E ANCHE SE LE TENEVANO COPERTE

con un grande e spesso tendone, alla fine si scoprì che tutte le pentole erano prive di coperchio, e fu dunque chiaro chi era il costruttore.

Vi ricordate quella storiella che il nemico era hamas e non i palestinesi? E che Israele doveva evitare a qualunque costo di colpire i civili palestinesi e limitarsi – non si sa bene come, ma non importa – a colpire unicamente i terroristi di hamas? Beh, contrordine compagni, quella cosa lì non vale più:

Biden to Netanyahu: ‘Ironclad Support’ for Israel, But No Support for Eliminating Hamas Leaders in Rafah

Non solo non si devono eliminare i cosiddetti civili, non importa se complici attivi di hamas, non importa se carcerieri e seviziatori e stupratori degli ostaggi deportati da Israele, non importa se partecipanti al massacro del 7 ottobre; non solo non si devono eliminare i generici appartenenti a hamas, non importa quanto grondanti di sangue siano le loro mani, no: non si devono eliminare neanche i leader di hamas. E perché non si devono eliminare? Semplice: perché se non ci sono più loro, chi organizzerà la prossima mattanza di ebrei, chi organizzerà la prossima strage di ebrei, chi organizzerà i prossimi stupri di donne ragazze bambine ebree, chi tenterà, per l’ennesima volta, di portare a termine il lavoro di Hitler?
Ha la vista lunga il vecchio Biden, eh?

barbara

ANCORA UN PO’ DI PATACCHE

Giusto per chiarire meglio le idee. E inizio con queste due cose di oltre 20 anni fa, straordinariamente istruttive

E se questo era il passato, quest’altro è il presente: come già detto di nuovo ci sono le dimensioni della strage, non certo le modalità, non certo la ferocia, non certo la volontà di infliggere la maggiore sofferenza possibile.

Aggiungo questo vecchio video con una bella botta di patacche d’epoca

Questo invece è di attualità

(poi di’ che a Gaza non hanno ospedali efficienti!)

E i morti che chattano sul cellulare, eh? li avevate mai visti?

E poi c’è la crisi umanitaria

e la carenza di carburante, salvo questo mezzo milione di litri accumulati da hamas con certosina pazienza e amorevolmente custoditi nei pressi del confine di Rafah

E poi ancora la geografia creativa della CNN

Per non parlare della cura che il NYT pone nel garantire l’assoluta imparzialità dei propri corrispondenti (grazie a lui)

E mettiamoci anche, visto il vizio di parlare di Israele come stato colonialista, il mantra del colonialismo

(precisando che le parti più chiare sono aree in cui non ha attecchito la lingua araba (ma spesso i nomi sì: in un intero anno di permanenza in Somalia, di persone con un nome somalo ne ho conosciuta una, per il resto solo nomi arabi), ma è comunque, nella quasi totalità, riuscita l’imposizione  della religione islamica, con l’aggiunta di Turchia, Iran, Pakistan, Afghanistan, alcuni stati dell’ex Unione Sovietica, il Kosovo e varie parti dell’estremo oriente) e già che ci sono vi faccio dare un’occhiata anche alle cattive feroci aggressive crociate

Poi vi faccio vedere perché a Gaza (ma anche in Giudea e Samaria) ci sono così tanti terroristi (i due video hanno una parte in comune, ma vale la pena di guardarli entrambi)

Purtroppo non sono riuscita a ritrovare il video delle due bambine palestinesi, 11 e 12 anni, che alla domanda “Fra uno stato di Palestina libero e indipendente, con tutti i diritti, e il martirio, che cosa scegliete?” rispondono entrambe con convinzione “Il martirio! Avrò i miei diritti in paradiso, tutti i bambini palestinesi vogliono diventare martiri”.

E ora vi faccio dire due parole da un arabo israeliano

e da un palestinese

Da noi invece ci sono quelli che, non potendo fare personalmente a pezzi gli ebrei, si accontentano di farli a pezzi in effigie

D’altra parte forse qualcuno fra i miei più antichi lettori ricorderà questo vecchissimo volantino

E a proposito di ostaggi, una delle cose più oscene che ho sentito è il proposito di Stati Uniti e vari Paesi europei di cercare di far liberare tutti i loro ostaggi con doppio passaporto: quindi gli ostaggi semplicemente israeliani sono ostaggi di serie B? Non meritano un impegno per farli liberare? Possiamo lasciarli ammazzare? Torturare? Stuprare? Fare a pezzi? Usare come scudi umani? Questa a casa mia si chiama discriminazione. Discriminazione razziale, per essere più precisi. E la più oscena di tutte è questa cosa mostruosa

Perché se diventano anche italiani allora meritano di vivere, a quanto pare, mentre se restano israeliani vadano a farsi fottere. Nessuno si offenderà, spero, se dico che mi viene da vomitare.

Metto ora una cosa che ho trovato oggi in rete, che mi sembra una buona risposta a chi chiede moderazione a Israele, ossia ridurre significativamente la potenza di hamas ma senza arrivare ad annientarla, a distruggere tutte le sue armi, tutte le sue strutture e infrastrutture, a ucciderne tutti i componenti (in modo da permetterle di rimettersi in piedi e trovarsi in condizione di fare quello che ha fatto il 7 ottobre, dopo che nella precedente operazione la sua potenza era stata significativamente ridotta, ma non annientata l’organizzazione)

1984: una bomba dell’IRA, diretta alla Thatcher e ai suoi ministri nell’albergo di Brighton dove si tiene il loro raduno, scoppia prima del previsto, uccidendo 5 persone, ma non la Thatcher e il suo governo. Comunicato dell’IRA: “oggi abbiamo avuto sfortuna, ma ricordate, voi dovete aver fortuna sempre, a noi basta aver fortuna una volta”.

Se agli altri per vincere tutto e far saltare il banco basta avere fortuna una volta, non si può lasciare la propria esistenza in balia della fortuna: bisogna eradicare il nemico.

E per rendere chiaro – dato che non per tutti lo è – che cosa esattamente è questo nemico, aggiungo questa non-foto (la foto naturalmente è stata scattata dagli esecutori, a documentazione dell’accuratezza con cui avevano svolto il compito loro assegnato)

E voglio chiudere con qualcosa di bello, per esempio questo tizio, che ha combattuto nelle brigate clandestine prima della proclamazione dello stato; oggi ha 95 anni

E il rabbino Avinar Shlita, che non so quanti anni abbia ma sicuramente non pochi: anche lui ha indossato la divisa ed è andato a difendere il suo Paese

E gli studenti iraniani, che entrano all’università così

per non calpestare la bandiera israeliana. E
infine un motivo di ottimismo: la situazione è sicuramente drammatica, però…

barbara

UNA RIFLESSIONE

Emet in ebraico significa verità; togli la prima lettera e rimane met, che vuol dire morte: la verità decapitata – o mutilata in generale – è morte: in senso metaforico, a volte, ma in senso letterale altre volte. Ciò che sta accadendo in questi giorni fa parte delle altre. Un esempio di verità decapitata? Anche gli ebrei giunti in Palestina erano, chi più e chi meno, dei profughi che l’occidente scaricava volentieri in quella terra, spesso assolvendo la propria coscienza. Gli abitanti del posto, palestinesi che costituivano oltre il 90% della popolazione originaria, sono diventati a loro volta profughi, cacciati dagli ebrei. prima d’allora, i palestinesi non avevano rotto il cazzo a nessuno. Qui vengono decapitati tre millenni e mezzo di ininterrotta presenza ebraica in Terra d’Israele (è così che si è sempre chiamata, Eretz Israel); viene decapitata la massiccia immigrazione araba, in una terra fino ad allora semi desertica, successivamente all’arrivo dei pionieri ebrei che l’hanno resa vivibile; viene decapitata la realtà di uno stato di Israele riconosciuto formalmente in quel momento ma esistente di fatto da decenni, con le sue scuole, le sue università, i suoi ospedali, i suoi tribunali e le sue leggi (e non a caso la prima facoltà istituita è stata quella di giurisprudenza, perché non può esistere una statualità senza leggi); vengono decapitate tutte le stragi di ebrei da parte degli arabi (NON palestinesi: se ti azzardavi a chiamarli palestinesi, bene che ti andasse ti spaccavano la faccia per un simile insulto, dato che palestinesi era la denominazione degli ebrei: quando l’ignoranza fa novanta!), e varie altre cose che è inutile ripercorrere in dettaglio (suggerisco comunque, per chi ne ha il tempo e la voglia, e non l’abbia letto in precedenza, il testo di una mia conferenza tenuta a Udine nove anni fa).
Un’altra verità decapitata è quella di Israele che “occupa” i “territori palestinesi”: verità decapitata della circostanza che quei territori non sono mai stati palestinesi, e non per volontà di Israele; decapitata dei motivi per cui Israele è stato costretto a occuparli; decapitata dei motivi per cui è stato costretto a continuare a occuparli; decapitata del dettaglio che l’obiettivo dichiarato, scritto e mostrato coi fatti, di coloro che oggi ci vivono – dopo averne cacciato con le armi tutti gli ebrei che ci vivevano, chi da cinquant’anni, chi da tre secoli, chi dai tempi della Bibbia (secondo voi perché una di queste regioni si chiama Giudea?) – è la distruzione dello stato di Israele e l’assassinio di tutti gli ebrei che ci vivono; e decapitata, soprattutto, del fatto che da oltre un secolo coloro che dalla metà degli anni Sessanta hanno assunto il nome di palestinesi, stanno combattendo con tutte le loro forze contro l’ipotesi di creare uno stato di Palestina.

Potrei continuare fino a domani a riportare verità mutilate e decapitate fabbricate dalla propaganda filo terrorista finanziata dalla lobby del petrolio (e meno male che sono comunisti antiimperialisti e anticapitalisti, loro), ma penso che possa bastare: questa vuole essere una riflessione, non un trattato. Ebbene, queste verità mutilate, urlate in tutte le piazze, ripetute fino allo sfinimento in tutti i social, generano odio. E l’odio genera morte: ebrei assassinati, sgozzati, torturati in tutto il mondo, sinagoghe distrutte, scuolabus di studenti ebrei assaltati, ebrei in fuga dall’Europa a decine di migliaia per sfuggire a una vita sotto costante minaccia, quando non a veri e propri pogrom. E di tutto questo sangue, oltre agli assassini, hanno le mani sporche anche i propagatori di verità decapitate. A tutti loro, essendo notoriamente una persona cattiva, auguro una morte brutta. Ma proprio brutta brutta tanto. Non dico proprio come quella degli abitanti dei kibbutzim assaltati dai loro amici, ma che almeno ci vada un bel po’ vicino, quello sì).

Poi, a fianco delle verità mutilate, ci sono quelle fabbricate a tavolino (in aggiunta a quella del “popolo palestinese”). Questa è del passato

Questa invece è di oggi, a proposito di quei poveri bambini palestinesi massacrati dai sionisti – autentici crimini contro l’umanità:

(Sembra che sia impossibile vedere il video da qui: provate allora ad andarlo a vedere qui)

E queste sarebbero le vittime di un missile israeliano.

E che dire di questa penosa e ridicola sceneggiata?

E la domanda è sempre la stessa: ma le vittime vere dove sono? A occhio dovrebbero essere sulla decina di migliaia, ormai, di cui almeno un terzo bambini: dove sono? Perché nessuno le fotografa? Perché nessuno le riprende? Perché nessuno raccoglie le testimonianze dei sopravvissuti?

E quanto all’ospedale abbattuto dagli israeliani provocando centinaia di morti, guardate questo video di 15 anni fa

In un momento successivo rispetto al video è emersa una ulteriore circostanza: la casa, appartenente a un membro di hamas, aveva un deposito di esplosivi, esplosi “per simpatia” immediatamente dopo l’esplosione di quelli trasportati dal terrorista colpito da Israele, cioè un uomo ha riempito di esplosivi la casa in cui vivevano sua moglie e i suoi quattro bambini – cosa peraltro consueta da quelle parti, per non parlare di tutte le culle in cui dormivano i neonati usate come nascondiglio per armi ed esplosivi scoperte dai soldati israeliani in occasione di perquisizioni – ma se i bambini muoiono è colpa di Israele.
Per non parlare di questo spettacolare scoop di sky tg24:

Israele minaccia Iran e Libano

Forte, eh? Siccome Israele al momento non ha un cazzo da fare e si annoia a morte, si inventa di andare a minacciare Iran e Libano. Strike!!!

E guardate questa bambina perseguitata dalla sfiga, al punto da dover essere recuperata per ben tre volte dalle macerie dei bombardamenti sionisti

Niente, tuttavia, in confronto al neonato libanese estratto dalle macerie, durante la guerra del 2006 (di cui purtroppo non ho la possibilità di recuperare le immagini), per ben dieci volte, in dieci posti diversi, in dieci orari diversi e brandito (letteralmente) di fronte alle telecamere, sempre senza un graffio, senza una goccia di sangue, e con al collo il ciuccio senza un granello di polvere, da dieci soccorritori diversi: e voi scettici vorreste non credere ai miracoli?

Mi piace inserire, in questa cloaca, una dichiarazione di Michele Santoro, l’uomo che da una vita sostiene la “causa palestinese”, che da una vita inventa crimini israeliani. Siamo purtroppo abituati a sentire discorsi del genere di “il terrorismo è criminale, ma…”, “il terrorismo è vergognoso, però…”, “il terrorismo va condannato, tuttavia…” Ecco, lui ha fatto l’esatto contrario:

“Sono cinquant’anni che mi occupo della condizione terribile dei palestinesi…. volevo minimamente chiarire questa mia posizione, delle case sventrate, dei diritti che non hanno, non solo nello Stato di Israele, ma anche negli altri Stati che li ospitano, perché sono cittadini senza diritti, diciamo, in tutto il mondo, i palestinesi; tuttavia io non trovo una sola ragione, una sola ragione per giustificare quello che ha fatto Hamas.”

In mezzo alla fogna in cui ci stiamo dibattendo, pur con tutti i suoi pregiudizi nei confronti di Israele, questa dichiarazione è un’autentica boccata d’aria fresca.

Vi lascio con questa immagine

(non hai più la mamma, non hai più il papà, ma non preoccuparti, ci sono io: sarò io la tua mamma e il tuo papà)

E con questo In Memoriam

I composed this movement from my piano concerto in memory of my grandmother in Israel. I’m posting it here in memory of the children, the women and the men, young and elderly, who were murdered in southern Israel on October 7, 2023. Alma Deutscher: piano concerto in E-flat major. ii: Adagio (in memoriam) Dame Jane Glover, conductor Orchestra of St. Luke’s Alma Deutscher, piano

barbara

E POTEVA MANCARE LA REGINA DELLE BAGASCE?

Ma certo che no! E dopo la Croce Rossa è ora il turno di Medici senza frontiere.

Inizio, anche stavolta, con i precedenti. C’è stato un tempo in cui offrivo un modesto contributo, nei limiti delle mie possibilità, a Medici senza frontiere, che ritenevo una meravigliosa istituzione. Ho smesso di farlo nel dicembre del 2002, quando ho avuto modo di scoprire la loro intollerabile faziosità antiisraeliana. Un’intera sezione del loro sito era dedicata alle inenarrabili sofferenze dei palestinesi e non una sola parola veniva spesa per le sofferenze degli israeliani, non una sola parola sul terrorismo, non una sola parola di umana pietà per donne vecchi bambini fatti a brandelli. Zero. È stato allora che ho scritto questo articolo.

Prima le Nazioni Unite, ed era ovvio. Poi le sinistre europee, ed era scontato. Poi Amnesty International, ed era prevedibile. Poi Human Rights Watch, e dovevamo aspettarcelo, anche se in realtà non ce lo aspettavamo affatto. E poi Emergency, la gloriosa Emergency dell’eroico Gino Strada, l’uomo che aveva dedicato tutta intera la sua vita ai poveri della Terra, l’uomo che mille volte aveva rischiato la vita per soccorrere l’umanità sofferente da tutti abbandonata, l’uomo che, povero fra i poveri, lavorava nell’ombra, pago del bene donato [quando ho scritto questo articolo non conoscevo ancora la persona Gino Strada: conoscevo unicamente il personaggio auto propagandato], e quello sì, quello era stato proprio un colpo al cuore. Ma ancora ci restava un’ancora di salvataggio, ancora ci restava un motivo per credere, o almeno per sperare che non tutti si fossero lasciati travolgere da questa specie di follia collettiva: Medici senza frontiere. E invece no, invece anche loro hanno scelto di voltare le spalle alla giustizia, di tradire quei principi di umanità che dovrebbero essere il loro credo, di sposare la causa di una delle parti in conflitto. Hanno scelto di denunciare le sofferenze di chi provoca le sofferenze proprie e della controparte, la miseria di chi provoca la miseria propria e altrui, la morte di chi provoca la morte dei propri figli e dei figli di coloro che chiamano nemici; hanno scelto di difendere chi attacca e attaccare chi si difende; hanno organizzato una mostra sulle sofferenze palestinesi, ignorando le sofferenze israeliane; hanno dedicato una sezione del loro sito internet (www.medicisenzafrontiere.it) [andateci, guardatelo, guardate cosa scrivono oggi!] alla falsificazione della storia e della cronaca, trasformando l’informazione in squallida propaganda. Ci hanno delusi. Ci hanno ingannati. Ci hanno traditi. Hanno tradito tutta intera l’umanità.

Riportiamo qui di seguito due lettere inviate all’associazione.

Cari Medici senza frontiere,
sono una comune cittadina che ha seguito finora, con ammirazione, il vostro operato. Quello che mi ha sempre colpito, della vostra organizzazione, è questa abnegazione concentrata per aiutare gli altri, indipendentemente dalla etnia di appartenenza o dal credo religioso.
Cosa vi succede, adesso? Perché ostentate tanta indifferenza nei confronti dei civili israeliani vittime del terrorismo palestinese? Non posso credere che, in questa situazione, abbiate preso una posizione politica che si traduce in faziosità e non ottemperanza ai principi che regolano il vostro lavoro. Non posso credere che siate animati da un antisemitismo così forte, che vi fa addirittura dimenticare che gli israeliani sono persone come tutte le altre, che hanno bisogno del vostro soccorso come gli altri, che fanno parte anche loro della famiglia umana.
Ero una vostra ammiratrice, ma adesso, con il vostro inqualificabile comportamento, ho deciso che non aiuterò più medici che si lasciano condizionare in questo modo.
Etty Amiras

Spettabile “Medici senza frontiere”,
con la presente desidero comunicarvi che, indignata dalla palese faziosità con la quale state trattando il conflitto israelo-palestinese, dalla vergognosa cecità da voi mostrata nei confronti della popolazione israeliana che da sempre sta subendo il terrorismo più spietato che mai il mondo abbia conosciuto e che a tutte le offerte di pace si è sempre vista rispondere con la guerra, dalla vostra inqualificabile indifferenza nei confronti dei bambini israeliani fatti a brandelli, domani andrò alla mia banca a revocare l’ordine di pagamento della cifra mensile che due anni fa avevo stanziato a vostro favore.
Barbara Mella

Tornandoci a distanza di tempo, si poteva trovare che faceva, nel loro sito, bella mostra di sé anche questa struggente immagine:

L’avete riconosciuto? Sì, è Lui: il dolce e mite Cristo, portatore di pace e di amore. La foto era accompagnata da questa didascalia

I soldati hanno abbattuto il recinto della sua proprietà e hanno sparato sugli animali, Al Muragah. Foto di Philippe Conti

Onestà vorrebbe che si desse una notizia documentata e la si illustrasse poi con una immagine; qui avviene l’esatto contrario: si mostra un’immagine, presa non si sa dove, non si sa quando, e ci si costruisce sopra una storia. E questo è il modo di operare che ha scelto Medici senza frontiere. Che a quattro anni e mezzo di distanza sta continuando sulla stessa linea: da una parte ci sono “problemi”, c’è un “clima”, dall’altra ci sono famiglie “sottoposte a continue violenze”, ci sono pazienti “confinati” a causa di “capricci” dei militari, ci sono “frequenti incursioni” … avete per caso letto da qualche parte la parola terrorismo? A questo ci sono poi da aggiungere una serie di patenti falsità: sappiamo perfettamente che durante la cosiddetta sospensione degli aiuti ai palestinesi, gli aiuti sono in realtà fortemente aumentati, così come sappiamo che Medici senza frontiere in Medio Oriente non è mai stato neutrale, e anche se certamente non arrivano agli sgangherati comizi del signor Strada, la loro totale mancanza di imparzialità rende comunque questa istituzione (anche questa istituzione, ahimé) ben poco commendevole.

Proseguo con alcuni documenti pubblicati a suo tempo nel mio blog.

MEDICI SENZA FRONTIERE DALLA PARTE DEI TERRORISTI?

Un terrorista mascherato da lavoratore dipendente di MSF?

Secondo il centro d’informazione sulle Informazioni ed il Terrorismo al centro di studi speciali (CES)*, un residente di Deir al-Balah (striscia di Gaza) fermato il 19 aprile 2007 dalle forze israeliane di sicurezza, ha ammesso di essere recentemente entrato in Israele per raccogliere informazioni su personalità israeliane allo scopo di assassinarle. Mous’ab Bashir, ha spiegato che era penetrato in Israele grazie ad un permesso di Medici senza frontiere, associazione per la quale lavorava da cinque anni.
Nel corso del suo interrogatorio, Bashir ha ammesso di avere progettato un attacco contro una personalità israeliana, per vendicarsi della morte di civili palestinesi.
In stretto rapporto  con i terroristi del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (FPLP) della striscia di Gaza, Bashir ha beneficiato di una serie di addestramenti specifici in previsione di quest’operazione, inizialmente diretta contro deputati israeliani, quindi contro il primo ministro dello Stato di Israele.
Dopo avere capito che le drastiche misure di sicurezza  rendevano l’assassinio di Ehoud Olmert impossibile, l’uomo è ripartito nella striscia di Gaza per cercare un nuovo “obiettivo”: Un archeologo israeliano che lavora in un sito della regione di Gerusalemme.
A questo scopo, Bashir ha iniziato ad allenarsi al combattimento-ravvicinato per uccidere  l’archeologo senza dovere ricorrere ad un’arma.
In gennaio, febbraio e marzo 2007, Bashir è nuovamente entrato in Israele con il suo permesso di Medici Senza Frontiere ed ha raccolto informazioni sulle abitudini della sua vittima.
È nuovamente entrato a Gerusalemme il 18 aprile ed è stato finalmente intercettato il giorno dopo.
Di Ambra Grayman per Guysen Israele News, 3 giugno 2007 09:16 (trad. di Inghev)

Il sito in inglese delle quotidiano Haarez, www.haaretz.com, riporta una notizia che in Italia non ha avuto eco e cioè la polemica fra la sezione olandese di “medici senza frontiere” attualmente operativa in Congo e la spedizione medica israeliana giunta nella città di Uvira per portare aiuti sanitari specialistici. Dopo la tragedia dell’autocisterna che si è ribaltata causando morti e feriti alcuni estremamente gravi, il governo di Gerusalemme ha inviato sul posto una equipe specializzata per prestare le cure a 50 ustionati gravi, per poi spostarsi al villaggio di Sange, lo stesso dove è accaduto l’incidente, per occuparsi di chi è stato vittima di ferite più lievi. Quello israeliano è stato il primo team specialistico giunto sul luogo del disastro. La sua presenza non è stata però gradita dai medici affiliati all’organizzazione internazionale. Questi hanno creato una sorta di “muro di gomma” rendendo impossibile, almeno nella fase iniziale, la collaborazione che in certi casi, ci si aspetterebbe. Questo tutto a scapito dei feriti. “Medici senza frontiere” dal 2009 accusa Israele di aver ostacolato le cure alla popolazione civile palestinese, su questo potremmo discutere all’infinito visto che i dati dicono il perfetto contrario, ma non collaborare in questo frangente è, a nostro avviso, fuori luogo. Secondo il dottor Winkler, direttore del dipartimento di ricostruzione plastica dello Sheba Medical Center di Tel Aviv, l’organizzazione medica internazionale ha spiccate simpatie politiche per la causa palestinese, e questo è alla base di un comportamento quanto meno discutibile. “Sono venuto qui per salvare delle vite”, questa è stata la sua dichiarazione durante uno degli incontri avuti con i responsabili olandesi, durante il quale chiedeva di lasciare da parte problemi simpatie politiche ed occuparsi dei feriti. Sempre secondo il giornale israeliano alcuni medici olandesi [alcuni…] e uno belga [uno…] collaborano ora con gli specialisti israeliani insieme ai quali hanno portato a termine, con successo, diverse operazioni chirurgiche estremamente delicate e complicate. Questa storia, come altre che si verificano ormai con una frequenza inquietante, dovrebbero far pensare quanto il virus del antisionismo, anti-Israele, sempre e comunque qualsiasi cosa faccia sia presente ormai in maniera indelebile nella mente e nei cuori di troppa gente che vede nello Stato ebraico un nemico da abbattere e delegittimare ad ogni costo.
di Michael Sfaradi , l’Opinione, 22 luglio 2010

Il terrorista ucciso a Gaza era di Medici senza frontiere

Il terrorista palestinese Hani Majdalawi che ha aperto il fuoco contro i soldati dell’IDF e ucciso quando hanno risposto al fuoco era un infermiere che lavorava per Medici Senza Frontiere.  

“Abbiamo contattato -ha detto un portavoce dell’IDF-  Medici senza frontiere per ottenere chiarimenti in merito”. L’organizzazione non ha risposto  alle nostre domande realizzate via telefono e via e-mail. Il sito web di Medici senza frontiere rende noto che il gruppo gestisce tre centri di ustioni e traumi a Gaza che pare abbiano legami molto stretti con i leader islamici di Hamas.
Le autorità di Gaza non hanno ancora confermato la morte di Majdalawi.  Il fratello Osama lo ha descritto come un “martire” che aveva “comprato l’arma con i propri soldi  e agito in completa indipendenza”. Sempre nello stesso post è scritto che Hani Majdalawi lavorava per Medici senza Frontiere e che era “il più economicamente stabile tra i suoi fratelli”.
Yair Shalom, 23 agosto 2018.

E veniamo a oggi, a quell’oggi iniziato con una carneficina di israeliani che non ha paragoni se non nella Shoah, per il numero di vittime, per la determinazione a uccidere più ebrei possibile, per la ferocia dei metodi di esecuzione, e per di più con una dose di sadismo occasionalmente presente anche nei nazisti, ma poco gradita alla dirigenza nazista, che preferiva lucidità e freddezza nell’esecuzione del progetto di sterminio, sadismo che mi induce, ancora una volta a citare le parole di Mordechay Horowitz:

«Gli arabi amano i loro massacri caldi e ben conditi… e se un giorno riusciranno a “realizzarsi”, noi ebrei rimpiangeremo le buone camere a gas pulite e sterili dei tedeschi….».

Nei kibbutz di confine si sono realizzati parecchio, a quanto pare, unendo l’utile al dilettevole.
E più di qualcuna fra le loro vittime avrà davvero rimpianto le”buone camere a gas pulite e sterili dei tedeschi”.
Il racconto dell’infamia di MSF nell’attuale circostanza lo affido a Yasha Reibman

Cliccare sull’immagine per ingrandire.

Il tarlo del Male, a quanto pare, si annida ben profondo nei buoni di professione.

barbara

NATURALMENTE COMINCIAMO CON L’OSPEDALE BOMBARDATO

che indignazione e orrore e unanimi condanne ha provocato in tutte le cancellerie e in tutti i mass media. E naturalmente è la solita mastodontica balla. Circa un terzo dei missili lanciati da Gaza ricadono all’interno del territorio e regolarmente, soprattutto se ci sono vittime, ne viene incolpato Israele. Questo è stato uno di quelli. Lo dice Israele? Anche, ma non solo. Lo dice per esempio, incredibile auditu, incredibile visu, Al Jazeera, e non solo lo dice, ma anche lo documenta

E ancora meglio si vede in quest’altro video, con il lancio ripreso da un’altra angolazione

Non vi basta Al Jazeera? Nessun problema, ve lo faccio dire anche da hamas

E non è tutto. Poi ci sono le “centinaia di vittime”. Ebbene no, sono false anche quelle, per un motivo molto semplice:

Gaetano Evangelista

Notevole oltretutto come Hamas si sia affrettata a fornire il conteggio delle presunte vittime, istanti dopo l’esplosione del missile malfunzionante.
Senza dimenticare che si tratta dell’unico caso al mondo di un dicastero della sanità retto direttamente da un’organizzazione terroristica. Sarebbe come se in Italia il conteggio delle vittime di mafia fosse stato tenuto direttamente da Totò Riina.
«Il razzo lanciato dall’organizzazione terroristica della Jihad Islamica esploso in aria e poi caduto ha colpito il parcheggio (nella foto) e non l’ospedale.

Nel luogo dell’impatto nella foto non c’è alcun ‘buco’ dell’impatto come succede sempre quando si tratta di missile a seguito di un attacco.
Dubito fortemente che qui ci fossero centinaia di vittime, a mio avviso le vittime possono essere qualche dozzina, la propaganda palestinese ha inventato i numeri.
Il mondo ha abbracciato immediatamente la menzogna propagandistica palestinese senza mettere nulla in dubbio, al contrario, quando Israele ha smentito coinvolgimento con filmati e foto dal radar, è stato subito chiesto “prove ulteriori”.
Il mondo tende a credere alle organizzazioni terroristiche palestinesi nazifasciste e non a uno Stato democratico.»
Lion Udler

E oltre a inventare i numeri, continuano anche con l’antico vizietto di inventare i funerali

E anche qui mi pongo la stessa domanda che mi suscitano le foto tarocche: l’intervento israeliano sta provocando una carneficina, un genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità, peggio delle bestie, peggio dei nazisti, e per mostrare UN morto hai bisogno di mettere in scena un funerale finto?
E non dimentichiamo

Mi permetto di dissentire, almeno in parte, dalla frase finale: non solo hamas è stato eletto in quelle che sono costantemente definite elezioni democratiche per sostenere che hamas rappresenta effettivamente il popolo di Gaza, ma abbiamo visto tutti gli entusiastici festeggiamenti dei civili innocenti dopo ogni mattanza di ebrei, abbiamo visto i civili innocenti sputare sul cadavere della donna ebrea stuprata e buttata quasi nuda sul pianale del camioncino: ma di che cosa stiamo parlando? E qualcuno giustamente osserva

E questi, a occhio e croce, dovrebbero essere civili

O no? E concludo il discorso su questo evento con una riflessione

Giovanni Bernardini

ODIO

Sono ragionevolmente convinto che l’orribile strage dell’ospedale di Gaza sia stata provocata da un missile di Hammas finito fuori bersaglio. Lo sono non solo perché c’è un video che sembra provarlo, ma perché basta poco per capire che uno stato che blocca la sua offensiva per permettere l’evacuazione dei civili non può compiere deliberatamente una strage bombardando un ospedale, per di più alla vigilia della visita del presidente USA. Lo sono perché non sarebbe la prima volta che dei palestinesi sono uccisi da “fuoco amico”. Lo sono perché so, come tutti sanno, che Hammas cerca il bagno di sangue per poterlo usare come arma propagandistica contro Israele. Lo sono infine perché in linea di massima credo di più ai rappresentanti dell’unica democrazia del medio oriente che non a dei fanatici fondamentalisti.
Eppure su certe pagine dei social, quella del signor Conte ad esempio, la strage dell’ospedale è stata seguita da un coro di insulti rabbiosi nei confronti dello stato ebraico, senza tentennamenti, senza, a parte pochi casi, alcun dubbio su come siano realmente andate le cose.
Israele sarebbe uno stato “terrorista” che mira al “genocidio” dei palestinesi.
La si può pensare come si vuole sulla crisi in medio oriente, ma possibile che ci sia gente tanto stupida, o tanto accecata dall’odio, da non capire che se davvero Israele volesse un genocidio a Gaza ci sarebbero solo morti? E’ possibile parlare del genocidio di un popolo che è costantemente aumentato di numero negli ultimi anni?
Gli ebrei hanno subito un orrendo genocidio e con tutta probabilità ne subirebbero un altro se Hamas vincesse, non ci vuole molto per capirlo.
Ma queste considerazioni non placano l’odio anti israeliano, odio non dei nemici storici dello stato ebraico, ma di una parte degli occidentali.
E’ su questo odio che conta Hamas nella sua lotta che non è solo contro Israele, è contro l’occidente tutto.
Un odio, val la pena di dirlo chiaramente, che è anti ebraico prima che anti israeliano e che, prima ancora, è odio dell’occidente nei confronti di se stesso. Odio che sembra trasversale: è presente, sia pure in misura e forme diverse, in tutti i settori dello schieramento politico
Un nuovo tumore che infetta la nostra civiltà.

E ora un piccolo passo indietro, che è sempre utile a fare mente locale

Ieri 9 agosto 2001, alle 14:00 è avvenuto un attacco suicida al ristorante Sbarro in Jaffa Street a Gerusalemme,
Nell’attacco, 15 israeliani sono rimasti uccisi (8 dei quali bambini) e 140 sono rimasti feriti, e questo è uno degli attacchi più mortali della Seconda Intifada. L’attacco è stato condotto con un caricabatterie, che era un sicario all’interno di una chitarra classica, che pesava tra i 5 e i 10 kg e conteneva chiodi, bulloni e mollette ed è stato effettuato dagli Hamas e dalla Jihad islamica.
Non dimenticheremo e non perdoneremo
Nel video, Alham Tamimi (cugina di Ahad Tamimi [la “piccola Tamini” che andava a sfidare i soldati israeliani mostrandogli il pugno]) che ha pianificato e spinto il terrorista a colpire ed è stata rilasciata in un accordo Shalit ed è diventato una celebrità in Giordania che ha vissuto ad alti livelli come un assassino di massa. (La traduzione è evidentemente fatta con un traduttore automatico, immagino dall’ebraico, quindi non sono in grado di correggere le improprietà)

Mi raccomando, non chiamateli terroristi. Lo ripropongo affinché sia chiaro che, come già detto altrove, nell’attacco attuale ci sono di inedito le dimensioni del massacro, ma non la ferocia disumana. Ricordo anche l’attentatrice suicida del ristorante di Haifa che è entrata, ha pranzato guardando bene in faccia quelli che lei sapeva che fra pochi minuti sarebbero stati fatti a brandelli, poi con calma si è alzata, è andata a posizionarsi vicino a un passeggino in cui stava un neonato, e si è fatta esplodere lì.
C’è a quanto pare una piccola lezione, molto antica, che i nemici di Israele e degli ebrei in generale non vogliono saperne di imparare

Nel frattempo, dopo l’attentato di Bruxelles, va in onda la fiera delle puttanate:

Von der Leyen: l’Europa è unita contro il terrorismo [con le manifestazioni inneggianti a hamas]
Metsola: il terrore non può infiltrarsi nella nostra società [ma certo che no, quando mai!]

E dell’ipocrisia:

Perquisita l’abitazione del presunto attentatore. Spunta un messaggio sui social: ho sparato per vendicare i musulmani.

Mentre i pakistani, sprovvisti al momento di viscere di ebrei da consumare crude e ancora calde, come in altre occasioni abbiamo visto fare da devoti musulmani, si accontentano di mangiare la bandiera israeliana

Quella che segue invece è una sparutissima raccolta di commenti raccattati in giro

Francesco Violini
Stamattina ho ricevuto un link , un filmato da “Il vaso di Pandora”. L’ho aperto per non più di un minuto perché ho capito che metteva in dubbio, proprio riteneva che le foto tremende dei bambini… non esistono, che il fatto non è avvenuto e che è tutta una montatura!! Incredibile.. eppure gira in rete

E pensare che loro poverini ce l’hanno messa proprio tutta

Arturo Pisano
I giornalisti che hanno prodotto la storia dei “bambini decapitati” è composta da ex militari, ex intelligence, ex pro dei social media e dal direttore regionale del gruppo di pressione AIPAC; tutti hanno contribuito al compito di annientare Gaza e spingere 2 milioni di palestinesi in Egitto.

Fabio
Tutto è possibile e dunque, a probabilità, è piu probabile che sapessero che non il contrario.
Si sono fatti il loro 11/9 x avere la giustificazione x asfaltare Gaza? Credo più a questa versione che a ‘ci hanno sorpreso… ma li conosciamo tutti x nome e li andremo a uccidere casa x casa’…

Arturo Pisano
Toh, Putin dice che le armi di hamas provengono dall’ucraina. Vediamo se ebrei faranno un altro genocidio nel campo di concentramento piu’ grande del mondo.

Perché dopo Auschwitz mai più. Perché il 27 gennaio versiamo compuntamente la nostra brava lacrimetta. Perché ho un sacco di amici ebrei che la pensano come me sugli orrendi crimini  di Israele. Perché…
Aggiungo un ricordo speciale dedicato alla memoria del defunto maggiore Tal Groshka (25), che si recò nella Striscia di Gaza per salvare vite umane

E due parole di Galia Mendelson che le anime belle progressiste vicine alle sofferenze del popolo palestinese avrebbero urgente bisogno di ascoltare

PS: aggiungo un appello giuntomi all’ultimo momento

Il Gruppo Sionistico Piemontese e la Nuova UDAI 10.0 lanciano una sottoscrizione in favore della città di Ma’ale Adummim che ha ospitato 70 famiglie sfollate dalle località israeliane adiacenti alla Striscia di Gaza. Abbiamo parlato con Benny Kashriel, che è sindaco da 30 anni di questa città e che è stato scelto per diventare nel 2024 Ambasciatore di Israele in Italia. Ma’ale Adummim è nata per volontà di Rabin subito dopo la guerra del Kippur e si è sviluppata fino ad accogliere oggi circa 50000 abitanti, in gran parte funzionari pubblici a Gerusalemme. Si trova oltre la Linea verde, in prossimità di Gerusalemme in direzione del Mar Morto, ed è circondata da villaggi arabi. Oggi la città è una città quasi fantasma perché tutti i cittadini abili sono rientrati nell’esercito. Pertanto l’amico Benny si è rivolto a noi per chiederci un aiuto, e stiamo facendo circolare questa richiesta anche al di fuori delle nostre Associazioni e del mondo ebraico, come chiediamo a tutti voi di fare. Potete inviare i vostri contributi al Gruppo Sionistico Piemontese, codice IBAN IT39Q08382 01000 000130114627 con l’indicazione: aiuto alla città di Ma’ale Adummim, e sarà nostra cura pubblicare i nomi (senza i cognomi) dei sottoscrittori con l’indicazione della cifra ricevuta. Per favore, fate circolare questa richiesta poiché desideriamo aiutare direttamente almeno un gruppo di profughi nei tempi più rapidi possibili.

Ci sono stata, a Ma’ale Adumim, 13 anni fa: costruita dal nulla in mezzo al deserto – come diverse altre città israeliane (non dimentichiamo che il 60% di Israele è deserto; Ben Gurion aveva detto “Questo abbiamo, e con questo dobbiamo fare i conti”, e loro li hanno fatti: ci hanno costruito città e coltivazioni, che forniscono il 75% della frutta e della verdura consumate in Israele) – è una cittadina deliziosa.

barbara

ALLA PERIFERIA DELLA STRAGE

Dopo la strage grandi manifestazioni di solidarietà in tutto il mondo. Ai perpetratori della strage.

Londra

Vienna

E altrove. E dove ci sono manifestazioni pro Israele

E poi preoccupazioni per questa incredibile intimazione di Israele:

Israel told the United Nations that the entire population of northern Gaza — over 1 million people — should relocate within 24 hours.
Come è possibile, si chiede il mondo sgomento, come è possibile che oltre un milione di persone lascino le proprie case per mettersi in salvo in 24 ore? Come è possibile che qualcuno pretenda una cosa simile? A distanza di poche dozzine di ore hanno già dimenticato che ai civili israeliani non sono stati dati preavvisi. Non hanno avuto 24 ore per mettersi in salvo. Neanche 24 minuti. Neanche 24 secondi.
Qualcuno ha anche notato un non trascurabile dettaglio:

Adriano Mastromarco

Come ha detto ieri in trasmissione Il Grande Mario Giordano, mentre sgozzavano i poveri coloni ebrei e decapitavano i loro bambini, i terroristi urlavano allah akbar, non free palestine.

Del resto gridavano Allahu akhbar anche gli sgherri di Arafat mentre assaltavano il villaggio di Damour per fare strage di cristiani.
Che poi, comunque, dopo avere fatto strage dei nostri, adesso vogliono una bella strage dei loro da esibire alle telecamere politicamente corrette,

così

E poi i giornali

Emanuel Segre Amar

Orribile articolo di Battistini;

Cito solo questa frase: “All’operazione Tempesta di Al Aqsa, che in un sabato ha preso ostaggi e sgozzato 1.200 agnelli innocenti, Israele risponde con un diluvio di fuoco che, d’innocenti, ne seppellisce 1.100 in tre giorni.”
1100 innocenti, “giornalista” Battistini

Me lo ricordo, Battistini, quando ha preso il posto di corrispondente da Israele all’inizio del 2002: attento, veritiero, preciso, onesto. Poi, come capitava, e sicuramente capita, a tutti i corrispondenti stranieri, a quanto pare gli hanno fatto educatamente capire che dire la verità sull’autorità palestinese e sui palestinesi in generale non fa troppo bene alla salute (qualcuno non ci aveva creduto, e allora sono gentilmente passati dalla teoria alla pratica, così hanno capito anche loro), e si è adeguato. Riporto qui il mio articolo per Informazione Corretta del 1 aprile 2002, nel pieno di quella guerra terroristica, preparata – al pari dell’attuale – per anni, passata alla storia col nome di seconda intifada. Lo metto tutto, per ricordare a chi, dopo oltre vent’anni, avesse dimenticato come anche allora funzionasse l’informazione su Israele.

LA RIVOLUZIONE COPERNICANA DEI MASS MEDIA

Le abbiamo lette tutti, le notizie dei giorni scorsi pubblicate dai nostri giornali: abbiamo letto che un’orrenda strage ha devastato un Seder di Pesach, abbiamo letto che il terrorista era stato segnalato dalle autorità israeliane a quelle palestinesi in quanto estremamente pericoloso, abbiamo letto che Arafat aveva assicurato di averlo arrestato ma poi, o non lo ha arrestato affatto o, come al solito, lo ha arrestato “per finta” e poi immediatamente liberato. Sta di fatto che, per volontà di Arafat, il terrorista ha seminato distruzione e morte. E adesso? Tutto dimenticato! Non è più Arafat il mandante di terroristi e Israele la vittima del terrorismo: nel giro di ventiquattr’ore la situazione si è completamente ribaltata.

ASSALTO DEI SOLDATI ISRAELIANI, ARAFAT BARRICATO
titola il Corriere di sabato, accompagnando il titolo con una vignetta di Giannelli: una dolcissima colomba bianca in gabbia con un coltello piantato nella schiena e il sangue che gocciola. Chiaro: Arafat in questo momento è in gabbia, la colomba pugnalata alla schiena è lui. E domenica:
ULTIMATUM DI ISRAELE, ARAFAT CHIEDE AIUTO
E Repubblica sabato:
ISRAELE, ASSALTO AD ARAFAT
e domenica:
ARAFAT, DRAMMATICO ASSEDIO
e all’interno:
SHARON ATTACCA, ARAFAT PRIGIONIERO
Non da meno la Stampa. Sabato:
ISRAELE ATTACCA IL BUNKER DI ARAFAT
e domenica:
ARAFAT. UN GRIDO DAL BUNKER: “AIUTATEMI”

Concordi, le tre testate, nel mostrarci un povero Arafat vecchio, stanco, malato, tremante per il Parkinson e per la tremenda situazione in cui lo ha messo Sharon, il nemico di sempre che da vent’anni, dai tempi del Libano, lo odia e lo insegue.
Sul Corriere di sabato Franco Venturini vorrebbe fare un discorso pacato ed equilibrato: il mezzo che usa è quello di distribuire fraternamente colpe e responsabilità: “Nelle ultime ore entrambe le parti hanno superato ogni precedente”. Niente causa, niente effetto.
Guido Olimpio, nell’articolo intitolato “Ariel il ‘bulldozer’ che non sa far altro che combattere” ci presenta un ritratto di Sharon tutto in negativo, ci parla della sua lotta “personale” contro Arafat, cita Sabra e Chatila senza parlare delle responsabilità dirette (e quindi, visto che si sta parlando di Sharon…), ci ripete per l’ennesima volta che Sharon “Non si vergogna di dire che ‘dobbiamo provocare così tante perdite all’altra parte che alla fine accetteranno di negoziare”, parole che Sharon in realtà non ha mai pronunciato, non in questa forma e non con questo significato.
C’è anche un articolo di Manuela Dviri: “E quei bambini, nostri e loro, che nella morte sono identici”: identici i bambini morti sì, certo, identici i loro uccisori proprio no! Certamente comprensibili il dolore e l’empatia di una madre che ha perso il proprio figlio e si identifica col dolore di tutte le madri che hanno perso il proprio; un po’ meno comprensibile il Corriere che non perde occasione per sfruttare il dolore di questa madre per portare avanti la propria politica.
E passiamo a domenica. Ennio Caretto non riesce a nascondere il proprio indignato stupore per il fatto che gli USA si sono sì allineati alle richieste di EU e stati arabi, ma “in maniera ambigua”, mentre Bush
“non chiede il ritiro delle truppe israeliane dal quartier generale di Arafat, al contrario sostiene che Sharon è sotto assedio e che il suo operato risponde alla volontà degli elettori, lasciando intendere che Israele è minacciato dal terrorismo”.
Ma come farà questo Bush a mettersi in testa certe idee!
Francesco Battistini invece ci informa che

Cinque medici sarebbero stati usati come scudi umani
notizia ovviamente fornita da fonte palestinese e non verificata. E subito dopo, con autentico orrore:
In un ospedale gli israeliani sono entrati coi cani (un animale che molti musulmani considerano impuro) a caccia di terroristi e d’esplosivo.
Chiaro che il rispetto della sensibilità dei musulmani è molto più importante dell’evitare che centinaia di civili innocenti vengano dilaniati da quei terroristi con quell’esplosivo.

Guido Olimpio opera disinvoltamente il solito rovesciamento di causa ed effetto: gli israeliani assediano, i palestinesi rispondono coi kamikaze. Sergio Romano invece usa il suo solito sistema per attaccare Israele: per confondere le acque annuncia di volerci parlare delle occasioni mancate dai palestinesi per arrivare alla pace e allo stato, e per un intera pagina ci espone tutte le “nefandezze” commesse da Israele. E così ci parla di 800.000 palestinesi cacciati dalla loro terra – aumentandone il numero e lasciando credere che siano stati tutti cacciati, uno per uno, dagli israeliani; attribuisce a Israele la responsabilità della guerra del 1967 e lo accusa di indifferenza nei confronti delle risoluzioni Onu – senza minimamente menzionare i rifiuti della controparte; afferma che alla pace con l’Egitto Israele sarebbe arrivato a causa delle pressioni americane; attribuisce a Israele la responsabilità dei campi profughi e dei massacri di Sabra e Chatila e alla “passeggiata” di Sharon l’esplosione della guerra; conclude infine affermando che la pace arriverà quando gli israeliani si decideranno a ritirare il mandato a Sharon: così finalmente sappiamo chi è l’unico responsabile del macello che sta avvenendo in medio oriente.

E passiamo a Repubblica. Sabato Bernardo Valli ci informa che l’esistenza stessa di Arafat evoca per Sharon lo spettro dello stato di Palestina, e ci racconta che venerdì la polizia israeliana ha attaccato i musulmani sulla spianata delle moschee (Monte del Tempio, prego!), dimenticandosi di aggiungere che lo ha fatto perché i musulmani avevano preso a sassate gli ebrei in preghiera al Muro del Pianto; Leonardo Coen non si perita di arrivare alla blasfemia:
Ma come il Cristo della Via Dolorosa, Arafat risorge.
Eugenio Cirese si incarica invece di descriverci il corpo spezzato in due della ragazza suicida, mentre non una sola parola viene spesa per i corpi dilaniati delle sue vittime, e ci spiega che la ragazza era stata bloccata all’ingresso, “altrimenti sarebbe stata strage”: evidentemente due morti e trentuno feriti per il buon Cirese sono solo uno stuzzichino.
Domenica ci aspetta l’ardua lettura del ributtante editoriale di Eugenio Scalfari:

Due popoli che hanno ormai non solo le mani, ma anche la mente e l’anima imbrattate dal sangue degli innocenti
esordisce, nel tentativo di apparire imparziale distribuendo equamente le colpe. E infatti subito dopo ribadisce:
i due protagonisti, i due solidali gestori del mattatoio e della reciproca strage
Ma poi ci informa che “le responsabilità dei due protagonisti del mattatoio non sono identiche”, però, evidentemente per non dover essere accusato di parzialità filopalestinese si rifiuta di dire chi sia più colpevole. Ci spiega però che è ridicolo chiedere di fermare il terrorismo a un Arafat prigioniero e impotente – dimenticando che per quarant’anni non è stato né prigioniero, né impotente, e il terrorismo lo ha sempre fomentato, come del resto continua a fare ancora oggi dal suo cellulare ancora funzionante. Si chiede se si possa invece chiedere a Israele di non rispondere più ai colpi, e la risposta è sì, certo che si può, anche se naturalmente sappiamo che Israele respingerà la richiesta, perché Israele non ha mai fatto altro che questo: rispondere di no a tutti. E così
continuerà un terrorismo vero perché quando un popolo non ha speranza non può che uccidere gli altri e se stesso.
E dunque il terrorismo non è più solo giustificato, ma anche dichiarato obbligatorio.

Non vale invece neppure la pena di occuparci di igor man, diventato ormai addirittura patetico nel suo arrampicarsi sugli specchi per presentarci il suo carissimo amico Arafat come l’uomo che ha dedicato la sua vita intera alla ricerca della pace con Israele, e neanche del nuovo delirio di Barbara Spinelli, che con le sue solite frasi piene di parole dotte ed evanescenti e vuote di significato, si premura di informarci che nel futuro non ci sarà posto per gli ebrei, perché quello che sta facendo Israele cancellerà il ricordo della Shoah. Per fortuna, a salvare La Stampa, dallo sfacelo totale, rimane Fiamma Nirenstein.

In conclusione, i tre maggiori quotidiani nazionali sembrano essersi alleati nell’opera di ribaltamento della situazione: Arafat, da mandante e finanziatore del terrorismo si è trasformato in un povero vecchio prigioniero, in un Cristo in croce, in una colomba pugnalata alle spalle; e Israele, da vittima del più bestiale e cieco terrorismo che mai il mondo abbia conosciuto, nel feroce assalitore di innocenti, con uno degli eserciti più potenti del mondo scatenato contro un povero vecchio malato e indifeso.

A proposito di Sabra e Chatila, che continua da più di 40 anni a venire tirata in ballo, a proposito e a sproposito, e sta venendo tirata fuori anche adesso, invito chi ha tempo e voglia a leggere questo vecchio e importantissimo post.
Una testimonianza che contribuisce a chiarire il contesto, nel caso a qualcuno non fosse ancora chiaro del tutto

Ugo Fonda

RIPORTO…

“Sono stato in arabia saudita nel 1996 per lavoro, avevo un cliente, un ragazzo giovane di nome Rayid, che aveva studiato in America, era prima dell’11 settembre, per me i musulmani erano persone normali, come noi, con un’altra religione ma persone con cui si poteva vivere in pace. Due cose mi hanno fatto capire l’islam. La prima che Rayid mi disse: per noi non esiste arabia o marocco o tunisia o egitto etc questi sono confini che avete creato voi, per noi esiste solo allah a cui un giorno vi dovrete tutti sottomettere. La seconda è che arrivato all’areoporto di riyad mi fu trovata una catenina con la croce al collo, era un regalo per la mia Prima Comunione a cui peraltro non facevo troppo caso, la portavo per abitudine. Mi fu sequestrata e mi fu detto che per quella cosa in arabia saudita potevo avere anche la pena di morte per oltraggio al profeta, ovviamente non mi fu restituita nel momento di tornare in Italia. Quando capiremo che non c’entra nulla un pezzo in più o in meno di terra, ma che l’obiettivo è di islamizzare il mondo intero, sarà comunque troppo tardi.

Aggiungo un documento che smentisce radicalmente la leggenda che i palestinesi siano fancazzisti. È vero che non scavano pozzi e non sfruttano la desalinizzazione e si fanno fare l’acqua da Israele, e sono vere anche tante altre cose, però…

Gaetano Evangelista

Quei geni di Hamas a Gaza hanno inventato un modo geniale, a suo modo equo e solidale, per utilizzare gli acquedotti costruiti con le donazioni internazionali alla causa palestinese.
Si fa così. Si accede agli acquedotti, smontandoli pezzo per pezzo.
Poi si prendono i tubi, e si butta tutto il resto.
I tubi sono poi impiegati nella fabbricazione di razzi e missili.
Usando il cloruro di ammonio, fertilizzante copiosamente donato a Gaza per far rifiorire le serre lasciate loro dagli israeliani nel 2005 ai tempi dello sgombero totale, come esplosivo.
Creativo, senz’altro.
Ora bisogna ingegnarsi di trovare l’acqua a cui è stato necessario rinunciare. Per la causa, s’intende.
Male che vada, sappiamo già a chi addebitare le colpe.

Per non parlare dell’abilità nel costruire i tunnel. Guardate qui che gioiellini!

Questi sono gli ultimi trovati

Ora una bellissima notizia

Bar Kohba 

Una pizzeria di Hawarrah, in Samaria si è fatta la pubblicità usando l’immagine dell’anziana rapita da HamaSS.
è stato mandato un buldozer per ristrutturare la pizzeria.

Non è più tempo di sopportare il nazismo islamico.

E anche questa, a modo suo, è una notizia buona

Chiudo con una battuta (parecchio realistica, mi sa)

e una domanda retorica.

barbara

50 ESATTI DOPO LA GUERRA DEL KIPPUR

arriva la guerra di Sukkot. Ricordo, quasi vent’anni fa, le infuocate discussioni con chi sosteneva la bontà del ritiro da Gaza (leggi “deportazione di 8000 ebrei” da un territorio che nel corso dei secoli e dei millenni non è mai stato “palestinese”, come non lo sono mai state Giudea e Samaria, per decisione di Sharon) con argomenti come “da quel momento sarà tutto chiaro, israeliani di qua e palestinesi di là, e al primo sparo Israele potrà rispondere e fare piazza pulita e il mondo non avrà più niente da obiettare”, e io gli davo dei folli. Il tempo mi ha dato ragione molto in fretta: appena terminato il ritiro (deportazione), Hamas ha preso il potere ed eliminato gli avversari di alFatah, ed è iniziata una guerra terroristica contro Israele di proporzioni mai viste prima. E il mondo ha continuato a ignorare le aggressioni palestinesi e a insorgere al primo sparo di risposta israeliano, come chiunque dotato di buon senso e cognizione di causa poteva facilmente prevedere. E oggi? Sostegno incondizionato a Israele, per il momento, ma già con qualche sbavatura. Dice infatti la nostra ineffabile Elly Schlein:

La comunità internazionale si mobiliti immediatamente e intervenga per fermare questa aggressione ed escalation violenta che mina le prospettive di dialogo e porta solo morte e distruzione”.

Avete letto bene? Fermare l’aggressione, ma fermare anche l’escalation, cioè la risposta di Israele, l’autodifesa di Israele, cioè ripetere quello che sta continuando ad andare in scena da 75 anni: gli arabi attaccano, Israele contrattacca, e quando sta per vincere il mondo intero si mobilita per fermare tutto. Tutte le guerre che sono finite, da che mondo è mondo, sono finite quando una delle parti è risultata inequivocabilmente vincitrice e l’altra parte inequivocabilmente sconfitta. Quando la guerra viene artificialmente fermata dall’esterno, senza che una parte sia inequivocabilmente sconfitta, si ferma per un po’ e poi ricomincia, che è esattamente quello che sta succedendo, da 75 anni, in Israele, con un stillicidio di morti e mutilati e invalidi permanenti da entrambe le parti (ed è per questo che sono contraria a tutte le invocazioni di “pace subito” in Ucraina: l’unica soluzione per avere una pace vera sta nel lasciare le due parti combattere da sole, e lasciare che le cose vadano come devono andare).

Per chi volesse saperne di più, qui aggiornamenti in tempo reale (leggere partendo dal basso)

Qui il discorso di Netanyahu

E qui tutti i video

E altri documenti interessanti sul sito di Porro.

PS: vado troppo lontano con la fantasia pensando che Hamas abbia approfittato del bordello messo in atto dai criminali sinistrorsi che da un anno coi pretesti più vari stanno devastando Israele cercando di abbattere con la violenza il governo democraticamente eletto in libere e democratiche elezioni?

barbara

RISPONDO ALLA DOMANDA CON UN’ALTRA DOMANDA

Covid, variante Kraken: cosa sappiamo e perché fa più paura

E perché dovrebbe farmi non solo paura ma addirittura PIÙ paura? O meglio, perché ci venite a raccontare che dovrebbe farci paura? E perché ci raccontate che “è stata responsabile del 27,6% dei contagi” e non spendete mezza parola sui numeri di malati e morti? E perché ci dite che fra tutti i contagi il 27,6 sono stati provocati dalla variante Kraken ma non ci dite quanti sono stati in tutto i contagi in modo da poter sapere concretamente quanti ne ha provocati questa fantomatica Kraken?

E perché improvvisamente vi siete messi a raccontarci che stiamo subendo un’invasione da parte degli Ufo? Perché in siti di informazione che dovrebbero essere seri vengono intervistati gli ufologi (e già il nome dice tutto)? Perché siete addirittura arrivati a rispolverare la leggenda del triangolo delle Bermude? In realtà, se volete sapere che cosa sono davvero le cose che vedete nel cielo, dovete chiederlo a loro

E perché continuate a raccontarci di popoli che sostengono l’Ucraina e sono felicissimi di mandare sempre più armi e di spingere per la prosecuzione a oltranza della guerra incuranti del fatto che possa estendersi al mondo intero e diventare nucleare? Fra un po’ ci racconterete anche che i nostri giovani sono lì che smaniano per andare a combattere e non vedono l’ora che l’Italia dichiari anche ufficialmente guerra – perché di fatto è da un anno che ci è dentro fino al collo – alla Russia? Di italiani lì a combattere comunque ce ne sono già, non so se volontari o mercenari, ma in ogni caso con la bandiera giusta:

quella della repubblica di Salò, ossia nazista – casomai qualcuno avesse ancora qualche dubbio su chi sono i sostenitori di quegli altri nazisti.

Se poi qualcuno si stesse chiedendo come sia possibile che un deragliamento nell’Ohio abbia potuto provocare un disastro di questo genere,

guardate un po’ qui

Quanto a me, continuo a chiedermi come sia possibile che a qualcuno venga in mente di boicottare la bellezza, l’arte, la quintessenza del sublime in terra

Nota: il primo brano è un pezzo klezmer (Bai mir bist du sheyn, Per me sei bella), il secondo è il celeberrimo 16 tons, il terzo non lo so.

barbara

IL GRANDE COMPLOTTO

Le cose che mi accingo a scrivere mi girano per la testa da molto tempo, ma lo spunto per metterle per iscritto e farne un post mi è venuto da una citazione inviatami da un’amica:

Ci si può forse domandare se sia giusto dedicare studi approfonditi, e tutto il tempo e l’energia che questi comportano, a una ridicola farsa come i Protocolli, e a figure oscure come il romanziere da strapazzo Herman Goedsche, l’impostore da quattro soldi Osman-Bey, il mezzo pazzo pseudo mistico Sergej Nilus e altri personaggi della stessa risma. Eppure è un grave errore supporre che i soli scrittori che contino siano quelli che la gente colta può prendere sul serio nei suoi momenti di maggiore equilibrio. Esiste un mondo sotterraneo in cui fantasticherie patologiche camuffate  da idee vengono agitate da imbroglioni e fanatici semicolti a beneficio degli ignoranti e dei superstiziosi. Ci sono momenti in cui questo mondo emerge dagli abissi  e subito affascina, conquista e domina moltitudini di persone di solito equilibrate e responsabili, che di conseguenza perdono il loro equilibrio e il loro senso di responsabilità. E di tanto in tanto succede che questo mondo  sotterraneo diventi un potere politico e cambi il corso della storia. E’ un fatto incontestabile che gli eccentrici dimenticati descritti nella prima metà di questo libro costruirono il mito che, dopo molti anni, i capi di una grande nazione  europea avrebbero usato come una licenza di genocidio.  (Norman Cohn, Licenza per un genocidio).

E il pensiero corre, spontaneamente, alla Germania, 1918: la Germania, la grande Germania, il Paese guerriero per eccellenza, il Paese abituato a vincere e stravincere, ha perso la guerra. Nessuno avrebbe mai immaginato che potesse succedere, eppure è successo. Come se non bastasse, ci sono i francesi, nazione tignosa e vendicativa che ancora non ha dimenticato il 1870, quando erano partiti al grido di “A Berlino! A Berlino” e una settimana dopo i prussiani erano a Parigi. Le condizioni di pace sono le più spaventose mai viste, almeno nella storia moderna, le riparazioni di guerra così astronomiche da distruggere praticamente la Germania, l’inflazione non ha limiti, il marco è polverizzato, un uovo arriva a costare un miliardo di marchi ma solo se lo compri subito, perché fra un’ora ne costerà due. Miseria, fame, fallimenti, suicidi, disgregamento della società… Come è possibile che sia successo tutto questo? La spiegazione in realtà è molto semplice: sono stati gli ebrei. Loro hanno tradito, loro hanno venduto la patria al nemico, come altro sarebbe potuto succedere, altrimenti, che i tedeschi – quelli veri, quelli puri – venissero sconfitti in guerra? Umiliati in questo modo? Ridotti sul lastrico? Impensabile. Inimmaginabile. Gli ebrei sono stati.
E l’idea è talmente affascinante, e soprattutto confortante e rassicurante (non è stata colpa nostra!) che l’intero Paese se ne lascia sedurre: loro ci hanno fatto perdere la guerra, loro ci hanno ridotti in miseria, loro hanno messo in ginocchio un intero stato. Loro sono la serpe che ci siamo allevati in seno e che dobbiamo estirpare, se vogliamo sopravvivere. Come sia poi andata a finire, non ho bisogno di ricordarlo.
Passano pochi decenni, e a rifare il giochetto – con le stesse vittime (perché di giochetti analoghi ce ne sono stati diversi, da quelle parti), ma con una categoria particolare di quelle vittime – provvederà Stalin, con il complotto dei medici ebrei. Un po’ per liberarsi di Berija, diventato troppo potente, o almeno ridimensionarlo, accusando l’apparato di sicurezza di negligenza, un po’ per rinfocolare l’antisemitismo – che un po’ di antisemitismo viene sempre buono per indirizzare il malcontento di un popolo oppresso e affamato – dà vita al “complotto dei medici ebrei”, accusati di avere organizzato un complotto finalizzato ad assassinare le più alte cariche del partito, dello stato e dell’esercito per mezzo di metodi di cura notoriamente sbagliati. Immediatamente sono partiti gli arresti, istantaneamente seguiti dalle “confessioni” ottenute mediante la tortura. E nonostante questi giochi infami perseguiti con metodi infami fossero in uso da ormai tre decenni e quindi ben conosciuti, l’intera Unione Sovietica ci ha creduto, l’intera Unione Sovietica è rimasta inorridita di fronte alle “prove” della criminale perfidia giudaica, e grandi sono stati lo stupore e lo sgomento quando, all’indomani della morte di Stalin, i medici ebrei sono stati frettolosamente scarcerati e la verità sulla loro totale innocenza ed estraneità a qualunque complotto è stata rivelata.
Questo complotto è passato alla storia col nome di “complotto dei camici bianchi” (teniamola a mente, questa espressione). E con questo veniamo ai giorni nostri – e parlo naturalmente di covid e dintorni. La prima accusa delirante che ho sentito è stata: siamo troppi, hanno inventato un virus apposta per sfoltirci; idea semplicemente ridicola, ma che ha affascinato e conquistato non pochi.
La seconda: li intubano e muoiono tutti, li intubano apposta per ucciderli. Ora, da sempre le consuete influenze stagionali possono attaccare i polmoni e provocano, soprattutto in persone anziane e con patologie predisponenti, difficoltà respiratorie. Che cosa si fa con una persona che non ce la fa a respirare da sola? Si intuba. Anch’io, come tutti, sono stata regolarmente intubata tutte le volte che ho subito un intervento in anestesia generale perché in quello stato non si è capaci di respirazione autonoma. I primi pazienti covid sono stati intubati, molto semplicemente, perché era la cosa più logica da fare, quella che si è sempre fatta e che ha sempre funzionato. E proprio il fatto che in questo caso non funzionasse ha fatto capire ai rianimatori che si trovavano di fronte a qualcosa di diverso, che quelle polmoniti non erano le consuete polmoniti a cui da sempre erano abituati, e hanno cominciato a cercare di capire meglio che cosa fosse questa malattia. La spiegazione è molto semplice, logica, razionale, ma quella arzigogolata ha affascinato e conquistato non pochi.
La terza: tachipirina e vigile attesa. Il covid è una patologia che provoca infiammazione, e per affrontare un’infiammazione la soluzione migliore è la tachipirina, lo sanno tutti. Facendo attenzione a come procede la cosa (“vigile attesa”), perché se l’infiammazione non diminuisce bisogna andare al pronto soccorso. Quindi le indicazioni date erano assolutamente logiche e giuste. Folle è stato mantenerle quando è emerso chiaramente che con questa patologia, ormai riconosciuta come diversa da quelle note, non era la cosa giusta da fare, ma nel momento in cui queste direttive sono state date, erano le più logiche. Naturalmente la stupidità, l’ignoranza e l’incompetenza di tutta la marmaglia che ha guidato la sanità in questi due anni e rotti non sono dati da poter mettere in discussione, ma questo ci porta anche, automaticamente, ad escludere che questa gente possa essere in grado di macchinare in intrigo che porti intenzionalmente a far morire i vecchi per non dovergli pagare la pensione, e tuttavia quella sorta di pensiero magico che si astrae dalla realtà, al pari di terrapiattismo scie chimiche memoria dell’acqua agricoltura biodinamica energizzazione intrugli vari che curano ogni sorta di malattie dal raffreddore al cancro alla cirrosi epatica nuovo ordine mondiale eccetera eccetera ha affascinato e conquistato non pochi, persone non di rado di grande cultura e grande intelligenza, ma dalla personalità evidentemente fragile e predisposta (così come il mio povero cugino, evidentemente già fragile e predisposto di suo, messo a terra da un lutto famigliare particolarmente drammatico e traumatico, si è lasciato affascinare, conquistare, in una parola: adescare, da una banda di “arancioni”. Adesso fa di mestiere il guaritore – guarisce con le “energie sottili” – è assolutamente sicuro che il mestiere dei medici consiste nel fare ammalare le persone e che tutte le medicine siano studiate per fare ammalare e che la cura per il cancro – un’erba di cui ha pubblicato la foto su FB – che funziona al 90%, esiste da decenni ma BigPharma non vuole che si sappia, e che a 56 anni, per sapere se il giorno dopo può o no accompagnare da qualche parte mia zia, novantacinquenne, semicieca e in sedia a rotelle, deve aspettare le dieci di sera, quando i suoi “capi” gli telefonano per dirgli che cosa dovrà fare, dove e in che orario, in modo che non possa mai decidere autonomamente i propri movimenti neanche con 24 ore di anticipo). Non a caso, a proposito del libro da cui ho riportato la citazione all’inizio di questo post, è reperibile su Amazon un libro pubblicato mezzo anno fa intitolato I Protocolli di Sion e il Nuovo Ordine Mondiale: Si compie il Piano di dominio del 1905, e fra le recensioni dei lettori  se ne trovano (non molte) come queste: “La prima parte è degna di lettura… Poi si perde in argomentazioni che non condivido, ufo, rettiliani, pianeta terra come ologramma… Delusione totale…” “Questo libro è un falso storico costruito ad arte dalla polizia segreta zarista in funzione antiebraica per giustificarne le persecuzioni. AMAZON deve vergognarsi di vendere libri come questi che la pongono in complicità con l’antisemitismo.” ma anche “Un libro che si apre la verità” (e stendiamo un velo pietoso sulla competenza linguistica) e altre di aperto apprezzamento, più articolate e argomentate. È l’indubbio fascino del sentirsi dalla parte dei migliori, dei più furbi, di quelli che hanno capito tutto a differenza dei pecoroni che non hanno capito niente e si accodano docili all’ordine del padrone, il fascino del sentirsi quelli diversi, quelli che vanno controcorrente (e chissà se si accorgeranno di quanto è affollata quella loro corrente-controcorrente), gli eroi che sfidano i poteri forti.
Tralascio di fare un’analisi analoga a quella sopra di tutto ciò che si è sviluppato intorno alla questione dei vaccini, perché non mi basterebbe una settimana per farlo approfonditamente, e comunque se ne è già parlato a sufficienza in questo blog e altrove, e ritorno invece a Stalin e al suo “complotto dei camici bianchi”. Ci avete fatto caso? Sempre più spesso, di nuovo, quando gli affascinati e conquistati dalle peggiori – e più ridicolmente menzognere – teorie complottiste fanno riferimento ai medici che praticano o consigliano i vaccini, non li chiamano medici bensì “camici bianchi”: la categoria identificata tramite la propria uniforme, come le camicie nere di Mussolini, le camicie brune di Röhm, le croci frecciate di Ferenc Szálasi: il male metonimicamente rappresentato, togliendo personalità e identità a chi dentro quella divisa opera, non più un essere umano, non più una mente con le sue scelte, ma unicamente un marchio. E ora per favore guardate questo video, guardatelo prima di continuare a leggere

Mi è stato inviato, con l’accattivante titolo: “Svegliatevi bambini!!!”La bambina da svegliare ero chiaramente io, tramite la rivelazione della verità che da sola non ero capace di vedere. Quella che segue è la mia interpretazione del video.
Non c’è ombra di dubbio che la signora padroneggi da maestra l’arte dell’ipnosi – ossia della manipolazione della mente (un po’ meno la lingua italiana, e meno ancora la storia, ma tralasciamo pure questi dettagli): occhi puntati fissi su di te, discorso ciclico che torna sempre, ipnoticamente, al punto di partenza per poi ripartire per un altro cerchio, ripetizione continua, ipnotizzante, per ben dieci volte, delle parole-mantra “ipnosi di massa” più un’altra mezza dozzina di ipnosi senza massa, con la voce che su quelle parole vibra, spingendotele dentro la testa, il focus che si restringe sempre di più fino a inchiodarti a un unico punto: sei vittima di un’ipnosi di massa. Un gioco esattamente speculare a quello del governo. Con la differenza che quelli sono dei cialtroni dilettanti, e la maggior parte degli italiani si rendono perfettamente conto delle balle che raccontano, del numero dei morti gonfiato, dei provvedimenti che ben poco hanno a che fare col contenimento del contagio – quando non sono addirittura controproducenti -, delle pesanti violazioni della costituzione eccetera. Questa tizia invece, esattamente come tutti gli altri che fanno questo genere di giochetti, è una professionista esperta, e nell’ipnosi esercitata da lei ne cascano molti di più, e ben pochi si rendono conto della ben più raffinata manipolazione della mente che subiscono (l’ha detto lei: quando sei vittima dell’ipnosi non te ne accorgi, addirittura lo neghi se qualcuno te lo fa notare). Una frase poi salta proprio agli occhi – per lo meno agli occhi di chi non si lascia catturare dalla “magia” dell’ipnosi, e conserva la capacità di vedere e ascoltare, e soprattutto di pensare con la propria testa: “la materia dell’ipnosi (quella eriksoniana, per il bene delle persone)”: le stesse, identiche, parole, citate da lei stessa, di quelli che impongono la clausura, e le mascherine anche all’aperto, e hanno messo in ginocchio l’economia, e hanno distrutto la vita sociale vietando addirittura alle persone di abbracciarsi e darsi la mano: lo fanno per il bene delle persone! Usano le parole del nemico per fare lo stesso identico gioco dalla sponda opposta, vi ipnotizziamo per il vostro bene, noi perseguiamo unicamente il bene del paziente – e va da sé che lo decidiamo noi, quale sia il suo bene. E c’è un sacco di gente che non se ne accorge e si beve tutto questo come acqua fresca, grata di essere stata illuminata! “Il video parla di molte cose”, mi ha detto la persona che me l’ha inviato: falso. Il video parla di una cosa sola: l’ipnosi di massa di cui vuole convincerci che saremmo vittime da parte del Grande Fratello. Tutto il resto ha la stessa funzione delle spezie forti su una carne un po’ troppo vecchia per mascherare l’odore e il sapore che cominciano a sentire di marcio, la stessa funzione delle parole del prestigiatore che invita a guardare la sua mano destra, a guardare la sua mano sinistra per impedirvi di guardare là dove il trucco sta venendo effettuato: serve a distrarre. Chi è predisposto a lasciarsi ipnotizzare è convinto che parli di quelle altre cose, delle dittature, delle azioni del governo, del fatto che la questione non è solo vaccino e, cosa tipica dell’ipnosi che funziona, non si rende conto di essere ipnotizzato, non si rende conto di stare reagendo a comando, non si rende conto che sta vedendo unicamente quello che lei, al pari del prestigiatore, vuole che veda.

In conclusione, questa gente – e sono tanti, ma veramente tanti tanti, e molto molto rumorosi, nonostante il loro continuo frignare che non li lasciano parlare e che vengono censurati a manetta, e fortemente invadenti e aggressivi nei confronti delle scelte diverse dalle loro – sta praticando un autentico terrorismo, uguale e contrario a quello del governo. Con la differenza che le balle del governo c’è sempre meno gente che se le beve, mentre le loro – che al confronto quelle del governo sono palline da ping pong vicino a palloni da calcio – quelli della confraternita se le bevono tutti. E fanno paura.

barbara

LA BUFFONATA DEI POSITIVI

“I nuovi positivi di oggi sono xyz, 10.000 più di ieri”.
Prima buffonata: non sono “nuovi” positivi, o almeno non lo puoi sapere, quelli sono semplicemente i positivi scoperti oggi: possono essersi positivizzati un’ora fa, due giorni fa, due settimane fa, TU NON LO SAI.
Seconda buffonata: fra quelli che oggi hai calcolato come nuovi positivi, ci sono quelli che erano positivi al controllo precedente e che lo sono ancora a quello di oggi, quindi il numero del totale di “casi” che mi proponi NON corrisponde al numero di persone controllate e trovate positive.
Terza buffonata: dato che non fai sessanta milioni di tamponi al giorno, non abbiamo la più pallida idea, né tu né io, di quante persone positive ci siano in Italia in questo momento: quindi a chi serve sapere quante ne hai trovate tu? Che cosa ce ne facciamo dei tuoi numeri?
Quarta buffonata: se mi sono positivizzata oggi, ho tot% di probabilità di contagiare se non sono vaccinata, tot-30% se lo sono (le cifre le sparo a caso: quello che mi interessa è il ragionamento); se mi sono positivizzata dieci giorni fa le probabilità scendono rispettivamente a tot-20% e tot-50%; se mi sono positivizzata venti giorni fa siamo a tot-70% e tot-95% (mi riferisco a persone positive senza sintomi). Ma siccome nessuno sa quando mi sia positivizzata, non c’è modo di sapere se e quanto io possa essere pericolosa per gli altri in questo momento e, quindi, se le misure che mi vengono imposte siano adeguate, o eccessive, o insufficienti.

QUINDI: dato che in questo momento in Italia potrebbero benissimo esserci dieci o quindici o venti milioni di persone positive in circolazione (no, non vale il discorso che se hai trovato positive il 10% di quelle che hai controllato, i positivi totali possono essere al massimo 6 milioni: tu hai controllato per lo più le persone con sintomi, i loro contatti stretti, i conviventi di quelli trovati positivi a un controllo casuale, i compagni di classe di uno che si è ammalato eccetera, ossia persone fra cui c’è una probabilità di trovare positivi molto maggiore che nella media della popolazione, quindi i positivi nella popolazione totale sono sicuramente molti di più del 10%, aggiungendo che tu conti quelli di quel determinato giorno, ma i positivi restano tali per diversi giorni e quindi si sommano a quelli trovati nei giorni precedenti e successivi) – in circolazione perché perfettamente sane – quale sarebbe il vantaggio di mettere in quarantena le 50.000 – altrettanto sane – che avete trovato voi? Se lasciate circolare anche quelle, cambia la situazione sanitaria in Italia?
Questo è il motivo per cui tutte le volte che, nei mesi scorsi, ho avuto un raffreddore o attacchi di tosse, mi sono ben guardata dall’andare a fare un tampone per verificare qualcosa su cui non nutro la minima curiosità: mi sono risparmiata un fastidio, mi sono risparmiata una spesa, e il risultato è lo stesso. Adesso a fine mese dovrò per forza farne uno perché devo affrontare un intervento chirurgico (e incrociamo le dita per il risultato), ma mai e poi mai ne farei uno di mia iniziativa, solo per lo sfizio di sapere se sono positiva o no, e andare a incrementare la quotidiana tabella del terrore. Anche se non ho mai portato mascherine all’aperto, non ho mai rispettato il coprifuoco, non ho mai, in tutti interi questi due anni, usato un igienizzante per le mani, non ho mai smesso di dare la mano e abbracciare gli amici, anche così, di favori a questo governo di merda ne ho già fatti anche troppi, e col piffero che gliene faccio degli altri.

barbara