di analisi del discorso di Liliana Segre sul Giorno della Memoria.
“Lo scorso 27 gennaio sono successe cose che mi hanno lasciato sgomenta. Io non penso di dover rispondere, di dovermi discolpare, in quanto ebrea, di quello che fa lo Stato di Israele”.
Cioè: lo stato di Israele fa cose orrende ma io non ne devo rispondere, non me ne devo discolpare, perché io con lo stato di Israele non ho niente a che fare (tranquilla, ce ne eravamo accorti).
E prosegue: “Trovo sbagliato mescolare cose completamente diverse, come hanno fatto tanti che hanno pensato di mettere in discussione il 27 gennaio per quello che sta succedendo a Gaza.
Cioè: a Gaza stanno succedendo cose orribili per mano dell’esercito israeliano, e questo è un dato di fatto reale e indiscutibile. Però oggi (solo oggi, non preoccupatevi) stiamo parlando di altro. E comunque, mi raccomando, ricordiamo – con l’accorgimento di fare finta di parlare d’altro – le povere vittime palestinesi ma guai che capiti, anche solo di striscio, anche solo per sbaglio, di nominare il 7 ottobre
non sia mai che i tuoi compagni di merende abbiano a risentirsene.
Il 27 gennaio non è fatto per gli ebrei, gli ebrei hanno 365 giorni della memoria all’anno, ma per ricordare agli europei un crimine europeo,
e le SS islamiche le cancelliamo dalla storia perché non fanno parte della narrativa gradita alla sinistra? E cancelliamo anche questo, Cronologia delle principali persecuzioni subite dagli ebrei nei paesi arabi sempre per lo stesso motivo?
e agli italiani un crimine anche italiano”. Ha ricordato anche con durezza di: “un fallimento educativo in questi più di 20 anni…: sembra che qualcuno abbia scambiato il Giorno della Memoria come un regalo fatto agli Ebrei…. Evidentemente hanno un bisogno spasmodico di fare pari e patta con la Shoah, di togliere agli ebrei il ruolo di vittime per antonomasia,
Nel senso che gli ebrei SONO le vittime per antonomasia, se si parla di vittime, non importa in quale contesto, è fuori discussione che stiamo parlando di ebrei, essere vittime è il RUOLO che la storia ha assegnato agli ebrei ed è l’unico ruolo che gli ebrei intendono interpretare, e io, Liliana Segre, battezzata, sposata in chiesa, con figli battezzati, ne rivendico in quanto ebrea la titolarità e guai a chi tenta di strapparmela: è questo che intende dire signora Segre?
di liberarsi di un inconscio complesso di colpa”.
Complesso di colpa? Quelli che riempiono le piazze con le bandiere di hamas le sembrano pieni di complessi di colpa? Quelli che gridano dal fiume al mare sono pieni di sensi di colpa? Quelli che sostituiscono volentieri israeliani o sionisti con ebrei stanno dando sfogo al proprio senso di colpa? Certo che in fatto di comprensione va forte eh?
Ci fosse una volta che questa donna riuscisse a tenere la bocca chiusa quando ci sarebbe da tenere la bocca chiusa. Ci fosse una volta che questa donna rinunciasse a far trapelare il suo astio nei confronti di Israele. Ci fosse una volta che questa donna si ricordasse che è stata proprio lei a far apporre la gigantesca scritta INDIFFERENZA nel memoriale della Shoah a Milano, e provasse a guardarsi per un momento allo specchio.
Sui fiumi di Babilonia, là ci fermammo e piangemmo ricordando Sion. Ai salici che si trovano in quel paese appendemmo le nostre cetre; poiché là ci chiedevano di cantare coloro che ci avevano condotti in cattività, canti di gioia i nostri oppressori: Cantateci i canti di Sion. Come potremmo cantare l’inno del Signore in terra straniera? Se ti dimenticherò, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; si attacchi la mia lingua al mio palato se non ti ricorderò, se non considererò Gerusalemme come la massima gioia. (Salmo 137, 1-6)
barbara