QUANDO LA MORALE È COME L’ORIZZONTE:

più tu avanzi, più lui retrocede, e il confine non arriva mai, il limite non si raggiunge mai, il segnale di stop non esiste più.

Boom di bambole gonfiabili bambine, pedofilia di massa

In Australia la polizia di frontiera ha bloccato l’importazione illegale di una bambola gonfiabile, per uso sessuale, che riproduce il corpo di una bambina. Al di là del caso singolo, l’aumento della vendita di questi strumenti è spia di un fenomeno più grave. Il boom di una vera pedofilia di massa. Questo in Australia. Ma da noi?

Se non proprio tabù l’argomento continua comunque a restare marginale, e ciò non migliora ma aggrava una situazione già di per sé preoccupante. Stiamo parlando dell’ombra della pedofilia, che continua ad allungarsi in una società che davanti ad essa chiude gli occhi, salvo quando non è, per forza di cose, costretta ad aprirli. Così, per esempio, è avvenuto in Australia negli scorsi giorni, con l’Australian Border Force – la Polizia di frontiera aerea – che ha intercettato un pacco sospetto.

Si trattava di uno scatolone contrassegnato come contenente un manichino di abbigliamento ma, siccome qualcosa non tornava – verosimilmente le dimensioni – sono scattati dei controlli. Ebbene, aprendolo gli agenti hanno scoperto che esso conteneva una «childlike sex doll», una bambola per giochi sessuali riproducente bambina. A quel punto, le autorità si sono tempestivamente messe sulle tracce dell’acquirente di quell’oggetto disgustoso – la cui importazione, peraltro, è illegale -, individuandolo in un giovane di 23 anni residente a Heckenberg,  un sobborgo nel sud-ovest di Sydney,

La vicenda in questione si è quindi conclusa con una perquisizione e con l’arresto dell’uomo. Ora, perché essa è significativa? Semplice: perché non si tratta affatto, purtroppo, di un caso isolato. Basti pensare che il Sidney Morning Herald, nel ricostruire questa storia, ha riportato il dato dell’aumento dei sequestri di queste bambole, ed è qualcosa di semplicemente spaventoso: + 653% negli ultimi due anni. Molto di questo boom – con consegne, almeno per quanto riguarda l’Australia, che partono dalla Cina, dal Giappone e da Hong Kong – si ipotizza sia collegato alla pandemia e alla conseguente impossibilità, per soggetti disturbati, di praticare del turismo sessuale. Questo però non attenua in nulla la gravità del fenomeno, che è molto vasto.

«Stiamo vedendo solo la punta di un iceberg in crescita», affermava ancora un anno fa, in proposito, Jürgen Stock, segretario generale dell’Interpol. E c’è da immaginare che avesse purtroppo ragione. Da parte sua, Justin Bathurst, ufficiale dell’Australian Border Force, nel ricordare che il commercio di questi oggetti è illegale, ne evidenzia la pericolosità: «Queste bambole sessualizzano i bambini. Non sono innocue e non impediscono che gli acquirenti possano in futuro di rendersi responsabili di violenze». A suffragio delle parole di Bathurst, secondo quanto conferma Hilda Sirec, comandante della polizia federale australiana, c’è un aumento delle denunce di sfruttamento sessuale di minori online, che nel 2020 sono state 22mila. Un numero già significativo di suo (sono oltre 60 denunce al giorno) e che lo diventa ancor più se si considera che esso ha fatto segnare un aumento del 57% rispetto all’anno precedente; il che conferma come l’aumento di certi acquisti non sia affatto socialmente neutrale, anzi. Va letta una spia, un segnale che non può né deve essere ignorato.

A proposito di segnali da non ignorare, alla luce di quanto fin qui riportato sorgono  spontanei almeno un paio di interrogativi, ambedue assai urgenti. Il primo: al di là della professionalità e della buona volontà degli agenti, che cosa si sta facendo, nel concreto, per contrastare più efficacemente questo mostruoso fenomeno? E ancora: se quella che abbiamo visto fin qui è la drammatica situazione australiana, qual è quella europea e, soprattutto, quella italiana? Sappiamo che, eccettuato l’inossidabile impegno di don Fortunato Di Noto e della sua associazione Meter, ben poco si muove per contrastare la piaga degli orchi.

Per carità, la polizia e le forze dell’ordine fanno il loro lavoro. Ma se il mercato che gravita attorno all’universo pedofilo è davvero in aumento, è anche perché non si sono messi a punto strumenti adeguati. E viene seriamente da chiedersi perché.
Giuliano Guzzo, qui.

Non troppo lontano da questo, un altro abominio continua a guadagnare sempre più spazio.

Liz Cheney appoggia l’agenda radicale transgender, ed incassa anche l’appoggio di Occupy Democrats.

La rappresentante repubblicana del Wyoming Liz Cheney ha appoggiato l’agenda radicale dei transgender domenica, dicendo a “60 Minutes” della CBS che la riluttanza dei suoi colleghi del GOP a sostenere l’ideologia gender-fluid è pericolosa.
“Dobbiamo lavorare contro le discriminazioni di tutti i tipi“, ha detto la Cheney a Lesley Stahl della CBS. “Eravamo ad un evento qualche sera fa e c’era una giovane donna che ha detto che a volte non si sente sicura perché è transgender. E nessuno dovrebbe sentirsi insicuro. Libertà significa libertà per tutti“.
Liz Cheney sarebbe già solo in difficoltà a trovare dei Repubblicani che desiderino fare veramente del male alle persone che si identificano come transgender, ma la cosiddetta libertà di negare il proprio sesso e di vivere la disforia di genere in maniera disinibita, a volte includendo anche la mutilazione dei propri organi genitalicomporta gravi conseguenze.
In un lungo saggio dell’ex scrittrice del New York Times Bari Weiss Substack, la giornalista indipendente Katie Herzog ha delineato le ramificazioni degli standard della cancellazione del sesso biologico nel sistema sanitario. L’affermazione aggressiva di volere cambiare genere a tutti i costi, ha scritto la Herzog, ha cominciato a rendere ciechi i fornitori dei servizi agli individui, poiché certi disturbi hanno più probabilità di colpire gli uomini che le donne, e viceversa.
Questa ipersensibilità sta minando la formazione medica“, ha riferito la Herzog, dopo aver condiviso il triste racconto di una paziente, identificatasi come transgender, il cui dolore addominale è stato attribuito all’obesità invece che alla gravidanza. Ma quando che gli operatori ospedalieri hanno scoperto la vera causa del disturbo, il bambino era già morto.

Altre patologie che si presentano in modo diverso e con tassi diversi tra maschi e femmine includono ernie, artrite reumatoide, lupus, sclerosi multipla ed asma, tra molti altri. Maschi e femmine hanno anche diversi intervalli per la funzione renale, il che ha un impatto sul dosaggio dei farmaci. Maschi e femmine hanno sintomi diversi anche durante gli attacchi di cuore: i maschi si lamentano del dolore al petto, mentre le donne sperimentano stanchezza, vertigini e indigestione. In altre parole: il sesso biologico è un fattore enormemente importante per sapere che cosa affligge i pazienti e come trattarli correttamente.

Fuori dagli ospedali, la concezione che esista una “libertà” dal sesso binario, che è ora sostenuta dalla deputata del Wyoming, si è diffusa nelle classi K-12 dove i bambini dai 3 ai 5 anni vengono indottrinati con i concetti del transgenderismo già prima che si manifesti la pubertà. I bambini cresciuti in un mondo in cui il genere è stato trasmesso come un’astrazione dell’immaginazione stanno crescendo confusi, con una disforia di genere che rapidamente sta insorgendo come un’epidemia sociale. []

Ce li portano via da piccoli per impedirci di salvarli dal lavaggio del cervello. Esattamente come nella Germania nazista, nell’Unione Sovietica e più ancora nella Cina di Mao (in realtà ignoro totalmente se e cosa sia cambiato, sotto questo aspetto, da quei tempi).

barbara