CORSI E RICORSI

È stato Luigi Barzini – eroe, oltre che grande giornalista, della mitica Parigi-Pechino – che alla domanda “Ma è faticoso fare il giornalista?” ha risposto: “Sempre meglio che lavorare”. Oggi quella risposta, più che mai valida per i giornalisti, potrebbe darla, ad ancor maggiore ragione, un sindacalista. Uno a caso, diciamo

(e no, non dico braccia rubate all’agricoltura, perché per fare il contadino devi saper fare un mestiere. E non puoi permetterti di essere stupido, se no muori di fame tu insieme a tutta la famiglia). Poi, sempre a proposito di parassiti che succhiano il nostro sangue, aggiungerei quel signore, di cui mi rifiuto di scrivere il nome, che ha gioiosamente annunciato che se arriveremo al 90° di vaccinati si potrà attenuare lo stato di emergenza. Ora, considerando che nella ormai massacrata Costituzione italiana NON ESISTE LO STATO DI EMERGENZA (esistono lo stato di guerra e quello di calamità, vale a dire terremoti eruzioni alluvioni, per una durata massima di 90 giorni e con valore locale, che se il Vesuvio, per dire, dovesse rifare una cosa tipo Pompei, non è che chiudono la Milano-Venezia e fermano i treni sulla Padova-Bologna); considerando che questo stato di emergenza è stato proclamato per sei mesi e poi prorogato di altri sei e poi prorogato di altri sei e poi prorogato di altri sei (illegalità alla quinta potenza); considerando che  con questo stato di emergenza non si è fatto un cazzo – e non ritornerò sui diciotto miliardi di cose che ho già scritto nel corso di un anno e mezzo – tranne imprigionare sessanta milioni di persone: che cosa dovremmo fare a uno che dopo due anni, con un tasso di contagi allo 0,6%, ci fa intravvedere la possibilità – forse magari può darsi chissà – di un’attenuazione? Consideriamo inoltre che il 90% degli italiani, tolti i bambini al di sotto dell’età vaccinabile e tolti quelli che per particolari patologie o allergie non si possono vaccinare, significa il 100% delle persone vaccinabili, che si sa perfettamente che non sarà mai raggiunto. In conclusione: l’attenuazione dell’emergenza, nei programmi di questo signore, non arriverà mai. E queste sono le circostanze in cui mi torna alla mente quel bellissimo capitolo di Papillon in cui un tizio viene spogliato, legato, gli vengono fatto su tutto il corpo tanti piccoli tagli da cui esce il sangue, e poi si apre una scatola piena di formiche rosse. Pare che a spolpare completamente un uomo ci mettano una settimana.

barbara

MI CHIAMO LOCK, WALTER LOCK

E vi butto Down, Italia Down

– Ricciardi: “Coprifuoco inutile, meglio il lockdown” (25 ottobre)”
– Ricciardi: “E’ necessario un altro lockdown” (26 ottobre)
– Ricciardi: “Lockdown? Due settimane sono poche” (6 novembre)
– Ricciardi: “Lockdown subito in alcune aree metropolitane” (8 novembre)
– Ricciardi. “Le persone circolano troppo, non è escluso un lockdown totale” (11 novembre)
– Ricciardi: “Abbiamo due-tre settimane di tempo per decidere sui lockdown” (13 novembre)
– Ricciardi: “Un lockdown a Natale, i contagi sono la punta dell’iceberg” (15 dicembre)
– Ricciardi: “Farei un lockdown da subito e per due mesi” (21 dicembre).
– Ricciardi: “Non riaprire le scuole, serve zona rossa fino al 15 gennaio” (31 dicembre)
– Ricciardi: “Ridurre i contagi con un blocco serio” (6 gennaio)
– Ricciardi: “Le nuove misure non saranno sufficienti” (7 gennaio)
– Ricciardi: “Subito lockdown o le vaccinazioni sono a rischio” (12 gennaio)
– Ricciardi: “Io farei quattro settimane di lockdown” (15 gennaio)
– Ricciardi: “Basta colori, serve un lockdown di un mese” (17 gennaio)
– Ricciardi: “Le misure non fermano il virus, serve un lockdown di un mese” (21 gennaio)
– Ricciardi: “Serve un lockdown rigido a febbraio” (24 gennaio)
– Ricciardi: “E’ la quiete prima della tempesta” (5 febbraio)
– Ricciardi: “Tutta Europa è già ricorsa a lockdown duri” (11 febbraio)- Ricciardi: “Serve un lockdown totale, lo chiederò a Speranza” (14 febbraio)

E ora diamo un’occhiata ai grafici. Questo è quello dei morti.

Ci sono alti e bassi, come vediamo. E allora come si fa a vedere come sta andando? Semplice: si traccia una linea che congiunga i punti centrali fra i massimi e i minimi, e si vede in che direzione va, così

A qualcuno sembra che ci possano essere dubbi sull’andamento dell’epidemia? E quest’altro è il grafico dei contagi

A proposito del quale vi propongo uno scambio avvenuto recentemente nei commenti in un blog che frequento:

Io – Soprattutto considerando che nei quattro mesi in cui è stato tutto aperto, in ristoranti bar palestre piscine non si è registrato un solo caso di contagio, mentre ne è stato registrato uno a teatro, con oltre trecentomila spettatori in alcune migliaia di spettacoli.
Lei – “Si conferma un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la sesta settimana consecutiva con una incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 gg (periodo 24/8-6/9) di 27.89 per 100.000 abitanti, in aumento dal periodo 6/7-19/7. La maggior parte dei casi continua ad essere contratta sul territorio nazionale”
Ministero della Salute Dati relativi al 31 agosto e 6 settembre 2020!!!
I metodi per combattere la pandemia possono essere messi in discussione Anche forse i numeri percentuali ma negare il tutto mi sembra fuori fuorissimo luogo soprattutto per chi come me ha vissuto questo gramma direttamente.
Io – La curva dei contagi ha cominciato a risalire in ottobre, e sfido chiunque a guardare i grafici e a negarlo.
Lei -Scusami È colpa mia Mai discutere con le persone presuntuose E privè Di orizzonti
Io – No, colpa mia: mai discutere con persone che preferiscono le parole – di chi, oltretutto, dal primo giorno non ha fatto altro che mentire su tutto – ai dati oggettivi. Non succederà più.

Bella discussione, vero? È sempre un piacere discutere con persone intelligenti e preparate. Ma torniamo a noi. I grafici ci dicono che i morti sono in calo, i contagi sono in calo, i ricoveri, sia in TI che nei reparti ordinari, sono in calo. Oddio, e adesso cosa facciamo? Ci tocca cominciare a riaprire?! Lasciare che la gente vada al ristorante?! Al cinema? A teatro? In piscina? Che qualcuno possa addirittura andare a trovare la vecchia mamma da Rovigo a Ferrara, o magari da Santa Maria Maddalena a Pontelagoscuro?! Dai presto, inventiamo qualcosa! Ed ecco il miracolo: le varianti! Che a differenza della variante di valico che ti permette di muoverti meglio, ti paralizza e non ti muovi più.

Varianti, la nuova parola-chiave della strategia della paura

Il nuovo governo non è ancora operativo ma Walter Ricciardi, il consulente del ministro della Salute e appena nominato membro della Pontificia Accademia per la Vita, già invoca il lockdown totale insieme alla vaccinazione di massa. Non importa se casi e decessi sono in calo, ora si agita lo spauracchio delle varianti per irrigidire ulteriormente le misure di segregazione.

È stata la sua prima uscita dopo la nomina a membro della Pontificia Accademia per la Vita, e come accade immancabilmente per ogni suo intervento ha suscitato immediatamente un focolaio di polemiche. Parliamo di Gualtiero Walter Ricciardi, il professore di Igiene consulente personale del rinnovato ministro della Salute, Roberto Speranza.

Ricciardi nei giorni scorsi è stato nominato da papa Bergoglio membro della prestigiosa istituzione che era stata fondata da san Giovanni Paolo II con il fine di difendere e promuovere il valore della vita umana e della dignità della persona, avvalendosi dell’apporto anche di scienziati impegnati sul fronte della bioetica. Il professor Ricciardi non vanta, tra le sue pubblicazioni scientifiche, alcun intervento su temi quali l’aborto, l’eutanasia, il controllo delle nascite. Si è occupato nella sua carriera di temi di Igiene pubblica, ma non si è mai segnalato per un impegno pro life.

Negli ultimi anni tuttavia, e particolarmente in occasione dell’attuale crisi sanitaria, si è distinto per essere uno dei più convinti assertori della vaccinazione di massa, vaccinazione che in un recente articolo su Avvenire aveva dichiarato dovesse essere fatta anche in modalità “drive through”, cioè a persone che sporgono un braccio dal finestrino dell’automobile nei parcheggi – in barba alle regole di base della sicurezza della pratica vaccinale – o nei palazzetti e negli hangar. La nomina fatta da parte di Bergoglio è sembrata una sorta di endorsement vaticana alla strategia vaccinale del ministro Speranza e del suo Richelieu. D’altra parte dietro le mura leonine le vaccinazioni anti Covid col vaccino Pfeizer fervono da settimane, ed è già stato realizzato il discusso “tesserino vaccinale” che dimostra l’avvenuta vaccinazione.

Così, forte di questa fresca nomina, il neo accademico pontificio si è pronunciato su un altro tema che gli è caro: il lockdown. Occorre una chiusura drastica, totale. “La strategia di convivenza col virus, adottata finora, è inefficace e ci condanna alla instabilità”. Così ha dichiarato, con la retorica bellicistica che contraddistingue ogni suo intervento, in verità poco evangelica. Ha aggiunto che  è urgente cambiare subito la strategia di contrasto al virus, per mezzo di un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole “facendo salve le attività essenziali”.
Insomma: tutti chiusi in casa, salvo chi deve uscire per fare l’irrinunciabile vaccino. Ma a fronte della  costante diminuzione di casi e di decessi, qual è il motivo che dovrebbe portare alla serrata totale del Paese? Per Ricciardi, come per altri virologi catastrofisti, per via delle varianti. Questa è la nuova parola-chiave della strategia della paura: ci sono le varianti. Ormai non si parla nemmeno di una possibile “terza ondata”: è ondata continua, inarrestabile. Uno tsunami di micidiali varianti.
In realtà, il Covid fin dai primi mesi si è caratterizzato per le sue numerose varianti, la gran parte delle quali non ha determinato forme più gravi o aggressive della malattia. Come possono documentare i clinici, le forme attuali di Covid presentano una gamma di diverse manifestazioni cliniche che vanno dalla dermatite a mialgie, ma ciò che porta a situazione di gravità clinica e al decesso, è sempre l’insufficienza respiratoria acuta. E qui nulla è cambiato, e i malati, quando vengono curati con le terapie adeguate, dagli antinfiammatori FANS e steroidei, con antibiotici e altri presidi terapeutici, rispondono come prima.
Diverso il caso dei vaccini: le forme varianti infatti potrebbero mettere in seria difficoltà l’efficacia dei vaccini. E allora? Allora punto e a capo. In attesa di ulteriori nuovi vaccini ancora tutti da realizzare, si torna a quella che per Ricciardi è l’unica soluzione: la segregazione totale. Tutti in casa, ad aspettare che “passi ‘a nuttata”, come si diceva sulle scene della commedia napoletana che Ricciardi ha praticato da giovane.
A sentire Ricciardi, ogni possibilità di assembramento va assolutamente evitata, almeno fino al raggiungimento dell’immunità di gregge. Ci attendono dunque tempi grami. Occorrono ancora tante lacrime e sangue, perché come il consulente del ministro Speranza ha dichiarato poco tempo fa, siamo in guerra e siamo ancora nel 1941. Il ’45 è molto lontano.
E intanto avanti con le tre armi: lockdown duro, tracciamento dei casi, che secondo il professore bisogna ripristinare in modo massiccio, e vaccinazioni, che bisogna fare in un numero di 300.000 al giorno. Oltre due milioni alla settimana. Un numero surreale, di vaccini teorici ancora non disponibili. Ma Ricciardi si propone di interloquire direttamente con Draghi, per convincerlo della bontà delle sue teorie. In questa fase di interregno tra il precedente governo Conte e l’attuale, Ricciardi sembra volersi fare largo e andare oltre lo stesso ministro di cui pure è consulente. Una sorta di sottosegretario al Covid, con la benedizione da oltre Tevere.

L’auspicio è che invece il Ministero possa avvalersi di un vero sottosegretario, possibilmente competente e che operi una svolta nella gestione della crisi sanitaria senza infliggere nuove sofferenze ad un Paese che non ne ha affatto bisogno. 
Paolo Gulisano (medico), qui.

Che di varianti ce ne sono state migliaia – come ricorda anche il dottor Gulisano – perché la mutazione è intrinseca alla natura del virus, lo sanno anche i polli, ma evidentemente lorsignori sono al di sotto del notorio cervello di gallina. Comunque rasserenatevi, che la variante di moda al momento è quella brasiliana

Nel frattempo oltreoceano Joe-Pisolino ribalta le politiche immigratorie di Trump e fa entrare 25.000 immigrati, che a differenza degli americani, che senza un test negativo non possono spostarsi da una parte all’altra degli Stati Uniti, prendere un autobus ecc., non subiscono alcun controllo, e guarda caso i contagi crescono (e altre cose moolto interessanti, in merito all’epidemia e alla sua gestione, stanno finalmente cominciando a venire fuori). Sempre il suddetto Joe-Pisolino annuncia la rimozione degli Houthi dalla lista delle organizzazioni terroristiche e indovina un po’? Bravi, avete indovinato: dal giorno dell’annuncio i loro attacchi sono diventati quotidiani.
Di qua come di là dell’oceano, il sonno della ragione genera mostri. (E mentre permette ai terroristi ormai sdoganati di attaccare quelli che dovrebbero essere i suoi amici e alleati, oltre che non ostili a Israele e alle sue nuove alleanze, a quasi un mese dall’insediamento Biden ha ormai chiamato tutte le capitali del mondo tranne Gerusalemme).

barbara

UN PO’ DI POLITICA

E comincio col pittoresco signor Ricciardi Walter,
Walter_Ricciardi
la cui caratteristica più spiccata è senz’altro l’espressione intelligente (e che dire di quella deliziosa coroncina di fiori che gli contorna il capino?)

Il caso Ricciardi imbarazza il governo: le cantonate, i tweet anti-Trump e l’Oms che alla fine lo sconfessa

L’ultima cosa che serve in questo momento al presidente del Consiglio Conte, già costretto a difendere sui giornali la sua poltrona insidiata dalle ombre di Colao e Draghi, è un incidente con la Casa Bianca, che tra l’altro proprio nei giorni scorsi ha assicurato massicci aiuti sia sanitari che economici all’Italia per far fronte alla crisi da Covid-19. Ci ha pensato domenica mattina il professore, e consulente del governo, Walter Ricciardi, con un suo tweet velenoso (non è il primo) contro il presidente Trump. E da Washington, passando per Via Veneto, il malumore è giunto fino a Roma, perché nel primo pomeriggio, al risveglio americano, alcuni media Usa – come Gateway Pundit – quel tweet l’hanno riportato.
Ricciardi ha rilanciato, commentando con un laconico “beloved”, un tweet del regista di estrema sinistra Michael Moore a cui è allegato un video che riprende diverse persone mentre tirano pugni e calci ad un pupazzo con la maschera di Trump. Insomma, roba che ti aspetteresti twittata da un tredicenne. Dopo qualche ora, quando il caso era ormai esploso, tweet rimosso e sostituito con una toppa peggiore del buco (ritwittava ancora quel video), poco dopo rimossa pure quella.
Ma purtroppo il consulente del governo italiano non è nuovo a questi tweet che, diciamo, esulano dalle sue competenze.
Solo pochi giorni fa, giovedì scorso, un altro attacco infantile via Twitter al presidente Trump: stavolta il video ritwittato è preso dal social cinese Tik Tok, e mette a confronto una breve frase dell’attuale presidente con un discorso più compiuto dell’ex presidente Obama, in pratica per incolpare il primo dell’attuale diffusione del contagio negli Stati Uniti e celebrare, invece, la lungimiranza del secondo (ma lo screenshot parla da solo). Più “articolato” stavolta il commento del professore:

“Le elezioni hanno conseguenze, quando il popolo vota avventurieri, populisti e sovranisti questi poi prendono decisioni che hanno conseguenze, in questo caso tagli su ricerca, sanità, innovazione”.

[peccato che la tragica carenza di mascherine sia interamente da imputare a Obama: oltre a tutto il resto, anche ignorante il nostro signor Ricciardi]

Il problema è che Ricciardi non è un medico o un attivista qualunque. Rappresenta infatti il governo italiano presso il comitato esecutivo dell’Oms ed è dal 23 febbraio, dall’inizio della fase più acuta dell’emergenza Covid-19 nel nostro Paese, consulente del Ministero della salute del Governo Conte, con i risultati che vedremo tra poco. Nel suo curriculum politico figurano anche la presidenza dell’ISS nel 2015 (governo Renzi) e una candidatura nelle liste di Scelta Cinica, del professor Mario Monti, nel 2013.
Non una giornata facile quella di ieri per Ricciardi. Finora abbiamo sempre pensato che fosse un membro dell’Organizzazione mondiale della sanità, e a chi lo presentava così lui non ha mai precisato, ma ieri a Rainews24 è arrivata una prima smentita da Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms: “Il mio collega Walter Ricciardi non è dell’Oms, è il rappresentante italiano presso il board dell’Oms. Non ha niente a che fare con l’organizzazione. È un supercampione della sanità pubblica nazionale, ma non parla a nome dell’Agenzia”. “Sono il rappresentante italiano nel comitato esecutivo dell’Oms, designato dal governo (Gentiloni, ndr) per il periodo 2017-2020. Non sono cioè un dipendente dell’Oms”, è costretto a chiarire subito Ricciardi.
In serata, una doccia ancora più fredda: l’Oms diffonde una nota in cui prende nettamente e gelidamente le distanze dal professor Ricciardi, tanto da chiedere ai media di “evitare espressioni che potrebbero suggerire che il professor Ricciardi lavori e/o rappresenti l’Oms”. Il comitato esecutivo dell’Oms, spiega la nota, “è in realtà composto dai rappresentanti dei governi, e non da staff dell’Oms”. Le sue opinioni, comprese quelle riguardanti il Covid-19, “non necessariamente rappresentano le opinioni o le politiche dell’Oms e quindi non devono essere attribuite all’Oms né ai suoi organi”.
Un comunicato giunto dopo la precisazione di Guerra a Rainews, ma soprattutto dopo il tweet anti-Trump di ieri mattina e il polverone che ha sollevato. L’Oms ha già troppi guai con Trump…
E forse una sconfessione tardiva e un po’ ipocrita, perché è vero che è una sorta di nostro “ambasciatore” all’Oms, e non un rappresentante dell’organizzazione, ma è anche vero che in questi mesi Ricciardi ha fedelmente riportato e incarnato in Italia, davanti all’opinione pubblica e al governo, le linee guida dell’Oms, a cui guarda caso il nostro Paese si è sempre più uniformato dopo la sua nomina a consulente del Ministero della sanità. E non si contano, ovviamente, i suoi “grazie Cina” per gli aiuti e le sue lodi al modello Cina di risposta all’epidemia, anche su questo allineato all’Oms. Non ci stupiremmo se lo vedessimo presto comparire nel cda o come advisor di qualche compagnia cinese o in qualche fondazione filo-cinese…
Nonostante la giornata complicata, Ricciardi non ha rinunciato ai suoi interventi televisivi. Prima a SkyTg24, poi da Fazio: “È assolutamente troppo presto per iniziare la fase due… potrà partire, soprattutto in alcune Regioni, quando conteremo i nuovi casi sulle dita di una mano e non certamente con numeri a quattro cifre”. Ma siamo realistici: a meno di non imbrogliare sui numeri come ha fatto e sta probabilmente facendo il regime di Pechino, il cui “modello” è stato lodato dall’Oms e importato in Italia, su consiglio, tra gli altri, proprio di Ricciardi, conteremo i nuovi casi sulle dita di una mano tra mesi (“in certi casi nei prossimi mesi”, ammette lui stesso), o forse mai. Nel frattempo, cominceremmo a contare i morti da catastrofe economica.
Tra l’altro, sarebbe sufficiente solo un po’ di logica, ma ora anche uno studio scientifico di un team internazionale di medici e ricercatori, costituito dall’italiano Stefano Centanni (direttore dei reparti di pneumologia degli Ospedali San Paolo e San Carlo di Milano), arriva alla conclusione che “sono solo i primi 17 giorni successivi all’applicazione delle misure di contenimento a determinare l’entità della diffusione del contagio nella pandemia di Covid-19, che sembra dipendere esclusivamente dai focolai divampati per caso nei primi giorni e non dalle differenze nel rigore del lockdown“, come dimostra l’osservazione comparativa dello sviluppo dell’epidemia in Paesi che hanno adottato approcci anche molto diversi. Qualsiasi misura restrittiva (come la chiusura delle industrie o i divieti alla libertà di movimento dei cittadini) applicata dopo i primi 17 giorni, ma mettiamo pure 3-4 settimane, “incide poco o nulla sull’andamento dei contagi e sul numero finale delle vittime”. Insomma, quel che è fatto è fatto.
C’è da augurarsi quindi che il super-consulente Ricciardi sia molto meno ascoltato oggi dal governo Conte di quanto lo era quando suggeriva che alle persone sane le mascherine non servissero a niente, quando metteva in dubbio l’affidabilità dei test delle Regioni perché a suo dire i positivi erano “sovrastimati”, o ancora quando bollava come un “errore”, contrario all’evidenza scientifica e alle linee guida dell’Oms, testare gli asintomatici come stava facendo la Regione Veneto – salvo poi cambiare idea a metà marzo, al mutare delle indicazioni dell’Oms, che dal testare soggetti solo sintomatici, che fossero stati a contatto con positivi o provenienti da focolai, passava con nonchalance alla linea “test, test, test”, invitando tutti i Paesi a moltiplicare i tamponi.
Un mutamento di linea più che sospetto, tra l’altro, quello dell’Oms, che sconsigliava di testare e quindi di cercare gli asintomatici quando l’epidemia era ancora circoscritta, e all’apice, in Cina, e dopo che Pechino aveva già deciso di testare solo i casi più gravi. Un approccio che di certo, in quel momento, aiutava la curva dei casi positivi in Cina ad abbassarsi più rapidamente.
E meno male che Ricciardi non era ancora consulente del governo quando si pronunciava contro la chiusura dei voli diretti dalla Cina, mentre Xi Jinping sigillava Wuhan ma guarda caso non fermava i voli internazionali.
Sempre nell’intervista di ieri a SkyTg24 c’è tra le righe una importante e definitiva ammissione di responsabilità:

“Nella seconda fase proponiamo di estendere la tamponatura ai sintomatici molto lievi, quelli che hanno un solo sintomo e che esordiscono con un colpo di tosse e soprattutto con la febbre, e isolarli immediatamente nel caso risultino positivi e poi tracciarli tecnologicamente in modo tale da risalire ai contatti in modo rapido”.

Se tutto questo si farà “nella seconda fase”, vuol dire che non si è fatto nella prima, e a questa strategia sbagliata si deve molto probabilmente, come sostengono ormai molti medici e scienziati, la totale perdita di controllo della diffusione del virus in Lombardia nei cruciali 7-10 giorni dopo l’esplosione del focolaio di Codogno.

Federico Punzi, 20 Apr 2020, qui.

E poi bisogna parlare della Lombardia, e ve lo faccio dire prima da Martino Loiacono e poi da

Roberta Vital

Adesso Basta.
Un conto è cercare di analizzare gli sbagli commessi in Lombardia affinché non si ripetano, cercare responsabilità e giustizia per chi non c’è più, altra cosa è cercare di nascondere le responsabilità di un Governo sotto le sottane della Lombardia.
Anche io dico parlatemi degli errori Lombardi anche se con il senno del poi sono tutti scienziati. Ma dico anche, parlatemi di un Governo che la prima volta che si è presentato con un discorso alla Nazione, ha detto che non si aspettava tanti contagiati. Per scoprire poi, che si era fatto scorte di bombole d’ossigeno, gel e mascherine per Palazzo Chigi. E parlatemi e ditemi se potete, perché l’Italia non era presente alla riunione UE del 31 gennaio sui casi di polmonite anomale legate al coronavirus da Wuhan. E perché fino a fine febbraio e primi di marzo ci dicevano di uscire tra aperitivi e ristoranti, spritz sui navigli. Perché si è disputata una partita a porte aperte a San Siro tra Atalanta e Valencia in pieno stato d’allarme costituendo una bomba batteriologica su Milano. E qualcuno ancora si chiede ma perché in Lombardia? E che sì, con il senno del poi la Lombardia doveva fottersene di un Governo che tentennava sulla chiusura di Nembro e Alzano Lombardo. E scavalcarlo.
Vi chiedete perché tanti morti?
Chiedetelo anche a chi per settimane ci ha detto che era solo un’influenza e che non bisognava seminare panico con le mascherine. Chi ha festeggiato il Santo Patrono a Brescia con centinaia di migliaia di visitatori e a chi ha dato ordine a 250 uomini tra esercito e carabinieri pronti facendo saltare le zone rosse nel bergamasco. I lombardi sono quasi undici milioni. Undici milioni. In piena emergenza non ci sono arrivati respiratori, mascherine, anzi sì, quelle per soffiarsi il naso. Volete indagare? Benissimo. Sono la prima a dire indagate sul Trivulzio perché è giusto che se qualcuno deve pagare paghi, ma non azzardatevi a usare la Lombardia oggi in ginocchio travolta da uno tsunami senza precedenti, per nascondere le responsabilità del Governo. Una Regione che ha sempre curato mezza Italia e che ha visto schizzare ogni parametro. Nessuno è esente da responsabilità, l’esercito che portava via le salme da Bergamo deve fare perdere il sonno a tutta Italia, non solo alla Lombardia perché i responsabili sono seduti ovunque e in ogni dove. La Lombardia si rialzerà e si ricorderà di chi l’ha presa a calci sui denti mentre era in ginocchio e magari pure con il Tricolore sul balcone. Ma che bravi.

E non può mancare, in un panorama politico che si rispetti, Nostra Signora dei Rossetti Imbanditi:
feliciometro
E concludo la carrellata politica con una considerazione di

Daniele Capezzone

++Supersintesi++

  1. La maggioranza non c’è più
  2. In Parlamento non si vota più
  3. Il Colle fa finta di niente
  4. Un pezzo di opposizione si offre a Conte
  5. Conte lancia velati avvertimenti a Draghi
  6. Colao si agita per esistere
  7. House of cards? No: house of three cards

Infine, tornando alle questioni mediche, c’è da registrare (grazie all’amico “Myollnir” per la segnalazione) che a forza di raccomandare di non andare al pronto soccorso per non rischiare di contagiarsi col coronavirus, c’è un sacco di gente che non ci va neppure quando sarebbe realmente necessario. Risultato: triplicate, dall’inizio dell’epidemia, le morti per infarto, qui.

barbara