IL CORAGGIO DI DIRE NO

Parlo di Anna Muzychuk, la campionessa del mondo di scacchi che ha scelto di rinunciare ai suoi titoli e al ricchissimo premio in caso – estremamente probabile – di vittoria, pur di non sottostare alle oppressive regole saudite.

Scacchi, la campionessa in carica boicotta i mondiali in Arabia Saudita

“Tra pochi giorni perderò i miei due titoli mondiali, uno ad uno. Solo perché ho deciso di non andare in Arabia Saudita, di non giocare con le regole di altri, di non mettermi l’abaya (lungo vestito scuro indossato dalle donne della Penisola arabica, ndr),
abaya
di non dover andare per strada accompagnata con qualcuno, per, in sintesi, non sentirmi una creatura secondaria”. Così Anna Muzychuk, campionessa del mondo di scacchi in due categorie di velocità, ha annunciato la propria decisione di non partecipare ai campionati mondiali in Arabia Saudita.

Il post – “Proprio un anno fa – continua la campionessa ucraina – vinsi questi due titoli ed ero all’incirca la persona più felice nel mondo degli scacchi, ma questa volta mi sento davvero male. Io sono pronta a battermi per i miei principi e a rinunciare al torneo dove in cinque giorni avrei potuto guadagnare più di quanto faccio in dozzine di eventi messi insieme. Tutto questo è seccante, ma la cosa più traumatizzante è che non importa quasi a nessuno [a noi sì! ndb]. Questa è una sensazione molto amara, ma non cambia la mia opinione e i miei principi. Lo stesso vale per mia sorella Mariya – e sono molto felice che condividiamo lo stesso punto di vista. E sì, per coloro a cui interessa – torneremo!“.

Il precedente – Nell’ottobre del 2016, la scacchista georgiana-statunitense Nazí Paikidze boicottò i mondiali in Iran: “Non indosserò un hijab per non supportare l’oppressione femminile. Anche se questo significa perdere le competizioni più importanti della mia carriera.

No ai giocatori israeliani – Anna Muzychuk non è la sola a non partecipare ai mondiali. Sette giocatori della federazione israeliana che avrebbero voluto prendervi parte, all’ultimo momento si sono visti negare l’ingresso in Arabia Saudita.

Una partita sullo scacchiere internazionale – L’Arabia Saudita si era aggiudicata questi mondiali per tentare di accreditare un’immagine di apertura e modernità. Per fare questo, ha messo sul piatto un primo premio di due milioni di dollari, circa quattro volte tanto quelli abitualmente conferiti nel circuito internazionale. In più negli ultimi mesi il principe ereditario Mohammed bin Salman sta cercando di portare avanti delle riforme che diano l’idea di progresso, come consentire la guida alle donne o permettere loro di assistere ad eventi sportivi. (qui)

Una persona meno decisa, meno coerente, meno onesta, avrebbe potuto accettare le regole, godere della gloria di una nuova vittoria, incassare due milioni di dollari e poi, come Oriana Fallaci, raccontare che in un momento in cui disgraziatamente non c’erano né un fotografo, né un cameraman a poter documentare la straordinaria impresa, si era orgogliosamente scoperta. Ma fortunatamente non c’è solo chi si accontenta di raccontare di avere fatto, ma anche chi veramente fa.
E quelli, i sauditi, non sanno che cosa si perdono:
Anna Muzychuk
barbara

LA CONTROEROINA

Fra le varie cose che ho qui “in attesa” di un momento opportuno per essere pubblicate, stasera mi è caduto l’occhio su questa, e direi che è proprio la cosa giusta da pubblicare, dopo i post precedenti. Magari, chissà, non è neanche del tutto un caso che mi ci sia caduto l’occhio sopra proprio in questo momento.

Nella mia ultima nota ho parlato, prendendo spunto dalla leggenda di Skotzel e dalla storia di Karima di Fustat, delle antieroine, ossia di quelle donne che, pur non essendo passate alla storia per i loro meriti e le loro virtù, ed essendo anzi state, talvolta, oggetto di biasimo e riprovazione, meriterebbero comunque, forse, di essere ricordate e, nel caso, riabilitate. E ho fatto un paragone tra la virtuosa Susanna e la peccatrice Karima, ipotizzando per quest’ultima (che fu cacciata dalla sua comunità, come sarebbe accaduto in seguito, per esempio, a Spinoza) una possibile “riabilitazione”.
Credo che un’altra donna della Bibbia – quantunque non ebrea – possa suggerire considerazioni analoghe, trattandosi di una figura che è sempre rimasta nell’ombra, in quanto la sua funzione, sul piano letterario, pare esclusivamente quella di aprire la strada a colei che sarebbe invece diventata, meritatamente, una delle più celebri e venerate figlie di Israele, la grande Ester, che, come sposa del re Assuero, salvò l’intero popolo ebraico di Persia – con l’aiuto del saggio Mordechai – dallo sterminio ordito dal perfido Haman. (In quel bellissimo Paese, com’è noto, ci sono sempre stati dei grotteschi personaggi da circo equestre, anzi, da galleria degli orrori, truccati con barbe caprine, corna di montone e dentoni aguzzi, che un po’ fanno paura e un po’ fanno ridere: senza di loro, probabilmente, lo spettacolo sarebbe noioso). Tutti conoscono e ammirano l’intrepida Ester, ma pochi ricordano cosa è scritto all’inizio del libro biblico. Durante un banchetto, dopo avere mangiato e bevuto più del solito, il sovrano, allegro e avvinazzato, ordina ai suoi eunuchi di corte di portare al suo cospetto la regina Vasti, ornata di uno splendido diadema, in modo da potere esibire davanti a tutti i convitati la sua incantevole bellezza. Vasti, però, rifiuta di fare questa improvvisata “passerella”, mandando il re su tutte le furie. Interrogati i consiglieri del monarca, tutti si dicono d’accordo nel condannare l’inconcepibile rifiuto della regina, il cui operato ribelle avrebbe rappresentato un pessimo esempio per tutte le donne del regno, che, d’ora in poi, avrebbero potuto tutte avere l’impudenza di disobbedire ai loro mariti. Vasti viene così cacciata, e la sua sorte viene ufficialmente comunicata, come monito, fino ai più estremi confini del regno. Liberatosi della moglie indisponente, il re deve però trovare una nuova sposa, e manda emissari in tutto il regno, per cercare giovani vergini adatte al ruolo; colei che più piacerà al re, sarà la nuova regina. A prevalere sarà Ester, e il resto è storia nota.
Non oserei mai ridimensionare, in nessun modo, gli immensi meriti della regina Ester, alla cui storia, tra l’altro, si lega una delle più belle feste ebraiche, quella di Purim. Ma, mi chiedo, non sarebbe anche il caso di cominciare a onorare la memoria di Vasti? Non è forse stata una femminista “ante litteram”, una donna fiera, indipendente e orgogliosa, che rifiuta di sottostare ai capricci di uno stupido e vanesio ubriacone? Ha mancato, con un solo gesto – che, fra l’altro, non le sarebbe costato, apparentemente, un gran sacrificio -, a due autorità, disubbidendo a chi si riteneva suo padrone a doppio titolo, come marito e come re. È verissimo, e ha fatto benissimo, perché lo ha fatto per difendere la sua dignità di donna e, direi, la dignità di tutte le donne del mondo. Propongo di intitolare a suo nome un “contro-concorso di bellezza”, nel quale siano premiate tutte quelle donne che rifiutino di salire sulla passerella, riducendo la loro persona a un oggetto di libidinosa concupiscenza per gli occhi, avidi e lubrichi, dei maschi. Primo premio, a colei che saprà indirizzare agli organizzatori, e al pubblico, la più sonora pernacchia.

Francesco Lucrezi, storico (Moked, 30 agosto 2017)

Onore dunque, senza fanfare e senza riflettori, alle donne che hanno saputo dire no a un potente, preferendo la propria dignità alla gloria effimera delle passerelle. (Senza, beninteso, togliere onore a chi ha fatto scelte diverse e se ne è assunta la responsabilità, senza poi frignare e recitare – male, oltretutto – la parte della vittima – agnella innocente fra i lupi famelici)

barbara

MALALA DI NUOVO IN PERICOLO

Dopo essere miracolosamente sopravvissuta all’attentato di tre anni fa, quando i talebani tentarono di fermarla sparandole in faccia
Malala 1
(e quando parla ci si rende pienamente conto di quanto la sua faccia sia rimasta deformata), Malala ritorna nel mirino dei nemici della vita e del genere umano. Per ora la sua vita viene protetta tenendola sotto scorta 24 ore su 24, ma resto convinta che l’unica vera protezione, per lei e per tutti noi, dovrebbe consistere nel decidersi a combattere come si deve la guerra che i nemici dell’umanità stanno combattendo contro l’umanità, esattamente come si è combattuta la guerra contro il nazismo, che ha messo letteralmente in ginocchio la Germania, permettendo così la nascita di una nuova, fiorente democrazia.
Nel frattempo: FORZA MALALA!
Malala 2
barbara