barbara
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ANCORA LE MANI SUI BAMBINI
Balenciaga fonde bambini e sadomaso e il problema sono i troll di destra?
Per i colti progressisti (soliti mandare al rogo chiunque esca dal politicamente corretto) non è esecrabile il contenuto perverso della campagna di moda, ma il popolo bue che non lo capisce

L’hashtag #balenciaga si è abbattuto su Twitter proprio quando Balenciaga ha levato le tende (dopo l’arrivo di Elon Musk) dal social: «Questo account non esiste», eppure da giorni vive in milioni di discussioni. Come se il problema fosse solo l’ormai famigerata campagna natalizia Gift Shop della maison tutta bambini piccolissimi che stringono orsetti imbracati in «outfit ispirati al BDSM» (acronimo di Bondage, Dominazione, Sadismo, Masochismo, il virgolettato è di Balenciaga, non di @giannibigotto72), tra giocattoli e accessori per adulti, scatti di Gabriele Galimberti.
I bambini tra i giocattoli fetish di Balenciaga
Come se il problema fosse solo l’altra campagna, Gard-Robe, quella realizzata in collaborazione con Adidas, dove nel caos di fogli sparsi su di una scrivania newyorkese, sotto una iconica borsa Hourglass, compare uno stralcio della United States v. Williams, sentenza della Corte Suprema che nel 2008 decise che la promozione di pedopornografia non fosse protetta dal diritto alla libertà d’espressione, scatti di Chris Maggio.
O gli scatti in uffici governati da modelle d’eccezione come Isabelle Huppert, Bella Hadid o Nicole Kidman dove trova posto, dietro a gambe in tacco a spillo allungate sulla scrivania, As Sweet as It Gets un libro sull’arte di Michaël Borremans, celebre autore di Fire from the Sun, ciclo di dipinti che raffigurano bimbi nudi insanguinati (in alcune immagini intenti a mangiare arti amputati), e un libro sui lungometraggi del Cremaster Cycle di Matthew Barney, un mix di cinema, arte, performance e videogiochi a tema sessualità e indeterminatezza del genere (da “cremastere: muscolo dell’apparato genitale maschile che regola innalzamento e abbassamento dei testicoli in relazione agli stimoli esterni”), scatti di Joshua Bright.
Per i “colti” il problema è la destra trumpiana
Il problema è di cosa stiamo parlando quando si parla di queste fotografie. E spostare l’obiettivo della discussione dal bambino ai detrattori di Balenciaga. «Ce n’è abbastanza per eccitare ed allarmare i cospirazionisti di Facebook e di TikTok, assetati di indizi demoniaci e di messaggi occulti. Bazzecole da social, sì, ma un certo scoramento viene. Anche una simile montagna di idiozie, in fondo, ha avuto il suo peso nel violento attacco contro Balenciaga», scrive Artribune dopo una altera lezioncina all’utente bigotto e ignorante su arte, moda, fotografia e performance degli artisti “omaggiati” dalle campagne.
«Come spesso accade negli Stati Uniti, le accuse inizialmente avanzate da utenti qualsiasi online sono state riprese da diversi media di destra molto seguiti, come il New York Post e il programma di Fox News “Tucker Carlson Tonight”, che negli ultimi anni ha dato moltissimo spazio alla teoria del complotto QAnon, secondo cui le élite che controllano la politica e i media adorerebbero Satana e gestirebbero un giro internazionale di prostituzione minorile», rincara il Post, non fosse chiaro che se c’è un problema sta tutto negli occhi dei cospirazionisti che guardano quelle foto e ci vedono il diavolo.
Il fotografo Galimberti: «Io di moda non ne capisco nulla»
Anche Gabriele Galimberti, il fotografo “per caso” della campagna fetish, attacca i canali «vicini alla destra trumpiana» (il virgolettato è di Repubblica, che l’ha intervistato), accusandoli di avergli attribuito anche gli scatti di Gard-Robe («Qui mi danno del pedofilo. Come ti difendi da un’accusa del genere, anche se priva di fondamento?») e alzando le mani sui suoi scatti ai bambini con i peluche bondage: «Io di moda non ne capisco nulla, non ho mai fatto un lavoro del genere. Ho dato per buono quello che mi dicevano. Anche perché il mio ruolo sul set non era decidere la linea stilistica del brand: ero il fotografo, e basta». Il vincitore del World Press Photo 2021 che è solito ricevere incarichi da National Geographic, Sunday Times, Stern, Geo, Le Monde e, ovviamente, La Repubblica, spiega infatti: «Io non ho avuto voce in capitolo sulla scelta degli oggetti, sui bambini selezionati – sei, tutti figli di dipendenti Balenciaga o amici di Demna -, sulle location. Non ero parte in causa delle decisioni, nel senso che è stata tutta una scelta loro».
Demna è Demna Gvasalia, direttore creativo della maison del Gruppo Kering (1,76 miliardi di euro di ricavi nel 2021) – bastonato anche dalla sua musa Kim Kardashian in quanto «madre di quattro bambini» -, che dopo essersi scusato sul profilo Instagram a nome del brand, dichiarando Balenciaga pienamente responsabile di avere abbinato orsetti sado e bambini nella prima campagna e di avere omesso controllo degli oggetti sul set nella seconda, ha fatto causa per 25 milioni di dollari per danni d’immagine alla casa di produzione North Six che si è occupata di fornire gli oggetti di scena di quest’ultima. La tesi assurda del direttore è che nessuno in Balenciaga li avesse visti e approvati. Intanto Business of Fashion ha deciso di non conferirgli più il Global Voices Award 2022.
Allusioni sataniste diventano “montagna di idiozie”
Campagne ritirate, il problema resta: nelle fotografie che gli utenti rimpallano da un angolo all’altro dei social, stampa ed élite progressiste – che pure li usano abitualmente per fare processi e lanciare l’allarme sessismo, razzismo, omofobia, transfobia in qualunque caso mandando al rogo carriera e reputazione di chiunque esca dal perimetro del politicamente corretto – non vedono che questo: il popolo bue.
Un popolo di infervorati che di arte, fotografia, libera espressione e complessità non capisce niente. Che si mostra disturbato davanti a uno shooting in cui compaiono disegni da bambini del diavolo e bracciali in cui Balenciaga diventa Baalenciaga (da qui la summenzionata “montagna di idiozie” innescate da chi ha fatto notare che Baal è il nome di un demone a cui venivano sacrificati i bambini, altrimenti chiamato “Signore delle mosche”). O che sulla scia dello scandalo si permette di ripescare dall’account Instagram (oggi chiuso al pubblico) di Lotta Volkova – per anni punta di diamante di Balenciaga, «la più cool delle stiliste» – immagini (d’autore di grandi artisti e fotografi, of course) che mostrano rituali satanici, bambini in adorazione di teschi o legati alle sedie, scene di omicidi, sangue e sadismo. Il popolo bue che organizza manifestazioni di dissenso sminuzzando con le forbici abiti Balenciaga.
Il caso Balenciaga diventa un caso di troll
Deliri da conspiracy fashion, ci spiegano i colti del settore, «L’unica lezione che si può trarre da questa faccenda, che ha assunto contorni spropositati e grotteschi, è che si possono suonare le campane a morto per il tentativo culturale messo in atto dalla moda di far coesistere l’alto e il basso, lo streetwear e le maison, il giudizio popolare con quello della critica. La complessità non può essere ridotta a un’immagine semplicistica, a un tweet di 240 battute, a una story che dura ventiquattro ore e poi scompare. Essere capaci di riflettere, interrogarsi e informarsi richiede più tempo di quello che serve per esprimere un giudizio sommario, e digitarlo prima di tutti gli altri», scrive Linkiesta. «Internet è pieno di troll», rincara il New York Times.
I troll, ancora una volta sono loro i mostri morali della vicenda: la presenza sulla faccia dei social e della terra di troll così sforniti di complessità e intelligenza progressista da non riconoscere un “tentativo culturale” quando ne vedono uno. Vestito di top a rete, polsini, cinghie regolabili e lucchetti, e tenuto al guinzaglio o tra le braccia candide di una bambina di quattro anni.
Caterina Giojelli, 02/12/22, qui.
Non solo fluidi, non solo ipersessuati, non solo in costante crisi di identità: anche perversi e pervertiti li volete per poterli usare meglio, branco di luridi maiali. La cosa giusta per voi è stata scritta un paio di millenni fa: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.” Ma più che altro di rei che è meglio per noi, e soprattutto per i bambini. E se avete bisogno di una mano per sistemare la macina, fate un fischio che arrivo.
barbara
LE MANI SUI BAMBINI
Ancora e ancora e ancora. Senza tregua, senza misericordia. Perché rendono tanti tanti tanti soldi.
Ci dicono “segui la scienza”, poi cancellano maschi e femmine
Le scuole e gli istituti di medicina hanno abbracciato il trans attivismo e gli scienziati che sollevano dubbi sono messi alla gogna
“Seguite la scienza”, si sente ripetere ogni giorno. Tranne che sulla realtà più autoevidente, il sesso biologico. E’ la storia raccontata oggi da Katie Herzog sulla newsletter dell’ex giornalista del New York Times, Bari Weiss: “Le scuole di medicina ora negano il sesso biologico. I professori si scusano per aver detto ‘maschio’ e ‘femmina’. Gli studenti controllano gli insegnanti. Ecco come appare quando l’attivismo prende il sopravvento sulla medicina”.
Il trans attivismo sta diventando consenso scientifico. Secondo l’American Psychological Association, “sesso alla nascita” è ora considerato “denigratorio”. Il National Institutes of Health, il CDC e la Harvard Medical School hanno cancellato il sesso biologico e abbracciato l’identità di genere. L’American Academy of Pediatrics ha raccomandato i pediatri di “affermare” il genere scelto dai pazienti senza tenere conto della salute mentale, della storia familiare, dei traumi o della pubertà.
Uno degli esempi più famosi è quello di un medico ed ex professore alla Brown University, Lisa Littman. Ha messo in dubbio che tutti i casi transgender oggi siano legati a una effettiva disforia. E ha coniato il termine “disforia di genere a rapida insorgenza” per descrivere questo fenomeno. Ha ipotizzato che potrebbe essere una sorta di contagio sociale. Littman ha pubblicato i suoi risultati in un saggio. Littman, la rivista e la Brown University sono stati virtualmente presi a calci con accuse di transfobia sulla stampa e sui social. In risposta, il giornale ha annunciato un’indagine sul lavoro di Littman. Diverse ore dopo, la Brown University ha emesso un comunicato che denunciava il lavoro della professoressa. La carriera di Littman è stata distrutta per sempre. Non insegna più alla Brown e il suo contratto al dipartimento della salute dello stato del Rhode Island non è stato rinnovato.
Littman non è la sola. Gli attivisti hanno preso di mira Ray Blanchard e Ken Zucker a Toronto, Michael Bailey della Northwestern e Stephen Gliske dell’Università del Michigan per aver pubblicato ricerche ritenute “transfobiche”.
Allan Josephson, l’ex capo della Divisione di Psichiatria e Psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Università di Louisville, è stato retrocesso dalla sua posizione dopo che gli attivisti dell’università hanno protestato contro la sua messa in discussione del trattamento transgender per i bambini. In Inghilterra, la Tavistock Clinic ha licenziato David Bell dopo che ha scritto un rapporto interno in cui affermava che “i bisogni dei bambini vengono soddisfatti in modo deplorevole e inadeguato e alcuni vivranno con conseguenze dannose” a causa dei trattamenti medici transgender.
Paul R. McHugh, uno dei più illustri psichiatri americani sulla questione transgender, in una intervista a Public Discourse ha appena detto: “Sono stupito dalla quantità di potere e di armi che ha dietro di sé ora, con il governo e la legge e persino le organizzazioni mediche che lo sostengono, ma sono assolutamente convinto che questa è una follia e che crollerà”.
Poi ci saranno da calcolare i danni che avrà arrecato nel suo cammino questa “scienza” che altro non era che una forma di oscurantismo.
Giulio Meotti, 27/07/2021
Il transgender sui bambini è un esperimento umano indegno della civiltà
In Inghilterra il fenomeno è fuori controllo. Le cliniche ufficiali trascinate in tribunale da chi si pente. E quelle illegali prescrivevano anche online gli ormoni ai minori
Un medico inglese che gestiva una clinica transgender senza licenza e dove somministrava ormoni per il cambio di sesso ai bambini è al centro di un caso nazionale finito in tribunale, racconta il Times. La dottoressa Helen Webberley, che ha fondato la clinica Gender GP, è accusata di aver “trattato” illegalmente 1.600 bambini dalla sua casa in Galles. Webberley si difende dicendo che la domanda è esplosa. Eloquenti i dati pubblicati sul sito del Servizio di Sviluppo dell’Identità di Genere: se nel biennio 2014-15 è stato “riassegnato” il sesso a 649 bambini, nel biennio 2018-19 il numero è lievitato a 2.364.
Esiste a Londra una clinica del servizio sanitario nazionale perfettamente legale e specializzata nel cambiare sesso ai bambini. Si chiama Tavistock ed è anch’essa al centro di un caso giudiziario. Keira Bell è nata femmina, ma si sentiva maschio e adolescente ha iniziato l’iter farmacologico per cambiare identità sessuale. Le sono stati rimossi i seni con un’operazione pagata dal servizio sanitario nazionale, ma oggi è pentita e vorrebbe tornare indietro. Keira, racconta la BBC, si è ora unita in una causa contro il Tavistock intrapresa dalla madre di una ragazza autistica assistita dalla clinica e da una psichiatra che ha lavorato nella struttura: “Non voglio che altri bambini soffrano come me”.
Intanto anche lo psichiatra David Bell, pioniere e presidente della British Psychoanalityc Society, a lungo dirigente della Tavistock Clinic di Londra, è finito in causa con la clinica, dopo che ha compilato un rapporto interno in cui si riportavano le preoccupazioni di molti medici della clinica per il modo in cui si trattavano bambine e bambini. Quel rapporto gli è costato un’azione disciplinare, a cui hanno fatto seguito le sue dimissioni. Intervistato dal Guardian, il dottor Bell si è detto sconcertato e incredulo, perché “normalmente sarebbero rotolate delle teste”. Era una questione di coscienza. “Non potevo andare avanti così … non potevo più vivere così, sapendo del cattivo trattamento che veniva riservato ai bambini”. E invece è toccato a lui difendersi.
Perché mettere in discussione l’identità di genere è oggi tabù. Save the Children, ma non quella originale che ha appena abbracciato la transizione sessuale dei bambini. La School Diversity Week, una campagna sostenuta dal ministero dell’Istruzione di Gavin Williamson e adottata da migliaia di scuole, prevede l’insegnamento transgender ai bambini a partire dai cinque anni.
L’Inghilterra è oggi il teatro di una forma di ingegneria medico-sociale.
Giulio Meotti, 29/07/2021
E mi raccomando: armiamoci tutti e corriamo a fare la guerra a Orban. Quanto a Save the children…
barbara
I BAMBINI LO SANNO
che cosa significa libertà:
E torna irresistibilmente alla mente il video che mostra le donne afghane, immediatamente dopo la ritirata dei talebani, strapparsi di dosso i burqa e buttarli tra le fiamme. Piccolo sacrificio, sostiene qualcuno: con la mascherina cancello la parte più identificativa della mia persona. In cambio di un grande vantaggio, viene aggiunto: ancora tutto da dimostrare, secondo molti.
barbara
SGANGHERATA MISCELLANEA
Messe a caso, come viene viene.















E per inquadrare meglio la faccenda, ve lo faccio dire da Giulio Meotti.
La foto dei bambini migranti sotto un ponte che i media pro Biden non faranno vedere
E’ la foto che non vedremo sui nostri telegiornali e quotidiani. Famiglie di migranti e minori non accompagnati provenienti dall’America centrale in un centro per migranti degli Stati Uniti improvvisato sotto il ponte di Anzalduas a Granjeno, in Texas, dopo aver attraversato il fiume Rio Grande.
Il presidente americano Joe Biden ha scoraggiato gli aspiranti migranti a entrare negli Stati Uniti. “Posso dire abbastanza chiaramente: non venite”, ha detto Biden. “Non lasciate la vostra città”. C’è stato un drammatico aumento nel numero di bambini migranti in custodia negli Stati Uniti. Il segretario per la sicurezza interna, Alejandro Mayorkas, ha dichiarato che “siamo sulla buona strada per incontrare più persone sul confine che negli ultimi 20 anni”. Si sono diretti verso gli Stati Uniti credendo che l’amministrazione Democratica sarebbe stata più accogliente rispetto a quella del suo predecessore, Donald Trump.
Nel 2019, Biden aveva detto: “Le politiche di Trump sull’immigrazione sono un attacco alla dignità umana. Non siamo un Paese che nega ai bambini il sapone e lo spazzolino da denti”. Adesso, racconta la CBS, che non è certo un media trumpiano, “i bambini dicono di essere affamati, che fanno la doccia solo una volta ogni sette giorni e che le condizioni sono così sovraffollate che hanno dovuto dormire a turno sul pavimento”. Le condizioni descritte sono nel centro per bambini migranti a Donna, in Texas.
I bambini migranti in custodia sarebbero 13.000, scrive sempre la CBS. I minori non accompagnati, racconta il Wall Street Journal, “aspettano in celle di detenzione anguste con pavimenti e panche di cemento” e dove le “luci rimangono accese 24 ore”. Che questi bambini dormano per terra lo scrive anche il New York Times, il megafono dei Democratici.
Nessun moralismo o ipocrisia. Una democrazia che affronta una simili crisi migratoria alle frontiere fa quello che può. Ma ricordiamo nel 2019 quando i media di tutto il mondo e i Democratici parlarono di catastrofe morale e di un nuovo nazismo? Ora che non c’è più Trump, per i migranti non ci sono neanche più telecamere e lacrimucce. Era solo politica.
Naturalmente è sempre stato chiaro che dei cosiddetti migranti, esattamente come dei palestinesi, delle donne, degli omosessuali, dei negri non frega niente a nessuno e che i proclami sono pura propaganda politica, ma non fa male ricordarlo ogni tanto.
barbara
E OGGI PARLIAMO DELLA CINA
Quella che ha messo in galera ed eliminato fisicamente tutti i medici, virologi, giornalisti che avevano tentato di dare l’allarme sull’epidemia che stava esplodendo. Quella che ha fermato tutti i voli interni ma non quelli per l’estero, e che non ha accettato di dichiarare l’epidemia fino a quando non è stata ben sicura che il virus avesse ormai raggiunto tutto il mondo, e poi ha iniziato a venderci a caro prezzo tutti i dispositivi medici necessari, compresi quelli che il nostro governo, criminalmente sconsiderato, le aveva regalato. Quella di cui già ho parlato qui, qui, qui e in infinite altre occasioni che ora non ho voglia di cercare. Quella che allena milioni di bambini in questo modo
affinché uno su centomila diventi un campione e gli altri, che soffriranno per tutta la vita delle conseguenze delle torture subite, si fottano, noi siamo fieri comunisti, mica checche capitaliste, che diamine.
Torno a parlarne per denunciare il genocidio attualmente in atto. Sappiamo bene – anche di questo si è ampiamente parlato qui – che i genocidi sono una specialità comunista (sì, certo, anche comunista), ma questo è il primo del dopoguerra, dopo quello tedesco e quello giapponese, ad essere messo in atto dai medici
E poi voglio parlare – in realtà questo, più ancora che con la Cina e la sua feroce persecuzione dei cristiani, ha a che fare col sedicente papa dei cattolici – del cardinale Joseph Zen:

“Il cardinale cinese Joseph Zen, nonostante l’età (88 anni) e gli acciacchi, vola da Hong Kong a Roma, per perorare la causa della chiesa cattolica cinese contro i tiranni comunisti di Pechino. Zen, per 4 giorni, attende invano di essere ricevuto da quello che supponeva fosse il Pontefice…
E’ ripartito, oggi, con l’amara consapevolezza di non esser stato ascoltato, a causa della propria “inopportuna” opposizione alla nomina di Peter Choi come nuovo vescovo di Hong Kong, uomo gradito a Xi Jinping, ergo disastroso per le sorti della comunità cattolica.
La Cina è vicina, anzi è di casa a Santa Marta.” (qui)
Ma, a pensarci bene, il cardinale può ringraziare di non essere stato preso a schiaffi, come capitato lo scorso dicembre alla sua connazionale che tentava di fermare il sedicente papa cattolico per farsi ascoltare sulla persecuzione di coloro che, convinta che quell’individuo fosse cattolico, riteneva essere suoi correligionari.
Ma ancora più, se possibile, degli schiaffi, colpisce la sua faccia, quell’espressione cattiva, dura, rabbiosa, malvagia, priva di ogni empatia, priva della più microscopica traccia di sentimento cristiano, o forse, dovrei dire, priva di qualunque traccia di sentimento tout court.

E infine voglio parlare di tiktok, diabolica macchinazione cinese, che il superkattivissimo Trump vuole bloccare. Questo ragazzo spiega di che cosa si tratta e come esattamente funziona.
Mi sto sempre più convincendo che ha ragione chi sostiene che la Cina sia ancora più pericolosa dell’islam, e che vada combattuta con ogni mezzo e con ancora maggiore determinazione.
barbara
INCREDIBILE MA VERO
Oggi, per la prima volta, ho letto una cosa di Gramellini intelligente. Anzi, non solo intelligente, ma anche spiritosa.
Gramellini: Sono un fan dei banchi monoposto della Azzolina. Suggerisco anche di dotarli di motore
“In previsione della grandinata di soldi in arrivo dall’ Europa, che a sentire i meteo olandesi si ridurrà a una pioggerellina, la turbo-ministra dell’ Istruzione intende dotare i nostri studenti di banchi monoposto a rotelle. Per motivi francamente incomprensibili, alcuni presidi non sembrano entusiasti dell’ iniziativa. Rimangono ostinatamente affezionati agli statici banchi di legno, che rispetto a quelli semoventi, tanto cari alla Azzolina, sono più spaziosi e hanno anche il torto di costare un sesto: 50 euro contro 300.
Questi dirigenti retrogradi preferirebbero dirottare il surplus di un miliardo e mezzo su spese voluttuarie come l’ acquisto di computer e la messa in sicurezza degli edifici. A noi, azzoliniani della primissima ora, l’ entusiasmo della ministra appare invece pienamente giustificato. Non c’ è chi non colga le straordinarie opportunità che i banchi a rotelle sono in grado di offrire a chi li sappia pilotare con sagacia: nei corridoi, al momento della ricreazione, ma anche in aula durante i compiti in classe, quando potrebbero dare vita a stimolanti ingorghi intorno ai secchioni. Suggerisco alla ministra di spingere la riforma fino alle estreme conseguenze e di fornire agli studenti del liceo un banco monoposto non soltanto a rotelle, ma motorizzato. Un Ferrarino, naturalmente elettrico per non irritare Grillo e Greta Thunberg, con cui solcare le nostre scuole fatiscenti, accelerando e rombando alla faccia, anzi in faccia a tutti i Rutte del mondo”.
E visto che sono partita con una cosa simpatica e intelligente, prima di chiudere ci metto un paio di altre cosine, per lo più eterogenee, simpatiche e intelligenti.
Una bella lezione di livornese ripescata dai tempi dell’epidemia – quelli che sono passati ma che stanno tentando in tutti i modi di far ritornare perché gli è piaciuta un sacco –
e una riflessione importante di un paio di mesi fa, ma purtroppo, vista l’intelligenza del governo, sempre attuale
barbara
I BAMBINI DI HAMAS
Oggi Hamas effettua la sua annuale marcia militare attraverso la striscia di Gaza.
Oggi questo bambino è stato indottrinato all’odio.
Gli è stato insegnato il valore di un’arma prima che imparasse il valore di un libro.
La lotta armata prima della vita.
Oggi questo bambino è stato derubato del suo futuro. (qui)
È di un paio di settimane fa, ma vale lo stesso.
barbara
ALLA FINE È ARRIVATA
la prima caduta in bicicletta, ma non è stata colpa mia. È perché c’era lo stop e passava una macchina e quindi mi dovevo fermare e per essere più comoda volevo mettere il piede sul marciapiede e nel momento preciso in cui lo stavo per posare quel figlio di puttana si è spostato di due centimetri e così il piede ha trovato il vuoto e sono caduta e mi sono tutta ammaccata. Decisamente i gradini mi portano sfiga, per non parlare di quello precedente con cui mi sono spaccata tutte e due le zampe e ho fatto due mesi in sedia a rotelle e un intero anno prima di poter tornare a camminare quasi normalmente. Eccheppalle, gente! Più che altro mi dispiace che adesso per un po’ non potrò più fare questa cosa qui, che fino a qualche ora fa mi riusciva tanto bene!
barbara
DUE GAZZINE LADRINE UN PO’ SPECIALI
PS: torno presto.
barbara