Per non parlare degli articoli.
Raid missilistico su Kiev. Cosa c’è dietro la mossa di Putin
Era un avvertimento? Oppure un cambio di strategia? La dimostrazione che Putin è alle corte o la conferma che l’Armata russa ha ritrovato rinnovato vigore? [Non è fantastico questo incipit da film giallo? Sarà il maggiordomo l’assassino? O la governante? O la cuoca? O il giardiniere beccato dal padrone a scoparsi la padrona giocando con le violette?] Difficile interpretare le tre esplosioni avvertite oggi a Kiev [eh sì, tanto tanto tanto difficile. Troppo tanto difficilissimo]. Ma sono un punto importante in questa guerra, che doveva essere “rapida” [i famosi lettori del pensiero, che sanno esattamente che cosa aveva in mente Putin quando ha iniziato la guerra, che cosa voleva, come lo voleva, di che colore forma peso e misure lo voleva] e che invece si sta trasformando in un conflitto lungo e doloroso. Con tutto il carico di morte e distruzioni che comporta. [Perché noi siamo buoni, e ci preoccupiamo delle sofferenze del mondo e ne soffriamo quanto le vittime. Forse anche di più]
Dopo il fallimentare assalto iniziale di fine febbraio [fallimentare in che senso? Ah già, che stupida: fallimentare rispetto a quello che aveva programmato Putin, che io non so cosa fosse, ma loro sì], quando alcuni reparti speciali russi approdarono all’aeroporto di Hostomel e cercarono di far cadere il governo ucraino [cercarono come, esattamente? Con quali azioni? Con quali strumenti? Hanno messo anche loro dei cecchini a sparare sulla folla per provocare il colpo di stato come hanno fatto gli americani otto anni fa al costo di cinque miliardi di dollari? A proposito, lo sapete che youtube ha fatto sparire il video con tutte le ammissioni della Nuland?], ne è passata di acqua sotto i ponti. Prima Mosca ha cercato di conquistare la città con i carri armati fatti partire dalla Bielorussia. Poi ha dovuto rivedere i suoi piani, lasciare la zona Nord-Ovest dell’Ucraina per concentrarsi sul Sud e sul Donbass [idea, quella di occupare il sud e il Donbass, che mai mai mai aveva sfiorato “Mosca” prima di “fallire” la conquista di Kiev. Ma vaffanculo, va’]. Adesso la Russia controlla circa il 20% del territorio di Kiev [del territorio di Kiev? Ma se hai appena detto che hanno dovuto abbandonarla dopo il fallimento del tentativo di occuparla?], Odessa resta assediata dalle navi di Putin e l’esercito russo avanza negli Oblast rivendicati dai separatisti. Gli scontri ora si concentrano a Severodonetsk, dove fino a ieri i russi controllavano il 70% del territorio ma una controffensiva ucraina pare averne liberato la metà [pare…].Da diverse settimane, comunque, Kiev viveva una sorta di tranquillità irreale. Niente più soldati russi alle porte [? Non ne occupano il 20% del territorio?! L’hai detto tu!]. Meno bombardamenti [come “meno” bombardamenti? Se hai appena detto che da settimane era tutto tranquillo? Non soffrirai mica di schizofrenia per caso?]. Niente sirene che suonano ogni cinque minuti.Poi stamattina la capitale si è svegliata sotto attacco [notare le parole scelte: LA CAPITALE – SOTTO ATTACCO: la città sotto attacco, le strutture della città sotto attacco, gli abitanti sotto attacco]. La missione missilistica russa è partita da un aereo Tu-95 che sorvolava il Mar Caspio, almeno secondo quanto riporta l’Aviazione Ucraina. La tipologia di caccia utilizzato non è un dettaglio secondario: quadrimotore di fabbricazione sovietica, il Tu-95 è in grado di portare a termine anche attacchi nucleari. E nella sua versione moderna può anche lanciare missili da crociera a lungo raggio [ma quello usato è la versione moderna in grado di lanciare eccetera? Perché se lo è, la precisazione (“nella sua versione moderna”) è del tutto inutile, se non lo è la precisazione è solo pretestuosa e serve unicamente a fare scena e terrorismo mediatico]. Sembra quasi che Putin volesse mandare un messaggio. Del tipo: abbiamo ancora grosse capacità belliche [Chissà, forse Putin legge i giornali occidentali che dal primo giorno di guerra lo danno per spacciato, in ginocchio, finito, e sta provando a svegliarvi dai vostri deliri onirici].
Stando al portavoce del ministero della Difesa di Mosca, il raid avrebbe permesso di distruggere blindati inviati dalla Nato e dall’Occidente all’Ucraina [aaaahhhhh…]. “Missili ad alta precisione a lungo raggio lanciati dalle forze aerospaziali russe contro la periferia di Kiev hanno distrutto i carri armati T-72 forniti dai paesi dell’Europa e altri veicoli corazzati che erano negli hangar”, ha detto Igor Konashenkov. Anche questo, dettaglio non indifferente [cioè stai dicendo che lo sai che è così? Che lo sai che è vero quello che dice? Che lo sai che il raid non è stato un avvertimento, né un cambio di strategia, né la dimostrazione che Putin è alle corte, né la conferma che l’Armata russa ha ritrovato rinnovato vigore, ma semplicemente la distruzione delle armi finalizzate a uccidere i russi? E quindi il senso di tutte quelle domande retoriche con cui hai iniziato l’articolo quale sarebbe?]. Perché dopo la promessa da parte di Biden di inviare missili in grado teoricamente di colpire il territorio russo, sembra quasi che Mosca volesse confermare quanto annunciato ieri da Putin [sembra quasi…]. Ovvero che la Russia è in grado di “schiacciare come noci” le armi inviate dalla Nato [cioè la distruzione delle armi non aveva lo scopo di eliminare un pericolo mortale per i soldati russi – e magari anche per i civili russi in territorio russo – bensì una banale esibizione di muscoli, da bulletto di periferia, per la quale le armi non erano che un mero pretesto?].
Non è un mistero che i sistemi Himars preoccupino il Cremlino. Ed è forse per questo che il raid odierno ha voluto mandare un messaggio. Questo: siamo in grado di distruggerli [ecco, ribadiamolo: lo scopo del raid non era quello di distruggere le armi, ma unicamente di mandare un messaggio, un ammiccamento, un inarcare di sopracciglio. E chissà come avrebbe fatto a mandare quel messaggio se non ci fossero state, provvidenzialmente, tutte quelle armi]. Per Putin, infatti, qualora i missili verranno [qualora verranno?!?!] consegnati, allora la Russia ne trarrà “le conseguenze appropriate” e utilizzerà le “armi distruttive, e ne abbiamo in quantità sufficienti, per colpire obiettivi che non stiamo ancora colpendo [ehm… proviamo a rileggere con calma la frase:” Per Putin – – qualora i missili verranno consegnati – – allora la Russia ne trarrà le conseguenze – – e utilizzerà le armi – – e ne abbiamo in quantità sufficienti”: ma si può costruire una frase tanto sgangherata?]. Il raid odierno sembra quasi una asserita “prova” a sostegno della minaccia. A cui va aggiunto anche l’annuncio di aver abbattuto vicino ad Odessa un aereo da trasporto ucraino Antonov An-26 carico di armi [mi concedete una standing ovation per l’aeronautica russa?].L’altra ipotesi, invece, è che la mossa del Cremlino nasconda difficoltà. E che sia il tentativo disperato di evitare l’invio dei missili a lungo raggio da parte degli Usa [nel senso che se non fosse in difficoltà potrebbe tranquillamente permettere a Biden di mandare quei bellissimi missili con una gittata di 300 chilometri? E questo sì che è un genio, un maestro di strategia militare!] minacciando non solo l’escalation militare con la Nato, ma anche una ripresa dei bombardamenti su Kiev. (Qui)
Cioè, oltre al titolo totalmente fuorviante, anche una montagna di letame sparso a piene mani per tutto l’articolo. Caro Porro, e se te ne andassi a fare una bella cagata?
Qui, se avete ancora due minuti, un articolo che guarda molto più realisticamente alla situazione e alle questioni in gioco.
Ancora più realistico questo video, col numero di testate nucleari Paese per Paese. I nomi sono scritti in cirillico, ma ci sono le bandiere.
Questi invece sono i dati di estrazione dell’oro per anno, sempre Paese per Paese, e anche questo può dare informazioni utili, soprattutto a chi si illude di mettere in ginocchio la Russia con le sanzioni e con i furti di proprietà private.
barbara