VEDE SIGNOR TOPO

C’era un blog che frequentavo regolarmente, e ogni tanto commentavo. Ad un certo momento una delle persone titolari di quel blog – alla quale chiaramente non ero simpatica, e magari con un po’ di fantasia si potrebbe anche provare a indovinare perché – rispondendo a un mio commento, mi ha insultata. Intendiamoci: niente di paragonabile alle cose che dico io a Lei, niente volgarità, nessuna concessione al turpiloquio; io però mi sono sentita insultata, mi sono offesa, e in quel blog non ho commentato mai più. Poi un po’ alla volta ho anche perso interesse a leggerlo.
In un altro blog invece ho tollerato più a lungo, perché ero convinta che la persona titolare del blog fosse una persona amica, e quindi mi sono lasciata dire, ripetutamente, che i miei commenti erano importuni, sgradevoli, stufanti, antipatizzanti. Arrivata alla mezza dozzina di volte, però, ho deciso che era stato decisamente passato il segno, e che poteva bastare: ho tolto le tende, e ho chiuso definitivamente il discorso.
Quello che voglio dirLe, signor topo, è che se uno in un blog si ritiene, a ragione o a torto, insultato, non esiste solo l’alternativa tra subire tutto passivamente e frignare cattivi cattivi mi avete fatto la bua. Esiste anche un’altra possibilità, quella che ho adottato io: togliersi dai coglioni.
E non mi venga a dire che documentare che è Lei che viene in casa mia e non io che La chiamo è questione di lana caprina: no, topo: è una pura e semplice questione di pelo topesco.

barbara