PARLIAMO UN PO’ DI INFORMAZIONE

Inizio prendendo spunto da un articolo di Deborah Fait di un paio di giorni fa.

Domenica scorsa due poliziotti diciannovenni israeliani, ripeto ISRAELIANI, Yazan Falah, druso e Shirel Aboukrat, una ragazza ebrea che aveva fatto alyiah dalla Francia nel 2006, sono stati ammazzati da due terroristi arabi palestinesi affiliati all’Isis.

Altre due giovani vite del nostro paese spente dal fanatismo di cui sono fatti i terroristi. Yazan Falah è stato sepolto nel suo villaggio, Kasra Samia, con la partecipazione di migliaia di persone. “Vorrei esser morto al posto tuo” ha singhiozzato lo zio. Il Ministro Gideon Saar: “Tu eri uno splendido soldato sorridente che tutto Israele piange oggi con il cuore spezzato”. Si, siamo tutti con il cuore spezzato per questi due ragazzi che avevano scelto di fare i poliziotti di frontiera per difendere la patria. Shirel è stata sepolta nel cimitero militare di Natanya, sua madre disperata urlava alla figlia di risvegliarsi subito, tra i singhiozzi di tutti i presenti. Uno strazio puro, un dolore tremendo vedere quella mamma che non voleva e non poteva accettare la morte della figlia e urlava “Svegliati, Shirel, svegliati, ti prego”. Oltre ai due ragazzi uccisi altri dodici sono stati feriti dai due terroristi che hanno sparato più di 1000 pallottole, i maledetti volevano la strage. Entrambi venivano da Um el Fahem, città nota per essere una specie di allevamento di terroristi, e si sono filmati mentre , prima dell’attacco, si abbracciavano sotto la bandiera nera dell’Isis. È il secondo attentato in una settimana che insanguina le strade di Israele. Non ho ancora sentito i telegiornali ma ho letto, e mi è venuto un colpo, il titolo cubitale del Giornale del 28 marzo, eccolo qua:

DUE PALESTINESI UCCISI A HADERA NEL GIORNO DI BLINKEN

Ecco: l’informazione, in Italia e non solo, funziona così. Lo sappiamo, lo abbiamo sempre saputo. Lo sappiamo, soprattutto, noi che da anni che occupiamo di combattere la disinformazione su Israele, e proprio per questo non riesco a capacitarmi che non solo le pecore matte ma anche gli uomini, quelli che fino all’altro ieri erano uomini e sapevano captare a naso la falsità, l’esagerazione, la manipolazione, l’incompletezza, l’illogicità, la contraddizione in quanto diffuso dai mass media, e cercavano regolarmente conferme, confronti incrociati, prove, oggi, sapendo oltretutto in partenza che una delle due parti in causa è stata silenziata e viene data voce solo all’altra, abbiano scelto di dare credito ciecamente, acriticamente, a tutto ciò che da quella parte arriva e che mille volte è stata provata falsa (vogliamo parlare dei bombardamenti presi dai videogiochi? Vogliamo parlare del bombardamento del memoriale di Babi Yar? Vogliamo parlare della “donna ucraina stuprata e uccisa dai russi” che le figlie scelgono di seppellire con la bandiera russa?). Non me ne capacito. E sempre a proposito di informazione, abbiamo l’orwelliano intervento di wikipedia che con un colpo di spugna, al pari del “ministero della Verità”, cancella la strage di Odessa. E, pur tenendo presente che più o meno tutti i veri o presunti sbufalatori vanno sempre presi con almeno una cucchiaiata di grani di sale, può forse essere il caso di porsi qualche domanda anche sull’«eroina» Marina Ovsyannikova. E vediamo ora un po’ di fatti. Russofoni del Donbass mostrano le distruzioni operate dall’esercito ucraino

E ancora altri testimoni, altre distruzioni

E ricordiamo: non è vero che sono nazisti, e non è vero che hanno fatto stragi di russofoni nel Donbass: è tutta una sporca propaganda russa!

Nel frattempo, sempre più simili ai palestinesi e ai loro sistemi, ai colloqui fanno concessioni che aprono spiragli alla pace per poi rimangiarsele mezz’ora dopo.

Ancora due parole sulla gang dei Biden, e infine, dopo avere dato voce ai russi, giusto per non rischiare l’accusa di essere unilaterale, do la parola anche a un ucraino.

Ma non posso chiudere questo post prima di dare conto di un altro fulgido esempio di informazione

NOTA: quando è stato girato il film – che parla di tutt’altro – a Paolo Villaggio mancavano ancora diversi anni prima di essere concepito.

e di uno splendido esempio di legge del contrappasso

Chiudo con il russo Mikhail Kolyada che rende omaggio al russo Rudolf Nureyev

barbara