RIPENSANDO AGLI ACCORDI DI ABRAMO

Ossia agli accordi di pace che, con il consistente aiuto di Donald Trump, Israele è riuscito a stipulare con alcuni Paesi arabi (e speriamo che possano reggere all’impatto di Giuseppe I il Demente, come lo ha simpaticamente chiamato un commentatore in un altro blog).
Tre anni e mezzo fa, alla conclusione di un viaggio in Israele (quello in cui mi sono fratturata la vertebra, clic 1, clic 2), ho postato, fra i numerosi racconti del viaggio, questa cosa qui, e l’amico Stefano mi ha inviato questa sua riflessione:

Pochi giorni fa ero anch’io in una cantina molto simile… si potrebbero tranquillamente scambiare le foto (tranne quella della bandiera!), e pure lì c’era una bellissima ragazza come guida, però anche se ero a veramente pochi km di distanza (nella Bekaa) era come essere a un mondo di distanza, chissà quando tra Libano e Israele si riuscirà ad avere non dico dei buoni rapporti ma anche solo un minimo di modus vivendi e la frontiera aperta…
saranno tipo 80 km in linea d’aria da dov’ero, ma se inserisco le due località su google mappe e mi faccio calcolare l’itinerario, quello consigliato è di 3191 km, e mi fa passare anche per Iraq e Siria!
La follia… e il peggio è che andrà avanti ancora per decenni, nella migliore delle ipotesi

Lo stato più vicino, e non solo ostile, ma anche formalmente ancora in guerra, dove basta parlare con un israeliano per finire in galera. In che mondo pazzo viviamo!

barbara