A trent’anni
a settantadue
barbara
A trent’anni
a settantadue
barbara
“e molte/i altre/i voci del mondo della cultura italiano”
Perché, come tutti sappiamo, c’è una voce femmina e un voce maschio (ma di un maschio signora mia, ma di un virile, ma di un maschione, ma una roba che guardi, non mi ci faccia neanche pensare che se no…), e giustamente ad entrambi i sessi vocesi, vocili, vociani, insomma quelli, viene data la giusta attenzione. Questo gioiello, talmente gioielloso che il Koh-i-Noor
se lo vede si va a nascondere dalla vergogna, si trova qui. Si tratta dell’appello del grande nonché geniale attore regista musicista pacifista intellettuale eccetera eccetera Moni Ovadia, grandissimo amico di Gino Strada, a sua volta grandissimo amico di un tot di terroristi, e chissà se varrà quella famosa proprietà transitiva che io non mi voglio sbilanciare per carità ma insomma vedete un po’ voi, l’appello, dicevo, per Potere al popolo, il nuovo partito di estrema sinistra più a sinistra dell’ultima estrema sinistra conosciuta che era molto più a sinistra dell’ultima estrema sinistra precedente, il cui modello ideale, come spiega la sua leader Viola Carofalo – e ditemi voi se potete immaginare una faccia più da sfigata di questa
è il Venezuela. Nell’articolo è possibile leggere anche le numerose firme fin qui giunte, che riportano fra parentesi le professioni dei firmatari: beh, ammazzatemi se fra tutti questi appassionati di potere al popolo trovate un operaio, un contadino, una commessa, una donna di servizio, un fabbro, un venditore ambulante, un postino, un pizzaiolo… In compenso, gioielli nel gioiello, troviamo, fra le varie professioni – giornalista, attore, ricercatore, regista, docente universitario, oncologo… – una strepitosa “Adriana Maestrelli (antifascista)” e una “Angela Sajeva (attrice, narratrice, femminista)”, che se poi qualcuno mi spiega che mestiere è la narratrice mi fa un favore, grazie. Da segnalare infine l’unico, almeno finora, commento sotto l’articolo dell’appello:
Tommaso Granata
09 febbraio 2018 – 16:22
compagni, l’emancipazione esige distruzione
che mi sembra la migliore illustrazione di questo nuovo che avanza, anzi, che è avanzato e nessuno ha ancora provveduto a spedirlo nella pattumiera.
barbara
Tornato, a 93 anni, per l’ennesima volta in Israele (ci era venuto per la prima volta nel 1949), ricevuto dal presidente Rivlin,
premiato con la medaglia “Raoul Wallenberg” per gli ebrei salvati dai suoi genitori durante l’occupazione tedesca, intervistato nel suo albergo,
e infine esibitosi in concerto, con una voce che certamente non è quella di mezzo secolo fa, ma che ancora si difende dignitosamente
e a cui la passione, nel cantare Sa jeunesse, “La sua giovinezza” riesce a tratti a restituire una forza inaspettata in un uomo di questa età.
Qui in italiano con qualche anno in meno (non pochissimi, comunque).
barbara
Ma quando canta si può solo ascoltarla in religioso silenzio.
barbara