FACCIAMO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE, PARTE NONA E ULTIMA ULTIMISSIMA

OVVERO

DE BELLO AZZOLINICO

Quale guerra? Quella contro l’intelligenza, contro la cultura, contro la logica, contro il buon senso, contro la coerenza, contro l’educazione, contro la salute, contro la scuola, contro gli italiani. Con la fattiva complicità del signor Arcuri, commissario definito straordinario, giustamente, perché fra la gente normale una roba simile non riesci mica a trovarla. E partiamo dalla barzelletta della febbre.

E subito naturalmente qualcuno si precipita in difesa della ministressa, ma no, ma cosa dite, ma vi pare, la frase sì, insomma, più o meno c’è, ma va contestualizzata, che diamine! E vediamo dunque come ce la contestualizzano:

Lucia Azzolina sotto accusa: “C’è davvero questa frase nel documento ufficiale?”, il malinteso sul rientro a scuola

31 agosto 2020

“Ma davvero c’è un documento del Ministero dell’Istruzione che recita: ‘Uno studente che ha la febbre e non sa di averla non deve salire sull’autobus’? Fosse vero sarebbe la frase dell’anno”. Così Luca Bizzarri sui social ha innescato una discussione sulle linee guida per il rientro a scuola a settembre. Tutte le regole ufficiali del Miur sono state rese pubbliche per chiarire dubbi di famiglie e insegnanti, ma senza leggere il testo completo la frase citata da Bizzarri potrebbe risultare priva di alcun senso: in realtà va contestualizzata, in quanto si riferisce al fatto che la temperatura va misurata a casa e non all’ingresso degli istituti perché sarebbe troppo rischioso far viaggiare sugli autobus studenti che non sanno di avere la febbre. [E dunque? Questo “contesto” renderebbe comprensibile la frase? Logica? Dotata di senso? Qua mi sa che stiamo facendo concorrenza al sardino col bambino autistico

e il solito sbufalatore professionista che spiega che quella è una metafora e che lui la capisce. Vabbè, proseguiamo]

Altra questione importante è quella che riguarda l’uso della mascherina: per chi ha meno di 6 anni è già previsto che non debba essere utilizzata, mentre per gli altri il Comitato tecnico scientifico deve ancora esprimersi. [sempre per la serie siamo prontissimi, potenza di fuoco inclusa. Che poi comunque andrà a finire così

anche se qualcuno riuscirà sicuramente a farne buon uso

giusto perché non si dica che le mascherine sono inutili] Il Miur ha chiarito anche la questione dei banchi: quello monoposto è stato indicato come una delle misure utili per consentire il distanziamento degli studenti,  [ehm…]

oltre a garantire maggior sicurezza [ehm…]

permetterà di rinnovare arredi [arredi? Qui mi pare si stia parlando unicamente di banchi. E che cosa ha a che fare la presunta necessità di distanziamento con quella di rinnovare dei banchi che sono sempre stati a due posti?] in gran parte obsoleti [siamo sicuri di conoscere il significato della parola “obsoleto”?]. Non va inoltre dimenticata l’intenzione di assumere nuovi insegnanti per evitare la formazione delle cosiddette “classi pollaio” [e le classi aggiunte coi nuovi insegnanti faranno lezione dove?]: nel decreto Rilancio sono previsti 977 milioni che dovrebbero favorire l’assunzione di 50mila persone tra docenti e Ata per la ripresa della scuola. (qui)
[Che poi nessuno capisce per quale motivo a scuola debbano essere distanziati quando per arrivarci

oltre a essersi ammucchiati su spiagge e parchi giochi per tutta l’estate, senza nessuna conseguenza, evidentemente, dal momento che ora sono lì, in perfetta salute, pronti a entrare in classe]

Ma qualcuno immagina che gli azzoliniani prodigi si fermino qui? Ma figuriamoci!

La scuola riparte ma non per tutti: il piano Azzolina è un caos indecifrabile

7 Settembre 2020

L’istruzione riparte, e d’altronde non si sarebbe potuto fare altrimenti. Ma quella dipinta dalla ministra Lucia Azzolina è una scuola monca, dimezzata, confusa. A rischio. Le ore perse nel tempo pieno alle elementari non hanno ancora trovato spazi per essere recuperate e, al momento, sembrano semplicemente scomparse. Alle superiori si farà un po’ da casa, connessi con il pc, e un po’ dalle aule, seguendo rigide turnazioni. Laboratori e scambi internazionali finiranno nel dimenticatoio, con le palestre che a loro volta verranno utilizzate meno (in certi casi per niente). E con rigide regole per ridurre al minimo indispensabile i contatti tra i ragazzi. Nella consapevolezza che, però, tutto potrebbe saltare da un momento all’altro.

E così mentre la stessa Azzolina mette avanti le mani, specificando che la scuola “non è un luogo fatato” e di aver lavorato duramente a contatto con il ministero della Sanità per chiarire l’iter da seguire in caso di contagi, ecco che arriva la rabbia di chi, tra quei banchi, deve tornare a breve o è già tornato. Le maestre, ad esempio, attaccano la titolare dell’Istruzione per il fiume di divieti, troppi: “Un elenco infinito. Non si può neppure giocare a palla, nemmeno se la disinfettiamo noi”. Vietato anche scambiarsi i libri, le penne e le matite. E nessuno che si sia fermato un attimo a riflettere sulle conseguenze che tutto questo potrebbe avere sui ragazzi.

 “La scuola è stata commissariata alla sanità – è l’allarme del pedagogista Daniele Novara attraverso le pagine di Repubblica – con un senso di angoscia che genera un eccesso di procedure e controlli. Anche l’obbligo di non spostare i banchi o la scelta dei nidi di Milano di far indossare alle educatrici tute, visiere, mascherine, guanti: un trauma per i piccoli. Impossibile fare scuola se non puoi fare più nulla. Ma così ledi i diritti dei bambini e la libertà di insegnamento. Dobbiamo riaprire le scuole, non dei sanatori”. Un caos generale nel quale alcuni istituti chiedono rinvii, non sentendosi pronti a garantire il rispetto delle regole imposte dalla Azzolina. E che vedrà il record di alternanza di insegnanti, soprattutto quelli di sostegno.

Le lezioni a distanza, in tutto questo, saranno complementari soltanto dove possibile. Ci sono scuole che, non riuscendo a garantire l’alternanza, vi faranno ricorso come strumento principale di insegnamento. Con il rischio di creare, secondo gli esperti, “una disaffezione ancora maggiore nei confronti dell’istruzione”. Chi prova a non chiudere del tutto le porte si trova alle prese con incastri da Settimana Enigmistica: classi divise in gruppi di alunni ristretti che si alterneranno. A volte in aula, a volte al pc, altre impegnati a casa in lavori assegnati dagli insegnanti. Soltanto a ragionarci viene il mal di testa. Ma la cosa non sembra preoccupare più di tanto la Azzolina. (qui)

E poi ci sono i disabili. Che però non ci sono. Nel senso che ci sono perché esistono, ma non ci sono nell’azzoliniano spazio endocranico: o nessuno le ha detto che esistono, o non gliene frega un canterano intarsiato. Abbandonati a sé stessi da quando le scuole sono state chiuse, e nessuna direttiva per loro per la riapertura.

Piccola perla collaterale

Quando l’ho vista ho pensato a Lercio, o al salto di un pezzo di frase che rendesse incomprensibile il tutto. E invece no, è tutto vero alla lettera.

E ora basta davvero, che di questa buffonata veramente non se ne può più.

barbara