UNO STATO “PALESTINESE” IN FRANCIA?

Lettera aperta di Jacques Kupfer a Madame Elisabeth Guigou.
Elisabeth Guigou
Signora Presidente,
Lei dunque ha deciso di presentare una proposta per il riconoscimento di uno “Stato palestinese”.
Non le importa che la mandataria Palestina britannica, destinata alla creazione di uno stato ebraico, sia già per tre quarti uno stato arabo in Transgiordania e che nella storia non è mai esistito uno stato palestinese!
Né le importa che tra la creazione dello Stato di Israele nel 1948 e la Guerra dei Sei giorni nel 1967, quelli che lei chiama “territori occupati” erano sotto il controllo arabo e nessuna richiesta di stato palestinese era all’ordine del giorno! Poco le importa, inoltre, che fino a quel momento nessuno aveva mai parlato di un “popolo palestinese”, inventato poi dai servizi del KGB nella sua lotta contro l’Occidente! Naturalmente, Lei non si cura di sapere che Abu Mazen, ricevuto in Francia con il tappeto rosso, si proclama l’erede del Mufti Al Husseini, quello che ha creato divisioni SS musulmane accanto a Hitler! E non le importa che Fatah e Hamas, suoi amici “palestinesi”, vogliano uno stato islamico al posto e non al fianco di Israele!
Ovviamente non le importa di sapere che i sopravvissuti all’Olocausto hanno dovuto affrontare le orde arabe che si sono scagliate sul giovane Stato ebraico, di cui rifiutavano l’esistenza. Inutile ricordarle che lo Stato ebraico (ebraico, lo ripeto, perché è l’unico sulla Terra e sembra che il fatto la disturbi) ha dovuto affrontare molte guerre contro chi voleva cancellarlo dalla carta geografica! Non parliamo poi degli attacchi contro autobus, automobili, sinagoghe, associazioni giovanili, case, scuole, perché solo i “palestinesi” sono civili innocenti, mentre gli altri sono soltanto ebrei!
Non le ricorderò gli sforzi fatti da Israele, come quei drammatici accordi di Oslo che alla fine hanno tolto la vita a migliaia d’israeliani, né le decine di migliaia di missili e razzi lanciati contro le città israeliane!
A Lei non importano le lezioni della storia recente e l’accordo di Monaco destinato a salvare la “pace”! Il suo predecessore in Parlamento, Daladier, aveva dato a Hitler i Sudeti (con il risultato che sappiamo, ma che lei sembra ignorare)!
Poco le importa sapere che le nostre terre in Giudea-Sanaria sono essenziali per la difesa dello Stato di Israele e poco le importa di sapere che questa terra è patrimonio ebraico per eccellenza, dove le tracce storiche sono soltanto ebraiche! Non le ricordo che senza la Giudea-Samaria i confini precedenti si chiamavano i “confini di Auschwitz”!
Naturalmente, è inutile ricordarle che siamo uno Stato democratico e il suo amico Abu Mazen, una volta al potere, non si è mai più sottoposto al suffragio universale, cosa che, come tutti sanno, è la prerogativa dei paesi in cui regna l’Islam!
La constatazione del fatto che ovunque l’Occidente si ritira, l’Islam che lei chiama “radicale” prenda il posto non le salta agli occhi. In Afghanistan, Iraq, Libia, o Gaza, la presa del potere da parte dei Talebani, Daesh, Al Qaeda o Hamas, tutto le sembra normale!
Decisamente, gli accordi di Monaco non hanno lasciato nessuna traccia di memoria in lei!
Non parliamo poi dei contributi alla scienza mondiale, all’agricoltura, alla tecnologia avanzata che lo Stato ebraico ha portato al mondo e nei paesi in via di sviluppo! Ma in fondo è poca cosa rispetto allo sviluppo di tecniche di racket, sequestri di aerei e terrorismo inventate dai “palestinesi”!
In realtà, a Lei non interessa la verità, la giustizia, un minimo di equità, perché ha già fatto la sua scelta di campo: contro Israele.
Lei preferisce mettere a rischio l’unico stato ebraico sui suoi ventimila chilometri quadrati piuttosto che rischiare il malcontento dei 22 stati arabi su milioni di chilometri quadrati. Il coraggio qualche volta è merce rara in politica.
D’altra parte, quello che m’interessa è capire le sue scelte, e vedo solo tre opzioni per spiegarle.
La prima sarebbe, se posso esprimermi così, la vaga sensazione di un lavoro incompiuto. Dopo tutto, quel dieci per cento di ebrei europei sopravvissuti alla peste bruna è riuscito a creare uno stato ebraico, nonostante l’Europa, nonostante i boicottaggi sulle armi, e a diventare una grande potenza. Se l’Europa non ha potuto completare la sua opera di distruzione, potrebbe farlo lei con lo Stato ebraico, che pochi giorni fa ha festeggiato la nascita del suo seimilionesimo Ebreo vivente sulla sua terra! Che coincidenza! Il sostegno alla creazione di uno Stato palestinese sarebbe la forma moderna della soluzione finale!
La seconda opzione consiste in un’ignoranza totale e assoluta della geografia e della storia. La Terra Promessa parzialmente riconquistata dagli ebrei e la sua capitale Gerusalemme liberata le dà problemi. Che il Corano non abbia mai menzionato Gerusalemme non è certo un motivo sufficiente per non dichiararla città santa per l’Islam. Che i suoi “territori”, più piccoli di un piccolo dipartimento francese, diventino una base per l’aggressione contro lo stato ebraico (come a Gaza) non la disturba. Poco le importa anche che Abu Mazen abbia dichiarato che gli ebrei non avranno il diritto di calcare il suo eventuale territorio, che dovrà restare “Judenrein”!
La terza opzione è essenzialmente la caccia ai voti musulmane e la codardia davanti a eventuali allargamenti delle “aree sensibili”. Caricare Israele di tutti i peccati dandogli lo stesso nome può risultare elettoralmente utile.
Israele non è e non sarà la Cecoslovacchia di Monaco e la Giudea-Samaria non sarà i Sudeti.
Per quel che mi riguarda, non m’interessa il suo voto. La Douce France de mon enfance è scomparsa nei tumulti di un antisemitismo assassino e di una connivenza politica vergognosa nella sua sottomissione al terrorismo arabo.
I miei nonni sono caduti indifesi nel turbine nazista perché gli aerei alleati non hanno bombardato Auschwitz e le porte della “Palestina” sono rimaste chiuse per loro, e i Daladier giravano la testa o collaboravano.
Ma adesso i miei nipoti servono nell’esercito israeliano e hanno già imparato le lezioni della storia.
Il popolo ebraico ha una memoria infallibile. Si ricorda ancora dell’uscita dall’Egitto, della Legge ricevuta sul Monte Sinai, dei suoi combattimenti e dei Giusti delle Nazioni che sono rimasti al suo fianco, come anche dei suoi nemici e degli “utili idioti” del Jihad.
Voglia gradire, Signora Presidente, i sensi della mia più severa riprovazione da Gerusalemme riunificata e dalla Terra d’Israele liberata sotto la sovranità ebraica per l’eternità.
Jacques Kupfer
Co-presidente del Likud Mondiale
EuropeIsraël, 23 novembre 2014 -trad. www.ilvangelo-israele.it)

E, giusto per avere un’idea dell’entità dei problemi:
muslims killed
barbara

Una risposta

  1. Lettera.Solo cose sensate,chiare di una verità lampante. I mittenti dovrebbero rispondere..nella stessa maniera espositiva.Probabilmente l’ antisemitismo è piu’ chiaro senza trincerarsi con un’ eccesso di valori che deborda molto oltre la democrazia verso il loro popolo prediletto penalizzando sempre Israele.Nauseante e sporca la loro politica.
    All’ articolo segue una lunga serie di altri che mi hanno stimolato le piu’
    varie sensazioni, reazioni emotive.

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  2. Ci vorrebbe un telescopio per vedere la strisciolina rossa del grafico.
    E se si aggiungevano gli americani (dato che se non si parla di Israele si parla dell’America), la ‘torta’ blu restava sempre predominante (indice della natura della cultura islamica)

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  3. Segnalo, a chi non l’avesse ancora letto, lo splendido intervento di Ron Prosor, ambasciatore dello Stato di Israele all’ ONU, ripreso da Il Foglio e da Informazione Corretta di oggi.

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