QUELLE VERITÀ CHE I BUFALARI DI PROFESSIONE TENTANO DI SPACCIARE PER BUFALE

Il famoso portatile.

New York Post – La storia del famigerato computer portatile di Hunter Biden è stata confermata da un rapporto completo del New York Times

Un rapporto completo sull’indagine federale in corso sui documenti fiscali di Hunter Bidenpubblicato dal New York Times ha confermato l’esistenza del famigerato computer portatile del figlio di Joe Biden.
Nell’ottobre del 2020, il New York Post aveva riportato in esclusiva il contenuto di questo laptop di Hunter Biden che aveva lasciato abbandonato in un negozio di riparazioni del Delaware nell’aprile del 2019.
Il disco rigido del portatile conteneva una carrellata di e-mailmessaggi di testo, foto documenti finanziari condivisi tra Hunter Biden, la sua famiglia ed i suoi soci in affari – dimostrando come il figlio di Joe Biden avesse usato i suoi legami con la politica per gestire i suoi affari all’estero.
Il proprietario del negozio di riparazioni aveva segnalato la giacenza del portatile all’FBI, che aveva sequestrato sia il dispositivo che il disco rigido.
Come parte della propria indagine su Hunter Biden, il New York Times riporta che i procuratori federali hanno esaminato le e-mail tra il “first son” ed i suoi ex-soci in affari che sono state recuperate dal portatile.

(Dovessi trovarmi davanti questa faccia di notte in una strada deserta, non oso immaginare quanto mi cagherei addosso)

Una parte della corrispondenza di posta elettronica esaminata riguardava le comunicazioni tra Hunter Biden e Devon Archer, che aveva servito con Hunter Biden nel consiglio di amministrazione della società energetica ucraina Burisma, secondo il rapporto.
Devon Archer, che è stato condannato il mese scorso in un caso di frode non legato a questa questione, ha “collaborato pienamente” con gli agenti federali nella loro indagine su Hunter Biden, ha riferito il New York Post.
Secondo il New York Times, le e-mail tra Hunter Biden, Archer ed altri riguardanti la loro attività negli affari internazionali provengono dagli stessi file che la testata aveva ottenuto e che “sembrano provenire da un computer portatile abbandonato dal signor Biden in un negozio di riparazioni del Delaware“.
Persone che sono a conoscenza del contenuto di queste e-mail e dello svolgimento delle indagini ne hanno confermato la loro autenticità al New York Times.
La conferma dell’esistenza del portatile è stata inclusa in un rapporto del New York Times che ha anche rivelato come Hunter Biden abbia saldato un debito fiscale di oltre 1 milione di dollari – un anno dopo aver annunciato di essere stato messo sotto inchiesta per aver frodato il fisco.
Hunter Biden è sotto inchiesta per non aver pagato le tasse sin da quando suo padre era Vicepresidente di Barack Obama, ma l’inchiesta si è allargata nel 2018 per esaminare come i suoi affari internazionali si fossero intersecati con la carriera politica del padre Joe Biden.
Luca Maragna, qui.

I famosi laboratori biologici.

Mosca: “La Rosemont Seneca di Hunter Biden tra i finanziatori dei laboratori biologici in Ucraina”

Per chi controlla il tribunale della verità sull’etere in italiano “non esistono” nemmeno e sono comunque oggetto di disinformazione. Da quando è iniziata l’operazione militare in Ucraina, tuttavia, il ministero della difesa russo ha aggiunto sempre più evidenze e documenti sulle attività che svolgevano i 13 laboratori biologici militari presenti nel territorio ucraino e finanziati direttamente dagli Stati Uniti. 
In una nuova conferenza stampa di oggi, Igor Kirillov, generale alla guida del reparto dell’esercito russo per la difesa radioattiva, chimica e biologica, ha pubblicato giovedì uno schema che mostra il legame tra diverse entità ucraine, georgiane e americane con i laboratori biologici in Ucraina.
In particolare, secondo la versione dell’esercito russo, il funzionamento delle strutture di ricerca era direttamente finanziato e controllato da una serie di organizzazioni statunitensi, tra cui il fondo di investimento Rosemont Seneca, gestito da Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, o il background di George Soros. Kirillov, nello schema presentato, ha dichiarato come l’attività fosse supervisionata dall’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) e dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Lo riporta RT che riprende le parole della conferenza stampa.
In totale, ha proseguito, 30 laboratori erano coinvolti nel programma di “attività militare-biologica su larga scala”.
Al Consiglio di Sicurezza di lunedì, Mosca ha accusato formalmente Washington di aver sviluppato armi biologiche in strutture situate sul suolo ucraino. E anche la Cina ha chiesto ripetutamente agli Stati Uniti di chiarire i dettagli sul presunto programma.
L’8 marzo, il sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland ha riconosciuto che ci sono laboratori biologici in Ucraina, ma ha confutato che Kiev avesse sviluppato armi biologiche. Due giorni dopo, il direttore dell’intelligence nazionale statunitense Avril Haines ha dichiarato che poco più di 12 laboratori biologici operavano in Ucraina per garantire “la biodifesa dell’Ucraina e la risposta della salute pubblica”.  
All’inizio non esistevano nemmeno per i censori della verità nel web. Oggi gli Stati Uniti sono costretti ad ammetterne l’esistenza, domani chissà… (Qui)

Quella gente legata ai pali.

Donne e bambini legate ai pali dal regime di Kiev. Sull’incredibile giustificazione de la Stampa

Per giorni abbiamo ricevuto queste immagini di bambini, donne, famiglie intere legate ai pali, denudati, picchiati, umiliati alla gogna.
Poiché abbiamo sempre controllato mille volte ogni fonte, rinunciando a pubblicare se non confortati da molteplici verifiche, (è arduo districarsi tra mille bufale di guerra), oggi, finalmente, La Stampa ci offre la conferma ufficiale.
Mentre Zelensky fa il suo show al Parlamento italiano, tra comparse plaudenti all’ingresso in guerra dell’Italia “per difendere l’Europa dall’invasione russa e difendere i valori della democrazia occidentale”, nelle città ancora in mano alle truppe ucraine cosa sta succedendo?
La tecnica di inversione semantica della manipolazione linguistica chiama “deportati” i bambini, le donne, le famiglie che riescono a usufruire dei corridoi umanitari russi, sfuggendo al blocco delle brigate neonaziste che, secondo moltissime testimonianze dei rifugiati, ne stanno facendo scudo umano. Molti altri video mostrano civili ucraini uccisi brutalmente alle periferie delle città da cui stavano fuggendo.
Chi sono, quindi, i bambini e le ragazzine, legati ai pali avvolti dalla plastica, fissati da grossi nastri adesivi gialli (in altre foto e video che evitiamo di pubblicare – ma che mette proprio la Stampa – vengono abbassati i pantaloni e i volti deturpati)?

Scrive la Stampa mostrando un video “che contiene immagini sensibili”:

“Il pugno duro dell’Ucraina contro i saccheggiatori, il consigliere del ministro degli Interni: “Uccisi sul posto o legati a pali”
Il consigliere del ministro degli Interni dell’Ucraina Vadim Denisenko ha affermato di non considerare “selvaggio in tempo di guerra il maltrattamento dei saccheggiatori che vengono colti in flagrante, legati ai pali, filmati e i cui video vengono pubblicati su Internet”.  Denisenko ha dichiarato: “Non credo che legare e mettere alla gogna un predone sia considerato selvaggio in tempo di guerra. Purtroppo le forze di polizia non bastano. La polizia non può arrivare sempre in tempo”. Secondo il consigliere del ministro degli Interni dell’Ucraina, il saccheggiatore dovrebbe capire che “otterrà ciò che merita”. “Prima sarà legato a un palo, poi sarà imprigionato per 15 anni. Tali azioni hanno un effetto maggiore sui saccheggiatori rispetto alla minaccia di una punizione penale. La punizione ‘qui e ora’ è un sistema preventivo che funziona”, ha detto ai giornalisti.  Sul tema era intervenuto anche l’ambasciatore ucraino a Londra, Vadim Pristaiko, in un’intervista al Times agli inizi di marzo. Come riporta il quotidiano inglese “i saccheggiatori nelle città ucraine saranno fucilati sul posto per il timore che la Russia utilizzerà tattiche d’assedio e innescare rivolte e far morire di fame il paese”. La paura del governo di Kiev è che i cosiddetti saccheggiatori siano in realtà sabotatori russi infiltrati in Ucraina già prima dell’inizio dell’invasione per mettere in ginocchio la popolazione e l’approvvigionamento di beni di prima necessità”.

Quindi questi bambini legati ai pali e fucilati sul posto sarebbero “rom o saccheggiatori di beni di prima necessità”?
Anche se questa versione fosse corretta, stiamo parlando di bambini e ragazze che hanno fame o che sono perseguitati per ragioni etniche.
Non vi fa orrore? Lo capite cosa avete applaudito ieri in Parlamento?
E se questi ragazzini invece di rubare un tozzo di pane stessero tentando di scappare dal sequestro delle truppe neonaziste per farne scudi umani? 

Agata Iacono, qui.

O forse sono, molto semplicemente, quelle persone che, come loro stesse ci raccontano qui, quando finalmente riescono a fuggire dai soldati ucraini che li trattenevano come scudi umani, prima di scappare rientrano nelle proprie case o in qualche negozio bombardato per procurarsi un po’ di cibo.

Quel nazismo sistematicamente negato, documentato in questo articolo che dovrete andare a leggere in loco perché non è copiabile, a cui aggiungo quest’altra cosa, estremamente interessante

Suggerisco anche l’ottima ricostruzione dei fatti presentata in questo articolo, aggiungendo questo video esplicativo, tanto per chiarire le idee.

Infine voglio mostrarvi quanto la Germania sia superiore all’Italia: mentre noi accogliamo tutti e poi li abbandoniamo, a tendere la mano al supermercato o a spaccarsi la schiena nei campi per una manciata di euro al giorno, loro no: loro li accolgono e immediatamente gli trovano un lavoro

Clic per leggere meglio.

E per concludere, visto che vogliono imporre alla Russia “sanzioni da fine del mondo”, io vi regalo un profumo di fine del mondo con, in omaggio, il primo uccello del dopoguerra, che le persone che hanno conservato la testa sulle spalle e il cervello dentro la testa, si augurano di sentire al più presto.

barbara

RIPRENDO LA TELENOVELA

Quella dell’acqua in camera e del padrone di casa eccetera. Che alla puntata precedente si concludeva così:

E alla prossima pioggia…

Ecco. L’asfaltista è venuto e ha messo un po’ di guaina intorno a ciascuno dei due bocchettoni. Una settimana dopo è piovuto per alcune ore, e mi si è allagata la camera. Con nuovi buchi in aggiunta a quelli precedenti. L’ho visto quando sono entrata per andare a letto e mi è toccato ritirare fuori di corsa gli asciugamani e stenderli per terra e secchi e catini e tutto l’armamentario. E le macchie di umido sul soffitto ulteriormente allargate e l’intonaco con bolle e crepe, e quando ha smesso di piovere giù acqua ha attaccato a piovere giù intonaco. La mattina dopo ho chiamato il padrone di casa, che ha detto che avrebbe chiamato subito l’amministratore e lo avrebbe fatto venire da me insieme all’asfaltista. Dopo una settimana ho richiamato per sentire a che punto eravamo. Ho aspettato, dice lui, perché in tutti questi giorni c’è sempre stato il sole e anche per i prossimi giorni è previsto bel tempo, e volevo aspettare che piovesse per vedere cosa succede. E io ho cominciato a inquietarmi e agitarmi in pelino. Poi ha detto, Lei, signora Mella, deve essere buona. È stato lì che ho leggermente perso il controllo; tre ore e mezza dopo mi faceva ancora male la gola. Oggettivamente, quando mi incazzo sono molto sgradevole, e lui evidentemente non voleva rischiare di riavermi nelle orecchie un’altra volta incazzata; mezz’ora dopo mi ha richiamata per dirmi che nel pomeriggio si era impegnato a venire di nuovo l’asfaltista (il cialtrone dell’altra volta, quello che ha fatto la copertura tre anni fa e un anno e mezzo fa avevo già le macchie sul soffitto; quello che “ogni paio d’anni, quando piove forte è normale che succeda”, da cui si deduce che, primo, è destino ineluttabile che con un isolamento fatto da lui, ogni volta che piove forte l’acqua passi dalla terrazza alla stanza sottostante, secondo, che dopo che l’acqua ha aperto una mezza dozzina di buchi, poi i buchi si chiudono da soli e per un paio d’anni l’acqua non passa più; quello che ha risolto il problema e alla prima pioggia mi sono ritrovata con la camera allagata). Non è venuto, e il giorno dopo, benché fosse festa (il primo novembre), il vecchio ha mosso mari e monti e poi mi ha chiamata per dirmi che venerdì mattina sarebbe venuto l’altro asfaltista, quello che era venuto a vedere la situazione la prima volta. Naturalmente adesso si riscateneranno i condomini che dovranno pagare la loro parte, ma a quanto pare preferisce affrontare l’ira di una decina di condomini toccati nel portafogli che la mia. Poi nei giorni scorsi è piovuto e l’acqua non mi è scesa. Piccola nota a margine: dato che prima delle sei, sei e mezza non mi addormento, e il tizio sarebbe sicuramente venuto la mattina presto, la notte sono scesa ad attaccare sotto il campanello un bigliettino con su scritto “Asfaltista: suoni forte se no non mi sveglio!” L’asfaltista ha avuto pietà, e si è fatto aprire e dare la chiave della terrazza da qualcun altro. Poi, essendo proprio sopra la mia testa, a partire dalle sette e mezza ho sentito lavorare di gran lena, ma almeno mi ha risparmiato di alzarmi dal letto.

Già che siamo in tema di aggiornamenti, vi informo che ho fatto i raggi alla vertebra, e la situazione è ulteriormente peggiorata: l’avvallamento è aumentato (stronza). Poi dovrò anche fare un piccolo intervento. Avete presente l’alluce valgo? È quella cosa che viene ai comuni mortali. Naturalmente nessuno di voi si immagina che io sia una comune mortale, vero? E infatti non mi è venuto l’alluce valgo: mi è venuto il mignolo valgo. Un po’ stortino, fin dove arrivo a ricordare, l’ho sempre visto: stortino carino; simpatichino, anche. Ma adesso mi sono accorta che si sta proprio stendendo, e non voglio arrivare come quelle con l’alluce completamente di traverso sopra o sotto le altre dita, sicché quando, fra un mese, andrò a fare i nuovi raggi per la vertebra, li farò anche ai piedi e poi si farà l’interventino. L’ortopedica (la mia ortopedica d’oro), è d’accordo, e spero che mi operi lei.

Poi c’è un’altra grossa grossa grossa rogna, ma quella, se non si risolve, la scriverò a parte, perché voglio che la facciate girare e che la leggano almeno dodici miliardi di persone.

E visto che qua si sta praticamente scatenando la fine del mondo, regaliamoci almeno una fine del mondo… profumata.

barbara