arrivata la rivelazione che il modem lo dovevo pagare: 240 euro. Avrei dovuto strappare il contratto; stupidamente non l’ho fatto. Quasi subito il modem ha cominciato a dare segni di malfunzionamento; ho telefonato, mi è stato detto che sarei stata richiamata entro 48 ore; non sono stata richiamata. Nel frattempo mi arriva la fattura cartacea (con due euro di tassa a carico mio), quando avevo chiesto comunicazioni online, e bollettino per pagamento in posta, quando avevo chiesto la domiciliazione, fornendo all’incaricato il mio IBAN. Chiamo per la seconda volta, mi viene assicurato che sarò richiamata entro 48 ore. Chiamo per la terza volta. Chiamo per la quarta volta. Chiamo per la quinta volta e informo che se entro 24 ore non vengo chiamata e entro 48 ore non mi vengono qui un tecnico per i problemi tecnici e un incaricato per quelli burocratici, cambio operatore. Naturalmente non sono stata richiamata. In compenso le ultime due volte mi è arrivato un grazioso SMS in cui mi si invitava a visitare un sito con un indirizzo di circa 200 caratteri (DUECENTO CARATTERI). Ora, se vi immaginate che qualcuno possa mettersi a digitare 200 caratteri copiandoli da un display che rimane acceso per dieci secondi che non bastano neppure a trovare dove si era arrivati, siete completamente pazzi. Se invece date per scontato che chiunque debba avere uno smartphone, oltre a tutto il resto siete anche deficienti.  Come se non bastasse, mi è arrivata una fattura di quasi 170 euro comprendente il pagamento fino a metà marzo per il vecchio contratto, quando dal 2 febbraio sto pagando per il nuovo, e una cifra che non ricordo per la disattivazione: ecco, mi era stato detto “nessun costo di attivazione”. Se mi fosse stato detto prima che per avere l’onore di essere servita da voi dovevo subire un’ulteriore estorsione, non avrei accettato il nuovo contratto e mi sarei rivolta subito a un nuovo operatore. Se mi fosse stato detto dopo avere firmato, avrei strappato il contratto e mi sarei rivolta subito a un nuovo operatore. Ma non mi è stato detto. Quindi sono andata in banca e ho dato ordine di non pagare: se volete estorcermi ancora altri, soldi venite a prenderveli a casa mia, e saprò come accogliervi con tutti gli onori che meritate.

Il contratto l’avevo accettato per sottrarmi al precedente contratto truffa: ventinove euro al mese tutto compreso, mi era stato detto. Non mi era stato detto che ventinove euro era al netto dell’IVA, e soprattutto non mi è stato detto che si trattava di un’offerta promozionale della durata di tre mesi: in breve tempo mi sono trovata a pagare il doppio di quanto prospettatomi.

Il contratto truffa ero stata costretta a farlo a causa di una incredibile serie di errori vostri, costatimi un’infinità di disagi e di spese: due mesi dopo avere traslocato, mi sono improvvisamente ritrovata senza internet e subito dopo anche senza telefono. Dopo un’intera settimana di frenetiche telefonate, sono arrivata finalmente ad appurare che per il numero che mi era stato assegnato era stata decisa la sospensione a causa della morosità del precedente intestatario, ma invece di cancellarlo, lo avete lasciato in circolazione e assegnato a me; due mesi dopo qualcuno si era accorto che era ancora attivo e lo ha disattivato. A me. Quindi sono stata costretta a sottoscrivere un nuovo contratto, cancellando il precedente processo di trasferimento. Nonostante le vostre gravissime responsabilità, non mi è stata accordata alcuna procedura di favore, e ho dovuto sottostare ai normali tempi di attivazione, rimanendo così per tre settimane senza telefono e senza internet, vale a dire che per tre settimane sono rimasta isolata dal mondo e che al posto delle chiamate gratis con skype sono stata costretta a chiamare unicamente dal cellulare, per il quale avevo un vecchio contratto con cui pagavo per ogni singola telefonata. Ciliegina sulla torta: per quasi un anno avete continuato a prelevarmi dal conto il pagamento del telefono della città in cui vivevo prima, che avreste dovuto disattivare il giorno stesso dell’attivazione dell’altro, dal momento che si trattava di un TRASFERIMENTO, non dell’attivazione di una linea aggiuntiva.

Cilieginina sulla ciliegina sulla torta: oggi, al momento del cambio di gestione, mi avete disattivato la linea 13 ore prima dell’attivazione da parte di Vodafone, così, giusto per gradire, per lasciare, come dire, la vostra impronta digitale.

In conseguenza di quanto detto sopra, carissimi gentilissimi stimatissimi onorevolissimi bellissimi signori della Telecom, prima di congedarmi definitivamente da voi, desidero esprimervi tutta la mia ammirazione e tutta la mia infinita e profondissima gratitudine per essere quella meravigliosa, stupenda, inestimabile, ineguagliabile incommensurabile associazione benefica che tutti conosciamo, tale da eclissare San Francesco e Madre Teresa messi insieme (questa cosa qui per la verità l’avevo inizialmente scritta in modo un po’ diverso ma poi il mio avvocato, preoccupato che toni un po’ troppo bruschi potessero turbare la vostra delicata e fragile sensibilità, mi ha suggerito di apportare qualche modifica). In segno di riconoscenza ho deciso di rinunciare a farvi causa per farmi restituire le molte centinaia di euro di cui vi siete abusivamente appropriati, e risarcire di tutti i disagi che mi avete provocato: avere ancora a che fare con voi mi farebbe immenso piacere, ma non desidero procurarvi delle noie. Pagherò ancora la fattura del mese di maggio, anche se non vi spetterebbe del tutto; dopodiché, come detto, se avete intenzione di pretendere altri soldi, veniteli a prendere a casa mia, dove vi accoglierò con la stessa incommensurabile benevolenza, sollecitudine e soprattutto generosità che voi sempre avete prodigato a me.

POST SCRIPTUM: resto sempre in attesa che qualcuno si venga a prendere il vostro stramaledettissimo modem mal funzionante.

barbara

MA VOI PER CASO CREDEVATE

che la telenovela fosse conclusa? Quella della Telecom (uno, due, tre), intendo.

Eravamo rimasti al nuovo contratto, stipulato un po’ meno di tre anni fa. Mi propongono la formula 29 euro al mese, telefonate incluse sia a fissi che a cellulari. Mi conviene, perché con la precedente pagavo molto di più, e accetto. Non mi dicono che non è inclusa l’IVA – colpa mia: avrei dovuto pensarci e chiederlo, e vabbè. Non mi dicono neanche che quella è un’offerta promozionale che dura tre mesi, dopodiché si passa a 36 che con l’IVA diventano 43 che poi col tempo aumentano fino a 54. A gennaio mi chiamano per propormi un nuovo contratto (“sa, stiamo facendo delle offerte promozionali perché tanti clienti se ne vanno” – “e ci credo che se ne vanno! Siete una manica di ladri farabutti delinquenti assassini”. Incassa senza fiatare: fa parte del suo mestiere): “ventinove e nove per sempre” chiamate incluse e modem fibra. Decisa a non farmi rifregare chiedo quanto viene con l’IVA, dice che no, quello è il prezzo finale. Chiedo quanto dura la promozione, dice no, è per sempre. OK, accetto. Viene l’incaricato per firmare il contratto e lì scopro i primi due imbrogli: le rate non sono mensili, bensì di quattro settimane, per cui in un anno ce ne sono 13; e ci sono tre opzioni fra cui scegliere: modem fibra, chiamate gratis e un’altra che non ricordo. Dato che navigo tanto e telefono poco, l’incaricato mi suggerisce la fibra; per le chiamate pagherò 19 centesimi alla risposta con durata illimitata. Alla fine mi convince e scelgo quello. A questo punto scopro che per il modem pagherò 48 rate di 5 euro ciascuno. (Ma non era una delle tre opzioni gratuite?) E mi lascia sconcertata il prezzo; è un prezzo normale per un normale modem fibra sul mercato, dice. Io non me ne intendo, non ho idea, poi però vado a vedere in internet e trovo che un modem normale può costare da due a dieci volte di meno. Due giorni dopo viene il tecnico che mi porta e installa il modem, attiva la nuova linea, mi dà il nuovo numero. E comincio la mia nuova navigazione superveloce. Che di super non ha assolutamente niente. Vero che il mio pc ha più di cinque anni, ha l’artrosi, i reumatismi, un po’ di gotta, un principio di cataratta, per non parlare dell’Alzheimer che avanza a grandi passi, e va molto a rilento, però se con un modem normale per entrare in un sito impiegavo 10 secondi invece che due, con questo mi aspetterei di impiegarne al massimo cinque, non nove e mezzo se tutto va bene. Poi mi rendo conto che col telefono che dipende dal modem, se manca la corrente resto senza telefono. Mi rendo conto che anche se metto la suoneria al volume più basso, anche se la azzero, anche se sfilo lo spinotto dal telefono, anche se lo sfilo dalla presa, anche se stacco la cornetta, il maledetto suona sempre a volume massimo, ossia da infarto. E nel frattempo il modem mostra di essere difettoso: ogni volta che accendo il pc, appena quello ha finito di caricarsi il modem si spegne, resta spento per qualche secondo e poi comincia a ripartire, e ci mette dai due ai tre minuti.
Chiamo la telecom, mi risponde un’operatrice dalla Romania. Spiego del nuovo contratto, dico che sono ogni giorno più pentita della scelta e voglio cambiare tipo di contratto e prendere quello con le telefonate incluse, tanto più che essendo il modem difettoso dovrebbero riprenderselo indietro comunque. Dice qualcosa che mi dà l’impressione che non abbia capito granché, dico scusi, ha capito quello che ho detto? Sto riassumendo, dice. Poi dice che verrò richiamata. Non mi richiamano, io sono immersa in un mare di casini, non torno a chiamare ripromettendomi di farlo al più presto e nel frattempo passa un mese.
Oggi mi arriva la bolletta. Cartacea, con due euro di spesa a carico mio, e non online come avevo espressamente richiesto. Col bollettino per pagare in posta, e non domiciliata come avevo espressamente richiesto, fornendo all’incaricato il mio numero di c/c che lui aveva diligentemente trascritto. E la tariffa non è 29,9 bensì 30,96. Chiamo. Fortunatamente stavolta mi risponde un’operatrice dall’Italia, e le espongo tutta la sequela: il modem difettoso, la richiesta di cambiare tipo di contratto, la chiamata precedente senza riscontro, le comunicazioni online, le fatture domiciliate, l’importo maggiorato. Ha inserito una alla volta tutte le segnalazioni, ha detto che sarò richiamata entro 48 ore e si provvederà a tutto. Poi poverina ha detto che sarei stata chiamata per dare un voto, pregandomi di darle 10, e lo avrei dato volentieri perché è stata davvero molto gentile, ma quando mi hanno richiamata mi hanno chiesto quanto, da 1 a 10 consiglierei a qualcun altro di abbonarsi con telecom, indicando con 1 negatività assoluta e con 10 positività assoluta e io naturalmente ho detto 1.
Perché non cambio? Perché da tutti quelli che hanno cambiato, da qualunque operatore a qualunque altro operatore, ho sempre sentito storie di complicazioni a non finire. Eccheppalle però. Basta, ho proprio bisogno di una bella cura.

PIESSE: se il gattaccio malefico si azzarda a fare lo spiritoso, oltre alle solite scarponate sul muso si prende anche una scarica di randellate sulle gengive.

barbara

BREVE CONSUNTIVO

a quattro mesi e mezzo dal trasloco.
La mia salute continua a migliorare. Aveva cominciato a migliorare da quando sono andata in pensione, ma dopo il trasloco ho avuto l’impressione di un ulteriore salto di qualità. E sono serena, di una serenità che forse mai avevo conosciuto in tutta la mia vita.
Per circa tre mesi non mi sono iscritta all’unità sanitaria locale e non ho cercato un medico perché avevo sempre qualcosa di più urgente da fare; poi c’è stata la volta che sono dovuta andare al pronto soccorso e lì il dottore mi ha fatto un mazzo che non finiva più per questa cosa qui, così mi sono decisa; ho scelto come medico il più vicino a casa mia, riservandomi di cambiarlo se non ne fossi stata soddisfatta. Ho beccato una tizia nera nera, piccola piccola, magra magra, uno sgorbietto insomma, però sembra simpatica. Meno di una settimana dopo mi sono arrivati dall’ospedale gli inviti, con proposta di date e orari, per pap-test e mammografia: quindi la sanità funziona, il che è una buona cosa (e considerando che il pap-test non lo facevo da 11 anni – e la mammografia probabilmente altrettanto – magari non è neanche un male che mi ci abbiano praticamente costretta prendendomi per il collo. Anche se tendenzialmente sarei abbastanza propensa a pensare che dal momento che “abbiamo già dato” adesso sarebbe ragionevole che mi lasciasse in pace. Vabbè).
Adesso sto facendo le infiltrazioni per le mie ernie del disco che tanti guai mi stanno provocando. A farmele è un bellissimo medico sessantenne (ne dimostra almeno una quindicina di meno), sul metro e novanta, magro, atletico, simpatico. E decisamente meno caro degli specialisti di dove stavo prima.
Ho conosciuto anche il mio nuovo dentista, raccomandatomi dall’estetista. Bello da mozzare il fiato e piegare le ginocchia, ma di quelle cose che proprio lo vedi e smetti di respirare. Che dopo visita e radiografie (il tutto moooolto meno caro di dove stavo prima), mi ha fatto prendere appuntamento per una seduta di igiene orale. Che di là facevano le infermiere, quella libera al momento, mentre qui la fa l’igienista, specializzata solo in quello. E per la prima volta nella mia ormai lunga vita ho scoperto che un’igiene orale può anche non comportare una tortura. E anche per quella ho speso parecchio di meno. Aggiungo che in entrambi gli appuntamenti ho aspettato una manciatina di minuti, mentre di là poteva essere anche un’ora e mezza (anni fa ho fatto una serie di interventi in uno studio dentistico in cui mi davano appuntamento per esempio alle tre, poi me lo spostavano senza avvertirmi alle tre e mezza, mi chiamavano dentro alle quattro in una stanza che si era liberata in quel momento mentre il dentista, uscito da lì, era andato a curare un altro paziente in un’altra stanza, arrivava alle quattro e mezza, mi faceva l’anestesia, e in attesa che facesse effetto andava a trattare un altro paziente e tornava alle cinque. E dato che si trovava a cinquanta chilometri dal mio paese, dovevo calcolare anche possibili imprevisti stradali, per cui ero partita da casa all’una e trequarti ed ero arrivata lì alle due e trequarti).
Una cosa singolare che ho notato qui, e che non mi so spiegare è questa: di là chiamavo un’estetista, una qualsiasi, chiedevo un appuntamento per una pulizia al viso, e me lo davano di lì a un mese, o anche più: prima di allora non c’era un solo posto libero. Chiamavo il dentista per una pulizia e mi davano appuntamento di lì a qualche settimana. Qui, quando ho avuto bisogno di una pulizia al viso, ho cercato in internet, ho trovato un’estetista a duecento metri da qui, il lunedì pomeriggio sono andata lì a chiedere un appuntamento e me lo hanno dato per il giorno dopo (e di clienti ne hanno un sacco anche qui, è un continuo via vai, non è che siano libere perché non c’è nessuno). Un lunedì pomeriggio sono andata dal dentista a chiedere un appuntamento per una visita, e me lo hanno dato per il giovedì della stessa settimana. Boh.
E ancora una cosa. Chi mi conosce lo sa: io sono quella che si perde nel corridoio di un bilocale. Lo sa chi mi vuole incontrare a Milano e deve venirmi a prendere all’albergo, o al massimo darmi appuntamento a trenta metri da lì, altrimenti non so dove sbattere la testa. Lo sa chi a Roma mi chiama e mi fa la domanda più ovvia: “Dove sei?” per sentirmi rispondere disperata: “Non ne ho la minima idea!” Ecco, adesso sono qui da quattro mesi e mezzo. Ho girato più o meno dappertutto. Non mi sono mai persa. Non ho mai sbagliato strada. Ogni tanto azzardo addirittura, a naso, delle scorciatoie che secondo me dovrebbero funzionare e regolarmente, incredibilmente, funzionano!
Tutto questo in aggiunta al MARE.
luna rossa
PIESSE: Oggi pomeriggio mi ha chiamata la signora Telecom “per la sua richiesta di sospensione della linea, ho letto la sua raccomandata”. Mi ha chiesto di riassumere brevemente i fatti e li ho brevissimamente, proprio concentrando al massimo, riassunti in un quarto d’ora. Ha convenuto che una richiesta di trasferimento implica automaticamente la disattivazione della prima linea all’atto dell’attivazione della seconda. Ha detto che se ne occuperà lei, però di sua competenza è solo la disattivazione, mentre la questione del rimborso devo trattarla in altra sede. Soprattutto, si è voluta assicurare di avere capito bene quale delle due linee a me intestate è quella da disattivare, avendo evidentemente capito, alla lettura della raccomandata, che sono sufficientemente incazzata da rendere preferibile evitare ulteriori provocazioni.

barbara

TELECOM, TELENOVELA CONTINUA

Mi è arrivata la risposta

Asti, 21/07/2015
N.Prot. C13659419

Oggetto: Risposta a segnalazione per mancata cessazione linea Telefono numero ******

Gentile Cliente,
a seguito della segnalazione di cui in oggetto pervenuta il 03/07/2015 , La informiamo di aver effettuato le dovute verifiche dalle quali non sono emersi elementi che ci consentano di accogliere la Sua richiesta in quanto non ci risulta nessuna evidenza, nei nostri sistemi di richiesta specifica di cessazione.
La invitiamo pertanto ad inviare tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento alla Casella Postale n. 211, Asti C.A.P. 14100 la seguente necessaria documentazione:
– Suo documento d’identità in corso di validità (copia fronte e retro).
– nuova richiesta di cessazione da Lei sottoscritta
Rinnovando la nostra piena disponibilità per ogni Sua futura esigenza, Le ricordiamo che, per informazioni o aggiornamenti sulle nostre proposte commerciali, può visitare il sito http://www.telecomitalia.it, dove sono disponibili anche indicazioni utili sulle procedure di conciliazione, oppure contattare gratuitamente il Servizio Clienti 187 a sua disposizione 7 giorni su 7.
Distinti saluti Telecom Italia S.p.A.
Servizio Clienti Residenziali
Telecom Italia
Servizio Clienti Residenziali
Casella Postale 211
14100 ASTI

TELECOM ITALIA SPA Sede Legale: Via Gaetano Negri,1 – 20123 Milano C.Fiscale, Partita IVA e Iscr.Registro
Direzione Generale e Sede Secondaria: Corso d’Italia, 41 – 00198 Roma Imprese di Milano: 00488410010
Capitale Sociale Euro 10.723.490.008,00 Iscr. Registro A.E.E. IT08020000000799
139 – 20150721120039 – TB00316650-S93-D93-P1-F

La mia risposta

Spettable Telecom, In risposta al vostro messaggio email, che accludo, cercherò di esporre il più chiaramente possibile l’incredibile serie di inconvenienti e disagi e danni che da quattro mesi sto continuando a subire per causa vostra.
Verso fine febbraio-inizio marzo (la data esatta non la ricordo), quando ho saputo la data precisa in cui avrei traslocato da XX a YY, ho chiamato il 187 e ho chiesto il TRASFERIMENTO della mia utenza da XXX, a YYY. Ribadisco: TRASFERIMENTO. Non attivazione di una nuova utenza, bensì trasferimento della mia, unica, utenza, da XX a YY. Mi sembra più che evidente che la richiesta di cessazione della linea telefonica di XX era intrinseca alla richiesta di trasferimento; se, come mi viene qui comunicato, a voi “non risulta nessuna evidenza”, si tratta chiaramente di un errore vostro.
Il giorno 16 marzo, come concordato, è venuto il tecnico al nuovo indirizzo e ha attivato la linea telefonica e l’ADSL. Due mesi più tardi mi sono improvvisamente trovata, senza sapere perché, senza telefono e senza internet. Dopo un’intera settimana di telefonate e reclami e solleciti sono finalmente riuscita a sapere che per il numero che mi era stato assegnato era stata precedentemente decisa la disattivazione causa morosità del precedente intestatario; tale numero però non era stato soppresso, bensì rimesso in circolazione, e assegnato a me. Poi, due mesi dopo, qualcuno si è evidentemente accorto che il numero era ancora attivo, e ha provveduto a disattivarlo: mentre ne ero intestataria io, e non l’utente moroso che ne era stato il precedente intestatario. Una volta verificato qual era il problema, mi è stato detto che il trasferimento era a questo punto annullato e che dovevo fare un nuovo contratto. Cosa che ho fatto immediatamente, ma ho dovuto aspettare ancora due settimane per avere l’attivazione della linea perché, nonostante la responsabilità del pasticcio fosse interamente della Telecom, non ho avuto diritto almeno, a parziale risarcimento del danno e dei disagi (si pensi solo a tutte le chiamate che per tre settimane ho dovuto fare col cellulare anziché gratuitamente con skype) a una procedura preferenziale. Poi finalmente la linea è stata attivata e pensavo di potere una buona volta chiudere il penoso “capitolo Telecom” e tirare il fiato. E invece no: un bel giorno mi vedo recapitare una fattura per il telefono di XX, e mi viene detto che quell’utenza non è mai stata disattivata, e quindi è ancora attiva e a mio carico. E adesso mi viene comunicato che il mio reclamo non è accolto perché voi, VOI CHE AVETE COMBINATO TUTTO QUESTO INCREDIBILE PASTICCIO, non avete alcuna evidenza di una mia richiesta di cessazione di quell’utenza. Consentitemi, egregi signori della Telecom, di dire che io a questo punto sono veramente esasperata, e davvero non ne posso più.

CON LA PRESENTE ESIGO CHE LA LINEA TELEFONICA ****** DI XX, CHE IO HO LASCIATO IL GIORNO 15 MARZO 2015, VENGA IMMEDIATAMENTE SOSPESA E CHE VOI LA SMETTIATE DI FARMI IMPAZZIRE.

NON cordiali saluti

barbara

TELECOM: TELENOVELA CONTINUA

Del bordello che mi ha combinato la telecom in occasione del trasloco vi ho già raccontato. E dunque. Rientrata finalmente fra gli umani, all’inizio di giugno, comincio a scaricare e leggere la posta. E fra i messaggi ne trovo uno della telecom in cui mi si informa che è stata accolta la mia richiesta di posticipare l’intervento del tecnico per l’allacciamento dell’utenza al 3 di luglio. Cioè, avete capito: io sono lì in piena crisi d’astinenza, isterica, nevrastenica, idrofoba, pronta a mordere chiunque mi capiti a tiro e chiedo, così, giusto per vedere l’effetto che fa, che aspettino un altro mese prima di ricollegarmi all’ossigeno. Vabbè. Penso a un qualche tilt del computer e decido di non fare niente: tanto avranno registrato che l’allacciamento è avvenuto e che quindi non serve più nessun intervento, no? No. Lunedì pomeriggio mi squilla il cellulare mentre sono a Ginevra, quindi all’estero, quindi in gran parte a spese mie. È il tecnico telecom che mi chiama per avere conferma del lavoro di allacciamento che deve venire a fare venerdì 3 luglio in via tale numero tale. Gli dico che no, che non c’è nessun allacciamento da fare, e per spiegare perché non ce n’è bisogno gli devo anche fare, sia pure succintamente riassunta, tutta la cronistoria delle vicende precedenti. Lui, dopo avere fatto qualche domanda, chiesto qualche chiarimento, insistito su qualche dettaglio, scrive una disdetta dell’intervento di allacciamento e poi me la legge; comprensibilmente, dopotutto: in fin dei conti si sta prendendo la responsabilità di annullare un ordine di lavoro registrato, e ha bisogno di essere sicuro che non ci siano errori. Il giorno dopo, martedì, nella pausa pranzo mi stendo un momento sul letto con dei dischetti imbevuti sugli occhi per dare loro un po’ di sollievo. E un po’ per la stanchezza, un po’ per il silenzio, un po’ per la penombra sto per assopirmi quando squilla il cellulare: è una della telecom, che chiede conferma dell’annullamento dell’ordine di allacciamento del numero tale via tale numero tale per venerdì 3 luglio. E non mi riassopisco più.
Oggi ultimo (ultimo?) atto: mi arriva la fattura relativa ai mesi di luglio e agosto per il telefono di Brunico. La cui utenza, apprendo nel corso dell’ennesima, chilometrica chiamata alla telecom, non è mai stata disattivata.
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barbara