HO LETTO CHE HA FINALMENTE TIRATO LE CUOIA

quel pezzo di merda di Alberto Asor Rosa (perché io la memoria ce l’ho ancora buona, e le infamie non le dimentico e non le perdono). Ho raccattato su un po’ di vecchie cose.

L´antisemitismo di sinistra: Alberto Asor Rosa

Alberto Asor Rosa, indicato da Oliviero Diliberto come futuro Ministro dell´Università : “Gli ebrei, da razza deprivata, perseguitata e decisamente diversa è diventata una razza guerriera, persecutrice e perfettamente omologata alla parte più consapevole e spregiudicata del sistema occidentale. La colpa dell´occidente verso l´ebraismo è stata risarcita, assumendosi il carico di una colpa altrettanto grande verso l´islam. Da un popolo di religiosi e di pensatori è nato un popolo di zeloti“.
Questi stralci sono tratti dal libro di Alberto Asor Rosa intitolato La Guerra.
Se costui arriva al Governo c´è da preoccuparsi.
Anche perché potrebbero sentirsi legittimati e incoraggiati, quelli che nei cortei bruciano le bandiere d´Israele. (Qui)

Risposta ad Alberto Asor Rosa

Lettera inviata al Corriere della Sera e non pubblicata

La lettera di Alberto Asor Rosa al Corriere della Sera (16 maggio 2006) è basata sul seguente ragionamento: “la causa ebraica non coincide con quella dello Stato d’Israele”; quindi egli ha diritto di criticare il secondo senza essere accusato di ledere la prima; invece, i suoi critici non fanno che confondere le due cause e così lo fanno oggetto di una forma acuta di intolleranza. Così messa sembrerebbe ineccepibile. Se non fosse che colui che ha fatto confusione è proprio Asor Rosa quando, nel suo libro, ha dedotto dalla critica allo Stato d’Israele conclusioni pesantissime nientemeno che nei confronti della “razza ebraica” – espressione che non dovrebbe uscire dalla penna di un intellettuale contemporaneo, tenuto a sapere che il concetto di razza non ha basi scientifiche ed è soltanto un aggregato di pregiudizi dalle tragiche conseguenze -, una “razza” che da perseguitata sarebbe diventata persecutrice, e altre consimili deduzioni riguardanti gli ebrei nel loro complesso che è soltanto triste ricordare. Ad Asor Rosa è stato chiesto ripetutamente di rivedere questa infelice uscita. Al contrario, qui, con un gioco dialettico, per nasconderla egli ne scarica la colpa sui suoi critici. In tal modo, egli ha dato soltanto prova della fondatezza della tesi secondo cui la manifestazione attuale dell’antisemitismo è l’antisionismo. Sta a lui, se e quando vorrà finalmente farlo, correggersi e dimostrare di essere soltanto vittima di questa manifestazione, e combattere ora e qui l’antisemitismo nel modo che serve.
Tralascio per brevità di entrare su altri aspetti di merito, come il richiamo all'”ingiustizia della fondazione dello Stato d’Israele” cui – per sua grazia – non si deve porre rimedio con la sua distruzione. E’ davvero curioso che si debba parlare di ingiustizia soltanto nel caso della fondazione dello Stato d’Israele e non di innumerevoli altri casi analoghi di cui è intessuta la storia. Per esempio, la fondazione della Grecia è stata pagata al prezzo di ingiustizie, come quella della famiglia di chi scrive, deprivata di case e averi. Eppure viviamo qui tranquilli senza rivendicare diritti al ritorno, come non li rivendicano il milione e passa di ebrei deprivati di case e averi nei paesi arabi. Se dovessimo rifare le bucce alla storia trasformeremmo la terra in uno scannatoio.
Infine, se il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche non ha il diritto di esprimere perplessità di fronte a chi parla (e in termini così negativi) di razza ebraica, tanto vale sciogliere l’Unione e mandarne a casa organi e presidenza. In tal caso, sarà stato Asor Rosa ad aver esercitato una pressione indebita e intimidatoria volta a inibirne la libertà di espressione.
Giorgio Israel, qui.

Israele e lo strabismo di Asor Rosa

Victor Magiar – L’Unità 17 maggio 2006

NOTA: Victor Magiar è sinistrassimo e molto critico nei confronti di Israele. Tuttavia l’abisso delle affermazioni di Asor Rosa è tale che perfino lui sente la necessità di ribellarsi e prendere posizione.

In quasi tutti i paesi democratici del mondo, gran parte del voto ebraico si esprime a «sinistra» o, meglio, per quelle formazioni politiche che potremmo definire di progresso, sensibili ai temi dei diritti civili e della giustizia sociale: in Italia non è più così.
Certo è vero che, in tutto il mondo, abbiamo assistito negli anni ad un progressivo spostamento a destra del voto ebraico, ma sempre in misure ragionevoli: nella scorsa competizione presidenziale americana la percentuale degli ebrei statunitensi che ha votato per i Democratici è passata dall’85 all’81% .
Tornando in Italia, comprendere le ragioni di questo spostamento a destra è semplice: basta aprire certa stampa collocata a sinistra, ascoltare politici o intellettuali di sinistra, per assistere a una costante demonizzazione di Israele, compiuta con gli strumenti del revisionismo storico di stampo negazionista e/o terzomondista.
Un campione di questa tendenza è il professor Asor Rosa che proprio ieri, dalle pagine del Corriere della Sera, ha compiuto l’ennesimo transfer revisionista.
Fra i tanti cammei colpisce quello con cui, quasi con un candore, sostiene che se è una vergogna essere antisemiti non lo è essere anti-israeliani: «La solidarietà assoluta alla causa ebraica non cancella il laico diritto di critica alle scelte politiche e ideologico-culturali di Israele».
Buffo no? La metà degli israeliani critica laicamente il proprio governo, così come fa buona parte della diaspora ebraica, senza però divenire anti-israeliani. Del resto anche qui nel nostro Paese, metà degli elettori critica laicamente il governo di turno, senza però divenire anti-italiani.
Perché allora essere anti-israeliani?
Cosa vuol dire essere anti-israeliani?
Significa criticare un governo, una politica, o significa (unico caso al mondo) contestare l’esistenza di uno Stato? Negare il diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico così come sancito dall’Onu?
La risposta la dà sempre il Professore con un secondo cammeo quando, con il solito candore e citando se stesso, ci spiega che la nascita di Israele sarebbe un’ingiustizia.
Per fortuna, bontà sua, si perita anche di dirci che non si può «pretendere che all’ingiustizia della fondazione dello Stato d’Israele faccia seguito l’ingiustizia della sua eventuale distruzione e cancellazione».
Chiunque conosca la Storia sa che la nascita dello Stato per gli ebrei, Israele, è stato un atto di giustizia.
Una giustizia tardiva e mal compiuta.
Tardiva e mal compiuta per responsabilità delle potenze coloniali e delle forze arabe nazionaliste che, oltre ad eliminare i leader arabi dialoganti, hanno oppresso il popolo arabo della Palestina Mandataria.
La tragedia della mancata nascita di uno stato per gli arabi nella Palestina Mandataria è totale responsabilità dei regimi arabi.
La tragedia dei profughi è totale responsabilità dei regimi arabi che hanno dichiarato innumerevoli guerre al neonato Stato ebraico e alle minoranze ebraiche interne ai loro Paesi, causando lutti ed esodi: oltre ai 650 mila profughi palestinesi va aggiunto quel milione di ebrei cacciati dalle terre arabe (la cui tragedia sembra invisibile a tanti nobili cuori).
Se il Professore si limitasse a filosofeggiare e sostenere che essere anti-israeliani sia un diritto, ovviamente laico e di sinistra, la nostra rimarrebbe una disquisizione intellettuale, sebbene stravagante e preoccupante.
Ma la sorpresa di oggi è stata un po’ più amara, quasi scioccante:
abbiamo infatti appreso che le dichiarazioni di Claudio Morpurgo, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sarebbero «un’indebita pressione sugli affari interni e sulla politica dello Stato italiano, e un pericoloso precedente»… come se Morpurgo fosse un capo di stato straniero.
No, Claudio è un cittadino italiano, contribuente ed elettore…
Riassumendo l’Asor-pensiero:
1) come Stato, Israele è l’unico ad esistere ingiustamente;
2) nel mondo tutti possono, laicamente e liberamente, criticare lo Stato di Israele e i rappresentanti delle autoctone e millenarie comunità ebraiche;
3) per contro gli ebrei non possono criticare, obiettare, osservare… sarebbe ovviamente «un’indebita pressione sugli affari interni e sulla politica dello Stato italiano, e un pericoloso precedente».
Complimenti.
Victor Magiar, qui.

Naturalmente nella sinistra estrema è tutto un insorgere a difesa del povero Asor Rosa incompreso e diffamato; lo fa per esempio l’infame Rossana Rossanda, qui se avete voglia di dare un’occhiata: io sono riuscita a procedere per poco, perché la malafede e la perfidia sono a un livello tale da dare il vomito. E poi ovviamente non può mancare il saltimbanco sedicente ebreo, con una faccia di bronzo di uno spessore tale da non temere il rischio della vergogna.

Moni Ovadia, saltinbanco di successo

Per Moni Ovadia, cantore yiddish, il passato buono è Asor Rosa, il futuro possibile Gino Strada. Un saltimbanco di successo che sull’unità censura i mala tempora e a Milano riempie i teatri (anche con Cofferati). Come Benigni, stia attento al suo Pinocchio
MGM – Il Foglio
Roma. Il grande saltimbanco si dice certo che la sinistra in cui lui si riconosce si dissocia dalla kefiah, però resta convinto che l’attuale politica porterà Israele in un cul de sac, per lui il premier, appena rieletto secondo le regole del voto democratico, è un uomo ottuso, imbevuto di odio.
Per lui gli ebrei di Roma, che gli scrivono qualche lettera di critica, hanno una radice “popolare e bottegaia”, sic, poco esercitata al pensiero critico, i rigurgiti di fondamentalismo essendo purtroppo sempre più evidenti, come dimostra anche la brutta storia capitata ad Asor Rosa. Citiamo da recentissima intervista sull’Espresso, nella quale par di cogliere alle intemperanti certezze del grande saltimbanco un qualche imbarazzo nella più accorta intervistatrice, perfino un cedimento quando lui per forza le propina il sogno di fine terapia psicanalitica.
Che sarà mai successo ad Asor Rosa, forse qualcosa di criticabile c’è nell’ultimo libro del pensatore insigne? Il grande saltimbanco il libro non lo ha letto, ahi ahi, però ha capito dalla lettura dei giornali che hanno fatto una cosa indegna, gli hanno dato dell’antisemita a un uomo come lui, anziché aiutarlo a capire, rispettando la sua specchiata storia di democratico.
“Nei lager nazisti, a fianco degli ebrei, sono morti proprio gli Asor Rosa dell’epoca. E quando ricapiterà saranno gli Asor Rosa i primi ad aiutare gli ebrei”. Infatti, per il grande saltimbanco le latenze antisemite sono molto più forti di quanto non si creda.
Ha ragione, si pubblicano impunemente scritti di questo tenore, “Gli ebrei, da razza deprivata, perseguitata e decisamente diversa sono diventati una razza guerriera, persecutrice e perfettamente omologata alla parte più consapevole e spregiudicata del sistema occidentale… gli ebrei hanno rinunciato ai valori della propria tradizione e alla memoria delle proprie sofferenze… hanno perso il carattere di vittime che li ha contraddistinti nella storia”[bello quando gli ebrei erano vittime, eh? Belli i tempi delle pecore al macello, eh? Ah, che nostalgia!]. Firmato Alberto Asor Rosa, è il famoso libro criticato, lui è il famoso democratico di storia specchiata che correrebbe in soccorso, immediato, ieri come oggi.
Il grande saltimbanco pubblica con Mondadori e con Einaudi, case editrici che fanno capo alla famiglia Berlusconi.
Dev’essere con questo peso sulla coscienza, non è proprio lui a dire che l’essere nato ebreo in Bulgaria, dove gli ebrei vennero salvati da deportazione e genocidio, gli ha procurato un senso di colpa incurabile, e dunque continuiamo così, facciamoci del male; con questo peso sulla coscienza va a congressi, convention, riunioni provinciali e nazionali, ovunque insomma la sinistra si riunisca, e dice “sono qui perché voglio essere un uomo libero e non un dipendente di un’impresa”, “contro questa destra non ci si può chiamare fuori”, e ancora “se dall’altra parte c’è un padrone che dice silenzio, qui decido io, allora la vostra litigiosità e le vostre differenze sono un valore aggiunto”.
Nel rispetto delle differenze il grande saltimbanco prima stava sempre con D’Alema, ora con Cofferati ci fa pure serate teatrali a Milano.
Il grande saltimbanco scrive sull’Unità tutte le settimane, una bella rubrica di pace, lui è uomo di pace, crede fermamente che l’uomo sia un progetto etico, per questo la rubrica si chiama “Mala Tempora”.
In quella dell’8 febbraio scorso, con il consueto stile scoppiettante scriveva: “La questione ebraica particolarmente in Italia si sta rimpicciolendo sempre di più, si sta appiattendo sul conflitto israelo-palestinese, non misurandosi responsabilmente con la complessa tragicità di quello scontro doloroso e apparentemente senza via d’uscita… Di questo approfitta surrettiziamente la destra post fascista, ergendosi a nuovo difensore degli ebrei per il tramite di un rapporto acritico e strumentale con l’attuale dirigenza israeliana… La destra, una volta sdoganata dalla sua posizione filoisraeliana, avrà facile gioco a mettere in sinergia il revisionismo con il suo nuovo maquillage filosemita, per confinare l’antifascismo nel quadro angusto di una ideologia vetero comunista, mentre qualsiasi democratico di buon senso sa quanto proprio in questo momento nel nostro paese ci sia vitale urgenza di una profonda consapevolezza dei valori espressi dall’antifascismo” [lo stile dei volantini delle brigate rosse, preciso sputato. Questo lo ha senz’altro scritto lui: gli articoli che gli scrive sua moglie sono decisamente migliori]. Proprio in questo momento.
Il grande saltimbanco sente così forte l’urgenza civile che a ogni suo spettacolo in teatro ci sono i banchetti, gli striscioni, i volontari di Emergency. Al gallerista Guido Guastalla, che gliene aveva finanziato uno, a Livorno, capitò di entrare al teatro “La Gran Guardia” e trovarsi circondato da gadget e volantini. Nessuno lo aveva informato, ci restò male [questa me la ricordo, me l’ha raccontata la figlia di Guido Guastalla, ancora sbalordita da quanto accaduto], ma il grande saltimbanco con il chirurgo di guerra e fondatore di Emergency, Gino Strada, ha un’intesa antica e un sodalizio profondo, che niente può spezzare, figuriamoci il vile denaro di un finanziamento, ci sono altre fonti disponibili. Per il libro di Strada dal titolo “Pappagalli verdi”, il grande saltimbanco fece una prefazione. “Gino Strada arriva quando tutti scappano, quando la guerra esplode nella sua lucida follia… In questo libro mette a nudo le immagini più vivide, talvolta i ricordi più strazianti, le amarezze continue della sua esperienza, profondamente etica, in una fase storica che alcuni definiscono senza più valori… In questi luoghi umani violati e negati, i Gino Strada costruiscono l’umanità possibile del futuro, l’unica possibile”.
E’ vero, basta leggere queste frasi, “Il terrorismo islamico non fa mistero sulle ragioni dei suoi attentati: questione israelo-palestinese, embargo contro l’Iraq, occupazione militare dei luoghi sacri dell’Islam… E’ un fatto che Israele abbia violato sistematicamente le risoluzioni delle Nazioni Unite e abbia trasformato Gaza in un campo di concentramento… Quelli che mettono le bombe nelle discoteche di Tel Aviv sono terroristi, ma lo sono come i soldati di Sharon che lanciano missili su Gaza. C’è anche un terrorismo di Stato. Ed è quello di Israele e degli Stati Uniti”. Parole di Gino Strada, alla Repubblica, sabato 8 febbraio.
Il grande saltimbanco è Moni Ovadia, 57 anni, milanese di adozione e a Milano non più giovane diventato popolare e ricco, cantore e teatrante, regista e attore della cultura ebraica orientale, praticamente un’icona.
Forse tanta fatica dà alla testa, forse la sua vera dimensione resta quella originale, l’umorismo, le grandi barzellette sugli ebrei. Come il Benigni di Beautiful, stia attento a Pinocchio.
20/02/2003, qui.

D’altra parte, come stupirsi, da parte dell’individuo che alla domanda Arafat, secondo lei, è un terrorista?
 risponde Arafat non è un terrorista e chi dice questo è un pazzo. Arafat è il democratico e legittimo rappresentante del suo popolo e che a me ha detto, anzi gridato, testualmente (oltre a vagonate di altre mostruosità) del Monte del Tempio non me ne frega un cazzo! Asor Rosa, Rossanda, Moni Ovadia, Gino Strada culo e camicia coi terroristi ai quali dava sempre la precedenza per cure e interventi chirurgici: come si suol dire, Dio li fa e poi li accoppia. Ma non sarebbe meglio se invece di accoppiarli li accoppasse?
Chiudo con un bel canto ebraico preso dal Salmo 133:
Ecco, com’è bello e soave che i fratelli siedano insieme! Ve lo presento in due diverse versioni: quella di uno degli uomini più belli del mondo

e quella dei soldati israeliani in uno dei film sulla missione Entebbe: tanti fratelli seduti insieme per andare a salvare altri fratelli.

barbara

DAVVERO INCONSAPEVOLE?

Dobbiamo proprio crederci?

Vincitore del Premio Campiello: quanto sono ancora radicati gli stereotipi antisemiti….

I premi letterari italiani di grande prestigio nazionale sono pochissimi e senza dubbio il Campiello è fra questi: nato sessant’anni fa per volontà degli industriali veneti, attribuito in cornice di gala a Venezia, ha laureato fra molti altri celebri scrittori anche Primo Levi (due volte) e Giorgio Bassani. Quest’anno il riconoscimento è andato a un’opera prima (il che non è frequente) di un ventisettenne, Bernardo Zannoni di Sarzana, intitolata in maniera piuttosto enigmatica I miei stupidi intenti.
Si tratta di una specie di fiaba ambientata in un mondo animale fin troppo umano, un po’ alla maniera di Disney: le tane di volpi, cinghiali, faine hanno camere, tavoli, finestre; gli animali parlano, perfino alcuni di loro leggono e scrivono, hanno sentimenti di odio e di amore, nostalgie, sogni, rivelazioni mistiche. Una scrittura molto scorrevole e precisa rende plausibili queste strane circostanze, senza farci cadere nella fantasy. Il protagonista è una faina, un maschio che si chiama Archy, il quale si azzoppa cadendo da un albero, non serve più per cacciare e allora viene venduto a una vecchia volpe, che di professione fa l’usuraia e  all’inizio lo maltratta molto ma poi lo educa nell’arte della lettura, gli insegna una sua bizzarra religione e gli muore fra le braccia. C’è un grande amore, ci sono lotte selvagge, c’è la composizione di un libro, la fame, il sangue, la famiglia. Alla fine Archy morirà ucciso da un suo stesso figlio abbandonato, ma in qualche modo contento per quel che ha imparato della vita.
Insomma uno strano romanzo di formazione, in cui i buoni sentimenti si mescolano a uno sguardo abbastanza lucido sulla durezza della natura. Senza dubbio un lavoro che si può leggere facilmente e che ha una sua originalità nella mescolanza di cultura umana e mondo animale.
Tutto bene, dunque? Purtroppo no, ci sono alcuni dettagli che stonano terribilmente. La volpe usuraia si chiama Salomon, il libro che essa legge è una Bibbia probabilmente ebraica, dato che si citano solo brani della Torà. In questo libro la volpe crede e lo studia continuamente, tanto da citare storie come la punizione dell’uomo che raccoglieva legna di sabato, o le dieci piaghe d’Egitto, o il fatto che “Dio ha quasi fatto uccidere Isacco da Abramo”. Fra l’altro la volpe dice di aver intrapreso la professione di strozzino “poco dopo aver scoperto Dio, grazie ai suoi insegnamenti”. Si cita anche il popolo ebraico, in maniera piuttosto ambigua: “Gli ebrei erano il suo popolo e li faceva combattere con altri che non lo conoscevano o lo ripudiavano”.
Insomma, questa volpe che fa l’usuraio e si chiama Salomon e ha un grande cane feroce che a sua volta si chiama Gioele, appare molto vicina all’immagine che degli ebrei hanno gli antisemiti. I miei stupidi intenti è un romanzo antisemita? Il caso è stato sollevato da Elisabetta Fiorito su Shalom , il magazine della Comunità ebraica di Roma. L’autore intervistato dal Giornale ha negato: “Sono profondamente colpito che la rivista Shalom abbia intuito riferimenti antisemiti nel mio romanzo. Davvero, mi addolora. Ho sempre provato fascino per l’ebraismo, per le sue storie dense di significati, i nomi più belli che esistano a questo mondo. Certo, nel libro ci sono riferimenti a loro, non ne ho potuto fare a meno, nemmeno ho voluto. […] Se qualcuno si è sentito offeso non era mia intenzione e mi dispiace molto”.
Si tratta però di una smentita che non cambia nulla, o forse peggiora il problema. Possiamo certamente credere che Zannoni non si senta antisemita e non voglia esserlo. Resta il fatto però che ha condito il suo romanzo con una dose di pregiudizi e di stereotipi che sono oggettivamente antisemiti: c’è un usuraio di nome Salomon, che magari ha qualche saggezza e bizzarria, ma non esita a fa ammazzare al suo Gioele chi non paga i suoi interessi da strozzo, c’è un’ispirazione assai violenta che gli viene dalla Torà e non, poniamo dai Veda o dal Corano, c’è un Dio presentato come violento e vendicativo: molto di quello che per secoli è stato descritto come la follia e il carattere criminale degli ebrei.
Che Zannoni non se ne sia reso conto e che nessuno dei giurati del Campiello abbia sollevato la questione, mostra quanto questi pregiudizi siano ancora diffusi, ottant’anni dopo la Shoah.
Ugo Volli, qui.

Nessun autore mette a caso i nomi dei propri personaggi: a chi potrebbe venire l’idea si mettere in scena un milanese fiero della propria milanesità da sette generazioni e chiamarlo Gennaro Gargiulo? Così come non sono mai messi a caso certi dettagli: se il mio personaggio è una suora di clausura, tranne il caso che sia una versione aggiornata della monaca di Monza, difficilmente la troveremo intenta alla lettura di Cinquanta sfumature di grigio. È dunque credibile che un Salomon che legge – anzi, studia – la Bibbia e fa l’usuraio sia piovuto nel romanzo per puro caso? È plausibile il suo cadere dal pero noncredevononpensavononvolevo? Davvero non saprei dire se sia peggio il libro o quelle ridicole scuse.
E poi c’è quest’altra.

La “storiella” raccontata da Lorenza Rosso al termine del suo intervento per la giornata europea della cultura ebraica continua a suscitare polemica. La presidente della Comunità ebraica, Petraroli: “Stupita dal basso livello culturale: scriverò al sindaco”.

GENOVA– La barzelletta   che nessuno si aspettava è piombata nel mezzo della mattAnnamaria Coluccia,inata nella sinagoga genovese, durante una delle iniziative organizzate ieri anche nel capoluogo ligure per la Giornata europea della cultura ebraica.

«Una volta un mio amico ebreo mi ha raccontato questa storia: “Sai perché gli ebrei hanno un naso grande? Perché l’aria è gratis”. Ecco, direi che questo accomuna ancora di più questa città a questa comunità». A raccontarla è stata l’assessore comunale ai Servizi sociali Lorenza Rosso, delegata dal sindaco Marco Bucci a rappresentare l’amministrazione cittadina al convegno.

L’assessore si difende: “E’ una battuta razzista? Forse non me ne rendo conto”

di Annamaria Coluccia

GENOVA – Assicura di non aver avuto alcun intento offensivo nei confronti della loro comunità ebraica, e si scusa se le sue parole sono state interpretate diversamente. Ma Lorenza Rosso, l’assessore nell’occhio del ciclone, è anche stupita dalle polemiche provocate dalle sue parole.

– La sua barzelletta ha suscitato sconcerto nella comunità ebraica e sta sollevando molte polemiche.
«Ma non è stato e non voleva essere affatto un affronto. Me l’aveva raccontata un amico, ebreo, che non c’è più, e io volevo mettere in evidenza un atteggiamento che accomuna ebrei e genovesi. Come poteva avere un significato negativo? Allora ho fatto uno sgarro anche a tutti i genovesi?».

– Però c’è chi vi ha letto uno sfondo razzista, antisemita.
«Ma è possibile interpretarla così? Perché magari io non me ne rendo conto».

– Ma non pensa che fosse una barzelletta quanto meno inopportuna in quella giornata e in quel contesto?
«Mi scuso moltissimo se ho offeso qualcuno. Non è proprio il mio essere quello di offendere le culture, e religioni, le libertà in generale. Tutto il discorso che ho fatto credo lo abbia dimostrato, probabilmente sono stata fraintesa. Ho raccontato quella barzelletta in un’ottica di comunanza in una giornata importante. Ho evidenziato che la comunità ebraica ha anche una funzione sociale in città, più di così… Come poteva essere travisata la barzelletta? Non lo capisco. Se lo è stata me ne scuso e se occorre presenterò scuse formali».

– Ma lei si è accorta delle reazioni che aveva suscitato?
«No, assolutamente, nessuno mi ha detto niente. Prima di andarmene sono andata salutare il rabbino, e non mi ha detto nulla».

– Le opposizioni in Comune chiedono le sue dimissioni da assessore.
«Se dovrò dare le dimissioni, le darò. Tutti pensano che io sia attaccata alla poltrona, ma non è affatto così».

(Il Secolo XIX, 19 settembre 2022)

Resta da capire se è tonta a livelli inverosimili o se sta tentando di salvarsi in corner recitando la parte della tonta: per “accomunare” ebrei e genovesi non trova di meglio che tirare fuori uno dei peggiori stereotipi antisemiti, ci aggiunge il nasone come caratteristica fisica attribuita agli ebrei dalla peggiore propaganda antisemita

Qui

(che oltretutto nessuno, che io sappia, ha mai attribuito ai genovesi), e parla di “interpretazione”? Parla di “fraintendimento”? Si vanta addirittura di avere “evidenziato che la comunità ebraica ha anche una funzione sociale in città” (“più di così…”)? Ma che razza di gente abbiamo nelle istituzioni?

barbara

MISTIPOST

Non in senso inglese, post nebbioso, e neanche in senso tedesco, post di merda, ma semplicemente italiano: post misto, con argomenti vari. E mescolando parole e immagini.

E comincio con quella che un sacco di teste di cazzo continuano a chiamare “abolizione del diritto all’aborto”; le possibilità sono due: o sono analfabeti funzionali, o sono analfabeti e basta. E comunque, in entrambi i casi, sono teste di cazzo. E ritardati. Perché no, non è successo assolutamente niente del genere: la Corte Suprema ha, molto semplicemente, preso atto che quello all’aborto non è un “diritto costituzionalmente garantito” per il semplice motivo che questa cosa nella Costituzione americana non c’è. C’è il diritto di parola, il diritto a possedere armi, il diritto a non rispondere in determinate situazioni ma il diritto all’aborto, spulciate pure la Costituzione americana quanto volete, non ce lo trovate. E dunque? Dunque ogni stato legifererà per conto proprio, come per tutte le cose che non rientrano nella Costituzione. Ci saranno stati che lo vieteranno? Sì, ci saranno. Perché ogni stato è governato dalla maggioranza democraticamente eletta, e le istanze di quella parte politica sono risultate condivise dalla maggioranza degli elettori: si chiama democrazia, nel caso qualcuno lo ignorasse. La cosa scontenterà qualcuno? Naturalmente: non esistono leggi che non scontentino nessuno. Se io dovessi essere stuprata e non avere prove documentali sufficienti a far condannare il mio stupratore, sarei sicuramente furibonda a vederlo in circolazione e magari sghignazzarmi in faccia, ma non credo che qualcuno troverebbe ragionevole stabilire che basti la mia parola per sbattere qualcuno in galera, anche se in questo caso la mia parola corrisponde alla verità e quello è realmente colpevole. A parte questo, una legge che consenta di abortire ci sta, ma parlare di diritto è roba che mi fa crescere otto metri di pelle d’oca: il corpo è tuo? Quello tuo sì, quello di tuo figlio no. E adesso vi svelo un segreto: esiste la contraccezione. Vuoi scopare come una coniglia e non avere figli? Puoi farlo, senza alcuna limitazione, senza alcuna controindicazione, gratis o quasi. Dici che il corpo è tuo? Certo, quello tuo sì; quello di tuo figlio no, fattene una ragione. Quanto ai refrattari al rispetto della legge, andate su youtube a dare un’occhiata: altro che il famoso assalto del 6 gennaio con cui ancora la stanno menando per cercare di buttare fuori Trump.

E passiamo al covid, che mi ricorda tanto una filastrocca di mia nonna: Questa zè ea storia del sior Intento, che dura poco tempo, che mai no se distriga, vuto che te a conta o vuto che te a diga? – Cóntemea – No se dize mai cóntemea parché questa zè ea storia del sior Intento, che dura poco tempo, che mai no se distriga, vuto che te a conta o vuto che te a diga? – Dìmea – No se dize mai dìmea parché questa zè ea storia del sior Intento, che dura poco tempo, che mai no se distriga, vuto che te a conta o vuto che te a diga? – Cóntemea – No se dize mai cóntemea parché questa zè… Ospedali vuoti, intensive vuote, malati praticamente zero, ma l’allarme si rialza perché crescono i contagi, e io dico ok, figli di puttana i virologi con la sindrome dell’abbandono se l’epidemia finisce o anche solo cala, figli di puttana i giornalisti che cavalcano l’onda del terrore da fare concorrenza a Dario Argento, ma che dire delle teste di cazzo che continuano a spararsi tamponi come se piovesse? Tipo l’oca signorina che soffre di rinite allergica e come finisce l’inverno attacca a starnutire, e dato che la concentrazione di pollini, dipendendo da tanti fattori, non è sempre identica, ogni volta che fa uno starnuto in più si precipita a tamponarsi, e tra un dìmea e un cóntemea riusciranno a protrarre l’epidemia fino al giorno del giudizio magari aggiungendoci, per precauzione, un po’ di vaiolo primatesco e anche – la prudenza non è mai troppa come saggiamente ricorda il pregliasco che raccomanda niente sesso tra fidanzati e chissà se avrà sdoganato, dopo due anni e mezzo, quello tra sposati – un po’ di polio, meglio se di fogna, che profuma di più. Ecco, giusto per restare in tema: andate a cagare.

Sempre in tema di allarmismo catastrofismo terrorismo mediatico, torniamo a parlare di Chernobyl. E di Orvieto. Che cosa c’entra Orvieto con Chernobyl? C’entra, fidatevi, c’entra.

Trova la differenza

Sport: finalmente si comincia a impedire alle persone uccellofore di gareggiare come donne. Io a dire la verità le butterei fuori da tutto: non sei un uomo dato che ti dichiari donna, non sei donna dato che hai l’uccello, quindi non sei assumibile né come operaio né come operaia, né come commesso né come commessa, né come impiegato né come impiegata, quindi fuori dai coglioni, zitt* e a cuccia. Poi ci sarebbe quella scuola additata al pubblico ludibrio con tanto di inchiesta ordinata dal ministro per avere indotto al suicidio “Cloe” sospendendolo/a dall’insegnamento. Ma abbiate pazienza, un uomo che si presenta a scuola vestito da donna con parrucca e tette posticce e tutto il resto, voi nella classe dei vostri figli lo vorreste? Se hai problemi di identità te li vai a risolvere per conto tuo cazzo, non vieni a scaricarli sui miei figli.

E a proposito di figli su cui si scaricano i problemi: la cazzata del secolo, se non del millennio, ossia l’auto elettrica, che già è una cazzata di per sé se viene proposta come soluzione di un problema e diventa una cazzata alla quattrocentesima potenza se con questa si pretende addirittura di controllare il clima (delirio di onnipotenza allo stato puro), ma arrivare addirittura a imporla per legge è roba da ricovero coatto. Le cose che funzionano non hanno bisogno di essere imposte per legge, e se qualcosa deve essere imposto per legge significa che non funziona. Un esempio banale, la plastica: nessuno ha avuto bisogno di leggi per convincersi ad adottare un materiale molto più economico, leggero, resistente, duttile rispetto ai materiali che è andato a sostituire, mentre si vuole ricorrere a leggi per indurre la popolazione ad abbandonarla – leggi che comunque non funzioneranno mai. Questo articolo, di cui non condivido parecchie cose, dall’Europa come soluzione al sostenere comunque, sia pure con riserva, la validità dell’auto elettrica, ha comunque il merito di mettere in fila alcune criticità.

Ma voi vi fareste fare un pompino da un simile canotto di plastica che probabilmente non ha neanche più abbastanza sensibilità da distinguere un pezzo di carbone da uno spaghetto? Che poi comunque sempre racchia rimane

Non posso trascurare del tutto la guerra in corso, e propongo questa bella serie di domande che ho trovato in rete:

Chi ha organizzato un golpe nel 2014? Chi ha promesso ai russi etnici del Donbass che i loro figli avrebbero vissuto nelle cantine, mantenendo poi la promessa? Chi ha mandato aviazione e artiglieria a bombardare civili? Chi ha tagliato le pensioni agli ucraini del Donbass, Chi ha tagliato l’acqua alla Crimea? Chi ha finto l’intenzione di rispettare Minsk? Chi ha ammassato ingenti forze, armi, munizioni, fortificazioni nel Donbass? Chi ha minacciato di procurarsi armi nucleari? Chi ha concesso alla NATO di costituire una testa di ponte NATO prima ancora dell’adesione alla NATO?
E chi ha espanso la NATO per 30 anni violando promesse e minacciando la profondità strategica difensiva russa? Chi l’ha rapinata di tutto negli anni ’90? Chi non ha voluto che partecipasse all’architettura di sicurezza europea? Chi non ha voluto considerare le legittime istanze russe anzi spregiandole? Chi ha emarginato la Russia per anni? Chi l’ha espulsa dal G8? Chi ha costretto gli atleti russi a gareggiare senza bandiera? Chi ha accusato ingiustamente la Russia di stupidaggini alla Litvinenko, Skripal, Navalny?
E soprattutto : chi non ha capito che la guerra alla Russia per procura è la rovina dell’Europa e l’inutile sacrificio dell’Ucraina e del suo popolo?

A proposito delle complicazioni di guerra

E giusto per dimostrare urbi et orbi che loro non sono nazisti no no no assolutamente no, è stata decretata la distruzione di TUTTI i libri di autori russi e bielorussi – entartete Kunst si chiamava 88 anni fa: arte degenerata: proprio non vogliono rischiare di restare indietro neanche di un millimetro rispetto ai fratelli maggiori, nonché rispettati maestri.

E a proposito di influencer:

E infine godiamoci questo mirabile Bach danzato da questi due mirabili artisti russi.

barbara

COME FARE PER NON ESSERE UN CIARLATANO

Istruzioni per l’uso.

1. Devi chiamarti Vittorio Emanuele Parsi.
2. Devi odiare Israele più di quanto tu odi assassini pedofili mafiosi terroristi messi insieme, e non perdere occasione per dimostrarlo.
3. Devi riuscire a sparare in tre minuti più fregnacce (e falsità, e inesattezze – per usare un eufemismo – storiche, e contorcimenti che neanche la migliore contorsionista mondiale) che qualunque comune mortale medio in otto anni.
4. Non obbligatorio ma estremamente utile: esseve un fighetto che pavla con la boccuccia stvetta che fa tanto tanto avistocvatico.

Fatto?

https://www.la7.it/omnibus/video/finlandia-nella-nato-il-prof-parsi-dopo-laggressione-russa-ad-una-paese-neutrale-i-paesi-neutrali-13-05-2022-438129

Bene, a questo punto ti sarai meritato questo entusiastico commento

E pensare che quelli che chiamiamo “gli antichi saggi” erano convinti che il dubbio fosse alla base della conoscenza e quindi della saggezza, e adesso scopriamo che invece non erano che dei volgari ciarlatani, ma pensa tu.
E mi verrebbe da dire che mi  cadono le braccia se non fosse che in questi tre mesi scarsi mi è caduta tutta la scorta che avevo e finché non me ne arriva un’altra partita non posso più farmi cadere niente.

Ma sembra che oltre a me, anche qualcun altro veda nella mossa di Svezia e Finlandia un pericolo mortale.

Svezia e Finlandia nella NATO innalzano il pericolo di un conflitto nucleare

Il presidente finlandese Sauli Niinistö ha informato Putin sui piani del paese di aderire alla NATO.

Secondo il servizio stampa del leader finlandese, Niinistö ha parlato al telefono con Putin. Viene riferito che la conversazione è stata “chiara e diretta” e che le parti “hanno cercato di evitare tensioni”. Niinistö ha osservato che qualsiasi stato indipendente cerca di rafforzare la propria sicurezza. Il presidente finlandese ha ricordato che anche durante il primo incontro con Putin nel 2012 lo disse. Niinistö ha anche sottolineato che l’operazione speciale russa in Ucraina “ha cambiato la situazione della sicurezza in Finlandia”.

Come si è arrivati all’adesione alla NATO

La Finlandia scarsamente popolata per molti decenni, dopo la seconda guerra mondiale, ha vissuto bene grazie al vicinato, prima con l’URSS, e poi con la Federazione Russa, approfittando della sua posizione geografica e della sua situazione geopolitica. La cantieristica navale, l’elettronica, la lavorazione del legno, l’energia e altri settori fiorirono in questo paese scandinavo, rendendolo uno dei più ricchi e sviluppati d’Europa.
Poi è avvenuta la guerra con l’entrata delle truppe russe in territorio ucraino. È curioso che le ragioni che Svezia e Finlandia hanno addotto per il loro ingresso nella NATO – ovvero la propria sicurezza – è proprio una delle motivazioni che la Russia ha usato per giustificare per la propria operazione speciale in Ucraina.
Infatti il desiderio ucraino di entrare alla NATO non ha allontanato la guerra ma ne è stata la concausa insieme alle problematiche territoriali irrisolte.
Quindi che il timore che il conflitto in corso, avrebbero convinto Svezia e Finlandia di entrare nella NATO non ha senso.
Semplicemente, l’iniziativa di questi due paesi è stata presa perché adesso, se si vuole nuocere alla Russia, è il momento più propizio per farlo.
Infatti, grazie all’ingresso di Svezia e Finlandia, la NATO potrà isolare maggiormente la Russia ed in caso di un possibile conflitto diretto, l’Alleanza Atlantica può contare di agire lungo i 1500 km di confine finlandese.
Per quando riguarda poi, l’entrata della Finlandia nella NATO, questo paese da tempo ha iniziato a riequipaggiare le sue truppe con armi della NATO e partecipare alle esercitazioni e ad aderire a programmi NATO. In una parola, da tempo Helsinki apparteneva già alla NATO, anche se non ancora formalmente.
Del resto, già con il gesto di spedire armi sofisticate all’Ucraina e aderendo alle sanzioni contro la Russia, la Finlandia aveva rinunciato alla sua neutralità
In questo contesto, l’inizio della guerra in Ucraina è stato solo il ‘timing’ per dichiarare l’adesione. Ovviamente, la leadership del paese ha usato un momento molto propizio per convincere completamente la popolazione senza passare per un passaggio referendario e per superare le resistenze in Parlamento.

Pressioni esterne

Il Parlamento Finlandese è stato persuaso dagli eventi in corso ed a causa delle forti pressioni esterne. E’ interessante che la pubblicazione finlandese Uusi MV-Lehti ha raccontato come sia stata presa la decisione dei deputati del parlamento finlandese sull’ingresso del Paese nella NATO. Le udienze preliminari si sono svolte in condizioni di riservatezza sui risultati delle consultazioni di esperti con specialisti specializzati e nel contesto perentorio dell’attacco russo alla Finlandia.
È molto plausibile che il Centro europeo per la lotta alle minacce ibride, con sede a Helsinki, sia stato coinvolto nella formazione del parere dei deputati del parlamento finlandese. Si tratta di un’organizzazione internazionale che promuove la cooperazione tra l’UE e i paesi della NATO nel campo della lotta alle minacce ibride.
Il Centro stesso e il suo personale godono dell’immunità legale in Finlandia. Nello stesso tempo, secondo la legge finlandese, tutte le informazioni raccolte dal Centro sono secretate. La corrispondenza indirizzata al Centro o ai suoi dipendenti non può essere oggetto di screening o vigilanza preliminare.

Reazione della Russia

Il primo vice rappresentante della Federazione Russa presso l’ONU Dmitry Polyansky ha minacciato la Finlandia e la Svezia, che intendono aderire alla NATO.

Ha rilasciato questa dichiarazione il 12 maggio: “Non appena Finlandia e Svezia diventeranno membri della NATO e le unità dell’alleanza saranno lì, questi territori diventeranno un possibile obiettivo per l’esercito russo”, ha detto Polyansky.
Inoltre, il ministero degli Esteri russo ha avvertito che se la Finlandia si unirà all’alleanza, Mosca “adotterà misure di ritorsione di natura tecnico-militare e di altra natura”.
È la stessa dichiarazione che la Russia ha fatto prima di attaccare l’Ucraina.
Più precisamente, il viceministro degli esteri russo Alexander Grushko ha elencato le conseguenze dell’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato:

  • Questo è un cambiamento strategico. Questo cambiamento non può rimanere senza una reazione politica, così come senza un’analisi approfondita delle conseguenze della nuova configurazione di forze che potrebbero emergere a seguito del prossimo ampliamento dell’alleanza. È chiaro che la decisione non sarà presa sulla spinta delle emozioni.
  • Questa è la nuova realtà, che, siamo convinti, non è nell’interesse di Svezia e Finlandia, né nell’interesse del mantenimento della sicurezza e della stabilità europea, ma porterà solo alla militarizzazione del Nord, che, militarmente, è stata fino a poco tempo fa la zona più pacifica d’Europa.
  • Nel discorso al parlamento finlandese, il presidente e il primo ministro finlandesi hanno affermato che questo passo rafforzerà la sicurezza sia della Finlandia che della NATO. È abbastanza ovvio per qualsiasi persona sana di mente che il risultato sarà esattamente l’opposto, la sicurezza militare della Finlandia sarà notevolmente indebolita.
  • Abbiamo un’idea approssimativa di come si svolgeranno gli eventi al momento della approvazione dell’adesione. I paesi della NATO dichiareranno immediatamente che il fianco settentrionale è molto vulnerabile, che il confine con la Russia è di 1300 km. Ora il confine tra Nato e Russia è aumentato di circa 1.300 km. Questo confine deve essere difeso, quindi ulteriori contingenti di forze devono essere schierati lì e così via.
  • Tutto ciò si inserisce nella famigerata ricerca di un nemico, che si esprime in senso pratico politico militare nella demonizzazione della Russia, attribuendole intenzioni ostili nei confronti di paesi che la Russia semplicemente non può neanche essere sospettata di avere.
  • Ci sono molte domande relative all’effettiva rinuncia di questi paesi allo status di paese denuclearizzato. Di recente, ci sono state sempre più affermazioni che la NATO è pronta ad abbandonare questa misura. In particolare, Jens Stoltenberg ha affermato che le armi nucleari potrebbero essere trasferite più vicino ai confini della Federazione Russa, i leader polacchi si sono dichiarati pronti ad accettarlo. Se queste affermazioni verranno rese operative , ovviamente, sarà necessario rispondere da parte nostra adottando adeguate precauzioni che assicurino l’affidabilità della deterrenza. Fonte @dimsmirnov175 (https://t.me/dimsmirnov175/33414)

Come vedete, quelle della Russia sono dichiarazioni molto dure ed esplicite.  Sono fatte da chi si sente tradito mentre è relativamente debole. La Federazione Russa nel suo stato attuale non può minacciare la Finlandia. Aprire un secondo fronte non è nel proprio interesse e La Russia sa bene cosa significa. Nello stesso tempo, Mosca avverte che per disperazione, di fronte alla prospettiva del cedimento completo e alla distruzione del paese, non esisterebbe – come ultima ratio – ad usare l’arma nucleare.

Precedenti storici

Ci sono precedenti storici -anche se non l’odierna Russia, l’URSS attaccò la Finlandia nel 1939-40
Voglio solo ricordarvi come finì la guerra sovietico-finlandese del 1939-40:

  • 127mila morti dall’URSS con 26mila finlandesi morti (5 a 1)
  • l’espulsione dell’URSS dalla Società delle Nazioni come Paese aggressore
  • ma soprattutto, a causa dell’aggressione sovietica, la Finlandia si schierò dalla parte della Germania nella seconda guerra mondiale, che nel 1941-44 portò alla morte di altri 67mila soldati sovietici sul fronte finlandese.

Se parliamo del dopoguerra però, la Finlandia non è mai stata minacciata.

Considerazioni

Come ho già detto, la Finlandia non corre alcun pericolo dalla Russia, che al contrario cerca costantemente di arginare il pericolo proveniente da Ovest. Del resto anche il Generale Tricarico ha detto: ‘mi auguro che Svezia e Finlandia non entrino nella Nato. Non credo che la Russia, debilitata e scarsamente capace dal punto di vista militare, possa aggredire nessun Paese di quelle dimensioni’ (Imola Oggi)

I paesi membri dell’Unione Europea e della NATO sono del tutto concordi all’ingresso di Svezia e Finlandia (l’ingresso della Finlandia nella NATO è cruciale perché ha i confini direttamente condivisi con la Russia). Solo Turchia si è detta contraria all’ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia. In particolare, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha detto che il suo Paese non vede con favore l’entrata dei due Paesi nordici nella Nato, ventilando dunque l’ipotesi che la Turchia possa usare il suo potere di veto
Tra i politici italiani, è da segnalare Giorgetti che si è espresso contro l’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato: “Non aiuta ad abbreviare il conflitto con la Russia” https://www.rassegneitalia.info/anche-giorgetti-contro-lingresso-di-finlandia-e-svezia-nella-nato-non-aiuta-ad-abbreviare-il-conflitto-con-la-russia/.
Ovviamente, la chiave di lettura di tutti questi eventi non sono gli interessi nazionali dei singoli paesi europei, ma interesse degli Stati Uniti che di fatto si sentono in guerra contro la Russia, ed in linea agiscono.
Questo è dimostrato da serie di dichiarazioni molto chiare, dalla dichiarazione del segretario di Stato Blinken (che sostiene che bisogna indebolire la Russia) a quella più recente del capo della maggioranza democratica alla Camera dei rappresentanti, Steny Hoyer, che oggi ha detto che gli Stati Uniti sono in guerra (evidentemente, con la Russia), e quindi, durante il “tempo di guerra”, i repubblicani non dovrebbero criticare Biden. https://twitter.com/greg_price11/status/1525161726643257344?t=EZCOHyJd7Khx-o7H5iUGdA&s=19

Patrizio Ricci, VPNews, qui.

E non sarebbe male ricordare che tutte le volte che Putin ha avvertito che avrebbe fatto una determinata cosa, l’ha sempre fatta. Magari dopo avere portato pazienza per anni, ma alla fine l’ha fatta. E quelli che preferiscono ignorare questa verità, assomigliano a quei bambini che si mettono due dita sugli occhi e poi trillano giulivi “Non mi vedi più! Non mi vedi più!”

Ma occupiamoci ora un momento del comico “ebreo”, quello che bisogna per forza essere dalla sua parte perché è ebreo, quello che l’Ucraina non può essere nazista dal momento che ha “democraticamente” (HAHAHA) eletto in “libere elezioni” (HAHAHAHA) un presidente ebreo. Ecco, ammiratelo, con tanto di kippah in testa, e godetevi anche le sguaiate e sgangherate risate del pubblico ucraino alle spassosissime battute del “comico”.

Neanche il guitto di casa nostra è mai arrivato a simili livelli di becerume e di volgarità.
Quest’altra invece è l’ospite della Polonia all’Eurofestival, che alla fine del suo discorso urla “Slava Ukraina” e tende il braccio destro in un bel saluto nazista.

Quanto a noi, se qualcuno ancora si illude che l’Italia non sia in guerra, dia un’occhiata a questi bei giocattolini, e si faccia due conti.


Per il gas invece non ci sono problemi: abbiamo chi ce lo fornisce:

E ora, dopo l’osceno spettacolo antisemita del comico ebreo (com’era la storia dello scandalo di Lavrov messo in croce per avere detto che sono ebrei alcuni fra i peggiori antisemiti?) godiamoci questo spettacolo autentico di due pattinatori russi che danzano su musica russa.

barbara

QUELLE VERITÀ CHE I BUFALARI DI PROFESSIONE TENTANO DI SPACCIARE PER BUFALE

Il famoso portatile.

New York Post – La storia del famigerato computer portatile di Hunter Biden è stata confermata da un rapporto completo del New York Times

Un rapporto completo sull’indagine federale in corso sui documenti fiscali di Hunter Bidenpubblicato dal New York Times ha confermato l’esistenza del famigerato computer portatile del figlio di Joe Biden.
Nell’ottobre del 2020, il New York Post aveva riportato in esclusiva il contenuto di questo laptop di Hunter Biden che aveva lasciato abbandonato in un negozio di riparazioni del Delaware nell’aprile del 2019.
Il disco rigido del portatile conteneva una carrellata di e-mailmessaggi di testo, foto documenti finanziari condivisi tra Hunter Biden, la sua famiglia ed i suoi soci in affari – dimostrando come il figlio di Joe Biden avesse usato i suoi legami con la politica per gestire i suoi affari all’estero.
Il proprietario del negozio di riparazioni aveva segnalato la giacenza del portatile all’FBI, che aveva sequestrato sia il dispositivo che il disco rigido.
Come parte della propria indagine su Hunter Biden, il New York Times riporta che i procuratori federali hanno esaminato le e-mail tra il “first son” ed i suoi ex-soci in affari che sono state recuperate dal portatile.

(Dovessi trovarmi davanti questa faccia di notte in una strada deserta, non oso immaginare quanto mi cagherei addosso)

Una parte della corrispondenza di posta elettronica esaminata riguardava le comunicazioni tra Hunter Biden e Devon Archer, che aveva servito con Hunter Biden nel consiglio di amministrazione della società energetica ucraina Burisma, secondo il rapporto.
Devon Archer, che è stato condannato il mese scorso in un caso di frode non legato a questa questione, ha “collaborato pienamente” con gli agenti federali nella loro indagine su Hunter Biden, ha riferito il New York Post.
Secondo il New York Times, le e-mail tra Hunter Biden, Archer ed altri riguardanti la loro attività negli affari internazionali provengono dagli stessi file che la testata aveva ottenuto e che “sembrano provenire da un computer portatile abbandonato dal signor Biden in un negozio di riparazioni del Delaware“.
Persone che sono a conoscenza del contenuto di queste e-mail e dello svolgimento delle indagini ne hanno confermato la loro autenticità al New York Times.
La conferma dell’esistenza del portatile è stata inclusa in un rapporto del New York Times che ha anche rivelato come Hunter Biden abbia saldato un debito fiscale di oltre 1 milione di dollari – un anno dopo aver annunciato di essere stato messo sotto inchiesta per aver frodato il fisco.
Hunter Biden è sotto inchiesta per non aver pagato le tasse sin da quando suo padre era Vicepresidente di Barack Obama, ma l’inchiesta si è allargata nel 2018 per esaminare come i suoi affari internazionali si fossero intersecati con la carriera politica del padre Joe Biden.
Luca Maragna, qui.

I famosi laboratori biologici.

Mosca: “La Rosemont Seneca di Hunter Biden tra i finanziatori dei laboratori biologici in Ucraina”

Per chi controlla il tribunale della verità sull’etere in italiano “non esistono” nemmeno e sono comunque oggetto di disinformazione. Da quando è iniziata l’operazione militare in Ucraina, tuttavia, il ministero della difesa russo ha aggiunto sempre più evidenze e documenti sulle attività che svolgevano i 13 laboratori biologici militari presenti nel territorio ucraino e finanziati direttamente dagli Stati Uniti. 
In una nuova conferenza stampa di oggi, Igor Kirillov, generale alla guida del reparto dell’esercito russo per la difesa radioattiva, chimica e biologica, ha pubblicato giovedì uno schema che mostra il legame tra diverse entità ucraine, georgiane e americane con i laboratori biologici in Ucraina.
In particolare, secondo la versione dell’esercito russo, il funzionamento delle strutture di ricerca era direttamente finanziato e controllato da una serie di organizzazioni statunitensi, tra cui il fondo di investimento Rosemont Seneca, gestito da Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, o il background di George Soros. Kirillov, nello schema presentato, ha dichiarato come l’attività fosse supervisionata dall’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) e dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Lo riporta RT che riprende le parole della conferenza stampa.
In totale, ha proseguito, 30 laboratori erano coinvolti nel programma di “attività militare-biologica su larga scala”.
Al Consiglio di Sicurezza di lunedì, Mosca ha accusato formalmente Washington di aver sviluppato armi biologiche in strutture situate sul suolo ucraino. E anche la Cina ha chiesto ripetutamente agli Stati Uniti di chiarire i dettagli sul presunto programma.
L’8 marzo, il sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland ha riconosciuto che ci sono laboratori biologici in Ucraina, ma ha confutato che Kiev avesse sviluppato armi biologiche. Due giorni dopo, il direttore dell’intelligence nazionale statunitense Avril Haines ha dichiarato che poco più di 12 laboratori biologici operavano in Ucraina per garantire “la biodifesa dell’Ucraina e la risposta della salute pubblica”.  
All’inizio non esistevano nemmeno per i censori della verità nel web. Oggi gli Stati Uniti sono costretti ad ammetterne l’esistenza, domani chissà… (Qui)

Quella gente legata ai pali.

Donne e bambini legate ai pali dal regime di Kiev. Sull’incredibile giustificazione de la Stampa

Per giorni abbiamo ricevuto queste immagini di bambini, donne, famiglie intere legate ai pali, denudati, picchiati, umiliati alla gogna.
Poiché abbiamo sempre controllato mille volte ogni fonte, rinunciando a pubblicare se non confortati da molteplici verifiche, (è arduo districarsi tra mille bufale di guerra), oggi, finalmente, La Stampa ci offre la conferma ufficiale.
Mentre Zelensky fa il suo show al Parlamento italiano, tra comparse plaudenti all’ingresso in guerra dell’Italia “per difendere l’Europa dall’invasione russa e difendere i valori della democrazia occidentale”, nelle città ancora in mano alle truppe ucraine cosa sta succedendo?
La tecnica di inversione semantica della manipolazione linguistica chiama “deportati” i bambini, le donne, le famiglie che riescono a usufruire dei corridoi umanitari russi, sfuggendo al blocco delle brigate neonaziste che, secondo moltissime testimonianze dei rifugiati, ne stanno facendo scudo umano. Molti altri video mostrano civili ucraini uccisi brutalmente alle periferie delle città da cui stavano fuggendo.
Chi sono, quindi, i bambini e le ragazzine, legati ai pali avvolti dalla plastica, fissati da grossi nastri adesivi gialli (in altre foto e video che evitiamo di pubblicare – ma che mette proprio la Stampa – vengono abbassati i pantaloni e i volti deturpati)?

Scrive la Stampa mostrando un video “che contiene immagini sensibili”:

“Il pugno duro dell’Ucraina contro i saccheggiatori, il consigliere del ministro degli Interni: “Uccisi sul posto o legati a pali”
Il consigliere del ministro degli Interni dell’Ucraina Vadim Denisenko ha affermato di non considerare “selvaggio in tempo di guerra il maltrattamento dei saccheggiatori che vengono colti in flagrante, legati ai pali, filmati e i cui video vengono pubblicati su Internet”.  Denisenko ha dichiarato: “Non credo che legare e mettere alla gogna un predone sia considerato selvaggio in tempo di guerra. Purtroppo le forze di polizia non bastano. La polizia non può arrivare sempre in tempo”. Secondo il consigliere del ministro degli Interni dell’Ucraina, il saccheggiatore dovrebbe capire che “otterrà ciò che merita”. “Prima sarà legato a un palo, poi sarà imprigionato per 15 anni. Tali azioni hanno un effetto maggiore sui saccheggiatori rispetto alla minaccia di una punizione penale. La punizione ‘qui e ora’ è un sistema preventivo che funziona”, ha detto ai giornalisti.  Sul tema era intervenuto anche l’ambasciatore ucraino a Londra, Vadim Pristaiko, in un’intervista al Times agli inizi di marzo. Come riporta il quotidiano inglese “i saccheggiatori nelle città ucraine saranno fucilati sul posto per il timore che la Russia utilizzerà tattiche d’assedio e innescare rivolte e far morire di fame il paese”. La paura del governo di Kiev è che i cosiddetti saccheggiatori siano in realtà sabotatori russi infiltrati in Ucraina già prima dell’inizio dell’invasione per mettere in ginocchio la popolazione e l’approvvigionamento di beni di prima necessità”.

Quindi questi bambini legati ai pali e fucilati sul posto sarebbero “rom o saccheggiatori di beni di prima necessità”?
Anche se questa versione fosse corretta, stiamo parlando di bambini e ragazze che hanno fame o che sono perseguitati per ragioni etniche.
Non vi fa orrore? Lo capite cosa avete applaudito ieri in Parlamento?
E se questi ragazzini invece di rubare un tozzo di pane stessero tentando di scappare dal sequestro delle truppe neonaziste per farne scudi umani? 

Agata Iacono, qui.

O forse sono, molto semplicemente, quelle persone che, come loro stesse ci raccontano qui, quando finalmente riescono a fuggire dai soldati ucraini che li trattenevano come scudi umani, prima di scappare rientrano nelle proprie case o in qualche negozio bombardato per procurarsi un po’ di cibo.

Quel nazismo sistematicamente negato, documentato in questo articolo che dovrete andare a leggere in loco perché non è copiabile, a cui aggiungo quest’altra cosa, estremamente interessante

Suggerisco anche l’ottima ricostruzione dei fatti presentata in questo articolo, aggiungendo questo video esplicativo, tanto per chiarire le idee.

Infine voglio mostrarvi quanto la Germania sia superiore all’Italia: mentre noi accogliamo tutti e poi li abbandoniamo, a tendere la mano al supermercato o a spaccarsi la schiena nei campi per una manciata di euro al giorno, loro no: loro li accolgono e immediatamente gli trovano un lavoro

Clic per leggere meglio.

E per concludere, visto che vogliono imporre alla Russia “sanzioni da fine del mondo”, io vi regalo un profumo di fine del mondo con, in omaggio, il primo uccello del dopoguerra, che le persone che hanno conservato la testa sulle spalle e il cervello dentro la testa, si augurano di sentire al più presto.

barbara

QUALCHE ALTRA TESTIMONIANZA

La ragazza greca

L’ebreo ucraino

E infatti:

Fulvio Del Deo

Numero di aggressioni antisemite violente nel 2020, per paese.

I primi 4 classificati nel mondo:

1. USA 119
2. Germania 59
3. Regno Unito 46
4. Ucraina 22

Rapportando il numero di aggressioni al numero di ebrei presenti, si ha questa classifica di aggressioni/migliaio di ebrei:

1. Ucraina 0,511
2. Germania 0,5
3. Regno Unito 0,156
4. USA 0,02

La conduttrice ucraina russofona

https://www.conduttricitv.com/2022/03/dasha-dereviankina-kiev-ci-dicevano-che.html

Fausto Biloslavo sul battaglione nazista Azov

E Marcello Foa sempre sullo stesso tema sette anni fa

Alessandro Orsini su un po’ di cose che non sappiamo

e che per avere dato queste informazioni è stato epurato dalla sua università e cancellato da Wikipedia,

oltre a essere stato sommerso di contumelie su tutti i social, nei quali gli è stato imputato quale grave elemento a carico anche il suo parlare pacato e a voce bassa – cosa effettivamente molto rara di questi tempi.

La figura di merda della nostra informazione

Qualche considerazione realistica

UCRAINA: OGNI GIORNO CRESCE IL PREZZO DELLA PACE

La guerra scatenata dalla Russia è terribile, siamo d’ accordo. Invadere un paese sovrano è la più grave violazione del diritto internazionale, anche quando si accampano giustificazioni più o meno plausibili come il diritto all’ autodifesa e quello all’ “ingerenza umanitaria”. Invitiamo i Russi a farsi un’ esame di coscienza e, già che ci siamo, facciamolo pure noi: ci siamo indignati altrettanto quando i “nostri” hanno invaso Yugoslavia, Afganistan, Iraq e Libia e bombardato alla chetichella un’ altra manciata di paesi, creando un mondo in cui conta solo la forza e dando a Putin una lezione che quello, da studente sveglio e voglioso di apprendere qual è, si è diligentemente annotata?
Ad ogni buon conto, quando saremo stanchi di far prediche agli altri e magari anche a noi stessi, potremo fermiamoci a riflettere. Gli slanci emotivi portano poco lontano: se non vogliamo che la nostra aspirazione alla pace resti una petizione di principio o, peggio, venga intesa come appoggio a iniziative che provocherebbero in maniera quasi automatica una disastrosa estensione del conflitto (vedasi alla voce no fly zone), occorre sforzarsi e tentare una lettura approfondita e razionale.
Una delle questioni più urgenti da definire (e tuttavia più trascurate) è quella degli obiettivi di guerra russi. Eppure determinare cosa voglia il “nemico” è il punto di partenza indispensabile per ogni trattativa e per verificare se vi siano spazi per un compromesso.
Riavvolgiamo, dunque, la pellicola degli eventi fino allo scorso 15 dicembre, quando la Russia ha presentato le proprie richieste agli Stati Uniti sotto forma di bozza di trattato. La parte riguardante l’ Ucraina prevedeva la neutralità e (implicitamente) la smilitarizzazione del paese. Come noto le richieste furono respinte in omaggio all’ “irrinunciabile” principio NATO delle “porte aperte”. A pensarci ora, a soli tre mesi di distanza, viene un po’ da mangiarsi le mani, vero? Difendere il diritto della NATO ad espandersi all’ infinito valeva davvero tutto questo? In ogni caso abbiamo detto di no: e quella porta negoziale è ormai chiusa per sempre.
Secondo passaggio: il riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Lugansk il 21 febbraio e l’ inizio delle operazioni militari (tre giorni dopo). La Russia ha immediatamente enunciato le proprie quattro richieste: riconoscimento dell’ annessione (ricongiunzione, dicono loro) della Crimea (un fatto compiuto da ormai 8 anni) e dell’ indipendenza di Donetsk e Lugansk, tanto per cominciare. E poi epurazione dei nazionalisti a Kiev, impegno formale alla neutralità del paese.
Queste richieste sono state ripetute più volte:  da Putin in persona, in occasione di un colloquio con Macron il 28 febbraio e di uno con Scholtz il 4 marzodalla delegazione russa alle trattative bilaterali che si tengono in Bielorussia (1 marzo), e dal ministro degli esteri Lavrov (il 2 marzo).
Abbiamo subito risposto di no anche a queste proposte (con una punta di indignazione), o meglio lo ha fatto, su nostra imbeccata, il governo Ucraino. In particolare Zelensky ha ribadito che la posizione negoziale di Kiev è il ripristino dei confini del 1991 (quindi non solo con il Donbass, ma anche con la Crimea). Una pretesa un po’ ambiziosa, provenendo da un tizio che vive in un bunker.
Tuttavia i Russi, messi in difficoltà da una resistenza risoluta e dall’ allungarsi delle linee di rifornimento, sembrano segnare il passo, e quella base negoziale su quattro punti potrebbe essere ancora valida (il ministero degli esteri russo l’ richiamata ancora il 17 marzo), nonostante, soprattutto nei primi giorni, il controllo di Mosca si sia esteso penetrando di cento, duecento chilometri in territorio ucraino.
Siamo però ad un passaggio cruciale. E’ evidente che, per costringere gli Ucraini ad accettare i “quattro punti” Putin dovrà andare ancora avanti. In che direzione? Qualcosa si scorge fra le righe delle dichiarazioni, nelle direttrici di avanzata delle truppe di Mosca e nella gestione dei territori occupati. Un piano che diviene più concreto ogni giorno di conflitto che passa e che prevede, di fatto, la cancellazione dell’ Ucraina dalle mappe o almeno un suo drastico ridimensionamento.
Non è un mistero che Putin sia convinto l’ Ucraina non sia un vero stato, ma un Frankenstein creato dagli esperimenti politici di pazzi scienziati bolscevichi. Ne parlò per la prima volta il 25 gennaio 2016: “i confini (interni dell’ URSS n.d.A.) furono determinati in modo completamente arbitrario e non sempre ragionevole. Ad esempio, il Donbass fu inserito nell’ Ucraina. Con il pretesto di aumentare la percentuale del proletariato in Ucraina, per contare su un maggiore sostegno sociale. Un’ assurdità”. Concetto sviluppato il 21 giugno 2020 quando il Presidente disse come avrebbe regolato lui il diritto di separazione previsto dalla costituzione dell’ URSS: “Se una repubblica, entrando a far parte dell’URSS, avesse ricevuto un’enorme quantità di terre russe, tradizionali territori storici russi, e poi avesse deciso di lasciare questa Unione, avrebbe dovuto andarsene con quello con cui è entrata. E non portarsi via i regali del popolo russo!”. E ancora, nel saggio pubblicato il 12 luglio 2021, e nel discorso della guerra, il 21 febbraio scorso nel quale, dopo aver precisato che l’ Ucraina è una costruzione politica del tutto artificiale, ha minacciato: “Volete la decomunistizzazione? Bene, ci va bene. Ma senza fermarsi a metà strada. Siamo pronti a mostrarvi cosa significa la vera decomunistizzazione per l’Ucraina.”. In pratica una citazione da Taras Bulba di Gogol “la vita: come te l’ ho data, così te la tolgo”. Con Russia 24 pronta a mostrare la “mappa” dei regali da restituire: il Donbass, certo, ma anche Kharkov e tutta la costa del Mar Nero fino al confine con la Moldavia.
Il canale Telegram Rezident vanta entrature nell’ amministrazione ucraina: più probabilmente è uno strumento di propaganda russa. Sia come sia è interessante leggere come Rezident ha descritto la quarta tornata di incontri negoziali fra Russi e Ucraini. I Russi avrebbero detto, in sintesi: accettate le nostre prime richieste e la chiudiamo qui. Se no procediamo, e ci prendiamo tutto il sud del vostro paese.
Ecco cosa succederà se Zelensky, istigato dagli alleati occidentali, si ostinerà a non sedersi al tavolo delle trattative. La musica è già cambiata a Melitopol, la prima grande città ucraina occupata e “vetrina” da presentare al mondo: in un primo momento (il 24 febbraio) al sindaco è stato consentito mandare un messaggio alla popolazione davanti alla bandiera ucraina, mentre poi (12 marzo) sia il sindaco che la bandiera sono stati sostituiti: ora a capo della città c’è Galina Danilchenko, dell’ opposizione russofona, mentre gli edifici pubblici espongono il tricolore russo, che nel frattempo  è comparso anche sui palazzi dell’ amministrazione provinciale di Kherson, il primo capoluogo caduto in mano alle truppe di Mosca. L’ appetito, come si dice, vien mangiando, e alla lunga, per i Russi, potrebbe diventare difficile restituire, in aprile o maggio, i territori occupati (pagando un alto prezzo di sangue) per forzare l’ accettazione delle richieste di marzo.
E’ una spirale di rilanci: non si vuole lasciare a Putin la Crimea? Si prende Donetsk. Non gli si concede Donetsk? Eccolo a Mariupol. Non gli si vuole cedere Mariupol? Sbarco ad Odessa. Non vi basta ancora? Attacco a Kiev. In ogni richiesta respinta c’è la base di un nuovo rilancio ed una nuova, cruenta, situazione di fatto che poi rischia di cristallizzarsi in una nuova pretesa negoziale.
Alla fine di questa spirale si sono solo due possibili esiti.
O la Russia, spostato il baricentro delle proprie relazioni in Asia, si troverà a gestire l’ occupazione impossibile di una enorme distesa di macerie abitata da una gente impoverita e forse per sempre nemica mentre, oltre ad un confine tracciato dai crateri e da montagne di cadaveri, un’ Europa occidentale invasa da milioni di profughi e fiaccata dalla crisi economica, visceralmente ostile, verrà aggiogata alla Nato con un laccio secolare.
Oppure (ed è quello in cui sperano i sostenitori della linea dura), il baratro dell’ Ucraina finirà per inghiottire anche il vicino: la Russia salterà per aria sfiancata dallo sforzo e collasserà. Una prospettiva che in teoria può anche attrarci, ma che in pratica significherebbe undici fusi orari pieni di materie prime indispensabili, disseminati di armi nucleari e abitati da 200 gruppi etnici, sprofondati nel caos.
Non c’è dubbio che convenga a tutti (o meglio: a tutti gli abitanti dell’ emisfero orientale), fermare questo vortice ora, facendo un bagno di realismo. Solo a prezzo di montagne di cadaveri Donetsk Lugansk e Crimea possono tornare Ucraina. Solo allo stesso prezzo Odessa e Kiev possono tornare Russia. Se ne prenda atto. Si spinga Zelensky all’ accordo ed alla troppe volte differita resa dei conti con gli estremisti interni, si inchiodi ora Putin alle sue prime, in fin dei conti ragionevoli, pretese. Si faccia dell’ Ucraina uno spazio disarmato in cui la Russia e gli altri paesi europei possano esercitarsi, se non alla cooperazione, almeno alla convivenza.
Se nelle stanze dei bottoni europee c’è qualcuno che vuole davvero la pace, ignori le masse irretite dalla propaganda di guerra, e batta un colpo. Le cose possono andare assai peggio e non c’è più tempo per gli indugi.
Marco Bordoni, qui.

E infine uno dei commenti più intelligenti usciti negli ultimi tempi

questa società finirà nel condannare un gazzella che cerca di scappare dalla presa mortale di un coccodrillo?

E infatti chi di noi non ha visto nella savana branchi di coccodrilli lanciati al galoppo all’inseguimento delle povere gazzelle? (E con questo livello di intelligenza e di informazione – e stendiamo un velo pietoso sulla conoscenza dell’italiano – come stupirci delle bestialità che sparano a velocità superiore a quella della creatura del buon Michail Timofeevič?)

Chiudo con la più sobria – e forse la più intensa – dichiarazione d’amore della storia del cinema

Chissà, forse anche fra i civili imprigionati per settimane come scudi umani dagli eroici ucraini nel teatro di Mariupol e altrove, saranno nati embrioni di storie d’amore destinati a svanire nel vento.

barbara

HA TIRATO LE CUOIA QUEL TALE

Quello che a sessant’anni aveva i capelli grigi

e a novanta di questo strepitoso rosso fiammeggiante

(e anche su queste cose si misura la dignità di una persona)
Quello che da anni, molto prima del covid, teneva comizi contro i vaccini equiparati ad armi di distruzione di massa. Quello che credeva nell’omeopatia. Quello che credeva nella memoria dell’acqua. Purtroppo non tutte le vecchiaie sono benedette dal dono della lucidità. Ah, dimenticavo, ha anche vinto il Nobel: per gli studi compiuti dalla sua assistente Françoise Barré-Sinoussi sviluppando la scoperta di Robert Gallo. Sicuramente ricorderemo tutti quelli che sono morti per essersi lasciati abbindolare dai suoi deliri.

Dai miliardi di commenti su YT che affermano con assoluta certezza che lo hanno ammazzato i poteri forti perché diceva la verità così come stanno ammazzando tutti quelli che si discostano dal pensiero unico – e infatti è per quello che sui social e sui giornali non si trova più nessuno che si discosti dal pensiero unico: tutti morti ammazzati; e d’altra parte come si potrebbe immaginare che un tenero fanciullo novantenne (malato da tempo e in preda a demenza senile da almeno una quindicina d’anni) possa morire così, all’improvviso, nel fiore degli anni? Chiaro che l’omicidio è l’unica spiegazione possibile. E così è confermato anche il detto che i migliori sono sempre i primi ad andarsene mentre l’erba cattiva non muore mai – da tutti quei miliardi di commenti, dicevo, ho prelevato per voi queste due perle straordinarie.

REFKA MURATI

@The black Moon  Estakfirullah!!!. Gli Ebrei uccisero troppi Mesageri di ( Allah S.W.T, dio ) !. Solo per che dicevano la verita!!!. Invitando la gente alla salvezza !. Personalmente questa persona non la conosco !. Pero mi è bastato , la suo conversazione a Milano!.. cio che a , detto e vero !. Vivviamo in pieno ( NAZZI , Fascismo cioe sionismo)!!!!. Altro che liberta! I veri guai , stanno per cominciare!. Grazzie alla giente ché non ragiona !. Lei ?. E pegiir criminale ! Che acusa , senza conoscere la persona?. I Musulmana quindi sono criminali? Che vengono uccisi letteralmente sotto le Bommbe, masacrati, stuprati , violentati ….!. Lei non a mignima idea , di cio che realmente sta succedendo?.

REFKA MURATI

Lo Anno amazzato!. Dopo aver scoperto acqua calda !!!. La Massoneria cioe NAZZI, SIONISMO CABBBALA EBRAICA SATANISMO) devo specificare bene !. Che sono faccie della stessa medaglia!!!. Anno tutte le caratetistiche, per prendere in giro lumanita ! Naturalmente!. Gente senza testa ! Ma non Anno pieta!. Chi è al servizzio di ( SATANA) DEVE OBIDIRE !. E QUELLO CHE STANNO CERCANDO , DI COINVOLGERE TUTTA LUMANITA! ECELSO I ( VERI SERVI DI ALLAH S.W.T, DIO ) QUANDO VERRAMO TOCCHATI LORO , SI SCATENA INFERNO !. DA PARTE DEL CREATORE !!!.

Che Allah ti accolga tra le Sue braccia generose, amen.

barbara

AVVISO AI FREQUENTATORI DI BLOG

Si informa che il signor Raphael Pallavicini, che scrive post come questo, o questo, o questo, o questo (l’ultimo in cui mi è stato consentito di commentare), banna chi commenta negativamente i suoi post da vomito, giusto per dimostrare coi fatti come ci si comporta in un regime democratico rispettoso della libertà di pensiero e parola e dell’opinione altrui, contrariamente a ciò che fa il regime autoritario e dittatoriale che continua implacabilmente a denunciare un giorno sì e l’altro pure. E ho visto diversi novax su FB bannare chi, in tono pacato, tentava di farli ragionare, mostrando fatti e documenti. Parenti stretti e amici vecchi di decenni compresi. Vengono in mente i nostri vecchi, che lo dicevano sempre che matti e ubriachi non bisogna mai contraddirli. Non che io pensi che i novax siano matti o ubriachi, assolutamente no: sono loro che si comportano come tali. Certo che uno che fa in media una dozzina e passa di post al  giorno per dimostrare che i vaccinatori sono tutti emuli di Mengele e i vaccinati tutti condannati a morte, come minimo paranoico deve esserlo per forza.

barbara

POI C’È CHI LA COMMEMORA COSÌ

I miei commenti, come al solito, tra le righe in corsivo

Ho solo questo da dire per la Giornata della Memoria: i nazisti, con tutti i loro complici e sostenitori, perseguitavano gli ebrei con un tipico rovesciamento della realtà. Gli ebrei venivano discriminati ed erano accusati loro di discriminare,
? I nazisti accusavano gli ebrei di discriminare? Hitler nel “Mein Kampf” ha scritto che bisognava eliminare gli ebrei perché discriminavano? In qualche suo discorso ha detto che bisognava eliminare gli ebrei perché discriminavano? Le leggi di Norimberga motivavano la riduzione dei diritti degli ebrei sostenendo che gli ebrei discriminavano? Di bestialità dagli antisemiti, nella mia ormai lunga vita, ne ho sentite tante, ma questa le supera tutte.

venivano oppressi e venivano accusati loro di opprimere,
? I nazisti accusavano gli ebrei di opprimere? Hitler nel “Mein Kampf” ha scritto che bisognava eliminare gli ebrei perché opprimevano? In qualche suo discorso ha detto che bisognava eliminare gli ebrei perché opprimevano? Le leggi di Norimberga motivavano la riduzione dei diritti degli ebrei sostenendo che gli ebrei opprimevano? Di bestialità dagli antisemiti, nella mia ormai lunga vita, ne ho sentite tante, ma questa le supera tutte.

venivano perseguitati dalle leggi razziali sulla base di una ideologia ed erano accusati di voler imporre le loro “regole”, il loro “punto di vista”, la loro “ideologia”.
? I nazisti accusavano gli ebrei di voler imporre le loro “regole”, il loro “punto di vista”, la loro “ideologia”? Hitler nel “Mein Kampf” ha scritto che bisognava eliminare gli ebrei perché volevano imporre le loro “regole”, il loro “punto di vista”, la loro “ideologia”? In qualche suo discorso ha detto che bisognava eliminare gli ebrei perché volevano imporre le loro “regole”, il loro “punto di vista”, la loro “ideologia”? Le leggi di Norimberga motivavano la riduzione dei diritti degli ebrei sostenendo che gli ebrei volevano imporre le loro “regole”, il loro “punto di vista”, la loro “ideologia”? Di bestialità dagli antisemiti, nella mia ormai lunga vita, ne ho sentite tante, ma questa le supera tutte.

Da qui a considerarli “infetti” (la metafora sanitaria era la più usata) il passo era breve.
FALSO. Gli ebrei erano chiamati cancro, spiegando che il bravo medico ha il dovere di estirpare il cancro per salvare la vita del corpo altrimenti sano. E il cancro non è una cosa “infetta”, e non è contagioso. Ed erano chiamati parassiti, che possono essere infestanti e infettanti, ma non sono infetti. Evidentemente l’autore di questo pezzo è talmente antisemita da sentire il bisogno di inventare, nei confronti degli ebrei, un’accusa che non era venuta in mente neppure ai nazisti, e su di loro proietta le proprie fantasie malate.

Questo rovesciamento della realtà, che giustifica sempre le persecuzioni contro una minoranza, è pienamente in atto oggi ai nostri dannii.
Questo rovesciamento della realtà, che giustifica sempre la banalizzazione della Shoah, è pienamente in atto oggi da parte di una consistente fetta di novax, che non esitano a sputare su sei milioni di morti (che prima di morire sono stati privati di tutto, deportati, privati anche del proprio nome, sottoposti a sofferenze inenarrabili e infine assassinati. E derubati, dopo morti, di denti, capelli e, se tatuata, anche della pelle. E tutto questo, questo essere che ho grosse difficoltà a definire umano, lo sa).

E non è che i responsabili siano solo i Sileri: sono anche  tra i nostri conoscenti, colleghi ed ex amici. Per questo assimilabili ai nazisti. Che molti di loro celebrino oggi la giornata della memoria, pure questo non deve affatto sorprendere : rientra nella tipologia del persecutore, soprattutto quando si tratta non del grande mostro, ma del persecutore meschinello, quello che ha bisogno di sentirsi parte dei “buoni cittadini”, rispettosi di regole e valori. (Angelo Michele Imbriani, qui)

Ero partita con l’intenzione di commentare tutto, ma non ce la faccio a continuare, mi viene troppo da vomitare. Pur nel brutto mondo che ci circonda, non capita spesso di incontrare un simile concentrato di ignoranza, stupidità e sordida perfidia. Vogliamo chiamarlo verme? No, non basta. Vogliamo chiamarlo cloaca putrida? No, non basta. Temo che dovrò rinunciare a qualificarlo, perché il mio vocabolario non contiene termini adeguati. E, no, non gli auguro, come qualcun altro ha fatto in analoghe circostanza, “tutto il male possibile”: gli auguro solo di poter vivere una settimana là dove erano mandati a “vivere” gli ebrei. Poi, se sopravvive, ne riparliamo. (In realtà, a riportare anche solo la metà di ciò che sto vedendo in giro tra blog e social vari, ci sarebbe da vomitare per due mesi di fila)

barbara

LE MERDE

Il titolo non è mio: questa cosa mi è stata mandata da un’amica, che le ha dato questo titolo, e per pura pigrizia l’ho lasciato così com’è. Tengo tuttavia a precisare che lo ritengo un ingiustificato eufemismo.

E chissà poi se sarà davvero stata la bambina a dire questa mostruosità. E chissà, anche, se sarà una storia vera o l’abbia inventata per impartire la lezioncina “morale”

barbara