APPELLO PER IL MUSEO LUZZATI

IL MUSEO LUZZATI AL GIRO DI BOA: A RISCHIO CHIUSURA

 

Il Museo Luzzati celebra i suoi 15 anni, dopo aver realizzato 27 mostre su diversi aspetti dell’opera di Emanuele Luzzati in sede (dai grandi temi come la fiaba, il cinema d’animazione, la grafica, il design ad aspetti più specifici come il fumetto, Pulcinella, le opere per Calvino, l’opera giovanile…) , 32 mostre di Emanuele Luzzati in altre sedi in Italia e all’estero (tra cui Roma, Torino, Vicenza, Ferrara, Gerusalemme), 6 mostre collettive con importanti temi (Pinocchio, Genova, la rappresentazione degli animali) 19 mostre monografiche di altri artisti (tra cui Altan, Quentin Blake, Mordillo, Jutta Bauer, Nicoletta Costa, Andrea Pazienza, Silver, Gipi) e curate 11 monografie scientifiche.
Il Museo Luzzati è però un museo privato, questo vuol dire che vive al 90% con i ricavi delle sue attività: ingressi, laboratori, bookshop, vendita mostre, rari sponsor e gestione diritti di uso immagine e nome di Luzzati affidataci dagli eredi. Solo una minima percentuale delle attività è finanziata da contributi pubblici, spesso richiesti (e non sempre ottenuti) per singoli progetti.
Ebbene tutto questo non basta. I conti non tornano, da alcuni mesi chi lavora al Luzzati non percepisce stipendio, risulta difficile soddisfare i creditori, ma anche gestire gli assetti finanziari e amministrativi e garantire continuità della nostra opera.
I costi annuali sono in media €450.000  (personale, gestione spazi, organizzazione mostre, eventi e officina didattica, comunicazione) I ricavi degli ultimi anni sono in media circa 240.000 (tra ingressi, vendita mostre, ricavi da laboratori, artshop e diritti,  contributi di istituzioni e sponsor privati) Per mantenere in vita la programmazione ci servirebbero quindi ulteriori € 210.000 all’anno, in fondo non una grande cifra in un’ottica “pubblica”, gravosa invece se lasciata sulle spalle di una piccola azienda privata.
In questa situazione l’esistenza del Museo Luzzati è a forte rischio.
Riteniamo che l’attività del Museo si sia trasformata negli anni in una risorsa per Genova, accogliendo da 30.000 a 40.000 visitatori l’anno, divenendo sempre più riconosciuta a livello nazionale e internazionale; e che la struttura, seppure “privata”, abbia reso alla comunità un forte contributo in termini di servizio e di immagine.
Ci teniamo a sottolineare l’importante lavoro svolto in questi anni, un lavoro in cui il carattere “culturale” prevale nettamente rispetto al “commerciale”: 

  • Le nostre mostre e cataloghi sono curati direttamente con gli artisti o  selezionando le opere di Luzzati  e sono supportati da un lavoro scientifico autonomo, una scelta complessa e culturalmente appagante che ci ha sempre caratterizzato.
  • Incontriamo annualmente oltre 14.000 bambini provenienti da scuole, famiglie e centri disabili nei laboratori dell’Officina Didattica  che svolge le sue attività a Genova e su territorio nazionale. Il costo di partecipazione è  tra i più bassi (€5), anche in confronto alle offerte di simili istituzioni pubbliche. Il lavoro didattico promuove inoltre l’educazione sociale attraverso convegni internazionali, presentazioni, incontri con esperti e addetti ai lavori.
  • Portiamo avanti un attento lavoro di catalogazione dell’opera di E. Luzzati, continuiamo a difendere e a diffondere l’ immagine dell’artista di cui siamo unici referenti riconosciuti dalla famiglia. 
  • Comunichiamo e promuoviamo a livello nazionale con grandi risultati la nostra attività, la figura e l’opera di Emanuele Luzzati e quindi anche Genova e il suo patrimonio artistico, turistico e culturale.

In questo momento di forte crisi e di prospettiva di chiusura chiediamo l’intervento di istituzioni pubbliche e private per trovare soluzioni che preservino il nostro lavoro e il grande valore che il Museo Luzzati ha saputo costruire negli anni. Ci piacerebbe essere coinvolti in progetti pubblici e privati che consentano di utilizzare le grandi risorse del Museo e di Luzzati per ottenere i ricavi mancanti.
Siamo disponibili pertanto a lavorare su iniziative che possano coinvolgere aziende, società, enti mettendo a disposizione un patrimonio artistico unico e prezioso che consenta al Museo di poter continuare nella sua importante missione sociale e culturale.

Il direttore
Sergio Noberini

Una risposta

  1. In bocca al lupo.
    Perché, in queste parole, vi è l’amore per il proprio lavoro e per la storia.
    Perché, in ogni riga, c’è qualcosa che urla e si scosta dall’immobilismo istituzionale e politico.
    In bocca al lupo, perché l’italia è anche questa.
    Sapere e voler fare.
    Jill scott – cross my mind

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  2. Ecco, questa è una di quelle cose che mi fanno andare in bestia. Mi mette tristezza. Mi fa sentire impotente, spettatrice che si affida alla speranza. E la domanda che mi viene spontanea è: ma io, nel mio piccolo, che cosa posso fare?

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    • Nel mio infimo-piccolissimo, la sola cosa che ho pensato di poter fare è stato diffondere quanto più possibile quest’appello, da amica storica del Museo, del direttore e di chi ci lavora con tutti i sentimenti, primo fra tutti lo spirito di sacrificio.
      Purtroppo più di questo non sono in grado di fare, e ringrazio Barbara per aver fatto da cassa di risonanza in questo suo spazio.
      A questo punto, non ci resta che sperare che l’appello sia raccolto.
      Il Museo Luzzati NON deve chiudere! Fatelo diventare un mantra.. Forza!

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  3. Siamo…viviamo in un Paese che deborda si Arte e Cultura, molto spesso
    certe realtà vengono ignorate, le Istituzioni arroccate in tenute che sanno
    di vere e propie lobby…di cultura. Certi Musei vengono quasi ignorati fino
    a mancare quasi del tutto sotto forma informativa e pubblicitaria negli
    appositi luoghi come gli uffici di informazione turistica/ culturale.
    Forse all’ estero vi è piu’ sensibilità recettiva nei confronti di chi è in grado di gestire promuovendo una vasta varietà di temi.
    Realtà dure da mantenere in vita anche se chi dirige e chi vi collabora cerca con tanto amore e forte senso di appartenenza per quello che fà e
    sente.

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  4. Piantatela tutti di prendermi in giro!
    Fra l’altro ho una circonferenza tale che dovreste sudare per completarne uno solo ( di giro 😛 ): e comunque ripeto che non so neppure di che cosa stiate parlando.
    Passo e chiudo. Auf Wiedersehen!

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