Una risposta

      • Losco figuro? Quanta sfiducia! Solo perché uno appartiene all’ordine delle vesti nere, ha le pupille a clessidra e vive in una Torre piena di servitori non morti non può essere una brava persona?
        Un momento, quello nell’avatar è davvero lui, giusto? Pensavo non avesse messo il suo vero nome, R. Majere, per modestia.

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        • Questo?

          Non lo conoscevo per niente, ma per fortuna c’è san Google che mi svela tutti gli arcani. Comunque no, non è per questo che definisco quel signore losco figuro, bensì per tutte le altre cose che voi comuni mortali non potete sapere ma noi del Mossad invece sì (hahaha, noi siamo dappertutto, sàppilo!)

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  1. Spiace essere in controtendenza. A Milano esiste un numero enorme di parcheggi per disabili, quasi tutti regolarmente vuoti, dove non parcheggiano i disabili per l’ottima ragione che in pochi guidano l’auto, e non parcheggiano gli altri automobilisti perché terrorizzati da quei casi esemplari che vanno in televisione, tipo quello che guarda caso aveva una macchina da 200.000 euro eccetera eccetera.
    La realtà di tutti i giorni, invece, è che parcheggiano tutti in divieto, in doppia fila, in curva, tutto intorno ai parcheggi per disabili che sono deserti e sui quali a momenti cresce l’erba.
    Questo non è per dire che i parcheggi per disabili non ci debbano essere, ma per dire che il prepotente che ci parcheggia abusivamente è una leggenda, tipo quella degli zingari che rubano i bambini. Ossia: non è che gli zingari non commettano reati, perché ne commettono tanti: ma rubare bambini, no. Allo stesso modo, gli automobilisti ne fanno di tutti i colori, ma parcheggiare dove c’è il disegno della carrozzella, no.

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    • La maggior parte dei disabili non guidano, ma molti hanno un marito padre figlio fratello – e relativi femminili che non scrivo per fare dispetto alla boldrina – che guida e che li porta dove devono andare. La situazione di Milano non la conosco, ma in nessun parcheggio ho mai visto più di un posto, massimo due, riservati ai disabili. Poi sinceramente non vedo per quale ragione un poliomielitico, per esempio, con le gambe troppo deboli per percorrere mezzo chilometro a piedi ma sufficienti ad azionare i pedali di un’auto, non possa essere abbastanza ricco da disporre di duecentomila euro e abbastanza imbecille da spenderli per un’auto.

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      • La storia dei 200.000 euro si riferisce a una notizia circolata qualche mese fa di un ricco antipatico, ovviamente in Ferrari, che parcheggiava l’auto nel posto dei disabili, prendeva la multa e poi scriveva insulti al disabile che aveva chiamato il vigile. Se non puzza questa di fake news, credo proprio che Hamas sia un’associazione di beneficienza.
        Comunque, il fatto che riscontro coi miei occhi da anni è che i parcheggi per disabili sono regolarmente vuoti, e, soprattutto, che nessuno senza contrassegno osa parcheggiarvi. Devo dire che questo succede anche nella famigerata Roma, che conosco piuttosto bene.
        Quanto alle auto per disabili gravi, esistono e sono spesso pagate con gli indennizzi delle assicurazioni, visto che non tutti i disabili lo sono dalla nascita, ma spesso lo sono per incidenti. Io non nego che vi siano disabili che guidano, dico che i parcheggi riservati sono più numerosi del necessario. Ma magari è giusto così, perché uno dovrebbe potersi fermare dove vuole. In realtà, però, se pensiamo al costo di tutto ciò, comprese le infrastrutture per disabili dei mezzi pubblici (mai visto salire una carrozzella su un autobus, nonostante le piattaforme) la cui sublimazione è l’ovovia del ponte di Calatrava a Venezia, ci si domanda: ma non sarebbe preferibile, più comoda e meno costosa una generosa distribuzione di buoni-taxi?

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    • “ma rubare bambini, no”

      Solo perché i tuoi bambini non mi sono passati vicino – che io, gatto randagio e zingaro, li rubo eccome, anche non su commissione…

      (Deh, stava una boutade, eh? Ironia e iperbole – i rom non rubano i bambini. Tutto il resto sì, ma i bambini no)

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  2. Una volta mia mamma ha visto un disabile (sordo) parcheggiare nel posto per i disabili.
    I posti per i disabili però mi risulta sono per chi ha problemi di deambulazione, non mi risulta che un sordo ne abbia.

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  3. una notte, tempo fa, sono andato a trovare una mia amica, senza rendermene conto ho parcheggiato nello spazio riservato ai disabili. Il mattino successivo, intorno alle dieci circa, ho beccato il disabile alla finestra (piano terra) che mi redarguiva, gentilmente, sul mio operato. L’ho guardato e gli ho risposto testualmente: “intanto chiedo scusa, poi, visto che sono stato qui tutta la notte mi lasci ancora qualche minuto”, sono entrato in una enoteca lì vicino e ho comprato una boccia di ottimo vino d’annata, l’ho regalata al tipo promettendogli che l’episodio non si sarebbe ripetuto. Ha fatto un po’ di storie sulla bottiglia ma alla fine l’ha presa, ci siamo stretti la mano, sempre dalla finestra, e la storia è finita lì. Sterili discussioni e improbabili giustificazioni servono a poco.

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