Una risposta

  1. è vecchia, ma la scrivo lo stesso…. un prete un imam e un rabbino in pensione stanno discutendo su quale dio sia il più potente.
    inizia l’imam, dicendo “un giorno ero nel deserto, da solo, e si scatenò una tempesta di sabbia. mi credevo già morto e sepolto quando chiesi aiuto ad Allah e non ci crederete, davanti c’era tempesta, dietro c’era tempesta, ma dove stavo io il tempo si calmò e mi salvai. Alla è grande!!!”
    il prete ribatte con un “bambinate, ero sulla barca del vescovo, in gita di diporto sul lago di Garda, quando il pilota urtò delle rocce sommerse e iniziammo ad affondare. pregai forte il mio Dio e non ci crederete, dietro la barca affondava, davanti la barca affondava, ma dove stavamo noi miracolosamente rimase a galla e i soccorritori ci salvarono.”
    attacca il rabbino: “dilettanti…. un giorno, era di sabato, ero in giro per strada in Wall Street a NY quando vidi davanti a me una borsa piena di banconote. sapete bene che noi di sabato non possiamo maneggiare il denaro, ma io pregai fortissimo e Lui mi ascoltò: non ci crederete, ma davanti era sabato, dietro era sabato ma dove stavo io era giovedì!”

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    • Sì, però questa è fortemente antisemita. Non per niente è uno dei cavalli di battaglia di un noto saltimbanco ebreo rinnegato, vergogna del suo popolo, dai cui spettacoli esce regolarmente qualche antisemita convinto di averci sempre visto giusto (sentiti io con le mie orecchie).

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      • Ps non sono del tutto d’accordo; MO è certamente un antisraeliano che spesso tocca punte di antisemitismo, voglio sperare involontario, ma il raccontare storielle autoironiche credo sia una cosa tipica dell’ebraismo, perlomeno di quello centro-esteuropeo e di quello newyorkese: pensa a Woody Allen; un po’ come “nigger”, che è “la” parola ultravietata, ma se sei negro la dici tranquillamente.

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        • Ho sentito antisemiti coi controfiocchi uscire dai suoi “spettacoli” dicendo a chi li aveva sempre criticati: “Visto? Dice esattamente le stesse cose che dico io”.
          E uno che dice, anzi urla: “Del muro del pianto non me ne frega un cazzo, quella è roba palestinese”, io lo chiamo antisemita, non antiisraeliano. Che sia (fosse: oggi è solo un simil-Grillo, capace solo di sputare odio e deliri) un grande affabulatore, sono la prima a dirlo, ma ogni parola che dice trasuda antisemitismo. Nella storiella in questione, quello raccontato da cristiano e musulmano è un miracolo, quello dell’ebreo è una truffa. TUTTE le sue storielle mostrano ebrei imbroglioni, avidi, truffatori, che potrebbero lasciare indiffrente un pubblico ebraico, ma ai suoi spettacoli ormai ci va solo la feccia ultrasinistra antiisraeliana e antisemita, che trova conferma a tutti i propri pregiudizi. La gente per bene ha smesso da un pezzo di andare ai suoi “spettacoli”, che lui trasforma regolarmente in comizi antiisraeliani.

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  2. boh, io tutte le storielle e barzellette ebraiche che conosco le avevo sentite da mio padre, che a sua volta aveva attinto ad amici suoi ebrei di tutt’Europa America e Russia (era membro di diverse commissioni scientifiche internazionali)
    se Ovadia l’ha riciclata buon per lui, di certo non l’ha inventata

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    • In effetti la maggior parte delle (non tantissime) storielle Yiddish che conosco sono decisamente autoironiche.
      Ho sentito dire che di solito le barzellette sulla taccagneria scozzese sono nate proprio in Scozia, d’altro canto se esiste un comico napoletano capace di autoironia io non l’ho mai visto.

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      • Autoironia: “auto”, appunto. Fatta dal di fuori suona totalmente diversa, e non a caso anni fa quella storiella me l’ha raccontata un’insegnante, aggiungendo alla fine: “Nella mia scuola questa ha sempre un grande successo per via di una collega che con la scusa che è ebrea pretende sempre il sabato libero”. “Con la scusa che è ebrea” dice tutto, dato che il sabato libero agli ebrei è garantito per legge, non una pretesa avanzata con una scusa.

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    • Il punto è che lui le storielle per i suoi spettacoli le ha scelte fra miliardi di storielle esistenti: come mai le ha scelte al 90% di quel genere lì? Aggiungo che un non ebreo che non abbia né simpatie né antipatie particolari può benissimo non rendersi conto di certe sfumature, che non possono però sfuggire a un ebreo. Così come uno, volendo insultare qualcuno può benissimo usare indifferentemente scemo e mongoloide, ma per chi abbia un figlio down i due termini sono tutt’altro che intercambiabili.

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      • posso capire, o almeno immaginare di capire. ma a questo punto diventa tutto difficilissimo, il che è pessima cosa quando si vuole ridere un pochetto. prevenire la sensibilità altrui sarebbe sempre bella cosa, anche se purtroppo si ride sempre di o su qualcuno o qualcosa, la risata innocente non è nelle corde dell’umano sentimento, e il fondo di cattiveria (credo in funzione esorcizzante) non manca mai.

        (a una riunione del consiglio di facoltà, in tempo di elezione dei rappresentanti dei docenti, uno dei candidati se ne uscì con un “i comunisti hanno le mani pulite!!”. al che mio padre gli chiese se erano soliti usare i guanti o se invece avevano la coda prensile. lui non era comunista, e ovviamente non fu mai eletto)

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  3. a me la barzelletta dei miracoli la raccontò una fanciulla ebrea, per giunta “quasi” osservante. dunque dev’essere vero (e anche antisemita) il detto secondo cui “il famoso umorismo ebraico è un set di barzellette antisemita raccontate da un ebreo”.

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  4. a semi-proposito lancio un appello: c’era una barzelletta su due commercianti ebrei amici-concorrenti che si compavano e ricompravano un quadro fra loro, spinti dalle rispettive mogli che ad ogni passaggio dicevano al venditore “sei un imbecille, se lui ti ha offerto x vuol dire che vale molto di più”.

    … era molto carina ma non ricordo come finiva. qualcuno può aiutarmi?

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