In Israele funziona così.
Yair Lapid, brillante giornalista e discreto uomo di politica, solleva questo mese un tema delicato, visibile a tutti sul suo profilo facebook.
Pubblica dunque una semplice immagine, una fotografia scattata di spalle e ritraente lui abbracciato a sua figlia Yael, una ragazza autistica affetta da mutismo sin dalla nascita.
“Mia figlia, durante la sua cerimonia di giuramento all’esercito israeliano, indossa la divisa mentre suo papà piange e spera che nessuno se ne accorga”, scrive commosso.
Yael, tuttavia, non è la sola eroina a colmarci di orgoglio: sono migliaia i ragazzi che, ogni anno, decidono di arruolarsi come volontari, sfidando con coraggio quelli che tutti noi reputiamo erroneamente dei limiti insuperabili, fisici o mentali, dimostrando per l’ennesima volta che l’unico limite mentale è il nostro. Jonathan Cohen, il primo ufficiale cerebroleso nella storia dell’esercito israeliano, diventa un simbolo nazionale, un esempio perfetto per ragazzini (e non) in cerca di solidi punti di riferimento da seguire all’interno di una società sempre più allo sbaraglio.
“La prossima volta che qualcuno vi dirà che l’unico ruolo dell’esercito israeliano è quello di combattere, mostrategli pure questa fotografia”, continua e conclude il fondatore del partito Yesh Atid. “Forse ciò può considerarsi vero per gli altri eserciti del mondo, ma l’esercito israeliano vale molto più di questo.”
David Zebuloni (Moked, 30/06/16)
Piccolo appunto per quelli che “Israele è come la Germania nazista”: nella Germania nazista gli handicappati finivano in gas con l’aiuto anche dell’esercito, in Israele gli handicappati vengono accolti nell’esercito con l’aiuto di tutta la nazione.
barbara
Quando in Italia c’era l’obbligo di leva ragazzi senza nessun disagio psicofisico pisciavano nel letto per farsi riformare, per tornare da mammina a farsi servire la colazione a letto, farsi rifare il letto, perché il sergente li trattava male e il vitto era cattivo
Sono sicura che quegli stessi imbecilli adesso tuonerebbero dicendo che esattamente come i nazisti ammazzavano gli handicappati, Israele li usa come soldati
e adesso questa risposta la pubblico come post del mattino, dopo aver recitato le Benedizioni,
Shabbat Shalom
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quando ho fatto il militare di questi esempi ne ho visti pochi anzi,affatto,sono ricami di casi limite…certo,in un paese che insegna ai propri ragazzi a nn amare la propria patria nn stupisce che l’attaccamento alla divisa fosse meschino, proditorio,opportunista.
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Hai detto patria?! Oddio che parolaccia orrenda!
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Visti i commenti da te. Può darsi benissimo che le pisciate non fossero stumentali, sta di fatto che se non lo erano, erano evidentemente manifestazione di grande disagio per la situazione da militari. Ossia che, consapevolmente o no, volevano tornare da mammina a farsi servire ecc.
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In Italia o obbligo di leva, oppure obbligo di volontariato. l’idea mi sembrava giusta, entrambe le cose formavano, e gli uomini erano uomini, non eterni mocciosi.
Il problema è che a volte spesso la naja era il ritrovo dei cannaioli. Mio zio quando fece militare, vedeva molti compagni di stanza con espressione serafica e spinello in mano.
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Il servizio civile in sostituzione di quello militare in Italia è stato introdotto negli anni Settanta: prima chi si rifiutava di fare il militare finiva in galera. Per le donne la possibilità di prestare servizio – esclusivamente su base volontaria – è stata introdotta nel 1999. Canne in camerata ne dubito: i controlli erano piuttosto severi (sono nata e cresciuta in ambiente militare: so di che cosa parlo).
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Sai Barbara, è da tanto che ti volevo raccontare che cosa mi successe una volta su questo tuo blog: per ringraziartene.
Io ho scoperto l’esercito israeliano molto qui, e dopo anche altrove, rimanendone molto colpita. Anche io, come tu sottolinei (e anche prima, quando ancora non sapevo nulla di queste cose) rimanevo un po’ così… Tutt’ora addirittura trovo chi sostiene cose tipo: l’esercito più terribile del mondo, esercito come quello nazista ecc. Che mi fa rabbrividire ogni volta.
Ancor più quando si è scoperto che cosa sia veramente questo esercito, unico al mondo sì, ma in senso positivo! (gli unici al mondo dopo gli Israeliani che mi sembrano così, oggi sono i Curdi e gli Yazidi). Non ti ho mai detto che una volta tu pubblicasti una foto. Mi colpì davvero tanto. Non era nulla di “speciale”, in apparenza. Purtroppo non ricordo in che post, ma l’avrò certo salvata da qualche parte. Dovevano essere un paio di giovani dell’IDF, accostati a ebrei deportati. C’era qualcosa che mi colpiva particolarmente, ma ancora non capivo che cosa fosse. Pensavo e guardavo, guardavo e pensavo… Erano tutti un po’… “sgualciti”.
Nell’immaginazione, in un certo senso, ormai, per gli eserciti, rimandiamo direttamente a un’estetica di “perfezione”: divise perfette, persone perfette, tutti in fila, tutti uguali. Un’estetica perfetta e… Fredda, molto fredda.
Alla fine pensai: “Ecco! Ci sono: Come sono umani questi ragazzi”.
E mi commuovevo. Mi commuovono sempre, questi ragazzi. E so – sento, vedo – che succede lo stesso agli altri che hanno potuto conoscere, capire, anche se solo attraverso l’informazione. Questa foto, per esempio: come mi commuove. Quella schiena, quella camicia che ora considero un po’ “tipica”, cioè vera, ormai è “mia”, la “riconosco”, un po’ “sgualcita”, non so: veramente, con la mano mi pare di arrivare a toccarla. E’ una cosa per me difficile da spiegare. E’ raro che delle fotografie, oggi, “virtuali” come siamo diventati, mi diano sensazioni così “fisiche”, intense. Eppure…
Ma tornando alla foto originaria, pensavo ancora: ecco, questi erano un po’ “sgualciti”, tutti diversi, uno più alto, l’altro più basso, non erano – pensai – così “perfetti”, tutti uguali, come automi, come finti, irreali, come… I nazisti.
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Mi fa piacere che il mio blog possa servire a far riflettere qualcuno non completamente indottrinato e ancora capace di pensare con la propria testa.
La cosa dei soldati sgualciti è vera. Non mi ci ero mai soffermata, ma è proprio vera.
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Penso sia appropriato dire che è l’esercito più terribile di sempre, se ci mettiamo nei panni del Goliath di turno.
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No, questo non lo direi: un esercito che rinuncia al fattore sorpresa avvertendo in anticipo le zone da bombardare, non ha nessuna speranza di poter conseguire una vittoria definitiva.
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ciao. ma è normakle che leggo sulla bacheca di giorgio bressan il tuo articolo senza che citi te o il blog? c’è un semplice “da una mia amica” e non è la prima volta che lo fa magari ha il tuo permesso o non te ne frega nulla, ma non ci credo(che non te ne freghi)
Laura
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Amica di uno che in viaggio si ritrova ad avere disperatamente bisogno di un antibiotico che non ha la possibilità di trovare e io senza la minima esitazione gli do il mio, che porto sempre con me perché per me le emergenze sono all’ordine del giorno, e lui non sente il bisogno di spendere un “grazie”? La prossima volta che succede lo lascio crepare senza l’ombra di un rimorso, e poi gli vado anche a sputare sulla tomba. Se ha pubblicato solo l’articolo di Zebuloni, ha ovviamente tutto il diritto di farlo. Se ci ha messo anche il mio commento senza citarmi è un figlio di puttana stronzo bastardo coglione pezzo di merda. Io non lo vedo, perché evidentemente ha una qualche forma di protezione che fa vedere tutto solo agli amici. Se tu hai accesso da lui ti pregherei di farmi questa cortesia: scrivergli che a) non sono amica sua; b) non l’ho autorizzato a pubblicare cose mie in forma anonima. E scrivere il mio nome e cognome e mettere il link del blog, diffidandolo dal continuare a pubblicare cose mie senza precisare di chi sono: se io mi faccio il culo a scrivere una cosa, ho il diritto che si sappia chi l’ha scritta.
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Individui che hanno la follia nel paragonare Israele alla Germania nazista..come minimo ..ma si meriterebbero molto di più.
” Oh nini…tieni conto che Israele è uno dei Paesi piu’ evoluti in molti campi, Grande democrazia e per di piu’ di stampo liberale..dimmi te che razza di inferni sono tutti gli altri
che seguono ! ”.Poi…ci sarebbe tanto da aggiungere…
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Aggiungi che se decidessero di mettere in atto la “soluzione finale del popolo palestinese”, come qualcuno ama dire, sarebbe perfettamente in grado di completare l’operazione in 48 ore. E in quasi settant’anni non si è mai sognata di farlo.
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