MINNEAPOLEGGIANDO

Comincio con la riscossa dei negri, che uno alla volta stanno trovando il coraggio di uscire allo scoperto e prendere posizione.

Niram Ferretti

TOTALITARISMO LINGUISTICO
Coleman Huges
A soli ventiquattro anni, Coleman Hughes, dimostra di essere uno dei più acuti e intelligenti commentatori di colore sulla scena americana oggi.
Rifiuta senza fallo lo stigma di vittima e di oppresso dal sistema.
Nel 2019 diede la sua testimonianza davanti al comitato dell’US. House Judiciary in merito al Reparation Act, la campagna progressista che ha come obbiettivo quella di offrire un indennizzo a tutti i discendenti degli schiavi africani portati negli Stati Uniti.
Si espresse contro l’idea di imporre a chi, come lui la respinge, lo stigma di vittima.
Non si può essere considerati vittime senza il proprio consenso.
L’idea aberrante di imporre agli altri una ben precisa agenda ideologica in base alla quale è stato deciso quale è la tua identità, è tipico dei regimi totalitari.
La Vittima è il sigillo apposto a una specifica categoria, in questo caso la comunità di colore, da parte di una minoranza estremista che, in questo modo, imporrebbe a un’altra categoria quella di oppressori, segmentando il mondo in modo manicheo.
Innocenti e colpevoli, fedeli e infedeli, puri e impuri, virtuosi e viziosi.
I feticismi dicotomici necessari a suggellare la propria supremazia.

E quanto sia insensata l’idea di un risarcimento ai negri da parte dei bianchi per la schiavitù, lo dice nel modo più chiaro questo signore
Sowell
(ma forse sarà un adepto del famigerato suprematismo bianco, e quindi non vale). E qui c’è un altro pezzetto della storia in questione, sempre minoritario rispetto al tutto, ma comunque più grande di quello relativo alla schiavitù dei negri ad opera dei bianchi – espressione che peraltro è abbastanza fuorviante, dato che le razzie per catturare le persone da vendere come schiave erano messe in atto dai capitribù, i quali poi vendevano gli schiavi ai mercanti arabi che a loro volta li vendevano a europei e americani. E non dimentichiamo che i mercati degli schiavi sulle pubbliche piazze esistono tuttora in alcuni paesi africani, e i mercanti continuano ad essere in prevalenza arabi.

Ed eccone un altro che decide di non tacere:

Nina Ricci
@NinaRicci_us
9 giu

“Sto vedendo cose che mi disturbano come americano e come membro della comunità nera. Vedo gente bianca inginocchiarsi e chiedere perdono per non avere fatto nulla. È disgustoso. Sono i media che hanno tutto l’interesse di creare una divisone tra razze”.

E qui una parte del discorso, tradotta da Nina Ricci:
traduzione
E ora un altro fanatico suprematista bianco:

“Lo sapete che i neri rappresentano il 10% della popolazione di St. Louis e sono responsabili del 58% dei suoi crimini? Dobbiamo affrontare questo. E noi abbiamo avuto modo di fare qualcosa per i nostri standard morali.
Sappiamo che ci sono molte cose sbagliate nel mondo dei bianchi, ma ci sono molte cose sbagliate anche nel mondo dei neri. Non possiamo continuare a dare la colpa all’uomo bianco.
Ci sono cose che dobbiamo essere noi a fare per noi stessi.”
Martin Luther King Jr. (Qui rivolgendosi ad una congregazione nel 1961 ribadendo un concetto già espresso a New York nel 1957 – grazie a Lorenzo Capellini Mion, via Flavio Gastaldi).

Comunque è un dato di fatto che i bianchi sono cattivi e i negri sono buoni. La prova? Eccola qua:

Ragione Critica

Una foto emblema delle vere Fake news di sistema nelle quali siamo quotidianamente immersi per il solo fatto di accendere una TV, ascoltare una radio, leggere un giornale.
Un nero, armato.
La CNN lo ha SCOLORITO, sovraesponendo le parti di pelle esposte e lo ha SPACCIATO per un bianco suprematista.
10
E questo è solo uno dei mille esempi.
Leonardo Santi

Per una sintesi degli eventi e delle loro conseguenze passo la parola a

Flavio Gastaldi

UN’IDEOLOGIA FALSAMENTE ANTIRAZZISTA, IN REALTÀ “ANTI UOMO BIANCO”, QUINDI RAZZISTA E AUTORAZZISTA, DISTRUGGE LE BASI DELLA LIBERTA’ OCCIDENTALE

(riassumendo Eugenio Capozzi grazie a

Kelly Carnemolla

1) I tagli alle forze dell’ordine produrranno più delinquenza e più discriminazione sociale: i giovani dei quartieri disagiati, afroamericani e non solo, saranno abbandonati alle gang dei violenti e degli spacciatori. Ma in un mondo petaloso e liberato dal razzismo (!!!) la realtà dei fatti cede all’ideologia, naturaliter cieca.

2) Il sindaco di Londra Sadiq Khan istituisce una “Commissione per la diversità”, incaricata di cambiare i nomi delle strade secondo criteri multiculturali e di eliminare monumenti e testimonianze del passato razzisti e/o imperialisti. Risultato? Dittatura culturale e psicologica, ostile all”Occidente imperialista, da superare per un pot pourri ostile alla storia e adoratore del totem dei diritti umani. E’ già “1984”, riemerso nel XXI secolo come dittatura del nulla.

3) HBO elimina dal catalogo della sua piattaforma “Via col vento”, forse il film più celebre e più visto della storia del cinema, in quanto portatore di pregiudizi etnici e razziali, censurato in nome di una dottrina psicotica che corregge il passato, la stessa che censura o emenda Ovidio, Shakespeare, Mark Twain che hanno la colpa di non essere conciliabili con i modelli che una élite (che farà la stessa fine di quella tardo ellenistica) vuole oggi imporre alle masse. E’ il ministero della verità di Orwell superato di slancio, in un’operazione totalitaria che farà tabula rasa di cinema, letteratura e arte occidentali, spaventosa tanto da andare oltre le peggiori dittature del Novecento. Se questa deriva non si ferma il patrimonio della cultura occidentale sarà desertificato. Sopravviveranno i “cinegiornali” dell’ortodossia “diversitaria”.

Da anni affermo che Il politicamente corretto non è un buffo “tic” culturale che esagera giuste rivendicazioni di diritti, ma un’ideologia, feroce come tutte le ideologie, che vuole imporre come verità sacre e indiscutibili gli idoli del relativismo assoluto: multiculturalismo, ambientalismo anti-umano, soggettivismo totale dei diritti, “identity politics”. Ci si dovrebbe ricordare che quando le ideologie prendono il potere cominciano a uccidere: storia, tradizione, linguaggio, cultura, libertà di pensiero e di parola. Prima o poi anche le persone.

p.s. Mi permetto di chiosare: dipinte in queste rive son le magnifiche sorti e progressive

A proposito del politicamente corretto, mi è capitato recentemente di leggere una violenta sfuriata per l’uso del termine “afroamericano”: perché si vuole a tutti i costi ricordare a queste persone la loro origine, come se non fossero americani a pieno titolo, come chiunque altro? Memoria corta, eh? Perché una volta queste persone venivano chiamate “negri”, ma un bel giorno qualcuno, alla faccia di Léopold Senghor e della sua “negritudine”, ha deciso che negro è offensivo e si è passati a nero. Poi è diventato offensivo anche nero (logico: anche se dici neri si sa benissimo che stai parlando dei negri!), e si è passati a “persona di colore” che io ogni volta che lo sento chiedo: scusa, di quale colore? Perché io non conosco persone prive di colore, quindi l’espressione “persone di colore” si applica solo ai negri, che a me sembra decisamente razzista, comunque sta di fatto che ha finito per diventare offensiva anche questa roba qua, e si è passati a “afroamericano”, e un imbecille adesso trova che non va bene, e oltre a essere imbecille e di memoria corta, ignora anche che sono proprio loro, gli afroamericani, a sentirsi cittadini di serie A!

E a proposito di serie:

Cittadini di serie A e di serie B

Pensavo di non dover più scrivere su quanto è avvenuto e sta avvenendo in America perché quello che avevo da dire l’avevo già scritto nell’articolo pubblicato da “Moked” la settimana scorsa (“Il mito degli Stati Uniti”). Devo invece tornare su questo argomento a causa di David Horn. Credo che la grande maggioranza di chi legge questo articolo non l’abbia mai sentito nominare. Certamente non è potuto venire a conoscenza della sua vita e in particolare della sua morte per mezzo della grande stampa d’informazione o delle televisioni.
David Horn era un afroamericano di 77 anni, ufficiale della polizia in pensione, che è stato ucciso da una folla di manifestanti mentre cercava di difendere dal saccheggio il negozio di un suo amico bianco a St. Louis.
In mezzo ai grandi cortei per l’uccisione di George Floyd nessuno ha sentito la necessità di ricordare questo morto, anch’egli afroamericano. Ma si obietterà che una cosa è l’uccisione di un uomo da parte della polizia e un’altra è quella di un altro uomo da parte di un folla inferocita. È vero, sono d’accordo sul fatto che un reato commesso da chi è incaricato di far rispettare la legge è più grave di quello commesso da un semplice cittadino, in questo caso addirittura da una folla anonima.
Ma – e mi riferisco alla grande stampa d’informazione italiana e alle grandi reti televisive – almeno ricordare il gesto di David Horn, quello sì ce lo potevamo aspettare. In fondo un linciaggio è pur sempre un linciaggio, anche se compiuto da una folla di afroamericani contro un altro afroamericano. Ma di David Horn non si è parlato perché la logica della grande stampa d’informazione è la stessa delle televisioni, andare dietro a ciò che fa spettacolo; e quale maggiore spettacolo può essere quello delle folle di giovani che, dopo tanto silenzio, ritrovano gli stessi slogan dei loro padri e in certi casi dei loro nonni? Di fronte ai pugni chiusi e ai simboli da anni ‘70 che peso mediatico può avere la morte di un povero negro, pardon, di un povero afroamericano di 77 anni? Ma allora Black Lives Matter funziona solo a corrente alternata?

Valentino Baldacci, ‍‍11/06/2020, qui.

Eh già, cittadini di serie A e di serie B, e morti di serie A e di serie B, come si vede in uno, due, tre, video, che non pubblico in chiaro, con l’uccisione di David Horn e di un altro uomo, che non hanno suscitato né sdegno né proteste, casomai avessimo bisogno di ulteriori conferme del fatto che le “proteste” sono state accuratamente organizzate, come ricorda anche

Enrico Richetti

CI SIAMO CASCATI… ALL’INIZIO.

E’ assolutamente vero che un poliziotto bianco ha ammazzato un arrestato nero.
Tutto il resto è stato costruito a tavolino, e all’inizio ci siamo cascati tutti [beh no, tutti tutti no!]. Altri fingono ancora di non vedere la realtà.
I poliziotti spesso sono brutali, che siano bianchi o che siano neri, e uccidono circa mille arrestati all’anno negli Stati Uniti. La maggioranza delle vittime ha la pelle bianca…quindi si tratta di brutalità della polizia, non di razzismo.
Hanno nascosto per un po’ il fatto che George Floyd, sia pace all’anima sua, fosse un violento,e il fatto che, essendo al momento dell’arresto strafatto di droga, la droga sia stata forse una concausa della morte, insieme naturalmente alla manovra brutale e disumana.
Chauvin l’omicida, se fosse stato razzista oltre che violento, non avrebbe lavorato facilmente con altri tre colleghi, di cui almeno due appartenenti a diverse etnie. E non avrebbe sposato una ragazza originaria del Laos.
E’ infine probabile questo: non credo che un agente, sia pure di indole violenta come Chauvin, tratti in quel modo un arrestato che non abbia opposto la minima resistenza. Non mi stupirei che George Floyd avesse reagito al momento dell’arresto, e che questo abbia scatenato la furia omicida di Chauvin. Verosimile che abbiano tagliato una parte del filmato dell’arresto [tipico: quante volte li abbiamo smascherati con questi trucchetti nelle cose che riguardano Israele?].
Chauvin è un omicida e deve pagare per quello che ha fatto. Anche gli altri tre agenti devono pagare per averlo lasciato fare. Ma tutto il resto, l’allarme razzismo a livello mondiale, è stato costruito a tavolino. Come affermare che già in marzo un altro afroamericano fosse stato assassinato dalla polizia. Non mi stupisce, visto che in media tre arrestati al giorno vengono uccisi dai poliziotti, e due di loro hanno la pelle bianca, ma non fanno notizia.

E veniamo alla distruzione dei simboli e alla messa al bando di tutto ciò che è stato decretato come politicamente scorretto.

Giovanni Bernardini

DEL PASSATO FACCIAM PIAZZA PULITA

George Washington era proprietario di alcuni schiavi. La città di Washington cambi nome. D’ora in avanti sia chiamata George Floyd town.
Si cambino le banconote. Al posto dei presidenti su queste dovranno essere stampati i volti di George Floyd, Malcom X, Muhammad Alì eccetera.
Si elimini il giorno del ringraziamento che ricorda l’arrivo in nord America dei colonialisti europei.
Si abbatta il Colosseo. Al suo interno morivano gli schiavi.
Si distruggano le statue di Augusto, Marco Aurelio e di tutti gli imperatori schiavisti.
Si Abbattano l’arco di Costantino e la colonna traiana, simboli dell’imperialismo schiavista dei romani.
Si brucino le opere di Aristotele, notoriamente schiavista.
Si faccia lo stesso con le opere di Dante, islamofobo.
Si faccia lo stesso con le opere di Shakespeare, antisemita e sessista.
Si proceda ad una attenta censura della Bibbia.
Si ristabilisca a verità storica sui Vangeli. Cristo era palestinese, San Pietro nero e San Matteo omosessuale.
Si potrebbe continuare. Aspetto suggerimenti.
Del passato facciam piazza pulita (ma solo di quello dell’occidente)

E questa è, oggi, la “statua di Churchill”,
statua churchill
che faccio commentare da

Giulio Meotti

La statua di Churchill a Londra, l’uomo di “combatteremo sulle spiagge, sui luoghi di sbarco, nei campi, nelle strade e nelle montagne. Da questa battaglia dipende la sopravvivenza della civiltà cristiana. Non ci arrende­remo mai…”. Il nostro Occidente… Forse è davvero finita. Forse siamo già ai titoli di coda.

Aggiungo l’invito a leggere ancora questo; proseguo con un esempio di come si può e si deve opporsi al razzismo in tutte le sue forme
razzismo
e uno di quante difficoltà si incontrino quando si vuole essere davvero coerentemente antirazzisti,
razzismo 2
ma niente paura: siamo fermamente decisi a combattere il cancro del razzismo, e niente ci fermerà:
problem solving
E infine alcune perle di Enrico Richetti:
Aldo Moro
bianchetto
mercato nero
tv
Concludo con un nostalgico ricordo del tempo in cui la parola “negro” non faceva paura

e con un sentito, doveroso omaggio

barbara

Una risposta

  1. Guarda più che citare Aristotele e la censura imho sarebbe meglio fare esempi più vicini ai manifestanti.
    Ad esempio Vasco Rossi sarebbe da mandare al rogo, con una pulzella di colore ad accenderlo, per l’inizio di “colpa di Alfredo”. Strano che non si sia ancora scusato e abbia ritirato tutti suoi dischi dai negozi.
    O iniziare ad accusare i rapper italiani, tutti, di appropriazione culturale e metterli a tacere…

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    • Come ho detto anche altrove, se ci mettessimo a fare le pulci a tutti non ne sopravvivrebbe uno, finirebbe come nei Dieci piccoli indiani che in origine doveva chiamarsi (HAHA!) Dieci piccoli negretti ma poi è stato cambiato perché inopportuno, però è rimasto nella filastrocca.

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        • Un sistema che abbiamo visto usare dai sostenitori di Donald Trump più e più volte negli anni
          Vedi, se si fosse limitato a dire che non esistono riscontri avrebbe fatto un discreto lavoro di debunking. Non ottimo: ottimo sarebbe se avesse smascherato lo sbianchettatore e dimostrato che non ha niente a che fare con la CNN, ma discreto sì. Ma, come sempre ogni volta che gliene capita l’occasione, non ha voluto mancare di prostituirsi all’ideologia. Ora, o tu, signor butac di merda, mi porti la documentazione di tutte le volte che i sostenitori di Trump hanno usato questo sistema, e mi dimostri che è una loro esclusiva, o sei un bufalaro di merda, e perdi ogni credibilità qualunque cosa tu dica. E a quanto pare lo sbufalatore bufalaro ha freudianamente rimosso, o consapevolmente e intenzionalmente ignorato, le foto di Obama fortemente scurito che la signora Hillary Rodham Clinton, all’epoca in competizione con lui, aveva pubblicato, con lo scopo evidente di abbassarne il valore, vale a dire non potete votare un negro, oltretutto un negro così spaventosamente scuro. Perché dire che il negro è un essere inferiore e non è degno di fare il presidente, se si è democratici si può. E al signor butac di merda tutto questo va benissimo.

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        • Me la ricordo, la foto di Obama. Se non mi sbaglio, ne girava una dove sembrava avere la testa avvolta da un turbante – che oltre che nero, pure musulmano, sembravano voler dire.

          Però la foto attuale in questione resta un falso doppio. Poi era dovere di cronaca: non ho dubbi che alla CNN non siano senza peccati, pure senza questo

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        • Premesso che non sono qui a disturbare, è tutto vero, certo, però, come riportato nello stesso link:

          “La fotografia è vera: è stata scattata meno di due anni fa a Wajir, nel Kenya vicino al confine con la Somalia. Il senatore stava compiendo un viaggio nei vari Paesi africani e, come d’uso, ne indossava volta a volta i costumi nazionali. Lo fanno tutti”

          Poi non sto a sindacare se il nonno materno era kenyota (e quindi?) o se è cresciuto anche con parenti di religione musulmana e nom so con la madre (forse) cattolica o se comunque lui stesso si professi musulmano: si parlava di “campagna denigratoria”, cosa che quella era.

          Poi io non sono un sostenitore di Butac, è il primo che ho trovato che ha cercatola foto nei servizi della CNN e non li ha trovati. Ad ota non mi risulta ne siano emersi

          Riporto solo che la foto scolorita in questione pare giri esattamente come girano (e giravano) altre foto false messe da qualche utente di social per dar credito a tesi che, giuste o sbagliate che fossero, di un fake non dovrebbero comunque aver bisogno. Tipo, pee trivarw un esempio recente “out of contest” quella delle bare allineate nella chiesa in provincia di Bergamo che invece erano quelle di un fatto a Lampedusa di anni prima, per dire. Nessuno penso neghi i morti per covid nella bergamasca, ma quella foto, messa come alternativa ad una foto vera che evidentemente in lockdown non si poteva fare, nel momento in cui veniva spacciata come attuale rappresentava un fake. Magari in quel caso solo la foto, non la situazione. Sempre fake, alla fine.

          Poi, che sia una prassi diffusa e trasversale è noto, resto però dell’idea che uno (in questo caso “uno” virtuale: i servizi della CNN) dovrebbe rispondere di quel che fa (e ce n’è di roba), non di quel che fanno altri.

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        • Tesorodolce, lo sai che non disturbi mai. Premesso questo, ma veramente tutti i capi di stato che vanno in visita nei Paesi africani indossano i costumi tradizionali? Ma veramente veramente? Ma proprio tutti tutti? E comunque, anche nel caso sia vero che lui ha indossato gli abiti di tutti i Paesi africani che ha visitato, è altrettanto vero che l’inchino a 90° lo ha fatto solo al re dell’Arabia Saudita. Per quanto riguarda la religione, sei tu che hai scritto “che oltre che nero, pure musulmano, sembravano voler dire”, alludendo a una falsificazione atta a sminuirlo, e per questo ho ripreso il discorso della religione; e se il farlo più nero del reale primo, era una falsificazione, secondo, significa chiaramente che più sei scuro e meno vali, cioè una roba schifosamente razzista, musulmano invece lo è davvero ed è lui stesso a dichiararlo, ripetutamente.
          E per quanto riguarda la foto scolorita, tu dici, giustamente, “Poi, che sia una prassi diffusa e trasversale è noto”. Ma non è invece noto al signor Butac, che ne attribuisce l’uso unicamente ai sostenitori di Trump. Vale a dire che non sta facendo opera di sbufalamento al servizio della verità bensì un’operazione ideologica al servizio di una parte. Quindi, anche se in singoli casi può essere che le cose che afferma siano vere, non ha comunque alcuna autorevolezza per cui meriti di essere preso in considerazione.

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        • Ci sta tutto, sono il primo a firmartelo. Sono contro i falsi, e quando (se) ne vedo uno (e me ne accorgo, che mica sempre), lo faccio notare. Che sia pro “buoni” o pro “cattivi” per me conta poco – se è falso è falso, e per i buoni è uno sgambetto, per i cattivi un boomerang.
          Insomma, tutto lì

          Comunque sto sempre là, accovacciato su quel ramo dell’albero, ti seguo a distanza – sappi che sono contento di leggerti, pure che a volte possa avere opinioni diverse su dettagli specifici – ma anche dovessi pensarla in modo totalmente difforme, ti leggo e medito, che male non mi fa.

          🙂

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        • E lo sapevo, eh?! Ma il tempo è inclemente (do la colpa a lui per far credere che non soffrissi di DDAI fin da piccolo e che invece sia solo Alzheimer, come se fosse meglio), e ho scordato che qui a mettere un’emoticon si rischia la ghirba piuche ad alzare un sopracciglio solo facendo una faccia buffa durante l’interrogazione di matematica.

          E infatti, più sopra l’ho rifatto.

          Già ho capito che, stasera, niente crocchini.

          Così imparo ad invecchiare male e a non rileggere gli appunti
          (“Attivissimo=mettere link; Butac=commentare poco, meglio niente; Ocasapiens=ammessi sorrisi; Barney=non commentare;BlogDiBarbara=niente emoij;…)

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        • Eh, è una storia triste.

          Simpatico, intelligente, antibufalaro… Lo leggo con piacere ma, essendo gatto, in qualche modo devo essere ruiuscito a farlo arrabbiare – magari ho affilato le unghie sulla sedia Luigi XV della bisnonna…

          Siccome anche lì non volevo né voglio infastidire, non commento (o commento pochissimo) per evitare che si arrabbi ancora

          Aspetta: lo chiedevi per scoprire il trucco?!…

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        • No, lo chiedo perché la cosa mi sorprende, Barney è l’ultima persona al mondo che potrebbe venirmi in mente come uno con cui ci siano difficoltà a dialogare, anche quando si sia su posizioni lontanissime.

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    • Grazie, documento prezioso. In effetti il testo dice che quelle parole riprendono “il concetto” espresso nel ’57. Poi può essere che le frasi riferite al ’61 siano esatte alla lettera o riassunte, comunque il suo pensiero è quello: abbiamo subito di tutto, ma se vogliamo uscirne dobbiamo alzare il culo noi, e non pretendere che ce ne tirino fuori gli altri. Che mi sembra un pensiero da dieci e lode.

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