Si chiama Ola Ostrovsky-Zak, ha 34 anni e tre figli, due cui uno piccolissimo, ed è infermiera all’ospedale di Hebron, Cisgiordania. La sua famiglia, ebrea, si è trasferita in Israele da due generazioni. Venerdì sera era di turno quando in ospedale sono arrivati i feriti di un brutto incidente stradale: una famiglia palestinese con il padre che morirà poco dopo il suo arrivo, la madre con un grave trauma cranico in terapia intensiva e il loro piccolo figlio, rimasto illeso.
Yaman, bambino, rimane in sala d’attesa insieme alle due zie che sono accorse. Non ha nulla. Piange: per sette ore non ha mangiato nulla e ha rifiutato i biberon.
“La zia mi ha raccontato che Yaman è sempre stato allattato solo al seno della madre fin dalla nascita – racconta l’infermiera -. Non ha mai bevuto dal biberon. Hanno chiesto se qualcuno avesse potuto allattarlo e le ho detto che avrei potuto farlo io. Sono rimaste sorprese. Non riuscivano a credere che una madre ebrea potesse accettare di allattare un bambino palestinese. Mi hanno portato in braccio, mi hanno baciato, non smettevano mai di abbracciarmi.”
“Eppure – dice Ola Ostrovsky-Zak – sono sicura che tutti i miei amici al mio posto avrebbero fatto lo stesso”. La foto (pubblicata dal profilo social dell’ospedale Hadassah) ha fatto già il giro del mondo. Le zie di Yaman hanno raccontato che nella tradizione islamica una donna che allatta almeno cinque volte un bambino diventa la sua “seconda madre”. “Sono rimasta molto colpita – racconta sempre Ola -. Ora posso dire che ho un figlio palestinese”.
Prima della fine del turno l’ospedale ha pubblicato un annuncio sul gruppo Facebook Leche League (di madri che allattano) per chiedere la disponibilità a qualche madre volontaria e hanno risposto in migliaia. Donne arabe, ebree, israeliane, palestinesi. Senza differenza.
“Ogni madre l’avrebbe fatto” recita la didascalia alla foto diffusa dall’ospedale. Ogni madre. Davvero.
(Giulio Cavalli, fanpage, 7 giugno 2017)
“Non riuscivano a credere che una madre ebrea potesse accettare di allattare un bambino palestinese”: evidentemente tutto ciò che da sempre era stato loro raccontato sugli ebrei rendeva impossibile crederlo. Per fortuna ogni tanto si trova anche qualcuno disposto a credere ai fatti, anche quando contrastano con l’ideologia.
barbara
C’è chi ha scritto che se fosse avvenuto il contrario la madre araba avrebbe accettato solo per strozzare un bambino ebreo
Io spero proprio di no
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Anch’io voglio sperare proprio di no!
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Mi associo. E forse sono ingenua, ma penso che anche fra loro cambi da persona a persona, e che ci sarebbe stata qualcuna disposta… Chissa’. Ma probabilmente non si sarebbe fatta fotografare per prudenza.
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Ricordando quelle – più di una – a cui avevano salvato i figli e che hanno orgogliosamente dichiarato che si auguravano per loro un futuro di martiri, ammazzando il maggior numero possibile di ebrei, l’ipotesi è tutt’altro che implausibile. Senza voler fare di tutta l’erba un fascio, beninteso. Certo, come giustamente fa presente Mirella, difficilmente si sarebbero potute permettere il lusso di lasciarsi fotografare (ma la bellezza di quel viso, la dolcezza di quel sorriso, la tenerezza di quelle mani intorno al bambino, le avete viste?)
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Purtroppo le ricordo. Spero solo che ci sia anche qualcuno/a di diverso.
“…la dolcezza di quel sorriso, la tenerezza di quelle mani intorno al bambino, le avete viste?” Eccome.
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Però ho anche notato una cosa. Madre EBREA(NON ISRAELIANA) e bambino palestinese, non Musulmano o Arabo. Il distinguo lo fanno, la sottolineatura che Israele non esiste la buttano li sempre e a me pesa come una dichiarazione di indifferenza per il Paese che li ospita
Sono stronca e cattiva? Sì ed abituata a guardare nelle piccole ombra e a non fidarmi delle grandi luci
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Io la vedo in un altro modo: se fosse stata un’araba israeliana nessuno si sarebbe sorpreso della disponibilità ad allattare un bambino palestinese, quindi a connotare la notizia è il suo essere ebrea, non la nazionalità.
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Del resto nomina anche Israele: “si è trasferita in Israele da due generazioni.”
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finalmente qualcosa di bello !!
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Ogni tanto ci vuole, eh?
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Mi piace che la notizia, foto, abbiano fatto il giro del mondo.
Sarebbe finalmente giusto che Israele fosse elogiato per i suoi valori .
E..quando viene messo alla gogna…se per loro Israele è così negativo non ci sono parole
per descrivere un’ abbondante ed oltre di paesi che vivono prevalentemente molto al di sotto di Israele.
L’ infermiera credo che possa rappresentare molte, tante altre donne che avrebbero fatto
lo stesso.
Basta…è una vergogna altamente incivile tutta la varietà di negativo con la quale bombardano Israele.
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Puoi ben dirlo.
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E’ una storia bellissima.
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Ed è bellissimo che per una volta tanto una cosa bella di Israele sia stata fatta circolare.
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Vero, Carla.. vero, Barbara! Bella storia!
Speriamo sempre.. speriamo che aumentino, questi casi ( soprattutto che ne aumenti la diffusione! )
La speranza, si sa, è l’ultima a morire..
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Io mi augurerei, soprattutto, che si registri qualche caso anche dall’altra parte…
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