Altra foto scattata da un radiologo strafigo, di molte virtù dotato.
barbara
Altra foto scattata da un radiologo strafigo, di molte virtù dotato.
barbara
Poco più in là c’è il kibbuz Saad.
La prima cosa che si vede, entrando, sono i rifugi per i bambini che aspettano l’autobus, perché quando scatta l’allarme non c’è tempo di andare da nessuna parte, e quindi bisogna proprio che il riparo sia lì, a portata di mano.
Si blindano le scuole
e gli asili
che, per non far vivere i bambini in un ambiente troppo tetro, vengono rallegrati da colori e pupazzi anche all’esterno
E ad ogni casa viene aggiunto un rifugio antimissile, in modo che le famiglie lo possano raggiungere in tempo quando scatta l’allarme.
Ma nonostante il pericolo, nonostante gli allarmi, nonostante la vicinanza con un nemico che vuole unicamente il loro annientamento, gli abitanti del kibbuz,
che originariamente era costituito da abitazioni come questa
non si arrendono al terrore, e continuano a rendere sempre più verde il loro mondo
e a creare opere di grande bellezza, come la sinagoga.
E non si butta via niente
perché tutto può essere riutilizzato: per giocare, o per decorare
Infine due parole su Susanna/Shoshana Cassuto, che ci ha accompagnati nella visita al kibbuz. Qui TESTIMONIANZA_Shoshana troverete due testi: una sua testimonianza, e un documento sull’attentato in cui ha perso la vita sua madre.
barbara