QUESTA È PROPRIO DA RACCONTARE

Come già raccontato, qualche giorno fa sono caduta in bagno e mi sono andata a sfracellare sulla bilancia che non ha reagito per niente bene alla violenta aggressione subita. Così il giorno dopo sono andata a comprarne un’altra nel negozio di casalinghi qui vicino. In negozio, come spesso accade, non c’è nessuno, e alla signora non pareva vero di poter fare due parole, sicché mi chiede come va coi miei malori, cui avevo accennato in occasione di precedenti acquisti. E si è svolto il seguente dialogo.

  • Allora, come va con quei malori?
  • Meglio, prima mi venivano anche più volte al giorno, adesso capita che stia senza anche una settimana intera. Sto continuando a fare esami, comunque.
  • Ma non potrebbero essere attacchi di panico?
  • No, non sono attacchi di panico.
  • Ma cosa si sente esattamente?
  • Mi sento svenire, mi gira tutto e devo andarmi immediatamente a stendere.
  • Potrebbero essere attacchi di panico, sa?
  • No, non sono attacchi di panico.
  • Perché anch’io avevo di questi malori e poi è venuto fuori che erano attacchi di panico.
  • Sì, ma i miei non sono attacchi di panico.
  • Naturalmente fa bene a continuare a cercare cause organiche, però tenga conto che potrebbero essere attacchi di panico.
  • Il neurologo ha escluso che siano attacchi di panico.
  • Ah, ma io non sono mica andata dal neurologo.
  • Io sì, e ha detto che non sono attacchi di panico.
  • Io me lo sono scoperto da sola guardando una trasmissione alla televisione.
  • I miei invece non sono attacchi di panico: ne ho parlato col neurologo, non assomigliano per niente agli attacchi di panico, non hanno nessun sintomo di quelli che caratterizzano gli attacchi di panico, non hanno niente in comune con gli attacchi di panico.
  • Sapesse per quanto sono andata avanti a cercare di capire cosa avevo, ed erano attacchi di panico.
  • Io no, mai avuto attacchi di panico.
  • Ma neanche io PRIMA avevo mai avuto attacchi di panico!
  • Ma io non sto parlando di prima, sto parlando di adesso, di quando mi vengono i malori: i miei malori NON sono attacchi di panico

Il suo sguardo, che con l’avanzare del dialogo, si era fatto via via più sconcertato per la mia ottusità di fronte alla lampante evidenza che soffro di attacchi di panico, a questo punto diventa quasi disperato: non riesce proprio a capacitarsi di questo mio ostinato rifiuto della luce che così generosamente mi sta offrendo

  • E quando cominciano quelle palpitazioni…
  • No, mai avuto palpitazioni, perché i miei non sono attacchi di panico (occhiata sbieca)
  • E quella pressione sul petto
  • Mai avuto pressioni sul petto, perché non sono attacchi di panico.
  • C’è stata una volta che ero qui in negozio e dovevo assolutamente tenere duro…
  • Ecco, vede, per me il “tenere duro” non esiste: quando arriva il malore ho dieci-quindici secondi di autonomia: o in quei dieci-quindici secondi vado a stendermi, o cado per terra lunga distesa.

A questo punto rinuncia all’impresa di convincermi di quanto sia evidente che soffro di attacchi di panico e passa alla fase della terapia, forse nella speranza che riesca più avanti a prendere atto della realtà dei miei attacchi di panico, nel qual caso ho già, grazie a lei, la terapia pronta

  • Poi un giorno ne ho parlato con una cliente che mi ha suggerito una… una, come si chiama (mi sa che dovesse essere una naturopata, o qualche cianfrusaglia del genere), beh insomma, mi ha fatto fare un trattamento di agopuntura, uno solo, e sono completamente guarita.

E tutti i conti tornano: essendo gli attacchi di panico un fenomeno psicologico, ossia momenti di intensa suggestione, è guarita con un “trattamento” fatto unicamente di suggestione. Ma ho preferito evitare di commentare. E adesso tenetevi tutti pronti a pregare per me quando mi verrà il prossimo attacco di panico.
panico
barbara