QUELLO CHE SOPRATTUTTO SORPRENDE

A proposito del post sulla denuncia dei crimini palestinesi da parte di un palestinese, la cosa che stupisce è che lo abbiano lasciato parlare.

Qualcuno ricorderà sicuramente la vicenda del medico palestinese Ashraf El Hagog e delle cinque infermiere bulgare accusati in Libia di avere infettato col virus HIV 426 bambini, incarcerati per otto anni durante i quali sono stati sottoposti a torture e a maltrattamenti di ogni genere e infine processati e condannati a morte – vicenda sulla quale anche l’immarcescibile Massimo D’Alema, l’equivicino per antonomasia, all’epoca ministro degli Affari Esteri, ha voluto dire la sua. Sospesa la pena ed espulsi i “reprobi”, nell’aprile del 2009, durante una riunione del solito UN human rights council presieduta – tenetevi forte – dalla Libia, il consueto osservatore per UNwatch Hillel Neuer, esattamente come nel caso di Mosab Hassan Yousef, cede il posto a qualcun altro: al medico Ashraf El Hagog che, trattandosi di una seduta finalizzata alla denuncia di violazioni dei diritti umani, incarcerazioni arbitrarie, torture eccetera, è sicuramente il più titolato a parlare. E questo è ciò che succede (NOTA: anche in questo video, come nel precedente, quello che è importante capire si capisce perfettamente anche senza capire una sola parola di inglese):

Pur penalizzato da un inglese piuttosto incerto, è riuscito bene o male a dire quello che aveva da dire, ma con quanta fatica! Quanti sforzi sono stati fatti per fermarlo! Evidentemente le violazioni dei diritti umani vanno denunciate, ma non se a perpetrarle è un Paese arabo; i palestinesi godono di tutti i diritti e di tutta la comprensione di questo mondo, ma non se parlano per denunciare qualcuno che non sia Israele. Per questo mi sorprende che Mosab Hassan Yousef sia stato lasciato parlare fino alla fine. Chissà, forse sarà stato il travolgente crescendo rossiniano a bloccarli. O forse non c’era la Libia a presiedere la seduta.

barbara

NON È GAZA!

Questa foto,
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con questa didascalia,
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è stata pubblicata dall’UNRWA (sì, quella che fa finta di scandalizzarsi ogni volta che vengono trovati missili in scuole e asili da lei gestiti, o tunnel che ci passano sotto) nell’ambito della campagna per raccogliere fondi per i poveri poveri abitanti di Gaza stremati dal blocco e sempre a rischio di vedere distrutta la loro povera, piccola casa. In realtà la foto è stata scattata in Siria, nel pressi di Damasco, probabilmente nel 2014. E questo è ancora niente: la foto originale con la corretta indicazione geografica, datata 2014, era stata pubblicata… dall’UNRWA!
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(qui)

Dove si dimostra  che può davvero accadere che la mano sinistra non sappia ciò che fa la destra.

barbara